(Adnkronos) - Jannik Sinner si prepara agli Us Open a Montecarlo, tra allenamenti e sorrisi con l'amico Matteo Berrettini. Il numero uno del ranking Atp, reduce dalla fenomenale vittoria a Wimbledon, sta lavorando per i prossimi tornei in America, con l'obiettivo di riconfermarsi campione nello Slam di New York. L'azzurro, affiancato da coach Simone Vagnozzi e dal preparatore Umberto Ferrara, in questi giorni sta lavorando con Berrettini (al quarto torneo consecutivo saltato, dopo l'ultimo infortunio).
Per Sinner e Berrettini, lavoro fisico e preparazione atletica, ma anche scambi sul cemento e partite devastanti a calcio tennis per chiudere le sessioni giornaliere. A raccontarlo lo stesso Jannik, con una serie di foto e video condivisi su Instagram. Dopo una prima foto pubblicata nelle stories, in cui Sinner si mostra stanchissimo e sdraiato a terra insieme al suo staff, c'è una story della partita a calcio tennis giocata insieme a Berrettini contro coach Vagnozzi e il preparatore Umberto Ferrara. Un modo per alleggerire la tensione e sorridere in vista dei prossimi impegni. E di un calendario molto fitto, che consentirà pochi errori all'azzurro per conservare il trono del ranking Atp.
(Adnkronos) - Cinque morti e 20 feriti. E' il bilancio di un attacco israeliano nel quartiere di Shujaya nel nord della città di Gaza. Lo riporta al Jazeera, citando l'agenzia di Protezione civile di Gaza. Secondo l'emittente, le vittime si aggiungono alle almeno 24 persone uccise oggi, venerdì 1 agosto, dai raid dell'Idf nell'enclave.
Le forze armate tedesche hanno lanciato aiuti umanitari su Gaza. I primi due voli della Luftwaffe hanno trasportato quasi 14 tonnellate di rifornimenti, ha confermato il ministero della Difesa tedesco. Il ministro Boris Pistorius ha dichiarato: "I voli possono dare solo un piccolo contributo per fornire alle persone colpite sul campo i beni di prima necessità". E ha espresso la speranza che Israele garantisca una consegna più completa di aiuti umanitari all'enclave assediata. Ieri anche la Francia aveva paracadutato aiuti, lanciando 40 tonnellate di beni nella Striscia di Gaza, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot. Gli aiuti sono stati lanciati da aerei partiti dalla Giordania. "Dobbiamo inondare la Striscia di Gaza di cibo, acqua e medicine", ha dichiarato Barrot, aggiungendo che gli attuali aiuti di emergenza sono chiaramente insufficienti.
''I lanci aerei sono almeno 100 volte più costosi dei camion. I camion trasportano il doppio degli aiuti degli aerei. Se c'è la volontà politica di consentire i lanci aerei, che sono altamente costosi, insufficienti e inefficienti, dovrebbe esserci un'analoga volontà politica di aprire i valichi stradali'' ha scritto su 'X' Philippe Lazzarini, il commissario generale dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi. ''Mentre la popolazione di Gaza muore di fame, l'unico modo per rispondere alla carestia è inondare Gaza di aiuti'', ha aggiunto Lazzarini.
Definendo l'Unrwa come ''la più grande agenzia delle Nazioni Unite sul campo'' a Gaza, Lazzarini ha spiegato che ci sono ''seimila camion carichi di aiuti bloccati fuori Gaza in attesa del via libera per entrare''. Lazzarini ha ricordato che ''l'Onu, insieme all'Unrwa e ai suoi partner, è riuscita a far arrivare dai 500 ai 600 camion al giorno durante il cessate il fuoco di inizio anno. Gli aiuti hanno raggiunto l'intera popolazione di Gaza in sicurezza e dignità''. E in questo modo si è riusciti a ''invertire la crescente carestia senza alcun dirottamento degli aiuti. Non c'è alternativa alla risposta coordinata delle Nazioni Unite con l'Unrwa, poiché la spina dorsale aveva fornito risultati simili''.
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(Adnkronos) - La procura di Roma ha aperto un’indagine e disposto il sequestro della salma di Michele Noschese, il 35enne napoletano noto come dj Godzi, morto nelle prime ore del 19 luglio a Ibiza, dove viveva da anni. I pm capitolini, competenti per i fatti riguardanti cittadini italiani all’estero, puntano a chiarire le cause della morte di Noschese, deceduto in seguito a un intervento della polizia spagnola.
