(Adnkronos) - "Durante il Covid avevamo parlato di emergenza oncologica e avevamo indicato una serie di iniziative che andavano prese, ma non sono state prese. Il Servizio sanitario nazionale andava adeguato per rispondere ai bisogni dei malati di cancro, come aveva indicato la Commissione europea che diceva allora che entro il 2025 andavano salvate 2,8 milioni di persone affinché non aumentasse l'impatto sui sistemi sanitari. La Commissione indicava come riferimento il Piano oncologico europeo, come strada con i tempi e le attività. L'Italia ha avviato il piano nazionale, ma senza prevedere i finanziamenti. I 10 milioni messi sono pochi, vuol dire 1,3 milioni per la Lombardia e 270mila euro per la Basilicata. O si investe in sanità o ci accontentiamo di piccoli rimedi. L'ideale era prendere le risorse dal Mes". Così all’Adnkronos Salute Francesco De Lorenzo, presidente Favo, a margine della presentazione alla Camera del 17esimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici promosso dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia.
"La comunità oncologica di cui facciamo parte ha indicato le linee guida, ma non ci sono i finanziamenti. Non ho visto neanche un impegno delle opposizioni, le responsabilità sono un po' di tutti", ha concluso De Lorenzo.
(Adnkronos) - "Il Paese sia unito per aiutare i pazienti oncologici. L'oncologia in Italia è più organizzata rispetto ad altre specialità. Il Governo si è mosso sul piano operativo, ha varato la regia del Piano oncologico nazionale, ha varato il documento per il coordinamento delle reti regionali. Quello che chiediamo è che da subito si possano avere anche piccoli finanziamenti in grado però di dare grandi cambiamenti. Le reti sono la priorità e devono funzionare bene. Oggi il paziente nella lunga attesa delle indagini diagnostiche spende di tasca propria 1.700 euro, di cui 700 per la mobilità e 400 per indagini diagnostiche. Questo significa che i malati non aspettano le liste d'attesa, ma con il dubbio di una malattia oncologica corrono a fare le indagini. Così però solo i ricchi potranno curarsi. Noi diciamo: facciamo funzionare bene le reti e i centri oncologici per dare una risposta in tempi veloci a tutti". Così all'Adnkronos Salute Francesco De Lorenzo, presidente Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), a margine della presentazione alla Camera del 17esimo Rapporto Favo sulla condizione assistenziale dei malati oncologici.
(Adnkronos) - "Lo sforzo oggi deve essere soprattutto diretto a garantire una maggiore equità nell'accesso ai servizi, affinché un paziente non debba più spostarsi dalla propria regione per potere ricevere cure adeguate alla propria malattia. Eppure, come mostra anche il vostro studio, vi sono ancora Regioni che scontano un grave ritardo nell'attuazione della rete oncologica, modello per eccellenza di assistenza al paziente, consentendo continuità assistenziale, integrazione ospedale-territorio, appropriatezza ed equità. Ritardi e disparità che oggi facciamo fatica ad accettare". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento oggi alla presentazione alla Camera del 17esimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici promosso da Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia).
"Sono diversi gli spunti di riflessione che derivano dallo studio - ha commentato il ministro - Mi vorrei soffermare su alcune novità intervenute quest'anno, che hanno segnato cambiamenti importanti nel mondo dell’oncologia. E a questo proposito voglio ringraziare la Favo per averli adeguatamente valorizzati nel rapporto. E' un po' passata sotto traccia - ha ricordato Schillaci - la previsione della legge di Bilancio 2025 che riconosce la partecipazione delle associazioni dei pazienti ai processi decisionali in materia di salute. Per la prima volta con legge si riconosce il ruolo strategico delle associazioni che, grazie alla conoscenza diretta delle esperienze dei pazienti e delle criticità incontrate durante il percorso della malattia, possono dare un contributo decisivo nel migliorare modelli e assumere decisioni davvero informate. Il ministero della Salute e Aifa stanno lavorando sui i regolamenti per disciplinare i criteri di coinvolgimento delle associazioni nei processi decisionali".
