(Adnkronos) - Washington e Teheran "si avvicinano" ad un accordo sul dossier nucleare iraniano. Ad affermarlo, da Doha, è stato il presidente americano Donald Trump. "Credo che ci avviciniamo alla conclusione di un accordo", ha affermato.
Poco prima un funzionario iraniano che ha parlato con la NBC News aveva annunciato che l'Iran è disposto a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti in cambio della revoca delle sanzioni. Ali Shamkhani, consigliere della Guida Suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei, ha assicurato che Teheran si impegnerebbe a non costruire mai armi nucleari, a sbarazzarsi delle sue scorte di uranio altamente arricchito, ad arricchire l'uranio solo ai livelli minimi necessari per uso civile e a consentire agli ispettori internazionali di controllare l'intero processo.
Leggi tutto: Iran, Trump annuncia: "Accordo su nucleare più vicino"
(Adnkronos) - A partire da oggi, giovedì 15 maggio, è possibile modificare il 730 precompilato (online dal 30 aprile) per la dichiarazione dei redditi 2025. Sul sito dell'Agenzia delle Entrate, milioni di contribuenti possono visionare il modello e apportare le modifiche necessarie. La scadenza per l'invio del modello è fissata al 30 settembre.
Fra le novità della precompilata 2025, l'aggiornamento di alcune funzionalità come la scelta del sostituto d'imposta e il passaggio dalla compilazione con la modalità semplificata a quella con il metodo ordinario. Sono stati introdotti i nuovi quadri M e T per la dichiarazione dei redditi soggetti a tassazione separata, imposta sostitutiva o plusvalenze.
Cambiamenti anche sul servizio web per la gestione delle autorizzazioni in capo all'erede: l'Agenzia mette infatti a disposizione dell'erede abilitato una dichiarazione dei redditi della persona deceduta completa dei dati reddituali, degli oneri detraibili e deducibili sostenuti dal defunto e già comunicati all'Agenzia delle entrate da enti esterni (ad esempio spese sanitarie, interessi passivi sui mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali ecc.) nonché delle altre informazioni presenti nell'Anagrafe Tributaria. L’erede dopo aver visualizzato, modificato o integrato la dichiarazione, può inviarla direttamente tramite l'applicazione web. Da quest'anno il servizio è utilizzabile anche da tutori, amministratori di sostegno e genitori abilitati all'area riservata del sito delle Entrate. Tra i dati utilizzati per l'elaborazione, quest'anno i contribuenti troveranno anche i proventi erogati dal Gestore dei servizi energetici per la cessione di energia prodotta da impianti fotovoltaici per uso domestico.
Al documento si accede dal sito www.agenziaentrate.gov.it utilizzando l'identità Spid, la Carta di identità elettronica o la Carta nazionale servizi.
I contribuenti potranno avere accesso:
- al modello precompilato;
- al prospetto con l’indicazione sintetica dei redditi e delle spese presenti nella dichiarazione precompilata e delle principali fonti utilizzate per l’elaborazione della stessa;
- successivamente, all’esito della liquidazione con il valore del rimborso IRPEF o delle eventuali trattenute;
- al modello 730-3 con i risultati della liquidazione della dichiarazione.
In linea generale il modello 730 può essere utilizzato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati ma anche da altri soggetti, grazie all’introduzione di nuove tipologie di reddito. Tra questi i redditi soggetti a tassazione separata, a imposta sostitutiva, o da rivalutazione del valore dei terreni. In aggiunta anche quelli derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate, obbligazioni e altri strumenti che generano plusvalenze, comprese quelle legate alle cripto-attività. A tali soggetti si aggiungono quelli che hanno percepito redditi.
Il modello 730/2025 precompilato può essere presentato secondo le seguenti modalità:
- direttamente dal contribuente;
- da un sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico), ma solo se il soggetto ha comunicato entro il 15 gennaio di prestarsi per l’assistenza fiscale;
- da un CAF, centro di assistenza fiscale;
- da un professionista abilitato, ovvero un consulente del lavoro, un dottore commercialista, un esperto contabile, ragioniere ecc.
Ad esclusione del primo caso, negli altri sarà necessaria una delega per accedere alla dichiarazione dei redditi precompilata. È inoltre possibile affidarsi a un familiare o una persona di fiducia e, nel caso di figli non ancora maggiorenni, la dichiarazione dei redditi può essere inviata dai genitori stessi.
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(Adnkronos) - Netflix ha annunciato ufficialmente il rinnovo di Bridgerton per una quinta e una sesta stagione. E nel frattempo dell'attesa stagione 4, in arrivo nel 2026, incentrata su Benedict Bridgerton (interpretato da Luke Thompson), ha rilasciato un nuovo trailer. Sembra che qualcuno abbia finalmente catturato l'attenzione del bohemien secondogenito della famiglia che, contrariamente ai suoi fratelli, almeno fino a ora, non era pronto a sistemarsi. Chissà se la misteriosa e affascinante Lady in Silver incontrata durante un ballo in maschera organizzato da sua madre non gli faccia cambiare idea.
