
(Adnkronos) - In campo i migliori giocatori e le migliori giocatrici del mondo, sugli spalti dell'Allianz Cloud una passione sempre crescente per il padel. Numeri da record per l'edizione 2025 dell'Oysho Milano Premier Padel P1 che si chiude oggi: superato il muro dei 35mila spettatori, con 35.473 persone che nella settimana del torneo hanno preso posto sulle tribune, con un aumento del 10,2% rispetto al 2024 -quando furono 32.180- e del 31,3% rispetto al 2022, l’anno in cui il circuito Premier Padel ha esordito a Milano con 27mila spettatori sugli spalti.
Una crescita generale cui si lega quella sul ‘day by day', con tanta gente in tribuna già nei primi giorni del torneo: “Quest'anno la tendenza è stata particolarmente evidente -sottolinea Marco Gamberale, Ceo di Nsa Group, organizzatore del torneo-, Questo vuol dire che l'evento è entrato nel tessuto della passione sportiva dei milanesi e di chi ha attraversato l'Italia per essere qui. Certamente ha giovato la nuova collocazione in calendario del torneo, anticipato da dicembre a ottobre, anche se è sempre lo spettacolo in campo a fare la differenza".
Numerosi i vip che hanno 'sfilato' all'Allianz Cloud: da Paulo Dybala fino a Demetrio Albertini, Claudio Marchisio, Esteban Cambiasso, Gianluca Zambrotta, l'assessora allo sport e turismo di Milano Martina Riva. Per la giornata delle finali attesi, tra gli altri, Adriano Panatta, Fabio Fognini e Flavia Pennetta. Ma anche chi non è potuto essere all'Allianz Cloud ha seguito da lontano l'Oysho Milano Premier Padel P1: impressionante l'impennata social del torneo rispetto ai numeri (da record) del 2024, con un +76% di utenti unici sui siti www.milanopremierpadel.com e su quello della Federazione Internazionale Padel, www.padelfip.com. Con oltre 1,2 milioni di pagine visitate sui siti di riferimento del torneo, il dato s'impenna del 371% rispetto all'anno scorso, con 156 Paesi raggiunti (+20%) e oltre 6 milioni di utenti che hanno seguito il torneo sui social (+38%).
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(Adnkronos) - Paura nel Torinese, dove una trentina di persone sono state attaccate da uno sciame di calabroni. Il fatto è accaduto nell'area del parco della Mandria.
Quasi tutte le persone sono state punte ma solo una è stata trasportata in ospedale, in condizioni non preoccupanti. Sul posto, dove era in corso una gara, sono intervenuti i sanitari del 118 di Azienda Zero.
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(Adnkronos) - Questa mattina alle 9.45 una scossa di terremoto di magnitudo 3.1 è stata registrata in Friuli con epicentro tra i comuni di Preone e Verzegnis, in provincia di Udine. La profondità è stata calcolata a 10.2 km.
"La centrale unica di risposta NUE 112 e la Sala operativa regionale presso la Centrale operativa della Protezione civile a Palmanova hanno risposto a una sola richiesta di informazioni ma non sono state ricevute segnalazioni di danni a persone o a cose" comunica la Regione in una nota.
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(Adnkronos) - Giulia De Lellis, Tony Effe e la piccola Priscilla tornano a casa insieme. L'influencer che ha da poco partorito la sua primogenita, ha condiviso su Instagram un piccolo pensiero in cui ha ringraziato l'equipe medica che si è occupata di lei durante la gravidanza, e in particolare durante il parto. Parole d'amore per il compagno e rapper: "Grazie all'amore della mia vita che non mi ha lasciata nemmeno un secondo".
Lo scorso mercoledì 8 ottobre, la coppia ha annunciato sui social la nascita di Priscilla: "La nostra bambina è qui. E come ve lo spiego...", aveva scritto l'influencer accompagnando la frase con una tenera foto della neonata tra le braccia del suo papà, Tony.
Oggi, Giulia è tornata a casa: "Grazie a tutti per l'amore, Priscilla è sommersa". Poi, ha ringraziato l'equipe medica dell'ospedale Gemelli di Roma: "La nostra bambina è stato un miracolo venuto al mondo nel migliore dei modi grazie ad ognuno di loro". "Grazie alla nostra famiglia - scrive ancora l'influencer - oggi più che mai il dono più grande in momenti come questi". E conclude: "Mi devo ancora riprendere da sta botta d'amore. Sono in estasi totale".

