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Osservatorio Appalti Verdi, gli acquisti sostenibili non decollano

15 Maggio 2025
Osservatorio Appalti Verdi, gli acquisti sostenibili non decollano

(Adnkronos) - Il Green Public Procurement (Gpp) avanza nella pubblica amministrazione italiana, ma resta lontano dall’essere uno strumento pienamente efficace e sistematico per guidare la transizione ecologica. È quanto emerge dall’ottavo rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi, promosso da Legambiente e Fondazione Ecosistemi, presentato oggi nella seconda giornata del Forum Compraverde Buygreen a Roma.  

L’indagine ha analizzato 137 stazioni appaltanti - tra cui centrali di committenza regionali, enti gestori di aree protette, Asl e città metropolitane - rilevando un indice medio di performance del 71%. In testa le centrali di committenza regionali, con una media del 90%, seguite dai comuni metropolitani (79%). In coda le Asl e gli enti gestori di aree naturali protette, entrambi al 57%.  

Nonostante la diffusione dei Criteri Ambientali Minimi (Cam) nei bandi di gara 2024, il report evidenzia criticità strutturali: il 50% degli enti segnala carenze nella formazione del personale, il 48,5% lamenta difficoltà nella redazione dei bandi, solo il 32% effettua un monitoraggio sugli acquisti sostenibili, e appena il 16,5% ha nominato un referente per il Gpp, figura ritenuta strategica per garantire coerenza nell'applicazione dei Cam.  

Positive invece le performance dei grandi comuni: Milano, Torino, Napoli, Bari e Roma raggiungono livelli tra il 90% e il 100% nell’attuazione del Gpp, con alti tassi anche nell’applicazione dei criteri sociali (88%) e del gender procurement (88%). Significativi anche i risultati di alcune Asl, con alta adesione ai Cam in settori come edilizia (81%), veicoli (77%) e ristorazione (75%).  

Per Legambiente e Fondazione Ecosistemi, è ora necessario un salto di qualità. “Il Gpp è una leva fondamentale per la sostenibilità - dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente - ma servono più formazione e competenze per colmare il divario tra norme e applicazione”. Aggiunge Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi: “Ogni anno la spesa pubblica potrebbe orientare oltre 280 miliardi di euro verso obiettivi ambientali e sociali. Il Gpp deve diventare il modello di una Pa responsabile ed efficiente”. 

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Roma, donna morta in villa a Fregene: trovate tracce di sangue

15 Maggio 2025
Auto dei Carabinieri - (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Una donna di circa 60 anni è stata trovata morta in una villa Fregene, sul litorale romano. A chiamare i carabinieri è stato il figlio della donna che vive in un'altra porzione della villa insieme alla compagna. Nella casa sono state trovate tracce di sangue. I carabinieri di Ostia, che indagano, al momento non escludono alcuna ipotesi.  

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Rifiuti, Piunti (Conou): "Modello del nostro Consorzio eccellenza mondiale"

15 Maggio 2025
Rifiuti, Piunti (Conou):

(Adnkronos) - “Un punto di partenza fondamentale è il modello. Oggi si parla di Made in Italy, ma questo nostro modello italiano del Consorzio, senza fine di lucro, il sistema di responsabilità estesa del produttore funziona benissimo e fa sì che il Consorzio degli oli minerali in Italia abbia il record in Europa. Ci sono paesi terzi, come l'India ad esempio, che hanno mandato una delegazione per sapere come facciamo. Quindi il segreto è sì la tecnologia, ma soprattutto è il modello, che ha degli aspetti organizzativi e di gestione delle risorse economiche che sono importanti, e poi ha tutta una serie di standard e di regole di qualità che bisogna via via costruire e rafforzare”. Così Riccardo Piunti, presidente Conou, intervenendo alla settima Conferenza nazionale sull’economia circolare promossa dal Circular Economy Network presso la Biblioteca Nazionale a Roma. 

"La normativa europea a noi ha dato molto poco - dice Piunti - Quella italiana ci ha dato dei punti di partenza fondamentali che però abbiamo dovuto difendere e consolidare. Abbiamo delle tabelle di controllo in ingresso e in uscita che sono il nostro supporto alla gestione della qualità".  