Secondo la Guardia Civil, intervenuta a casa del noto deejay, Michele Noschese ha perso la vita per un malore ed era sotto effetto di stupefacenti, come confermato dagli esami tossicologici. Secondo alcuni testimoni, però, gli agenti intervenuti avrebbero malmenato il 35enne, ammanettato mani e piedi e messo a pancia in giù. Il tutto sarebbe avvenuto dopo la richiesta di intervento dei vicini di casa e una aggressione ad un anziano.
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(Adnkronos) - L'Italia è al primo posto per numero di casi umani di infezione da virus West Nile nella mappa degli Ecdc, i Centri europei per la prevenzione e il controllo delle malattie. L'agenzia ha aggiornato oggi il suo bollettino settimanale, dal quale risulta che "dall'inizio del 2025 al 30 luglio 5 Paesi in Europa hanno segnalato casi umani infezione da virus del Nilo occidentale: Bulgaria, Francia, Grecia, Italia e Romania". Nel report vengono inclusi i casi confermati e quelli probabili, e si specifica che i conteggi "sono preliminari e devono essere interpretati con cautela, poiché potrebbero essere rivisti dai Paesi man mano che saranno disponibili ulteriori informazioni. Di conseguenza, non vengono forniti i totali".
Guardando alla tabella, tuttavia, l'Italia registra il maggior numero di infezioni, seguita a larga distanza da Grecia, Romania, Bulgaria e Francia. E l'Ecdc precisa che "il numero più elevato di casi è stato segnalato nella provincia di Latina", nel Lazio.
Nella settimana 31 (24-30 luglio) - si legge - infezioni umane autoctone da virus West Nile sono state segnalate per la prima volta nella stagione 2025 dalla Bulgaria (in 1 regione) e dalla Francia (in 1 regione). La Grecia ha riportato contagi in 3 nuove regioni, l'Italia in 7 nuove regioni e la Romania in 1 nuova regione, rispetto alla settimana precedente.
Leggi tutto: West Nile, Italia al primo posto in Europa per casi nell'uomo: il report Ecdc
(Adnkronos) - Sono iniziati il via i lavori per la realizzazione della nuova palestra outdoor nel parco di piazzale Maresciallo Giardino/via Gomenizza, un progetto fortemente voluto dal municipio Roma I Centro e finanziato da Roma Capitale con un investimento complessivo di 120.000 euro. L’intervento, che trasformerà un’area verde già molto frequentata in un moderno spazio attrezzato per l’attività fisica all’aperto, si inserisce in un più ampio programma di valorizzazione delle aree urbane come luoghi di benessere e aggregazione per tutte le fasce d’età e livelli di abilità.
“Siamo estremamente soddisfatti dell’avvio di questo progetto che rappresenta una risposta concreta alle richieste dei cittadini e una nuova opportunità per migliorare la qualità della vita nel nostro territorio. La palestra outdoor sarà un punto di riferimento per chi desidera prendersi cura del proprio corpo, socializzare, vivere il verde urbano in modo attivo. È un progetto che mette al centro salute, inclusione e coesione sociale”, dichiara Lorenza Bonaccorsi, presidente del municipio Roma I Centro.
Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione con la Lista Civica Gualtieri, prevede la creazione di cinque aree funzionali, pensate per accogliere esigenze e capacità diverse: un’area fitness funzionale, un’area sport circuit, un’area inclusiva, una over 65 – mylongevity e un’area fun and play, dedicata anche agli sport da tavolo come ping pong e scacchi.
Le attrezzature selezionate – innovative, inclusive e conformi alle normative europee in materia di sicurezza – saranno installate su pavimentazioni antitrauma appositamente realizzate, garantendo piena accessibilità anche per le persone con disabilità.
“Questa nuova palestra all’aperto è un esempio virtuoso di rigenerazione urbana: oltre ad arricchire il parco di piazzale Maresciallo Giardino, il progetto è stato sviluppato secondo criteri di sicurezza, inclusività e sostenibilità ambientale. Le cinque aree previste – dal fitness al gioco, fino al circuito dedicato agli over 65 – offriranno opportunità di movimento e socialità in un ambiente naturale, accessibile e ben strutturato”, sottolinea Stefano Marin, assessore alle politiche ambientali, rifiuti, rapporti con i cittadini e polizia locale del municipio Roma I Centro.
