Pronti 216 milioni già vincolati per i cantieri strategici...
Pm Tempio affidato l'incarico a un perito informatico...
Asl 3, sarà possibile vaccinarsi anche contro il Covid... 
(Adnkronos) - La Russia sogna di organizzare gli Europei di calcio 2032 soffiandoli all'Italia. Così, almeno, dice il presidente della federcalcio russa (Rfu), Alexander Dyukov. L'ipotesi è a dir poco remota, considerando che dal 2022 a tutte le squadre russe è stato vietato di partecipare alle competizioni internazionali sotto l'egida della Fifa e della Uefa. L'Italia deve organizzare gli Europei 2032 con la Turchia: la manifestazione richiede un intervento per adeguare gli stadi.
A Mosca si prende in considerazione la possibilità di una bocciatura dell'Italia. "Se ciò accadesse, la Russia sarebbe pronta a ospitare il torneo? La Russia è sempre pronta", ha affermato Dyukov, citato da Sport24. Secondo il sito russo "l'Italia potrebbe perdere il diritto di ospitare Euro 2032, visto che dei dieci stadi presentati, la Uefa ne ha approvato solo uno. Pertanto, è possibile che il torneo venga affidato interamente al secondo paese ospitante, la Turchia".
Leggi tutto: Euro 2032, Russia sogna flop Italia: "Noi pronti a organizzare torneo"

(Adnkronos) - L’educazione negoziale come chiave del cambiamento nelle differenze di genere: una ricerca di Milano-Bicocca fornisce un quadro della situazione attuale e traccia anche la direzione verso una maggior uguaglianza tra generi. La ricerca 'Donne: negoziate meglio', è stata condotta da Emanuela Rinaldi, professoressa di Sociologia dei processi culturali, con Veronica Cucchiarini, professoressa di psicologia generale dell’Università di Milano-Bicocca e Federica Fortunato (membro del Comitato organizzativo di Obiettivo Effe).
I risultati dello studio sono stati presentati stamattina durante una conferenza stampa presso Palazzo della Regione Lombardia, alla presenza dell’on. Giusy Versace, da sempre impegnata nella promozione dell’empowerment femminile e dell’inclusione sociale. Il campione di ricerca è composto da 120 studentesse delle scuole superiori (15–18 anni) e 210 studenti universitari (19–30 anni, equamente distribuiti tra maschi e femmine). Il team di ricercatrici ha preso in esame sia gli atteggiamenti verso la negoziazione e le competenze percepite dai partecipanti sia gli stereotipi di genere e i modelli imprenditoriali più diffusi tra i giovani.
Tra le risposte date dalle adolescenti spicca la percentuale delle partecipanti che ritiene 'più facile' per i ragazzi farsi ascoltare durante una trattativa: è la netta maggioranza (73,3 per cento) ad essere convinta di questa affermazione. Non sorprende, quindi, che quasi la metà del campione (46,7 per cento) pensa di 'non essere brava a negoziare', fino a ritenere (40 per cento) che la negoziazione sia un talento innato. Altro dato significativo, è la percezione che le ragazze hanno di sé sul tema: oltre la metà (51,7 per cento) concorda sul fatto che le ragazze siano percepite come troppo emotive nelle discussioni difficili.
Anche nelle risposte dei giovani dai 19 ai 30 anni la situazione non cambia, anzi si conferma: per esempio, di fronte a una disparità salariale, ben il 70 per cento delle donne preferisce capire i criteri prima di chiedere un aumento, mentre il 6,3 per cento degli uomini lo chiederebbe subito, possibilità che nessuna donna prende neanche in considerazione. Le ricercatrici hanno poi proposto ai partecipanti una simulazione di acquisto che ha rivelato come i maschi si siano mostrati più competitivi e proattivi.
I risultati della ricerca - evidenzia l'ateneo in una nota - "confermano l’importanza di rafforzare l’educazione negoziale delle giovani donne, promuovendo iniziative per aumentare sia le competenze sia la fiducia". In questo solco si pone Obiettivo Effe, il progetto multidisciplinare dell’Università Milano-Bicocca dedicato all’empowerment femminile e all’educazione finanziaria, ideato da Emanuela Rinaldi.
"In particolare ci rivolgiamo alle giovani donne attraverso iniziative come 'Effe Summer Camp', un campo estivo gratuito rivolto alle adolescenti – aggiunge Rinaldi - che tornerà nel 2026 con la sua terza edizione. Abbiamo potuto constatare come le partecipanti, al termine delle 40 ore di formazione, abbiano effettivamente mostrato un aumento significativo sia nella fiducia nelle proprie capacità negoziali sia nelle conoscenze".
Leggi tutto: Pari opportunità, ricerca Milano-Bicocca: ragazze si sottovalutano nella negoziazione
Il giovane è indagato per omicidio stradale... 
(Adnkronos) - Il progetto di formazione in Medicina Veterinaria dell’Università di Roma Tor Vergata segna una svolta importante nell’ambito educativo e scientifico, promuovendo un approccio innovativo e intersettoriale grazie alla visione One Health. Questo approccio, che riconosce la connessione tra la salute umana, animale e ambientale, diventa il filo conduttore di un percorso formativo che mira a rispondere alle sfide globali e locali del futuro. "One Health è un cambio di sguardo: non più comparti separati, ma un unico equilibrio tra uomo, animali e ambiente”, afferma Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell'università degli studi di Roma Tor Vergata "Con il nostro Corso di laurea Medicina veterinaria, nato su questa impostazione e unico nel Lazio, formiamo professionisti che sanno trasformare questa visione in responsabilità pubblica, collegando sapere scientifico e scelte concrete per il territorio. È questa capacità di leggere il sistema nella sua interezza che permette di governare il futuro, invece di limitarci a subirlo, e di riportare la formazione nel suo ruolo più alto: generare competenza che diventa cura collettiva".
