
Nuovo appuntamento oggi, domenica 30 novembre, alle 14.00 su Rai1 con 'Domenica In'. Alla conduzione, come sempre, Mara Venier, affiancata da Tommaso Cerno, Teo Mammucari ed Enzo Miccio. Una puntata tra cinema, televisione e musica, ricca di ospiti e sorprese: in studio ci sarà Can Yaman, protagonista della serie evento su Rai 1 'Sandokan', in onda da lunedì 1° dicembre per quattro puntate con la regia di Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo.
Barbara D’Urso sarà al centro di un’intervista esclusiva con Mara Venier in cui si racconterà tra carriera e vita privata, e insieme a Pasquale La Rocca parlerà della sua esperienza a 'Ballando con le Stelle'. Pio e Amedeo presenteranno il loro primo film da registi, 'Oi vita mia', appena uscito nelle sale, accompagnati da Lino Banfi, interprete di un ruolo poetico nella pellicola. Gli attori Giacomo Giorgio e Alessio Vassallo saranno presenti per raccontare rispettivamente il film-tv 'Carosello in Love', in onda su Rai 1 domenica sera, e la serie 'L’altro Ispettore', in tre puntate da martedì 3 dicembre.
Sanremo 2026, invece, sarà al centro dello spazio dedicato all’attualità: a pochi minuti dall’annuncio di Carlo Conti dei Big in gara nel TG1 delle 13.30, Mara Venier e Tommaso Cerno commenteranno a caldo il cast della 76ª edizione del Festival insieme a Bruno Vespa, Gigliola Cinquetti, Nicoletta Mantovani e al giornalista Luca Dondoni.
Non mancherà il divertimento insieme a Teo Mammucari che sarà protagonista del gioco 'Il Musichiere' e del gioco telefonico 'La cassaforte di Domenica In', mentre il ‘wedding designer’ Enzo Miccio ci farà rivivere gli anni del mitico 'Carosello'.
Torna in pista la Formula 1. Oggi, domenica 30 novembre, va in scena il Gran Premio del Qatar - in diretta tv e streaming - penultimo appuntamento del Mondiale. Si riparte dalla gara Sprint di ieri vinta dalla McLaren di Oscar Piastri, che ha accorciato sul compagno di scuderia Lando Norris, terzo dietro la Mercedes di George Russell. Cercano riscatto le due Ferrari, con Charles Leclerc che ha chiuso 13esimo la gara corta, mentre Lewis Hamilton ha tagliato il traguardo al 17esimo posto.
Il Gran Premio del Qatar di Formula 1 è in programma oggi, domenica 30 novembre, alle ore 17. La gara sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport, mentre in chiaro si potrà seguire in differita, alle 21, su TV8. In streaming il Gp sarà disponibile sull'app SkyGo, su NOW e, all'orario previsto, sulla piattoforma web di TV8.

Torna in campo l'Atalanta. La Dea sfida oggi, domenica 30 novembre, la Fiorentina - in diretta tv e streaming - alla New Balance Arena di Bergamo nella tredicesima giornata di Serie A. La squadra di Palladino, che ha sostituito Ivan Juric sulla panchina bergamasca esordendo con una sconfitta al Maradona con il Napoli, si è riscattato in Champions League, dove ha battuto l'Eintracht Francoforte a domicilio per 3-0.
Quella di Vanoli, subentrato a Pioli, ha invece pareggiato in casa con la Juve prima di perdere in Conference League, sempre al Franchi, per 1-0 con l'Aek Atene.
Atalanta-Fiorentina, orario e probabili formazioni
La sfida tra Atalanta e Fiorentina è in programma oggi, domenica 30 novembre, alle ore 18. Ecco le probabili formazioni:
Atalanta (3-4-2-1): Carnesecchi; Djimsiti, Hien, Ahanor; Bellanova, Ederson, De Roon, Zappacosta; De Ketelaere, Lookman; Scamacca. All. Palladino
Fiorentina (4-3-1-2): De Gea; Pongracic, Marì, Ranieri; Dodo, Mandragora, Fagioli, Sohm, Parisi; Kean, Gudmundsson. All. Vanoli
Atalanta-Fiorentina, dove vederla in tv
Atalanta-Fiorentina sarà trasmessa in diretta televisiva da Dazn, visibile tramite smart tv, ma sarà disponibile anche sui canali SkySport. Il match si potrà seguire inoltre in streaming sulla piattaforma Dazn, sull'app SkyGo e su NOW.