(Adnkronos) - Alessandra Amoroso rompe il silenzio e interviene con decisione contro le fake news riguardo la salute della sua bambina. La cantante salentina che ha da poco partorito la sua primogenita Penelope ha condiviso su Facebook uno sfogo per smentire alcune voci infondate che stanno circolando negli ultimi giorni proprio riguardo la neonata.
"La figlia di Alessandra Amoroso potrebbe non svilupparsi" o "Le condizioni della bambina sono più serie di quanto immaginassi", sono alcuni dei titoli che circolano sul web e ipotizzano che la piccola Penelope abbia problemi alle ossa. Notizie totalmente false, come ha voluto precisare la stessa Alessandra in un post su Facebook, accompagnato da screenshot delle fake news in questione. "Guardo la gente dare il suo peggio in rete e non mi sembra nemmeno che apparteniamo alla stessa specie", scrive Amoroso esprimendo amarezza.
E poi ha aggiunto con fermezza: "Nel caso servisse specificarlo (mi auguro di no!), sono tutte bugie!".
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(Adnkronos) - Finale in famiglia. Valentin Vacherot trionfa a sorpresa al torneo Atp Masters 1000 di Shanghai (cemento, montepremi 9.196.000 dollari). Il 26enne monegasco, numero 204 del mondo e proveniente dalle qualificazioni, ha superato in finale il cugino, il trentenne francese Arthur Rinderknech, numero 54 del ranking Atp, con il punteggio di 4-6, 6-3, 6-3 in due ore e 15 minuti. Vacherot stabilisce un record: mai finora un giocatore con un ranking così basso aveva vinto un Masters 1000.
Oltre a conquistare il primo titolo della carriera Vacherot compirà domani un grande salto in classifica, portandosi al numero 40 del mondo, suo best ranking. Rinderknech salirà invece al numero 28. Per il vincitore, anche un superpremio. Vacherot, che in carriera sinora aveva incassato 594mila dollari in premi, lascia Shanghai con un assegno da 1,12 milioni di dollari.
La cerimonia di premiazione è stata caratterizzata da momenti di grande commozione, con entrambi i giocatori in lacrime. "Lo hai meritato", ha detto Rinderknech con la voce rotta dal pianto. "Due cugini sono più forti di uno...", ha detto lo sconfitto di oggi. 'Colpo basso' per Vacherot, che ha ascoltato quasi in trance, con gli occhi completamente lucidi. "Qualcuno ci aiuti...", ha chiosato il vincitore, mentre Rinderknech si accasciava a terra in preda ai crampi.
Leggi tutto: Vacherot trionfa a Shanghai, battuto il cugino Rinderknech tra le lacrime

(Adnkronos) - Finale in famiglia. Valentin Vacherot trionfa a sorpresa al torneo Atp Masters 1000 di Shanghai (cemento, montepremi 9.196.000 dollari). Il 26enne monegasco, numero 204 del mondo e proveniente dalle qualificazioni, ha superato in finale il cugino, il trentenne francese Arthur Rinderknech, numero 54 del ranking Atp, con il punteggio di 4-6, 6-3, 6-3 in due ore e 15 minuti.
Oltre a conquistare il primo titolo della carriera Vacherot compirà domani un grande salto in classifica, portandosi al numero 40 del mondo, suo best ranking. Rinderknech salirà invece al numero 28.
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(Adnkronos) - "Sabrina Ferilli sei una miracolata". L'attrice romana, presenza costante in 'Tu si que vales', è stata presa di mira da una concorrente nella puntata andata in onda ieri, sabato 11 ottobre.
La concorrente, Laura, è entrata in studio spiegando la sua esibizione, incentrata su suoni e urla particolarmente forti, suscitando reazioni e risate tra pubblico e giuria, Sabrina Ferilli inclusa. La signora Laura si è mostrata visibilmente infastidita dalle risate del pubblico e prima ancora di terminare la sua esibizione ha abbandonato lo studio urlando: "Che cosa vi ridete? Vaff****o". Dopo lo sfogo, la concorrente è tornata in studio pochi minuti dopo, decisa a chiarire la sua posizione.
