(Adnkronos) - Per quasi la metà dei proprietari di pet in Italia (45%), andare in vacanza significa lasciare il proprio cane a casa. E in un caso su tre (30%), il motivo è chiaro: organizzare un viaggio insieme al proprio animale domestico è ancora troppo complicato. Tra i principali ostacoli segnalati, spiccano la difficoltà nel visitare attrazioni una volta giunti a destinazione (37%), la complessità degli spostamenti con mezzi pubblici come treni, aerei e navi (34%) e la scarsa disponibilità di strutture ricettive davvero pet-friendly (29%). Eppure, il desiderio di partire insieme c’è: il 65% dei pet parent italiani afferma che avere informazioni chiare e dettagliate sui servizi offerti dalle strutture ricettive per gli animali, e sui relativi costi, aumenterebbe la propensione a viaggiare con il proprio cane. È quanto emerge da una ricerca realizzata da SWG per Mars, che ha indagato le abitudini e le difficoltà di chi viaggia con animali in Italia.
E' per questo che, attraverso il brand Cesar, Mars – tra i leader globali nella cura, negli snack e nell’alimentazione per gli animali domestici – annuncia l’espansione in Europa della sua partnership con Tripadvisor, la più grande piattaforma di viaggio al mondo, con Italia e Regno Unito come capofila. La collaborazione mira a colmare il divario nel settore dei viaggi pet-friendly utilizzando strumenti digitali per rendere più facile la ricerca di luoghi che accolgano i cani e la pianificazione dei viaggi, tramite un nuovo hub digitale, ospitato su Tripadvisor e accessibile da web e mobile, che include: guide regionali che presentano destinazioni ed esperienze realmente pet-friendly in alcune delle principali mete di viaggio in Italia; un Trip Builder supportato dall’intelligenza artificiale che consente agli utenti di creare itinerari pet-friendly in pochi minuti, guidati dalle recensioni e dai consigli dei viaggiatori.
Per il 24% dei proprietari di cani italiani, andare in vacanza con il proprio animale rappresenta una vera e propria occasione per stare bene; per il 17% è addirittura un gesto irrinunciabile, e per un altro 17% un modo per condividere momenti di divertimento. Per chi sceglie di partire con il proprio cane, le mete preferite sono quelle stanziali e rilassanti: il 44% sceglie il mare, il 31% zone immerse nella natura come la montagna o la campagna, mentre il 27% opta per viaggi culturali. Anche nella scelta dell’alloggio, la praticità conta: il 30% si affida a strutture ricettive pet-friendly e un altro 21% preferisce case in affitto, considerate più comode per accogliere gli animali. Organizzare tutto, però, richiede impegno: la metà dei proprietari di cani cerca attivamente strutture che accolgano gli animali (49%), mentre l’87% consulta le recensioni online per fare scelte consapevoli.
E se molti partono, altri ancora rinunciano. Il 45% dei pet parent sceglie di lasciare il cane a casa, affidandolo a familiari (21%), a persone di fiducia (16%) o a strutture dedicate (8%), mentre il 4% smette del tutto di viaggiare per mancanza di alternative. Servizi più accessibili, informazioni chiare e soluzioni di trasporto più semplici farebbero la differenza. In particolare: la possibilità di affidare temporaneamente l’animale durante la visita alle attrazioni (68%), contare su assistenza veterinaria in caso di emergenza (67%), disporre di indicazioni dettagliate su trasporti, accesso e spazi dedicati (66%) o poter portare con sé il proprio cane senza doverlo imbarcare in stiva (66%).
"In Mars comprendiamo l’importanza crescente che gli animali ricoprono nella vita delle persone e le sfide che i pet parent affrontano quando viaggiano. La nostra partnership con Tripadvisor ci consente di offrire soluzioni digitali pratiche e immediate per rendere più semplice stare insieme ai propri animali anche lontano da casa", afferma Sara Giordano, marketing director Mars Pet Nutrition South Europe. "Questa iniziativa è assolutamente coerente cone il nostro programma globale Better cities for pets, che promuove in tutto il mondo città e spazi più pet-friendly".
