
(Adnkronos) - Un uomo è stato ucciso e almeno cento persone sono rimaste ferite a Lima, in Perù, negli scontri scoppiati nella notte dopo una delle manifestazioni contro il nuovo governo. Ad annunciarlo è stata la presidenza peruviana. "Deploro la morte di Eduardo Ruiz Sanz, 32 anni", ha scritto su X il presidente ad interim peruviano José Jeri, dopo che migliaia di persone hanno sfilato in tutto il Paese per esprimere la loro rabbia e denunciare il numero senza precedenti di omicidi e casi di racket attribuiti alla criminalità organizzata.

(Adnkronos) - Un terremoto di magnitudo 6,5 gradi della scala Richter ha colpito oggi la provincia orientale indonesiana di Papua, secondo quanto riferito dall'US Geological Survey. Non è stato attivato l'allarme tsunami.
L'epicentro del sisma, che ha colpito intorno alle 14:48 ora locale è stato localizzato a circa 200 chilometri da Jayapura, l'ipocentro a una profondità di 35 chilometri, secondo l'USGS.
Leggi tutto: Indonesia, terremoto di magnitudo 6,5 nella provincia orientale di Papua

(Adnkronos) - Allerta maltempo su tutto il sud e parte del centro: alcuni sistemi convettivi a mesoscala (in inglese Mesoscale Convective System o "MCS") continueranno a colpire soprattutto le Isole Maggiori, la Calabria ionica e la Campania. Si tratta di enormi sistemi temporaleschi, favoriti anche dall’acqua ancora calda del mare d’inizio Autunno.
Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it, conferma che questi “MCS” sono giganteschi, si estendono per centinaia di chilometri (su mesoscala, appunto) e nascono dall'unione di più cumulonembi, le imponenti nuvole a sviluppo verticale associate ai temporali più forti.
In pratica, il calore del mare ancora presente alla fine dell’Estate e all’inizio dell’Autunno, si scontra con le prime perturbazioni fredde in arrivo dal Nord Europa (dove la notte già supera di numerose ore il giorno). Il calore del mare e il freddo delle masse d’aria nordeuropee causano un mix esplosivo capace di generare questi “MCS”, questi temporali giganteschi che purtroppo continueranno a minacciare il Sud Italia e parte del Centro.
Nelle prossime ore, sarà infatti massima l’allerta sulle regioni meridionali, in particolare Sardegna orientale, Sicilia, Calabria ionica, Metaponto e Campania e anche sui bacini del centro Tirreno: le isole Pontine come l’arcipelago campano sono a rischio ulteriori nubifragi, un’altra zona particolarmente colpita sarà la fascia ionica della Calabria dove piove ormai incessantemente.
Sarà dunque un giovedì nero su mezza Italia, mentre su Alpi, Triveneto, Toscana, Umbria e Marche respireremo ancora la Bella Ottobrata iniziata più di una settimana fa.
Venerdì 17, anche per gli eptacaidecafobici, i paurosi del 17 dal greco "eptakaideka" (diciassette) e "phobos" (paura), sarà un’altra giornata difficile, specie al Sud: si prevedono altre piogge molto forti tra Calabria, Basilicata, Puglia e, a tratti, anche tra Abruzzo e Molise. Sarà l’ultimo colpo del primo ciclone di una serie di 3.
Infatti, dopo un miglioramento atteso sabato 18, domenica è previsto l’arrivo di un secondo ciclone dall’Algeria verso l’estremo Sud, ancora una volta verso Sicilia e Calabria con tante altre piogge.
Un terzo ciclone, infine, dovrebbe colpire lunedì il settentrione e parte del Centro Tirreno, spostando l’attenzione da un Sud funestato dal maltempo ad un Nord che sta ancora beneficiando dell’Ottobrata italiana con prevalenza di sole e temperature miti.
NEL DETTAGLIO
Giovedì 16. Al Nord: nubi sulle Alpi, rare piogge, sole altrove. Al Centro: instabile su Abruzzo, Molise e localmente sul Basso Lazio. Al Sud: maltempo con piogge forti e temporali, attenzione alla Puglia centro meridionale.
Venerdì 17. Al Nord: nubi sulle Alpi, tanto sole altrove. Al Centro: piovaschi e schiarite su Abruzzo e Molise. Al Sud: maltempo residuo con piogge e temporali sparsi.
Sabato 18. Al Nord: soleggiato. Al Centro: sole prevalente. Al Sud: peggiora in Sicilia.
Tendenza: domenica con nuovo ciclone e maltempo su Sicilia e Calabria ioniche. Lunedì, perturbazione al Nord.
Leggi tutto: Maltempo al Sud con altri violenti temporali, prosegue l’Ottobrata al nord

(Adnkronos) - “Per il secondo anno consecutivo Acea promuove il contest “I Mille Volti dell’Acqua”, con l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni a diventare custodi dell’acqua per il futuro. Non solo a risparmiare e preservare la risorsa, ma anche a impegnarsi attivamente per diffondere una maggiore consapevolezza su questo tema”. Lo ha dichiarato Barbara Marinali, presidente di Acea, durante la cerimonia di premiazione del concorso “I Custodi dell’Acqua” che ha raccontato le risorse idriche al tempo del cambiamento climatico. La cerimonia si è svolta nel Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica, ieri sera, durante la serata inaugurale della Festa del Cinema.
“Crediamo – ha aggiunto Marinali – che il linguaggio artistico e cinematografico sia uno strumento particolarmente efficace per raggiungere i giovani e stimolare un cambiamento culturale. L’acqua è una risorsa preziosa che va protetta ogni giorno, e per questo Acea lavora con impegno sul fronte della manutenzione delle reti, dell’efficienza tecnologica e della formazione nelle scuole”.
“Serviamo oltre 11 milioni di persone – ha ricordato Marinali – e il nostro impegno è preservare la risorsa goccia a goccia, migliorando le infrastrutture e promuovendo comportamenti sostenibili, anche attraverso programmi educativi realizzati con il Ministero dell’Istruzione”.

