Abbanoa risana la condotta con la tecnica innovativa "senza scavo"... 
Un ticket da 2 euro per tutti i turisti che vorranno visitare sei siti finora gratuiti, tra cui la Fontana di Trevi. Tranne che per i residenti della Città Metropolitana, che inoltre avranno l’accesso gratuito a tutti i musei gestiti da Roma Capitale.
Questo quanto annunciato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, in un evento organizzato all’Esedra di Marco Aurelio ai musei capitolini. L’obiettivo, spiega il sindaco, “è migliorare la qualità dell'esperienza di fruizione del nostro patrimonio, contrastando il sovraffollamento e la riduzione della qualità dell'esperienza” e anche, “dopo la lunga stagione del Pnrr”, continuare a “la manutenzione del nostro patrimonio, e aumentare al tempo stesso l'accessibilità e la fruibilità della cultura. Questi obiettivi li conseguiamo con un nuovo sistema tariffario per il sistema monumentale e museale di Roma capitale che ha quattro pilastri: il primo è, a partire dal 1 febbraio, l'introduzione di un biglietto a pagamento per sei siti museali e monumentali che fino ad oggi erano gratuiti. La parte del catino della Fontana di Trevi, dove già oggi c'è un accesso contingentato, la villa di Massenzio, il museo Napoleonico, il museo di scultura antica Giovanni Barracco, il museo Carlo Bilotti e il museo Pietro Canonica. Resteranno invece gratuiti per tutti il museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, il museo di Casal De Pazzi, il museo delle Mura e la Casa Museo di Alberto Moravia”.
Per quanto riguarda la Fontana di Trevi, spiega ancora a margine il sindaco “il ticket sarà attivo dalle 9 alle 22”. Le stime del Campidoglio parlano, per il ticket da 2 euro alla Fontana di Trevi, di una entrata di 6,5 milioni di euro all’anno. “Il secondo pilastro - continua Gualtieri - è una scelta di cui siamo molto orgogliosi: la totale gratuità di tutti i musei e di tutti i siti monumentali gestiti da Roma Capitale per tutti i residenti di Roma e della Città Metropolitana”.
Per i residenti della Città Metropolitana, “basterà esibire la residenza, un documento”. “Il terzo pilastro invece riguarda la costituzione, grazie alle risorse recuperate con gli ingressi a pagamento dei sei siti, al netto delle risorse che serviranno per pagare il funzionamento del sistema e per finanziare i musei delle mancate entrate della gratuità, di un fondo destinato alla manutenzione e al decoro del patrimonio museale e monumentale di Roma Capitale: perché Roma è patrimonio dell'umanità e noi vogliamo assicurare maggiore continuità di manutenzione”. Infine, il quarto pilastro riguarda la Mic Card: “Verrà potenziata e diventerà sempre più uno strumento per promuovere il patrimonio museale e monumentale della città e, in prospettiva, anche per l'accesso a tutti i servizi culturali, a partire da quelli erogati dalle fondazioni di cui fa parte Roma Capitale. La funzione della Mic Card non sarà più quella di assicurare solo la gratuità come oggi, che è già oggi una rarità”.
Ringraziamento al reparto di Ostetricia del Policlinico... 
Via libera in commissione Bilancio al Senato alle modifiche su affitti brevi, transazioni finanziarie, contributo banche, tra le altre. Colpo di scure nella notte scorsa alla stretta sulle pensioni che verrebbe dirottata in un successivo decreto.
L'esame della Manovra, avviato fuori tempo massimo, accelera con l'obiettivo di chiudere in serata. L'approdo in Aula a Palazzo Madama è previsto per lunedì e il via libera martedì; dopodiché il provvedimento andrà alla Camera per l'approvazione definitiva tra Natale e Capodanno. Ecco le novità:
Tobin Tax
Da gennaio l’aliquota dell’imposta sulle transazioni finanziarie passa dallo 0,1% allo 0,2% se la cessione avviene su mercati regolamentati e dallo 0,2 allo 0,4% negli altri casi. Sale dallo 0,02% allo 0,04% l’aliquota sulle negoziazioni ad alta frequenza.
Affitti brevi
Aliquota al 21% sulla prima casa in affitto inferiore a 30 giorni e al 26% sulla seconda; oltre i due immobili diventa reddito di imposta.
Dividendi holding
L'accesso al regime di esclusione è previsto solo con partecipazione diretta nel capitale superiore al 5% o di valore fiscale superiore a 500mila euro.
Pacchi postali
Scatta il contributo di due euro sui pacchi postali in arrivo da paesi extra Ue di un valore entro i 150 euro.
Contributo aggiuntivo per la ricostruzione nei territori colpiti dai terremoti avvenuti dal primo aprile 2009 in poi per la quota di spesa eccedente il contributo ordinario.
Rc auto
Sale al 12,5% l'aliquota sulla polizza rc auto per i rischi di infortunio al conducente e rischi di assistenza stradale per i contratti assicurativi stipulati o rinnovati a decorrere dal primo gennaio 2026.
Banche
Cala la percentuale di deducibilità sulle perdite pregresse delle banche, passando dal 43% al 35% nel 2026 e dal 54% al 42% nel 2027. Aumento dell'Irap del 2% ma si escludono i soggetti con minore base imponibile e si introduce una franchigia di 90mila euro applicabile sulla maggiore imposta dovuta (+2%) solo per i periodi d'imposta 2027 e 2028.
Utili lavoratori
Prorogata anche per il 2026 l'esenzione del 50% dei dividendi corrisposti ai lavoratori e derivanti da azioni attribuite in sostituzione di premi di risultato entro il limite di 1.500 euro annui.
Stop Imu scuole paritarie
Esonero dal pagamento dell'Imu le scuole paritarie che erogano i loro servizi alle famiglie richiedendo una retta inferiore al costo medio studente.
Rateizzazione quote latte
Rateizzazione in 10 anni per il pagamento delle multe per le quote latte per le aziende agricole in difficoltà.

Domani, con inizio alle ore 11, al Salone d’Onore del CONI di Roma si svolgerà la cerimonia di consegna dei riconoscimenti della 20a edizione del “Premio ASI Sport&Cultura”. Quando si parla di sport in Italia, spesso si pensa ai grandi stadi, alle medaglie olimpiche o ai record. Ma dietro ogni gesto, ogni allenamento, ogni progetto sociale c’è un mondo di valori che ASI ha voluto celebrare fin dal 2006 con il Premio Sport & Cultura. Nato in occasione del decennale dell’Ente, questo riconoscimento è ormai diventato un appuntamento fisso e significativo per lo sport italiano, arrivato oggi alla sua ventesima edizione.
Il Premio nasce con un’intuizione semplice ma potente: mettere al centro i valori formativi e sociali dello sport - impegno, aggregazione, solidarietà, innovazione, amicizia - e riconoscere chi, nella propria quotidianità, li trasmette con azioni concrete. Fin dalla prima edizione, l’evento ha voluto essere molto più di una cerimonia: un momento per raccontare storie, progetti e persone che mettono lo sport al servizio della comunità. La natura di questo premio è duplice: da una parte celebra eccellenze e casi di successo, dall’altra punta l’attenzione su iniziative locali, su piccoli gesti che spesso vengono ignorati ma che contribuiscono alla crescita sociale e culturale.
