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23 Giugno 2025
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Sotto la sua guida una stagione di forte crescita
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Kimi Antonelli supera l'esame di maturità: "Promosso!"

23 Giugno 2025
Andrea Kimi Antonelli - Ipa/Fotogramma e Instagram

(Adnkronos) - Andrea Kimi Antonelli si è diplomato. Il pilota della Mercedes, 18enne alla prima stagione di Formula 1 e fresco di primo podio nell'ultimo Gp del Canada, ha superato oggi, lunedì 23 giugno, l'esame di maturità. Antonelli ha completato così i suoi cinque anni di studio all’istituto tecnico per finanza e Marketing 'Gaetano Salvemini' di Caselecchio di Reno, celebrando il traguardo sul proprio profilo Instagram: "Promosso!" ha scritto in una storia in cui il pilota si mostra con una corona d'alloro in testa. 

"Io ho scelto la traccia sull'attualità: è andata bene, ho cercato di fare del mio meglio, quindi, speriamo", aveva detto il pilota bolognese dopo la prova scritta, "la notte prima degli esami l'ho passata con i miei amici, abbiamo festeggiato a casa mia lo scudetto della Virtus Bologna, abbiamo ripassato e ascoltato 'Notte prima degli esami' di Antonello Venditti. Il tema? Tipologia 'B' perché parlava del rispetto, sono andato quindi sull'attualità dato che mi ha permesso di collegarmi allo sport". 

Antonelli si era detto tranquillo per la seconda prova, perché "l'inglese è la materia che mi riesce meglio e in maniera più facile", ma un po' più preoccupato per l'orale. "Sono un po' più indietro con il programm,a ma mi sono fatto aiutare dai miei amici per recuperare. Vorrei arrivare il più preparato possibile alla prova quindi sto facendo tutti i collegamenti possibili tra le varie materie", aveva rivelato il pilota, che oggi può festeggiare il suo diploma prima di tornare a pensare alla pista, con il prossimo Gran Premio di Formula 1 in programma domenica 29 giugno in Austria. 

 

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Iran, Bertolotti (Ispi): "Blocco Stretto Hormuz? Guerra ibrida e cyberattacchi tra opzioni"

23 Giugno 2025
Iran, Bertolotti (Ispi):

(Adnkronos) - Mine navali, barchini, droni d'attacco, droni navali, ma anche sabotaggi, una risposta asimmetrica, una guerra ibrida, cyberattacchi e l'aiuto dei proxy. Sono infinite le opzioni per l'Iran che minaccia la chiusura dello Stretto di Hormuz, rotta strategica per tutti, compresa la Repubblica Islamica che dal 13 giugno è coinvolta nel conflitto con Israele e che è stata teatro di raid Usa contro tre siti del suo controverso programma nucleare. "L'Iran potrebbe fare due cose: agire direttamente o indirettamente", dice all'Adnkronos Claudio Bertolotti, direttore di Start Insight e analista dell'Ispi. E' stato capo sezione contro-intelligence e sicurezza della Nato in Afghanistan e spiega come nel primo caso l'Iran potrebbe posizionare mine navali. "Ne ha di convenzionali o intelligenti o limitatamente intelligenti e sono facilmente dispiegabili con piccole imbarcazioni o sottomarini costieri". Ed è "l'approccio soft", ma "più impegnativo rispetto ad attacchi con missili antinave o missili balistici o da crociera che possono colpire obiettivi in transito". 

Senza contare che ci sarebbe poi la questione dello sminamento. E, osserva, "le mine sono una minaccia per le navi in transito, ma anche per gli asset che si occupano di sminamento e che possono essere sottoposti a fuoco avversario" durante le attività. "Una nave ferma è una nave che rischia di essere ancor più obiettivo di quanto non lo sia una nave in formazione e avere una flotta bloccata è un rischio per gli Stati Uniti", sottolinea, convinto che gli Usa "interverrebbero nella fase di posa delle mine, senza attendere che la minaccia si concretizzi". Un'operazione che anderebbe comunque "a incidere solo su una percentuale delle mine collocate", ma complicherebbe le cose per l'Iran, che "non avrebbe gioco facile". L'obiettivo resta sempre "rallentare, non distruggere". 