“Se il prodotto rigenerato non ha qualità buona, non funziona e la circolarità si interrompe. Se il prodotto rigenerato costa troppo e non c'è un meccanismo interno, come abbiamo noi, l'economia circolare non funziona - spiega - Il modello ben gestito è la chiave di successo di tutto. Il Consorzio degli oli minerali usati raccoglie oltre 180mila tonnellate all'anno di oli minerali usati, che sono la totalità, in 103mila punti di raccolta in Italia. Queste tonnellate vanno tutte alla rigenerazione, viene scartato solo l'1,5%, che è veramente quell'olio che è così contaminato e inquinato che non può essere rigenerato. Le basi lubrificanti che si ottengono valgono un terzo del mercato italiano”. L'olio rigenerato è qualitativamente paragonabile all'olio vergine, tanto che Piunti conclude dicendo che “nessuno di noi sa se nel motore della sua macchina c'è olio rigenerato o no”. 

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Tumori, report Favo: "3,7 mln di pazienti siano protagonisti in reti oncologiche regionali"

15 Maggio 2025
Tumori, report Favo:

(Adnkronos) - In Italia vivono dopo una diagnosi di tumore 3,7 milioni di persone, il 6,2% dell'intera popolazione, 1 italiano su 16. Il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi e almeno 1 paziente su 4 è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può ritenersi guarito. Per rispondere ai nuovi bisogni delle persone colpite dal cancro, la svolta è rappresentata dalla legge di Bilancio per il 2025 (legge 30 dicembre 2024, n. 207), che sancisce in modo esplicito il principio della partecipazione delle organizzazioni dei pazienti alle funzioni strategiche del Servizio sanitario nazionale. La norma apre la strada al coinvolgimento strutturale e istituzionalizzato delle associazioni all'interno delle reti oncologiche regionali (Ror), secondo il modello delineato da Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia) insieme ad Agenas. La Favo lo ha ricordato oggi a Roma durante la presentazione del 17° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, nell'ambito della XX Giornata nazionale del malato oncologico, promossa da Favo e dalle centinaia di associazioni federate. 

Il report avanza richieste precise. Perché le Ror raggiungano in tutto il Paese una piena operatività e gli obiettivi previsti anche dal Piano oncologico nazionale (Pon), sono indispensabili: la nomina e l'inizio dell'attività del Coordinamento generale delle reti oncologiche (Cro), come previsto dall'Intesa Stato-Regioni relativa al Pon del 26 gennaio 2023; la definizione e la disponibilità di adeguate risorse necessarie per lo sviluppo e l'attività delle reti oncologiche; la condivisione di una cultura e di una politica di rete, che si esplichi negli atti amministrativi e nella programmazione regionale; la messa in pratica effettiva della partecipazione delle associazioni dei pazienti.  

"Con la legge di Bilancio per il 2025, le organizzazioni dei pazienti e le loro federazioni diventano parte attiva del sistema sanitario - spiega Francesco De Lorenzo, presidente Favo - La presenza delle associazioni nelle Ror grazie a Favo è ormai da anni un elemento riconosciuto come essenziale. Vogliamo continuare la nostra battaglia per il consolidamento delle reti quale modello organizzativo capace di rispondere alle principali criticità dell'oncologia: inappropriatezza, tempi di attesa, disuguaglianze". Aggiunge Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione del ministero della Salute: "Quasi 1 anno fa ho avuto l'onore di annunciare l'intesa raggiunta con le Regioni per l'istituzione del Cro, uno strumento fondamentale per irrobustire il percorso di programmazione delle reti oncologiche anche in attuazione del Pon. Dopo un (troppo) lungo percorso di revisione, sono lieto di annunciare che il nuovo Dm è stato adottato dal ministro Schillaci il 10 aprile 2025 e che a brevissimo - dopo la registrazione presso la Corte dei conti attesa a giorni - potremo convocare la prima riunione".  