(Adnkronos) - “Abbiamo pensato alla Venere di Botticelli, il famoso quadro, in cui l’acqua è vista come creatrice di vita, come simbolo di creatività e di arte. Il protagonista rappresenta invece l’umanità: un’umanità che gioca con ciò che crea, ma che nel confronto con la bellezza si rende anche responsabile dei problemi del proprio tempo”, ha dichiarato Hari Bertoja, regista de “I Custodi dell’Acqua” vincitore del Premio Acea per il miglior cortometraggio dal tema cui prende il titolo, in concorso all’interno del contest I mille volti dell’acqua. La premiazione si è svolta nel Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica durante la serata inaugurale della Festa del Cinema.
“Ogni epoca – ha aggiunto – è come un contenitore in cui l’acqua prende forma e si fa sostanza. Anche noi, nella nostra epoca, siamo quel contenitore: possiamo diventare la sostanza di come sarà il futuro, anche se non è ancora scritto”.

(Adnkronos) - Dopo settimane di audizioni e scelte difficili, X Factor 2025 arriva al suo ultimo capitolo prima dei live show. Oggi, giovedì 16 ottobre, alle 21.15 su Sky e in streaming su NOW, arriva l’attesissima puntata delle Last Call.
Per i concorrenti è l’ultima occasione di conquistare un posto nei live: i quattro giudici Achille Lauro, Francesco Gabbani, Jake La Furia e Paola Iezzi sceglieranno tre artisti per ciascuno, che potranno accedere alla fase successiva dello show .
Saranno scelte complesse, per i giudici, e le compiranno con un meccanismo spietato ma che punta a individuare il terzetto migliore possibile. Tornano infatti sul palco le fatidiche sedie, quest’anno saranno tre, che dovranno essere riempite man mano che le esibizioni avranno convinto i giudici: una volta riempite, poi, arriveranno i temutissimi ed elettrizzanti switch. Nessun aspirante concorrente, quindi, sarà al sicuro fino a quando il giudice non avrà espresso tutti i suoi pareri: sarà un momento cruciale, carico di tensione e di emozioni, in cui ogni performance potrà cambiare tutto e determinare la composizione definitiva delle squadre.
Nel backstage, a sostenere e incoraggiare i concorrenti, ci sarà come sempre Giorgia, con la sua sensibilità e la sua energia.
Dopo le Last Call, la gara entrerà finalmente nella sua fase più spettacolare, i live show, a partire da giovedì 23 ottobre, sempre alle 21.15 su Sky e NOW.
Leggi tutto: X Factor 2025, al via le Last Call prima dei live: cosa sono

(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo nel Six Kings Slam. Oggi, giovedì 16 ottobre, il fuoriclasse azzurro affronta Novak Djokovic nella semifinale del ricchissimo torneo arabo, dopo il successo ai quarti contro Stefanos Tsitsipas. Il serbo, ex numero uno del mondo, è già al penultimo atto del torneo in virtù del maggior numero di Slam vinti rispetto agli altri partecipanti (così come Alcaraz, che sfiderà Fritz). Ecco orario, precedenti e dove vedere match in tv e streaming.
La semifinale del Six Kings Slam tra Sinner e Djokovic è in programma oggi, giovedì 16 ottobre, non prima delle 20 ora italiana. Sono dieci i precedenti tra i due: al momento Jannik è avanti 6-4.
Sinner-Djokovic, come tutte le partite del Six Kings Slam, sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva su Netflix, visibile tramite smart tv. Il match si potrà seguire anche in streaming sulla piattaforma web e sull'app di Netflix
Leggi tutto: Sinner-Djokovic, oggi semifinale Six Kings Slam. Orario, precedenti e dove vederla

(Adnkronos) - Dalle prime ore di questa mattina è in corso un’operazione del Comando Provinciale dei carabinieri di Bari, finalizzata all’arresto dei presunti autori dell’omicidio aggravato dalle modalità mafiose e di una rapina a mano armata, commessi in Gioia del Colle nel 2015 e nel 2016. L'indagine è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese.
Maggiori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa, che si terrà alle 11 nella sede della Procura, alla presenza del procuratore aggiunto coordinatore della Dda e del comandante provinciale dei carabinieri di Bari.
Leggi tutto: Bari, omicidio con modalità mafiose e rapina: arresti