La donna ha raccontato che questa non era la sua prima volta a Tu si que vales. Era già venuta 5 anni fa e di aver ricevuto un giudizio negativo proprio da Sabrina Ferilli: "Mi aveva detto ‘ao, e che talento c’avrebbe questa?’. L’hanno mandato in onda, io pensavo che l’avrebbero tagliato e le persone che mi conoscono per strada ripetevano la stessa domanda. E io dico ora, che talento c’avrebbe lei? Io questo talento non l’ho mai visto".
Ferilli spiazzata ha detto di non ricordare nulla: "Ma io non ricordo se 5 anni fa manco stavo qui”. La concorrente poi è scappata via urlando: "Questa trasmissione si chiama Tu Si Que Vales, ma tu Sabrina non vali nulla. Lei è una miracolata, chissà chi ha in paradiso".
Leggi tutto: Tu si que vales, concorrente insulta e attacca Sabrina Ferilli: "Sei una miracolata"

(Adnkronos) - Droni, migranti, cyberattacchi e disinformazione. La guerra ibrida russa, con l’aiuto della Bielorussia, si gioca su tutti questi fronti e ha anche la Polonia fra i Paesi dell’est europeo maggiormente esposti agli attacchi con l’obiettivo di destabilizzare. “Mosca provoca, attacca, testa continuamente le nostre reazioni”, dice a Varsavia il vice ministro della Difesa polacco, Pawel Zalewski, mentre spiega a un gruppo di giornalisti italiani come funziona “East Shield”, lanciato dal suo governo lo scorso anno “contro potenziali aggressioni” da parte della Russia o della Bielorussia.
Uno ‘scudo’ fatto di barriere anticarro, sistemi anti-droni e mine (“che saranno collocate se ce ne sarà bisogno”) per un investimento complessivo di 10 milioni di zloty (oltre 2,3 miliardi di euro) fino al 2028 per “controllare e difendere ogni parte del nostro territorio e ogni livello dei nostri cieli”, assicura Zalewski. E’ di un mese fa l’incursione di 21 droni russi nello spazio aereo polacco, che, “non abbiamo dubbi, è stato un attacco deliberato, condotto alla vigilia delle manovre Zapad 2025 tra Russia e Bielorussia”, sostengono fonti del ministero degli Esteri.
“E’ stato un deliberato atto di aggressione ben preparato e pianificato per testare le nostre difese”, insistono a Varsavia. I droni, “non armati”, potevano percorrere un tragitto così lungo? “C’erano serbatoi aggiuntivi”, spiegano le fonti, per le quali l’intensificazione degli attacchi delle ultime settimane è conseguenza dell’impazienza e della frustrazione crescente da parte russa per lo stallo al fronte e per gli attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche russe”. Per Varsavia è fondamentale in questa fase che la reazione da parte degli alleati sia forte, in caso contrario “finiremmo con l’incoraggiare i russi” a nuovi attacchi, e da questo punto di vista l’avvio dell’operazione ‘Sentinella dell’est’ da parte della Nato già nei giorni successivi all’incursione mostrato la volontà di reagire a nuove provocazioni di Mosca.
C’è poi un secondo fronte lungo il quale la Polonia deve difendersi e sono i 418 chilometri di confine con la Bielorussia, che ogni giorno decine di migranti illegali cercano di superare per entrare in Europa. Fino al 2021, anno in cui è esplosa la crisi, non c’era nulla a dividere i due Paesi, ora c’è una barriera fisica ed elettronica, che ha ridotto i tentativi di attraversamento illegale e gli ingressi. Nella regione di Podlaski, che gestisce 247 chilometri, quattro anni fa i tentativi furono circa 38mila, quest’anno, con dati aggiornati fino al 5 ottobre, poco meno di 26mila.
Secondo le cifre della Guardia di frontiera della regione, il 95% dei migranti che hanno cercato di entrare sono stati bloccati e rimandati in Bielorussia, da dove partono aiutati da “organizzatori e facilitatori” che li portano da Minsk al confine dopo viaggi regolari dai loro Paesi di provenienza. Si tratta per lo più di uomini, provenienti da Asia (Afghanistan e Pakistan, Iraq per lo più) e Africa (Eritrea, Somalia ed Etiopia), che pagano dai tre ai 16mila dollari alle organizzazioni criminali per ottenere il visto per la Russia, il successivo trasferimento a Minsk e poi al confine con la Polonia. Da dove, se riescono a superare la barriera e a nascondersi nella foresta circostante, vengono trasferiti in Germania in auto o con altri mezzi.