Come ricorda lo stesso municipio, il parco, di circa 3.155 mq, è stato affidato alla gestione del municipio I a partire dal 2022 e oggi si prepara a diventare un punto di riferimento per il benessere cittadino, con una proposta sportiva all’aria aperta che riflette le nuove tendenze del fitness post-pandemico, sempre più orientate all’uso degli spazi pubblici in modo attivo, sostenibile e condiviso. L’intervento sarà completato entro i prossimi mesi, con l’obiettivo di consegnare alla cittadinanza un nuovo spazio verde attrezzato e fruibile liberamente da tutti.
(Adnkronos) - "Io sono un terrapiattista". "M vuò spusa?". "Sono incinta". Tre frasi, un programma: Temptation Island 2025, l'edizione più chiacchierata, seguita e memorabile di sempre. Si è conclusa ieri, giovedì 31 luglio, con numeri da record, segnando una media del 29.9% di share e 3.853.000 telespettatori incollati allo schermo. Ma cosa ha reso questa stagione così irresistibile? Forse, come ha detto Antonella Clerici, "perché le corna le abbiamo avute tutte". Oppure semplicemente perché il trash, quello vero, il motore di Temptation Island, salva le serate estive.
Lo dimostrano i meme diventati virali, il coinvolgimento dei più giovani (lo share tra 15-19 anni ha toccato il 53.85%) e il fatto che 'Tribuna Posillipo' sia ormai patrimonio culturale.
"Sono terrapiattista, l’uomo non è mai andato sulla Luna. I dinosauri non si sono mai estinti". È così che Simone, fidanzato di Sonia, si è presentato al pubblico. Uno dei personaggi più divisivi della stagione, è stato anche il primo a cadere in tentazione baciando la single Rebecca. Il suo ego? Formato XXL: "Non sono mai stato rifiutato da nessuna donna", ha detto. Il suo atteggiamento, da maschio alpha, ha scatenato una serie di reazioni non indifferenti. Insomma, lui non verrà mai dimenticato e le sue teorie del complotto, ancora meno.
Antonio. Tanto odiato quanto amato. È il fidanzato di Valentina e ora suo futuro sposo. Spontaneo e sincero, uno dei protagonisti assoluti di questa edizione. Il gazebo di Antonio e Valentina è stato il vero filo conduttore del loro percorso a Temptation Island 2025. Più volte Antonio rinfaccia alla fidanzata di averlo comprato per lei, quando in realtà Valentina nemmeno lo desiderava. Poi, per la rabbia, offrì a Simone (fidanzato di Sonia) di venderglielo. Finale tragicomico: il gazebo si è rotto. Un momento che è diventato uno dei più iconici della stagione.
Ma forse non tanto quanto la celebre 'tribuna Posilippo', promessa dal tentatore Francesco a Valentina. Quel "io la partita la vivo, non me la faccio raccontare", ha segnato un prima e un dopo nella storia di Temptation Island. "Ma dove la vuoi portare, questo morto di fame?!". "Manco avesse detto Tribuna Autorità! Io la partita la vedo in curva, non me la faccio raccontare. Cornuto!", seguita da una fuga dal villaggio dei fidanzati, la richiesta del falò immediato e... la proposta di matrimonio sulla spiaggia con tanto di scritta pirotecnica in napoletano "M vuo spusà?". La dose di trash di cui tutti avevano bisogno.
Antonio non è stato l'unico a tentare la fuga dal villaggio. Anche Marco ci ha provato per raggiungere la fidanzata Denise. In entrambi i casi la produzione li ha fermati in tempo. Ma la musica in sottofondo scelta dagli autori ha trasformato il dramma in vero e proprio cinema. Standing ovation.
La vera vittima del programma? La scenografia. Le immagini delle fidanzate accanto ai tentatori hanno mandato in tilt i fidanzati. Antonio è stato il primo a perdere il controllo, seguito da Marco e Rosario. Calci, bottiglie di plastiche lanciate in aria e... tavoli di legno ribaltati. Cosa è rimasto? L'espressione disperata di Filippo Biscigilia.