"Grazie poi alle numerose misure adottate in quest'ultimo anno, in particolare nella legge di Bilancio, possiamo, dirci ancor più determinati a vincere la battaglia difficile contro il cancro - ha aggiunto Schillaci - Con questa finalità abbiamo introdotto l'istituzione del Registro unico nazionale delle Breast Unit: è un'eccellenza dell'Italia che vogliamo valorizzare, uniformare e rendere presente su tutto il territorio nazionale; abbiamo stanziato risorse per il Registro dei tumori, nella convinzione che solo ciò che si può misurare poi può essere migliorato, e abbiamo rifinanziato le attività della Rete per lo screening del cancro al polmone in via sperimentale, uno dei più diffusi e che presenta ancora un elevato tasso di mortalità, e il Fondo per i test di Next-Generation Sequencing".
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(Adnkronos) - "Le malattie oncologiche sono state trascurate durante la pandemia, l'incidenza però è aumentata soprattutto nelle fasce più giovani. Vogliamo ampliare gli screening e allargare l'età delle persone che possono accedervi. E poi le liste d'attesa che sono fondamentali per i pazienti oncologici e la legge va in quella direzione. La piattaforma di Agenas funziona e ci fa capire con velocità e accuratezza le prestazioni che mancano e dove c'è un ritardo, noi vogliamo aiutare le Regioni solo nell'interesse dei cittadini. La strada intrapresa è quella giusta e so che possiamo contare sul sostegno dei pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a margine della presentazione alla Camera del 17esimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici promosso da Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in Oncologia).
Nell'oncologia, "il Servizio sanitario nazionale è di ottimo livello, ma a volte è a macchia di leopardo - ha proseguito Schillaci - con incongruenze tra una regione e l'altra. Abbiamo allargato nei nuovi Lea le possibilità e faremo ancora di più. Dobbiamo curare il singolo malato e non la patologia, perché lo stesso tumore si può presentare in modo diverso da un paziente all'altro e necessita di una terapia diversa. Dobbiamo andare verso una medicina personalizzata - conclude - che vuol dire fare gli interessi del malato ed evitare anche spese superflue al Ssn".
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(Adnkronos) - 'Il cambiamento è iniziato': si potrebbe dire così, riprendendo le parole del Poster Reel di Eman Rus, artista e content creator tra i più seguiti dalla Gen Z, che ha inaugurato la seconda edizione di 'Futuramente', l'evento, ideato da Giffoni Innovation Hub che si è svolto nella giornata di martedì 13 maggio all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano, con 1500 ragazzi in presenza nelle tre sale dell’evento e registrando 35.000 visualizzazioni in live streaming da tutta Italia.
Location affatto casuale: dalla co-progettazione dei panel al coinvolgimento della Scuola di Giornalismo, fino ai laboratori di Metaversity e al contest di rebranding 'Cogito ergo work', Cattolica è stato un partner strategico nel creare un ecosistema formativo dove educazione, innovazione e cittadinanza attiva si incontrano. Una collaborazione che rafforza il dialogo tra mondo accademico e nuove generazioni. Filo conduttore dei tanti panel proposti a una platea variegata e curiosa, educazione di qualità, parità di genere, lavoro dignitoso e transizione ecologica, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030.
I presupposti per il cambiamento si sono manifestati fin dalle prime ore dell’evento quando i veri protagonisti sono stati i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado. Futuramente si consolida sempre di più come uno spazio di ascolto, confronto e co-progettazione per immaginare insieme un domani più giusto, sostenibile e inclusivo. Un laboratorio di cittadinanza attiva che coinvolge tutte le nuove generazioni. Al pomeriggio infatti il programma era dedicato a studenti universitari e under30, che si sono messi in gioco mostrando tutte le loro necessità e i loro sogni per un futuro che parli davvero di loro: "Futuramente -ha dichiarato Luca Ruju, ceo di Giffoni Innovation Hub- nasce due anni e mezzo fa e il mondo era diverso sotto tanti aspetti, ma oggi le sfide più grandi che affrontiamo sono le paure. Quelle che riguardano l’incertezza sul clima, sul lavoro, sul futuro. Ma il futuro chiede competenza e responsabilità e attraverso questa manifestazione vogliamo fornire gli strumenti di consapevolezza alle nuove generazioni. Per questo abbiamo affidato il programma a talent coetanei al pubblico".
A condurre gli incontri, i talk, i laboratori e le installazioni immersive di questa seconda edizione sono state le voci energiche e carismatiche di Chiara De Pisa, conduttrice di Rds 100% Grandi Successi e Iris Di Domenico, creator e conduttrice di RdsNext, la radio con e per la Gen Z. Insieme hanno portato sul palco due sguardi complementari: quello più esperto e quello della Gen Z, creando un dialogo autentico e coinvolgente con il pubblico. RdsNext è stata radio partner ufficiale dell’evento, rafforzando il suo impegno nel raccontare il mondo visto dai giovani.