Lanciata nel 2020 da Netflix e Shondaland, Bridgerton ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, diventando un fenomeno globale. Le sue tre stagioni si sono tutte classificate tra le serie più popolari di sempre su Netflix, con la Stagione 1 al 5º posto e la Stagione 3 al 7º posto nella classifica attuale. Anche il prequel amato dai fan, Queen Charlotte: A Bridgerton Story, ha dominato la Top 10 Globale.
I nuovi episodi di Bridgerton si concentreranno dunque sul secondogenito bohémien, Benedict (Luke Thompson). Nonostante i suoi fratelli maggiore e minore siano entrambi felicemente sposati, Benedict è riluttante a sistemarsi, finché non incontra un’affascinante Dama in Argento al ballo in maschera organizzato da sua madre
Cast: Luke Thompson (Benedict Bridgerton), Yerin Ha (Sophie Baek), Jonathan Bailey (Anthony Bridgerton), Victor Alli (Lord John Stirling), Adjoa Andoh (Lady Danbury), Julie Andrews (Lady Whistledown), Lorraine Ashbourne (Mrs. Varley), Simone Ashley (Kate Sharma), Masali Baduza (Michaela Stirling), Nicola Coughlan (Penelope Bridgerton), Hannah Dodd (Francesca Stirling), Daniel Francis (Lord Marcus Anderson), Ruth Gemmell (Violet Bridgerton), Florence Hunt (Hyacinth Bridgerton), Martins Imhangbe (Will Mondrich), Claudia Jessie (Eloise Bridgerton), Luke Newton (Colin Bridgerton), Katie Leung (Lady Araminta Gun), Michelle Mao (Rosamund Li), Emma Naomi (Alice Mondrich), Golda Rosheuvel (Queen Charlotte), Hugh Sachs (Brimsley), Will Tilston (Gregory Bridgerton), Polly Walker (Portia Featherington), and Isabella Wei (Posy Li).
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(Adnkronos) - Il finale di stagione di 'Che Dio ci aiuti' andrà in onda questa sera, giovedì 15 maggio, su Rai 1 e Rai Play. La puntata doveva andare in onda lo scorso giovedì, 8 maggio, ma è slittata a causa dell'elezione di Papa Leone XIV. Ecco le anticipazioni.
Secondo le anticipazioni, il medico che ha in cura Cristina comunica erroneamente ad Azzurra che le sue condizioni sono preoccupanti. Azzurra chiede così a Cristina di stare a riposo e di farsi aiutare da Pietro. Questo momento porta Cristina a riflettere sulla possibilità di restare alla 'Casa del Sorriso'.
Nel frattempo, Suor Angela si dedica a un’indagine molto delicata che riguarda una rete di sfruttamento che coinvolge minorenni. Lorenzo e Azzurra la aiutano. Ma questa ricerca mette in dubbio Azzurra: sta davvero facendo la differenza?
Intanto, Corrado rivela a Melody una novità importante che potrà compromettere la loro relazione e il loro futuro...
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(Adnkronos) - Ucraina e Russia si preparano oggi, 15 maggio 2025, a tenere i loro primi colloqui diretti dall'inizio della guerra. A Istanbul, in Turchia, è già arrivata la delegazione russa: l'aereo, ha annunciato l'Interfax, è atterrato all'aeroporto Atatürk.
I negoziati dovrebbero iniziare intorno alle 10:00 ora locale a porte chiuse, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale russa Tass. Il funzionario ucraino Andrii Kovalenko ha poi smentito che l'incontro sarebbe stato programmato per quell'ora.
Assente il presidente russo Vladimir Putin che ha rifiutato l'invito del presidente Volodymyr Zelensky a partecipare e ha nominato il suo assistente, Vladimir Medinsky, per guidare i colloqui.
Da parte sua, Zelensky incontrerà oggi ad Ankara il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e solo allora deciderà quali passi intraprendere nei colloqui di pace con la Russia, ha dichiarato all'Afp è stato un alto funzionario ucraino.
Secondo quanto ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, ieri sera Putin ha tenuto una riunione per discutere delle modalità dei colloqui prima della partenza della delegazione. Oltre al team di negoziatori, hanno partecipato all'incontro il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il Ministro della Difesa Andrej Belousov, Viktor Zolotov, Capo di Stato Maggiore della Guardia Nazionale russa, il Segretario del Consiglio di Sicurezza Sergej Soigu, il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate russe Valej Gerasimov e il Direttore del Servizio di Sicurezza Federale (FSB) Aleksandr Bortnikov. "All'incontro hanno partecipato anche tutti i comandanti dei gruppi tattici che prendono parte all'operazione militare speciale", ha aggiunto Peskov, citato dalla Tass.
Peskov ha poi sottolineato che la durata dei colloqui tra Russia e Ucraina dipenderà dai loro progressi. "Oggi è l'inizio dei colloqui. Tutto dipenderà dai loro progressi", ha detto Peskov quando gli è stato chiesto se gli incontri siano previsti solo per il 15 maggio o, se necessario, potrebbero durare diversi giorni.