Il Corso di Laurea in Medicina Veterinaria, inaugurato un anno fa, ha suscitato un grande interesse con oltre 900 domande per soli 80 posti, segno di una domanda crescente di professionisti capaci di affrontare le emergenze sanitarie e le sfide globali attraverso un approccio multidisciplinare. Tra i partner che contribuiscono alla realizzazione di questo progetto ci sono enti pubblici e privati di spicco, come le Aziende Sanitarie del Territorio, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, e la Federazione Italiana Sport Equestri (FISE), che rappresenta un pilastro fondamentale del progetto, in particolare per la sua expertise nel benessere animale, in particolare dei cavalli.
La collaborazione con Fise è particolarmente significativa, poiché la Federazione è da sempre in prima linea nella tutela della salute degli animali sportivi e nel promuovere il benessere degli atleti equini. In questo contesto, Fise gioca un ruolo cruciale, non solo nel contribuire alla formazione teorica e pratica degli studenti, ma anche nel realizzare concretamente il concetto di One Health, integrando la salute degli animali con quella degli esseri umani e dell’ambiente.
"Con grande entusiasmo, partecipiamo a questo progetto che unisce formazione, ricerca e cooperazione per un futuro più sostenibile -ha dichiarato Marco Di Paola, Presidente della Federazione Italiana Sport Equestri e Vice Presidente del Coni-. La Federazione Italiana Sport Equestri è da sempre impegnata nella tutela del benessere del cavallo atleta e crede fermamente nella visione 'One Health', che unisce la salute umana, animale e ambientale. Il corso di laurea in Medicina Veterinaria dell’Università di Roma Tor Vergata, con il suo approccio innovativo, offre una preziosa opportunità di formazione per affrontare le sfide globali e locali. FISE realizza concretamente il concetto di One Health, come dimostrato nella cura del verde al Centro Equestre Federale dei Pratoni a Rocca di Papa e a Piazza di Siena, con l'attenzione verso i cavalli e le persone. La collaborazione con enti pubblici e privati rafforza questa sinergia, sia a livello locale che regionale e nazionale, ed è fondamentale per un futuro più sano e sostenibile. Siamo inoltre lieti di offrire una 'palestra' di esperienze anche nella medicina veterinaria sportiva, contribuendo a formare i professionisti di domani".
Il corso di laurea, unico nel Lazio, è stato progettato per integrare la teoria con attività pratiche di alto livello, tra cui l’uso di tecnologie avanzate e metodi didattici immersivi. Gli studenti possono beneficiare di esperienze di mobilità internazionale, partecipando a programmi di doppio titolo, collaborando con organismi internazionali e realizzando ricerche congiunte. Il modello educativo punta a formare professionisti con competenze integrate, pronti a rispondere alle sfide sanitarie globali e locali, secondo i principi stabiliti dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dal Green Deal europeo. In questo contesto, la FISE è una delle istituzioni chiave che, con la sua esperienza e le sue strutture, contribuisce a creare un ponte tra la formazione accademica e le sfide reali del settore, in particolare nella medicina veterinaria applicata allo sport equestre. La collaborazione tra FISE, l'Università Tor Vergata e le altre istituzioni accademiche e di ricerca rafforza la rete di conoscenze necessarie per un futuro più sano e sostenibile.
Il progetto, che si sviluppa in un contesto locale e internazionale, rappresenta una risposta alle rapide trasformazioni globali, come il cambiamento climatico, le malattie zoonotiche emergenti e la crescente minaccia della resistenza antimicrobica. In questo scenario, la visione One Health diventa non solo un approccio scientifico, ma una vera e propria filosofia educativa per formare i professionisti che gestiranno le sfide sanitarie future. In conclusione, la collaborazione tra Università di Roma Tor Vergata, FISE e gli altri partner istituzionali e privati è fondamentale per la realizzazione di un modello di formazione integrata che mira a costruire una società più equa, sicura e sostenibile.
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(Adnkronos) - Esiste un aspetto latente nella nostra società che difficilmente riesce a vedere diminuzione. È la tossicodipendenza, lo spaccio e l'utilizzo di droga, da cui la Capitale non è esente. Non solo. Nuove sostanze e nuove forme di commercio modificano le vendite e le richieste dei consumatori. A raccontarlo all'Adnkronos è Massimo Barra, medico fondatore di Villa Maraini a Roma che "vede circa 700 persone al giorno".
"Noi non abbiamo notato una diminuzione nei casi nell'ultimo anno. La nostra impressione è che Roma sia impregnata di droga e che questa si trovi facilmente in tutta la città, quindi chi vuole drogarsi non ha il problema di rifornimento", spiega Barra secondo il quale ci sono delle zone che "vanno più di moda, come Tor Bella Monaca, il V Municipio e il Pigneto. Ma è impossibile dire che i Parioli siano esenti o che uno che abita in quella zona per trovare la droga debba andare da un'altra parte, perché, in realtà, la trova sotto casa".
