(Adnkronos) - Paul Pogba torna a giocare. Il 32enne centrocampista francese è un nuovo calciatore del Monaco, che annuncia l'ingaggio con un video sui social: 'la rinascita' è il fil rouge del messaggio del club del Principato.
Pogba ha firmato un contratto biennale valido fino al 30 giugno 2027. Il centrocampista si rimette in pista dopo la squalifica per doping che ha posto fine alla sua seconda avventura alla Juventus.
Tornato a Torino nell'estate 2022, Pogba non ha lasciato segno con la maglia bianconera. Un infortunio al ginocchio, con un'operazione gestita in maniera complicata, ha cancellato la sua prima stagione. Poi, la positività al testosterone per l'assunzione di un integratore al di fuori del controllo del club. La prima squalifica di 4 anni è stata ridotta a 18 mesi dopo il ricorso al Tas. Ora, Pogba riparte da Montecarlo.
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(Adnkronos) - Neanche un bagno pubblico in quasi 2 chilometri: per le decine di migliaia di bagnanti che frequentano la lunga spiaggia libera tra Ostia e Torvaianica, a due passi dalla meravigliosa riserva naturale che ospita la tenuta del Presidente della Repubblica di Castel Porziano, la situazione è davvero difficile. Specialmente nei fine settimana. L'area, con otto punti di ingresso, i famosi 'cancelli' appunto, è gestita dal Comune di Roma e meta di migliaia di bagnanti nel periodo estivo che, nell'anno del Giubileo, si trovano a dover convivere con la totale assenza di bagni pubblici aperti, oltre che di bar e punti di ristoro.
Tanto che chi si trova nella condizione di dover utilizzare una toilette ha ben poche opzioni a sua disposizione per risolvere l'urgenza fisiologica: trovare riparo fra le dune, nascondersi nella vegetazione oppure approfittare della privacy offerta dal muro posteriore dei bagni chiusi e lasciare tutto lì.
Avvicinandosi, l'odore è nauseante, tra mosche e altri insetti. Dietro il bagno numero 2 una montagna di cartacce ed escrementi sono lì da tempo, mentre al bagno 1 accanto alle docce, ormai ricoperte di graffiti, deiezioni e spazzatura si mischiano.
Eppure queste strutture di servizio ci sarebbero. Nella planimetria dell'area sono indicati, oltre ad alcuni chioschi, 8 edifici: in 7 di questi dovrebbero essere presenti servizi igienici, in 5 degli spogliatoi, in 3 delle docce, altrettanti posti di pronto soccorso e un posto di polizia. Invece la situazione che gli avventori si trovano davanti è quella di porte sbarrate, lucchetti ed escrementi ovunque. Già scendendo a piedi dall'ingresso pedonale del 1° cancello verso il parcheggio, il profumo della macchia mediterranea si mescola all'odore dell'urina.
Le 8 strutture sono inaccessibili, con le porte chiuse a chiave o da pesanti lucchetti, così come i bar sulla spiaggia che, a stagione già cominciata, sono chiusi. Chi va ai cancelli di Ostia oggi quindi non può contare né sui servizi, compresi quelli igienici, né su un punto ristoro o assistenza. E non è una situazione che riguarda poche persone: fra chi si organizza per cambiarsi il costume vicino alle proprie auto e chi prosegue con ombrelloni, sdraio e borse termiche sotto braccio, lungo la Litoranea e negli spiazzi è difficile trovare un parcheggio e sono migliaia le persone costrette ad assistere a 'spettacoli' poco edificanti.
Dall'assessorato al Patrimonio e alle Politiche Abitative di Roma Capitale, contattato dall'Adnkronos, ammettono che la "spiaggia è attualmente accessibile ma al momento priva di servizi in attesa dell’espletamento della gara, tuttora in corso". Tuttavia, assicurano, "l’apertura dei cancelli a Castel Porziano, con i servizi essenziali, è prevista entro la seconda metà di luglio", visto che il bando si chiude il 30 giugno.
"All’inizio della stagione - spiega l'assessorato all'Adnkronos - è stata eseguita la vagliatura della spiaggia; Ama si occupa, periodicamente, delle operazioni di pulizia. Questa, infatti, è una spiaggia che presenta elementi di fragilità ambientale e paesaggistica unici sul litorale romano. Proprio per questo, dopo il parere negativo espresso dalle Autorità competenti sulla proposta di project financing presentata, Roma Capitale, in qualità di concessionaria, ha scelto di procedere con una nuova gara, interamente pubblica, costruita per garantire la massima partecipazione coinvolgendo anche cooperative, associazioni sportive dilettantistiche e altri soggetti del territorio, a tutela del sistema dunale e per una gestione ordinata dei servizi, dei flussi di accesso e della sicurezza. Il bando, articolato in cinque lotti, è il frutto di un lavoro approfondito e condiviso con gli enti competenti, che ha richiesto un percorso rigoroso e diverse interlocuzioni istituzionali in poche settimane dal diniego al project financing. Il bando si chiuderà lunedì 30 giugno".