(Adnkronos) - Verrà riaperto oggi, giovedì 16 ottobre, il valico di Rafah porta d'ingresso fondamentale per gli aiuti umanitari nell'enclave palestinese che collega l'Egitto alla Striscia di Gaza. Sarà la missione Eubam Rafah a supervisionare la riapertura del valico.
Eubam (acronimo di European Union Border Assistance Mission) è una missione dell'Unione Europea avviata nel 2005 su richiesta congiunta di Israele e dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), con il pieno sostegno dell'Egitto e l'approvazione unanime dei Paesi membri dell'Ue. Il mandato iniziale prevedeva la presenza di osservatori europei al valico per monitorare e assistere le autorità palestinesi nella gestione dei flussi di persone e merci. Le attività della missione furono sospese nel 2007, dopo la presa del potere da parte di Hamas nella Striscia di Gaza, che portò all'estromissione di Fatah. Eubam è stata riattivata nel 2025, in seguito al secondo accordo di cessate il fuoco a febbraio, su richiesta congiunta di palestinesi e israeliani in coordinamento con le autorità egiziane, per far fronte all'emergenza umanitaria e favorire il transito sicuro dei civili.
L'obiettivo attuale della missione è coordinare e facilitare il passaggio di feriti, malati e persone vulnerabili dalla Striscia di Gaza verso l'Egitto, garantendo assistenza e protezione in un contesto di grave crisi umanitaria. Eubam fornisce inoltre consulenza tecnica e supporto operativo all'amministrazione generale palestinese delle frontiere e dei valichi, che ha sede a Gerico, e contribuisce alla formazione del personale destinato ai controlli di frontiera, nell'ambito dei progetti finanziati dall'Unione europea.
L'Italia partecipa alla missione dal 29 gennaio scorso con un contingente di otto carabinieri inquadrati nella Forza di Gendarmeria Europea (Eurogendfor), insieme a personale della Guardia Civil spagnola e della Gendarmerie francese. I militari italiani collaborano alle attività di addestramento e formazione del personale dell'Anp e forniscono supporto alla componente di sicurezza della missione, impegnata a garantire la riapertura e la gestione ordinata del valico.
Ma non solo. Dall'Italia è in arrivo "il più grande invio di aiuti alimentari a Gaza dall’inizio della crisi", ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ieri ha presieduto a palazzo Chigi una lunga riunione del tavolo 'Italy for Gaza' con tutti i ministri. "La prima cosa da fare è l'invio di aiuti umanitari perché senza di quello non si va avanti. Faremo la più grande operazione mai fatta. Nel giro di una decina di giorni partiranno 100 tonnellate di aiuti alimentari". Poi "iniziamo a pianificare la nostra strategia per ricostruire la Striscia partendo dalle infrastrutture civili primarie come scuole e ospedali".
Il governo ha tracciato una road map per la ricostruzione con le prime linee d'intervento per accompagnare la transizione verso la cosiddetta "fase 2" della Striscia, dopo l'accordo di tregua firmato in Egitto. L'attuazione avverrà gradualmente, poiché - sottolineano fonti vicine al dossier - la percorribilità dei corridoi umanitari resta ancora limitata. L'incontro a Palazzo Chigi, riferisce la Presidenza del Consiglio, "ha confermato l'impegno dell'Italia nel contribuire alla ricostruzione di Gaza e nel rilanciare un processo politico orientato verso un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente". Nel corso del vertice, apprende l'Adnkronos, si sarebbe ipotizzato anche un possibile contributo dei carabinieri già di stanza a Rafah nell'ambito di una eventuale missione di monitoraggio, così come un eventuale impiego del Genio dell'Esercito nelle operazioni di sminamento.
Durante la riunione "sono stati esaminati i progressi già compiuti, in particolare nel settore umanitario, sono stati confermati gli impegni relativi all'iniziativa 'Food for Gaza', ai piani sanitari, all'istruzione e alla formazione", rende noto il governo. "È stato altresì sottolineato l'intento di proseguire con la cooperazione allo sviluppo, coinvolgendo anche il settore privato", aggiunge Palazzo Chigi, precisando che la task force tornerà a riunirsi nelle prossime settimane "e all'occorrenza sarà allargata anche agli altri Ministeri e alle altre istituzioni coinvolte".
La Protezione Civile italiana "è pronta a fornire risorse umane, strumentali e mezzi in soccorso della popolazione palestinese", ha ribadito il ministro Musumeci al termine del vertice, sottolineando come il governo potrà allestire "in pochi giorni un ospedale da campo e approntare casette prefabbricate modulari per ospitare famiglie anche a medio termine". Il ministro ha inoltre annunciato che, nella fase della ricostruzione, "si potrà mettere a disposizione un apposito team di esperti per collaborare nella fase di pianificazione e progettazione".
Anche il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida ha confermato l'impegno del suo dicastero: "Siamo al lavoro per far arrivare generi alimentari insieme alle associazioni agricole che le hanno raccolte in quantità molto significativa". Sul fronte dell'istruzione, il Ministero dell'Università e della Ricerca ha presentato al tavolo una serie di iniziative "da implementare in una necessaria cornice di sicurezza" per sostenere la ricostruzione del sistema universitario e della ricerca nei territori della Striscia. Alcune, viene riferito, "sono realizzabili nel breve periodo, altre nel lungo periodo" e si inseriscono nel percorso già avviato dal Mur e dalla ministra Bernini per sostenere la ripresa delle attività accademiche palestinesi.
Tra le misure di "immediata realizzazione" figura l'attivazione di corsi a distanza, realizzati con la collaborazione di atenei tradizionali e telematici. A supporto, anche grazie a contributi di solidarietà da parte dei privati, è prevista la creazione di spazi comuni attrezzati con connessioni e strumenti digitali. Il Mur si farà promotore della ripresa della collaborazione tra università ed enti di ricerca italiani e palestinesi, sostenendo programmi di scambio e progetti congiunti per favorire la ripresa dell'attività scientifica. Altri studenti palestinesi, inoltre, sono attesi in Italia a fine mese: il 23 ottobre la ministra Bernini tornerà in Giordania per accogliere un secondo gruppo di circa venti studenti, che saranno inseriti in percorsi di formazione e cooperazione accademica, rafforzando il legame tra i due sistemi universitari.
Il governo concentrerà i suoi sforzi anche sul fronte sanitario. Il ministro per le Disabilità Locatelli ha illustrato il progetto messo a punto con la rete che coinvolge l'Istituto Serafico di Assisi e l'associazione 'La Nostra Famiglia', in collaborazione con la Protezione Civile, per garantire assistenza e riabilitazione alle persone con disabilità. Il ministro ha segnalato le gravi carenze igienico-sanitarie e la necessità di fornire presidi di assorbenza, protesi e ausili per le persone con disabilità fisiche, sensoriali e intellettive.
Anche altri Paesi europei si mobilitano. La Francia ospiterà insieme all'Egitto una conferenza internazionale sulla ricostruzione di Gaza, ha dichiarato il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot parlando all'Assemblea Nazionale. "Dobbiamo inondare la Striscia di Gaza di aiuti umanitari e dobbiamo avviare i lavori di ricostruzione", ha aggiunto.
La Francia e il Regno Unito, insieme agli Stati Uniti, presenteranno una risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere un mandato Onu per una forza di stabilizzazione "che sarà in grado di operare a Gaza molto presto", ha aggiunto Barrot.