“Ci troviamo di fronte ad una situazione altamente imprevedibile - spiega la portavoce della Guardia di frontiera della regione di Podlaski, il maggiore Katarzyna Zdanowicz, al posto di confine di Krynki – perché non sappiamo quello che i servizi bielorussi, che sono dietro a questo sistema, faranno nei prossimi mesi. Fa parte della guerra ibrida contro la Polonia, che così è costretta a dispiegare anche migliaia di soldati al confine”, oltre agli agenti di frontiera, spesso oggetti di lancio di pietre e anche molotov. In totale si parla di circa cinquemila uomini.
La portavoce tiene poi a precisare che “la Guardia collabora con alcune organizzazioni non governative e in una cornice di rispetto dei diritti umani” dei migranti che vengono presi al confine. “In caso di problemi di salute, o se ci sono donne o minori, li portiamo in ospedale per l’assistenza”, assicurano. In questi quattro anni hanno contato una trentina di decessi.
Terzo fronte della guerra ibrida russa e del suo ‘proxy’ bielorusso, i cyberattacchi e la disinformazione, per combattere i quali al ministero degli Esteri hanno creato un Dipartimento per la comunicazione strategica e il contrasto alla disinformazione, nel quale opera una trentina di persone. “Uno degli obiettivi è di creare caos e panico, seminare tensione tra i polacchi, tra i polacchi e gli ucraini, tra i polacchi e gli europei”, sottolinea il portavoce del ministero che coordina i servizi segreti di Varsavia, Jacek Dobrzynski, citando diversi casi di sabotaggio, dal cyberattacco contro l’agenzia di stampa Pap sull’ordine del premier Donald Tusk per la mobilitazione di migliaia di uomini da mandare al fronte, agli incendi nei centri commerciali.
E la disinformazione passerebbe anche attraverso il reclutamento di ragazzini, che affiggono poster nella strade contro Ue e Nato, oppure imbrattano muri e statue con scritte e disegni pro Stepan Bandera, collaborazionista ucraino nazista e antisemita.
“Sappiamo che tutto questo funziona, ma non sappiamo fino a che punto”, ammettono a Varsavia. Che agisce contro la disinformazione anche attraverso Tvp world services, unità della tv di Stato polacca finanziata dal ministero degli Esteri e grazie al cui satellite trasmettono il canale russo Botak, l’ucraino Slawa e il bielorusso Belsat. Voci contro le fake news e a sostegno degli oppositori a Mosca e Minsk. (di Mariagrazia Napolitano)
Leggi tutto: Polonia, droni, migranti e disinformazione: ecco la guerra ibrida di Mosca e Minsk

(Adnkronos) - Donald Trump ha un sogno. E lo confessa alla nipote Kai durante una giornata dedicata al golf. Kai Trump, 18 anni, è l'astro nascente della famiglia. La teenager condivide con il nonno la passione per il golf, ha 1,3 milioni di follower su YouTube e 2,4 milioni su Instagram. I suoi contenuti sono griffati dal brand TK che si fa largo online.
L'ultimo, in ordine cronologico, è il videoracconto della giornata passata con il nonno sul percorso del Trump National, alle porte di Washington, uno dei circoli di golf che appartengono al presidente. La chiacchierata risale alla fine di agosto o all'inizio di settembre, visto che il presidente fa riferimento agli US Open di tennis in corso a New York. "Hai un ottimo swing", dice Trump elogiando le qualità della nipote. "Il tuo swing è migliore del mio", la risposta, che non convince il presidente: "Non credo proprio...".
"E' andata alla grande alla Casa Bianca finora. Ho fermato 7 guerre finora, speriamo di fermare Putin e Zelensky. L'economia sta andando alla grande", dice Trump, che guida il cart tra una buca e l'altra, rispondendo alle domande della ragazza tra un colpo e l'altro. "Non è un colpo da Tiger Woods ma è buono", dice il presidente commentando un approccio al green. Kai Trump nota la presenza di agenti ovunque: "C'è tanta security...", evidenzia. "Ho rischiato grosso", la risposta del presidente in riferimento agli attentati subiti e in particolare a quello andato in scena a luglio 2024 in Pennsylvania.