C'è anche, continua Bertolotti, la possibilità di un "blocco con mezzi convenzionali, con la Marina, la componente navale dei Guardiani della Rivoluzione". Consisterebbe in "fermo e sequestro di petroliere come avvenuto in passato". Poi c'è la 'lezione Ucraina', quella della guerra dei droni in cui l'Iran è accusato di coinvolgimento. E si passa a un piano più "evoluto". Ovvero quello di "droni d'attacco o droni navali per disturbare o danneggiare la navigazione commerciale in modo mirato". Ma, evidenzia l'esperto, sarebbe sempre una scelta "sostenibile solo nel breve periodo".  

L'eventuale chiusura da parte dell'Iran dello Stretto di Hormuz comporterebbe ripercussioni per gli Stati Uniti, ma avrebbe "molto più impatto sul resto del mondo", Cina in particolare, ha detto il segretario di Stato Usa, Marco Rubio. "Se minassero lo Stretto di Hormuz i cinesi pagherebbero un prezzo enorme e ogni Paese del mondo pagherebbe un prezzo enorme. Anche noi", ha affermato. Pechino, ricorda Bertolotti, "ha un rapporto privilegiato con l'Iran ed è preoccupata perché il naviglio sarebbe esposto a rischi e a un costo maggiore di gestione, aumenterebbero gli oneri assicurativi". E anche per questo l'esperto parla di scelta "sostenibile solo nel breve periodo". 

La seconda opzione, ovvero "agire indirettamente", comporterebbe una "delegittimazione della sicurezza navale, sabotaggi, che vanno a ridurre la fiducia, e attacchi per procura attraverso le milizie alleate". In particolare, gli Houthi dello Yemen che - evidenzia - "mantengono una capacità militare consistente e possono colpire nel Golfo di Aden e nel Mar Arabico". Inoltre, "impiegare i barchini è un'opzione e farlo in maniera indiretta li esporrebbe, anche se non formalmente perché andrebbe tutto ricondotto all'Iran in modo più complicato" e "in 50 anni" la Repubblica Islamica ha "imparato a muoversi bene sia sul piano diplomatico che 'sottosoglia'", ha "imparato a fare senza spesso vedersi attribuite responsabilità". Infine, ma non per importanza, "guerra ibrida e attacchi cibernetici che sono in grado di colpire i sistemi di navigazione" sono un'altra possibilità. 

Scenari possibili, resta la domanda: a cosa servirebbe? "La minaccia della chiusura o la potenziale chiusura temporanea dello Stretto di Hormuz - risponde Bertolotti - servirebbe come strumento di deterrenza o pressione negoziale". Sarebbe più questo che un'opzione "realmente applicabile", commenta, sottolineando come "non sia sostenibile nel medio e nel lungo periodo". Solo nel breve, "come strumento negoziale a fronte però delle ripercussioni che ne deriverebbero". 

Non mancano le incognite. Innanzitutto, prosegue nella sua analisi, "perché la risposta degli Stati Uniti potrebbe essere molto decisa nel caso in cui l'Iran dovesse azzardare". Ed è convinto l'Iran "stia giocando la carta della chiusura di Hormuz come strumento negoziale" sebbene in un "contesto completamente nuovo", come quello di "un conflitto aperto, come non c'è mai stato, tra Iran e Israele e Iran e Usa". "E' cambiato il paradigma - osserva - non è più la politica di deterrenza e minaccia, siamo alla guerra combattuta tra Israele e Iran". 

L'obiettivo, rimarca, "è spingere verso una soluzione negoziale che sia favorevole all'Iran perché il rischio grande e senza precedenti per il regime degli ayatollah è che potrebbe essere il momento in cui si potrebbe vedere l'ipotesi di un regime change". E l'ipotesi più rosea è quella di un "sistema democratico sostenuto dalla popolazione". Ma, conclude mentre Trump sembra volere nuovo Iran, il 'suo' Miga, "c'è da temere che spinte centrifughe interne all'Iran e autonomiste possano spingere verso una guerra civile, i cui esiti sono terribilmente prevedibili e immaginabili". 

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Carburanti, prosegue aumento prezzo benzina e diesel: quanto costa ora fare il pieno

23 Giugno 2025
Una pompa di benzina - (Ipa)

(Adnkronos) - Continua ad aumentare il prezzo di benzina e diesel. Analizzando i dati ufficiali del Mimit, risulta che in una sola settimana (dal 16 al 23 giugno compresi) la verde in modalità self service è rincarata di 4 cent al litro (con un aumento pari a 2 euro per un pieno di 50 litri), mentre il gasolio è salito di 6,16 cent (pari a 3 euro e 8 cent in più a rifornimento). 