Sparatoria a Stockton, in California, durante una festa di compleanno: 4 i morti e 10 i feriti. Le indagini sono in corso. Circa 14 persone sono state colpite da proiettili, ha dichiarato l'ufficio dello sceriffo in un comunicato diffuso sui canali social.
La sparatoria è avvenuta durante il compleanno di un minore, come riferito dal vicesindaco di Stockton Jason Lee, tramite un post su Facebook. Le forze dell'ordine hanno ricevuto segnalazioni di colpi d'arma da fuoco poco prima delle 18 di sabato (ora locale), in prossimità del blocco 1900 di Lucile Avenue a Stockton, situata a circa 50 miglia a est di San Francisco. Gli spari sono stati uditi all'interno di una sala ricevimenti adiacente a un parcheggio condiviso con diverse attività commerciali.
Le prime indicazioni suggeriscono che potrebbe trattarsi di un incidente mirato e gli investigatori stanno esplorando tutte le possibilità, ha osservato l'ufficio dello sceriffo. Invitiamo chiunque abbia informazioni, filmati video o chiunque abbia assistito a qualsiasi parte di questo incidente a contattare immediatamente l'ufficio dello sceriffo della contea di San Joaquin.
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C'è un uomo che ha fatto della propria fragilità un'arte e delle proprie nevrosi un linguaggio universale. È Woody Allen il regista che ha trasformato la timidezza dello shlemiel ebreo newyorchese (ovvero di una persona maldestra, sfortunata, incapace di cavarsela, ma in modo tenero e ironico) in una filosofia di vita, in una lente deformante e lucidissima attraverso cui osservare il mondo. Da più di sessant'anni Allen racconta con ironia e malinconia le miserie e i paradossi dell’esistenza umana, alternando risate e sconforto, jazz e filosofia, amori impossibili e senso di colpa. E oggi mentre taglia il traguardo dei 90 anni (nacque il 30 novembre 1935 e fu registrato all'anagrafe il giorno successivo, 1 dicembre,e così si spiega la discrepanza di date che si registra nelle sue biografie), resta uno degli ultimi veri autori del cinema contemporaneo: un uomo che ha saputo coniugare Ingmar Bergman e Groucho Marx, Fedor Dostoevskij, Sigmund Freud e George Gershwin, con la leggerezza del funambolo che sa di camminare sul filo del dubbio.
Allen Stewart Konigsberg - il suo vero nome - è nato a Brooklyn, nel cuore di una New York che non ha mai smesso di amare e filmare. Quella città è la sua musa, la sua ossessione, il suo eterno palcoscenico. "Manhattan" (1979) non è solo un film, ma una dichiarazione d'amore in bianco e nero, un'ode a una città che vibra di malinconia e speranza, di jazz e di luci al neon. È il teatro di un microcosmo umano fatto di scrittori insicuri, donne indecifrabili e relazioni sentimentali complicate, come complicata è la vita per chi si interroga troppo su di essa.
Ma prima di arrivare a "Io e Annie", il film che nel 1978 gli regalò quattro Oscar (tra cui miglior regia e miglior sceneggiatura), Woody Allen aveva percorso la lunga strada del comico di cabaret e del battutista televisivo. Scriveva gag per altri, come un ghost writer dell'umorismo, fino a trovare la propria voce in una serie di pellicole che mescolavano satira e assurdo.
Dalla satira più spumeggiante alla riflessione sull'amore e sull'assurdo della vita, la carriera di Woody Allen è stato fin dagli inizi un viaggio irresistibile nel cinema e nella comicità. Si passa da "Prendi i soldi e scappa" (1969), esordio che già mostra la sua ironia tagliente, a "Il dittatore dello stato libero di Bananas" (1971), fino ai colpi di genio di "Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere" (1972) e "Il dormiglione" (1973), e poi alle commedie romantiche e satiriche come "Amore e guerra" (1975). Ogni film è un tassello di un mosaico unico, dove la malinconia convive con la risata e dove lo sguardo sull'umanità resta sempre acuto e indimenticabile. Erano film che facevano ridere e pensare, in cui la cultura alta veniva sporcata con la comicità più fisica, e la filosofia finiva in mezzo alle gag.
La svolta con 'Io e Annie'
Poi arrivò "Io e Annie", e tutto cambiò. Con quella commedia sentimentale intellettuale - che raccontava il fallimento di un amore e l’impossibilità di smettere di analizzarlo - Allen trovò la sua forma definitiva. Al centro c'era Diane Keaton, musa e compagna di vita, e un uomo che parlava troppo, amava troppo, pensava troppo. Da quel momento il comico diventò autore, e il regista nevrotico di New York divenne la voce di un'intera generazione di spettatori.
Negli anni successivi, Allen cominciò a scavare più a fondo nei propri fantasmi: con "Interiors" (1978) e "Settembre" (1987) guardò a Bergman e Anton echov, con "Stardust Memories" (1980) e "Zelig" (1983) rifletté sul mestiere dell'artista e sull'identità, con "La rosa purpurea del Cairo" (1985) mise in scena la sua devozione per il cinema, immaginando una spettatrice che fugge dalla realtà entrando nello schermo. Ogni film sembrava una variazione sul tema della solitudine e del desiderio, del rimpianto e della fuga. Eppure, nel suo pessimismo ostinato, Allen restava sempre un ottimista morale: "Bisogna credere in qualcosa. Io credo che tutto ciò che serve sia un buon pasto", faceva dire a un suo personaggio.
Con "Hannah e le sue sorelle", nel 1986, toccò uno dei vertici più alti: un affresco corale di passioni e malinconie familiari, dove la fragilità diventa compassione e la paura della morte si placa grazie alla musica di Louis Armstrong e alla comicità dei fratelli Marx. "Mi sono salvato guardando una loro scena", dice il suo alter ego. È il manifesto della sua fede più profonda: la risata come redenzione.
Negli anni Novanta e Duemila, mentre Hollywood si allontanava da lui e l'Europa continuava ad adorarlo, Allen non smise di cercare nuove strade. Girò film più cupi come "Crimini e misfatti", "Ombre e nebbia", "Mariti e mogli", ma anche commedie raffinate come "Pallottole su Broadway", "La dea dell'amore" e "Tutti dicono I love you". Con "Accordi e disaccordi" e "Criminali da strapazzo" tornò ai toni leggeri delle origini, prima di reinventarsi regista europeo con "Match Point", "Sogni e delitti", "Vicky Cristina Barcelona", "Midnight in Paris" e "To Rome with Love". Ognuno di questi film è una variazione del suo stesso tema: la casualità della vita, il desiderio che travolge, la morale che vacilla, l'arte come rifugio.
Autore e maschera tra arte e privato
Il genio di Allen è stato anche quello di trasformare se stesso in un personaggio. La sua figura - esile, nervosa, eternamente indecisa - è diventata un archetipo, una maschera riconoscibile quanto quella di Charlie Chaplin. In scena o fuori scena, Woody è sempre Woody: un uomo che parla di psicanalisi come altri parlano del meteo, che si interroga su Dio e sull'amore con la stessa ironia con cui si lamenta del traffico o del mal di schiena.
Negli ultimi decenni la sua vita è stata segnata da controversie e accuse che hanno diviso pubblico e critica. Il lungo conflitto con Mia Farrow, le accuse di molestie da parte della figlia Dylan - sempre da lui negate e mai provate in sede giudiziaria - hanno oscurato per molti la percezione dell'artista, soprattutto in un'epoca sensibile come quella del movimento #MeToo. Allen ha continuato a difendersi, sostenendo di essere stato vittima di una campagna mediatica e ribadendo che le indagini dell'epoca lo avevano scagionato. La verità, come spesso accade nel suo cinema, resta un territorio ambiguo, dove la colpa e l'innocenza convivono nello stesso sguardo.
Eppure, al di là delle ombre, la sua filmografia - più di cinquanta titoli in quasi sessant'anni - è un monumento alla libertà creativa. Un corpus che attraversa i generi e le epoche, rimanendo sempre fedele a un’unica ossessione: raccontare la fragilità dell'uomo moderno. Anche nei film più recenti, da "Café Society" a "Un giorno di pioggia a New York", da "Rifkin's Festival" fino al più recente "Coup de chance", girato in francese, Allen non ha smesso di interrogarsi sul destino e sull'amore, sul caso e sulla morale. È come se ogni film fosse un nuovo tentativo di dare un senso al caos, un piccolo esperimento morale travestito da commedia.
Nel 2020 ha pubblicato la sua autobiografia, "A proposito di niente" (La nave di Teseo), un titolo che sembra la perfetta sintesi della sua filosofia esistenziale: ironica, disincantata, ma piena d'amore per la vita. E anche se lui stesso ama ripetere che "non credo nell'aldilà, ma porterò con me un cambio di biancheria, non si sa mai", la sua opera ha già conquistato un posto nell'eternità del cinema. A novant'anni Woody Allen resta un paradosso vivente: un pessimista che fa ridere, un intellettuale che crede nel potere della risata, un artigiano del cinema che rifugge i grandi apparati industriali, un uomo che filma ancora come se dovesse convincere se stesso che la vita - con tutte le sue nevrosi, le sue ingiustizie e i suoi amori complicati - vale comunque la pena di essere vissuta. Forse è questa la sua più grande lezione: che si può guardare al mondo con disincanto senza smettere di cercare la meraviglia. E se domani qualcuno gli chiederà come si sente a novant'anni, è facile immaginare la risposta, detta con un sorriso ironico e uno sguardo sfuggente: "Abbastanza bene, considerando che l'alternativa era peggiore". (di Paolo Martini)