Una giornata in cui sono emersi spunti, riflessioni e visioni su orientamento, futuro del lavoro, innovazione e sostenibilità, e che saranno presto pubblicati in un podcast, in uscita nelle prossime settimane su tutte le principali piattaforme, grazie alla produzione dei partner Orange Media Group. Futuramente Podcast raccoglie in una versione audio integrale e rielaborata della giornata sul Main Stage. Un progetto pensato per dare continuità all’evento, trasformando talk, panel, interviste e momenti chiave in contenuti fruibili in ogni momento.
Un reportage dettagliato della giornata che è stato raccontato anche attraverso Futuramente Journal, uno spazio curato da giovani giornalisti e content creator per restituire, in tempo reale, le voci, le idee e le visioni emerse sul palco e tra il pubblico, realizzato in collaborazione con Accademia delle editorie.
E poi spazio all’arte: sia l’arte che racconta il futuro e che si confronta con l’intelligenza artificiale grazie a Eman Rus, artista tra i più originali nella nuova forma di comunicazione visiva. Autore della locandina animata dell’evento, e intervistato sul palco da Sabrina Bartolotta, di Università Cattolica, Eman Rus ha posto l’accento su eticità e nuove tecnologie. “L’intelligenza artificiale è veramente una figata - ha detto -. Il mio invito alle persone è di non spaventarsi di fronte a questo cambiamento. Il rapporto con la tecnologia da parte della popolazione in generale è un approccio allarmista, ma la tecnologia è uno strumento. Abbiamo sempre vissuto innovazioni tecnologiche. Tuttavia ci vuole responsabilità sociale nella produzione dei contenuti, e questo aspetto, a volte, mi ha limitato nella produzione. E' necessario avere una percezione del limite, quando produrre e come produrre”.
E sia l’arte musicale, con un linguaggio inteso come strumento di rivoluzione e di identità. Chi meglio di Jake La Furia poteva rappresentare questo contesto? La lectio sul main stage ha rappresentato un punto di vista nuovo e potente, ponendo confini specifici entro cui i ragazzi si sono riconosciuti e il mondo accademico si è interrogato, rappresentato da Gianni Sibilla, docente e direttore del master in Comunicazione musicale dell’Università Cattolica: "Il rap ha attecchito ed è diventato un genere molto comunicativo perché chi scrive e chi ascolta parla la stessa lingua. Il mio consiglio per chi vuole iniziare questa professione è di farla solo se è spinto dalla reale passione: il bello, se c’è motivazione, è riconosciuto anche dagli altri. Fare la musica solo per fame di successo non basta, perché chi davvero rimane è perché aveva qualcosa di più degli altri. La motivazione vera spinge ad andare avanti e a crescere, è questa la grande differenza".
Ma anche l’arte cinematografica, grazie a un panel dedicato a esplorare come le tecnologie emergenti stiano trasformando i processi creativi in ambito musicale e cinematografico. Dai generatori di canzoni alle produzioni ibride tra umano e algoritmico, passando per l’estetica dei nuovi media e il ruolo della formazione critica, si riflette su cosa significa oggi creare, raccontare e innovare. Un confronto a più voci con Luca Ruju, ceo di Giffoni Innovation Hub, Samuele Valori, tutor master giornalismo e giornalista di Billboard, Massimo Locatelli, direttore Dams e master Ipm, e Francesco Giarrusso, esperto di Ai e didattica innovativa. Il worskshop è stato l’occasione per presentare in preview la piattaforma 'Avrei questa idea - The story incubator', una piattaforma che aiuta i giovani creativi dell’intrattenimento a proteggere e valorizzare le proprie idee, facilitando l’incontro con professionisti del settore e case di produzione per trasformarle in opportunità concrete.
Un lavoro corale, quello di 100 ragazze e ragazzi che hanno firmato la Dichiarazione per il Futuro di Futuramente 2025. Sono le voci di giovani under18 delle scuole secondarie di secondo grado che, durante il webinar "100 change makers: il futuro che creiamo" dedicato agli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs), hanno affrontato le grandi sfide del presente: istruzione, lavoro, sostenibilità e parità. Ne sono emerse quattro dichiarazioni potenti, che compongono un messaggio collettivo: un invito all’azione, un impegno generazionale, una visione di futuro da costruire insieme.