La stangata, rileva l'Unione nazionale consumatori, è maggiore in alcune regioni, in particolare in Sicilia che detiene il record dei rialzi sia per quanto riguarda la benzina che il gasolio, che segnano un incremento, rispettivamente, di 4,9 cent, pari a 2 euro e 45 cent a pieno, e di 7,8 cent per il diesel, equivalenti a 3 euro e 90 cent a rifornimento. 

"La buona notizia, se così si può dire, è che per una volta la maglia nera non viene indossata dalle autostrade, che non salgono sul podio per nessuno dei due carburanti - afferma Massimiliano Dona, presidente Unc - Per la benzina, la medaglia d'argento spetta alla Valle d'Aosta (4,7 cent al litro, 2,35 euro a pieno), quella di bronzo a Calabria e Lombardia (4,4 cent, 2,20 a pieno). Per il gasolio, invece, al secondo posto Lombardia ex aequo con il Veneto con 7 cent al litro, pari a 3,50 euro a rifornimento. Segue il Piemonte (6,8 cent, 3,40 euro)". 

 

Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Q8 ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Tamoil registriamo un rialzo di un centesimo sul gasolio. 

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,748 euro/litro (+21 millesimi, compagnie 1,755, pompe bianche 1,731), diesel self service a 1,670 euro/litro (+36, compagnie 1,677, pompe bianche 1,656). Benzina servito a 1,886 euro/litro (+20, compagnie 1,930, pompe bianche 1,801), diesel servito a 1,806 euro/litro (+34, compagnie 1,850, pompe bianche 1,724). Gpl servito a 0,707 euro/litro (-1, compagnie 0,716, pompe bianche 0,698), metano servito a 1,441 euro/kg (+2, compagnie 1,445, pompe bianche 1,438), Gnl 1,269 euro/kg (+1, compagnie 1,267 euro/kg, pompe bianche 1,271 euro/kg). 

Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,845 euro/litro (servito 2,108), gasolio self service 1,779 euro/litro (servito 2,047), Gpl 0,843 euro/litro, metano 1,507 euro/kg, Gnl 1,342 euro/kg. 

 

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Israele-Iran, il ruolo della Cina: cosa chiede Pechino e perché

23 Giugno 2025
Guo Jiakun - (Foto da Facebook)

(Adnkronos) - Cina, Russia e Pakistan hanno presentato una bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell'Onu in cui sollecitano un cessate il fuoco "immediato e senza condizioni" e una soluzione diplomatica della questione nucleare dell'Iran. Il testo sollecita anche la protezione dei civili, il rispetto del diritto internazionale e l'impegno delle parti al dialogo e ai negoziati. Ma sulla sua possibile reazione alla chiusura, da parte di Teheran, dello stretto di Hormuz, Pechino si trincera ancora questa mattina dietro il no comment del portavoce del ministero degli Esteri, Guo Jiakun.  

 

La posizione di Pechino, Mosca e Islamabad riassunta nella bozza di risoluzione, ha dichiarato l'inviato di Mosca al Palazzo di Vetro, Vitaly Nebenzya, riflette la posizione della grande maggioranza dei Paesi membri. Si tratta di un testo "breve ed equilibrato", ha aggiunto, auspicando che possa essere approvata in modo da "segnalare la necessità di porre fine alla violenza il prima possibile".  

La Cina, che acquista la quasi totalità dell'export di petrolio iraniano, condanna gli attacchi americani contro l'Iran e il bombardamento di siti nucleari monitorati dall'Aiea in termini ancora più decisi anche se non dovrebbe arrivare a sostenere Teheran a chiudere lo Stretto di Hormuz.  

Ieri il segretario di Stato Usa, Marco Rubio ha chiesto esplicitamente a Pechino di esercitare la sua influenza su Teheran per evitare la chiusura della cruciale via di transito commerciale ma sono gli interessi economici a fare la differenza. "La Cina si opporrà quasi certamente alla chiusura, ma lo farà a modo suo", anticipa Wang Yiwei, direttore dell'Istituto per gli Affari internazionali dell'Università Renmin a Pechino, sottolineando che la Cina ha bisogno di continuare ad aver accesso al petrolio iraniano. Di certo per Pechino sarebbe "improprio, o perfino contro producente, discuterne con gli Stati Uniti o esercitare pressioni su Teheran su richiesta degli Stati Uniti", aggiunge, in una intervista al New York Times.  

