
(Adnkronos) - La danza come strumento per superare i limiti imposti dal dolore. Dal 24 al 26 ottobre in piazza Gae Aulenti a Milano una ballerina si muoverà all'interno di una struttura in lycra e ferro, simbolo della fatica quotidiana e della resistenza invisibile che accompagna chi convive con la miastenia grave. Con la performance immersiva 'Oltre la miastenia, libera il tuo movimento', aperta a tutti, argenx, azienda biotecnologica impegnata nella ricerca di terapie innovative per le malattie autoimmuni, invita la città a "liberare il movimento" e a guardare oltre la malattia, verso le persone e le loro storie. L'opera, intensa e partecipativa - riporta una nota - permetterà al pubblico di interagire fisicamente con l'installazione, sperimentando la sensazione di sforzo e resistenza che definisce la vita di questi pazienti. Accanto alla performance, un corner informativo offrirà materiali divulgativi e testimonianze per accrescere la consapevolezza su una patologia ancora poco conosciuta e di cui si parla poco, ma che impatta profondamente sulla vita di chi ne è affetto.
La miastenia gravis è una malattia autoimmune cronica che colpisce la giunzione neuromuscolare, causando debolezza muscolare fluttuante e affaticabilità. E' annoverata tra le malattie rare, la cui prevalenza è stimata in 1/5.000 e l'incidenza in 1/250.000-1/33.000 in Europa. Colpisce entrambi i sessi, le femmine prevalentemente prima dei 40 anni e i maschi dopo i 50 anni. Può compromettere funzioni fondamentali come la vista, la deglutizione o la respirazione e avere pesanti ricadute sulla vita sociale e lavorativa. Ha un impatto rilevante sulla vita quotidiana, sulla produttività e sul benessere psicologico dei pazienti e dei caregiver. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha reso disponibili nuove terapie mirate in grado di migliorare significativamente i sintomi e la qualità di vita dei pazienti, ma resta ancora fondamentale accrescere la consapevolezza e favorire una diagnosi precoce.
"Mentre a Padova, al congresso della Società italiana di neurologia, la comunità scientifica si riunisce per discutere i progressi della ricerca sulla miastenia, argenx sceglie di essere in piazza, accanto ai pazienti e ai cittadini. Un immaginario dialogo tra i progressi della ricerca e la centralità del paziente e della sua quotidianità - commenta Fabrizio Celia, General Manager argenx - 'Oltre la miastenia, libera il tuo movimento' rappresenta il nostro modo di unire scienza e umanità, portando fuori dalle aule congressuali il racconto di una malattia che ogni giorno limita il movimento, ma non la voglia di vivere. Crediamo che la consapevolezza nasca dal contatto diretto, dall'ascolto e dalla condivisione delle storie di chi affronta questa sfida con coraggio", sfida che grazie alla ricerca scientifica "può essere vinta e che segna oggi un passo aventi nella diagnosi e cura della malattia".
"La miastenia gravis è una patologia complessa che può compromettere funzioni fondamentali come la respirazione, la vista o la deglutizione - spiega Lorenzo Maggi, neurologo presso l'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano - Oggi, grazie ai progressi della ricerca, abbiamo a disposizione trattamenti sempre più efficaci e mirati, ma la consapevolezza pubblica resta uno degli strumenti più importanti per aiutare i pazienti a non sentirsi soli e per favorire una diagnosi tempestiva".
Per Renato Mantegazza, presidente dell'Associazione italiana miastenia e malattie immunodegenerative (Aim), "iniziative come questa sono fondamentali perché portano la voce dei pazienti fuori dagli ospedali, tra la gente. La miastenia non si vede, ma si vive ogni giorno: raccontarla attraverso l'arte è un modo potente per restituire dignità e visibilità a chi convive con questa condizione. Inoltre - sottolinea - la malattia ha pesanti ripercussioni anche sulle famiglie dei pazienti ed in particolare sui caregiver che spesso sono costretti a ridurre le attività lavorative per potersi occupare dei loro cari".
Un ruolo importante nella presa in carico di questi pazienti lo giocano anche le istituzioni sanitarie attraverso politiche mirate e accessibilità dei percorsi assistenziali di diagnosi e cura. "La miastenia gravis è una di quelle malattie che non si vedono, ma si vivono ogni giorno con grande fatica. Per questo è importante dare voce ai pazienti e ai loro caregiver, affinché nessuno si senta solo nel proprio percorso - conclude Emanuele Monti, presidente della Commissione IX Sostenibilità sociale, casa e famiglia di Regione Lombardia - Attraverso le sue iniziative per la sostenibilità sociale e la famiglia, Regione Lombardia è al fianco delle persone più fragili e sostiene con convinzione la ricerca e l'innovazione in ambito sanitario".
Leggi tutto: Miastenia grave, a Milano la danza accende riflettori sulla patologia

(Adnkronos) - "I vaccini adiuvati e potenziati offrono una risposta immunitaria più robusta e duratura, rappresentando una scelta cruciale per proteggere le fasce di popolazione più fragili". Lo ha detto Vincenzo Baldo, professore ordinario di Igiene all'università di Padova, nel suo intervento al 58esimo Congresso nazionale della Siti (Società italiana di igiene) a Bolgona.
"La vaccinazione con vaccini adiuvati aumenta il numero di anticorpi e ne estende il raggio d'azione - spiega - offrendo una protezione più ampia anche contro le varianti che il virus può sviluppare durante l'anno". Questo vantaggio è particolarmente importante "nei soggetti sopra i 50 anni, dove iniziano a comparire patologie cronico-degenerative, e ancor più negli over 65, in cui fenomeni come immunosenescenza e inflammaging riducono la risposta anticorpale".