Sei le categorie in gara nella 20a edizione: Atleta dell’Anno, Gesto Etico, Premio Media, ICSC Impiantistica sportiva, Innovazione Tecnologica, e la nuova sezione Italiani nel Mondo, con la giuria composta da personaggi di spicco del mondo dello sport, del giornalismo e dell’imprenditoria, che voteranno tra i tre finalisti per ciascuna delle categorie. A celebrare la premiazione, ci saranno tra gli altri il Presidente del Coni Luciano Buonfiglio, l’Ad di Sport e Salute Diego Nepi, il Presidente della Fondazione Milano Cortina Giovanni Malagò, il Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale Beniamino Quintieri insieme con l’Ad Antonella Baldino e il Presidente di ASI Claudio Barbaro, oltre a diversi presidenti delle federazioni sportive e rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali. Tra i candidati ai premi, hanno confermato la presenza, tra gli altri, Claudio Ranieri, Ferdinando De Giorgi, Jury Chechi e Vincenzo Alberto Annese.

Renzo Iorio è il nuovo presidente di Federterme Confindustria, l’associazione che dal 1919 rappresenta il sistema termale italiano. Subentra a Massimo Caputi alla guida di un settore strategico non solo in ambito sanitario, ma anche per lo sviluppo turistico, territoriale, occupazionale e della salute termale del Paese. Nel suo primo intervento, Iorio ha ribadito il ruolo chiave delle terme come motore di benessere, coesione sociale e sviluppo locale: "Federterme Confindustria è un punto di riferimento imprescindibile per le politiche attive del settore termale. Le terme costituiscono un presidio economico e sociale insostituibile per le aree interne, generando occupazione qualificata, attrattività territoriale e servizi essenziali per le comunità locali. Sotto la mia presidenza, intensificheremo la difesa delle terme dotate di autentica acqua termale, tutelando il loro valore terapeutico esclusivo, e daremo impulso a un ambizioso programma di ricerca scientifica, con studi clinici avanzati, trials randomizzati e collaborazioni con università e istituzioni sanitarie, per validare le proprietà terapeutiche delle acque, innovare le applicazioni cliniche e posizionare il termalismo all’avanguardia della medicina evidence-based, integrandolo con turismo e benessere sostenibile".
Renzo Iorio è Consigliere di amministrazione con delega alle relazioni istituzionali e associative di Terme di Sirmione Spa dal 2017, nonché Adjunct Faculty Member presso la Luiss Business School. La sua carriera vanta expertise in consulenza aziendale, finanza d’impresa, M&A e gestione di partecipazioni in Italia e all’estero. Ha guidato per oltre vent’anni l’espansione della multinazionale Accor in Italia e Sud Europa, ricoprendo incarichi dirigenziali in Ferrovie dello Stato e Anas Spa. Sul piano politico e istituzionale, è vicepresidente vicario di Federturismo Confindustria, dopo aver presieduto Aica Confindustria, Federturismo e il Gruppo Tecnico Cultura & Sviluppo; è inoltre membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Industriali di Napoli.
Il Cavaliere del Lavoro Giacomo Gnutti, presidente e amministratore delegato di Terme di Sirmione Spa, ha commentato: “Formulo i migliori auguri di buon lavoro all’amico Renzo Iorio, che da anni condivide con noi le strategie aziendali. Sono certo che la sua profonda competenza del settore turistico e la sua esperienza del contesto Confindustriale e associativo, ricoprendo anche posizioni apicali, consentiranno a Federterme una nuova affermazione del termalismo italiano, patrimonio economico, sanitario e turistico, secondo in Europa dopo la Germania e quinto nel mercato mondiale”.

Negli ultimi anni l’Italia è stata colpita da terremoti, alluvioni, frane e altri eventi estremi che hanno causato perdite miliardarie per il tessuto produttivo. Un’analisi dell’istituto mUp Research riferita all’autunno 2024 ha rilevato che più di 278 mila imprese hanno subito danni legati a calamità naturali nell’anno precedente, con perdite stimate in circa tre miliardi di euro. Nel nostro Paese il tessuto economico maggiormente esposto a questo tipo di rischi e con poche tutele è quello delle piccole medie imprese, che rappresentano la maggioranza delle aziende. Segue un’analisi degli esperti di Partner d’Impresa, – realtà che supporta la crescita e la sicurezza delle imprese attraverso un team interdisciplinare di professionisti.
La legge di Bilancio 2024 ha introdotto, con una norma specifica del 30 dicembre 2023 n. 213 (art. 1 commi 101‑111), un obbligo assicurativo per trasferire sulle assicurazioni private una parte del rischio che finora è gravato solo sui fondi pubblici, andando a promuovere nelle imprese una cultura della prevenzione. Tutte le aziende con sede legale in Italia, escluse quelle agricole, sono obbligate a stipulare una polizza assicurativa che copra i potenziali danni causati da terremoti, frane, alluvioni, inondazioni ed esondazioni. L’azienda deve quindi assicurare terreni, impianti, attrezzature e beni in locazione salvo che questi siano già coperti da polizze analoghe. Infine, il decreto attuativo n. 18/2025 (DM 30 gennaio 2025) ha specificato che l’obbligo non si estende ai beni in costruzione, agli immobili abusivi, alle scorte, ai mobili d’ufficio o ai veicoli iscritti al Pra (Pubblico registro automobilistico). La norma nasce dall’esigenza di ridistribuire il rischio: lo Stato non può più sobbarcarsi integralmente i costi delle ricostruzioni e dei ristori dopo i disastri.
Se le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) sono state coinvolte nella normativa già da marzo 2025 e per le medie imprese (con 50-250 dipendenti) l’obbligo è scattato col mese di ottobre, per le pmi e le micro-imprese la scadenza prevista è quella del 31 dicembre 2025. Sarà fatta una proroga per i comparti della pesca e dell’acquacoltura: per queste imprese l’obbligo scatterà sempre il 31 dicembre 2025. "Per l’impresa inadempiente non sono previste sanzioni pecuniarie ma sarà automaticamente esclusa da contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubbliche di qualsiasi natura, oltre a vedersi precluso l’accesso alla garanzia statale sui finanziamenti, vale a dire al Fondo di garanzia per le pmi. Si tratta dunque di una forma di sanzione di tipo interdittivo, che rafforza l’obbligo attraverso il meccanismo del vincolo premiale", spiega il legale Fabio Speranza del network nazionale di professionisti Partner d’impresa.
Il rispetto dell’obbligo diventa infatti condizione necessaria per partecipare a una vasta gamma di misure agevolative. Tra queste figurano i contratti di sviluppo disciplinati dal D.M. 9 dicembre 2014, i programmi Smart & Start Italia per le startup innovative, le misure per l’economia circolare introdotte dal nrr, i fondi per la salvaguardia occupazionale e le iniziative di venture capital per la transizione ecologica ed energetica. La disposizione non è autoapplicativa: ogni amministrazione pubblica dovrà integrare nei propri bandi le clausole di esclusione per le imprese sprovviste di polizza. “Il ministero delle Imprese e made In Italy, inoltre, intende precludere l’accesso ai propri incentivi alle imprese inadempienti, ma l’efficacia scatterà solo dopo che le singole misure saranno adeguate. Questo significa che senza polizza non sarà possibile accedere a contratti di sviluppo, fondi per startup, incentivi per economia circolare o energie rinnovabili. E' evidente, dunque, come la stipula della polizza non rappresenti soltanto un adempimento formale, ma una vera e propria condizione di accesso a strumenti fondamentali di sostegno allo sviluppo imprenditoriale”, aggiunge Speranza.Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il trattamento fiscale dei premi assicurativi. Quelli corrisposti dall’azienda per coperture inerenti l’attività d’impresa rientrano infatti tra i costi deducibili. Ciò vale sia ai fini Ires, con aliquota al 24%, sia ai fini Irap, con aliquota ordinaria al 3,9%, salvo le differenziazioni regionali. Gli effetti pratici, tuttavia, non sono omogenei.