Trump snocciola i nomi dei giocatori preferiti, con menzione speciale per Rory McIlroy, elargisce consigli tecnici alla nipote e risponde alle domande che spaziano tra cibi preferiti e il lavoro di presidente: "Adoro la Casa Bianca, la sto sistemando. Amo ogni evento". Tra una buca e l'altra, il presidente saluta gli altri giocatori: "Le vostre tasse caleranno!". Quindi, la domanda che spiazza il nonno illustre: qual è il sogno di Donald Trump? "Mi fai domande come se fossimo in televisione. Il sogno è diventare presidente. E dopo si sogna di diventare un grande presidente", confessa Trump. "Stai facendo un ottimo lavoro", la replica di Kai.
Leggi tutto: Trump e la confessione sul campo da golf: "Ho ancora un sogno"
(Adnkronos) - Posto di frontiera di Krynki, al confine tra la Polonia e la Bielorussia. Un soldato bielorusso riprende un gruppo di giornalisti italiani in visita ad un tratto della barriera costruita dopo il 2021 per fermare gli attraversamenti illegali di migranti. Dal primo gennaio al 5 ottobre del 2025, ci sono stati poco meno di 26mila tentativi.

(Adnkronos) - La marcia della pace PerugiAssisi è partita alle 9.00 di questa mattina, coloratissima e con l’animo dei partecipanti alleggerito dalle ultime notizie relative alla tregua in Palestina, snodandosi con in testa lo striscione “Fraternità” dalla consueta partenza sotto Porta San Girolamo. L’evento, ispirato al messaggio di nonviolenza del filosofo perugino Aldo Capitini, rappresenta da sempre un forte gesto di resistenza alle crudeltà del mondo e un appello alla costruzione della pace, della giustizia sociale e del rispetto dei diritti umani, ma forse mai come quest’anno è stato aspettato e partecipato, visto che l’attenzione dell’opinione pubblica è da tempo catalizzata dal conflitto in Ucraina, prima, e dalla tragedia della Striscia di Gaza poi.
Dal palco allestito subito fuori da Porta San Girolamo ad accogliere le prime fila della folla che si apprestava a percorrere i 24 km del percorso che attraverserà Ponte San Giovanni, Bastia Umbra, Santa Maria degli Angeli, per arrivare alle 15.00 alla Rocca Maggiore di Assisi, dove si terrà un momento collettivo di riflessione e festa, tra i gonfaloni del Comune di Perugia e dei Comuni che da tutta l’Italia hanno aderito alla marcia, sono stati in prima battuta la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, il presidente della Provincia, Massimiliano Presciutti, e la presidente della Regione Stefania Proietti.
“Questa nostra marcia – ha detto la Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti - deve essere la somma di tutte quelle piazze straordinarie che hanno dato un contributo determinante a un primo passo verso la firma della pace in Palestina. Grazie a voi che venite e partecipate a questa manifestazione, partendo da Perugia, da Assisi e dall'Umbria, insieme possiamo cambiare il mondo. Perché quando i nostri governi vedono le persone che si riversano nelle piazze, i giovani e anche coloro che magari non fanno attività politica per dire che la pace è l’unico metodo per risolvere le controversie internazionali e per difendere l’articolo 11 della nostra Costituzione che recita “l’Italia ripudia la guerra”, e sono chiamati a dare una risposta chiara e schierarsi. La speranza che deriva dal popolo della pace che manifesta pacifico nelle piazze ha avuto un ruolo e ha dato un contributo determinante. Con voi noi marciamo e marciamo perché non ci siano più vittime, non ci siano più guerre”.
Leggi tutto: Perugia-Assisi, partita la marcia della Pace: "Insieme possiamo cambiare il mondo"

(Adnkronos) - Hamas non governerà la Striscia di Gaza dopo la fine della guerra. Ad annunciarlo all'agenzia Afp è una fonte del movimento vicina ai negoziati, dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco.
"Per Hamas, il governo della Striscia di Gaza è una questione definita. Hamas non parteciperà in un modo alla transizione, e questo significa che ha rinunciato al controllo della Striscia di Gaza. Ma rimane un elemento fondamentale della società palestinese", ha dichiarato la fonte.
Domani, dopo una visita lampo in Israele - dove parlerà alla Knesset e incontrerà Netanyahu e i familiari delle vittime -, Donald Trump sarà quindi in Egitto per la firma sull'accordo per Gaza al vertice di pace a Sharm el-Sheikh. Cerimonia alla quale, però, Tel Aviv e Hamas non parteciperanno.