"Riconosciamo l’esigenza di esperienze di viaggio inclusive per i pet, e siamo entusiasti di collaborare con Mars per offrire ai pet parent migliori opzioni e raccomandazioni", afferma Christine Maguire, global vice president of sales & partnerships, Tripadvisor. "Questa partnership rende più semplice viaggiare con i propri animali da compagnia e sostiene al tempo stesso la crescita delle attività pet-friendly".
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(Adnkronos) - "Le cisterne dei distributori sono in pressione, per conservare il Gpl allo stato liquido. La rottura di una conduttura e l'innesco di un incendio può rendere una cisterna una bomba potentissima, come purtroppo si è verificato". Andrea Tavoletta, responsabile operazioni logistica e Fidi presso Termo Trading Petroli, società che opera nella vendita e distribuzione di carburanti, interpellato dall'Adnkronos, spiega dal suo punto di vista cosa può essere successo al distributore di via Gordiani, a Roma, dove stamattina si sono verificate due esplosioni in sequenza.
Va ricordato che la pressione del GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) in una cisterna di un distributore, per mantenerlo allo stato liquido, varia tra i 2 e gli 8 bar. Questa pressione è necessaria perché il GPL tende a tornare allo stato gassoso a temperatura ambiente e alla pressione atmosferica.
Si poteva fare qualcosa di diverso, una volta constatato il danno (nello specifico, un'autobotte avrebbe urtato una conduttura di scarico causando una perdita di gas)? "Dipende da come è fatto l'impianto. In teoria, tra serbatoio, condutture ed erogatore finale ci sono le 'mandate di chiusura', ovvero saracinesche che si possono chiudere per circoscrivere la perdita. Ma è evidente che tutto dipende dalla posizione, dall'entità del danno e dal poco tempo a disposizione". Avvengono sempre in sicurezza le operazioni di carico del carburante nei distributori? "I controlli sono accurati e le procedure sono molto rigide ma se avviene un incidente serio la chiamata ai Vigili del fuoco può diventare l'unica risposta possibile", conclude Tavoletta. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - Si va verso un aumento dei pedaggi autostradali ad agosto. E' quanto prevede un emendamento firmato dai quattro relatori al dl Infrastrutture che punta ad incrementare il canone annuo corrisposto ad Anas. Si tratterebbe di un "aumento di 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B e a 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio 3 4 e 5'', che andrebbe in vigore dal prossimo mese. In questo modo, raccontano fonti del Mit, l'Anas potrebbe coprire definitivamente il fabbisogno di risorse che è aumentato strutturalmente negli ultimi anni.
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari del centrodestra l'emendamento, voluto dalla Lega e sottoscritto dai relatori di maggioranza, sarà votato da Fratelli d'Italia ''come tutto il provvedimento'', anche se dal partito di via della Scrofa non filtrerebbe entusiasmo per l'aumento dei pedaggi.
"Tasse e propaganda, nient’altro. Anche oggi Giorgia Meloni prova a mettere una tassa in più, stavolta sugli italiani che vanno in vacanza. Vuole aumentare i pedaggi autostradali da agosto, per colpire quando c’è più traffico di viaggia per le ferie. E lo fa con un emendamento presentato all’ultimo su un decreto, perché in fondo l’unica necessità e urgenza dei decreti del governo è quella di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Abbiamo già presentato un sub emendamento per fermarli. Sono tre anni che governano bloccando il salario minimo e non facendo nulla sul caro vita e le bollette più care d’Europa, almeno abbiano la decenza di smetterla di aumentare le tasse generalizzate su tutti mentre sfornano un condono al mese per i furbi". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Il Movimento 5 stelle, con il vicepresidente della commissione Ambiente, Agostino Santillo, ha proposto un subemendamento all'emendamento presentato dalla maggioranza. "Dalle disposizioni del presente comma non possono derivare incrementi tariffari di modifica ai canoni per le diverse classi di pedaggio", si legge nel testo del subemendamento. "Per noi - ha spiegato all'Adnkronos il deputato pentastellato - si possono aumentare tutti i canoni per Anas ma senza pesare sui contribuenti. Si tratta di una misura di buon senso soprattutto in questo periodo di rincari e con le vacanze alle porte".