Tra i bagnanti c'è sconcerto, e c'è chi sta pensando anche di rinunciare al "mare di Roma". "Veniamo qui da anni - racconta all'Adnkronos Antonella, che sta scaricando l'ombrellone dalla macchina insieme alla sua famiglia al 4° cancello - la spiaggia ci piace tanto: l'anno scorso c'era anche un bar che faceva anche servizio cucina. Certo, senza bagni, anche solo per darti una sciacquata, forse dovremo optare per altro...". Le fanno eco Francesca e Giacomo, una giovane coppia munita di sdraio: "In queste condizioni potremo restare al massimo un paio d'ore - raccontano sotto un sole che ha fatto raggiungere i 37 gradi - senza caffè possiamo anche stare, ma senza una bottiglietta d'acqua..."
Amara sorpresa invece per Paola, che con il compagno è "venuta qui per la prima volta: la spiaggia non è neanche eccessivamente sporca. Però, senza poter andare in bagno, la situazione non è sostenibile". C'è invece chi conosce la situazione, come Paolo, che è appena sceso da un motorino per andare al mare: "Veniamo qui perché, in caso, poco lontano c'è verso Pomezia l'unico stabilimento attrezzato. Poi, con i venditori ambulanti in spiaggia, un po' risolvi la situazione", racconta mentre va verso l'arenile passando accanto a un chiosco chiuso. (di Lorenzo Capezzuoli Ranchi)
(Adnkronos) - "Posso essere sincero?". Novak Djokovic invade la conferenza stampa di Aryna Sabalenka nel media day di Wimbledon 2025 e, con una battuta, tra un sorriso e l'altro piazza un 'colpo basso' ai danni della bielorussa, numero 1 del tennis femminile. Il fuoriclasse serbo e la miglior giocatrice del ranking si sono allenati insieme in vista dello Slam londinese che si apre lunedì.
"Mi chiedono di cosa abbiamo parlato dopo il nostro allenamento di un'ora. Ma prima di tutto, voglio farti una domanda. Cosa pensi degli scambi con me? Come vedi il mio livello?", la domanda della bielorussa. "Credo tu sia davvero una giocatrice di talento", esordisce Djokovic. "Ottimi colpi, buona tecnica ma... posso essere sincero? Ti manca un po' di intensità in campo, non hai abbastanza intensità. Devi aumentarla un po', è tutto troppo piatto", dice Djokovic sfottendo la collega tra le risate della sala stampa. "Prima questo tizio era il mio giocatore preferito... Non più ora", chiosa Sabalenka.
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(Adnkronos) - Stando alla Digos di Venezia, sono circa seicento i partecipanti al corteo 'No Bezos No War' a Venezia che si sono portati verso Rialto scandendo slogan e cori contro il numero uno di Amazon e ciò che rappresenta.
Tra tanti cartelli contro il magnate e pacchi a imitazione degli imballaggi di Amazon, anche gonfiabili colorati. 'Fuori Bezos dalla laguna' è lo slogan della manifestazione di protesta.
"Non è per il matrimonio di Bezos che poi è una festa, questa manifestazione l'avremmo fatta lo stesso", dice Tommaso Cacciari uno dei leader della protesta, a cui per la prima volta partecipano anche gli osservatori di Amnesty International per monitorare il comportamento delle forze dell'ordine.
Il clan ‘KarJenner’ ha intanto lasciato Venezia. Dopo aver partecipato al matrimonio di Bezos e Lauren Sanchez, Kim e Khloé Kardashian, la mamma Kris Jenner insieme al suo compagno Corey Gamble sono stati avvistati all’aeroporto Marco Polo.
Tra tutti gli invitati, sicuramente le Kardashian hanno saputo lasciare il segno con i loro abiti. E non solo. Hanno sfoggiato piume rose, trasparenze, corsetti, tessuti scintillanti. Immancabili, gli occhiali scuri da vere dive. Al contrario di Leonardo DiCaprio, che non si è mai separato dal suo cappello nero, la famiglia ‘KarJenner’ si è concessa ai fotografi tra sorrisi, baci e saluti.