"Utilizzare vaccini adiuvati - rimarca Baldo - significa non solo ridurre la frequenza dell'influenza, ma anche prevenire ospedalizzazioni e decessi. E' una strategia di salute pubblica che unisce efficacia clinica e sostenibilità".

(Adnkronos) - L'influenza stagionale non è solo un fastidio di stagione, ma un vero e proprio 'trigger' capace di innescare scompensi nei pazienti affetti da patologie croniche, contribuendo in modo sostanziale al carico di morbosità e mortalità. A ricordarlo è Silvio Tafuri, professore ordinario di Igiene all'università di Bari, al 58esimo Congresso nazionale della Società italiana di igiene (Siti) a Bologna. "Dal 2008-2009 osserviamo un declino costante delle coperture vaccinali negli over 65, con la sola eccezione del 2020", spiega Tafuri, sottolineando la necessità di "un'innovazione legislativa che consenta di utilizzare i registri di patologia come sistemi di allerta".
L'esperto propone inoltre di sfruttare "strumenti di intelligenza artificiale per inviare alert ai medici specialisti nei periodi chiave, ricordando l'importanza della vaccinazione ai pazienti fragili". Secondo Tafuri, "va consolidato un modello di vaccinazione a rete, che coinvolga medicina generale, farmacisti, sanità pubblica e anche gli ospedali, dove risiedono molti pazienti immunocompromessi. La vaccinazione di prossimità in ambiente ospedaliero può essere decisiva per proteggere chi è più a rischio".

(Adnkronos) - Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre tornerà l'ora solare, regalandoci 60 preziosi minuti di riposo in più. Un dono piccolo, ma potentissimo per il nostro cervello. "Un'ora sola ti vorrei: non è soltanto la celebre canzone resa immortale da Ornella Vanoni e Fausto Leali negli anni Sessanta, è anche la richiesta del nostro cervello, costantemente in debito di sonno", afferma il neurologo Piero Barbanti, direttore dell'Unità per la cura e la ricerca su Cefalee e dolore dell'Irccs San Raffaele di Roma e docente di Neurologia clinica all'università San Raffaele. Del resto, sottolinea, importanti studi scientifici dimostrano che il lunedì successivo al ritorno dell'ora solare è quello con il numero più basso di infarti cardiaci in tutto l'anno. "Proprio così: basta una sola ora di relax in più - spiega il neurologo - per far crollare il cortisolo, riducendo le malattie stress-correlate, come l'infarto. Il nostro deficit cronico di sonno non consente al cervello di ricaricarsi, di 'ripulirsi' tramite il flusso glinfatico notturno e di spegnere completamente il sistema di allerta, il cosiddetto sistema simpatico".
Se dormire 60 minuti in più fa bene alla salute, non tutti però vivono serenamente il cambio dell'ora. Per alcuni diventa un piccolo 'jet lag' biologico. Alcune persone, "in particolare chi soffre di emicrania, insonnia, ansia o depressione - chiarisce Barbanti - faticano ad adattarsi al nuovo orario per giorni. Normalmente in ciascuno di noi il centro dei bioritmi (il nucleo soprachiasmatico dell'ipotalamo) si resetta automaticamente ogni giorno allineandosi al naturale alternarsi di luce e buio, come i nostri smartphone che si aggiornano automaticamente al fuso locale quando viaggiamo. In chi patisce il cambio dell'ora, invece, il reset è più lento e laborioso, dando origine a una peggiore qualità del sonno, stanchezza e nervosismo. L'uso della melatonina tra le 21 e le 22 può facilitare il superamento di questo fastidio".
Un dato che fa riflettere su quanto viviamo in apnea, travolti da stress e mancanza di riposo. Nel 2025 dormire bene è diventato un atto rivoluzionario, ragiona lo specialista. Viviamo connessi 24 ore su 24, bombardati da notifiche, luce blu e ansie da performance. L'Oms parla di una vera e propria epidemia di insonnia. "Dormire non è tempo perso - conclude il neurologo - ma tempo ritrovato. Il ritorno all'ora solare ci ricorda una verità semplice: c'è una saggezza silenziosa nel corpo, conosce ciò che ci nutre, anche quando la mente si perde altrove".
Leggi tutto: Ora solare, il neurologo: "Lunedì dopo cambio meno infarti, sonno cura più potente"

(Adnkronos) - Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre tornerà l'ora solare, regalandoci 60 preziosi minuti di riposo in più. Un dono piccolo, ma potentissimo per il nostro cervello. "Un'ora sola ti vorrei: non è soltanto la celebre canzone resa immortale da Ornella Vanoni e Fausto Leali negli anni Sessanta, è anche la richiesta del nostro cervello, costantemente in debito di sonno", afferma il neurologo Piero Barbanti, direttore dell'Unità per la cura e la ricerca su Cefalee e dolore dell'Irccs San Raffaele di Roma e docente di Neurologia clinica all'università San Raffaele. Del resto, sottolinea, importanti studi scientifici dimostrano che il lunedì successivo al ritorno dell'ora solare è quello con il numero più basso di infarti cardiaci in tutto l'anno. "Proprio così: basta una sola ora di relax in più - spiega il neurologo - per far crollare il cortisolo, riducendo le malattie stress-correlate, come l'infarto. Il nostro deficit cronico di sonno non consente al cervello di ricaricarsi, di 'ripulirsi' tramite il flusso glinfatico notturno e di spegnere completamente il sistema di allerta, il cosiddetto sistema simpatico".