"Dato che non bastano i ritardi dei treni, i taxi che non si trovano, le condizioni disastrose delle nostre strade, il costo della vita che aumenta e i salari fermi al palo, per penalizzare ancora di più gli italiani durante le ferie estive il governo con un emendamento dei relatori al dl infrastrutture aumenta dal 1 agosto il pedaggio autostradale di un euro. Una vera e propria vigliaccata del ministro Salvini nei confronti degli italiani. A fronte di cosa questi aumenti? Quali sono i maggiori servizi forniti? D’altronde Salvini non si occupa mai di trasporti, a meno che non si tratti di mettere le mani in tasca ai contribuenti", ha affermato il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
"Mentre milioni di italiani si preparano alle vacanze estive, il governo Meloni ha pensato bene di fare loro un bel regalo: l’aumento dei pedaggi autostradali. Un emendamento al decreto Infrastrutture prevede infatti rincari generalizzati a partire dal primo agosto, colpendo non solo camion e tir, ma anche auto, moto e camper. È questa la destra sociale di Giorgia Meloni? Una destra che alza i costi per le famiglie che si mettono in viaggio e per chi lavora su strada". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde.
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(Adnkronos) - "Tsitsipas? Mai visto un giocatore così impreparato. Sono tre volte più pronto io, nonostante questo ginocchio che mi ritrovo". A parlare così, in un'intervista a Sport Klub, è Goran Ivanisevic, coach del tennista greco Stefanos Tsitsipas. L'allenatore non ha usato mezzi termini per descrivere il momento negativo del suo giocatore, con cui ha iniziato a collaborare solo poche settimane fa.
A Wimbledon 2025, Tsitsipas si è ritirato al primo turno contro il francese Royer per un problema alla schiena: "Senza forma fisica, aspettare la propria occasione diventa difficile" ha puntualizzato Ivanisevic -. Gli sento dire sempre 'Io voglio, io voglio', ma non fa mai nulla. Non vedo progressi. Sono scioccato".
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(Adnkronos) - In un Paese in cui la tavola è da sempre sinonimo di cultura, identità e condivisione, il modo di vivere i momenti conviviali sta evolvendo verso una dimensione più autentica e spontanea: rispetto a dieci anni fa, oltre 1 italiano su 3 (31%) si sente più informale a tavola, contro il 28,3% che afferma di essere diventato più formale. La tendenza è confermata anche dalle abitudini legate al consumo di cibo: quasi il 40% preferisce ambienti semplici e informali per stare in compagnia, superando nettamente chi sceglie esperienze gourmet e più strutturate (28,3%).
Oggi, le esperienze di street food condiviso, all’insegna della semplicità e della spontaneità, conquistano il 69,9% degli italiani. E anche il modo di stare insieme cambia: il 71% preferisce vivere momenti conviviali improvvisati con gli amici, senza schemi né regole, in locali che non si adeguano a convenzioni sociali e dress code. Emerge, dunque, un bisogno crescente di luoghi e occasioni conviviali in cui sentirsi liberi, autentici e a proprio agio. La spontaneità si afferma come valore personale e sociale: per il 54,9% significa essere sé stessi senza paura del giudizio altrui, per il 51,3% poter esprimere liberamente le proprie emozioni, e per il 23,3% non doversi preoccupare di fare bella figura.
La fotografia emerge da un'indagine inedita da AstraRicerche per Birra Moretti, che esplora come sono cambiate le abitudini degli italiani nei momenti legati al cibo e alle bevande e il loro rapporto con l’essere autentici, spontanei: un valore che il brand abbraccia con la campagna istituzionale 'Come piace a noi', espressione autentica dello stare insieme all’italiana. ''Una evoluzione del posizionamento di Birra Moretti che -si sottolinea in una nota del gruppo- da sempre, risponde ai bisogni dei consumatori e affonda le sue radici nelle abitudini di condivisione più vere, quelle che oggi più che mai si creano attorno a una tavola informale, reale o improvvisata''.
In questo scenario, emerge un nuovo modo di vivere lo stare insieme attorno al cibo e prende vita il concetto di food connection, che nasce dall’alchimia tra persone, cibo e luoghi semplici: un legame fatto di convivialità e apertura verso l’altro, in cui a contare non è tanto il 'cosa' quanto il 'come' e 'con chi'. Una connessione che mette al centro la voglia di incontrarsi attorno al cibo e rendere ogni momento condiviso speciale. Per oltre 7 italiani su 10 (75,2%), infatti, la birra si conferma come la bevanda che porta spontaneità nei momenti di convivialità. È apprezzata perché mette tutti a proprio agio (39,4%), accompagna i momenti felici (36,4%) e perfetta per le occasioni più semplici e informali (29,5%). Versatile per natura, si conferma la compagna ideale di una socialità senza sovrastrutture: il suo gusto fresco e leggero conquista per la capacità di accompagnare ogni tipo di piatto (34,6%) e di adattarsi con naturalezza a contesti e gusti diversi (34,4%).