Gli Stati Uniti sono "ansiosi" di vedere "progressi" nei colloqui sull'Ucraina. A dichiararlo è stato Marco Rubio, Segretario di Stato americano. "C'è molto lavoro da fare. Restiamo impegnati in questo. Ovviamente, come tutti, siamo impazienti, vogliamo che ciò accada, ma è difficile ...speriamo che si facciano presto progressi", ha dichiarato ad Antalya, in Turchia, prima dell'inizio della riunione dei ministri degli Esteri della Nato.
Gli Stati Uniti, ha aggiunto, sono aperti a "qualsiasi meccanismo per raggiungere una pace giusta e duratura" in Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump "ha chiarito che vuole che la guerra finisca", ha affermato.
Leggi tutto: Ucraina-Russia, a Istanbul i primi colloqui diretti: Trump e Putin non ci saranno
(Adnkronos) - Pagavano dai 4.000 ai 6.000 euro, a seconda della zona di partenza e dei mezzi utilizzati, i migranti che volevano raggiungere l'Italia attraverso la rotta balcanica e che si affidavano al gruppo criminale pakistano attivo nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, disarticolato nell'operazione della Squadra mobile di Trieste e dello Sco,
Sono sette le misure cautelari in carcere eseguite nei confronti di cittadini pakistani a cui sono inoltre contestati diversi episodi di rapina, tentata estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni aggravate. Il blitz scattato ieri è andato avanti fino a tarda notte con la collaborazione delle polizie Slovena, Croata e Bosniaca, attivate dal Servizio per la Cooperazione Internazionale, attraverso gli uffici degli esperti per la sicurezza di Lubiana e Zagabria.
Due dei provvedimenti, mandati di arresto europeo richiesti dall’autorità italiana, sono stati eseguiti nei confronti di persone localizzate in territorio estero. Uno di questi, ritenuto il terminale sloveno dell’organizzazione criminale, è stato arrestato dalla Polizia Criminale di Capodistria all’interno del campo profughi Sloveno di Logatec. L'altro indagato, solito muoversi tra la Bosnia e la Croazia, ritenuto il passeur che instrada i clandestini dal campo profughi di Bihac (Bosnia) al confine croato-sloveno è tuttora attivamente ricercato dalle polizie Croata e Bosniaca.
I restanti cinque destinatari dei provvedimenti sono stati rintracciati in appartamenti a Trieste. Durante le perquisizioni a casa di uno dei destinatari dei provvedimenti, è stato individuato un cittadino pakistano di circa 30 anni in possesso di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, arrestato in flagranza di reato. Le perquisizioni hanno inoltre permesso di acquisire materiale probatorio, come passamontagna, tirapugni e coltelli. Nel corso delle indagini sono stati arrestati nella flagranza del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione altri due pakistani e mentre altri tre, tutti parte del gruppo criminale, sono indagati.
Le indagini nel corso dei mesi hanno consentito di ricostruire numerosi trasporti illegali di migranti di varia etnia (pakistana, nepalese, afghana, indiana) dai campi profughi della Bosnia, con particolare riguardo a quello della città di Bhiac verso l’Italia, attraverso i sentieri boschivi di Croazia e Slovenia con destinazione questo capoluogo. È emerso inoltre come, nella città di Zagabria, i clandestini, venivano sistemati in diversi appartamenti dedicati (safe house) e in hotel gestiti da persone compiacenti in attesa del successivo trasporto verso la Slovenia. Qui, non appena oltrepassato il confine, i migranti venivano istruiti sul come farsi rintracciare dalla Polizia per essere poi accompagnati presso i centri profughi nella provincia di Lubiana, al cui interno stazionavano altre persone legate all’organizzazione criminale investigata il cui compito era quello di assistere i migranti per la prosecuzione del viaggio sino in Italia.
E' stato inoltre accertato un episodio nel corso del quale tre cittadini indiani irregolari dopo avere preso contatti con un pakistano aderente all'organizzazione, stabilmente radicato all’interno del campo profughi di Logatec (Slo), sono stati informati da quest’ultimo su come raggiungere Trieste. Il passeur ha messo in contatto i migranti con due suoi connazionali che vivevano a Trieste: uno dei due ha dato loro appuntamento a piazza Oberdan per poi accompagnarli in un appartamento in via della Fabbrica dove, ad attenderli, c’era un altro pakistano. Giunti nell’appartamento i tre indiani venivano sequestrati sotto la minaccia di coltelli e picchiati brutalmente con schiaffi e calci, violenze che venivano, dagli aguzzini, documentate con video poi inviati ai familiari delle vittime per ottenere il pagamento del loro riscatto.
Nella circostanza, la tempestiva denuncia di un familiare dei tre, giunta in città dalla Lombardia, ha consentito agli operatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Trieste di localizzare in breve termine l’immobile di interesse e quindi intervenire all’interno dell’abitazione interrompendo l’azione delittuosa e procedendo all’arresto in flagranza di reato dei due aguzzini.