"Ciò che è cambiato - continua Barra - è lo sviluppo del mercato informatico. Si tratta di una novità rispetto al passato, il take home, ci si ritrova sulle piattaforme informatiche, si contattano i pusher e, questi, portano la droga direttamente a casa". Barra è duro e schietto quando parla delle sostanze che vengono utilizzate. "La sostanza nuova in città è il crack, una volta c'era solo la cocaina. Si tratta di una forma povera e degradata - sottolinea il medico - Il fentanyl? A Roma non c'è. C'è allarme su questa sostanza perché quello che succede in America prima o poi arriva anche qui. Ma questa non è una considerazione scientifica", spiega.
Chi cade in queste dipendenze sono le giovani generazioni ma, diversamente da ciò che spesso si pensa, "i ragazzi giovani abusano principalmente di alcol - dice Barra - è una droga a tutti gli effetti, con la differenza che è legale, ma da un punto di vista chimico e pratico è una droga come tutte le altre". Il medico sostiene con sincerità di non credere alla "prevenzione, perché continuare a parlare di droga permette di conoscerla e questo meccanismo è funzionale all'acquisto e alla vendita".
Ciò che secondo Barra "bisogna fare è curare i tossicomani, in modo che non siano consumatori e poi fatalmente anche spacciatori per necessità di comprare la roba per loro stessi. Bisogna lavorare sullo stare bene della gente in modo che guarisca". Il medico è disilluso nei confronti delle strutture pubbliche che definisce "inadeguate e castrate dalla burocrazia. Questa mattina è venuto un ragazzo da noi che era stato al suo sert e gli hanno dato il primo appuntamento a gennaio - racconta Barra - ma noi cosa pensiamo faccia questo ragazzo fino a gennaio? Pensiamo anche che per rendere illegale una sostanza ci vuole un anno, mentre nello stesso tempo con l'ausilio dell'intelligenza artificiale si creano decine di nuove sostanze", conclude.
Leggi tutto: Droga, tra nuove sostanze e pusher online. L'esperto: "Roma è impregnata"

(Adnkronos) - Al via nel pomeriggio di oggi, lunedì 27 ottobre, la perizia psichiatrica su Rosa Vespa, imputata per il rapimento della piccola Sofia dalla clinica 'Sacro Cuore' di Cosenza, nel gennaio scorso.
Durante l'udienza di questa mattina, il gip Letizia Benigno, che ha acconsentito alla richiesta di rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica avanzata dai legali della donna, Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, ha conferito l'incarico ai periti: si tratta di Michele Di Nunzio, psichiatra e psicoterapeuta specialista in Criminologia clinica e Psichiatria forense, nonché docente alla 'Lumsa' di Roma; Gabriella Bolzoni, psicologa e criminologa; e Roberta Costantini, psicoterapeuta e psicologa giuridica.
Le operazioni peritali si svolgono nell'abitazione dell'imputata - che attualmente si trova ai domiciliari -, e proseguiranno domani 28 ottobre, con un secondo accesso, dalle 10 alle 13. Da quel momento, gli esperti avranno a disposizione 90 giorni di tempo per il deposito della loro relazione. L'accertamento avrà lo scopo di verificare lo stato di salute di Rosa Vespa e la sua capacità di intendere e volere nel momento in cui, insieme al marito Omogo Moses - che a parere degli inquirenti era all'oscuro di tutto - sottrasse la neonata dalla struttura.
I genitori della piccola Sofia, Valeria Chiappetta e Federico Cavoto, nella scorsa udienza si sono costituiti parte civile con gli avvocati Chiara Penna e Paolo Pisani, così come i nonni materni, difesi dall'avvocato Giorgio Raffaele Loccisano, e paterni, dall'avvocato Natasha Gardi.
Leggi tutto: Neonata rapita a Cosenza, al via oggi la perizia psichiatrica su Rosa Vespa

(Adnkronos) - “Alle regazze che hanno poca fiducia in loro stesse dico: la vita è complicata, difficile e imprevedibile. Bisogna lavorare, sudare, studiare, approfondire e avere anche un po’ di coraggio e fiducia verso il futuro. Il 10 novembre - con la conferenza nazionale di Obiettivo Effe dell’università Bicocca di Milano - assisteremo alla testimonianza di tante donne che hanno fatto carriera, anche all'interno della propria azienda. Racconteremo il mio percorso, e quello di donne dalle storie straordinarie da cui si può prendere esempio. Se ce l'hanno fatta loro, ce la possono fare tutti. È necessario crederci fortemente, non mollare e ricordarsi che il duro lavoro paga”.
Lo ha detto all’adnkronos Giusy Versace, senatrice della Repubblica, membro della VII Commissione Cultura, sport, Istruzione e ricerca del Senato e membro della Bicamerale Infanzia e Adolescenza, alla presentazione della ricerca dell’università Bicocca di Milano, ‘Donne: negoziate meglio’, condotta da Emanuela Rinaldi, professoressa associata di Sociologia dei processi culturali dell'ateneo con la sua collega Veronica Cucchiarini, professoressa di psicologia generale presso la stessa università e Federica Fortunato, membro del Comitato organizzativo di Obiettivo Effe, il progetto che promuove l’educazione finanziaria e l’empowerment femminile.