Se dormire 60 minuti in più fa bene alla salute, non tutti però vivono serenamente il cambio dell'ora. Per alcuni diventa un piccolo 'jet lag' biologico. Alcune persone, "in particolare chi soffre di emicrania, insonnia, ansia o depressione - chiarisce Barbanti - faticano ad adattarsi al nuovo orario per giorni. Normalmente in ciascuno di noi il centro dei bioritmi (il nucleo soprachiasmatico dell'ipotalamo) si resetta automaticamente ogni giorno allineandosi al naturale alternarsi di luce e buio, come i nostri smartphone che si aggiornano automaticamente al fuso locale quando viaggiamo. In chi patisce il cambio dell'ora, invece, il reset è più lento e laborioso, dando origine a una peggiore qualità del sonno, stanchezza e nervosismo. L'uso della melatonina tra le 21 e le 22 può facilitare il superamento di questo fastidio".
Un dato che fa riflettere su quanto viviamo in apnea, travolti da stress e mancanza di riposo. Nel 2025 dormire bene è diventato un atto rivoluzionario, ragiona lo specialista. Viviamo connessi 24 ore su 24, bombardati da notifiche, luce blu e ansie da performance. L'Oms parla di una vera e propria epidemia di insonnia. "Dormire non è tempo perso - conclude il neurologo - ma tempo ritrovato. Il ritorno all'ora solare ci ricorda una verità semplice: c'è una saggezza silenziosa nel corpo, conosce ciò che ci nutre, anche quando la mente si perde altrove".
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(Adnkronos) - Un terremoto di magnitudo 3.6 è avvenuto nella zona di Grottolella, in provincia di Avellino, alle 14:40 di oggi.
Lo comunica è il sito dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). La profondità del sisma è di 16 km.
Leggi tutto: Terremoto oggi Avellino, scossa magnitudo 3.6 a Grottolella

(Adnkronos) - Non solo imprenditore, ma anche Cavaliere del Lavoro 'figlio d'arte'. Perché se 31 anni fa Antonio Mastroberardino fu insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro, oggi tocca al figlio Piero salire al Quirinale per ricevere la stessa onorificenza. "Per me questa è una giornata di rievocazione. Nel 1994 accompagnai io qui al Quirinale mio padre, che è mancato nel 2014, a ricevere l'onorificenza di Cavaliere del Lavoro. Oggi le sue emozioni sono trasposte nelle mia esperienza, un'esperienza molto bella e molto forte, che è soprattutto segno di continuità", racconta all'AdnKronos il presidente del Gruppo Agricolo Mastroberardino, storica azienda vitivinicola di famiglia attiva in Irpinia dal 1700, a margine della Cerimonia di consegna dell’onorificenza ai 25 Cavalieri del Lavoro nominati il 2 giugno 2025, oggi al Quirinale.
"Il Presidente Mattarella, nel consegnarmi il 'collare' mi ha detto: 'Io sono il suo primo appassionato consumatore'. Sono le stesse parole che pronunciò il Presidente Scalfaro 31 anni fa rivolgendosi a mio padre. Questa cosa mi ha riempito di orgoglio e di emozione", dice Piero, esponente delle decima generazione alla guida dell'azienda, in cui entrò affiancando proprio il padre. Suo l'impegno nel promuovere le Docg per il Taurasi, per il Fiano di Avellino e per il Greco di Tufo; sua l'operazione di fusione con la Radici che ha dato vita al Gruppo Agricolo Mastroberardino che oggi è presente in 50 Paesi con 20 etichette e una capacità produttiva annuale di 2 milioni di bottiglie. Sotto la guida di Piero Matroberardino, il patrimonio terriero è passato da 40 a 260 ettari di proprietà, i dipendenti da 25 a 100.
"Oggi è una giornata speciale ma anche nel segno dei valori dell'impresa, di quello che possiamo trasmettere ai nostri giovani perché l'impresa è la palestra dentro la quale ci si abitua ad assumersi responsabilità di decisioni per sé e per gli altri", aggiunge.

(Adnkronos) - "Con questo nuovo ciclo di incontri aperti alla cittadinanza intendiamo rafforzare l'impegno civico della Statale sul tema della psicologia e del benessere psicologico, in tutte le sue declinazioni". Così Marina Brambilla, rettrice dell'università degli Studi di Milano, intervenendo oggi alla presentazione di 'Agorà della psicologia', il progetto culturale dell'università meneghina, che per la rettrice rappresenta "il coronamento di un percorso costruito negli anni, che unisce in modo coerente la filiera della didattica e della ricerca nell'ambito della psicologia".
Ispirandosi alla piazza centrale della polis greca (l’Agorà, appunto), l'iniziativa offre ai cittadini un calendario di 6 incontri condotti da menti brillanti e voci di spicco della cultura, per rendere la cittadinanza attiva e partecipe sui grandi temi del nostro tempo. Il progetto evidenzia quanto la psicologia rappresenti oggi un ambito prioritario per l'ateneo meneghino. L'offerta formativa comprende infatti "una laurea triennale, diverse lauree magistrali, alcune delle quali attivate di recente - ricorda Brambilla - e si completa con la scuola di specializzazione, rendendo così l'intero percorso formativo pienamente strutturato. Anche le attività di ricerca sono cresciute nel tempo, assumendo un ruolo sempre più rilevante. Agorà della psicologia è dunque un momento significativo per la Statale, un'occasione per confermare la nostra missione integrata di didattica, ricerca e trasferimento delle conoscenze verso la città e il territorio".