Venti di pace nella guerra tra Ucraina e Russia. Una delegazione di Kiev, guidata da Rustem Umerov e incaricata di portare avanti negoziati, arriverà nelle prossime ore a Miami, in Florida, dove incontrerà l'inviato speciale di Donald Trump Steve Witkoff e il genero del presidente americano Jared Kushner. Lo scrive Axios citando fonti ucraine, secondo le quali della delegazione fanno parte anche il vice ministro degli Esteri di Kiev Sergiy Kyslytsya, il capo di stato maggiore ucraino Andrii Hnatov e funzionari dell'intelligence ucraina. Fonti Usa rivelano che all'incontro è atteso anche il segretario di Stato americano Marco Rubio.
Il messaggio di Zelensky
"Prosegue il dialogo basato sui punti di Ginevra. La diplomazia rimane attiva. La delegazione ucraina è già negli Stati Uniti", ha scritto il Presidente ucraino Volodymir Zelensky in un post. "Gli americani stanno dimostrando un approccio costruttivo e nei prossimi giorni sarà fattibile definire i passi per determinare come portare la guerra a una fine dignitosa", ha aggiunto.
"La delegazione ucraina ha le direttive necessarie e mi aspetto che i ragazzi lavorino seguendo le chiare priorità dell'Ucraine", ha sottolineato Zelensky, dopo che nelle ultime ore il segretario del Consiglio di sicurezza Rustem Umerov ha preso il posto del suo braccio destro Yermak alla guida del team di negoziatori.
Lunedì vertice Macron-Zelensky
Il Presidente francese Emmanuel Macron riceverà Volodymir Zelensky lunedì a Parigi, rende noto l'Eliseo. Macron e Zelensky "discuteranno della situazione e delle condizioni per una pace giusta e duratura nella continuità delle discussioni di Ginevra e del piano americano e di una stretta concertazione con i nostri partner europei.
Ugualmente faranno il punto sul lavoro avviato sulle garanzie di sicurezza nel quadro della coalizione dei volontari", ha spiegato l'Eliseo. I due presidenti si erano visti a Parigi il 17 novembre scorso.
Il piano di Orban
"L’Ucraina dovrà diventare uno Stato cuscinetto tra Russia e Nato". Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha sintetizzato così la sua visione per il futuro di Kiev[1] in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt. Secondo il premier, il dopoguerra dovrà portare a "concessioni territoriali inevitabili" a favore di Mosca. Orbán immagina un accordo internazionale in cui "i territori negoziati resteranno sotto controllo russo", mentre "tutte le terre a ovest di quella linea - fino al confine orientale della Nato - costituiranno uno Stato ucraino ridotto". Il leader ungherese propone inoltre di "limitare dimensioni e capacità delle forze armate ucraine" presenti nella zona cuscinetto.
Le dichiarazioni giungono all’indomani della sua controversa visita a Mosca, durante la quale ha incontrato Vladimir Putin sostenendo la necessità di un’intesa rapida per chiudere il conflitto, anche al fine di garantire "approvvigionamenti energetici stabili e favorevoli" per l’Ungheria. "È tempo di abbandonare le illusioni e affrontare la realtà delineata nel piano di pace statunitense in 28 punti", ha affermato Orban, avvertendo che ulteriori ritardi "favoriranno la Russia, non l’Ucraina", e comporteranno nuove perdite "di territori e vite umane".
Secondo Orban, lo stesso piano americano prevederebbe anche una graduale reintegrazione della Russia nell’economia mondiale: "Le sanzioni saranno revocate nel tempo, i beni congelati serviranno a creare fondi di investimento Usa-Russia e le relazioni commerciali riprenderanno". Il premier ha infine smentito che i fondi russi contribuiscano al sostegno finanziario di Kiev: "La favola secondo cui gli europei stanno finanziando la guerra con il denaro russo è finita".