“Per le grandi imprese, che saranno le più esposte a premi assicurativi rilevanti, la deducibilità fiscale rappresenta un parziale alleggerimento, ma non elimina l’impatto economico. In pratica, se il costo della polizza riduce la base imponibile, resta comunque un esborso significativo in termini di liquidità, capace di comprimere i margini e incidere sui flussi di cassa. La questione diventa quindi di equilibrio: quanto vale la protezione assicurativa rispetto al peso che esercita sul conto economico?”, sottolinea la fiscalista del network Partner d’impresa Simona D’Alessandro. Diverso il discorso per pmie microimprese. Qui i premi saranno più contenuti, ma proporzionalmente più gravosi in rapporto al fatturato. “La deducibilità fiscale, pur utile, rischia di non essere sufficiente a compensare la pressione sul flusso di cassa. Per realtà imprenditoriali a bassa capitalizzazione, poi, la polizza rischia di ridurre la capacità di autofinanziamento e di rallentare gli investimenti programmati”, conclude D’Alessandro.
Così come strutturata la legge presenta certamente delle criticità. Innanzitutto una riflessione riguarda i costi elevati e le disparità che la norma apporterà tra gli imprenditori in funzione delle aree territoriali in cui ha sede la loro impresa. “In molte aree ad alto rischio sismico o idrogeologico, infatti, i premi potranno risultare molto onerosi e a questi si sommeranno i costi di perizia per determinare il valore a nuovo dei beni” sottolinea la fiscalista D’Alessandro. L’obbligo normativo, poi, fa riferimento a una copertura parziale, ovvero riguarda solo le immobilizzazioni materiali: scorte, automezzi, beni mobili e merci non sono assicurati. Le imprese devono quindi valutare l’acquisto di garanzie accessorie per una protezione completa.
Non va trascurato infine l’aspetto inerente ai rapporti tra proprietario e utilizzatore. Per i beni in locazione o leasing l’obbligo ricade sull’utilizzatore; è quindi consigliabile stabilire contrattualmente chi sostiene il premio e come si ripartiscono i rischi. In ultima analisi, secondo la fiscalista, vi è incertezza sull’effettiva applicazione delle sanzioni. “Le sanzioni sono solo indirette (esclusione dai bandi), ma la loro efficacia dipende dai provvedimenti attuativi delle singole amministrazioni. Le imprese temono che la frammentazione dei criteri possa creare incertezza sull’accesso a incentivi e finanziamenti”.
Considerando le opportunità va considerato che, In un contesto in cui i parametri esg stanno assumendo crescente importanza nelle valutazioni creditizie e nelle politiche di erogazione del credito, la stipula di una copertura assicurativa contro i rischi naturali può essere interpretata come un segnale di gestione consapevole del rischio giocando un ruolo positivo nei rating creditizi. “Le banche e gli investitori istituzionali, sempre più sensibili al rischio climatico, potrebbero considerare la stipula di una polizza catastrofale come un segnale positivo di gestione aziendale. Ciò trasformerebbe un obbligo normativo in un vantaggio reputazionale, capace di incidere favorevolmente sul rating bancario, facilitare l’accesso al credito e, in prospettiva, ridurre il costo del finanziamento”, spiega Simona D’Alessandro.
Inoltre, l’obbligo può essere trasformato in un vantaggio competitivo che garantisca all’impresa, in caso di evento catastrofale, le risorse necessarie per riprendere rapidamente la produzione. “Non va trascurato anche il fattore della riduzione dei premi attraverso la prevenzione. Il decreto prevede che i premi siano modulati in base alle misure di mitigazione adottate. Investimenti in adeguamenti antisismici, sistemi di drenaggio o piani di emergenza possono ridurre sensibilmente il costo della polizza” aggiunge la fiscalista. Ancora, sempre secondo la consulente, vanno considerati i vantaggi collegati alla possibilità di stipulare polizze collettive e convenzioni. Le associazioni di categoria stanno negoziando convenzioni con le compagnie per abbattere i costi per andare incontro alle necessità di micro e piccole imprese.
Mina recupera, in dubbio Borrelli. 'L'obiettivo sono i tre punti'...
Voli ogni venerdì e domenica, per la compagnia la prima tratta
nello scalo cuneese... 
A pochi mesi dall'appuntamento del luglio scorso in cui istituzioni, clinici ed esperti si erano riuniti a Roma per affrontare il tema della transizione dall'età pediatrica all'età adulta nelle malattie neurologiche rare, si è tenuto l'incontro 'Regione Lazio. Continuità di cura nelle malattie rare: il Lazio costruisce il modello di transizione' dedicato alle encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche (DEEs) e ai percorsi assistenziali previsti dal Piano nazionale malattie rare 2023-2026, organizzato da Edra Spa con il supporto non condizionato di Ucb Pharma. L'evento si inserisce nel solco tracciato dall'appuntamento istituzionale della scorsa estate, durante il quale era stato presentato il documento 'DEEstrategy', modello operativo promosso da Ucb in collaborazione con Edra, volto a garantire continuità assistenziale e integrazione multidisciplinare nei percorsi di cura dei pazienti con DEEs.
Il Lazio - spiegano gli organizzatori in una nota - rappresenta oggi un contesto particolarmente significativo: la presenza di numerosi policlinici e Irccs, unita a una orogeografia disomogenea, mette in evidenza in modo marcato le criticità della transizione pediatrico-adulta, ma allo stesso tempo offre un terreno ideale per sperimentare soluzioni concrete e replicabili. Il nuovo incontro ha voluto presentare agli stakeholder regionali il modello DEEstrategy come strumento operativo già pronto all'implementazione, promuovere un confronto sulle politiche regionali e sulle possibili azioni di miglioramento, raccogliere proposte per protocolli regionali di transizione, attivazione di case manager dedicati, definizione di Kpi (Key Performance Indicators) per monitorare qualità ed efficacia dei percorsi. "La personalizzazione della cura - ha affermato Federico Vigevano del San Raffaele di Roma, tra gli autori del documento DEEStrategy - passa innanzitutto da una definizione precisa della malattia e delle sue comorbidità. Solo partendo da una diagnosi accurata possiamo valutare in modo attendibile gli effetti delle terapie farmacologiche e riabilitative. Strumenti operativi come l'Acute Seizure Action Plan consentono di garantire continuità terapeutica anche nelle situazioni di emergenza, soprattutto per quei pazienti che vivono lontano dai centri di riferimento e si rivolgono a strutture sanitarie di primo livello".
Nel corso della precedente conferenza, il documento DEEstrategy aveva individuato 4 ambiti prioritari su cui agire a livello nazionale e regionale: gestione strutturata della transizione pediatrico-adulta; rafforzamento dell'approccio multidisciplinare; potenziamento della rete socioassistenziale; sviluppo della telemedicina per ridurre disuguaglianze territoriali e migliorare l'accesso alle cure. Questi stessi temi sono stati al centro dell'incontro regionale, con l'obiettivo di tradurre le linee guida nazionali in azioni concrete per il territorio laziale. "Come Consiglio regionale non faremo mai mancare il nostro supporto a iniziative di confronto serio, pacato e costruttivo, finalizzate a migliorare i modelli di presa in carico e la transizione delle cure, assicurando continuità assistenziale e maggiore omogeneità sul territorio - ha dichiarato Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio - L'integrazione tra ospedali, centri di riferimento e servizi territoriali rappresenta una delle sfide centrali per il futuro della sanità. E' su questo terreno che dobbiamo continuare a lavorare per rispondere in modo efficace alle complessità delle malattie rare".