Non solo urla e colpi di scena. Il falò tra Sarah e Valerio ha riportato i sentimenti e l'emozione al centro di tutto. Dopo 5 anni insieme, si sono detti addio al termine del falò di confronto. Si il trash, si i tradimenti, ma non c'è dubbio, tutti si aspettavano un 'e vissero felici e contenti', che purtroppo non è arrivato. Perché nonostante l'amore che Valerio prova ancora per Sarah, la voglia di tornare a volersi bene supera ogni cosa. Ha emozionato così tanto perché le lacrime erano sincere, sentite, quelle dove percepisci che nonostante ci sia ancora tanto affetto, il vero amore è svanito. "Ti voglio bene anche se non mi ami più", dice Sarah, una frase sentita nel cuore di tutti. Dolore, amore, maturità. Anche questo è Temptation Island.
Sonia e Alessio. Non uno, non due, ma ben tre falò di confronto. È la prima volta nella storia del programma. Ma nessuno si è lamentato. Il confronto, che tanto somigliava a un'udienza in tribunale, è rimasto nella memoria di tutti per alcuni frasi iconiche di Alessio. Un italiano forbito e sgrammaticato, esagerato e assolutamente divertente. "Esco da qui per andare a fare un percorso psicologico importante", ha detto con quel dito puntato nei confronti di Sonia. Perle linguistiche diventate ormai parte del linguaggio comune. O ancora peggio: "Vorrei vedere le prove poste a fondamento della sua decisione". Insomma Alessio, era davvero necessario?
I sottotitoli, quelli che correggono, quelli ironici e a volte disperati, rimangono la punta di diamante di Temptation Island. Forse l'arma segreta del programma. Non capiremo mai se "invergognirsi", termine usato da Rosario e Lucia, esiste davvero, ma loro due ci hanno creduto con convinzione. E chi siamo noi per non farlo?
"Vogliati bene", dice Alessio a Sonia durante il secondo falò di confronto. Mh, il dizionario ringrazia. O forse no.
Forse il colpo di scena più grande di quest'edizione. Sembrava tutto finito tra Sonia e Simone. Addio definitivo al falò. E invece, a sorpresa, tornano insieme. Ma non è tutto... il vero colpo di scena è la gravidanza di Sonia. La ragazza ha scoperto, una volta tornata a casa dopo la fine del programma, di essere in dolce attesa. Una notizia che l'avrà lasciata sconvolta. Ma fortunatamente al suo fianco c'è Simone che ha detto: "Lei sarà una mamma stupenda, perché ci sono io al suo fianco".
È finito il viaggio dei sentimenti. Ci vediamo nel 2026. Si spera con un gazebo nuovo.
(Adnkronos) - Tra i dati sui focolai di West Nile, attivi nel nostro Paese, "balza all'occhio lo squilibrio del rapporto fra numero di decessi e numero di casi in Campania, che farebbe pensare a una sottostima del numero di casi neuroinvasivi in questa Regione o, come ipotesi alternativa, a un'età mediamente più elevata delle persone infette". Lo spiega Gianni Rezza, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi Professore straordinario di Igiene all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sulla sua pagina Facebook. "La prima ipotesi", aggiunge, ovvero "sottostima dei casi con coinvolgimento neurologico, può non convincere se si considera che questi in genere rappresentano i casi più gravi e quindi maggiormente identificabili. Rimane il fatto che il tasso di letalità fra i casi campani sinora identificati appare elevato".
In generale il bollettino dell'Istituto superiore di sanità di ieri, riassume Rezza, "riporta a fine luglio 89 casi di West Nile, di cui 40 forme neuroinvasive, e 8 decessi. Il Lazio segnala un totale di 58 casi (di cui 23 neuroinvasivi con 2 decessi), a fronte dei 16 della Campania (di cui 10 neuroinvasivi con 5 decessi). Globalmente, Lazio e Campania contano per 72 degli 89 casi e 7 decessi, mentre i residui casi sono distribuiti fra Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia e Sardegna. Rispetto al passato, pochi casi sono stati riportati in Pianura padana, e la novità è rappresentata dal coinvolgimento del basso Lazio, mentre in Campania già lo scorso anno erano stati segnalati, anche se in province diverse, 16 casi neuroinvasivi".
Rispetto al luglio dello scorso anno, "quando i casi erano 36, la stagione evidenzia una maggiore attività virale - rileva l'epidemiologo - e le serie storiche mostrano quasi sempre un aumento dei casi nel mese di agosto, prima di iniziare il declino settembrino, anche se è difficile fare previsioni, così come è difficile stimare il numero totale di persone che si sono infettate perché gli assunti alla base di tali stime (il rapporto fra casi gravi e non gravi è stato studiato in Paesi diversi dal nostro) risentono della distribuzione per età della popolazione".