L’incontro organizzato oggi nella sede di Regione Lombardia di via Fabrizio Filzi, a Milano, è stato anche l’occasione per lanciare un appuntamento importante: “il 10 novembre sarà una giornata speciale. Con la consueta conferenza annuale, ‘Obiettivo Effe’ si apre alla cittadinanza, al mondo delle donne e delle giovani adolescenti - fa sapere la senatrice - Parleremo di educazione finanziaria e di quanto sia importante avere delle competenze e delle conoscenze economico finanziarie per scongiurare la dipendenza economica. Molte donne, alle porte del 2026, hanno un conto corrente cointestato con il compagno o il marito - sottolinea - Obiettivo Effe è stato pensato per offrire alle nuove generazioni e alle future donne di domani gli strumenti adeguati per poter lavorare sulla propria autonomia, indipendenza e anche sulle competenze negoziali”, approfondisce.
La ricerca condotta dall’università Bicocca evidenzia infatti che la maggior parte delle adolescenti “fa fatica a negoziare il proprio ruolo e il proprio stipendio rispetto alla pari maschile”, illustra Versace che aggiunge: “Mi occupo anche di disabilità e di sport e sottolineo come spesso anche nei ruoli apicali del mondo dello sport non ci siano posizioni dirigenziali e manageriali ricoperte da donne”.
La senatrice e atleta paralimpica, che vent'anni fa ha perso le gambe in un incidente stradale, porta all'attenzione l'importanza di “sensibilizzare la cittadinanza su quanto le persone con disabilità siano spesso doppiamente discriminate in quanto donne e disabili. L’ho vissuto sulla mia pelle - racconta - Tornata alla mia nuova vita, dopo l'incidente, ho dovuto sgomitare perché sembrava che avessi perso, insieme alle gambe, anche i neuroni. Ho dovuto dimostrare di essere ancora in grado ricoprire ruoli gestionali - spiega - Dobbiamo continuare a parlare di questi temi, non solo per sensibilizzare le istituzioni, ma per sensibilizzare la società. Non tutto si può risolvere con una legge - riflette - Abbiamo il dovere di smuovere le coscienze, di tutte le realtà, per comprendere che bisogna privilegiare il merito e offrire alle giovani adolescenti gli strumenti adeguati per poter crescere. In tal senso - conclude - Ben venga il progetto Obiettivo Effe dell'università Bicocca”.
Leggi tutto: Formazione, Giusy Versace: "Alle giovani ragazze dico: credete in voi stesse"

(Adnkronos) - “La ricerca ‘Donne: negoziate meglio’ è uno studio condotto dall’università Bicocca su un campione di 120 studentesse, adolescenti e 210 universitari. Dall’indagine emerge come la netta maggioranza delle ragazze pensa di non essere adeguatamente preparata a fare una negoziazione e di non essere brava a negoziare. Quasi il 70% tra le adolescenti reputa che i ragazzi sono più bravi a farsi ascoltare durante le trattative. Questi risultati richiamano interventi formativi ad hoc per migliorare una soft skill fondamentale per la competenza negoziale”.
Così Emanuela Rinaldi, professoressa associata di Sociologia dei processi culturali all’università Milano-Bicocca, intervenendo oggi alla presentazione della ricerca condotta da Rinaldi con la sua collega Veronica Cucchiarini, professoressa di psicologia generale presso la stessa università e Federica Fortunato, membro del Comitato organizzativo di Obiettivo Effe, il progetto proposto dall’ateneo milanese per diffondere l’educazione finanziaria e promuovere l’empowerment femminile.
All’interno di Obiettivo Effe “ogni anno a giugno, proponiamo gratuitamente l’Effe Summer Camp, presso l’ateneo - fa sapere la professoressa Rinaldi - 40 ore riconosciute come Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) dove le ragazze imparano di finanza, di imprenditorialità e acquisiscono anche soft skills importanti come le competenze negoziali. Quest'anno - aggiunge - grazie all’Effe Summer Camp, che si è svolto a Milano e a Bari, abbiamo fatto degli interventi specifici per migliorare le competenze negoziali e abbiamo osservato che al termine delle 40 ore, le ragazze non solo avevano migliorato le loro conoscenze, ma anche la propria confidence nell'affrontare una negoziazione”, riporta Rinaldi.
“Obiettivo Effe si fonda ogni anno su tre pilastri - approfondisce - il Summer Camp, la ricerca e la conferenza annuale, che quest'anno si tiene il 10 novembre presso l’università Milano-Bicocca, dedicata al tema ‘Donne e valore. La negoziazione come chiave del cambiamento culturale ed economico’.
La professoressa fa sapere inoltre che anche quest'anno sarà disponibile gratuitamente, sia online sia in formato cartaceo, il volume ‘Donne contanti - Storie di imprenditrici e trader che hanno fatto scuola’. “Un libro dedicato alle ragazze che vogliono migliorare le loro competenze finanziarie - spiega - e ai docenti che cercano degli esercizi da proporre in classe all'interno delle ore di educazione finanziaria”, conclude.
Leggi tutto: Formazione, Rinaldi (Bicocca): "Negoziare? Le ragazze non si sentono all’altezza"

(Adnkronos) - Re Carlo III ha inaugurato un monumento commemorativo in onore del personale militare lesbico, gay, bisessuale e transgender, dopo una campagna durata decenni contro il divieto di appartenenza dei gay alle forze armate. Nel suo primo impegno ufficiale a sostegno della comunità Lgbt+, il re ha visitato la scultura, chiamata 'Una lettera aperta', presso il National Memorial Arboretum nello Staffordshire dove ha deposto dei fiori. Il memoriale è dedicato ai membri della comunità Lgbt+ arruolati nelle forze armate, nonché a coloro che prestavano servizio quando essere gay nell'esercito era illegale. Durante il divieto, che durò fino al 2000, coloro che erano gay o erano percepiti come tali - ricorda la Bbc - subivano indagini intrusive, venivano licenziati e in alcuni casi venivano incarcerati.