Non si può parlare di futuro senza pensare all’ambiente. Un’attenzione particolare, infatti, è stata dedicata alla tematica con iniziative concrete e sostenibili: Piantando ha permesso di raccogliere l’equivalente in peso di una bottiglietta di plastica per ogni partecipante, sia presente fisicamente che in live streaming, attraverso attività di pulizia in tutta Italia. Quest’anno sono state raccolte 1,7 tonnellate di rifiuti abbandonati, superando quanto raccolto l’anno scorso ovvero 1,2 tonnellate. In un’epoca in cui la crisi ambientale impone risposte urgenti, il ruolo delle aziende diventa cruciale. Con questa consapevolezza, Futuramente è stato anche il palcoscenico per rafforzare il dialogo tra A2A e la Generazione Z su un tema complesso e ancora troppo spesso lontano dalla percezione quotidiana, per questo difficile da comunicare: la biodiversità.
Per intensificare il suo impegno in questo ambito fondamentale per il nostro futuro sul pianeta, A2A sta elaborando un Piano d’azione e ha avviato un percorso di ascolto e dialogo con i suoi stakeholder, da cui è emersa la consapevolezza che di biodiversità si parla ancora troppo poco. Comunicarla in modo accessibile ed efficace è una sfida imprescindibile che richiede il contributo di coloro che, guardando al futuro, saranno chiamati a guidare il cambiamento. Al centro del confronto, l’importanza della tutela della biodiversità, il ruolo delle imprese e le modalità con cui queste possono sensibilizzare e comunicare in modo autentico il proprio impegno ambientale, coinvolgendo attivamente le giovani generazioni.
In collegamento, Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, ha illustrato quali sono le principali azioni che Earth Day Italia sta portando avanti con i giovani per orientare le loro scelte verso uno sviluppo più sostenibile ed aiutarli ad essere protagonisti attivi e consapevoli del cambiamento. E poi, Eugenio Radin, content creator e divulgatore filosofico, ha accompagnato in una riflessione per smontare i falsi miti sul cambiamento climatico in un intervento dal titolo 'Parlare di ambiente senza farsi fregare'. Ambiente inteso in tutte le sue sfumature. Con 'GenZ4Pets: voci digitali per chi non ha voce', la Fondazione Cave Canem ha presentato il progetto realizzato con Giffoni Innovation Hub, dedicato a sensibilizzare su bullismo e cyberbullismo verso gli animali e presentare i risultati del percorso di professionalizzazione dei beneficiari della borsa lavoro
Il cambiamento passa (anche) dalla salute mentale: sono 300 i ragazzi tra i 15 e 25 anni che hanno partecipato alla survey nazionale 'U-Report Italia', dedicata alla salute mentale giovanile, promossa da Unicef Italia e Giffoni Innovation Hub. Ansia e paura di non essere all’altezza mettono in dubbio il risultato dell’impegno scolastico e/o lavorativo per il 77 percento dei ragazzi intervistati. A commentare i dati raccolti, Riccardo Pedicone, creator, che da anni dialoga con la Gen Z su emozioni, scuola e relazioni, contribuendo a costruire una nuova narrazione pubblica sul benessere psicologico.
Un argomento caro alle nuove generazioni, sempre più attente e consapevoli sul tema della salute mentale. Per questo, nel pomeriggio, Fondazione Progetto Itaca e Itaca Lab, no profit partner, hanno fornito ai ragazzi gli strumenti per riconoscere i segnali di disagio e le buone pratiche comunicative, dentro e fuori dai social, nell’incontro 'Parlare di salute mentale: strumenti per raccontarsi, aiutarsi, cambiare', con Jennifer Poni, content creator, Carolina de' Castiglioni, attrice e sceneggiatrice, Stefano Erzegovesi, medico psichiatra e nutrizionista, e Benedetta Balestri, co-founder di One Shot Agency e volontaria di Itaca Lab.
Leggi tutto: Idee, azioni e innovazione, il futuro delle nuove generazioni a 'Futuramente'
(Adnkronos) - “Milano, grazie a Expo 2015, è riuscita a dare un forte impulso alla refezione scolastica, all'interno della propria food policy. Sono stati avviati tanti percorsi per promuovere la sostenibilità all'interno delle gare, dei bandi, ma anche attività di educazione alimentare". Lo ha detto Cristina Sossan, responsabile del progetto SchoolFood 4 Change per la città di Milano, in occasione della presentazione del Rapporto di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, nel corso del XIX Forum Compraverde Buygreen, presso il WeGil di Roma.