È intanto tutto pronto per l'ultima serata del matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sánchez. Ad accogliere la festa da ballo in onore dei neosposi saranno le Tese dell'Arsenale, struttura di proprietà del Comune. L'area è già da giorni oggetto di intensi preparativi, con camion in arrivo carichi di piante e fiori, tavoli, bicchieri e piatti, attrezzature tecniche. L'accesso all'area è vietato a chiunque, inclusi i canali interni, che saranno presidiati dalla Capitaneria di porto e dalla Marina militare. Le Tese su tre lati confinano con la laguna e su un lato con la zona militare.
L'evento esclusivo per i 200 ospiti vip vede una sicurezza rafforzata. Inizialmente, la festa finale era prevista alla Scuola Grande della Misericordia, ma è stata spostata all'Arsenale per motivi logistici e per evitare contestazioni.
Nel frattempo, resta il massimo riserbo sul'’artista che si esibirà per la gioia dei neosposi e i loro invitati. Dopo la smentita della presenza di Lady Gaga ed Elton John, circolano indiscrezioni sul dj norvegese Kygo e su Matteo Bocelli, già protagonista della cerimonia nuziale di venerdì sera sull'isola di San Giorgio. La festa da ballo - sembra in stile veneziano del Settecento ma c'è chi parla di un allestimento anni Venti ispirato al romanzo "Il grande Gatsby" - segna la conclusione di una settimana di festeggiamenti privati e blindati in laguna, con ospiti da tutto il mondo e misure di sicurezza eccezionali.
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(Adnkronos) - Macabra scoperta nel centro della città di Pisa: un corpo senza vita è stato rinvenuto nelle acque dell'Arno, all'altezza dello Scalo Roncioni, lungo il Lungarno Mediceo. Erano quasi le 15 di oggi quando, tra le operazioni dei volontari impegnati negli ultimi ritocchi per il Gioco del Ponte, la storica sfida che infiamma Pisa ogni anno, qualcuno ha notato qualcosa di insolito. Il corpo, probabilmente maschile, era adagiato nel fiume a pochi passi dal Ponte di Mezzo e dalla Prefettura.
Immediato l’intervento dei Vigili del Fuoco e dell’ambulanza del 118, che hanno portato a termine le operazioni di recupero. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri, subito al lavoro cercare di identificare il cadavere.
Non è la prima volta che questa zona del Lungarno Mediceo si tinge di tragedia: un mese fa, infatti, un altro ritrovamento simile aveva già scosso la città Ora, con due casi ravvicinati, gli investigatori stanno scandagliando denunce di persone scomparse in Toscana e oltre.
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(Adnkronos) - Rick Hurst, l'attore statunitense noto per aver interpretato il bonario vice sceriffo Cletus Hogg nella popolare serie televisiva "The Dukes of Hazzard" (conosciuta in Italia come "Hazzard"), è morto giovedì 26 giugno all'età di 79 anni a Los Angeles. La notizia è stata resa pubblica dal museo Cooter's Place di Pigeon Forge, nel Tennessee, dove Hurst avrebbe dovuto partecipare a un evento nel mese di luglio, poi cancellato.
Rick Hurst è entrato nel cuore degli spettatori interpretando Cletus Hogg, un personaggio secondario ma amatissimo, presente nella serie dal 1979 al 1983 per cinque stagioni. Cletus è il cugino del famigerato Boss Hogg, e nel corso degli episodi diventa vice sceriffo temporaneo e poi permanente, spesso coinvolto nelle divertenti e rocambolesche avventure dei protagonisti Bo e Luke Duke.
Prima di "Hazzard", Hurst aveva già una lunga esperienza televisiva e cinematografica: aveva recitato in sitcom come "On the Rocks" e partecipato come guest star a serie cult come "Happy Days", "Mash", "Kojak" e "La casa nella prateria". La sua carriera spaziava dal piccolo al grande schermo, con ruoli in film quali "Per vincere domani - The Karate Kid", "Karate Kid II - La storia continua...", "Karate Kid III - La sfida finale", "Fiori d'acciaio" e "Nel centro del mirino". Nel 1983 lasciò "Hazzard" per provare una nuova avventura con la serie "Amanda's", un remake della sitcom britannica "Fawlty Towers", dove interpretava il cuoco maldestro Earl Nash. La serie, però, ebbe vita breve e fu cancellata dopo soli dieci episodi.