La rettrice fa poi notare come "un'attenzione particolare è rivolta all'applicazione della psicologia nell'ambito della cura, poiché il nostro percorso è inserito nel Dipartimento di Oncologia e Medicina. Questo ci consente di sviluppare competenze solide anche nella psicologia clinica e nella relazione con il paziente", conclude.
Leggi tutto: Università, Brambilla (UniMi): "Agorà della psicologia apre il sapere alla città"

(Adnkronos) - "All'università Statale di Milano abbiamo un corso di laurea triennale in Scienze psicologiche per la prevenzione e la cura, a cui seguono due lauree magistrali, una in Neuropsicologia e l'altra in Psicologia della sanità. A questi si aggiungono un corso in Scienze cognitive, diversi master e, a breve, una scuola di specializzazione. Il progetto Agorà della psicologia rappresenta il completamento", della filiera didattica, "e al tempo stesso l'apertura verso l'esterno di questo percorso". Lo ha detto Gianluca Vago, direttore del Dipartimento di Oncologia e oncoematologia dell'università degli Studi di Milano, alla presentazione del progetto culturale dell'ateneo meneghino: 6 incontri aperti alla cittadinanza per confrontarsi e discutere sui grandi temi del nostro tempo, con menti brillanti e voci di spicco della cultura.
Per Vago il progetto, inserito nel Dipartimento di Oncologia e Medicina, "completa l'intera filiera formativa dell'ateneo". Un'offerta formativa che mira anche a formare nuove professionalità in ambito sanitario per migliorare concretamente la qualità dei servizi offerti ai cittadini e ai pazienti. "Questo - sottolinea - è il contributo che, come università, possiamo dare. C'è una crescente consapevolezza che la figura dello psicologo in ambito sanitario non sia solo un valore umano, ma anche un elemento essenziale di sostenibilità per l'intero sistema: un supporto reale e ormai riconosciuto alla sanità pubblica".
Leggi tutto: Università, Vago (UniMi): "Agorà della psicologia completa filiera formativa"

(Adnkronos) - "L'Agorà della psicologia nasce dall'iniziativa di un gruppo di psicologi che hanno iniziato a collaborare partendo da un'idea semplice, ma importante: la psicologia non può essere rappresentata solo attraverso il disagio. Abbiamo sentito il bisogno di creare uno spazio capace di raccontarla in modo positivo, attraverso l'arte, la letteratura e la filosofia". Così Gabriella Pravettoni, professoressa di Psicologia all'università degli Studi di Milano, partecipando oggi alla presentazione del progetto culturale dell'ateneo meneghino, che "vuole dare vita a un momento di incontro e di riflessione condivisa tra studenti e cittadinanza. Un luogo in cui approfondire, interiorizzare e riflettere, ma con uno sguardo luminoso, costruttivo e aperto".
Il progetto si ispira al modello di polis greca - l'Agorà, appunto - un luogo in cui i cittadini possono tornare a confrontarsi e discutere sui temi dei nostri tempi, accompagnati da menti brillanti e personaggi illustri. Un ciclo di 6 incontri che prevede la partecipazione di personalità di assoluto rilievo nel panorama nazionale. Tra gli altri, Massimo Cacciari (filosofo), Massimo Recalcati (psicanalista, filosofo e scrittore, Vittorio Lingiardi (Saggista), Andrea Ruth Shammah (regista), "che porteranno in scena anche spettacoli teatrali. In forme diverse - sottolinea Pravettoni - tutti contribuiranno a rappresentare la psicologia nella sua ricchezza e complessità".
Leggi tutto: Università, Pravettoni (UniMi): "Agorà della psicologia è racconto oltre il disagio"

(Adnkronos) - Pier Silvio Berlusconi ha acquistato lo storico attico di Casa Vianello, nel quartiere di Milano 2. L’immobile, che fu per decenni la residenza di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, è stato comprato dall'amministratore delegato di Mfe per una cifra di circa 1,45 milioni di euro.
L’attico, circa 300 metri quadrati distribuiti su due livelli con terrazzi, cinque camere, cinque bagni, soggiorno, sala da pranzo e studio, era di proprietà di Pedro Edgardo Magsino e Rosalie Escarez, i collaboratori filippini a cui i coniugi Vianello avevano lasciato l’intera eredità dopo la loro scomparsa nel 2010.
Leggi tutto: Pier Silvio Berlusconi ha acquistato Casa Vianello, agli eredi 1,45 milioni di euro

(Adnkronos) - "Non ci si avvelena da soli con il cioccolato". Con questa frase il presidente ecuadoriano Daniel Noboa ha commentato il presunto tentativo di avvelenamento di cui sostiene di essere stato vittima: dolci e marmellata contaminati da tre sostanze tossiche, ricevuti in dono durante un evento pubblico. Il caso, ora nelle mani della procura di Quito, si inserisce in un clima globale sempre più teso, tra guerre, instabilità e leader che convivono con la paura costante di un attentato. Da Donald Trump a Kim Jong-un, passando per Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, proteggere sé stessi - ancora prima che la patria - è diventato un mestiere, con strategie tanto sofisticate quanto eccentriche.