I veterani colpiti dai provvedimenti, molti dei quali hanno partecipato alla cerimonia, hanno affermato che il monumento, una scultura in bronzo progettata dal collettivo di artisti Abraxas Academy con sede a Norfolk, simboleggia la "chiusura" dopo anni di campagne prima per cambiare la legge e poi per spingere il governo a risarcire i danni. Assomiglia a un pezzo di carta accartocciato contenente parole tratte da lettere personali, utilizzate come prova per incriminare le persone. Il primo ministro Keir Starmer ha affermato che il monumento "rappresenta un tributo duraturo al coraggio e al servizio di questi veterani".
Louise Sandher-Jones, ministro per i veterani e le persone, ha dichiarato alla bbc di essere "inorridita" nel sentire come le persone soffrissero a causa del divieto e ha affermato che l'inaugurazione del memoriale rappresenta un "momento di guarigione". L'Lgbt+ Veterans Memorial è nato grazie al The Etherton Review, un rapporto indipendente commissionato dal governo che ha esaminato il trattamento dei veterani Lgbt+ che hanno prestato servizio sotto il divieto. L'autore del rapporto, il defunto Lord Etherton, ha affermato che esso fornisce prove "scioccanti" di una cultura omofoba, di bullismo e di aggressioni sessuali subite da coloro che sono stati perseguiti in base al divieto, tra cui Pádraigín Ní Rághillíg.
La Rághillíg, che oggi ha 69 anni, non si era resa conto di essere lesbica quando si arruolò nella Royal Air Force femminile nel 1976, ma iniziò a comprendere la sua sessualità quando provò dei sentimenti per un'amica. Dopo aver divorziato dal marito, fu assegnata alla Raf di Gibilterra, dove lavorò come telegrafista. Quando un collega la vide baciare una donna della Women's Royal Navy, fu la fine di quasi un decennio di servizio. Racconta di essere stata sottoposta a interrogatori invadenti, durante i quali le sono state poste domande intime sulla sua vita sessuale, di aver fatto coming out con amici e familiari e di aver mentito nel tentativo di convincerla a rivelare i nomi di altri membri del personale gay.
Mentre attendeva il rimpatrio nel Regno Unito, la signora Rághillíg racconta di essere stata aggredita sessualmente da un collega. Ha raccontato: "Mi toccava il seno e cercava di infilare la mano nei miei pantaloni. Ha detto: 'Ti sistemo io'. A quanto pare c'era una specie di lotteria, alcuni ragazzi scommettevano su chi sarebbe riuscito a 'mettermi nei guai', il che era terrificante". Racconti simili di decine di altri veterani Lgbt+ che hanno subito aggressioni sessuali dopo aver rivelato la propria omosessualità sono ampiamente documentati nell'Etherton Report.
Leggi tutto: Re Carlo inaugura il monumento dedicato ai militari Lgbt+

(Adnkronos) - Continuano le polemiche per il rigore concesso al Napoli nel big match contro l'Inter, vinto poi 3-1 dai partenopei nell'ottava giornata di Serie A. Oggi, lunedì 27 ottobre, la discussione si è arricchita di un nuovo capitolo dopo le parole dell'ex arbitro Mauro Bergonzi che aveva accusato Giovanni Di Lorenzo, protagonista del presunto fallo di Mkhitaryan in area di rigore, di "comportamento antisportivo" e di aver quindi simulato. Immediata la reazione sia dell'agente del giocatore, che ha minacciato azioni legali, che del Napoli.
Tutto è partito dalla moviola dell'episodio di Mauro Bergonzi: "Guardate Di Lorenzo: la gamba si allarga tantissimo, non per proteggere il pallone ma per andare a cercare un contatto. Il contatto tra i due è leggerissimo. Un gesto antisportivo questo, mi sarei aspettato che il Var richiamasse davanti al monitor il direttore di gara per fargli vedere questa gamba sinistra che si allarga in modo improprio a creare un inganno", ha detto l'ex arbitro a La Domenica Sportiva, "per me qua non è mai calcio di rigore e ci poteva stare il cartellino giallo per l'antisportività del giocatore del Napoli
Immediata la reazione dell'agente di Di Lorenzo, Mario Giuffredi: "Avrei preferito non parlare, ma dopo aver sentito le dichiarazioni così gravi di Bergonzi non posso farne a meno. Se lui vuole fare delle dichiarazioni sul rigore mi sta bene, non mi sta bene se in una televisione pubblica offende un calciatore come Di Lorenzo, non lo posso permettere e non è corretto", ha detto a Radio Kiss Kiss.
"Il signor Bergonzi, prima di parlare, dovrebbe studiare la storia di Di Lorenzo che è stato un esempio di lealtà sportiva per tutta la sua carriera. Di Lorenzo prima dell’espulsione di Manchester in Champions League non veniva espulso da 12 anni: vorrei ricordare a Bergonzi che gli stessi arbitri hanno dichiarato che il capitano più corretto della Serie A è proprio Di Lorenzo. Le dichiarazioni di Bergonzi sono fuori luogo. Bergonzi può dire che non è rigore, ma non può usare il termine 'antisportivo', valuteremo una possibile querela", ha concluso Giuffredi.