Leggi tutto: Migranti, blitz contro gruppo pakistano: da 4 a 6mila euro per entrare in Italia
(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo agli Internazionali d'Italia 2025. Il tennista azzurro oggi, giovedì 15 maggio, sfida il norvegese Casper Ruud nei quarti di finale del Masters 1000 di Roma. Il numero uno del mondo torna a giocare sul Centrale dopo la bella vittoria, arrivata in due set con il punteggio di 7-6, 6-3 contro Francisco Cerundolo agli ottavi.
Nei turni precedenti Sinner, al rientro dopo i tre mesi di squalifica per il caso Clostebol e fresco di visita in Vaticano da Papa Leone XIV, aveva eliminato l'argentino Mariano Navone all'esordio e l'olandese Jesper De Jong nel secondo turno.
La sfida tra Sinner e Ruud è in programma oggi, giovedì 15 maggio, alle ore 19. I due tennisti si sono affrontati in quattro precedenti, con Sinner che conduce con un netto 4-0. L'ultimo match tra i due risale alle Finals dello scorso novembre, poi vinte da Sinner, che in semifinale superò il norvegese in due set.
Sinner-Ruud, così come tutti i match degli Internazionali d'Italia 2025, sarà visibile in diretta televisiva sui canali Sky Sport, ma anche in chiaro su Rai 2. La partita si potrà seguire in streaming sull'app SkyGo, su Now e su RaiPlay.
Leggi tutto: Sinner-Ruud: orario, precedenti e dove vederla in tv
(Adnkronos) - Torna il Giro d'Italia con la sesta tappa. Oggi, giovedì 15 maggio, il gruppo affronterà la frazione 6 della Corsa Rosa, da Potenza a Napoli. Sarà la più lunga, con i suoi 226 chilometri: in classifica generale comanda sempre il danese Mads Pedersen, che dopo la tappa vinta ieri ha 17 secondi di vantaggio su Primoz Roglic e 24 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Mathias Vacek.
La tappa numero 6 del Giro d'Italia 2025 è la più lunga con i suoi 226 chilometri: partirà da Potenza e arriverà a Napoli, dopo aver attraversato l'Irpinia. Sarà un percorso insidioso con delle salite a inizio tappa, come le scalate del Valico di Monte Carruozzo (Gpm di secondo livello) e di Monteforte Irpino (Gpm3).
Gli ultimi 45 chilometri saranno interamente cittadini con tratti di pavé in porfido, mentre il finale sarà a Napoli con gli ultimi 3000 metri con poche curve, una leggera salita e poi pianura, con il rettilineo d'arrivo di 900 metri su asfalto largo 9. Dislivello di 2600 metri: decisiva sarà la salita che parte dal Muro Lucano fino ai 1136 metri di Monte Carruozzo, una scalata di 19,9 chilometri con pendenze che raggiungono l'11% nella prima tappa in alta quota del Giro 108.
La sesta tappa del Giro d'Italia partirà alle 11:30. La diretta tv in chiaro dell’edizione numero 108 della Corsa Rosa sarà a cura di Rai Sport e Rai 2 (streaming gratuito su Rai Play), mentre la diretta tv in abbonamento sarà fruibile su Eurosport 1. Lo streaming in abbonamento sarà disponibile su Discovery+, Sky Go, Now e Dazn.
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(Adnkronos) - Il simbolo del referendum sulla cittadinanza è stato proiettato sulla facciata di Palazzo Chigi questa sera durante un flash mob del comitato promotore del referendum cittadinanza in piazza Colonna per rompere il muro del silenzio sul voto dell'8 e 9 giugno. Presenti i presidenti del comitato promotore Riccardo Magi e Deepika Salhan, la coordinatrice della campagna Antonella Soldo, la tesoriera di +Europa Carla Taibi e Antonio Liguori di ActionAid.
"Visto che Giorgia Meloni anche oggi al premier time ha rifiutato di dire qualcosa sull'appuntamento referendario e che continua l'oscuramento mediatico sul voto dell'8-9 giugno - ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi e presidente del comitato promotore del referendum sulla cittadinanza - siamo riusciti a far dire a Palazzo Chigi qualcosa sul referendum, a garantire un po' di informazione, quello che la presidente del Consiglio e tutto il governo, smentendo se stessi, non ha ancora voluto fare. Continueremo questa battaglia perché crediamo che sia una lotta di democrazia, di stato di diritto e di riforme che sono essenziali e urgenti per il nostro Paese".
(Adnkronos) - Dice che l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, nonostante la "drammatica e ingiustificabile" situazione a Gaza; accusa il Pd di Elly Schlein di fare "propaganda" sulla sanità e chiede ai dem una mano, "invece di fare solo macumbe"; con Giuseppe Conte ingaggia un botta e risposta sul riarmo, accusando il leader dei pentastellati di aver prima aumentato le spese per la difesa e poi di essere stato 'folgorato' sulla via dell'antimilitarismo. A una settimana dal dibattito in Senato, a Montecitorio va in scena un nuovo question time con la premier Giorgia Meloni, mentre nell'Aula aleggia lo spettro del referendum, evocato dal deputato di +Europa Riccardo Magi, che si è presentato coperto da un lenzuolo bianco per denunciare il 'silenzio' sulla consultazione elettorale dell'8 e 9 giugno.