"La composizione del Cro - prosegue Cicchetti - vedrà al fianco del ministero della Salute, oltre ad Agenas, Iss, Aifa, agli esperti nominati dal ministro e a un rappresentante delle associazioni già individuato nel professor De Lorenzo, anche i 21 referenti responsabili delle reti oncologiche regionali. Ci dotiamo di un modello di condivisione inedito che, unitamente allo sforzo di monitoraggio dell'Agenas, rappresenterà lo strumento per programmare e coordinare al meglio gli interventi in ambito oncologico ottimizzando l'uso delle risorse a beneficio dei pazienti, delle famiglie, degli operatori e dei ricercatori in tutto il Servizio sanitario nazionale". 

"I bisogni dei pazienti oncologici sono in continuo cambiamento, dal punto di vista quantitativo e qualitativo - afferma Francesco Perrone, presidente Aiom, Associazione italiana di oncologia medica - Siamo passati da una fase quasi esclusivamente ospedaliera ad attività che interessano e si integrano con l'assistenza territoriale. Una nuova organizzazione più performante per l'oncologia è richiesta anche da valutazioni epidemiologiche. La Ror è riconosciuta come il modello organizzativo più indicato per la presa in carico dei pazienti oncologici e rappresenta lo strumento più efficace per il governo e per il controllo della mobilità inter-regionale". 

La spesa e il volume dei ricoveri in mobilità effettiva - è stato ricordato durante l'incontro - costituiscono una quota significativa per l'Italia, con un totale complessivo di 2 miliardi di euro nel 2022. "Emilia Romagna, Lombardia e Veneto nel 2022 sono risultate le Regioni più attrattive, anche per le patologie oncologiche, assorbendo il 56% dei ricavi complessivi di mobilità attiva - evidenzia Carmine Pinto, coordinatore della Rete oncologica dell'Emilia Romagna - Se si osserva l'indice di fuga, è più alto al Sud e questo valore diminuisce procedendo verso il Nord (Sud 13,36%; Centro 10,30%; Nord 8,85%). Uno degli elementi che può influenzare la mobilità è l'assenza di definite modalità di accesso del paziente oncologico al Ssn, con percorsi appropriati" dalla diagnosi alla riabilitazione nelle "sedi più adeguate per le specifiche prestazioni. Nel 2022, su un totale di circa 2 miliardi di euro scambiati in mobilità effettiva, più della metà ha riguardato Regioni confinanti. E' indispensabile oggi, per permettere l'accesso a servizi di qualità ed in tempi adeguati, una migliore organizzazione e implementazione dei percorsi assistenziali, della gestione delle cronicità, dell'assistenza ospedaliera e territoriale. Tutto questo è permesso e ottimizzato nelle Ror". Proprio "la piena realizzazione delle reti oncologiche può migliorare anche l'appropriatezza e l'approccio multidisciplinare - sottolinea Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom - La collaborazione multidisciplinare consente una visione più completa delle opzioni terapeutiche disponibili, riducendo il rischio di trattamenti inappropriati o inefficaci. L'appropriatezza prescrittiva in oncologia è anche influenzata dalla disponibilità di linee guida cliniche aggiornate e da una formazione continua per i medici. Da anni Aiom investe grandi risorse nella stesura e nell'aggiornamento di linee guida sui principali tumori".  

Nel 2024 è nata la Fondazione Sico per la formazione in chirurgia oncologica, con lo scopo di promuovere una nuova generazione di chirurghe e chirurghi altamente qualificati. Gaya Spolverato, membro del Cda della Fondazione e direttrice del programma di fellowship, sottolinea che "la mancanza di un percorso formativo in Italia e in Europa dedicato alla chirurgia oncologica rappresenta un rischio significativo per molti pazienti. La nostra missione è colmare questo gap formativo e garantire che ogni paziente abbia accesso alle terapie più avanzate e innovative". La Fondazione, attraverso il programma di fellowship, ha creato un percorso d'eccellenza in chirurgia oncologica, della durata di 2 anni. "Vogliamo creare una rete nazionale di specialisti in chirurgia oncologica - dice Spolverato - grazie anche alla collaborazione con i principali centri di eccellenza presenti sul territorio per vedere progressi tangibili nella cura del paziente oncologico e nella qualità della sua vita". 