Le polemiche di Milan-Lazio non si concludono al triplice fischio. Il big match di oggi, sabato 29 novembre, si è concluso 1-0 per i rossoneri, che hanno vinto grazie al gol di Leao, con i biancocelesti che hanno protestato per una decisione di Collu che ha mandato su tutte le furie Maurizio Sarri. Dopo un tocco con il gomito di Pavlovic in area milanista, l'arbitro è stato richiamato al monitor dal Var ma ha deciso di non concedere il calcio di rigore punendo un fallo precedente sul difensore serbo.
Una decisione che ha mandato su tutte le furie Maurizio Sarri, tanto che il tecnico della Lazio ha deciso di non parlare in conferenza stampa dopo la partita. Non si è sottratto ai microfoni del post partita invece Massimiliano Allegri, espulso da Collu nel parapiglia finale[1]: "Negli ultimi minuti c'è stata un po' di confusione e non era facile nemmeno per l'arbitro prendere quella decisione", ha detto l'allenatore rossonero ai microfoni di SkySport.
Poi sulla sua espulsione: "Cosa ho detto all'arbitro? Collu c'era anche alla prima giornata contro la Cremonese. Quindi gli ho detto 'tutte le volte che ci sei tu esce fuori qualche casino'. Nella confusione penso fosse normale prendesse quella decisione, ma non l'ho offeso assolutamente".