Le interrogazioni di Pd e M5S, ma anche la richiesta di parole nette su Gaza avanzata da Avs, erano tra i momenti più attesi della giornata politica. Il dibattito entra nel vivo proprio quando Angelo Bonelli chiede alla presidente del Consiglio di condannare il governo israeliano di Benjamin Netanyahu per l'"orrore" che si sta consumando nella Striscia. "In questi mesi - risponde Meloni - ho a più riprese sentito il primo ministro Netanyahu. Sono state conversazioni spesso difficili, in cui ho sempre richiamato l'urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità, la necessità di rispettare il diritto internazionale umanitario". Come governo, spiega la leader di Fdi, "non abbiamo condiviso diverse scelte" e "non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano" su Gaza. Tuttavia, "siamo consapevoli che non è stato Israele a iniziare le ostilità" e che "sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi, che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita sia di israeliani che di palestinesi pur di perseguire i propri scopi", dice a proposito di Hamas.
Ad ogni modo, l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, mette in chiaro l'inquilina di Palazzo Chigi. "Ipocrita", le risponde il vicecapogruppo di Avs Marco Grimaldi, indossando la kefiah, simbolo della resistenza palestinese. È solo l'antipasto dello scontro che avverrà poco dopo con il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che accusa la premier di essersi fatta "fregare in Europa per due volte" con il sì al piano di riarmo da 800 miliardi di euro. Meloni risponde con l'arma dell'ironia: "Sono molto affascinata da questa sua recentissima e travolgente passione antimilitarista, che però nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando lei era presidente del Consiglio dei ministri... Non la ricordo con questa stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid - e con un fondo sanitario che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi - un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro". E ancora: "Sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni... A differenza di altri non cambio idea in base a dove gira il vento".
Meloni e la maggioranza - oggi assenti i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani - restano seduti quando Conte chiede all'Aula di osservare un momento di raccoglimento per le vittime di Gaza, appello raccolto solo dai deputati di M5S e Pd, che si alzano in piedi. Arriva poi il momento di Schlein, che accusa Meloni e il governo di aver smantellato la sanità pubblica, chiedendo interventi concreti per risolvere il problema delle liste d'attesa infinite. "Penso che sia sempre un po' complesso confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire..." punge Meloni rispondendo alla segretaria dem.
"Quando noi ci siamo insediati nel 2022", il Fondo Sanitario Nazionale "era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd, quando è stato al governo, non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni", insiste Meloni, rivendicando il fatto che è stato il suo governo "a fermare il fenomeno dei medici a gettone". La presidente di Fdi rivolge un appello alle opposizioni: "Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano Sanitario Nazionale e speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano, invece di preferire stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male così magari potete risalire nei sondaggi...".
Replicando a Maria Elena Boschi di Italia Viva, che aveva chiesto conto delle riforme economiche, Meloni pone l'accento sul "cambio di passo" percepito dai cittadini anche "rispetto al variegato mondo dell'opposizione che, quando è al governo fa delle riforme e poi quando è all'opposizione fa il referendum perché le vuole abolire". Tra gli altri temi toccati da Meloni nel question time: gli interventi del governo a tutela delle forze dell'ordine, la riforma del Green Deal (per l'Europa, secondo Meloni, "è arrivato il momento di invertire la rotta" e "rimuovere i dazi interni") e i giovani. A tal proposito, Meloni annuncia la sua intenzione di istituire a Palazzo Chigi un gruppo di lavoro per affrontare la questione del disagio giovanile.
Sul piano internazionale proseguono i contatti della premier, che venerdì sarà in Albania per partecipare al vertice della Comunità Politica Europea. Sabato, invece, Meloni potrebbe ricevere a Roma sia il cancelliere tedesco Friedrich Merz sia il nuovo primo ministro canadese Mark Carney, in vista della cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV in programma domenica, dove sono attese 200 delegazioni straniere. Nel frattempo, è arrivato a Roma il leader del partito romeno Aur, George Simion, per una serie di incontri politici di alto profilo. Simion ha incontrato il segretario della Lega Salvini durante un evento organizzato dalla comunità romena in Italia a Palazzo Brancaccio. E, secondo quanto annunciato da Simion in un video su Facebook, il leader della destra romena - che domenica sfiderà al secondo turno delle elezioni presidenziali il sindaco di Bucarest Nicusor Dan - ha in agenda anche un colloquio con la presidente del Consiglio. (di Antonio Atte)
(Adnkronos) - Dice che l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, nonostante la "drammatica e ingiustificabile" situazione a Gaza; accusa il Pd di Elly Schlein di fare "propaganda" sulla sanità e chiede ai dem una mano, "invece di fare solo macumbe"; con Giuseppe Conte ingaggia un botta e risposta sul riarmo, accusando il leader dei pentastellati di aver prima aumentato le spese per la difesa e poi di essere stato 'folgorato' sulla via dell'antimilitarismo. A una settimana dal dibattito in Senato, a Montecitorio va in scena un nuovo question time con la premier Giorgia Meloni, mentre nell'Aula aleggia lo spettro del referendum, evocato dal deputato di +Europa Riccardo Magi, che si è presentato coperto da un lenzuolo bianco per denunciare il 'silenzio' sulla consultazione elettorale dell'8 e 9 giugno.