Come osserva il presidente Sitha (Società italiana di Health Technology Assessment), Giandomenico Nollo, "in questa 'nuova era dell'Hta' il coinvolgimento delle rappresentanze civiche nei processi di governance clinica assume certamente un ruolo centrale. Il quadro normativo nazionale, in linea con il regolamento europeo per la Hta, prevede infatti l'obbligatorietà della consultazione delle associazioni dei pazienti nei processi decisionali. Agenas ha attivato una rete di portatori di interesse, inclusa la rappresentanza civica e dei pazienti, per garantire un coinvolgimento strutturato e continuo nel Programma nazionale di Health Technology Assessment (PnHta). Per concretizzare e rendere efficace questa rilevante innovazione di sistema, è imperativo investire nella formazione specifica. A tal fine il prossimo Congresso Sihta, 'La Nuova Era della Hta' (Roma 18-20 novembre), offrirà workshop e sessioni formative".  

"La legge di Bilancio per il 2025 - evidenzia Elisabetta Iannelli, segretario Favo - rilanciando il principio della partecipazione, individua uno spazio di intervento non in favore della generalità degli enti del non profit, ma circoscritto a categorie ben definite: le associazioni di pazienti, i gruppi da esse costituiti e le relative federazioni. L'oncologia è uno degli ambiti clinici in cui l'associazionismo ha raggiunto un elevato grado di competenza progettuale, consolidando un ruolo attivo e riconosciuto nei processi decisionali. Grazie al lavoro svolto da Favo e al dialogo costante con Agenas e con il ministero della Salute, le associazioni si sono affermate come interlocutori preparati e affidabili nei processi di governance del sistema". Il modello costruito da Favo insieme ad Agenas "può diventare una best practice per l'intero Ssn, a condizione che venga adottato con coerenza e adattato adeguatamente ad altri contesti clinici e organizzativi", conclude De Lorenzo. 

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Tumori, almeno 1 sigaretta per 17% adolescenti, Aiot: "A scuola prevenzione cancro polmone"

15 Maggio 2025
Tumori, almeno 1 sigaretta per 17% adolescenti, Aiot:

(Adnkronos) - In Italia il 17% degli adolescenti ha fumato almeno una sigaretta nel corso della vita. In particolare, il vizio è più diffuso tra le giovani femmine rispetto ai maschi (19% vs 14%) e tende a crescere con il passare degli anni (7% tra i 13enni vs 38% tra i 17enni). La scuola può essere il luogo dove promuovere la prevenzione oncologica che deve iniziare tra i banchi con speciali lezioni sugli stili di vita sani. Per questo l'Aiot, Associazione italiana di oncologia toracica, da 4 anni sostiene 'Respiriamo insieme', una campagna nazionale di sensibilizzazione sui tumori toracici indirizzata ai giovani studenti per aumentare la consapevolezza sui pericoli indotti dal vizio del fumo ed è indirizzata anche alle famiglie e al personale scolastico. Ogni anno viene organizzata una sfida tra le scuole con la produzione di brevi cortometraggi, storie illustrate e opere d'arte ispirate alla prevenzione e alla lotta al tabagismo. La premiazione dei vincitori si svolge oggi con una cerimonia online.  

Per le scuole primarie - informa una nota - il claim è stato 'Se smetti di fumare meno soldi dovrai sprecare' e ha previsto la produzione di un cartellone pubblicitario. Per le secondarie di primo grado, il tema scelto è invece stato 'Meglio un panino con la porchetta che fumare una sigaretta'. Sono stati realizzati brevi spot televisivi della durata massima di 1 minuto e 30 secondi. 'Vuoi una sigaretta? Anche no!' è stato il claim al centro della competizione per le scuole secondarie di secondo grado. Gli studenti hanno dovuto produrre un video per un flash mob. Una commissione, formata da esperti dell'Aiot e del ministero della Salute, ha selezionato le migliori produzioni focalizzate sulle strategie per salvaguardare la salute dei polmoni. In totale i lavori prodotti dagli studenti sono stati 20 (6 elementari, 12 medie e 2 licei). I vincitori sono stati: Elementare - IC Castel Frentano, Plesso Sant'Eusanio del Sangro (Chieti), classe 4a C; Scuola secondaria I grado - IC Bagnoli, San Pietro in Casale (Bologna), classe 2a F; Scuola secondaria II grado - Liceo Alfano I, Salerno, classe mista sezione coreutico. I vari elaborati dei ragazzi sono consultabili online (oncologiatoracica.it).  