Pochi giorni prima dell'incontro di Roma - riferiscono i promotori - si sono svolti eventi regionali a Firenze e Palermo, con l'obiettivo di presentare il modello DEEstrategy agli stakeholder locali e stimolare il dibattito sulle politiche regionali in ambito di malattie rare. Questi appuntamenti hanno rappresentato un momento fondamentale per raccogliere proposte concrete e attuabili, con un focus particolare sul coinvolgimento delle realtà locali, per proporre un modello replicabile non solo per le DEEs, ma anche per altre patologie rare e per altre Regioni, creando così le basi per un percorso strutturato che favorisca una transizione più fluida e omogenea tra i servizi pediatrici e quelli per adulti.
La Regione Lazio ha avviato negli ultimi anni un percorso condiviso con il Coordinamento malattie rare per applicare e monitorare le linee di indirizzo sulla transizione. Tuttavia, resta fondamentale rafforzare tali linee e coordinare in modo più efficace centri di riferimento, servizi territoriali, direzioni aziendali e associazioni dei pazienti. "Le istanze portate dalle famiglie e dalle associazioni - ha sottolineato Roberto Poscia, responsabile del Centro interdipartimentale malattie rare (Cimr) del Policlinico Umberto I - sono assolutamente fondate: il vero obiettivo deve essere quello di non perdere tempo e di non dare mai al paziente la percezione di essere lasciato solo. La presa in carico deve essere continua, strutturata e riconoscibile lungo tutto il percorso di cura. Rafforzare il ruolo dei case manager e l'integrazione tra ospedale e territorio significa semplificare concretamente la vita delle famiglie e, allo stesso tempo, rendere il sistema più efficiente. Percorsi chiari e ben organizzati non migliorano solo gli outcome clinici, ma consentono anche una gestione più sostenibile delle risorse del servizio sanitario".
Le DEEs, che comprendono patologie complesse come le sindromi di Dravet, di Lennox-Gastaut, di Angelman e la sindrome da deficit di Cdkl5 - si legge in una nota - richiedono un'assistenza continua lungo tutto l'arco di vita, con interventi sanitari, sociali, educativi e domiciliari integrati. L'evento di luglio aveva sottolineato la necessità di utilizzare la leva della digitalizzazione, delle reti Hub & Spoke e della collaborazione tra pediatri, neurologi, neuropsichiatri infantili e servizi territoriali per superare le disuguaglianze ancora presenti tra regioni e all'interno delle stesse regioni. L'appuntamento appena concluso ha rappresentato un passo ulteriore per tradurre in pratica questi obiettivi, allineando il Lazio alle indicazioni del Piano nazionale malattie rare 2023-2026 e promuovendo una presa in carico omogenea, multidisciplinare e centrata sui bisogni di pazienti e famiglie. "Per i pazienti e le famiglie il tema centrale non è la transizione in senso amministrativo, ma la continuità di cura - ha evidenziato Katia Santoro, presidente Associazione famiglie Lgs Italia - E' questo l'elemento che deve essere garantito lungo tutto l'arco della vita, senza fratture tra età pediatrica, adulta e geriatrica. Nel passaggio all'età adulta, spesso vengono meno i team multidisciplinari che avevano accompagnato il paziente in età pediatrica. Questo lascia le famiglie sole ad affrontare una gestione complessa, che coinvolge aspetti clinici, sociali e assistenziali".

"Oggi, MiaPensione riceve 10mila richieste di consulenza al mese, in maggioranza da parte di lavoratori dipendenti, ma anche da profili dirigenziali e professionisti con carriere discontinue. Il nostro obiettivo è sviluppare un ecosistema di educazione previdenziale, ma anche finanziaria rivolto alle nuove generazioni, affinché possano orientarsi con sicurezza in un sistema sempre più fragile, in particolar modo per quanto riguarda la previdenza complementare". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Andrea Martelli, fondatore di MiaPensione, realtà nata nel 2022 con l’obiettivo di riportare chiarezza e concretezza in un settore complesso e spesso poco accessibile.
"L’azienda - sottolinea - per poter stare al passo con una domanda di consulenza in forte crescita, ricerca 10 nuovi collaboratori, in particolare: 5 consulenti previdenziali, 3 candidati per il team commerciale e 2 dedicati al customer service".
“Volevamo offrire - spiega - risposte tempestive e affidabili ai lavoratori, in un contesto in cui enti e strumenti informativi non riescono a soddisfare la crescente domanda di orientamento. In pochi mesi abbiamo capito che il mercato aspettava un servizio come il nostro: da due persone siamo passati a 30 collaboratori, nel primo anno, e abbiamo assistito 1.700 persone; oggi i nostri clienti superano quota 20mila. Dallo scorso anno Moltiply Group spa ha acquisito il 51% di MiaPensione, credendo nella crescita di questo progetto”.
“MiaPensione - racconta - dispone di un software proprietario in grado di rimappare il sistema previdenziale italiano e ricostruire carriere frammentate, una criticità sempre più diffusa oggi. Ai lavoratori garantiamo un’analisi personalizzata su quando potranno andare in pensione, quale importo aspettarsi e come ottimizzare la propria posizione. Valutiamo anche la convenienza del pensionamento anticipato e analizziamo opzioni come riscatto della laurea, ricongiunzione contributiva e versamenti volontari. Per i pensionati, invece, verifichiamo l’esattezza dell’assegno percepito, individuando possibili errori e miglioramenti”.
Con un linguaggio chiaro e accessibile, i consulenti MiaPensione spiegano attraverso i canali social le novità del sistema pensionistico: “La previdenza, infatti, non riguarda solo gli over 60. Conoscere le regole permette ai giovani di pianificare scelte professionali consapevoli”.
“Quando abbiamo iniziato per primi in Italia - sottolinea - non erano disponibili nel mercato del lavoro dei profili professionali adatti alle nostre esigenze. Vista la rapida crescita del business e la necessità di reperire nuove risorse, abbiamo selezionato le persone sulla base delle soft skill individuali, mentre la parte della competenza tecnica è stata resa possibile ingegnerizzando il percorso di formazione, grazie alla nostra academy interna che, grazie a un corso di formazione intensivo, in poche settimane permette al consulente di districarsi con sicurezza tra le mille finestre e opportunità del sistema previdenziale”.

Gli anziani, soprattutto nelle Rsa, prendono tanti farmaci, con elevati rischi legati alle possibili interferenze fra i vari medicinali, ma anche all'efficacia e alla sicurezza della terapia orale per la prassi diffusa di alterare le pillole per facilitarne la somministrazione a chi ha difficoltà a deglutire, molto frequente nelle strutture assistenziali. "Nelle Rsa ogni anziano assume in media circa 8 farmaci al giorno, che espongono il 42% degli assistiti ad almeno un'interazione pericolosa, con casi che arrivano fino a 7 interferenze contemporanee. Ma rischi rilevanti derivano anche dalla pratica di manipolazione dei farmaci da assumere per bocca, soprattutto pillole", evidenziano Dario Leosco, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) e ordinario di Geriatria all'università Federico II di Napoli, e Andrea Ungar, ordinario di Geriatria all'università di Firenze e ideatore dello studio dal quale emergono questi risultati preliminari, condotto nelle Rsa per valutare l'appropriatezza e i rischi legati alla complessità dei regimi farmacologici.
"Sono circa 17mila" le pillole "assunte ogni giorno dagli anziani nelle Rsa italiane considerate, su un totale di circa 24mila prescrizioni: per la precisione, 15.927 sono compresse e 850 capsule", illustrano Leosco e Ungar. "Tuttavia, le dimensioni delle pillole possono rappresentare un problema per chi ha difficoltà a deglutire, di conseguenza nelle Rsa una compressa su 3 viene divisa o triturata, mentre poco più di una capsula su 4 viene aperta e 'camuffata' con cibi e bevande. Soluzioni semplici, ma non sempre appropriate nel 13% dei casi: rispettivamente nel 5% di tutte le compresse somministrate e nell'8% di tutte le capsule somministrate, con rischi di inefficacia e sicurezza dei farmaci", commentano gli esperti.