"Grazie anche alla collaborazione con il nostro fornitore del servizio, Milano Ristorazione, una società pubblica del comune di Milano, attraverso il quale serviamo oltre 80mila bambini al giorno, oggi il menù propone piatti ricchi di frutta e verdura e riusciamo anche a promuovere attività di educazione alimentare, garantendo attenzione a tutti, secondo le necessità etico-religiose, sanitarie o di diete particolari”, ha aggiunto.
“Questo modello è stato di ispirazione per tante altre città. Con il Milano Urban Food Policy Pact e il progetto School Food for Change, stiamo condividendo altre modalità di innovazione, sia per quanto riguarda le forniture che nelle le modalità di fruizione, con attività di educazione alimentare con le famiglie, con gli insegnanti, con i cuochi e con i bambini stessi”, ha concluso.
Leggi tutto: Agroalimentare, Sossan (Sf4C): "A Milano percorsi di educazione alimentare"
(Adnkronos) - Costruire partenariati solidi tra pubblico, privato e cooperazione internazionale per valorizzare la formazione tecnico-professionale come leva strategica di sviluppo economico e inclusione sociale. In Africa come anche nel nostro Paese, agendo sul mismatch tra domanda e offerta di figure specializzate.
Se ne è discusso a 'Codeway Expo 2025', la fiera della cooperazione internazionale organizzata da Fiera Roma e Internationalia e in corso a Fiera Roma fino al 16 maggio, con il tema della formazione tecnico-professionale che è stato al centro del panel 'Tvet Africa Index 2025. Responsabilizzare i giovani africani attraverso la formazione professionale', promosso da De Lorenzo Spa, con la partecipazione di istituzioni italiane e africane, rappresentanti del mondo produttivo, della ricerca e della società civile.
Nel corso del panel è stato presentato lo studio inedito di Internationalia e De Lorenzo Spa sulla situazione dell’istruzione tecnico-professionale (Tvet) in Africa, che offre un’analisi comparativa dei dati disponibili in paesi come Ghana, Niger, Etiopia, Ruanda e Costa d’Avorio. Il quadro emerso è quello di un settore in evoluzione, con forti potenzialità ma ancora frenato da limiti strutturali, carenze normative, curricula obsoleti e una diffusa percezione negativa da parte dell’opinione pubblica.
L’Africa, dove ogni anno entrano nel mercato del lavoro tra i 10 e i 12 milioni di giovani a fronte di soli 3,1 milioni di nuovi posti creati, sconta un paradosso evidente: disoccupazione elevata e carenza di profili tecnici qualificati. Tuttavia, i dati raccolti dimostrano che gli investimenti in Tvet generano un impatto reale in termini di occupabilità. In Costa d’Avorio, ad esempio, il 71% dei diplomati bts trova lavoro entro sei mesi dalla laurea. In Etiopia, gli studenti dei programmi Tvet sono passati da 5.264 nel 1999 a oltre 387.000 nel 2018, mentre in Niger la crescita è stata del 385% tra il 2013 e il 2017.
Nel suo intervento a Codeway, il ministro dell’Educazione del Ghana, Haruna Iddrisu, ha sottolineato il ruolo centrale dell’istruzione professionale per trasformare il boom demografico africano in opportunità economiche: “Il Ghana punta a creare smart schools e ad integrare le competenze digitali fin dall’asilo. Il Piano Mattei rappresenta per noi uno strumento monumentale per costruire capitale umano, e la collaborazione pubblico-privato sarà la chiave per non disperdere questo potenziale”.
Nel corso dell’appuntamento dedicato alla formazione a Codeway sono stati evidenziati i dati italiani, che rivelano come lo skill gap sia una barriera crescente anche per lo sviluppo industriale nazionale. Stando agli ultimi dati (aprile 2025) del ministero del Lavoro le imprese italiane ricercano 460.000 lavoratori, con il 48,2% delle posizioni difficili da coprire. Per le figure tecnico-ingegneristiche e gli operai specializzati, il mismatch tra domanda e offerta raggiunge il 66-76%. Le cause principali sono la mancanza di candidati (30%) e la preparazione inadeguata (14%).