Negli Stati Uniti, Trump vive sotto una protezione senza precedenti. Dopo l’attentato del 2024 in Pennsylvania, in cui rimase ferito a un orecchio, la sua scorta ha introdotto i "panic pods" - rifugi antiproiettile pieghevoli nascosti dietro le quinte dei comizi - e reti anti-drone che sigillano lo spazio aereo intorno ai palchi. Il tycoon si muove in convogli di veicoli blindati, circondato da decine di agenti del Secret Service, mentre ogni alimento viene analizzato da laboratori mobili. L’accesso ai suoi eventi è rigidamente controllato, e la voglia del tycoon di apparire pubblicamente porta talvolta a enormi sfide logistiche.
Vladimir Putin ha invece trasformato la segretezza in scudo personale. Il presidente russo alternerebbe, secondo varie analisi e teorie, più sosia addestrati a imitarne voce e gesti, per confondere potenziali attentatori. Ricerche condotte dal Japan’s National Institute for Defence Studies tramite software di riconoscimento facciale e vocale avrebbero individuato almeno due controfigure in attività, anche se il Cremlino non ha mai confermato. Ogni pasto, bevanda o ambiente che Putin frequenta viene testato con spettrometri portatili e assaggiatori di fiducia: il timore dell’avvelenamento è quasi culturale, radicato nella lunga storia russa di veleni e tradimenti.
In Ucraina, Volodymyr Zelensky vive in movimento continuo. Dall’invasione russa del 2022, il presidente ha fatto della mobilità la sua migliore difesa: bunker segreti, spostamenti improvvisi, scorte d’élite che cambiano percorso all’ultimo momento. Secondo fonti di sicurezza citate dal Guardian, in alcune occasioni avrebbe usato travestimenti con parrucche e abiti civili per muoversi a Kiev senza attirare attenzione. Un’inchiesta del New York Times ha raccontato come Zelensky registri molti dei suoi messaggi in rifugi sotterranei, usando green screen per nascondere la posizione reale.
Più tecnologica, ma non meno ossessiva, è la sicurezza del presidente cinese Xi Jinping. In Cina, il controllo non si affida solo ai corpi speciali ma anche all’intelligenza artificiale: reti di telecamere con riconoscimento facciale e analisi comportamentale sorvegliano le folle in tempo reale, alla ricerca di micro-espressioni di nervosismo o gesti sospetti. Xi adotta "ghost schedules", orari fantasma e spostamenti decisi all’ultimo istante per rendere imprevedibili i suoi movimenti. In passato avrebbe perfino organizzato cortei ed eventi "diversivi" per sviare potenziali attentatori.
Nella gara al "più paranoico", nessuno supera Kim Jong-un. Il leader nordcoreano evita gli aerei, viaggiando su treni corazzati da 90 vagoni, con percorsi segreti e convogli di scorta. Porta sempre con sé una toilette personale per impedire che i servizi segreti stranieri analizzino i suoi campioni biologici. Secondo testimonianze di disertori, utilizzerebbe persino sosia "geneticamente compatibili" per gli eventi pubblici più rischiosi. Una sicurezza maniacale figlia anche dell’isolamento e la paranoia del regime.
Neppure Benjamin Netanyahu è immune alla logica della minaccia. La sua residenza di Cesarea è un bunker futuristico, con vetri che si rinforzano automaticamente, sensori acustici anti-drone e ologrammi di "figure fantasma" per confondere eventuali tiratori. La scorta del premier israeliano impiega agenti sotto copertura come "vicini di casa" e utilizza giubbotti antiproiettile dissimulati da completi sartoriali.

(Adnkronos) - Si chiude oggi a Rimini Zing, l’evento organizzato da Var Group che ha portato a Rimini quasi 3000 persone provenienti da aziende di ogni settore, ospiti internazionali e uno straordinario robot umanoide, Ameca, con capacità di riconoscimento facciale, comprensione del linguaggio naturale e telepresenza, uno strumento per testare e sviluppare nuove applicazioni di intelligenza artificiale. In un'intervista all'Adnkronos/Labitalia Francesca Moriani, ceo di Var Group e autrice di Braveship, il coraggio di innovare, ha spiegato come l’Ia entra e potrà entrare nel mondo del lavoro, integrandosi con l’intelligenza umana ed organizzativa.
"Ameca - afferma - si è presentata come il robot umanoide più avanzato al mondo, in grado di analizzare e mettere in correlazione migliaia di dati in un secondo, parlare molte lingue, disponibile 24 ore su 24 e che non ha nemmeno bisogno della pausa caffè. Ecco, la prima riflessione che mi sono portata a casa è proprio questa. Nel mondo delle aziende e delle relazioni che si creano sul lavoro la pausa caffè in realtà è il nostro spazio strategico. E' lì che un commento informale si trasforma in un'idea geniale. E' il momento in cui costruiamo le relazioni e ci connettiamo".
"L’Intelligenza artificiale nelle aziende - sottolinea - è ancora molto poco utilizzata e solo per attività estremamente semplici. Le facciamo scrivere mail, fare report. Tutto bellissimo, ma non è certo questo che cambia radicalmente le cose. Quando entrerà in maniera integrata all’interno degli assetti organizzativi allora sì che si avrà quella che già adesso si appare come una rivoluzione sebbene solo potenziale. Lo ha detto benissimo Alec Ross durante la prima plenaria: 'i pessimisti piangono nel loro caffè e si lamentano di un mondo immaginato, realizzato e gestito dagli ottimisti'. Ecco, noi vogliamo essere ottimisti e continuare a pensare a come integrare l’Ia nei processi aziendali, immaginando anche nuove forme di organizzazione".