"Questa settimana sono state scritte cose non vere". Così Barbara D'Urso è intervenuta a Ballando con le stelle per smentire alcune indiscrezioni circolate negli ultimi giorni. La conduttrice televisiva ha respinto una volta per tutte il presunto coinvolgimento nel 'lastra gate' di Francesca Fialdini sia le voci secondo cui vorrebbe imitare Raffaella Carrà, parole che ha tirato in ballo Guillermo Mariotto. "Cose non vere, nemmeno quella sulla Carrà. Io potrei essere il mignolo del piede destro di Raffaella Carrà", ha detto la conduttrice televisiva chiudendo così il discorso.
Nella decima puntata D'Urso ha portato in scena un paso doble, accanto al maestro di ballo Pasquale La Rocca, costruito attorno a un tema molto forte: la rabbia, in particolare quella che lei stessa dice di provare "contro il mondo". Nella clip che ha presentato l'esibizione, la conduttrice ha ripercorso uno dei dolori più profondi della sua vita: la perdita della madre, scomparsa a soli 42 anni quando lei era ancora una bambina.
"Il dolore più grande che ho provato è legato alla mia mamma", ha confidato commossa. "Sono ancora arrabbiata col mondo. Nessuno riusciva a capire che malattia avesse: è rimasta tre anni in un letto d’ospedale, con le flebo attaccate".
D’Urso ha ricordato tutti i momenti più duri di quella sofferenza: "Aveva febbri altissime, noi figli le stavamo accanto con le bottiglie di ghiaccio per mettergliele sulla fronte e darle un po' di sollievo. Io volevo salvarla da quella tortura".
La conduttrice ha ricordato poi l’ultimo giorno di vita della madre: "Io e i miei fratelli l’abbiamo salutata senza nemmeno poterci avvicinare al letto. Poi non l’abbiamo più vista".
Un ferita ancora aperta. "Mi metto nei suoi panni: una mamma di 42 anni che saluta i suoi tre bambini sapendo che non li rivedrà più. Io sono ancora arrabbiatissima, porto dentro tutto il rancore", ha concluso D'Urso.

David Parenzo contro Francesca Albanese dopo le dichiarazioni della relatrice speciale dell'Onu sull'assalto alla redazione del quotidiano La Stampa, a Torino, nella giornata del 28 novembre. Sabato Albanese si è espressa più volte sull'argomento. Hanno alimentato polemiche, in particolare, le parole con cui Albanese ha condannato l'aggressione facendo riferimento però anche ad un 'monito' per i giornalisti.
"Siamo oltre il delirio: le città che le hanno concesso onorificenze dovrebbero revocarle immediatamente, come fecero con quelle dedicate a Mussolini", il tweet con cui Parenzo prende posizione. Un utente sostiene che le parole di Albanese siano state estrapolate da un discorso più ampio: "La signora in oggetto meriterebbe un processo per istigazione all’odio. Baci", taglia corto Parenzo.
"Secondo me mi criticano perché io in questo momento faccio paura, perché rappresento un cambiamento e un risveglio delle coscienze. Non lo faccio volontariamente", dice Albanese, in chiusura di giornata, ad Accordi e disaccordi, sul Nove.
"Chiaramente - ribadisce - condanno la violenza nei confronti della redazione della Stampa, la mia colpa è quella di aver condannato anche la stampa italiana, occidentale per il pessimo lavoro, il lavoro indegno che ha fatto in larga misura sulla questione palestinese. La violenza non è mai una risposta né un'azione legittima neanche in una situazione violenta com'è l'Italia in questo momento".
"Neanche in un sistema violenza bisogna utilizzare la violenza perché succede, che a parte il danno morale, materiale, che si fa a dei giornalisti e che è indegno, si distrugge anche la causa e le ragioni di tutti quelli che in questi giorni stanno scendendo in piazza. Prova ne è il fatto che, oggi, l'unica notizia di cui si parla, e per cui si parla di me è l'attacco violento e indegno contro La Stampa", conclude.