Cresce inoltre il ricorso alla manodopera straniera, passata da 95.000 lavoratori nel 2022 a una stima di oltre 128.000 nel 2024, pari al 22-24% del totale degli ingressi nel mercato del lavoro. Un segnale chiaro della necessità di rafforzare il sistema educativo tecnico anche in Italia, rilanciando i percorsi formativi legati all’industria, all’energia, alla sanità, all’agritech e al digitale.
Il panel ha evidenziato l’urgenza di costruire partenariati solidi tra pubblico, privato e cooperazione internazionale per valorizzare la formazione tecnico-professionale come leva strategica di sviluppo economico e inclusione sociale. Codeway si conferma, in questo senso, un osservatorio privilegiato per analizzare i trend globali e costruire soluzioni condivise
(Adnkronos) - “Abbiamo istituito una divisione specifica che si occupa di sostenibilità ambientale all’interno del ministero dell’Ambiente, una novità assoluta. Inoltre, ho ricevuto una delega formale - pubblicata in Gazzetta Ufficiale - che riconosce all’ambiente un ruolo strategico nel mondo dello sport. Oggi possiamo dire che la dimensione ambientale è destinata a diventare la ‘terza gamba’ dello sport, insieme a salute e istruzione”. Lo ha dichiarato il sottosegretario al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Claudio Barbaro, commentando le azioni messe in campo per rendere lo sport sempre più sostenibile durante la conferenza 'Le politiche, le esperienze e le buone pratiche per uno sport sostenibile' in occasione della due giorni di Fondazione Ecosistemi al Forum Compraverde Buygreen a Roma.
Barbaro ha inoltre affrontato il tema del Green Deal europeo: “Il Green Deal ha provocato qualche danno. Stiamo cercando di capire come andare a correggere le problematicità all'interno dell'Unione Europea. Ci sono una serie di concause che non dipendono esclusivamente dal nostro ministero, dipendono anche da altre nazioni. C’è maggiore consapevolezza in Europa, ma non siamo soltanto noi responsabili di un cambiamento, dobbiamo far sì che diventi coscienza comune".
Leggi tutto: Sostenibilità, Barbaro: "Dimensione ambientale ‘terza gamba’ dello sport"
(Adnkronos) - "Il cambiamento della cultura nei confronti della sostenibilità è un cambiamento strutturale. Da 25 anni la Convenzione di Faro ha sancito l'incontro tra la cultura e lo sviluppo sostenibile e questo ha portato a un cambiamento. Oggi le organizzazioni culturali pubbliche e private si sentono una missione, quella di essere oltre che protagoniste di un cambiamento rispetto all'impatto ambientale, anche esserlo in prima persona, per i loro dipendenti, per le loro organizzazioni e per gli stakeholder che rappresentano. Sicuramente il valore della cultura insieme al valore del rispetto dell'ambiente, possono essere insieme potenti leve di cambiamento. E' una strada che è stata intrapresa su cui però servono tanti strumenti e in questo è importante che il Ministero dell'Ambiente e il Ministero della Cultura vadano a braccetto, anche insieme ad altri protagonisti di questo cambiamento come, per esempio, le istituzioni bancarie perché servono investimenti importanti e per la cultura sappiamo che i fondi di investimento seguono delle logiche che hanno bisogno di propri canali e, anche in questo, l'Istituto per il Credito Sportivo potrebbe essere determinante". Lo ha dichiarato Francesca Velani, vicepresidente e direttrice cultura e sostenibilità Promo PA Fondazione, intervenuta alla conferenza “Attività culturali e sostenibilità ambientale: buone pratiche, criticità e sfide per il futuro” durante la due giorni di Fondazione Ecosistemi al Forum Compraverde Buygreen a Roma.
(Adnkronos) - 'Le nuove PCR permettono una valutazione dell’impronta ambientale di eventi sportivi, culturali e musicali, includendo logistica, allestimenti e dismissione". "Il settore degli eventi sportivi, ma anche culturali e musicali ha bisogno di strumenti credibili per misurare la sostenibilità, basati su metodologie scientifiche condivise a livello internazionale. La misura dell'impronta di carbonio deve basarsi su un metodo scientifico che consideri non solamente l'evento in sé, ma anche l'allestimento dell'evento e la sua dismissione e la logistica dei partecipanti, aspetti fondamentali soprattutto negli eventi che coinvolgono grandi numeri". Così Adriana Del Borghi, Prorettrice alla sostenibilità Università di Genova, in occasione della conferenza “Le politiche, le esperienze e le buone pratiche per uno sport sostenibile” durante la due giorni di Fondazione Ecosistemi al Forum Compraverde Buygreen a Roma.