Le interrogazioni di Pd e M5S, ma anche la richiesta di parole nette su Gaza avanzata da Avs, erano tra i momenti più attesi della giornata politica. Il dibattito entra nel vivo proprio quando Angelo Bonelli chiede alla presidente del Consiglio di condannare il governo israeliano di Benjamin Netanyahu per l'"orrore" che si sta consumando nella Striscia. "In questi mesi - risponde Meloni - ho a più riprese sentito il primo ministro Netanyahu. Sono state conversazioni spesso difficili, in cui ho sempre richiamato l'urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità, la necessità di rispettare il diritto internazionale umanitario". Come governo, spiega la leader di Fdi, "non abbiamo condiviso diverse scelte" e "non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano" su Gaza. Tuttavia, "siamo consapevoli che non è stato Israele a iniziare le ostilità" e che "sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi, che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita sia di israeliani che di palestinesi pur di perseguire i propri scopi", dice a proposito di Hamas.
Ad ogni modo, l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, mette in chiaro l'inquilina di Palazzo Chigi. "Ipocrita", le risponde il vicecapogruppo di Avs Marco Grimaldi, indossando la kefiah, simbolo della resistenza palestinese. È solo l'antipasto dello scontro che avverrà poco dopo con il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che accusa la premier di essersi fatta "fregare in Europa per due volte" con il sì al piano di riarmo da 800 miliardi di euro. Meloni risponde con l'arma dell'ironia: "Sono molto affascinata da questa sua recentissima e travolgente passione antimilitarista, che però nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando lei era presidente del Consiglio dei ministri... Non la ricordo con questa stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid - e con un fondo sanitario che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi - un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro". E ancora: "Sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni... A differenza di altri non cambio idea in base a dove gira il vento".
Meloni e la maggioranza - oggi assenti i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani - restano seduti quando Conte chiede all'Aula di osservare un momento di raccoglimento per le vittime di Gaza, appello raccolto solo dai deputati di M5S e Pd, che si alzano in piedi. Arriva poi il momento di Schlein, che accusa Meloni e il governo di aver smantellato la sanità pubblica, chiedendo interventi concreti per risolvere il problema delle liste d'attesa infinite. "Penso che sia sempre un po' complesso confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire..." punge Meloni rispondendo alla segretaria dem.
"Quando noi ci siamo insediati nel 2022", il Fondo Sanitario Nazionale "era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd, quando è stato al governo, non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni", insiste Meloni, rivendicando il fatto che è stato il suo governo "a fermare il fenomeno dei medici a gettone". La presidente di Fdi rivolge un appello alle opposizioni: "Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano Sanitario Nazionale e speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano, invece di preferire stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male così magari potete risalire nei sondaggi...".
Replicando a Maria Elena Boschi di Italia Viva, che aveva chiesto conto delle riforme economiche, Meloni pone l'accento sul "cambio di passo" percepito dai cittadini anche "rispetto al variegato mondo dell'opposizione che, quando è al governo fa delle riforme e poi quando è all'opposizione fa il referendum perché le vuole abolire". Tra gli altri temi toccati da Meloni nel question time: gli interventi del governo a tutela delle forze dell'ordine, la riforma del Green Deal (per l'Europa, secondo Meloni, "è arrivato il momento di invertire la rotta" e "rimuovere i dazi interni") e i giovani. A tal proposito, Meloni annuncia la sua intenzione di istituire a Palazzo Chigi un gruppo di lavoro per affrontare la questione del disagio giovanile.
Sul piano internazionale proseguono i contatti della premier, che venerdì sarà in Albania per partecipare al vertice della Comunità Politica Europea. Sabato, invece, Meloni potrebbe ricevere a Roma sia il cancelliere tedesco Friedrich Merz sia il nuovo primo ministro canadese Mark Carney, in vista della cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV in programma domenica, dove sono attese 200 delegazioni straniere. Nel frattempo, è arrivato a Roma il leader del partito romeno Aur, George Simion, per una serie di incontri politici di alto profilo. Simion ha incontrato il segretario della Lega Salvini durante un evento organizzato dalla comunità romena in Italia a Palazzo Brancaccio. E, secondo quanto annunciato da Simion in un video su Facebook, il leader della destra romena - che domenica sfiderà al secondo turno delle elezioni presidenziali il sindaco di Bucarest Nicusor Dan - ha in agenda anche un colloquio con la presidente del Consiglio. (di Antonio Atte)
Leggi tutto: Gaza, sanità e riarmo: Meloni 'duella' con Conte e Schlein: "Da voi solo macumbe"
(Adnkronos) - Per la prima volta in oltre tre anni, oggi, giovedì 15 maggio 2025, Russia e Ucraina sono sul punto di tenere colloqui di pace in Turchia, un Paese "diventato uno dei centri della diplomazia di pace" come ha affermato il presidente Recep Tayyip Erdogan. La sede scelta è Istanbul, la stessa che nel 2022, a poche settimane dall'invasione, ospitò - dopo le riunioni a Gomel e Brest, in Bielorussia, il 28 febbraio ed il 3 marzo - un incontro tra i ministri degli Esteri dei due Paesi in guerra. Quel round negoziale sfociò sostanzialmente in un nulla di fatto, con l'eccezione di un'intesa sui corridoi umanitari per l'evacuazione dei civili, mentre i colloqui che si tennero alcuni mesi dopo sempre nella metropoli sul Bosforo il 27 luglio portarono all'Accordo sul grano, sottoscritto da Russia e Ucraina con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite.