I dati di questa prima indagine nazionale svolta nelle Rsa sulle insidie del modello di prescrizione dei farmaci e della loro forma di somministrazione sono stati appena pubblicati su 'Aging Clinical and Experimental Research'. Lo studio ha coinvolto 3.400 anziani residenti in 82 strutture di 12 regioni italiane rappresentative di tutto il territorio nazionale ed è stato condotto dalla Sigg in collaborazione con Anaste Humanitas, che ha scattato una fotografia durante il Prescription Day 2024. "La gestione del farmaco è un processo complesso, che diventa cruciale soprattutto nelle Rsa, dove gli ospiti sono generalmente più anziani, più fragili e con più malattie croniche, rispetto agli anziani che non vivono in comunità, come mostrano i primi risultati dell'indagine - analizza Alba Malara, presidente Fondazione Anaste Humanitas - Infatti, l'età media è di 85 anni, 70% donne, e la quasi totalità convive con 4 o 5 malattie croniche, con diagnosi di demenza in oltre la metà degli ospiti che in molti casi dipendono dall'assistenza per la maggior parte della vita quotidiana".
"Questo contesto di complessità clinica - prosegue Malara - comporta l'assunzione di una media di circa 8 farmaci al giorno, spesso con una pluralità di somministrazioni quotidiane, fino a 4-5 volte. Su un totale di circa 24mila prescrizioni, quasi 17mila sono pillole, con ricorso prevalente a farmaci cardiovascolari, psicofarmaci e gastroprotettori. Tale elevata esposizione farmacologica determina il rischio di almeno un'interazione pericolosa tra 2 o più farmaci, nel 42% degli anziani. La più diffusa risulta quella derivante dalla combinazione di più psicofarmaci, che può aumentare il pericolo di cadute e peggiorare lo stato cognitivo, specialmente nei pazienti con demenza".
Tra i risultati, emerge il ruolo del geriatra all'interno delle strutture residenziali: l'analisi dei dati - spiegano gli esperti - dimostra che se questa figura è presente nelle Rsa si determina una riduzione significativa, tra il 24 e il 37%, delle interazioni tra farmaci. L'aspetto più rilevante emerso dalla ricerca riguarda la manipolazione dei farmaci da assumere per bocca. "Nel contesto delle Rsa si verificano di frequente situazioni particolari nelle quali non è possibile somministrare pillole perché spesso i pazienti possono avere problemi di disfagia e di alimentazione enterale o difficoltà a ingoiare per via dei disturbi psico-comportamentali. Ciò comporta la necessità di alterare i farmaci, prassi largamente diffusa non solo nelle Rsa, ma anche tra gli anziani che non vivono in comunità, con implicazioni di grande rilievo se non appropriata", sottolinea Malara.
"Tra i farmaci che non possono essere manipolati, ma che più frequentemente sono invece alterati, ci sono ad esempio l'antipsicotico quietapina, il pantoprazolo usato contro il reflusso gastroesofageo o la semplice aspirina - elenca l'esperta - Ma anche l'antidepressivo trazodone e gli antipertensivi bisoprololo e ramipril". I rischi di questa manipolazione? Alterare la formulazione dei farmaci - analizzano gli specialisti - può incidere sulla loro efficacia, determinando fenomeni di sovradosaggio o sottodosaggio o anche aumentarne la tossicità, con effetti irritanti sulla mucosa del tubo digerente, oltre a peggiorare l'aderenza del paziente alla terapia per via del gusto sgradevole che il farmaco assume una volta frammentato o spezzato.
"Sbriciolare, dividere o aprire una pillola - avverte Malara - può comportare il rischio di perdere parte del principio attivo e, di conseguenza, della dose terapeutica e dell'efficacia. Non devono mai essere aperte le capsule gastroresistenti perché alterarle comporta la rimozione del rivestimento, progettato per mantenere il farmaco intatto, finché non passa attraverso lo stomaco e raggiunge l'intestino, con potenziali effetti lesivi tossici oltre che diminuzione dei benefici. Anche pillole a rilascio lento o controllato non devono essere spezzate né frantumante, perché formulate in modo da mantenere un livello costante di principio attivo per 8, 12, o 24 ore e influenzare la velocità di assorbimento del farmaco può comportare effetti tossici. Inoltre, la triturazione crea un potenziale pericolo anche per la salute degli infermieri, in quanto la movimentazione delle polveri senza protezione di guanti o maschera li espone al rischio di allergie e intossicazioni da contatto e inalazione, in particolare con farmaci citotossici". Anche "somministrare farmaci con alcune bevande e cibi può influenzarne l'assorbimento e il metabolismo, renderlo inefficace e potenziarne la tossicità".
L'indagine, osserva Ungar, "ha evidenziato che le raccomandazioni già esistenti per la gestione della terapia orale, cioè le attuali 'Do not crush list' disponibili, non sono univoche né aggiornate". Questa "lacuna - conclude Leosco - apre la strada alla necessità di sviluppare riferimenti aggiornati e riconosciuti a livello nazionale, capaci di guidare le decisioni cliniche e ridurre il rischio di errori connessi alla manipolazione inappropriata".

Dopo il superamento delle 1.000 sentenze nei primi 9 mesi del 2025, il contenzioso sulle ferie non godute nel pubblico impiego accelera ulteriormente nella parte finale dell'anno. Secondo un'elaborazione del network legale Consulcesi & Partners - attraverso il portale www.ferienongodute.it[1] - nel corso del 2025 i tribunali e le corti d'appello italiane hanno emesso oltre 2.000 pronunce favorevoli, riconoscendo più di 15 milioni di euro fra indennizzi e spese legali rimborsate a favore dei lavoratori pubblici. Numeri che per Consulcesi "confermano come il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute al momento della cessazione del rapporto di lavoro sia oggi pienamente riconosciuto e consolidato, non solo sul piano dei principi, ma anche sul versante dell'effettività delle tutele, con decisioni sempre più rapide e un tasso di rigetti che non supera il 2%".
Nel corso dell'anno - informa una nota - Consulcesi & Partners si è distinta per alcuni dei risultati più significativi a livello nazionale, in particolare nel settore sanitario. Complessivamente, ai professionisti sanitari assistiti da C&P sono stati riconosciuti oltre 330mila euro di liquidazioni tra procedimenti giudiziali e soluzioni transattive, con tempi medi di definizione di pochi mesi e con decisioni che spesso non vengono neppure appellate. Il fenomeno si inserisce in un contesto segnato da carenze strutturali e di organico, in particolare nel Servizio sanitario nazionale, che rende sempre più frequente l’impossibilità di fruire delle ferie maturate. Doppi turni, emergenze organizzative e periodi di massima pressione assistenziale - come quello natalizio - portano spesso al rinvio o alla cancellazione dei riposi, con conseguente accumulo di giornate non godute. "Oggi il contenzioso sulle ferie non godute non è più una incognita - afferma Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners - La rapidità dei procedimenti e la stabilità degli orientamenti consentono spesso di ottenere i risultati attesi, spesso anche attraverso soluzioni transattive".
Proprio sul fronte delle transazioni - riporta la nota - C&P ha concluso 9 conciliazioni giudiziali solo nelle ultime settimane, per un importo complessivo liquidato di 143mila euro, e ottenuto due pagamenti spontanei a seguito di semplice diffida, per ulteriori 14mila euro riconosciuti ai sanitari assistiti. Il team legale di C&P - si legge - registra una forte impennata delle richieste di indennizzo: oltre 100 gestite solo nell'ultima settimana, grazie al servizio di prima analisi sviluppato sul portale www.ferienongodute.it che consente di verificare, con un legale esperto, la propria posizione per capire, con chiarezza, se si ha diritto al pagamento di un indennizzo economico. "Se nei primi mesi del 2025 parlavamo di un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato - conclude Borin - oggi possiamo affermare che quel diritto trova concreta applicazione. I numeri di fine anno dimostrano che le ferie non godute rappresentano ormai uno strumento di tutela tangibile e tempestivo per migliaia di dipendenti pubblici".