L’accordo vedrà la sigla di Trump e dei mediatori (Egitto, Qatar e Turchia), mentre non ci sarà alcun rappresentante israeliano e di Hamas, apprende l’Adnkronos da fonti informate secondo cui l’accordo “si basa sulle lettere di principio fornite separatamente da Israele, Hamas e i mediatori".
Alla cerimonia sono stati invitati tra i Paesi europei Italia ( ci sarà la premier Giorgia Meloni), Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Grecia e Ue. Per i Paesi arabi e islamici presenti invece Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Emirati arabi, Egitto, Giordania, Pakistan, Indonesia. Tra i presenti, anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Secondo Barak Ravid di Axios, gli Stati Uniti avrebbero invitato, anche Giappone, Azerbaigian, Armenia, Ungheria, India, El Salvador, Cipro, Bahrein, Kuwait e Canada. Secondo una fonte citata da 'Axios', anche l'Iran sarebbe stato invitato.
Il presidente Trump e il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi presiederanno il vertice di pace, ha quindi spiegato la presidenza egiziana. L'incontro si terrà lunedì pomeriggio "con la partecipazione di leader di oltre venti paesi", si legge nella dichiarazione.
L'incontro avrà l'obiettivo di "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, intensificare gli sforzi per raggiungere la pace e la stabilità in Medio Oriente e inaugurare una nuova era di sicurezza e stabilità regionale".
Resta intanto un'incognita l'orario preciso del rilascio dei rimanenti 20 ostaggi vivi (su 48) ancora trattenuti nella Striscia di Gaza e la dinamica del loro trasferimento coordinato dalla Croce rossa internazionale. Quello che sembra ormai certo, è che l'attuazione della prima fase del piano è attesa per domani mattina e non nella notte tra domenica e lunedì, come spiegato a Channel 12 da fonti israeliane.
Secondo il primo punto dell'accordo fra Hamas e Israele per la tregua a Gaza, gli ostaggi devono essere rilasciati entro le 12.30 di lunedì (ora locale). "Ma a Israele non sono chiari tutti i dettagli sui tempi", ha poi spiegato una fonte, precisando che l'incertezza scaturisce dai preparativi logistici da parte di Hamas e non da uno slittamento intenzionale. Sarà solo poche ore prima dell'effettivo rilascio che si potrà quindi stabilire l'ora precisa.
Gli ostaggi saranno portati via o tutti insieme, dopo che saranno stati riuniti in un unico punto della Striscia - come sembra preferire Hamas in questo momento - o con trasferimenti multipli simultanei da ognuno dei punti in cui saranno rilasciati.
"In base all'accordo firmato, lo scambio di prigionieri inizierà lunedì mattina come concordato e non ci sono nuovi sviluppi al riguardo", ha dichiarato Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas, in un'intervista all'Afp.
Dopo il ritorno dei prigionieri da Gaza, Israele procederà quindi al rilascio di circa 2.000 detenuti palestinesi dalle sue prigioni, secondo i termini della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco firmato dalle due parti con la mediazione degli Stati Uniti.
Leggi tutto: Gaza, Hamas "ha rinunciato al controllo della Striscia"

(Adnkronos) - Il presidente del Madagascar, Andry Rajoelina, ha denunciato che "è in corso nel Paese un tentativo di prendere il potere in modo illegale e con la forza, contro la Costituzione e ai principi democratici", dopo che ieri un contingente di militari ha preso parte alla protesta contro il governo insieme a migliaia di persone ad Antananarivo.
Intanto, le unità delle forze speciali Capsat ribelli - che ieri si sono schierati con i manifestanti alla guida di mezzi blindati e sventolando bandiere del Madagascar e chiesto alle forze di sicurezza di "rifiutare gli ordini di aprire il fuoco contro i nostri amici, i nostri fratelli e le nostre sorelle" - hanno annunciato la loro intenzione di assumere il controllo delle forze militari.
"D'ora in poi tutti gli ordini alle forze armate partiranno dal quartier generale del Capsat" a Soanierana, a sud di Antananarivo. hanno reso noto le unità in una dichiarazione video. Erano stati i militari di Capsat a portare al potere il Presidente in carica, e ora contestato, con un golpe nel 2009.
Le proteste organizzate dalla generazione Z sono iniziate lo scorso 25 settembre, in un primo momento per protestare contro i tagli dei rifornimento di acqua ed elettricità e poi contro l'intero sistema. A nulla è servita la decisione del presidente della scorsa settimana di licenziare il governo.