Non esiste quindi per il virus West Nile , sottolinea Rezza, "una situazione di allarme generalizzato a livello nazionale, in quanto i focolai sono confinati in alcune aree del Paese, almeno per ora. Come abbiamo già evidenziato, appare poco colpito il Nord". E' bene però, precisa, "esercitare il massimo sforzo nelle aree colpite (disinfestazioni, uso di zanzariere, misure di protezione individuale, e -come si sta del resto già facendo - controllo delle donazioni di sangue), ma anche rafforzare la vigilanza nelle regioni apparentemente indenni. A differenza di altre infezioni trasmesse da vettori (Dengue, Chikungunya, malaria), la presenza di serbatoi animali (uccelli) rende più complesse le attività di eradicazione, ma il controllo delle zanzare resta il cardine delle attività di prevenzione e contenimento anche nei confronti del virus del Nilo occidentale".
Leggi tutto: West Nile, Rezza: "In Campania tasso letalità elevato, possibile sottostima dei casi"
(Adnkronos) - Oggi è il 1° agosto 2025 e sono passati esattamente quattro anni da una delle giornate più incredibili dello sport italiano. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020, posticipate al 2021 a causa della pandemia da Covid-19, venti minuti da sogno per il mondo azzurro con l'oro di Marcell Jacobs nei 100 metri e quello di Gianmarco Tamberi nel salto in alto. Tasselli memorabili di un'estate pazzesca, che aveva già visto il successo dell'Italia di Roberto Mancini agli Europei di calcio.
Nessuna retorica. Dal 1° agosto 2021, la storia dello sport italiano è cambiata ed è entrata in una nuova dimensione. Mai un azzurro aveva vinto la gara più iconica delle Olimpiadi, quella che incorona l'uomo più veloce del mondo. Marcell Jacobs ci è riuscito a Tokyo, sbaragliando la concorrenza in una finale dei 100 metri epica chiusa con il record europeo di 9"80, dopo il 9"84 già clamoroso segnato in semifinale. Festeggiando la vittoria con Gianmarco Tamberi, riuscito pochi minuti dopo a saltare più in alto di tutti. Di 'Gimbo' si ricorda il gesso portato in pista per gli ultimi salti, per riportare alla memoria a tutti le difficoltà superate. E gli infortuni, con tanto di Olimpiadi saltate nel 2016 a Rio. "Possiamo avere due ori?" la domanda di Tamberi al giudice a bordo pedana, insieme all'amico Mutaz Barshim, dopo un testa a testa in finale fino ai 2 metri e 38. E così, oro ex aequo. Per la storia. E l'abbraccio Jacobs-Tamberi a chiudere la giornata forse più memorabile dello sport italiano.
(Adnkronos) - L'accordo tra Usa e Ue sui dazi al 15% "non è una vittoria né un pareggio, ma non è una disfatta" perchè "si è evitata una guerra commerciale che poi avremmo comunque perso". In una lunga intervista con Adnkronos/Labitalia , Cristina Scocchia, ad di illycaffè, storico marchio del caffè made in Italy con una forte quota di export negli Usa, analizza l'intesa sui dazi e parla dei possibili effetti sul business di illycaffè. Al centro del colloquio anche la 'tempesta perfetta' nel mercato del caffè, l'andamento dei prezzi, la conferma degli investimenti e le ultime novità sulla quotazione in Borsa.
Usa e Ue hanno raggiunto un'intesa sui dazi al 15% per i prodotti europei che doveva partire da oggi, 1° agosto, ma che in realtà prenderanno il via il 7 agosto. Come giudica l'accordo?
Io sono una persona molto pragmatica, non penso certo che questa sia una vittoria, e neanche un pareggio. Però non penso che sia una disfatta, nel senso che dobbiamo essere anche obiettivi. Le forze in campo erano molto diverse. Da una parte, abbiamo gli Stati Uniti, che sono uno Stato, con una leadership politica chiara, con indipendenza energetica, militare e tecnologica. Noi invece, dall'altra parte, abbiamo un'Europa che non è uno Stato, ma è tanti Stati insieme. Un insieme di Stati con una governance ancora poco chiara e farraginosa, e senza una leadership forte e condivisa. Infatti, su molte tematiche e anche sui dazi abbiamo visto e vediamo posizioni discordanti tra i vari paesi, Francia, Germania, Italia, in primis.