Il calore avvolgente dopo una giornata trascorsa sugli sci. Un rifugio dallo stress dei tour de force di Natale. La sauna per tanti 'vacanzieri dicembrini' è la vera ossessione invernale, pratica di benessere che dalla culla finlandese ha conquistato nel tempo sempre più amanti delle Spa in tutto il mondo (anche se va detto che immergersi nel calore a scopo di purificazione e guarigione è un'usanza antica, osservata da migliaia di anni in molte culture). E tanto meglio se, oltre a garantire l'agognato relax, allunga anche la vita, come negli anni hanno suggerito alcune ricerche dedicate al rituale che si celebra in calde e vaporose cabine rivestite in legno.
Già una decina di anni fa un lavoro pubblicato su 'Jama Internal Medicine' evidenziava il potenziale di longevità della sauna. Lo studio firmato da ricercatori dell'University of Eastern Finland (non a caso vista la diffusione nel Paese nordico) aveva monitorato 2.300 uomini di mezza età per una media di 20 anni, suddividendoli in 3 gruppi in base alla frequenza settimanale con cui si sottoponevano alla pratica. I protagonisti della ricerca trascorrevano in media 14 minuti a seduta a una temperatura di 74 gradi. Nel corso dello studio, come riportato in un focus del tempo (2015) su 'Harvard Health Publishing', era deceduto il 49% degli uomini che andavano in sauna una volta a settimana, rispetto al 38% di chi ci andava da 2 a 3 volte e solo al 31% degli 'habitué' che viaggiavano al ritmo di 4-7 sedute settimanali. Gli autori rilevavano anche che frequenti passaggi in sauna erano associati a tassi di mortalità più bassi per malattie cardiovascolari e ictus. Fra i benefici documentati dalle varie ricerche, si evidenziava in particolare la capacità di contribuire ad abbassare la pressione sanguigna e il potenziale effetto positivo sui vasi.
Nello stesso filone si inserisce anche un altro lavoro, pubblicato più di recente (nel 2021) da ricercatori Usa, che entra nel dettaglio dei meccanismi innescati dalla sauna al livello dell'organismo. La pratica è caratterizzata da un'esposizione passiva a breve termine ad alte temperature, che possono andare da 45 a 100 gradi centigradi. Al di là della piacevole sensazione di sudare pur restando immobili, l'uso della sauna sembra davvero imitare le risposte fisiologiche e protettive indotte durante l'esercizio fisico, evidenziano gli autori della review pubblicata su 'Experimental Gerontology' (Rhonda P. Patrick e Teresa L. Johnson), e frequentarla in modo ripetuto ottimizza le risposte allo stress tramite il fenomeno biologico dell'ormesi e le proteine da shock termico. In altre parole, gli esperti che firmano il lavoro hanno osservato che la sauna sembra ridurre la morbilità e la mortalità in modo 'dose-dipendente'. L'utilizzo frequente della pratica potrebbe in particolare avere un effetto protettivo da malattie cardiovascolari e neurodegenerative e consentire di preservare la massa muscolare e contrastare la sarcopenia (cioè il progressivo declino di massa e forza muscolare legato all'invecchiamento).
L'esposizione ad alte temperature provoca una lieve ipertermia - illustrano gli esperti nello studio - inducendo una risposta termoregolatrice che coinvolge meccanismi neuroendocrini, cardiovascolari e citoprotettivi che agiscono in sinergia nel tentativo di mantenere l'omeostasi (uno stato di equilibrio delle proprie caratteristiche). L'uso ripetuto della sauna, secondo l'analisi, acclimata il corpo al calore e ottimizza la risposta dell'organismo a future esposizioni. Negli ultimi decenni il rituale in questione è emerso come un probabile mezzo per prolungare la durata della salute, sulla base di dati provenienti da alcuni studi sugli esiti osservati nei frequentatori di saune, che hanno identificato legami dose-dipendenti tra l'uso e la riduzione della morbilità e della mortalità. La revisione esplora sia i molteplici benefici che le preoccupazioni relative all'uso della sauna.
Gli autori spiegano che l'esposizione ad alte temperature stressa il corpo, provocando una risposta rapida e robusta che colpisce principalmente la pelle e il sistema cardiovascolare. La pelle si riscalda prima, raggiungendo circa 40 °C, seguita da cambiamenti nella temperatura corporea interna, che aumenta lentamente da 37 a circa 38 e rapidamente fino a circa 39 °C. La gittata cardiaca può aumentare fino al 60-70%, e mentre la frequenza cardiaca aumenta il volume sistolico rimane stabile. Altro meccanismo che si innesca è un aumento transitorio del volume plasmatico complessivo, che fornisce una riserva di liquidi per la sudorazione, raffredda il corpo e promuove la tolleranza al calore. La sudorazione, continuano gli esperti, facilita anche una maggiore escrezione di alcuni metalli pesanti (tra cui alluminio, cadmio, cobalto e piombo). Vengono descritti poi meccanismi molecolari che mitigano il danno e attivano processi endogeni antiossidanti e riparativi.
"Molte di queste risposte si innescano anche in risposta a esercizi di intensità da moderata a vigorosa e includono un'aumentata espressione di proteine da shock termico, regolatori trascrizionali e fattori pro e antinfiammatori", suggeriscono gli autori. Le proteine da shock termico svolgono ruoli di primo piano in molti processi cellulari, ricordano. Lo stress termico le attiva in modo significativo entro 30 minuti dall'esposizione al calore e questa attivazione si mantiene nel tempo. Una delle conseguenze positive di questi processi sono i conseguenti adattamenti cellulari protettivi, che promuovono la salute cardiovascolare. Cosa in particolare sembra avvicinare la sauna all'esercizio fisico? Gli esperti citano per esempio la frequenza cardiaca che può aumentare fino a 100 battiti al minuto durante le sessioni di sauna a temperatura moderata e fino a 150 battiti al minuto durante le sessioni più calde, in modo simile agli aumenti osservati durante l'esercizio moderato-vigoroso. In uno studio condotto su 19 adulti sani, in cui le risposte cardiache a una singola sessione di sauna di 25 minuti sono state confrontate con quelle provocate da un esercizio fisico moderato, i carichi cardiaci erano pressoché equivalenti, con la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna dei partecipanti che aumentavano immediatamente in entrambi gli scenari e scendevano al di sotto delle misurazioni basali effettuate prima della sauna o dell'esercizio.

Le infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) "continuano ad aumentare in tutta l'Unione europea e nello Spazio economico europeo (Ue/See)", segnala un nuovo rapporto pubblicato oggi dall'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che rivela "un panorama complesso di risposte nazionali" e avverte: sebbene la maggior parte dei Paesi abbia adottato strategie, permangono "ostacoli significativi alle misure preventive e ai test, e mancanza di dati", fattori che stanno rendendo più difficoltosi "gli sforzi per contenere epidemie di clamidia, gonorrea e sifilide".