(Adnkronos) - Verrà riaperto oggi, giovedì 16 ottobre, il valico di Rafah porta d'ingresso fondamentale per gli aiuti umanitari nell'enclave palestinese che collega l'Egitto alla Striscia di Gaza. Sarà la missione Eubam Rafah a supervisionare la riapertura del valico.
Intanto l'esercito israeliano ha annunciato di aver identificato i resti degli ostaggi Inbar Hayman e Mohammad al-Atrash, restituiti a Israele ieri sera da Hamas. "Al termine del processo di identificazione condotto dall'Istituto nazionale di medicina legale [...] i rappresentanti dell'esercito israeliano hanno informato le famiglie di Inbar Hayman e del sergente Mohammad al-Atrash che i loro corpi erano stati rimpatriati per essere sepolti", si legge in un comunicato.
Inbar Hayman, artista di graffiti originaria di Haifa, conosciuta con lo pseudonimo di 'Pink', aveva 27 anni quando è stata uccisa al festival Nova. Il suo corpo senza vita era stato portato a Gaza, come quelli del sergente Mohammad al-Atrash, soldato di origine beduina di 39 anni, ucciso in combattimento il 7 ottobre.
Eubam (acronimo di European Union Border Assistance Mission) è una missione dell'Unione Europea avviata nel 2005 su richiesta congiunta di Israele e dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), con il pieno sostegno dell'Egitto e l'approvazione unanime dei Paesi membri dell'Ue. Il mandato iniziale prevedeva la presenza di osservatori europei al valico per monitorare e assistere le autorità palestinesi nella gestione dei flussi di persone e merci. Le attività della missione furono sospese nel 2007, dopo la presa del potere da parte di Hamas nella Striscia di Gaza, che portò all'estromissione di Fatah. Eubam è stata riattivata nel 2025, in seguito al secondo accordo di cessate il fuoco a febbraio, su richiesta congiunta di palestinesi e israeliani in coordinamento con le autorità egiziane, per far fronte all'emergenza umanitaria e favorire il transito sicuro dei civili.
L'obiettivo attuale della missione è coordinare e facilitare il passaggio di feriti, malati e persone vulnerabili dalla Striscia di Gaza verso l'Egitto, garantendo assistenza e protezione in un contesto di grave crisi umanitaria. Eubam fornisce inoltre consulenza tecnica e supporto operativo all'amministrazione generale palestinese delle frontiere e dei valichi, che ha sede a Gerico, e contribuisce alla formazione del personale destinato ai controlli di frontiera, nell'ambito dei progetti finanziati dall'Unione europea.
L'Italia partecipa alla missione dal 29 gennaio scorso con un contingente di otto carabinieri inquadrati nella Forza di Gendarmeria Europea (Eurogendfor), insieme a personale della Guardia Civil spagnola e della Gendarmerie francese. I militari italiani collaborano alle attività di addestramento e formazione del personale dell'Anp e forniscono supporto alla componente di sicurezza della missione, impegnata a garantire la riapertura e la gestione ordinata del valico.
Ma non solo. Dall'Italia è in arrivo "il più grande invio di aiuti alimentari a Gaza dall’inizio della crisi", ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ieri ha presieduto a palazzo Chigi una lunga riunione del tavolo 'Italy for Gaza' con tutti i ministri. "La prima cosa da fare è l'invio di aiuti umanitari perché senza di quello non si va avanti. Faremo la più grande operazione mai fatta. Nel giro di una decina di giorni partiranno 100 tonnellate di aiuti alimentari". Poi "iniziamo a pianificare la nostra strategia per ricostruire la Striscia partendo dalle infrastrutture civili primarie come scuole e ospedali".
Il governo ha tracciato una road map per la ricostruzione con le prime linee d'intervento per accompagnare la transizione verso la cosiddetta "fase 2" della Striscia, dopo l'accordo di tregua firmato in Egitto. L'attuazione avverrà gradualmente, poiché - sottolineano fonti vicine al dossier - la percorribilità dei corridoi umanitari resta ancora limitata. L'incontro a Palazzo Chigi, riferisce la Presidenza del Consiglio, "ha confermato l'impegno dell'Italia nel contribuire alla ricostruzione di Gaza e nel rilanciare un processo politico orientato verso un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente". Nel corso del vertice, apprende l'Adnkronos, si sarebbe ipotizzato anche un possibile contributo dei carabinieri già di stanza a Rafah nell'ambito di una eventuale missione di monitoraggio, così come un eventuale impiego del Genio dell'Esercito nelle operazioni di sminamento.
Durante la riunione "sono stati esaminati i progressi già compiuti, in particolare nel settore umanitario, sono stati confermati gli impegni relativi all'iniziativa 'Food for Gaza', ai piani sanitari, all'istruzione e alla formazione", rende noto il governo. "È stato altresì sottolineato l'intento di proseguire con la cooperazione allo sviluppo, coinvolgendo anche il settore privato", aggiunge Palazzo Chigi, precisando che la task force tornerà a riunirsi nelle prossime settimane "e all'occorrenza sarà allargata anche agli altri Ministeri e alle altre istituzioni coinvolte".
La Protezione Civile italiana "è pronta a fornire risorse umane, strumentali e mezzi in soccorso della popolazione palestinese", ha ribadito il ministro Musumeci al termine del vertice, sottolineando come il governo potrà allestire "in pochi giorni un ospedale da campo e approntare casette prefabbricate modulari per ospitare famiglie anche a medio termine". Il ministro ha inoltre annunciato che, nella fase della ricostruzione, "si potrà mettere a disposizione un apposito team di esperti per collaborare nella fase di pianificazione e progettazione".
Anche il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida ha confermato l'impegno del suo dicastero: "Siamo al lavoro per far arrivare generi alimentari insieme alle associazioni agricole che le hanno raccolte in quantità molto significativa". Sul fronte dell'istruzione, il Ministero dell'Università e della Ricerca ha presentato al tavolo una serie di iniziative "da implementare in una necessaria cornice di sicurezza" per sostenere la ricostruzione del sistema universitario e della ricerca nei territori della Striscia. Alcune, viene riferito, "sono realizzabili nel breve periodo, altre nel lungo periodo" e si inseriscono nel percorso già avviato dal Mur e dalla ministra Bernini per sostenere la ripresa delle attività accademiche palestinesi.
Tra le misure di "immediata realizzazione" figura l'attivazione di corsi a distanza, realizzati con la collaborazione di atenei tradizionali e telematici. A supporto, anche grazie a contributi di solidarietà da parte dei privati, è prevista la creazione di spazi comuni attrezzati con connessioni e strumenti digitali. Il Mur si farà promotore della ripresa della collaborazione tra università ed enti di ricerca italiani e palestinesi, sostenendo programmi di scambio e progetti congiunti per favorire la ripresa dell'attività scientifica. Altri studenti palestinesi, inoltre, sono attesi in Italia a fine mese: il 23 ottobre la ministra Bernini tornerà in Giordania per accogliere un secondo gruppo di circa venti studenti, che saranno inseriti in percorsi di formazione e cooperazione accademica, rafforzando il legame tra i due sistemi universitari.
Il governo concentrerà i suoi sforzi anche sul fronte sanitario. Il ministro per le Disabilità Locatelli ha illustrato il progetto messo a punto con la rete che coinvolge l'Istituto Serafico di Assisi e l'associazione 'La Nostra Famiglia', in collaborazione con la Protezione Civile, per garantire assistenza e riabilitazione alle persone con disabilità. Il ministro ha segnalato le gravi carenze igienico-sanitarie e la necessità di fornire presidi di assorbenza, protesi e ausili per le persone con disabilità fisiche, sensoriali e intellettive.
Anche altri Paesi europei si mobilitano. La Francia ospiterà insieme all'Egitto una conferenza internazionale sulla ricostruzione di Gaza, ha dichiarato il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot parlando all'Assemblea Nazionale. "Dobbiamo inondare la Striscia di Gaza di aiuti umanitari e dobbiamo avviare i lavori di ricostruzione", ha aggiunto.
La Francia e il Regno Unito, insieme agli Stati Uniti, presenteranno una risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere un mandato Onu per una forza di stabilizzazione "che sarà in grado di operare a Gaza molto presto", ha aggiunto Barrot.