"Ci sono davanti praterie. Sta a noi definire le linee strategiche e Zing è nato per creare un confronto aperto su questi temi, per ispirare le persone con nuove idee, non solo per capire lo status quo ma anche per definire cosa possiamo fare noi- all’evento c’erano più di 800 persone tra imprenditori e manager di aziende di ogni settore e dimensione- per indirizzare nel modo corretto non solo lo sviluppo dell’Ia ma anche la sua integrazione nel mercato del lavoro", osserva.
Per Francesca Moriani "l’Ia può potenziare le persone. Mentre si occupa di attività ripetitive, dei report e della gestione dei processi noiosi, ma anche di predire rischi e guidare macchine agricole, le persone avranno più tempo per fare ciò che l’intelligenza artificiale non potrà mai fare dove servono ad esempio creatività e conoscenza del contesto, istinto. L’Ia è programmata per evitare gli errori, utilizza un codice che si basa sulla logica, non sull'istinto. Ecco perché la leadership rimarrà sempre umana. Gli esseri umani hanno una capacità straordinaria: giustificare un errore come 'visione retroattiva', l’Ia lo segnala come una deviazione dalla norma. Non accettata".
"Il tema centrale di Zing - spiega - è l’integrazione tra 'intelligenza umana, artificiale e organizzativa'. Significa smettere di vedere l’Ia come un’entità separata e cominciare a progettare sistemi in cui tre tipi di intelligenza dialogano e si completano. Nella pratica questo significa diversi interventi concreti: ridisegnare i processi decisionali perché i risultati prodotti dall’Ia vengano integrati nelle decisioni umane, non solo consegnati come report. Bisogna creare ruoli ibridi - ad esempio data translator o Ia product manager - che traducano output tecnici in azioni di business e stabilire feedback loop in cui i comportamenti umani influenzano il modello e il modello, così da farlo migliorare".
"Un altro esempio - aggiunge - nelle operations, l’Ia può suggerire riassetti di schedule o ordini; ma è la persona a valutare vincoli relazionali, negoziazioni con fornitori o priorità strategiche. L’organizzazione deve prevedere chi prende quella decisione e come il sistema apprende dalle sue scelte. Senza questo livello di integrazione, l’Ia resta un fornitore di insight non utilizzati".
Alla domanda 'cosa serve davvero alle aziende oggi: più pianificazione rigorosa o più coraggio e sperimentazione', Francesca Moriani risponde: "E’ come chiedere ad un bambino a chi vuol più bene alla mamma o al papà. Servono entrambe le cose, ma dato che siamo di fronte a un cambiamento radicale, il primo passo è creare spazio per sperimentare con coraggio. Il coraggio serve per iniziare sperimentazioni rapide, dobbiamo essere pronti ad accettare che alcune falliranno, dobbiamo imparare velocemente e adattare. La sperimentazione ci dà conoscenza pratica; ci permette di capire davvero quali processi vanno ripensati e quali casi d’uso portano valore reale".
"Detto questo - conclude - la sperimentazione va fatta in modo intelligente: non è anarchia. Serve rigore nel misurare i risultati dei proof-of-concept, metriche chiare e governance. E soprattutto avere pazienza: non tutto diventerà subito evidente in termini di Roi monetario; però l’adattamento continuo e la costruzione di competenze sono investimenti strategici".
Il cagliaritano Pineider: 'nuove opportunità di vendita'... 
(Adnkronos) - Al Teatro degli Arcimboldi di Milano, davanti a oltre mille ospiti tra chef, produttori di vino, operatori del settore, istituzioni e stampa, Le Guide de L’Espresso hanno celebrato l’Ottava arte e hanno consacrato l’eccellenza italiana a tavola con la presentazione della 46sima edizione delle Guide: “I 1000 Ristoranti d’Italia” e “I 1000 Vini d’Italia”. Dopo le sette arti classiche — architettura, scultura, pittura, musica, poesia, danza e cinema — l’alta cucina e il vino si sono affermati come Ottava arte, per la capacità di parlare a tutti i sensi e di trasformare un gesto quotidiano in esperienza culturale. L'evento, condotto da Guido Meda — vicedirettore Sky Sport e responsabile redazione motori — e Federica Masolin — giornalista e conduttrice Sky Sport — ha visto alternarsi sul palco talk, interventi e premiazioni.
Sono 21 i ristoranti che quest’anno hanno ottenuto il massimo riconoscimento dei 5 cappelli, tra cui 3 guidati da chef donne: Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò), Jessica Rosval (Al Gatto Verde) e Nadia Santini (Dal Pescatore). Ben 6ristoranti hanno raggiunto il punteggio massimo di 20/20: Osteria Francescana di Massimo Bottura, Cracco di Carlo Cracco, Reale di Niko Romito, Duomo di Ciccio Sultano e, per la prima volta, anche Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo e Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni. Sul fronte del vino, 7 cantine hanno ricevuto il “110 cum laude”, il voto più alto conferito dalla Guida: Alta Mora, Castello di Ama, Elvio Cogno, Ferrari Trento, Giovanni Rosso, Podere Forte e Tenuta Sette Ponti.
Accanto ai massimi riconoscimenti, sono stati assegnati anche i premi speciali, pensati per valorizzare talenti capaci di imprimere direzioni inedite alla cucina e al vino italiani. Tra questi, il premio come Miglior Giovane è andato a Luca Adobati (Casa Romano) e il premio Miglior Outsider, un nuovo riconoscimento introdotto quest’anno, è stato consegnato ad Alberto Gipponi (Dina). Per i vini, invece, in primo piano il titolo di Miglior Vino Spumante, assegnato a Ferrari Trento di Matteo Lunelli, e il premio per il Miglior Produttore Under 40, conferito a Casanova di Neri, ritirato da Marianna Neri.