Leggi tutto: Madagascar, esercito si schiera con le proteste. Il presidente: "Tentativo di golpe"
Estonia-Italia vince gli ascolti tv. Niente Affari Tuoi, La Ruota della Fortuna fa il 22.5% di share

(Adnkronos) - La partita Estonia-Italia, valida per le Qualificazioni ai Mondiali 2026, ha dominata la prima serata televisiva di sabato, conquistando su Rai1 6.588.000 spettatori e il 36.5% di share. A seguire, dalle 22.52, è andato in onda 'Ballando con le Stelle', che ha totalizzato 2.090.000 spettatori e il 24.1% di share. Su Canale5 'Tú Sí Que Vales' ha ottenuto una media di 3.996.000 spettatori e il 27.5% di share. Ma nel periodo di sovrapposizione con 'Ballando' (dalle 22.53 alle 00.22) ha prevalso il talent Mediaset (con il 32% contro il 21.33%). Al terzo posto, 'L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri' su Italia1, con 709.000 spettatori e il 4.2% di share.
A seguire, tra gli altri ascolti di prime time: 'Ti vorrei come mia figlia' su Rai2 (675.000 spettatori, share 3.9%), 'In Altre Parole' su La7 (900.000 spettatori, share 4.9%, nella prima parte, e 515.000 spettatori, share 3.6%, nella seconda), 'Sapiens – Un Solo Pianeta' su Rai3 (479.000 spettatori, share 3.1%), 'Uno di noi' su Rete4 (362.000 spettatori, share 2.3%), 'Accordi & Disaccordi' sul Nove (360.000 spettatori, share 2.3%), '4 Ristoranti' su Tv8 (311.000 spettatori, share 1.9%).
In access prime time, 'La Ruota della Fortuna' ha ottenuto 4.146.000 spettatori e il 22.5% di share mentre 'Affari Tuoi' non è andato in onda per lasciar posto alla partita dell'Italia.

(Adnkronos) - Omicidio a Bolzano, dove un camionista di nazionalità romena di 32 anni è stato ucciso a coltellate al culmine di una lite con un collega per l’uso della spazio per la sosta notturna dei mezzi pesanti. Sul posto i medici del 118, polizia e vigili del fuoco. Per il 32enne non c’è stato nulla da fare ed deceduto sul posto.
Leggi tutto: Lite per un parcheggio, camionista ucciso a coltellate a Bolzano

(Adnkronos) - "Il 'pasticcio dei santi' dei giorni scorsi non svela solo il modo un po’ zelanti approssimativo con cui si legifera in questi ultimi tempi. Racconta anche l’ansia che ormai si è impossessata della nostra anima politica. Un bisogno quasi spasmodico di stare sempre sulla palla della più stretta attualità, di non farsi mai prendere in contropiede dalla cronaca, di cavalcare ogni più minuscola occasione per segnalare tutte le nostre buone intenzioni. Forse perché si è consapevoli di essere diventati impari nelle occasioni politiche più grandi. O forse perché quelle grandi occasioni non riguardano quasi più la politica. Così la politica finisce per raccogliere strada facendo tutte le cose che non è più capace di seminare. Salvo seminare qualche illusione di cui non potrà nutrirsi più di tanto.
In questo contesto è perfino ovvio che il rapporto simbolico tra scelte politiche e devozione religiosa si trovi al centro della questione. Da noi, per fortuna, in modi ancora rispettosi della distinzione delle sfere. Altrove, con qualche (apparente) fervore in più e molte discutibili combinazioni sotterranee. Valgano per tutti le immagini dei gruppi di preghiera alla Casa Bianca, laddove l’intreccio tra gli interessi politici del presidente degli Usa e il proselitismo religioso di alcuni dei suoi consiglieri e dei suoi più zelanti adepti ha largamente passato il segno dell’esibizionismo. Per non dire di Putin e del patriarca Kirill, intrecciati e quasi avvinti oltre ogni limite di distinzione tra fede e politica.
Nel nostro caso, come s’è detto, una discreta laicità della politica e una reciproca indipendenza tra le due sfere, quella civile e quella religiosa, è rimasto come uno dei lasciti più preziosi della Prima repubblica. Che fu appunto una istituzione paradossalmente tutelata nella sua laicità a dispetto (o forse invece proprio a ragione) del fatto che a guidare i governi dell’epoca fossero per quasi mezzo secolo i democratici cristiani.