(Adnkronos) - Si estende l'ondata di maltempo sull'Italia, con allerta meteo arancione prevista in due regioni per la giornata di oggi, giovedì 16 ottobre. Otto, invece, quelle in allerta gialla. Attesi ancora temporali e grandinate sulla Penisola, colpito soprattutto il Sud e in particolare le zone ioniche.
Come spiega la Protezione civile, infatti, anche oggi una circolazione depressionaria sul Mediterraneo centrale continuerà a interessare il nostro Paese, spostandosi gradualmente dal Mar Tirreno verso lo Ionio. Una dinamica che ha innescato condizioni di spiccata instabilità sulle due Isole maggiori e su parte del Meridione della Penisola, con particolare riferimento alle zone ioniche. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte, ha quindi emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che fa seguito a quelli diffusi nei giorni scorsi.
Dalle prime ore di oggi, giovedì 16 ottobre, si prevedono quindi precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco, sulla Puglia, specie sui settori meridionali. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata perciò valutata per la giornata di oggi allerta arancione in Calabria e sulla Puglia centro-meridionale. Valutata, inoltre, allerta gialla in Molise, Basilicata, Sicilia e su alcuni settori di Sardegna, Campania, Abruzzo, Lazio e sul restante territorio della Puglia.
Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.
A causa del maltempo previsto e dell'allerta diramata dalla protezione civile regionale per l'area reggina il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha firmato una ordinanza per la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nella giornata di oggi 16 ottobre fino a cessata emergenza, annuncia lo stesso comune in una nota.
Leggi tutto: Due regioni in arancione, otto in giallo: è ancora allerta meteo sull'Italia

(Adnkronos) - La tregua a Gaza si regge su un filo sottile: il rispetto totale e nei tempi stabiliti degli accordi sottoscritti per la prima fase del piano. A ricordarlo, al termine di una giornata passata, da un lato in attesa della consegna delle spoglie degli ostaggi e dall'altra della riapertura del valico di Rafah per un ingresso degli aiuti umanitari, è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
L'inquilino della Casa Bianca, fautore e garante dell'accordo, ha dichiarato alla Cnn di aver preso in considerazione l'idea di consentire a Israele di riprendere i combattimenti a Gaza nel caso in cui Hamas non rispettasse i suoi impegni sottoscritti nell'accordo di cessate il fuoco con Israele, affermando che ciò avverrebbe "non appena lo dovessi dire io".
Uno dei motivi per la ripresa dell'offensiva potrebbe essere proprio la mancata consegna di tutti i corpi degli ostaggi morti dopo il rapimento del 7 ottobre 2023. Il piano di cessate il fuoco prevede infatti la consegna di tutti i prigionieri, vivi e morti, entro una scadenza fissata per lunedì. Ma secondo l'accordo, se ciò non fosse avvenuto, Hamas avrebbe dovuto condividere le informazioni sui rapiti deceduti e cercare di consegnarli il prima possibile.
Hamas "intende rispettare l'accordo" sui corpi degli ostaggi, hanno tuttavia riferito gli alti funzionari Usa. "Oggi siamo stati in contatto con un gran numero di famiglie degli ostaggi deceduti. Abbiamo chiarito loro che non lasceremo indietro nessuno. Abbiamo un piano su come farlo e ci riusciremo", ha chiarito un alto funzionario Usa, secondo quanto riferisce Axios. E un alto consigliere del presidente Trump sostiene che gli Usa potrebbero offrire delle ricompense ai palestinesi in possesso di informazioni che possano portare al ritrovamento dei corpi degli ostaggi israeliani. La stessa fonte aggiunge che la Turchia e altri governi invieranno esperti a Gaza per aiutare a restituire i resti.
Ma il ritrovamento delle salme in un territorio devastato dai bombardamenti è complesso, hanno spiegato Hamas e Croce Rossa. "Per quanto riguarda i corpi rimanenti, sono necessari notevoli sforzi e attrezzature speciali per cercarli e recuperarli, e stiamo facendo grandi sforzi per chiudere questo fascicolo", hanno ribadito oggi in un comunicato le Brigate Qassam, ricordando che il gruppo ha rispettato gli impegni assunti nell'ambito del piano di Trump per Gaza, per quanto riguarda i prigionieri israeliani a Gaza: "La resistenza ha rispettato quanto concordato e ha consegnato tutti i prigionieri viventi in suo possesso e i corpi a cui ha accesso".
Intanto nella tarda serata di ieri sono state consegnate alla Croce Rossa altre due bare con i corpi di ostaggi israeliani morti a Gaza. Le spoglie sono poi state trasferite alla base Idf a Gaza dove si è svolta una piccola cerimonia, presieduta da un rabbino militare prima di essere prelevati per l'identificazione. Con questi due i corpi riconsegnati salgono a 9.
Israele intanto mantiene la linea dura. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che "non scenderemo a compromessi su questo punto e non interromperemo i nostri sforzi finché non restituiremo l'ultimo ostaggio deceduto, fino all'ultimo". Ancora più esplicito il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz: "Se Hamas rifiuterà di rispettare l'accordo, Israele, in coordinamento con gli Stati Uniti, riprenderà i combattimenti e agirà per ottenere la sconfitta totale di Hamas”.