L'incontro del 29 marzo 2022 a Istanbul in realtà fu preceduto da un'altra riunione a livello di ministri degli Esteri che si tenne alcune settimane prima ad Antalya, nel sud della Turchia, dove è in programma una ministeriale informale della Nato. Il 10 marzo di quell'anno si incontrarono l'inossidabile capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, e l'allora omologo ucraino, Dmytro Kuleba, con la mediazione dell'allora ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. Si trattò del contatto al più alto livello tra i due Paesi dallo scoppio della guerra, con l'Ucraina che tentò di strappare - senza successo - un cessate il fuoco per fornire aiuti ed evacuare i civili dalla città sotto assedio di Mariupol. I raid sulla città 'martire' continuarono e oggi è sotto controllo russo.
Le delegazioni dei due Paesi, guidate dai rispettivi ministri degli Esteri, si incontrarono di nuovo ad Istanbul il 29 marzo. Kiev chiedeva un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle forze russe dal suo territorio. La Russia insisteva su quelle che il Cremlino definiva e continua a definire "cause profonde" della guerra, che Putin usa da oltre tre anni per giustificare l'invasione. Secondo Mosca, queste includono la presunta violazione da parte della Nato dell'impegno di non espandersi nell'Europa orientale e la presunta discriminazione da parte del governo ucraino nei confronti dei russi.
Secondo il Wall Street Journal e il New York Times, la bozza parzialmente concordata dei protocolli del 2022 prevedeva che l'Ucraina potesse entrare nell'Ue, rinunciasse ad aderire alla Nato e accettasse di modificare la propria Costituzione per aggiungere una clausola di neutralità che le avrebbe vietato di aderire ad alleanze militari, concludere accordi militari oppure ospitare sul proprio territorio personale militare, addestratori o sistemi d'arma stranieri.
Mosca chiedeva che l'esercito ucraino fosse limitato a 85mila soldati e che i missili in sua dotazione non superassero la gittata di 40 chilometri. La questione dello status della Crimea sarebbe stata affrontata negli anni a venire. In cambio, l'Ucraina avrebbe ricevuto garanzie di sicurezza da un gruppo di Paesi, inclusi i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: Gran Bretagna, Cina, Russia, Stati Uniti e Francia.
Proprio quest'ultimo fu uno dei punti di maggiore frizione. L'Ucraina voleva, infatti, che i Paesi garanti potessero fornire assistenza, inclusa "la chiusura dello spazio aereo sopra l'Ucraina, la fornitura delle armi necessarie e l'uso della forza armata al fine di ripristinare e successivamente mantenere la sicurezza dell'Ucraina come Stato neutrale". La Russia insisteva sul fatto che qualsiasi decisione sarebbe dovuta essere concordata da tutti gli Stati garanti, il che significava che avrebbe avuto diritto di veto.
Le due parti, inoltre, erano in netto disaccordo anche sulle future dimensioni delle forze armate ucraine e del suo arsenale militare. Kiev era pronta ad accettare un limite massimo di 250mila effettivi, 800 carri armati e missili con una gittata massima di 280 chilometri. Mosca pretendeva anche che Kiev riconoscesse il russo come lingua ufficiale.
I negoziati si arenarono sostanzialmente perché in quel preciso momento storico la situazione sul campo di battaglia sembrava volgere a vantaggio dell'Ucraina. Il suo esercito, infatti, aveva respinto le forze russe intorno a Kiev e mostrato al mondo prove di presunti crimini di guerra russi che avevano provocato la condanna internazionale. I Paesi occidentali stavano aumentando gli aiuti militari, inasprendo le sanzioni contro Mosca: tutti fattori che rendevano Kiev meno propensa ad accogliere le richieste russe. Ora, il Cremlino - come ha chiarito il consigliere per gli Affari internazionali Yuri Ushakov - pretende che il nuovo round di colloqui previsti domani riprenda da dove le parti avevano interrotto.
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(Adnkronos) - Chi c'era a Garlasco il 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi veniva uccisa, con un'arma sconosciuta, nella sua villetta di via Pascoli? A chi può aver aperto, in pigiama, la porta di casa? E che legame poteva o può ancora avere con Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, indagato per l'omicidio in concorso della ventiseienne? Sono le domande che si pone la Procura di Pavia che, su input della difesa di Alberto Stasi - l'allora fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto -, ha portato i carabinieri a indagare nuovamente su un caso risolto.