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(Adnkronos) - Rebekah Del Rio, la cantante e attrice statunitense divenuta celebre per la toccante interpretazione di "Llorando" nella pellicola cult "Mulholland Drive" (2001) di David Lynch, è morta nella sua casa di Los Angeles all'età di 57 anni. La notizia della scomparsa, avvenuta il 23 giugno, è stata confermata dall’Ufficio del Coroner di Los Angeles, che non ha fornito ulteriori dettagli sulle cause del decesso, come riportano i media Usa.
Nata a Chula Vista in California il 10 luglio 1967, Del Rio aveva iniziato la sua carriera musicale a San Diego prima di trasferirsi a Los Angeles. La sua svolta artistica arrivò a metà degli anni '90, quando incontrò il regista David Lynch grazie all'agente Brian Loucks. Lynch, affascinato dalla voce struggente della cantante, le chiese di eseguire "Llorando" - una versione in spagnolo del celebre "Crying" di Roy Orbison - durante un'audizione privata. Il regista, in quel momento al lavoro sull'adattamento cinematografico di un suo progetto televisivo rifiutato dalla rete americana Abc, decise di costruire attorno a quella performance una delle sequenze più celebri della sua filmografia: la scena del Club Silencio. Il momento, diventato iconico nella storia del cinema, vede le protagoniste Naomi Watts e Laura Harring commuoversi fino alle lacrime mentre Del Rio canta in playback, per poi accasciarsi sul palco al termine dell'esibizione. Eppure, come lei stessa raccontò in un'intervista del 2022 a IndieWire, ogni take venne registrato dal vivo: "Cantavo ogni volta. Volevo che quelle emozioni si vedessero nella mia gola. Naomi e Laura erano lì, e io cantavo per loro".
Quella breve ma potentissima apparizione segnò l'ingresso di Del Rio nel mondo del cinema, portandola a collaborare con altri registi, tra cui Richard Kelly, che la volle nel 2006 in "Southland Tales - Così finisce il mondo", dove interpretò una versione apocalittica dell'inno nazionale americano, "The Star-Spangled Banner". La sua voce ha impreziosito anche le colonne sonore di "Sin City", "Man on Fire - Il fuoco della vendetta" e "Streets of Legend".
Il legame con David Lynch non si interruppe mai. La cantante tornò nell'universo lynchiano nel 2017 con una performance nella serie "Twin Peaks: The Return", accanto a Moby, e partecipò anche a numerosi concerti dal vivo della Red Room Orchestra, che celebrava le musiche dei film e delle serie del visionario regista. Solo due settimane prima della sua scomparsa, si era esibita durante un evento benefico dedicato proprio a Mulholland Drive a Los Angeles.
Rebekah Del Rio ha affrontato anche tragedie personali. Nel 1986 era diventata madre di Phillip C. DeMars, morto prematuramente nel 2009 all'età di 23 anni.
Definita dal "San Diego Union-Tribune" come una delle dieci migliori voci della contea, Del Rio ha lasciato un segno profondo nella memoria collettiva grazie a un'esibizione capace di evocare dolore, bellezza e misteri, proprio come i sogni di celluloide di cui faceva parte. (di Paolo Martini)
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(Adnkronos) - In Italia si stima ci siano 215mila portatori della sindrome di Lynch. Conosciuta inizialmente come cancro colorettale ereditario non poliposico (Hnpcc), la sindrome di Lynch è una condizione genetica che predispone allo sviluppo di diversi tumori, in particolare del colon-retto e dell’endometrio. È causata da mutazioni nei geni deputati alla riparazione del Dna (MLH1, MSH2, MSH6, PMS2 ed EPCAM) ed è trasmessa in modo autosomico dominante: un figlio di un genitore portatore ha quindi il 50% di probabilità di ereditare la mutazione.
Accendere i riflettori su questa condizione genetica poco conosciuta, ma altamente impattante sulla salute, è l’obiettivo del Progetto Pro-Lynch, un’iniziativa promossa da Fondazione Mutagens - ente del terzo settore che supporta pazienti con sindromi ereditarie di predisposizione ai tumori -, realizzata in partnership con Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia) e con la sponsorship di Gsk (GlaxoSmithKline). Elemento centrale del progetto è la survey nazionale, che ha coinvolto centinaia di portatori sani e pazienti oncologici, per fotografare in modo accurato i bisogni, le aspettative e le criticità legate alla gestione clinica e alla qualità della vita.