E’ curioso che quei confini tendano a farsi più incerti e più labili ora che quella stagione si è chiusa ed è stata quasi dimenticata. Così, siamo arrivati ai crocifissi esibiti dai leader politici sui social o davanti ai teleschermi. E a tutte le conseguenti manifestazioni pubbliche della propria fede. Tutte cose di cui la cronaca di questi anni reca più di una traccia. E di cui, tutto sommato, l’accavallamento di date finalizzato a ricordare sia Caterina da Siena che Francesco d’Assisi, con la discreta confusione che pure ne è derivata, rappresenta l’episodio più recente ma anche forse quello più innocente.
Il fatto è che tutte queste vicende si inscrivono all’interno di un contesto storico nel quale il potere politico sta subendo una singolare trasformazione. Cosa che per un verso galvanizza i leader più disinvolti e per l’altro verso intimidisce quelle figure più discrete che conservano ancora una piccola traccia degli insegnamenti impartiti in gioventù.
Giuliano Da Empoli ricorda nel suo ultimo libro un vecchio detto cinese: 'Il potere è un drago nella nebbia'. Ma la nebbia a questo punto sembra diventata così fitta che il drago del potere appare anche lui confuso e ondivago. Non ha più dove andare, ha perso la consapevolezza di sé. E così, non appena in quella nebbia si apre un piccolo squarcio di luce, il drago si mette a correre all’impazzata. Pronto, se del caso, a travolgere qualsiasi ostacolo nell’ebbrezza di aver trovato infine una possibilità di tornare ad essere quel che era.
La legge appena approvata che istituisce il 4 ottobre la festa nazionale dedicata a San Francesco deve ovviamente moltissimo al valore del santo, deve molto al sentimento popolare e deve forse qualcosa anche alla fioritura di molte biografie (Cazzullo e Barbero, ma non solo) che ne celebrano le virtù e le vicissitudini. C’è di sicuro in tutto questo un sentimento lodevole. Ma per l’appunto è come se si legiferasse sempre e solo sull’onda di un’emozione oppure di un’occasione. Avendo bisogno ogni volta di una circostanza per dare luogo a un’iniziativa. Come a dire che la circostanza appare alla fine quasi sempre più cruciale dell’iniziativa.
Non c’è solo la sciatteria legislativa che ci fa ritrovare oggi con due santi ufficialmente festeggiati nello stesso giorno con l’impossibilità di celebrarli assieme. C’è l’affanno con cui si insegue l’attualità nel timore di perdere l’attimo. Solo che quella fretta con cui si è voluto offrire a San Francesco una legge e una festa in cambio di tutte le cose buone che ha provveduto a donarci finisce per sottrarlo al suo tempo per la smania di imprigionarlo nel nostro. Come se si volesse costringere a tutti i costi la politica a stare dentro i confini angusti della cronaca delle sue giornate più trafelate. Ignari che quei confini sono ancora più stretti -e soprattutto più impropri- se si pretende di stiparvi all’interno anche un bel pezzo di storia. E tanto più di storia sacra.
Scriveva Borges, 'Nel regno dei cieli non esiste il tempo'. Noi però non siamo in quel regno, e dunque il nostro tempo dovremmo forse imparare a distillarlo con più cura". (di Marco Follini)
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(Adnkronos) - Paolo Taormina, ucciso stanotte a Palermo, "stava lavorando nel suo locale quando ha visto che il branco si è accanito su un ragazzino, pestandolo a sangue. A quel punto è uscito e ha chiesto di smetterla. Poco dopo è successo l'inferno". A parlare è uno dei ragazzi che la notte scorsa erano davanti al locale Scruscio, dove è avvenuto l'omicidio del ragazzo di 21 anni, ucciso con un colpo di pistola in fronte dopo avere chiesto al gruppo di ragazzi di allontanarsi.
I carabinieri stanno ascoltando diversi testimoni. Decine le persone che vengono sentite in queste ore e che raccontano, come si apprende, della rissa e del pestaggio di un ragazzo da parte del branco, dell'intervento della vittima e poi dei colpi di pistola. I militari stanno intanto visionando le videocamere di videosorveglianza dei numerosi locali della zona in cui è avvenuto l'omicidio in cerca di indizi.
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