Durante l'intera campagna è stato distribuito del materiale scientifico-divulgativo. Inoltre, in alcune classi, sono stati organizzati incontri di approfondimento della patologia con un oncologo.  

"Tra i tumori toracici quello al polmone è di gran lunga il più diffuso e rappresenta la neoplasia con la più alta mortalità al mondo - sottolinea Filippo de Marinis, presidente Aiot e direttore dell'Oncologia toracica dello Ieo, Istituto europeo di oncologia di Milano - Causa ogni anno circa 1,8 milioni di decessi, di cui oltre 35mila si verificano solo in Italia. E' una malattia di cui si parla ancora troppo poco ed è spesso vissuta dai pazienti come un tabù e con lo stigma del tumore incurabile. Nel 20% dei casi interessa persone che non hanno mai fumato in vita loro". Ciò nonostante, "il tabagismo ne costituisce il più rilevante fattore di rischio - continua de Marinis - Per tutti questi motivi abbiamo deciso, per il quarto anno di fila, di avviare la nostra consueta campagna. E' un'iniziativa che intende aiutare gli studenti a riflettere, in maniera critica e creativa, sul ruolo fondamentale della prevenzione".  

Aggiungono Ilaria Attili e Carla Corvaja dell'Oncologia toracica Ieo: "E' un tumore che presenta un forte impatto sulla popolazione dei Paesi industrializzati. La sua incidenza tende a incrementare con l'aumentare dell'età e oltre un terzo di nuovi casi è diagnosticato in persone con più di 70 anni. Tuttavia la prevenzione deve iniziare da giovanissimi, soprattutto tenendosi alla larga da un'abitudine pericolosa e ancora sottovalutata come il tabagismo. E' ampiamente dimostrata la strettissima correlazione tra le neoplasie polmonari e le sigarette. I forti fumatori hanno un rischio 60 volte superiore ai non fumatori di sviluppare la malattia". Non solo prevenzione. "Abbiamo voluto incentivare una corretta informazione anche verso un gruppo di malattie oncologiche su cui persistono molti luoghi comuni - evidenzia Rossella Spinetti, tesoriere Aiot - Le terapie disponibili si sono evolute nel corso degli anni e abbiamo ottenuto risultati importanti, anche in termini di sopravvivenza. E' poi molto importante avere diagnosi il più possibile precoci e cioè quando la malattia è potenzialmente guaribile. Questo potrebbe teoricamente portare ad una significativa riduzione dei tassi di mortalità". 

La scuola "può essere davvero un luogo dove insegnare alle nuove generazioni anche le più basilari regole della prevenzione - prosegue Maria Costanza Cipullo del ministero dell'Istruzione, referente per l'educazione alla salute e alla legalità - La grande innovazione della campagna è rappresentata proprio dal duplice obiettivo che si pone. Da un lato, infatti, vuole istruire giovani e adulti attraverso le qualificate raccomandazioni degli esperti medici. Dall'altro intende favorire la creatività degli studenti, coinvolgendoli in fantasiose produzioni artistiche e multimediali". Conclude Walter Dicorato, Medical Unit Leader di Roche Italia: "Anche quest'anno abbiamo sostenuto con grande piacere l'iniziativa nazionale di Aiot. Sensibilizzare l'intera popolazione ai temi della salute è sempre più importante in una società, come quella italiana, che invecchia velocemente. E' chiaro che dobbiamo puntare sui giovani se vogliamo ridurre il peso e l'impatto di malattie pericolose come i tumori toracici. Coinvolgere le scuole in questo genere di iniziative è a nostro avviso la strategia vincente per incentivare la prevenzione". 