Spazio a un confronto tra istituzioni e protagonisti della scena culturale italiana. Sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi, Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe — Federazione italiana pubblici esercizi — e Jacopo Veneziani, storico dell’arte e divulgatore. I tre talk tematici — “Sapori d’Italia”, “Fuori Scena. Outsider” e “L’estetica dell’Ottava” — hanno approfondito il ruolo dell’enogastronomia come motore culturale e innovativo dell’Italia.
Dietro a questa edizione 2026, c’è un lavoro che racconta la dimensione di un intero anno di reportage itinerante. Un viaggio lungo 60.000 chilometri, che ha portato Luca Gardini, curatore delle Guide, e tutti gli ispettori a degustare 1.500vini, visitare 1.200 ristoranti e assaggiare più di 5.000 piatti. Un percorso costruito attraverso migliaia di mail e telefonate e una presenza capillare in tutte le 20 regioni italiane. Più di 1.000 persone, tra cui ispettori, curatori, redattori, grafici, fotografi, incontrate lungo il viaggio su e giù per l’Italia, testimoniano la solidità di un racconto che ogni anno ridisegna la mappa enogastronomica del Paese. (segue)
E' stata presentata in anteprima anche la versione aggiornata del sito (guidespresso.it) e la nuova app de Le Guide de L’Espresso, progettate per rendere le eccellenze enogastronomiche facilmente fruibili da chiunque, ovunque, con contenuti immediati e sempre aggiornati. Le novità non sono finite: nel 2025, Le Guide de L’Espresso hanno aperto un nuovo capitolo narrativo, con tre branded content e due progetti editoriali capaci di reinterpretare la cultura enogastronomica italiana in modi più contemporanei. Con Kia, il progetto Outsider sta raccontando i protagonisti che hanno scelto strade non convenzionali, ridefinendo i confini della ristorazione italiana.
Con Enilive, una stazione di servizio è diventata un luogo di esperienza culinaria, grazie ad ALT – Stazione del Gusto. Con Elica è stato realizzato “Silenzio, parla il cooking”, una serie di cortometraggi in cui si fondono arte pittorica e gesto gastronomico. A questi, si sono affiancati anche due progetti editoriali: Sapori e Storie di Roma, in collaborazione con American Express e Confesercenti Roma, una guida dedicata alla vitalità delle trattorie della Capitale, e Best Restaurants & Wines of 2025, in partnership con Gruppo Pellegrini, una versione internazionale delle classiche Guide de L’Espresso.
"Sono state celebrate le eccellenze italiane, ma soprattutto dà lustro a una filiera che costruisce cultura e lavoro. La cucina e il vino sono diventati la nostra forma più autentica di diplomazia: parlano al mondo con il linguaggio del gusto— ha dichiarato Emilio Carelli, direttore de L’Espresso — Le Guide continuano a essere una sentinella inquieta, sempre in viaggio per osservare e interpretare i cambiamenti del Paese attraverso la sua tavola". "Raccontare l’Italia del gusto significa raccontare chi siamo, attraverso tavole e calici che esprimono ogni giorno la nostra identità. Le Guide de L’Espresso valorizzano chi, con talento e passione, trasforma il cibo e il vino in esperienze autentiche, offrendo al lettore una bussola sicura nel panorama enogastronomico italiano", ha commentato Luca Gardini, curatore de Le Guide de L’Espresso.
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(Adnkronos) - La spina bifida è una grave malformazione congenita causata dalla non corretta chiusura del tubo neurale durante le prime settimane di gravidanza (tra il 17.esimo e il 30.esimo giorno dopo il concepimento) e, insieme all’idrocefalo, può influenzare profondamente lo sviluppo e la qualità di vita del neonato. Fattori genetici, ambientali e nutrizionali concorrono allo sviluppo di queste anomalie. Uno dei fattori principali di rischio è la carenza di acido folico, ma influiscono anche il diabete materno, l’obesità, l’ipertermia in gravidanza e l’uso di alcuni farmaci antiepilettici. Domani è la Giornata mondiale della spina bifida e Idrocefalo A livello globale, si stimano circa 2 casi ogni 1000 nati vivi (tra i 214.000 e 322.000 nuovi casi all’anno). Nei Paesi a basso e medio reddito, l’incidenza complessiva si mantiene elevata, con circa 2 milioni di casi/anno, in parte per la mancanza di programmi sistematici di supplementazione di acido folico e per la limitata disponibilità di diagnosi prenatale.
Negli Stati Uniti, i dati recenti indicano una prevalenza di 3,5 casi ogni 10.000 nati vivi (1 su 2.875), grazie a decenni di fortificazione della farina con acido folico. In Europa, secondo i dati di sorveglianza Eurocat, la prevalenza media è di 4,9 casi ogni 10mila nascite, con una distribuzione non uniforme, a causa delle differenti politiche di fortificazione alimentare obbligatoria tra i paesi. La raccolta sistematica dei dati epidemiologici su questo tipo di patologia in Italia è ancora frammentaria, ma le stime regionali suggeriscono valori allineati alla media europea, nelle aree con buona copertura di supplementazione folica pre-concezionale.