Quindi non siamo uno Stato unico, non abbiamo una leadership europea forte. E poi non siamo indipendenti dal punto di vista energetico, non siamo indipendenti dal punto di vista militare e della difesa, non siamo indipendenti neanche dal punto di vista della tecnologia, soprattutto la tecnologia digitale e dell'intelligenza artificiale, dove dipendiamo dagli americani, quindi è ovvio che se le forze in campo sono così dispari, mi viene in mente Tucidide con Atene contro Melo, a un certo punto, per non finire come Melo, bisogna anche essere razionali e ripiegare in maniera pragmatica e ordinata.
Quindi non è una vittoria, non è neanche un pareggio, è un ripiegamento, però non è una disfatta. La disfatta vera, secondo me, sarebbe stata andare allo scontro con gli Stati Uniti, iniziare una guerra commerciale che poi avremmo comunque perso, perché, ripeto, noi non siamo indipendenti, loro sì, e in più avremmo logorato quella partnership politica, morale e valoriale che lega le due anime dell'Occidente. E questo, secondo me, sarebbe stata la disfatta vera, logorare questa partnership che fa dell'Occidente quello che è, ovvero un'unione tra le due parti dell'Oceano.
Scendendo nel concreto, come pensa che impatterà questo provvedimento sul vostro business negli Usa? Quanto pesa il mercato americano sul vostro bilancio?
Gli Stati Uniti pesano per noi il 20% del business. Al momento non sappiamo ancora se ci saranno delle eccezioni sui dazi, delle esenzioni su alcune categorie merceologiche che riguardano i settori agricoli. Non sappiamo ad esempio se settori come il caffè o eventualmente il cacao saranno esclusi da questi dazi. Siamo in attesa di sapere e di capire meglio. Ieri abbiamo visto come tutti una dichiarazione del ministro Usa del Commercio Lutnick che in un'intervista alla Cnbc dichiarava che alcuni prodotti che non vengono coltivati nel mercato americano come ad esempio il cacao e il caffè potrebbero, ha usato il condizionale, essere esclusi. Da allora però non abbiamo più sentito niente.
È ovvio che già aver assorbito i dazi al 10% è stato difficile, se saranno poi al 15% sarà ancora più difficile per noi assorbirli. Però cercheremo di agire su due fronti, da un lato aumentare i prezzi al consumo perché dobbiamo porre un limite a quanto possiamo comprimere i nostri margini e dall'altra stiamo valutando da diversi mesi ormai la possibilità di produrre una parte di quello che poi commercializziamo sul mercato americano direttamente su quel mercato, e mi riferisco per esempio agli Energy Drinks che sono poi il prodotto che più viene amato degli americani.
E' un progetto che va avanti anche perché è un progetto strategico che è accelerato certamente dai dazi, ma non dipende esclusivamente dai dazi. Noi infatti compriamo il caffè in nove paesi equatoriali, spediamo tutto a Trieste, a Trieste tostiamo e trasformiamo il prodotto e dopodiché lo rispediamo dall'altra parte dell'Oceano per andare negli Stati Uniti. Anche il trasporto Brasile-Trieste e Trieste-Stati Uniti è un costo logistico importante per l'azienda, in più crea un impatto sull'ambiente perché questi trasporti ovviamente emettono poi CO2. E quindi, per ragioni di efficienza della logistica e anche di sostenibilità, è giusto che un'azienda come noi che è sempre più globale, perché ormai ha all'estero il 70% del proprio mercato, inizi a ragionare su una scelta di questo tipo. E' ovvio poi che i dazi hanno accelerato queste nostre riflessioni.
In questa condizione di incertezza quale è la situazione che state affrontando sul mercato del caffè? Quale ad oggi l'andamento del costo della materia prima?
Il caffè verde purtroppo continua ad avere una quotazione molto alta, la spinta inflattiva non si sta attenuando, oggi siamo intorno ai 300 centesimi per libra. Certo, rispetto a quando era arrivato a 439, è ovvio che c'è stata una riduzione anche apprezzabile, però noi dobbiamo tenere presente che il prezzo medio era 100-130, quindi comunque anche oggi stiamo parlando di un costo della materia prima tre volte superiore alle medie storiche, quindi un aggravio dei corsi di produzione molto importante per noi. Diciamo che il settore tra dazi e costo della materia prima è sotto pressione. Noi come azienda, come illycaffè, stiamo reggendo molto bene, abbiamo appena chiuso un primo semestre comunque in forte crescita, più 11% di fatturato, più 4% di Ebitda e più 9% di utile netto. Diciamo che abbiamo chiuso un semestre positivo nonostante la tempesta perfetta. E la cosa che per me è più importante è che siamo cresciuti in tutti i mercati: l'Italia ha fatto +12%, l'Europa +25%, gli Stati Uniti +21%, quindi una crescita veramente globale.