I risultati confluiranno in un position paper, in uscita a settembre 2025, che oltre ai dati emersi evidenzierà anche le principali lacune normative e amministrative che impattano sulla qualità della vita dei portatori. Il documento sarà sottoposto alle istituzioni sanitarie nazionali e regionali, con l’obiettivo di promuovere un miglioramento concreto della presa in carico, a partire dall’inserimento del test universale reflex per la diagnosi della sindrome nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).
L’indagine ha coinvolto non solo gli iscritti alla Fondazione Mutagens, ma anche i membri dell’associazione Aptead (Associazione pazienti tumori ereditari apparato digerente) e i pazienti in carico ad alcuni centri nazionali di eccellenza, tra cui l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Ifo Regina Elena e il Policlinico Gemelli di Roma, l’ospedale S. Anna Città della Salute di Torino. "Il profilo dei partecipanti evidenzia una netta prevalenza femminile (78%), con una concentrazione maggiore nella fascia d’età over 40 (63%) e un’ampia rappresentanza dal Nord Italia (48%). La maggior parte dei rispondenti - si legge nella survey - vede la propria condizione principalmente come un rischio e una fonte di preoccupazione, con notevoli differenze in base al sesso e all'età. Le donne (63%) tendono a percepirla come un rischio, mentre gli uomini (54%) specialmente i più giovani (80%) la vedono come un'opportunità di prevenzione e diagnosi precoce. Dalle risposte emerge con forza un bisogno urgente e ancora poco soddisfatto di informazione, accesso equo ai servizi e supporto concreto nella gestione della malattia".
"Il 42% degli intervistati, ad esempio, segnala difficoltà ad accedere ai test genetici, a causa della scarsità di informazioni e della mancanza di strutture adeguate. Anche sul fronte della prevenzione farmacologica, le lacune sono evidenti - rimarca l'indagine - il 49% dei partecipanti ha dichiarato di non aver ricevuto proposte di interventi preventivi farmacologici o chirurgici e il 79% non conosce i benefici dell’aspirina nella prevenzione del tumore al colon. Il tema dello stile di vita, fondamentale per la prevenzione, resta in secondo piano: solo il 28% dei partecipanti dichiara di seguire indicazioni mediche specifiche soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione, mentre il 42% non adotta alcuna misura preventiva"
Anche sul versante della sorveglianza clinica si registrano criticità: "nonostante il 61% dei partecipanti segua un programma di sorveglianza, il 46% degli over 40 lo ritiene migliorabile, indicando criticità nel monitoraggio. Inoltre, emergono numerose segnalazioni di difficoltà logistiche, mancanza di centri specializzati e complessità nell’organizzazione dei follow-up. La colonscopia, esame di riferimento per la diagnosi precoce, è vissuta con disagio dal 63% degli intervistati, che auspicano alternative meno invasive. Nonostante tutto, l’apertura verso l’innovazione è evidente - riscontra la survey - Il 49% del campione si dichiara favorevole all’utilizzo della biopsia liquida come metodica di diagnosi precoce non invasiva e ben il 91% si dice pronto a considerare vaccini terapeutici e preventivi, qualora disponibili in futuro. Indicatori chiari di un’utenza informata, attenta e pronta a partecipare attivamente alla propria salute, se adeguatamente ascoltata e coinvolta".
I dati raccolti dalla survey nazionale non sono rimasti numeri su carta, ma sono stati trasformati in materia viva per dare forma a un documento concreto e orientato al cambiamento. Il documento sollecita inoltre una revisione delle politiche pubbliche in termini di prevenzione, proponendo programmi di sorveglianza sugli organi a rischio e percorsi specifici dedicati all’alimentazione e agli stili di vita, così come un ampliamento dell’accesso ai test molecolari e alle terapie personalizzate. L’intento è chiaro: superare le attuali disomogeneità territoriali e costruire un sistema di tutela che sia davvero universale. Come ricorda Salvo Testa, presidente della Fondazione Mutagens: "La sindrome di Lynch è figlia di un dio minore: tra le sindromi ereditarie oncologiche è spesso dimenticata. Con questo progetto - prosegue Testa - vogliamo portarla al centro dell’attenzione istituzionale, affinché il test genetico diventi un diritto garantito per tutti, e si colmi il divario esistente con altre condizioni genetiche oggi più tutelate”.
Il position paper sarà sottoposto a istituzioni sanitarie nazionali e regionali come atto di advocacy e stimolo al cambiamento. "È un invito a non lasciare indietro chi, oggi, affronta il rischio oncologico con strumenti troppo spesso insufficienti e in un contesto ancora poco consapevole del valore della prevenzione genetica", conclude la nota.
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