Il rapporto fornisce la prima panoramica completa di come i Paesi europei stanno affrontando l'aumento delle infezioni sessuali e mostra forti aumenti per esempio sulla gonorrea, i cui tassi di notifica hanno avuto un exploit di quasi il 300% in 10 anni, tra il 2014 e il 2023, in alcune popolazioni chiave: gay, bisessuali e uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Ma non solo: incrementi più recenti si sono osservati anche tra i giovani, in particolare tra le donne di età compresa tra 20 e 24 anni, dove "i tassi di notifica della gonorrea sono aumentati di quasi il 200% solo tra il 2021 e il 2023, segnalando l'urgente necessità di risposte nazionali solide e inclusive", ammonisce l'Ecdc.
Sempre secondo il report, 18 dei 29 Paesi che hanno presentato la relazione sulle malattie sessualmente trasmesse dispongono di una strategia o politica nazionale per la prevenzione e il controllo di queste infezioni. La maggior parte si rivolge specificamente alle popolazioni più colpite dalle attuali epidemie, inclusi i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni e gli uomini gay, bisessuali e che hanno rapporti sessuali con uomini. "Tuttavia, molti di questi piani stanno 'invecchiando'", evidenzia l'Ecdc. Solo 10 Paesi hanno aggiornato i propri piani nazionali per le malattie sessualmente trasmissibili negli ultimi 5 anni, "il che significa che molte strategie potrebbero non tenere conto dei cambiamenti comportamentali post-pandemia o delle ultime tendenze epidemiologiche. La mancanza di strategie aggiornate è aggravata da ostacoli significativi per chi cerca assistenza".
In particolare, dettaglia l'Ecdc, "i test sono il fondamento del controllo delle malattie sessualmente trasmissibili, eppure in 13 dei 29 Paesi segnalanti le persone devono ancora sostenere costi diretti per i test di base per queste infezioni. Nei giovani, anche le preoccupazioni relative alla privacy rappresentano un ostacolo, poiché 7 Paesi richiedono ai minori di 18 anni il consenso dei genitori per accedere ai test, scoraggiando potenzialmente gli adolescenti sessualmente attivi dal cercare aiuto. E, ancora, l'Ecdc evidenzia che pochi Paesi raccolgono dati sulla copertura della prevenzione e del trattamento. Nonostante i gravi rischi associati alla sifilide congenita, solo 4 Paesi sono stati in grado di fornire dati sulla percentuale di donne in gravidanza sottoposte a screening per l'infezione.
"Le lacune nella prevenzione sono evidenti anche negli sforzi di vaccinazione - continua l'agenzia con sede a Stoccolma - molti Paesi per esempio hanno politiche per la vaccinazione contro l'Mpox, ma la copertura rimane bassa. I dati mostrano che la percentuale di uomini gay, bisessuali e di altri gruppi che hanno rapporti sessuali con uomini completamente vaccinati contro Mpox è in media solo del 13,2% nei Paesi che hanno presentato i dati". Da qui la raccomandazione: "Le autorità sanitarie pubbliche mantengano alta la vigilanza e garantiscano che la vaccinazione sia accessibile ai soggetti a più alto rischio, alla luce della continua trasmissione di Mpox, inclusa la recente rilevazione di casi del clade Ib acquisiti localmente tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini in Europa.
In generale, l'Ecdc lancia un appello all'azione: "I risultati" del report "sottolineano la necessità di servizi accessibili e risultati misurabili. Per arginare efficacemente queste epidemie, i Paesi sono incoraggiati ad aggiornare le proprie strategie nazionali, rimuovere gli ostacoli ai test e rafforzare i dati di sorveglianza sulle Ist e i dati sulla copertura degli interventi per indirizzare e migliorare gli sforzi di prevenzione".

Durante le vacanze natalizie cambiano le abitudini alimentari: si mangia di più, più lentamente e spesso in modo più ricco. Tutto questo può peggiorare i sintomi del reflusso gastroesofageo, una patologia che colpisce quasi 1 italiano su 10: il 9%, stima Aigo, Associazione italiana gastroenterologi e endoscopisti digestivi.
"A tavola, da Natale all'Epifania, l'importante è comportarsi come durante il resto dell'anno, senza eccedere negli stravizi", spiega all'Adnkronos Salute Francesco Bortoluzzi, segretario nazionale dell'Aigo. Un consiglio rivolto in particolare a chi convive con il reflusso gastroesofageo, che può presentarsi in forma occasionale oppure cronica, "con la R maiuscola", come sottolinea lo specialista.
Per affrontare le feste senza rinunce e senza disturbi, l'esperto indica alcune semplici regole d'oro:
1) Mangiare un poco di tutto, ma poco alla volta: magiare poco e spesso;
2) Evitare o ridurre i cibi notoriamente sconsigliati a chi soffre di reflusso: menta, cioccolato, brodo di carne, agrumi e pomodori. A Natale ancora di più;
3) Via libera a pesce e verdure, più leggeri e facilmente digeribili;
4) Dolci con moderazione: una fetta al giorno di panettone o pandoro è sufficiente;
5) Sì alla frutta secca (come noci e mandorle), ma senza esagerare;
6) Concessi i brindisi, purché con moderazione;
7) Cotechino o zampone? Una fetta per rispettare la tradizione, ma non di più;
8) In caso di reflusso significativo, può essere utile assumere per qualche giorno una pasticca in più (la terapia è a base di inibitori della pompa protonica);
9) Valutare sempre gli stravizi e le loro conseguenze.
Seguendo le indicazioni del gastroenterologo, è possibile godersi le feste natalizie senza rinunciare al piacere della tavola e senza peggiorare i sintomi più tipici del reflusso, ovvero bruciore, acidità, calore e dolore all'altezza dello sterno che si fanno sentire soprattutto dopo i pasti.
L'assessore Meloni, 'una prova concreta di buona amministrazione'... 
"La norma del Ddl Bilancio che sancisce la stabile integrazione nel Ssn dei servizi erogati nelle farmacie rappresenta un volano per potenziare l'assistenza sanitaria territoriale e conferma la bontà dell'accordo siglato da Federfarma e Sumai neel maggio scorso". Lo sottolineano in una nota l'associazione titolari di farmacia e il Sindacato unico medici ambulatoriali italiani. "La norma, infatti - ricordano - riconosce le farmacie come strutture che forniscono prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, sottolineando l'importanza della sinergia con gli altri professionisti sanitari. In linea con quanto previsto dal Ddl Bilancio, l'accordo Federfarma-Sumai prevede che le prestazioni di telecardiologia eseguite in farmacia (Ecg, holter pressorio, holter cardiaco) siano refertate dagli specialisti ambulatoriali del Sumai e favorisce le attività di televisita e di telemonitoraggio in farmacia". Per Federfarma e Sumai, "la sinergia tra la rete delle farmacie e quella dei medici specialisti ambulatoriali, insieme ai medici di medicina generale, consentirà di rispondere ancor meglio ai bisogni di salute dei cittadini, favorendo l'accesso alle prestazioni anche alle persone, spesso anziane, che risiedono nelle aree interne, nelle zone montane, rurali e insulari, solitamente lontane dalle strutture sanitarie".
"La stabilizzazione dei nuovi servizi in farmacia rappresenta un passo fondamentale verso una sempre maggiore integrazione tra i professionisti della sanità territoriale - afferma Antonio Magi, segretario generale del Sumai Assoprof - In questo contesto si inserisce la collaborazione tra Sumai e Federfarma, che permette di offrire ai cittadini servizi tempestivi, qualificati e accessibili su tutto il territorio nazionale, e costituisce una soluzione concreta e innovativa per rendere più efficiente la gestione delle liste d'attesa".
Per Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale, "la norma del Ddl Bilancio conferma l'importanza di creare sinergie tra i professionisti della salute per portare la sanità sempre più vicino ai cittadini, superando le diseguaglianze di accesso alle prestazioni in attuazione dei principi della Costituzione. Stiamo finalmente costruendo una rete di supporto a tutela della salute dei cittadini, che può contribuire efficacemente a dare piena attuazione al modello di assistenza sanitaria territoriale in corso di realizzazione".