Visti gli aumenti del costo della materia prima avete ritoccato i prezzi al consumo dei vostri prodotti in questi mesi? Avete in programma di fare altri aumenti?
Abbiamo rivisto i prezzi però in maniera molto contenuta, infatti di questa crescita del fatturato dell'11% di cui accennavo prima, due terzi è legato a una crescita di volume e solo un terzo è una crescita di valore dovuta all'aumento dei prezzi. Quindi abbiamo trattenuto su di noi la maggior parte dell'aumento dei costi di produzione, non volevamo riversarli a valle sui consumatori e quindi vedere i volumi che ci spingono per circa il 7%-7,5% di quell'11% significa che alzare i prezzi in maniera bilanciata e non aggressiva è stata la scelta giusta per un brand come il nostro. Adesso ovviamente controlleremo la situazione, non abbiamo in piano aumenti ulteriori di prezzo per quest'anno però ovviamente queste decisioni devono essere poi riviste mensilmente perché in un contesto volatile come questo quello che diciamo oggi potrebbe non essere più la soluzione migliore a settembre e ottobre. Per ora però le confermo che per quest'anno non abbiamo altri aumenti di prezzo all'orizzonte.
A che punto siete per la quotazione in Borsa?
Io credo che la quotazione sia un evento unico nella vita di un'azienda e che va realizzato quando l'azienda se lo può permettere e quando ci sono le condizioni di mercato giuste. Noi in questo momento abbiamo risultati molto forti per cui potremmo essere pronti, dal punto di vista aziendale, per la quotazione. Però questa è una condizione necessaria e non sufficiente. È anche necessario che ci sia una finestra macroeconomica giusta per la quotazione e decisamente questa non lo è, con tutte queste tensioni, con i riverberi che le politiche protezionistiche hanno sui mercati. Quindi in questo momento abbiamo deciso di posticipare la quotazione, non pensiamo avverrà nel 2026, monitorizzeremo durante il 2026 quello che è il contesto e se sarà possibile a quel punto decideremo quando quotarci. Quindi è un progetto che per adesso è stato rimandato a causa di un contesto onestamente sfavorevole.
illycaffè conferma comunque gli investimenti previsti, a partire da Trieste?
Assolutamente, questo per me è molto importante perché in salita si accelera, come dico sempre: il futuro va costruito, non va atteso e quindi è proprio in questi momenti di grande incertezza che bisogna trovare il coraggio di investire. Si tratta di coraggio perché quando i margini sono in compressione per l'aumento dei costi della materia prima e per i dazi, ovviamente, ci vuole coraggio ad investire, però noi questo coraggio ce l'abbiamo. Abbiamo confermato i 120 milioni di investimento a Trieste, siamo a buon punto con il completamento della tosteria che dovrebbe essere pronta nei prossimi 6-9 mesi. Proprio adesso, a partire dal primo di agosto, stiamo costruendo una nuova linea di produzione per i 250 grammi che sono il nostro prodotto più iconico e grazie a questi progetti di ampliamento della capacità produttiva abbiamo assunto direttamente 100 persone negli ultimi 6 mesi. Questo è un segno concreto non solo di quanto vogliamo investire in Italia e a Trieste in particolare, ma anche di quanto questo poi abbia un riverbero positivo sull'occupazione.
(di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Niente da fare per Sara Curtis ai Mondiali di nuoto 2025 di Singapore. Nella finale della gara regina del nuoto, i 100 metri stile libero, Curtis è arrivata ottava, dopo aver percorso i primi 50 metri in seconda posizione, chiudendo con il tempo di 53"41.
Oro all'olandese Merrit Steenbergen (52"55), argento all'australiana Mollie O'Callaghan (52"67), bronzo alla statunitense Torri Huske (52"89). Curtis ha comunque già fatto la storia del nuoto italiano, diventando la prima azzurra a centrare il pass per la vasca che assegna le medaglie.
Leggi tutto: Mondiali di nuoto, Curtis ottava nella sua prima finale dei 100 stile libero
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