Del Borghi ha ricordato anche l'impegno del mondo accademico attraverso la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS): "Dal 2014 l’Università di Genova integra la sostenibilità nelle sue politiche, sia per ridurre la propria impronta ambientale che per promuovere ricerca e didattica sui temi del cambiamento climatico".
(Adnkronos) - C'è un 'caso palline' agli Internazionali d'Italia 2025? Alexander Zverev, dopo essere stato eliminato ai quarti di finale del Masters 1000 di Roma da Lorenzo Musetti, ha puntato il dito contro le condizioni di gioco che ha trovato sui campi del Foro Italico, tra terra e palline. Il numero due del mondo ha quindi riacceso un dibattito di cui hanno parlato diversi tennisti nei giorni scorsi. Molti di loro infatti hanno avuto qualche difficoltà ad adattarsi al terreno del Centrale e ai diversi orari di gioco, condizioni che sicuramente possono influire sul gioco e sull'andamento di una partita.
La polemica è scoppiata dopo le parole di Alexander Zverev, che si era già lamentato, nei giorni scorsi, delle condizioni di gioco che aveva trovato a Roma, torneo a cui arrivava da campione in carica. "Per me è stato molto difficile giocare 'vincenti'. Il campo era lento, pesante, le palline sono molto grandi qui", ha detto il numero due del mondo poco dopo il match, "anche se ho avuto le mie possibilità, con 3-4 set point al servizio e avrei dovuto sfruttarle. Ma oggi era molto difficile giocare".
Ma Sascha, che nel secondo set ha chiesto l'intervento degli addetti per 'tappare' una buca, non si è fermato qui: "Le palline erano uno scherzo, ma parlando in generale è un problema che stiamo riscontrando sempre più negli ultimi anni. I tennisti ne parlano spesso. Ci hanno detto che giochiamo con le stesse palline a Montecarlo, Madrid e Monaco di Baviera. Poi veniamo qui e le palline sono completamente diverse", ha continuato il tedesco, numero due del mondo, "sono veramente molto grandi. Per me e per il mio stile di gioco così non è facile, sono uno che prova a giocare aggressivo, a servire molto forte e veloce ed è stato fare punti oggi. Sicuramente le condizioni hanno favorito Musetti".
A sconfessare, almeno in parte, le lamentele di Zverev, ci hanno pensato però i maestri di tennis che in queste settimane stanno facendo divertire centinaia di bambini e ragazzi sui campi del Foro Italico. Nei campi adiacenti a quelli principali infatti, gli allenatori federali offrono l'opportunità di giocare qualche punto impartendo lezioni gratuite e regalando consigli preziosi. E per molti di loro, che accompagnano i futuri tennisti azzurri in giro per l'Europa, le palline e le condizioni possono sicuramente influire, ma non decidere una partita: "A volte sembra che i tennisti cerchino delle scuse per giustificare un risultato negativo, perché di certe cose si parla soltanto quando si perde", ha detto all'Adnkronos Marco, uno dei maestri di tennis impegnati al Foro a far appassionare alla racchetta i ragazzi degli Internazionali, "fin da piccoli insegniamo ai ragazzi a giocare in ogni tipo di condizione e su qualunque tipo di campo. Sicuramente il gioco può cambiare da torneo a torneo. A Madrid le condizioni erano diverse rispetto a qui, per l'altura, per la conformazione dei campi e per il clima, ma a livelli così alti questo incide fino a un certo punto".
"Sicuramente Zverev ha un tipo di gioco che preferisce palline più piccole, che quindi permettono di impostare uno scambio più veloce e ritmato, ma negli anni le stesse palline si sono evolute e ora hanno standard rispettati e comuni in tutti i tornei", ha spiegato Alessandro, un altro maestro di tennis, "e poi ci dimentichiamo sempre che questi giocatori sono qui da giorni, hanno potuto allenarsi, giocare e adattarsi alle condizioni. E inoltre, dall'altra parte della rete, l'avversario ha i tuoi stessi 'problemi'. Perché lui non si lamenta?".
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