Un cerchio monumentale di fosse profonde e perfettamente allineate attorno al complesso di Stonehenge potrebbe davvero essere un'opera dell'uomo del Neolitico, tra il 6.000 a.C. – 4.500 a.C. e il 2.000 a.C. A sostenerlo è un nuovo studio guidato dall'archeologo britannico Vince Gaffney, che rimette al centro del dibattito quello che potrebbe rivelarsi il più grande manufatto preistorico noto nel Regno Unito.
La vicenda nasce nel 2020, quando una squadra di 18 ricercatori annunciò la scoperta di due archi di fosse circolari distribuite per oltre 3 chilometri quadrati intorno ai Durrington Walls, il vasto recinto cerimoniale legato a Stonehenge. Le cavità - larghe circa 10 metri e profonde 5 - furono subito contestate da parte della comunità scientifica, secondo cui potevano essere semplici doline naturali formatesi nel terreno gessoso della zona.
La replica arriva ora sulle pagine della rivista "Internet Archaeology": un nuovo gruppo di studiosi, guidato ancora da Gaffney, presenta dati che confermerebbero l'origine intenzionale delle fosse. "Potrebbero rappresentare un confine sacro legato alle attività rituali di Durrington Walls", ha spiegato l’Università di Bradford, coinvolta nel progetto.
Nonostante nessuna delle fosse sia stata scavata completamente -un'operazione costosa e complessa - i ricercatori hanno utilizzato nel 2021 una serie di tecniche avanzate: prospezioni magnetiche e con georadar, analisi geochimiche, datazioni tramite luminescenza e perfino studi del Dna dei sedimenti prelevati dai carotaggi.
I risultati, riferisce il team, sono "coerenti con l'interpretazione originaria": le dieci strutture analizzate mostrano forme, dimensioni e disposizione sorprendentemente uniformi, incompatibili con fenomeni naturali casuali. La regolarità del tracciato fa pensare a una conoscenza numerica più sviluppata del previsto da parte delle comunità neolitiche.
La datazione tramite luminescenza colloca lo scavo delle fosse intorno al 2480 a.C., in pieno Neolitico e in contemporanea con l'uso di Durrington Walls. Un dato che indebolisce definitivamente l'ipotesi delle doline: per formarsi naturalmente, spiegano gli autori, sarebbe stato necessario uno spesso strato di sedimenti oggi assente e la cui rimozione su vasta scala non trova alcuna evidenza nel paesaggio.
Il nuovo studio invita quindi a proseguire le indagini: negli ultimi anni sono emerse strutture simili anche in altre aree della Gran Bretagna, come Milltimber (Aberdeenshire) e Linmere (Bedfordshire), suggerendo che la costruzione di grandi cerchi di fosse fosse tutt'altro che rara per le comunità che eressero Stonehenge.
"L'esistenza di estesi complessi di fosse non dovrebbe sorprenderci, ma essere prevista durante il lavoro sul campo", concludono i ricercatori. Un messaggio che si rivolge alla comunità scientifica: quei vuoti nel terreno, spesso liquidati come anomalie naturali, potrebbero invece raccontare uno dei capitoli più affascinanti della preistoria britannica. (di Paolo Martini)

Non si tratta di una prima, ma Mika Brunold è destinato in ogni caso a entrare nella storia del tennis. Il giocatore svizzero, numero 307 del mondo, è uno dei primi professionisti a fare coming out, dichiarando apertamente la propria omosessualità. Per farlo Brunold ha scelto di condividere un messaggio sul proprio profilo Instagram.
"Oggi voglio condividere qualcosa di personale come tennista professionista, ho speso innumerevoli ore lavorando sul mio gioco, sul mio corpo e la mia mentalità", ha iniziato Brunold, "al di là di questo, una delle cose più importanti che ho imparato è che il successo sul campo non riguarda soltanto le capacità fisiche, ma dipende anche dallo scoprire la propria personalità ed essere sinceri con se stessi".
"Ho pensato molto a come parlarne. Anche se non è stato facile, nascondermi e pretendere di essere qualcuno che non sono non è mai stata un’opzione. Questa è la ragione per cui sento che sia giunto il momento di aprirmi e condividere con voi che sono gay”, ha concluso Brunold, ricevendo il sostegno di tifosi e appassionati nei commenti.

Selvaggia Lucarelli scuote Rosa Chemical. La giurata di Ballando con le stelle è riuscita a 'guastare' la pazienza e la calma del cantante, in gara con la ballerina Erica Martinelli, che per tutta l'edizione si era distinto per la sua capacità di mantenere sempre un atteggiamento pacato.
"Non riesco a condividere mai l'entusiasmo dei miei colleghi, non c'è mai qualcosa che effettivamente mi stupisce. Tu arrivi trasgressivi con un'aria sorprendente, io mi aspetto cose incredibili e poi l'unica cose che riesco a dire è 'carino' e questo uccide tutto", ha commentato Lucarelli.
La replica di Rosa Chemical non si è fatta attendere: "Mi si chiede sempre di ballare e questa sera ho ballato più che mai. Non andremo mai oltre il carino io e te, ma grazie comunque". "Come quelle storie che non decollano mai", ha ribattuto ironicamente Lucarelli.
"Mi sono impegnato tantissimo questa settimana, abbiamo preparato 3 balli diversi, io più di così non so che fare", ha risposto Chemical stizzito, esprimendo la propria frustrazione.

Scintille, risolte con il sorriso, tra George Russell e Lando Norris dopo le qualifiche di Formula 1 del Gp del Qatar. Oggi, sabato 29 novembre, durante le interviste, i due piloti inglesi si sono ritrovati uno accanto all'altro, con quello della Mercedes che ha stuzzicato quello della McLaren, leader del Mondiale e apparso subito nervoso. "Hai detto è colpa mia se non sei riuscito a fare il miglior tempo?", ha chiesto Russell, trovando la risposta, piccata, di Norris: "Chi te lo ha detto? Sono ca***te".
"Probabilmente credi pià a loro che a me, molto deludente", ha continuato il pilota McLaren, "sembra qualcosa che diresti tu", ha risposto quello Mercedes. Il dibattito è continuato con i due britannici che hanno parlato di scie e tempi, con Russell che giura di averlo voluto aiutare a vincere il Mondiale.
Tutto si conclude con George che indica la giornalista con cui ha parlato e Norris che sottovoce replica "lei non avrà un'intervista oggi", provocando il sorriso di Russell, che chiude il 'caso' con un pacca sulla spalla.