Da tempo la Società italiana di Neonatologia (Sin) sostiene la necessità di una fortificazione di acido folico obbligatoria di alcuni alimenti, confermata anche in occasione della Giornata mondiale della spina bifida e idrocefalo, insieme ad un approccio integrato che parta dalla prevenzione in epoca preconcezionale, fino al follow-up a lungo termine. "La prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale deve continuare ad essere la supplementazione con acido folico in epoca peri-concezionale, meglio se obbligatoria. Da un punto di vista terapeutico negli ultimi anni sono emerse nuove tecniche chirurgiche per il trattamento della spina bifida e dell’idrocefalo spesso associato, tra cui interventi di chirurgia prenatale e approcci fetoscopici mininvasivi innovativi. Tuttavia, i dati sono ancora preliminari e richiedono follow-up a lungo termine e standardizzazione dei protocolli”, spiega il presidente Sin, Massimo Agosti.
"L’integrazione di 0,4 mg/die di acido folico almeno un mese prima del concepimento e durante il primo trimestre riduce il rischio di spina bifida sino al 70%. Le donne con anamnesi positiva per tale patologia in precedenti gravidanze necessitano di dosaggi più elevati (4–5 mg/die). Oltre 80 Paesi hanno adottato programmi di fortificazione obbligatoria di farine con acido folico, con riduzione fino al 50% dell’incidenza. In Italia non esiste una fortificazione obbligatoria, ma è raccomandata la supplementazione volontaria. La copertura rimane insufficiente, con stime di adesione
“Alla prevenzione con acido folico va aggiunta la necessità di una diagnosi prenatale precoce, per ottimizzare il percorso nascita e garantire un’assistenza multidisciplinare fin dalle prime ore di vita”, continua Lucrezia De Cosmo, segretario del Gruppo di studio Neurologia e Follow-up della Sin. “La gestione di queste patologie richiede un team multidisciplinare con la presenza di neonatologo, neurochirurgo, urologo, ortopedico, fisioterapista e psicologo. In questa cornice - aggiunge - la figura del neonatologo è centrale nel coordinare il percorso nascita, garantire la stabilizzazione clinica e facilitare l’accesso alle cure specialistiche”.
"Dal punto di vista clinico, la diagnosi prenatale, mediante ecografia morfologica e risonanza magnetica fetale, consente di pianificare il parto in centri di III livello dotati di Neurochirurgia pediatrica, Terapia intensiva neonatale e servizi di diagnostica avanzata, migliorando gli esiti chirurgici e riducendo il rischio di complicanze. La gestione neonatale tempestiva e multidisciplinare - prosegue la Sin - inclusa la chiusura precoce della lesione e il trattamento dell’idrocefalo, è determinante per la prognosi a lungo termine. Il follow-up del neonato con spina bifida e idrocefalo è essenziale per ottimizzare la qualità di vita e prevenire complicanze a lungo termine, con controlli mensili nei primi 6 mesi, trimestrali fino ai 2 anni e semestrali o annuali in età scolare, in base alla stabilità clinica. Le complicanze più frequenti di questi piccoli pazienti includono: disabilità motorie, problemi neurologici, disturbi urinari e intestinali, disturbi cognitivi e dell’apprendimento, accompagnati da un impatto sulla qualità della vita, l’autonomia e il benessere emotivo del bambino e della famiglia".
La Società Italiana di Neonatologia ribadisce "la necessità di promuovere la supplementazione di acido folico in età fertile, implementare programmi educativi mirati a professionisti sanitari e popolazione, potenziare i registri epidemiologici nazionali e soprattutto garantire percorsi nascita dedicati e team multidisciplinari in tutti i casi diagnosticati. La combinazione di prevenzione, diagnosi precoce e gestione integrata rappresenta la strategia più efficace per ridurre l’impatto di spina bifida e idrocefalo, migliorando la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie".
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(Adnkronos) - ‘Noi del Rione Sanità’, in onda su Rai1, ha conquistato la prima serata di giovedì con 3.123.000 spettatori e il 19.1% di share. Al secondo posto su Canale5 ‘Io Canto Family’, seguito da 2.173.000 spettatori con il 15.9%. Terzo gradino del podio per ‘Splendida Cornice’ su Rai3, con 975.000 spettatori e il 5.9% di share.
A seguire, tra gli altri ascolti di prime time: ‘Red Sparrow’ su Italia1 (845.000 spettatori, share 5.1%), ‘Piazzapulita’ su La7 (823.000 spettatori, share 5.8%), ‘Ore 14 Sera’ su Rai2 (781.000 spettatori, share 5.6%), ‘Dritto e Rovescio’ su Rete4 (699.000 spettatori, share 5.4%), ‘Sinceramente Persia – One Milf Show’ sul Nove (495.000 spettatori, share 2.9%) e la partita di Europa League Nottingham Forest-Porto su Tv8 (469.000 spettatori, share 2.4%).
In access prime time, ‘La Ruota della Fortuna’ su Canale5 è il programma più visto con 5.162.000 spettatori e il 24.4% di share, preceduto da ‘Gira La Ruota della Fortuna’ (3.738.000 spettatori, share 18.2%). Su Rai1 ‘Affari Tuoi’ ha registrato 4.678.000 spettatori e il 22.1% di share, preceduto da ‘Cinque Minuti’ (3.812.000 spettatori, share 18.9%).
Nel preserale, bene ‘L’Eredità’ su Rai1: il game show condotto da Marco Liorni ha ottenuto 4.248.000 spettatori e il 25.7% di share, dopo ‘La Sfida dei 7’ (3.245.000 spettatori, share 24.4%). Su Canale5 ‘Avanti un Altro’ ha registrato 2.934.000 spettatori e il 19% di share, preceduto da ‘Avanti il Primo’ (1.795.000 spettatori, share 14.8%).
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