Il Dna dell'indagato sarebbe sulle unghie di Chiara Poggi, ma quella traccia genetica, fino a questo momento, non è stata ritenuta scientificamente valida, né identificativa. Per la difesa del condannato i profili maschili sono due e se uno è attribuibile a Sempio, l'altro resta di un Ignoto 1, sicuramente non attribuibile a chi sta finendo di scontare la sua condanna a 16 anni nel carcere di Bollate. E' nella cerchia degli amici di Sempio che si concentrano gli ultimi sviluppi dell'inchiesta che hanno portato ieri, giovedì 15 maggio, a perquisire - alla caccia di elementi utili alle indagini - non solo la casa del 37enne e dei genitori, ma anche di due amici Mattia Capra e Roberto Freddi (non indagati). Sono tutti amici di Marco e non avevano neanche vent'anni quando la neolaureata è stata uccisa. I loro nomi compaiono tra i verbali dei carabinieri, redatti nell'ottobre 2008, poi nell'inchiesta in cui si ricostruiscono i contatti telefonici di Sempio avuti nella mattinata del delitto, quindi, tornano nel febbraio del 2024 quando in una relazione i carabinieri rendono nota l'identità di chi frequentava casa Poggi "e nei cui confronti era stato possibile compiere acquisizioni di materiale biologico, ossia Mattia Capra, Marco Poggi e Roberto Freddi".
Un quartetto di amici il cui legame dura ancora oggi. Roberto ha frequentato la stessa "scuola elementare" di Marco Poggi e frequenta via Pascoli "tanto da conoscere sia i genitori che la sorella Chiara con la quale non aveva un rapporto di frequentazione attesa la differenza di età" si legge nel verbale. Con Mattia, invece, Marco frequenta le scuole medie e gioca insieme "nella squadra di calcio di Garlasco. (...) Con Chiara ho solamente scambiato alcune parole quando aspettavo Marco e nient'altro, mentre parlavo più spesso con la madre di Marco". E' Sempio ad avvertire telefonicamente gli amici Roberto e Mattia che Chiara Poggi è stata uccisa.
E tra i tre amici - Andrea Sempio, Mattia Capra e Roberto Freddi - anche la mattina del 13 agosto 2007 ci sono alcuni contatti telefonici, chiamate e sms si concentrano tra le 9.58 e le 12.18. In tutti i casi le celle agganciate dimostrano "la presenza di entrambi gli interlocutori a Garlasco" si legge in una consulenza del consulente della famiglia Poggi. A chi immagina che il mancato riscontro sul tabulato di alcuni eventi "sarebbe significativo di una presenza al di fuori di Garlasco" dimentica che si tratta di un "errore": gli sms in ingresso (della compagnia telefonica dei due amici, ndr.) "non vengono registrati con l'indicazione di cella, per cui non figurano proprio. Figurano invece in caso di sms uscente, e si nota che questo avviene sempre tramite celle di Garlasco" si legge.
L'unica conversazione tra Sempio e Chiara Poggi avviene l'8 agosto 2007 alle 16.54 (21 secondi) e come lui stesso racconta ai carabinieri sta cercando l'amico Marco, partito con i genitori in vacanza in Trentino. Poi il silenzio. Il traffico telefonico del cellulare di Chiara Poggi rivela "che non esiste alcuna chiamata, proveniente dall'abitazione o dal cellulare di Andrea Sempio, né viceversa. Non esiste alcun contatto diretto tra i due soggetti in base ai dati telefonici" scrive l'esperto informatico Paolo Reale nella sua consulenza. Quello che invece appare certo sono i contatti telefonici, numerosi, registrati la mattina dell'omicidio da parte di Alberto Stasi verso Chiara Poggi, sia sul fisso che sul cellulare, avvenuti "all'interno di spazi temporali in cui non vi sono salvataggi della tesi di laurea".
E se nessuno degli amici di Marco Poggi dice di conoscere Stasi, l'allora fidanzato conosceva Stefania Cappa (non indagata), cugina di Chiara, "sin dai tempi del liceo". Ombre sul nome della gemella Stefania (oggi avvocata, specializzata in diritto sportivo) vengono gettate da un testimone la cui attendibilità è tutta da verificare. Ma anche lei, mai finita nell'inchiesta, ha un alibi verificato come gli altri amici della comitiva di Marco Poggi. "Lunedì mattina del 13 agosto 2007 dalle ore 7 alle 9.20 ho studiato diritto penale e dalle 9.30 alle ore 10.15 sono stata a telefono con la mia amica - dice la ragazza ai carabinieri che la sentono più volte -. Ho ripreso a studiare sino alle successive 11.30, ho pranzato e sono andata in piscina sino alle 15 con il mio amico. Per l'intera mattinata sono stata in compagnia di mia madre e di mia sorella (Paola oggi foodblogger, ndr.) che avendo subito un intervento chirurgico al ginocchio non esce di casa".
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