In un’Italia che cambia, anche il modo di vivere la socialità e il consumo di cibo si evolve: cresce infatti tra gli italiani il bisogno di spontaneità, soprattutto nei contesti informali. A guidare questo cambiamento è la ricerca di esperienze conviviali genuine, dove sentirsi sé stessi senza pressioni o convenzioni sociali. Secondo i dati dell’indagine, la spontaneità è oggi percepita come maggiormente presente in contesti di socializzazione informali quali pranzi, cene, aperitivi, feste e celebrazioni con amici (58%). Anche la tavola con la famiglia allargata (34,9%) e i momenti con i vicini di casa o di quartiere (29,7%) si confermano occasioni ideali per lasciarsi maggiormente andare.
Anche la buona compagnia ha un ruolo: rappresenta infatti il fattore più influente (54%), seguita dalla libertà di parlare liberamente (44,6%), dal tempo a disposizione senza la fretta di consumare (39,9%) e il contesto, meglio se semplice e improvvisato (35,8%). In particolare, i giovani tra i 18 e i 35 anni si sentono più spontanei ovunque si possa festeggiare (22,1%) o mangiare a basso costo (16,5%). A livello gastronomico, per oltre la metà degli italiani (58,5%) la pizza si conferma la regina dell’informalità e della convivialità, seguita dai piatti della tradizione italiana (40,1%) e dallo street food (36,1%, con un picco tra i più giovani). Meno citati invece i cibi salutari (27,9%), gli snack (27%) e le cucine etniche (14,5%, che salgono al 20,2% tra le donne under 35).
Anche il contesto fa la differenza: per il 67,6% degli italiani alcuni luoghi favoriscono la spontaneità, mentre il 51,5% ammette di sentirsi inibito in ambienti più formali. La maggioranza preferisce scegliere dove incontrarsi, sia con amici (70,1%) che con parenti (68,4%). Al di là della casa, che rappresenta il luogo iconico della spontaneità, non è un caso che tra gli spazi pubblici vinca la pizzeria (28,6%), seguita da pub e bar (23,5%), ristoranti della tradizione italiana come trattorie e osterie (23,3%). Con la famiglia, la convivialità si esprime soprattutto attorno alla tavola tradizionale (51,2%); con gli amici, invece, vincono gli spazi all’aperto: i tavolini di un bar (40,6%) sono in cima alle preferenze, seguiti da pizza d’asporto (30,5%) e spazi all’aperto improvvisati (59,9%). Segno che la convivialità si nutre di libertà, giusto contesto e semplicità.
Le occasioni conviviali vissute in modo informale generano effetti positivi evidenti: per quasi il 64% degli intervistati si è più di buon umore e ci si rilassa; si conversa con più libertà (43,7%), ci si rilassa (37,8%) e si è più a proprio agio (37,1%). Non solo: questi momenti rafforzano i legami esistenti (37,1%) e favoriscono nuovi incontri o esperienze, facilitando la socializzazione (29,5%) e l’apertura a provare qualcosa di nuovo (22,1%).
Sentirsi liberi da regole e convenzioni migliora l’esperienza del consumo e rafforza i legami sociali. Per il 54,9% degli italiani significa rilassarsi e godersi il momento, mentre il 27,6% apprezza la possibilità di non sentirsi giudicato e il 27,1% quella di vivere senza condizionamenti. Sul piano relazionale, l’essere sè stessi rende più allegri (38,1%), favorisce il rilassamento (35,4%) e permette di essere autentici (33%), senza pressioni o maschere, contribuendo a creare un’atmosfera più leggera e accogliente. Emergono così i tratti di una nuova cultura della socialità: più libera, più semplice, più vera. Un modo di stare insieme che valorizza il piacere dell’incontro, della convivialità senza forzature, e dell’essere sé stessi.