(Adnkronos) - La fragile pace di Gaza vacilla, la restituzione dei corpi degli ostaggi diventa un nodo centrale. Hamas ha riconsegnato a Israele i resti di due persone nella serata del 15 ottobre. Nella Striscia, secondo Israele, ci sono i resti di altri 19 ostaggi. Non pare possibile però trovarli e riconsegnarli. L'ala militare di Hamas fa sapere che ha consegnato "tutto ciò che è stato possibile raggiungere". Il recupero degli altri corpi "richiede uno impegno enorme e equipaggiamenti speciali per la ricerca, stiamo facendo grandi sforzi per risolvere la questione".
La dichiarazione di intenti non basta a Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiesto ad Hamas di rispettare i requisiti stabiliti nell'accordo di cessate il fuoco. "Non scenderemo a compromessi su questo punto e non interromperemo i nostri sforzi finché non restituiremo l'ultimo ostaggio deceduto, fino all'ultimo", ha detto Netanyahu. L'intesa prevedeva la consegna di tutti i prigionieri, vivi e morti, entro una scadenza fissata per lunedì. Ma secondo l'accordo, se ciò non fosse avvenuto, Hamas avrebbe dovuto condividere le informazioni sui rapiti deceduti e cercare di consegnarli il prima possibile.
Secondo le informazioni che l'intelligence israeliana ha condiviso con gli Usa, Hamas avrebbe accesso ad un numero più alto di corpi degli ostaggi rispetto a quanto dichiarato. In sostanza, come riferisce Axios sulla base di informazioni fornite da fonti israeliane e americane, Hamas non starebbe facendo abbastanza: "Non vediamo il massimo sforzo di Hamas in relazione ai corpi", le parole di un funzionario israeliano. Secondo una fonte statunitense, il gruppo restituirà i corpi degli ostaggi "ma ci vorrà tempo".
Tale linea viene pare condivisa anche dal presidente Donald Trump. "Gli ostaggi vivi sono tornati tutti. Ora stanno scavando e stanno trovando molti corpi, devono rimuovere macerie. Alcuni sono morti nei tunnel, un'atrocità terribile. Vediamo cosa succede", dice il presidente rispondendo alle domande dei giornalisti nello Studio Ovale. Per Trump, un tema prioritario è il disarmo di Hamas: "Vogliamo che le armi vengano restituite: hanno accettato di farlo. Se non lo faranno, lo faremo noi. Non vedo il motivo di un coinvolgimento dei soldati americani a Gaza. Aiuteremo Israele, ci sono anche altri paesi che hanno potenza militare. E Hamas non ha più sostegno, l'Iran non è coinvolto perché sta cercando di sopravvivere".
L'equilibrio è precario e lo stesso Trump, a poco più di 48 ore dal trionfale vertice di Sharm-el-Sheik con la firma degli accordi, ne è consapevole. Che succede se Hamas non abbandona le armi? Alla domanda della Cnn, il presidente replica in maniera categoria. "Israele tornerà in quelle strade appena lo dirò io. Se Israele potesse entrare e farli a pezzi, lo farebbe. Io li ho fermati", dice riferendosi alle forze di difesa israeliane e al governo di Netanyahu.

(Adnkronos) - "Jannik, mi dai la giacca?". Jannik Sinner, dopo l'esordio vittorioso nel Six Kings Slam a Riad, deve fare i conti con il blitz di un giovane spettatore a caccia di memorabilia.
L'azzurro, subito dopo il match vinto in 2 set contro il greco Stefanos Tsitsipas, viene approcciato da un ragazzo che prova a strappare un souvenir. Il dialogo, a giudicare dalle immagini trasmesse da Netflix, non è proprio fluido. Sinner appare spiazzato e fatica a capire le richieste del giovane ammiratore, che alla fine prova a spiegarsi indicando la giacca indossata dall'azzurro.
Quando la richiesta sembra arrivata a destinazione, le telecamere staccano sui commentatori con un'altra inquadratura. Sullo sfondo, si intravede l'epilogo del blitz del giovane spettatore: interviene la security, il ragazzo viene allontanato e Sinner tiene la giacca.
Leggi tutto: Sinner e l'assedio dello spettatore: "Mi dai la giacca?"