Netta anche la presa di posizione del Napoli. "La SSC Napoli esprime ferma condanna per le dichiarazioni rese dall’ex arbitro Mauro Bergonzi durante la trasmissione La Domenica Sportiva, nelle quali ha messo in discussione la correttezza di Giovanni Di Lorenzo, accusandolo di comportamento antisportivo", ha scritto il club partenopeo sui propri canali ufficiali.
"Si può discutere liberamente di episodi di gioco, compresi i casi da rigore", ha continuato il Napoli, "ma non è in alcun modo accettabile mettere in dubbio la sportività, l’integrità e la professionalità di un calciatore esemplare come il nostro capitano".

(Adnkronos) - Filippo Magnini ospite oggi a 'La volta buona' ha rotto il silenzio sulle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni riguardo all'assenza della moglie Giorgia Palmas a Ballando con le stelle nella puntata di sabato 25 ottobre.
Negli ultimi giorni si era diffusa la voce che l'ex velina fosse gelosa del rapporto tra Magnini e la partner di ballo, Alessandra Tripoli. Un'ipotesi alimentata anche dai commenti della giuria, che aveva elogiato la loro ultima esibizione, una delle più apprezzate della serata, ma aveva sottolineato anche la 'freddezza' dell'ex nuotatore, giudicato poco sciolto e poco partecipe nella performance. Guillermo Mariotto in particolare aveva ironizzato: "Se c'è Giorgia in studio, Filippo non si scioglie".
Oggi, nel salotto di Caterina Balivo, l'ex nuotatore ha chiarito la situazione: "Non è così, non ci conoscono. Noi ci amiamo alla follia. Dipende da me, sono io che non sono capace a esternare i miei sentimenti in un contesto che non mi è familiare", ha spiegato. La moglie Giorgia non era presente in studio perché era a casa con la figlia Mia: "Giorgia ha cercato di tenerla sveglia e si è addormentata poco prima della nostra esibizione".
Poi, un simpatico aneddoto: "Mia figlia mi ha scambiato per Simone Di Pasquale… era convinta che ballassi con la Signora Coriandoli!"
Leggi tutto: Filippo Magnini: "Mia moglie Giorgia gelosa? Ecco perché non era a Ballando"

(Adnkronos) - Flash mob di +Europa davanti a Palazzo Chigi contro la visita del premier ungherese Viktor Orbán, atteso per l'incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sui cartelli esposti dagli esponenti del partito si leggono slogan come: "Dittatori con i soldi nostri", "Mettiamo il veto a Orbán", "Questa non è la nostra Europa" e "Orbán you are not welcome".
Tra i partecipanti, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che ha dichiarato ai giornalisti: "Solo poche settimane fa Orbán ha affermato che la colpa della guerra, dell'invasione russa in Ucraina, è dell'Europa. Orbán ha sempre rappresentato il governo europeo più servizievole nei confronti di Putin. Quella che oggi viene rappresentata a Palazzo Chigi non è la nostra Europa: non è l'Europa della democrazia e dello Stato di diritto. È l'Europa di un impostore che ha ricevuto miliardi di euro in contributi dall'Unione Europea per utilizzarli nel proprio Paese, ma con l'obiettivo di annientare la democrazia in Ungheria".
Il primo ministro ungherese, ha rimarcato Magi, "è l'inventore della cosiddetta 'democrazia illiberale', ed è colui che ancora oggi considera Putin, tutto sommato, un modello da seguire. Noi pensiamo che si debba manifestare contro Orbán, e soprattutto contro chi - come lui - ha fatto il maggior uso del potere di veto nel Consiglio europeo. Quel potere di veto che la presidente Meloni, pochi giorni fa in Parlamento, ha detto di apprezzare tanto, perché le piace un'Europa debole, politicamente ininfluente, a cui poter continuare ad attribuire tutte le colpe di ciò che non funziona".
Leggi tutto: Flash mob +Europa contro Orban a Palazzo Chigi: "Dittatore con i soldi nostri"

(Adnkronos) - Quando gioca Jannik Sinner? Il tennista azzurro è reduce dal trionfo di Vienna, dove ha battuto il tedesco e numero tre del mondo Alexander Zverev nella finale dell'Atp 500 austriaco, ma non c'è tempo di fermarsi a festeggiare. Sinner infatti si prepara a tornare in campo nel Masters 1000 di Parigi, iniziato oggi, lunedì 27 ottobre, ultimo torneo dell'anno di questa categoria e ultimo impegno prima delle Atp Finals di Torino.
Il torneo parigino è iniziato con il primo turno, dove Flavio Cobolli ha battuto Tomas Machac mentre Luciano Darderi è stato eliminato. Sinner, insieme alle prime otto teste di serie, ha ottenuto un bye e partirà quindi dal secondo, dove l'attende il vincente della sfida tra lo statunitense Alex Michelsen, numero 35 del mondo, e il belga Zizou Bergs, 41esimo del ranking Atp. L'esordio di Sinner dovrebbe avvenire mercoledì 29 ottobre, con orario ancora da definire.