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Mani specchio di età e cattive abitudini, ecco come prendersene cura

15 Maggio 2025
Mani che si incontrano - ()

(Adnkronos) - Guanti, creme idratanti, no al contatto con detersivi e prodotti aggressivi e sempre protezione solare: le mani parlano di noi e vanno protette. Rivelano le cattive abitudini e soprattutto l'età, anche se in generale c'è poca attenzione a prevenire e a correggere i segni dell'invecchiamento e del photo-aging, come spiega Loredana Cavalieri, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva, consigliere della Società italiana di medicina estetica (Sime), alla presentazione - oggi a Roma- del 46esimo Congresso Sime 'Healthspan versus Lifespan'.  

"Tra i migliori alleati della bellezza delle mani - sottolinea Cavalieri - ci sono i guanti, che vanno indossati dentro e fuori casa. Non solo per proteggere le estremità dal freddo e dal vento, evitando shock termici. Ma anche quando si fanno le pulizie in casa è bene indossare guanti protettivi per prevenire possibili dermatiti e reazioni allergiche da saponi, disinfettanti, sgrassatori o prodotti acidi molto aggressivi. Nella routine cosmetica diurna non bisogna ricordare di applicare creme idratanti e protettive". Subito dopo il viso, le mani sono la parte del corpo più foto-esposta. "Mai dunque uscire di casa - raccomanda l'esperta - e non solo nella bella stagione, senza aver applicato una crema con filtro solare anche sulle mani".  

La sera, prima di coricarsi, prosegue Cavalieri, "un velo di crema idratante nutrirà e idraterà la pelle delle mani durante la notte. Importante infine non stressare le unghie. Attenzione agli smalti semipermanenti o permanenti che possono alterare la superficie ungueale, danneggiandola e dando reazioni allergiche anche importanti". Le macchie solari o dell'anziano (o lentiggini solari senili), rimarca ancora l'esperta, "fanno tanto mani agée e possono anche essere il preludio di ipercheratosi, se non addirittura di tumori cutanei sul dorso delle mani. Le macchie possono essere corrette con cosmetici attivi come la vitamina C, il retinolo e altre sostanze; queste vanno sempre prescritte in modo adeguato e monitorate dal medico per sorvegliare eventuali intolleranze o infiammazioni, legate ad un uso improprio o eccessivo, intervenendo subito se necessario con una cosmetica riequilibrante".  

Per cancellare le macchie dell'età, illustra Cavalieri, "si può ricorrere anche al laser. Un aiuto può venire anche dai peeling chimici che rimuovono gli strati danneggiati e stimolano il rinnovamento cellulare. Entrambi questi trattamenti vanno però rimandati all'autunno o all'inverno, quando ci si espone meno al sole". Col passare del tempo, oltre alla cute, anche gli strati di tessuto adiposo delle mani vanno incontro a un assottigliamento progressivo. "A livello delle mani - ricorda l'esperta - sono presenti tre strati di tessuto adiposo (superficiale, intermedio, profondo), ma con l'età il loro spessore si riduce progressivamente, mettendo così in evidenza vene, tendini e ossa. E' possibile però intervenire con terapie di ringiovanimento, che mirano al ripristinare i volumi persi".  

Molto efficace per il dorso delle mani "è l'impiego di tessuto adiposo autologo che, oltre ad essere volumizzante, ha anche un effetto rigenerativo. In alternativa si può utilizzare l'acido ialuronico. Buoni risultati si hanno anche con l'idrossiapatite di calcio iper-diluita che ha un effetto volumizzante e ristrutturante. Fondamentale sottolineare" per Cavalieri "che il medico che si approccia a queste terapie di ringiovanimento deve avere una conoscenza approfondita dell'anatomia delle mani, per non danneggiare strutture quali vene, arterie e terminazioni nervose; è necessario dunque conoscere molto bene il piano dove andare a fare le infiltrazioni e la tecnica da impiegare". 