Caos nel finale di Milan-Lazio. Succede di tutto nel recupero del big match di Serie A di oggi, sabato 29 novembre, tra rossoneri e biancocelesti: sul risultato di 1-0 Romagnoli colpisce con il destro sugli sviluppi di palla inattiva, Pavlovic respinge con il gomito. L'arbitro Collu lascia inizialmente giocare ma viene richiamato dal Var. Nel mezzo il direttore di gara deve fare i conti con le vibranti proteste di Massimilano Allegri, espulso.
Al monitor, l'on field review mostra il tocco di gomito del difensore del Milan, ma l'arbitro decide di non fischiare il calcio di rigore per un fallo in attacco di Marusic, reo di aver tenuto la maglia del giocatore rossonero. A nulla servono le proteste della Lazio, con Collu che fa riprendere il gioco con un calcio di punizione in favore dei rossoneri.

Fabio Fognini ha chiuso definitivamente il capitolo lastra gate con un gesto in diretta a Ballando con le stelle. L'ex tennista dopo l'esibizione del tango argentino, in coppia con Giada Lini, si è avvicinato alla poltrona di Francesca Fialdini, seduta in platea a causa degli infortuni subiti, per porgerle pubblicamente le sue scuse.
Esortato da Alberto Matano, conduttore de La vita in diretta, Fognini ha spiegato: "Io e Francesca abbiamo parlato e penso di aver chiarito tutto. Penso che lei abbia capito e ho fatto le mie scuse se sono stato sgradevole, è un grandissimo equivoco. Ma ora è tutto risolto". "Grazie Fabio", ha replicato Fialdini, sancendo la pace in diretta televisiva. Il chiarimento si è concluso con un bacio affettuoso.
A stemperare il clima ci ha pensato, come al solito, la giurata Selvaggia Lucarelli che dopo aver promosso l'esibizione ha stuzzicato l'ex tennista: "Se hai bisogno di una lastra tu caro Fabio io le ho tutte. Le tue vanno sempre bene, io e Mariotto conosciamo osso per osso, anche il mignolo", ha scherzato.
Negli ultimi giorni ad animare gli spogliatoi del dance show ci ha pensato Francesca Fialdini e il suo 'lastra-gate'. La conduttrice, costretta al ritiro provvisorio per una lesione al piede destro e la frattura di 3 costole, aveva rivelato a 'Ballando segreto' che alcuni concorrenti avrebbero messo in dubbio la veridicità dei suoi infortuni chiedendo di poter visionare le lastre. Sui social era partita immediatamente una caccia alle streghe e in molti hanno ipotizzato che dietro ci fossero Fabio Fognini e Martina Colombari.
Milly Carlucci, in collegamento con La vita in diretta, aveva spiegato: "Sono stati fatti dei nomi a vanvera. Sono state tirate in ballo persone che non avevano niente a che vedere con questa storia. Barbara D'Urso e Martina Colombari non c'entrano nulla con questa vicenda. C'è stato un confronto vivace tra Fabio Fognini e Francesca Fialdini, è nato da un equivoco sull'uso delle parole. Poi si sono chiariti".
Fognini aveva già archiviato il caso su Instagram: "Ci tengo a chiarire una cosa. Non è vero che ho chiesto le lastre a Francesca. C'è stato un confronto nato per caso, non richiesto da me, e da sportivo con una lunga esperienza di infortuni ho semplicemente detto che da una frattura alle costole è difficile di recuperare in così poco tempo".
Poi, il turno con Martina Colombari. A smentire le voci ci hanno pensato le due concorrenti che sui social hanno condiviso un video in cui intonano 'Parole, parole”' di Mina. "Parole, parole, parole, soltanto parole, parole non fra noi, fra tutti. Fra noi no, fra noi un abbraccio", ha detto Colombari, sottolineando come l'episodio non la riguardi minimamente. Resta ancora da capire chi sia stato a chiedere le lastre alla conduttrice televisiva.

Spettatore speciale per Fabio Fognini a Ballando con le stelle. L'ex tennista sta partecipando al programma condotto da Milly Carlucci e nella puntata di oggi, sabato 29 novembre, ha potuto riabbracciare un vecchio 'amico-nemico'. Tra il pubblico infatti le telecamere Rai hanno subito riconosciuto l'ex arbitro Pascal Maria, con cui Fognini ha avuto un acceso dibattito durante un primo turno di Wimbledon.
Lo show dell'edizione 2013 dello Slam londinese è rimasto negli annali per una chiamata dubbia dell'arbitro francese: palla sulla linea o fuori? "Non è vero, non è vero!", la supplica di Fognini all'arbitro che non può trattenere un sorriso davanti alla genuina protesta. "Ma come fai a darmi warning?", la domanda di un disperato Fognini.
Il rapporto tra i due, negli anni, si è evoluto e quella scena, rimasta iconica nella mente di tutti gli appassionati di tennis, ha segnato l'inizio di una insospettabile amicizia. "Mortacci sua, lui me l'ha fatta pagare con i soldi, loro con le bacchette e i numeri", ha detto con un sorriso Fognini quando Milly Carlucci gli ha chiesto se fosse peggio Pascal o la giuria di Ballando.