(Adnkronos) - "L'Ucraina vuole attaccare. Prenderò una decisione". Donald Trump è al bivio. E, con il presidente degli Stati Uniti, è al bivio anche l'Ucraina. Tutto ruota attorno ai missili Tomahawk che Kiev chiede e che Washington potrebbe concedere. L'arma consentirebbe all'Ucraina di colpire in profondità il territorio della Russia.
I Tomahawk hanno una gittata fino a 1.600 chilometri, possono volare ad una quota relativamente bassa sfuggendo ai radar, possono essere reindirizzati dopo il lancio, quindi con una grande precisione. Il tema sarà sul tavolo nella giornata di venerdì, quando alla Casa Bianca è atteso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Zelensky verrà qui, stiamo valutando opzioni. Io voglio salvare vite", dice Trump rispondendo alle domande dei giornalisti nello Studio Ovale.
La fornitura di Tomahawk diventerebbe un elemento di pressione su Vladimir Putin: con un'Ucraina più incisiva, Mosca sarebbe più propensa a trattare davvero per porre fine alla guerra, evitando la 'melina'. "La Russia ha perso un milione e mezzo di uomini e continua con questa assurda guerra che non sarebbe mai dovuta cominciare. La Russia avrebbe dovuta vincerla in una settimana e invece il conflitto dura da quasi 4 anni. Putin non fa una bella figura, questa macchina da guerra non fa una bella figura", dice Trump.
"Faremo finire la guerra in Ucraina. La guerra deve finire. Come gli abbiamo visto fare a Gaza e in Medio Oriente, il presidente Trump sa come forgiare la pace e creare opportunità in situazioni e scenari dove la pace sembra lontana", dice il segretario alla guerra, Pete Hegseth, accendendo i riflettori sulla strategia 'pace attraverso la forza'.
"Se la guerra non finisce, e non c'è una strada verso la pace nel breve termine, gli Stati Uniti - insieme ai loro alleati - prenderanno le misure necessarie per imporre costi alla Russia per la sua aggressione prolungata", dice Hegseth. "Se dovremo prendere queste misure, il Dipartimento della Guerra Usa è pronto a fare la sua parte come solo gli Stati Uniti sanno fare. Tutti i Paesi devono trasformare gli obiettivi in armi, gli impegni in capacità e le promesse in potenza - continua - Questo è quello conta: la potenza militare, che è l'unica cosa che i belligeranti rispettano".
E la Russia? Tocca al ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, riproporre il copione che Mosca esibisce da giorni. "Sì, ci sono state dichiarazioni sui Tomahawk, ma in questa serie di dichiarazioni sulle potenziali forniture di Tomahawk il presidente Donald Trump ha menzionato, tra gli altri commenti, che non vuole alcuna escalation. Ha ammesso che si tratterebbe di un'escalation, per di più molto grave", dice Lavrov. "In questo caso, l'Ucraina non avrà più nulla a che fare con questo. Questo causerà semplicemente un danno colossale alle prospettive di normalizzazione delle relazioni tra Russia e Stati Uniti e agli sforzi per uscire dal completo vicolo cieco in cui queste relazioni sono state spinte dall'amministrazione di Joe Biden", aggiunge.
"A Trump non piace che le persone vengano uccise. Questo è comprensibile. In secondo luogo, ha eredita questa guerra artificialmente messa al primo posto nell'agenda internazionale dai funzionari dell'amministrazione Biden e dai loro adulatori europei. Trump se ne occupa per salvare vite umane e per creare opportunità di piena cooperazione con la Russia. Un'altra cosa è comprensibile, la lotta per la pace e per le vite umane è un compito nobile", aggiunge.
Per il numero 1 della diplomazia russa, il canale con Washington è aperto e - alla fine - tocca proprio a Trump alimentare il dialogo. "Ci aspettiamo ancora una risposta concreta ai risultati dei negoziati in Alaska", dice Lavrov riferendosi al vertice del 15 agosto tra Trump e Putin e assicurando che "ci impegniamo a rispettare" i risultati delle trattative. La Russia è pronta in qualsiasi momento a discutere questioni specifiche con gli Stati Uniti a vari livelli, compreso quello presidenziale, aggiunge Lavrov.
Leggi tutto: Trump e il rebus Tomahawk: "Ucraina vuole attaccare Russia"

(Adnkronos) - "È bello tornare a Riad e vedere tanta gente sugli spalti. Il primo incontro non è facile, sono contento della performance di oggi". Jannik Sinner ha parlato così dopo il successo nei quarti di finale del Six Kings Slam contro Stefanos Tsitsipas. "È un campo indoor strano - ha aggiunto il numero 2 del ranking - perché la palla rimbalza tanto ed è piuttosto rapido, le condizioni non sono facili".
L'azzurro affronterà ora in semifinale Novak Djokovic, domani non prima delle 20 ora italiana: "Speriamo tutti che sia una bella partita. Questo è tutto ciò che speriamo. Ci conosciamo molto bene, abbiamo giocato tante volte. È fantastico condividere di nuovo il campo con Novak. Soprattutto qui, davanti a voi. Cercheremo solo di giocare il miglior tennis possibile. Vedremo come andrà. Siamo qui per divertirci, per portare il tennis qui. E vogliamo far divertire anche voi".
Jannik ha parlato anche della rivalità con Carlos Alcaraz: "Abbiamo una buona amicizia fuori dal campo. In campo cerchiamo di giocare al meglio delle nostre possibilità. La rivalità è tutto ciò di cui questo sport ha bisogno. In passato abbiamo avuto grandissime rivalità. Ora ci sono nuovi giocatori che stanno emergendo e ci spingiamo al limite".

(Adnkronos) - ''Se sono un problema, allora cercherò di diventare un problema reale... Ho una soluzione per essere un problema reale: mi candido capolista in tutte le province...''. Lo ha detto il governatore uscente Luca Zaia stasera a Padova alla presentazione della campagna elettorale di Alberto Stefani alle regionali in Veneto.
"Voglio dire ancora una cosa. Qui la partita è una sola: dobbiamo prendere molto più dei lombardi ed è chiusa lì...''. Lo ha detto il governatore uscente del Veneto, Luca Zaia, parlando a Padova per aprire la campagna elettorale di Alberto Stefani.
Leggi tutto: Veneto, la mossa di Zaia: "Mi candido capolista in tutte le province"

(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo al Six Kings Slam, oggi mercoledì 15 ottobre, e lo fa con una novità. Il fuoriclasse azzurro, per la prima volta dopo mesi, scende in campo senza il manicotto al braccio destro nel match dei quarti di finale del ricchissimo torneo arabo contro Stefanos Tsitsipas. Jannik indossava ormai questo supporto dagli ottavi di Wimbledon contro Dimitrov, superati dopo il ritiro del bulgaro. Sinner si era allenato a Riad senza manicotto anche nei giorni scorsi.
Leggi tutto: Sinner, 'rinascita' al Six Kings Slam. Jannik torna in campo senza manicotto