L'ipersudorazione (iperidrosi) del palmo delle mani e dei polpastrelli, poi, è un disturbo tanto frequente quanto invalidante per chi ne soffre; può creare complessi e disagi fino al punto da compromettere la vita sociale o lavorativa. Un disturbo spesso collegato e potenziato da fattori emotivi: la paura di un'eccessiva sudorazione peggiora ulteriormente il problema. "Un impiego sapiente della tossina botulinica, adeguatamente diluita - conclude Cavalieri - blocca questo circolo vizioso, permettendo al paziente di gestire meglio il suo stato d'ansia e di ottenere una riduzione della sudorazione. Si tratta di un trattamento delicato, da affidare ad un medico esperto perché prevede anche un'anestesia loco-regionale a livello del polso (altrimenti sarebbe eccessivamente doloroso). La durata dell'effetto è di 6-8 mesi e il trattamento è ripetibile". 

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Giovani iperconnessi, allarme neuropsichiatri: "Poco sonno rallenta lo sviluppo del cervello"

15 Maggio 2025
Giovani con lo smartphone -

(Adnkronos) - Dormire poco, andando a letto tardi e restando incollati agli schermi fino a notte fonda per stare sui social, rallenta lo sviluppo del cervello dei giovani. Lanciano l'allarme i neuropsichiatri riuniti oggi e domani a Cagliari per il quarto Convegno nazionale congiunto di Sinpf (Società italiana di neuropsicofarmacologia) e Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza). 

Il sonno è vitale per uno sviluppo cerebrale sano nei giovanissimi, spiegano gli esperti. I neuropsichiatri evidenziano i risultati di uno studio dell'università di Cambridge (Regno Unito) e dell'università Fudan di Shanghai (Cina), condotto su oltre 3.200 adolescenti che utilizzavano dispositivi Fitbit indossabili. Gli autori hanno rilevato che "andare a letto tardi e dormire poco può avere un impatto sulla crescita del cervello, che si traduce in una connettività cerebrale più debole, in volumi cerebrali più piccoli e in prestazioni cognitive inferiori". Gli specialisti sottolineano che "all'origine del problema c'è quasi sempre una cattiva igiene del sonno, spesso caratterizzata da una vera e propria inversione del ritmo sonno-veglia, che può essere legata all'iperconnessione: molti ragazzi trascorrono tempo sui social media a letto, influenzando la durata e la qualità del riposo".  

"Lo studio ha dimostrato che gli adolescenti che vanno a letto prima e dormono più a lungo sono quelli che ottengono prestazioni cognitive migliori - afferma Sara Carucci, professoressa associata di Neuropsichiatria infantile all'università di Cagliari, direttrice della Clinica di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza della Asl di Cagliari - Inoltre, le scansioni cerebrali hanno mostrato che gli adolescenti che rimanevano svegli fino a tardi e che quindi dormivano meno presentavano connessioni più deboli tra le aree cerebrali chiave. Avevano anche volumi cerebrali più piccoli, soprattutto in aree importanti per la memoria, come l'ippocampo. Tutti elementi che possono spiegare un basso punteggio nei test cognitivi". 

I ricercatori hanno seguito ragazzi dai 9-10 anni fino ai 14 anni, scoprendo anche che le differenze cerebrali e cognitive tra gli adolescenti con diversi modelli di sonno rimangono costanti nel tempo. "Questo - chiarisce Carucci - suggerisce che gli effetti dei modelli di sonno sullo sviluppo cerebrale non sono temporanei, ma possono plasmare le traiettorie cognitive durante l'adolescenza. Adottare sane abitudini del sonno fin dalla tenera età, dunque, può favorire un più sano sviluppo cerebrale e migliorare le prestazioni cognitive durante l'adolescenza". 