Papera per Guglielmo Vicario in Premier League. Oggi, sabato 29 novembre, il portiere azzurro del Tottenham si è reso protagonista di un grossolano errore che ha regalato il gol del 2-0 al Fulham al Tottenham Hotspur Stadium. L'ex estremo difensore dell'Empoli, ormai da tempo nel giro della Nazionale, ha esagerato nell'impostazione dal basso, avventurandosi sulla fascia destra e lasciando completamente sguarnita la porta.
Vicario ha poi rinviato il pallone, ma non abbastanza lontano. La sfera è infatti arrivata dalle parti di Wilson, che ha visto la porta libera e ha calciato da oltre 30 metri, trovando un tiro a giro su cui i difensori degli Spurs non sono riusciti a intervenire.

"Benvenuto Leandro". Così Lorenzo Musetti ha annunciato sui social la nascita del secondo figlio, nato oggi, sabato 29 novembre, dall'amore con la compagna Veronica Confalonieri.
Il tennista azzurro ha condiviso uno scatto in bianco e nero che ritrae alcuni dettagli del volto del neonato mentre stringe le dita dei due genitori. "L’amore si moltiplica", ha scritto Musetti. Per la coppia si tratta del secondo figlio dopo Ludovico, nato il 15 marzo del 2024.
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Un anno particolarmente glorioso per il tennista numero 8 del mondo che ha appena concluso una stagione culminata con la qualificazione alle ATP Finals di Torino dove è stato eliminato ai gironi, perdendo contro Taylor Fritz e Carlos Alcaraz.

Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi, sabato 29 novembre, del Superenalotto: 8, 16, 29, 61, 65, 69. Numero Jolly: 17. Numero SuperStar: 85. Nessun '6' né '5+1'. Centrati invece undici '5' che vincono 17.379,07 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 85,6 milioni di euro.
Quanto costa una schedina?
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro.
L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Quali sono i punteggi vincenti?
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Come faccio a sapere se ho vinto?
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.

Oscar Piastri si prende la pole position nelle qualifiche del Gran Premio del Qatar. Oggi, sabato 29 novembre, il pilota australiano della McLaren ha fatto segnare il miglior tempo, chiudendo in 1'19"387 davanti al compagno di scuderia, e leader del Mondiale, Lando Norris e alla Red Bull di Max Verstappen. Quarto e quinto tempo per le Mercedes di George Russell e Oscar Piastri.
Deludono ancora le due Ferrari: Charles Leclerc partirà in decima posizione, mentre Lewis Hamilton non è riuscito a superare il Q1 e scatterà 17esimo.
1. Oscar Piastri (McLaren)
2. Lando Norris (McLaren)
3. Max Verstappen (Red Bull)
4. George Russell (Mercedes)
5. Kimi Antonelli (Mercedes)
6. Isack Hadjar (Racing Bulls)
7. Carlos Sainz (Williams)
8. Fernando Alonso (Aston Martin)
9. Pierre Gasly (Alpine)
10. Charles Leclerc (Ferrari)
11. Nico Hulkenberg (Sauber)
12. Liam Lawson (Racing Bulls)
13. Oliver Bearman (Haas)
14. Alexander Albon (Williams)
15. Yuki Tsunoda (Red Bull)
16. Esteban Ocon (Haas)
17. Lewis Hamilton (Ferrari)
18. Lance Stroll (Aston Martin)
19. Gabriel Bortoleto (Sauber)
20. Franco Colapinto (Alpine)

Giallo calcio d'angolo in Milan-Lazio. Oggi, sabato 29 novembre, alla metà del primo tempo il centrocampista rossonero Luka Modric ha portato il pallone sulla bandierina convinto di avere conquistato un corner dopo un rimpallo con un giocatore avversario. Pronto alla battuta, l'ex mediano del Real Madrid ha scoperto che in realtà l'arbitro Giuseppe Collu ha fischiato rimessa dal fondo.
Modric è corso a protestare dal direttore di gara, che gli ha spiegato la sua decisione. Il croato è quindi tornato verso il centro del campo scuotendo la testa, non sembrando particolarmente convinto della chiamata arbitrale.

Una donna è rimasta ferita da un colpo di arma da fuoco in strada a Nole Canavese, nel torinese. Secondo una prima ricostruzione la donna, una 38enne, al culmine di una lite tra conviventi si sarebbe puntata l’arma alla testa sparandosi. A quanto si è appreso, la donna, che sarebbe rimasta ferita marginalmente al capo, è stata soccorsa dai sanitari del 118 e trasportata in ospedale. Sul luogo dell’accaduto, dove sarebbe stato presente anche il compagno della donna, sono giunti i carabinieri per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
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