"E' danneggiato l'Iran, ma anche la credibilità americana, come un Paese e come parte di qualsiasi negoziato internazionale", ha dichiarato il Rappresentante di Pechino a New York, Fu Cong, in una intervista all'emittente pubblica del suo Paese. Posizione, quella di condanna agli Usa di escalare la violenza in Medio Oriente, rilanciata questa mattina dall'agenzia Xinhua. "L'aggravarsi della situazione nella regione è un duro promemoria che la politica di potenza e gli interventi militari non portano ad altro che caos e instabilità", si legge nel commento.  

"Le azioni degli Usa violano seriamente lo scopo e i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, così come la sovranità, la sicurezza e l'integrità territoriale dell'Iran. Hanno esacerbato le tensioni in Medio oriente e inferto un colpo pesante al regime internazionale di non proliferazione nucleare", ha spiegato durante la riunione di emergenza del Consiglio, esprimendo la preoccupazione di Pechino per "il rischio che la situazione vada fuori controllo" e sottolineando che "gli strumenti diplomatici per affrontare la questione nucleare dell'Iran non si sono esauriti". Fu ha chiamato i Paesi membri del Consiglio a "dimostrare il loro deciso senso di responsabilità sostenendo la bozza di risoluzione".  

 

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Imprese, Engineering nomina Andrea Gabardo executive vicepresident public sector

23 Giugno 2025
Imprese, Engineering nomina Andrea Gabardo executive vicepresident public sector

(Adnkronos) - Engineering, leader nei processi di digitalizzazione per aziende e pubbliche amministrazioni, annuncia la nomina di Andrea Gabardo a executive vice president public sector. A diretto riporto del ceo Aldo Bisio, nel suo nuovo ruolo Andrea Gabardo avrà la responsabilità di guidare e sviluppare il mercato public sector in tutti i suoi segmenti: pubblica amministrazione centrale e locale ed healthcare. Con una consolidata esperienza nel mercato public sector e una profonda conoscenza delle soluzioni it più innovative a supporto dei processi di innovazione digitale delle pubbliche amministrazioni, Gabardo garantirà il suo contributo nel percorso di crescita e di rafforzamento di Engineering quale partner di riferimento per la trasformazione digitale del settore pubblico. 

Andrea Gabardo subentra a Dario Buttitta, che lascerà il Gruppo il prossimo 31 agosto dopo aver ricoperto ruoli di primaria responsabilità e aver guidato con riconosciuta competenza la divisione public administration & healthcare. 

Aldo Bisio, ceo del Gruppo Engineering, ha dichiarato: “Con grande piacere do il benvenuto ad Andrea Gabardo nel leadership team di Engineering, certo che con la sua comprovata esperienza contribuirà a consolidare la nostra leadership nel settore pubblico, dove negli anni il Gruppo è diventato un riferimento e un partner strategico per le Pubbliche Amministrazioni. Desidero inoltre esprimere un sentito ringraziamento a Dario Buttitta, al quale va la nostra più profonda gratitudine per l’eccezionale dedizione offerta in oltre trent’anni di carriera in Engineering". Dopo una lunga carriera in Accenture, dove ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità, Gabardo nel 2022 è stato nominato ceo di Intellera Consulting. Nel 2024, in seguito all’acquisizione di Intellera da parte di Accenture, è rientrato in Accenture con il ruolo di Emea market maker lead per health e public sector. 

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Dermatite dei bovini, si riunisce in Regione l'Unità di crisi

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Harry e il ramoscello al padre Carlo per gli Invictus Games 2027

23 Giugno 2025
Principe Harry - (Ipa)

(Adnkronos) - Il principe Harry desidera riconciliarsi con re Carlo e il fratello William, come ha dichiarato lo scorso mese in una lunga intervista alla Bbc, nella quale ha ammesso che suo padre non gli parlava e che non sapeva quanto tempo gli restasse ancora da vivere. In quell'occasione, il duca di Sussex ha affermato che "non ha senso continuare a lottare" e che "la vita è preziosa. Il perdono è una possibilità al 100%, perché vorrei riavere indietro mio padre e mio fratello". Detto e (quasi) fatto, Harry ha deciso di invitare la famiglia reale agli Invictus Games del 2027 nella speranza che si rivelino l'occasione ideale per la riconciliazione.  