Gli ostacoli a questo modo di vivere sono soprattutto i giudizi esterni o gli atteggiamenti negativi (45,3%), seguite dal vivere sempre di fretta (38,6%) e dall’uso eccessivo dello smartphone (37,4%), che interferisce con la qualità delle interazioni. Nonostante il desiderio di sentirsi liberi, quasi la totalità degli italiani sperimenta, anche in occasioni informali legate al consumo di cibo, la pressione esercitata dalle aspettative sociali, al punto che solo il 16,4% dichiara di non esserne mai influenzato. Una dinamica particolarmente sentita dai giovani adulti tra i 18 e i 35 anni.
"Negli ultimi dieci anni -spiega Alfredo Pratolongo, corporate affair director Heineken Italia e presidente Fondazione Birra Moretti- abbiamo assistito a una importante trasformazione della convivialità, che riflette un'evoluzione culturale più ampia: oggi si ricerca e apprezza di più la spontaneità come manifestazione autentica dello stare insieme. In questo scenario, la birra ha ritrovato un ruolo centrale. E' la bevanda della socialità, versatile e trasversale, capace di adattarsi a ogni gusto, ogni piatto, momento e contesto, creando occasioni di incontro autentiche. Birra Moretti ha saputo leggere le evoluzioni dei nostri stili di vita, mantenendo forte il proprio legame con la cultura gastronomica italiana. Ha fatto da apripista nel portare la birra sulle tavole come parte integrante dell’esperienza culinaria, contribuendo a diffondere una nuova sensibilità nel rapporto tra birra e cibo. Oggi riafferma il ruolo di marca guida con uno sguardo contemporaneo e al futuro, riaffermandosi come simbolo di una convivialità dai tratti più informali ma che rimane asse portante della nostra cultura alimentare".
''Con la campagna 'Come piace a noi', Birra Moretti -si evidenzia in una nota del gruppo- si fa interprete di questo cambiamento sociale e culturale, mettendo al centro i valori della spontaneità, dell’autenticità, della convivialità libera dai formalismi. Il messaggio è semplice: è nei momenti senza copioni che nasce la vera convivialità. Nessun dress code, nessuna aspettativa da soddisfare: solo una tavola, fisica o improvvisata, dei buoni amici, la famiglia e tanta voglia di stare insieme, davvero''.
La campagna rappresenta il cuore pulsante dell’evoluzione naturale del nuovo posizionamento di Birra Moretti, inaugurato ad aprile con il lancio del nuovo spot Tv 'Come piace a noi' e ulteriormente rafforzato dalla terza edizione della web serie 'Come piace a noi: il weekend', il nuovo format on air sul canale YouTube del brand che celebra la spontaneità come vero stile di vita e il piacere autentico di stare insieme.
"Attraverso la nuova campagna -prosegue Pratolongo- celebriamo la spontaneità come tratto distintivo del nostro modo, tutto italiano, di stare insieme, rispondendo al bisogno crescente di momenti autentici, anche profondi, perché liberi dalla formalità. Birra Moretti, icona nazionale della convivialità, da sempre accompagna questi momenti: non impone regole, ma crea connessioni, che spesso nascono proprio attorno a una tavola semplice e condivisa, scegliendo di raccontare la bellezza delle cose genuine, delle relazioni spontanee".
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(Adnkronos) - "Purtroppo non sappiamo realmente quante sono le persone che hanno bisogno di accedere alle cure per il diabete. Molti di loro spesso neanche sanno di avere il diabete, per questo faremo anche delle visite, e spesso chi non ha la possibilità di accedere al Sistema sanitario nazionale non fa neanche richiesta dell'insulina. C'è una sorta di 'sommerso involontario e quello che faremo, come Centro Padre Nostro, è proprio andare alla ricerca di queste persone. Prima di tutto per fare uno screening di chi ne ha bisogno e poi per fare sapere alla città che al Centro Padre Nostro si offre questo servizio gratuitamente", Così Maurizio Artale, presidente dell'associazione Centro Padre Nostro di Palermo, a margine della presentazione del progetto 'Vulnerabili' nato dalla collaborazione tra Novo Nordisk e Fondazione Banco Farmaceutico e che vede coinvolte le due associazioni palermitane, Centro Astalli e Centro di Accoglienza Padre Nostro. Obiettivo del progetto è garantire alle persone con diabete, che vivono in condizioni di povertà socioeconomica, il diritto e l'accesso alle terapie.