Omicidi, droga e violenza sulle donne fra i reati contrastati...
Quasi duemila persone denunciate, 158 arrestate, 158mila controllate e identificate.
Sono alcuni numeri del bilancio delle attività svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Nuoro, illustrate questa mattina dal comandante provinciale, colonnello Gennaro Cassese.
I militari del Comando provinciale hanno eseguito arresti importanti, risolvendo casi di omicidio come: il fermo dei cinque presunti autori dell'omicidio di Vincenzo Beniamino Marongiu, ucciso ad Arzana il 9 luglio dello scorso anno; l'arresto di un pregiudicato orunese, autore dell'omicidio di Luca Goddi, avvenuto a Orune il 4 agosto del 2023; l'arresto di due uomini siniscolesi indagati, a vario titolo, per alcuni degli incendi delle autovetture avvenuti in Baronia sin dal gennaio di quest'anno, tentata rapina e atti persecutori; l'arresto di due uomini di Orotelli per l'omicidio di Mario Graziano Loddo, avvenuto a Ortueri l'8 gennaio del 2023.
Il contrasto allo spaccio di droga ha portato alla scoperta e al sequestro di 59.355 piante di canapa illegali, suddivise su 17 piantagioni, all'ulteriore sequestro di circa 575 kg di marijuana già pronta per il commercio, attività che hanno consentito, in totale, di denunciare in stato di libertà 19 persone e arestarne altre 13.
Sono state arrestate complessive 41 persone, denunciate in stato di libertà 61 e segnalate alla prefettura altre 158, dieci delle quali minorenni.
Decisiva è risultata anche la collaborazione dei carabinieri di Nuoro con il Comando provinciale di Livorno, nell'operazione conclusa il 18 maggio con l'arresto, nel Nuorese, degli autori di una rapina a un furgone portavalori avvenuta in Toscana il 28 marzo di quest'anno.
Attenzione è stata dedicata al fenomeno dei reati di genere o contro le fasce deboli, quella comunemente conosciuti come "codice rosso", impegno che ha portato a 162 denunce e 16 arresti.
Ha prodotto risultati anche il contrasto delle truffe online: a fronte di un aumento di circa l'11% dei reati denunciati (627 nel 2024, 697 nel 2025), è aumentato del 14% il numero di quelli dei quali sono stati scoperti e denunciati gli autori (202 nel 2024, 232 nel 2025).

Riapertura di 5 km di strada a quattro corsie...
Apartire da oggi Anas provvederà alla riduzione dei cantieri sulla strada statale 131 "Diramazione Centrale Nuorese" in località Marreri, a Nuoro, ripristinando la circolazione a quattro corsie su circa cinque chilometri di tracciato per agevolare il traffico durante il periodo delle Festività.
La rimozione dei cantieri sarà in vigore fino al 12 gennaio.
Un ulteriore miglioramento della viabilità riguarderà un tratto di 10 chilometri all'altezza di Budoni dove fino al 6 gennaio saranno rimossi i cantieri di installazione delle nuove barriere New Jersey, in corso di ultimazione.
Gli interventi nell'area di Marreri riguardano il consolidamento e restauro conservativo dei 13 viadotti per un investimento totale di circa 40 milioni di euro.
Fanno parte di un più ampio piano di Anas per la riqualificazione dell'intero tracciato della statale 131 Dcn del valore di 260 milioni di euro, per l'ammodernamento dei ponti, dei viadotti e delle gallerie e il risanamento delle pavimentazioni finalizzato all'innalzamento degli standard di sicurezza e di comfort per l'utenza stradale.

L'assessore Cuccureddu, 'ricaduta mediatica e promozionale per l'Isola'...
Cinquecento eventi finanziati nel corso del 2025, diffusi in modo capillare su tutto il territorio regionale e lungo l'intero arco dell'anno.
E altrettanti sono già in programma per il 2026.
La Giunta regionale ha dato il via libera, nei giorni scorsi, ai criteri per il sostegno alle manifestazioni di grande interesse turistico per l'annualità 2026, in attuazione della legge regionale 7 del 1955.
A partire da gennaio saranno pubblicati i bandi per sostenere progetti e iniziative capaci di promuovere l'immagine della Sardegna, generare flussi turistici e produrre ricadute economiche concrete. Per il 2026 la dotazione complessiva ammonta a 22,5 milioni di euro, cui si aggiungono i 3 milioni destinati al Capodanno.
Lo ha annunciato l'assessore regionale del Turismo, Franco Cuccureddu durante una conferenza stampa: "I 500 eventi realizzati nel 2025, con un incremento del 134 per cento rispetto al passato, rappresentano un risultato importante".
"Per il 2026 prevediamo un ulteriore rafforzamento, con 13 cartelloni che includono i grandi eventi identitari come Sant'Efisio, la Cavalcata sarda, la Sartiglia, l'Ardia e la Corsa degli scalzi, ma anche manifestazioni sportive di livello mondiale, eventi enogastronomici, esperienziali e legati al turismo congressuale".
I grandi eventi saranno articolati in 13 cartelloni tematici, ciascuno con stanziamenti, soglie minime di progetto e tetti massimi di contribuzione regionale. Tra questi figurano gli eventi della tradizione identitaria, le manifestazioni folkloristiche, lo spettacolo, i grandi eventi sportivi, il turismo esperienziale, il Mice, il Carnevale, i riti della Settimana Santa, l'enogastronomia, i festival e le rassegne, oltre al Capodanno.
Gli organismi privati potranno presentare una sola domanda di contributo sull'intero programma di spesa, mentre quelli pubblici potranno concorrere sia per i grandi eventi identitari sia per Carnevale e Settimana Santa, oltre a una domanda sugli altri cartelloni. Il cofinanziamento obbligatorio è fissato al 50 per cento delle spese ammissibili, mentre il 20 per cento del contributo dovrà essere destinato alla promozione e alla comunicazione.
Intanto, sul fronte del Capodanno, è in corso una vasta campagna promozionale che coinvolge circa 800 cinema, con oltre 86mila passaggi pubblicitari, affiancata da spot sulle reti Mediaset, campagne digital e promozione sui principali siti e testate giornalistiche nazionali ed europee. Un'azione mirata in particolare sulle 14 città collegate in inverno con gli aeroporti sardi: 11 su Cagliari e 3 nel nord dell'isola.

Decisione del Gup, accusato di duplice omicidio aggravato e frode informatica...
Sarà processato il 4 marzo prossimo in Corte d'Assise a Cagliari, Claudio Gulisano, il 44enne accusato di aver ucciso i genitori Luigi Gulisano e Marisa Dessì, di 79 e 82 anni a dicembre dello scorso anno.
Questa mattina, il 44enne, difeso dall'avvocato Luigi Sanna, si è presentato davanti al Gup Marco Mascia che lo ha rinviato a giudizio come richiesto dalla pm Rossana Allieri che ha coordinato le indagini dei carabinieri.
In Tribunale Claudio Gulisano, da quanto si apprende, avrebbe mantenuto lo sguardo basso senza mai incrociare quello del fratello Davide e degli altri parenti presenti.
Il 44enne a marzo dovrà rispondere di duplice omicidio pluriaggravato e frode informatica per aver prelevato dai conti dei genitori circa 20mila euro usando la loro piattaforma di home banking.
Nel corso dell'udienza il Gup ha anche ammesso il fratello Davide Gulisano, rappresentato dall'avvocato Gianluca Aste, come parte civile.
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, i due anziani sono stati uccisi dal figlio il 4 dicembre dello scorso anno nel loro appartamento di via Ghibli, al Quartiere del Sole a Cagliari.
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