Leggi tutto: Sinner, dopo trionfo a Vienna c'è Parigi: quando gioca Jannik
(Adnkronos) - Realtà virtuale per migliorare l'esperienza del ricovero e guarire la psiche, insieme al corpo. Accade all'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, primo in Italia - annuncia l'Irccs fondato da Umberto Veronesi - a offrire ai suoi pazienti in ambito terapeutico 'Inner Healing', una soluzione tecnologica che attraverso uno speciale visore permette di vivere un'esperienza immersiva. L'obiettivo è contrastare l'isolamento, ridurre l'ansia e contribuire al processo di 'guarigione interiore', spiegano dall'istituto di via Ripamonti.
Inner Healing viene proposto al momento ai pazienti ricoverati nel reparto di Medicina nucleare per sottoporsi a terapie con radiofarmaci nell'ambito della teranostica, l'approccio innovativo che associa diagnosi e terapia per personalizzare e ottimizzare i risultati delle cure. Molecole caricate di una minima dose radioattiva vengono utilizzate sia per identificare le cellule tumorali sia per distruggerle selettivamente, ottenendo una terapia più precisa e più efficace, ricorda una nota. "La teranostica si sta affermando come nuovo pilastro delle cure anticancro per alcuni tumori, come il carcinoma della prostata e i tumori neuroendocrini. I risultati sono eccellenti, ma le procedure terapeutiche possono richiedere un ricovero isolato e si sa che la solitudine può aumentare le ansie e le paure consciamente o inconsciamente legate alle terapie tumorali", sottolinea Francesco Ceci, direttore della Medicina nucleare Ieo. "Per questo abbiamo cercato soluzioni per migliorare la qualità dell'esperienza dei giorni di ricovero, scegliendo di cogliere le opportunità della sanità digitale. Inner Healing è già in sperimentazione in altri ospedali italiani durante gli esami diagnostici o le terapie ambulatoriali. Noi - precisa - abbiamo deciso di proporlo ai pazienti per la prima volta nell'ambito di una terapia intraospedaliera così innovativa".
Il paziente che accetta di utilizzare i visori per la realtà virtuale potrà scegliere diversi contenuti informativi. Per esempio 'vedere' cosa sta succedendo nel suo corpo, come funzionano queste terapie di precisione di ultima generazione, quali sono i luoghi e gli strumenti della sua cura (sale, esami, macchinari con le relative spiegazioni). L'obiettivo è evitare o ridurre al minimo la sensazione di spaesamento di fronte a un percorso curativo complesso, che richiede di immagazzinare ed elaborare molte informazioni diverse. Oppure il paziente potrà scegliere contenuti rilassanti come la partecipazione virtuale a mostre, concerti, paesaggi e visite guidate. La finalità, in questo caso, è diminuire lo stress che tutti inevitabilmente sperimentano quando iniziano un trattamento oncologico in ospedale.
"Sappiamo dagli studi più recenti che un vissuto positivo della degenza in ospedale migliora l'adesione alla cura, che si protrae anche nella successiva fase a domicilio, permettendo di ottenere globalmente i migliori risultati terapeutici possibili - afferma Gabriella Pravettoni, direttore della Divisione di Psiconcologia Ieo - E' una conferma in più di quanto è importante che la cura psicologica sia parte integrante del percorso di guarigione in tutte le tappe del percorso del paziente: dalla diagnosi all'eventuale ricovero o terapia domiciliare fino al follow-up, senza soluzione di continuità. L'esperienza del paziente nella sua stanza d'ospedale merita di essere approfondita dal punto di vista psicologico. In Ieo attiveremo uno studio clinico su Inner Healing per capire nel dettaglio quali elementi maggiormente contribuiscono alla 'guarigione psicologica'".
"La soluzione Inner Healing - conclude Ceci - va a completare l'offerta Ieo di terapia di precisione in ambito teranostico che è a livello dei migliori centri internazionali. In ricerca gestiamo il maggior numero di trial clinici a livello nazionale ed europeo; in clinica abbiamo la casistica più elevata con migliaia di pazienti trattati, di cui più di 150 trattati con le nuove terapie (ad esempio Lutezio-Psma) per il carcinoma prostatico; in tecnologia disponiamo della strumentazione diagnostica più avanzata oggi disponibile. Siamo fieri di ciò che abbiamo conseguito in soli 3 anni dall'apertura del nostro nuovo reparto di terapia medico nucleare, e siamo felici di essere un buon esempio di integrazione tra medicina e tecnologia, dimostrando con i fatti che questa associazione porta grandi vantaggi per i nostri pazienti".
Leggi tutto: Allo Ieo di Milano realtà virtuale contro l'isolamento e lo stress del ricovero

(Adnkronos) - "Le sanzioni imposte da Donald Trump al petrolio russo sono un errore". Viktor Orban non usa giri di parole parlando a Il Messaggero durante la sua visita a Roma per incontrare la premier Giorgia Meloni. Il primo ministro ungherese, che nei prossimi giorni sarà a Washington, spiega di voler "discutere con il presidente Trump" le misure decise contro Mosca: "Stiamo ragionando su come costruire un sistema sostenibile per l’economia ungherese, perché l’Ungheria dipende moltissimo dal petrolio e dal gas russo. E senza di loro, i prezzi dell’energia andranno alle stelle, provocando carenze nelle nostre scorte".