"Dove ci sono delle fragilità, emergenze ed esigenze, il Centro Padre Nostro c'è sempre - ha aggiunto - Crediamo che questo nuovo servizio gratuito potrà alleviare le sofferenze di chi è costretto a fare uso dell'insulina e non è nelle condizioni socioeconomiche per potersi curare".
Leggi tutto: Diabete, Centro Padre Nostro: "Con Vulnerabili mano tesa a pazienti invisibili"
(Adnkronos) - "L’innovazione è un processo importante, bisogna renderla attuale e applicabile. Occorre puntare su una ricerca che renda accessibili i farmaci più innovativi e che tenga conto della qualità della vita dei pazienti". Lo ha detto Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), oggi all’evento 'Sound of science: il futuro della salute cambia musica' promosso da Novartis a Palazzo Lombardia a Milano.
De Lorenzo sottolinea il tema dell’innovazione, che "in un sistema come quello che riguarda i malati di cancro", si traduce anche nell’individuazione di un modello di cura "applicabile anche per altre patologie", che prende in considerazione il ruolo dei "biomarcatori, indicatori fondamentali per accedere alla medicina di precisione" e di elementi predittivi utili "per evidenziare gli effetti tardivi che insorgono a distanza di tempo nelle persone guarite dal cancro".
Il presidente di Favo sostiene che bisogna tener conto anche della "necessità della digitalizzazione e dell'applicazione dell'intelligenza artificiale generativa", che può supportare la presa in carico "dei malati più fragili e può aiutare a superare le disuguaglianze". L'invito di De Lorenzo è quindi alla partecipazione attiva dei pazienti, "chiamati a svolgere per il Servizio sanitario nazionale un ruolo fondamentale perché partecipano ai processi decisionali". Un principio che Favo si impegna a far valere "su tutti i livelli", afferma il presidente che chiude con un riferimento al ruolo delle reti oncologiche. "Per poter cambiare la vita ai malati di cancro - sottolinea - l'innovazione ha bisogno di essere incardinata in un sistema che sia in grado di renderla attuale e di applicarla. In oncologia il sistema è composto dalla Rete nazionale dei tumori rari e dalle reti oncologiche regionali, un sistema che sta partendo in maniera organica in tutto il Paese".
Leggi tutto: Tumori, De Lorenzo (Favo): "Rendere innovazione attuale e applicabile in cura pazienti"
(Adnkronos) - "La malattia oncologica è diventata cronica, la sopravvivenza è aumentata. Di conseguenza, la complessità richiede un nuovo modello di cura fatto di partenariati pubblico-privato che, raccogliendo dati, possano trovare le strategie corrette per la cura del paziente". Così Maria Teresa Montella, direttore generale dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano, intervenendo oggi all’evento 'Sound of science: il futuro della salute cambia musica' promosso da Novartis nel capoluogo lombardo. All'incontro, i protagonisti del sistema salute si sono confrontati sul valore della ricerca per il Paese e per i pazienti, ma anche sulla necessità stringente di potenziare la competitività dell’Europa e dell’Italia per garantire ai pazienti l’accesso alle nuove opzioni che nei prossimi anni saranno messe a disposizione dalla scienza.
Il nostro Paese è ricco di "bellissime menti", ma anche di "tante barriere organizzative". Inoltre, "pochi hanno capito che con la ricerca si risparmia perché - osserva Montella - con la ricerca si provano nuovi farmaci, si fa innovazione e sviluppo a beneficio dei pazienti e non solo. La ricerca - rimarca - potrebbe essere anche quello strumento che aiuta i pazienti a fare contenimento del rischio, prevenzione secondaria".
Certo, ci sono delle "difficoltà legate alla barriera della privacy, a una certa diffidenza sui nuovi modelli pubblico-privato, a una separazione dei flussi - evidenzia l'esperta - Se non mettiamo a sistema dati, forza lavoro, menti del pubblico, menti del privato, menti che abbiano voglia di migliorare i percorsi clinici, diventa molto difficile cambiare il paradigma di cura che è ancora troppo spostato sull’acuto, non pensando che i paziente di oggi hanno una patologia controllabile, hanno bisogno di sentirsi più cittadini che pazienti e hanno bisogno di una vita normale", conclude.
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