(Adnkronos) - Afroamericani definiti "scimmie"e "popolo del cocomero","camere a gas" per gli avversari politici, lo stupro definito "epico" e la diretta dichiarazione "amo Hitler". Questi alcuni dei messaggi choc contenuti nelle chat su Telegram di leader dei Young Republicans, i giovani del partito repubblicano, di New York, Kansas, Arizona e Vermont, che sono state ottenute e pubblicate da Politico.
Il giornale americano, che pubblica i nomi degli autori, riporta che è stato Peter Giunta, a capo dei giovani repubblicani newyorkesi, a scrivere che "chiunque voterà no andrà nelle camere a gas", riferendosi all'elezione per diventare presidente nazionale dell'Organizzazione che riunisce 15mila repubblicani tra i 18 e i 40 anni. "Possiamo fare delle docce? Le camere a gas non si sposano con l'estetica di Hitler", rispondeva un giovane repubblicano newyorkese. "Sono pronta a vedere persone che bruciano", replica un'altra giovane repubblicana newyorkese.
Da quando Politico ha iniziato a chiedere commenti su questi messaggi, in tutto 2900 pagine di chat a cui hanno partecipato una decina di repubblicani millennial e gen Z tra l'inizio di gennaio e metà agosto con l'obiettivo di prendere il controllo dell'organizzazione Young Repubblican con una piattaforma da falchi trumpiani, un paio dei partecipanti alla chat hanno perso i loro incarichi. E le chat sono state condannate da esponenti repubblicani newyorkesi, a partire da Elise Stefanik, deputata molto vicina a Trump che l'aveva nominata ambasciatrice all'Onu, nomina poi ritirata per lasciarla al Congresso.
Giunta ha subito replicato alle rivelazioni di Politico affermando che sono il frutto di "un coordinato killeraggio che va avanti da un anno guidato da Gavin Wax e il club dei giovani repubblicani di New York city", riferendosi quindi a lotte intestine, e affermando che queste chat sono state ottenute "con l'estorsione e consegnate a Politico dalla stesse persone che cospirano contro di me". Giunta comunque si scusa "per quelli offesi dal linguaggio insensibile e ingiustificabili riscontrato negli oltre 28mila messaggi in una chat da me creata durante la campagna per guidare i giovani repubblicani".
Politico sottolinea come nel suo insieme i messaggi rivelano "una cultura dove razzismo, antisemitismo e retorica violenta circolano liberamente e dove l'era Trump ha allentato le norme politiche rendendo questo tipo di linguaggio meno un tabù tra quelli che si posizionano come i prossimi leader del partito".
"Più l'atmosfera politica è aperta e libera, come è stato con l'avvento di Trump e di un partito repubblicano più di estrema destra, più i giovani e gli anziani sono disposti a fare battute razziste in pubblico e in privato", afferma Joe Feagin, docente di sociologia della Texas A&M che da decenni studia il razzismo in America, esprimendo preoccupazione per il fatto che queste battute arrivano da giovani politici, "perché agiranno in linea con queste posizioni".

(Adnkronos) - Torna in campo Jannik Sinner. Il fuoriclasse azzurro esordisce oggi, mercoledì 15 ottobre, nel Six Kings Slam. Nei quarti di finale del torneo di Riad, l'azzurro se la vedrà contro il greco Stefanos Tsitsipas, numero 24 del mondo. Sinner è reduce dal ritiro per crampi al terzo turno del Masters 1000 di Shanghai. Il match inizierà dopo Zverev-Fritz.
Sinner-Tsitsipas, come tutte le partite del Six Kings Slam, sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva su Netflix, visibile tramite smart tv. Il match si potrà seguire anche in streaming sulla piattaforma web e sull'app di Netflix.
In caso di vittoria Sinner sfiderebbe in semifinale Novak Djokovic, già qualificato, proprio come Alcaraz, al penultimo turno del Six Kings Slam grazie al maggior numero di Slam vinti in carriera tra i partecipanti.
Leggi tutto: Six Kings Slam, oggi Sinner-Tsitsipas - Il match in diretta

(Adnkronos) - Torna in campo Jannik Sinner. Il fuoriclasse azzurro esordisce oggi, mercoledì 15 ottobre, nel Six Kings Slam. Nei quarti di finale del torneo di Riad, l'azzurro se la vedrà contro il greco Stefanos Tsitsipas, numero 24 del mondo. Sinner è reduce dal ritiro per crampi al terzo turno del Masters 1000 di Shanghai. Il match inizierà dopo Zverev-Fritz.
Sinner-Tsitsipas, come tutte le partite del Six Kings Slam, sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva su Netflix, visibile tramite smart tv. Il match si potrà seguire anche in streaming sulla piattaforma web e sull'app di Netflix.
In caso di vittoria Sinner sfiderebbe in semifinale Novak Djokovic, già qualificato, proprio come Alcaraz, al penultimo turno del Six Kings Slam grazie al maggior numero di Slam vinti in carriera tra i partecipanti.
Leggi tutto: Six Kings Slam, oggi Sinner-Tsitsipas 6-2 - Il match in diretta

(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo tirato a lucido dopo il ritiro a Shanghai e nei quarti del Six Kings Slam batte Stefanos Tsitsipas 6-2 6-3 in un'ora e 15 minuti. Per l’azzurro, campione in carica a Riad, match sotto controllo fin dai primi minuti e mai in discussione. Ora la sfida a Novak Djokovic in semifinale, domani non prima delle 20 ora italiana.
Subito evidenti le differenze di tenuta fisica e mentale tra i due giocatori. Jannik accelera fin dai primi minuti, annulla il greco e strappa tre break consecutivi per arrivare al 5-0. Poi Tsitsipas reagisce, tira fuori un po’ d’orgoglio, strappa il break nel sesto game, tiene il primo turno di battuta e accorcia sul 5-2. L’ottavo game è il più combattuto del primo set e finisce ai vantaggi: lo strappa Jannik, che chiude il primo parziale in 35 minuti e più del 70% di prime messe in campo.
Il secondo set segue lo stesso copione. Sinner parte con un break fulminante e non lascia spazio alle iniziative dell’avversario, completamente in balia del ritmo imposto dal numero 2 del ranking. L’azzurro è sempre solido in battuta e dopo aver consolidato il break ne strappa un altro nel terzo gioco. Ritmi irresistibili per Tsitsipas, che comunque prova a ridurre il passivo nei momenti di pausa di Jannik e dopo un controbreak nel quarto gioco tiene il turno di battuta per il 3-2. La fiammata si esaurisce lì. Poi Jannik torna a premere sull’acceleratore e chiude il match.
Sinner affronterà ora Novak Djokovic, già qualificato alla semifinale (proprio come Alcaraz, grazie al maggior numero di Slam vinti in carriera).
Leggi tutto: Six Kings Slam, Sinner travolge Tsitsipas all'esordio - Rivivi il match
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