Alla domanda se il presidente americano abbia dunque "commesso un errore", Orban risponde: "Dal punto di vista ungherese sì. E dunque cercheremo di trovare una via d’uscita, soprattutto per l’Ungheria". Quanto all’Europa, il leader ungherese si mostra disilluso sul ruolo del continente nel conflitto: "Abbiamo appaltato agli americani e ai russi la possibilità di risolvere questa guerra. Purtroppo, non abbiamo un ruolo. L’Europa è totalmente fuori dai giochi", sottolinea, aggiungendo che anche "sul futuro della sicurezza e dei rapporti tra russi e ucraini" l’Unione "resta ai margini".
Oggi Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza Orban, il quale ha successivamente incontrato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
“Nel corso del cordiale colloquio in Segreteria di Stato - fa sapere il Vaticano - sono state sottolineate le solide relazioni bilaterali e l’apprezzamento per l’impegno della Chiesa cattolica nel promuovere lo sviluppo sociale e il benessere della comunità ungherese, con particolare attenzione al ruolo della famiglia, alla formazione e al futuro dei giovani, nonché all’importanza della tutela delle comunità cristiane più vulnerabili. Ampio spazio è stato riservato altresì alle questioni europee, con particolare attenzione al conflitto in Ucraina, e alla situazione in Medio Oriente”.

(Adnkronos) - "Io fossi un allenatore non accetterei la panchina della Juventus". Luciano Moggi è categorico sulla crisi della Juventus, che ha appena esonerato l'allenatore Igor Tudor e si prepara ad affrontare l'ennesima rivoluzione tecnica.
"In questo momento la Juventus è una malata grave e non si vede chi la possa curare. Io non voglio dare colpe a nessuno, mi limito a vedere che questa squadra fatica a segnare e invece subisce molto. I reparti sono scollegati, il centrocampo inesistente. Da fuori si vede una squadra costruita male", dice l'ex direttore generale bianconero all'Adnkronos.
"Io fossi un allenatore non accetterei la panchina della Juventus, Tudor l'ha accettata a marzo perché è innamorato del club che gli ha dato tanto da giocatore -sottolinea Moggi-. Mi sento di dire che lui è vittima di questa situazione, non riesco a trovargli particolari responsabilità. Faccio fatica anche a dare responsabilità ai nuovi dirigenti perché sono arrivati da poco. Certo qualcosa da dire sul mercato ci sarebbe perché sono stati comprati tre attaccanti David, Openda e Zhegrova quando invece sarebbe servito di più un difensore e un centrocampista".
Leggi tutto: Juve e esonero Tudor, Moggi: "Squadra è malata grave, allenatore è vittima"

(Adnkronos) - Primi italiani in campo nel Masters 1000 di Parigi. Oggi, lunedì 27 ottobre, a La Defense va in scena il primo turno dell'ultimo torneo prima delle Atp Finals, con due tennisti azzurri impegnati. Flavio Cobolli ha esordito battendo il ceco Tomas Machac, mentre Luciano Darderi è stato eliminato dal francese e 'padrone di casa' Arthur Cazaux.
Flavio Cobolli, eliminato agli ottavi di Vienna da Jannik Sinner, ha superato in scioltezza Machac, numero 34, in due set con il punteggio di 6-1 6-4 in 55 minuti di gioco. Ora il tennista romano affronterà al secondo turno lo statunitense Ben Shelton, numero sette del ranking.
Eliminato invece Darderi, che ha ceduto a Cazaux, numero 62 del ranking Atp e in tabellone grazie ad una wild-card, con il punteggio di 7-6 (5), 7-6 (4) in due ore e dieci minuti.
Leggi tutto: Cobolli, buona la prima a Parigi: azzurro batte Machac. Darderi eliminato

(Adnkronos) - Il mondo della musica piange Jack DeJohnette, uno dei più influenti batteristi jazz del Novecento. La notizia della sua scomparsa, riportata da Clash Music e rilanciata da colleghi come Marvin 'Smitty' Smith e Ulysses Owens Jr., segna la fine di un’epoca per il jazz contemporaneo.
Nato a Chicago il 9 agosto 1942, DeJohnette ha saputo fondere il groove dell’R&B con le sperimentazioni dell’avant-garde, diventando uno dei protagonisti della rivoluzione sonora che ha portato alla nascita del genere fusion. La sua carriera decollò a New York, dove fu chiamato da Miles Davis a sostituire Tony Williams nella sua band. Fu il batterista principale di 'Bitches Brew', album seminale che ha ridefinito il jazz e aperto la strada alla contaminazione con rock e psichedelia.
Per tre anni ha lavorato con Davis, contribuendo a trasformare il linguaggio musicale del secolo. Collaborò con altri giganti come Chick Corea e John McLaughlin, e incise come leader per etichette di culto come CTI e ECM. Tra i suoi lavori più personali, 'Music For The Fifth World', un viaggio musicale ispirato alle sue radici Crow e Seminole, con il contributo di anziani nativi americani.
Jazz Dispensary lo ha definito "un vero stregone del ritmo", mentre Marvin “Smitty” Smith ha espresso profonda tristezza per la perdita di un mentore e maestro.
Jack DeJohnette lascia un’eredità immensa: non solo per la sua tecnica fluida e innovativa, ma per la sua capacità di trasformare la batteria in uno strumento narrativo, capace di evocare mondi, emozioni e visioni. La sua musica continuerà a parlare, come solo i grandi sanno fare.
Leggi tutto: È morto Jack DeJohnette, la leggenda della batteria jazz aveva 83 anni
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