Secondo quanto scrive la stampa britannica, gli inviti saranno anticipati a Buckingham Palace via email fra qualche giorno, mentre quelli formali saranno inviati in prossimità dell'evento. L'augurio è che il re, nello spazio temporale fra l'invito e la data dei Giochi, abbia tempo di inserire nell'agenda la propria presenza a Birmingham fra due anni a luglio. 

Una fonte vicina ai Sussex ha dichiarato al Mail on Sunday: "Harry ha accettato di estendere l'invito per gli Invictus alla sua famiglia. I reali hanno sempre sostenuto enormemente i Giochi e sono orgogliosi di ciò che Harry ha realizzato in questo ambito. Questo è un ramoscello d'ulivo da parte sua che potrebbe essere ricambiato". Un'altra fonte ha dichiarato al Telegraph che non sono ancora stati fatti inviti e che spetta alla squadra degli 'Invictus Games Birmingham 2027' inviarli, non al duca.  

Ieri Buckingham Palace non ha commentato, sostenendo che le agende non vengono pianificate con così largo anticipo. Secondo il Telegraph, una possibile riconciliazione è stata discussa ai massimi livelli e i collaboratori del Palazzo sono consapevoli che l'evento potrebbe rivelarsi un'occasione propizia per ricucire i ponti. Tuttavia, un punto cruciale sarà la coincidenza con l'80esimo compleanno della regina. I Giochi si apriranno al National Exhibition Centre di Birmingham il 12 luglio 2027 e si concluderanno il 17 luglio, giorno del compleanno di Camilla, per il quale sono già in corso i preparativi per i festeggiamenti.  

Non è ancora noto se la duchessa di Sussex o i loro figli, il principe Archie e la principessa Lilibet, che nel 2027 avrebbero rispettivamente otto e sei anni, raggiungerebbero il duca nel Regno Unito. Se Meghan decidesse di non tornare, sarebbero i primi Invictus Games che perderebbe da quando ha conosciuto il principe Harry. Tuttavia, per quest'ultimo si tratterebbe sicuramente dell'occasione perfetta per riunire i suoi figli al nonno, che conoscono a malapena. Durante la sua battaglia legale per avere a disposizione i servizi di sicurezza pubblici durante le sue visite nel Regno Unito, il secondogenito di re Carlo ha affermato di non sentirsi in grado di portare i figli in Gran Bretagna, aggiungendo di non poter mettere sua moglie "in pericolo". Ma dato che il Regno Unito ospita l'evento, si pensa che ci possa essere un modo per garantire che tutti i Sussex che vi parteciperebbero siano inclusi nel più ampio ombrello di protezione della polizia. 

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Pogba, attacco alla Juve: "Durante squalifica non mi hanno aiutato, eravamo in guerra"

23 Giugno 2025
Paul Pogba - Afp

(Adnkronos) - Paul Pogba si prepara a tornare in campo. Il centrocampista francese, reduce dalla squalifica, poi ridotta, per il caso doping che lo ha riguardato e dalla conseguente rescissione del suo contratto con la Juventus, si prepara a firmare un contratto biennale con il Monaco. Pogba esordirà quindi in Ligue 1, dopo una carriera spesa tra Premier League, con la maglia del Manchester United, e quella della Juve, ma interrottasi dopo la sua positività al testosterone. 

Pogba ha parlato proprio del suo periodo di squalifica, non risparmiando frecciate al club bianconero: "Alla Juventus avevo chiesto aiuto, ma mi è stato negato", ha detto amareggiato Paul in un'intervista rilasciata alla tv francese Tf1, "avevo chiesto ad esempio la possibilità di fare dei massaggi, di avere un preparatore atletico visto che facevo sempre parte della squadra. Ne avevo diritto, ma non mi hanno sostenuto, e questo mi ha colpito, non ne ho capito il motivo. Credevo di essere in guerra con l'antidoping, non con la Juventus".  

Proprio la squalifica è stata alla base del suo addio alla Juve: "Non potevo portare i miei figli a scuola passando ogni giorno davanti allo stadio e al centro di allenamento sapendo che non avrei potuto giocare lì per molto tempo. E proprio i miei figli mi chiedevano quando sarei tornato e quando sarebbero potuti tornare a vedermi allo stadio". 

 

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