"Evitare l'uso dello smartphone e del tablet la sera, specialmente quando l'obiettivo è collegarsi sui social media", è il primo comandamento salva-cervello che arriva dai neuropsichiatri. "Oltre a disturbare il sonno, l'iperconnessione legata all'utilizzo dei social ha un impatto negativo sulla salute mentale", rimarca lo psichiatra Giovanni Migliarese, direttore Struttura complessa Salute mentale Lomellina Asst di Pavia. "E questo - precisa - lo sanno molto bene gli stessi giovani, tanto che una recente ricerca americana" del Pew Research Center, "che ha coinvolto ragazzi dai 13 ai 17 anni, ha rilevato che il 48% ritiene che i social abbiano un effetto negativo sui coetanei". In altre parole, 1 adolescente su 2 è ben consapevole che i social danneggiano la salute mentale dei propri coetanei. Inoltre, "1 adolescente su 5 ammette che influiscono negativamente anche su di loro".  

Non ci sarebbero che vantaggi, insomma, nello 'scollegarsi' soprattutto la sera. "Non dimentichiamo poi - ricorda Carucci - che una scarsa igiene del sonno e l'iperconnessione spesso si associano ad altri stili di vita negativi quali insufficiente attività fisica, alimentazione scorretta e uso di sostanze, che impattano ulteriormente sullo sviluppo neurobiologico cerebrale e creano le basi per una maggiore predisposizione a sviluppare ansia, depressione e rischio di suicidio. Più stili di vita negativi sono associati - ammonisce l'esperta - peggiori sono le conseguenze in età tardo adolescenziale e adulta". 

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Carburanti, in vigore le nuove accise: come cambiano i prezzi su diesel e benzina

15 Maggio 2025
Carburanti, in vigore le nuove accise: come cambiano i prezzi su diesel e benzina

(Adnkronos) - Cambiano i prezzi di benzina e diesel. E' infatti entrato in vigore oggi, 15 maggio 2025, il decreto adottato ieri dal governo e pubblicato in tarda serata che dispone una riduzione dell'aliquota sulla verde di 1,5 centesimi al litro e un aumento di 1,5 centesimi dell'aliquota sul gasolio. 

In precedenza le accise sui carburanti erano pari a 62 centesimi al litro per il gasolio e 73 per la benzina. Il provvedimento prevede l’allineamento progressivo, da effettuarsi in un quinquennio a partire dall’anno 2025, dei due distinti livelli di tassazione. Tale allineamento avverrà attraverso un incremento delle accise sul diesel compreso tra 1 e 1,5 centesimi di euro all’anno e una identica riduzione per le accise applicate alla benzina. L'aumento, tuttavia, non riguarderà il settore dell’autotrasporto. 

 

Il riallineamento delle accise per 1,5 centesimi al litro costerà in totale 364 milioni di euro annui agli automobilisti che dispongono di una automobile alimentata a gasolio, con la spesa per il pieno che sale di 0,915 euro a vettura. Lo afferma il Codacons, che fornisce tutti i dati circa gli effetti della misura fiscale in vigore da oggi.  

Su un parco auto circolante pari a 40,5 milioni di vetture in Italia, il 42% è la quota di quelle alimentate a benzina, 40,9% quelle a gasolio. Questo significa che ad oggi circolano nel nostro Paese circa 17 milioni di auto a benzina, e oltre 16,6 milioni di auto diesel. A partire da oggi l’aumento delle accise per 1,5 centesimi comporterà una maggiore spesa per un pieno di diesel, considerata anche l’Iva, di 0,915 euro, +21,96 euro all’anno nell’ipotesi di due pieni al mese, con un aggravio complessivo da +364,5 milioni di euro annui sulla totalità delle famiglie che possiedono autovetture diesel. Tuttavia una identica riduzione da 1,5 centesimi sulla benzina determinerà un risparmio da 374,5 milioni di euro annui per la platea di automobilisti con vetture alimentate a verde.  

 

 

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Made in Italy, le tre filiere simbolo protagoniste del 1° Forum nazionale dei Giovani

15 Maggio 2025
Made in Italy, le tre filiere simbolo protagoniste del 1° Forum nazionale dei Giovani

(Adnkronos) - Si è svolto a Milano, nella prestigiosa cornice di Palazzo Lombardia, il primo Forum nazionale dei giovani del made in Italy, dal titolo 'Creare Futuro'. L’evento è nato su iniziativa dei presidenti dei Gruppi Giovani di FederlegnoArredo, Confindustria Accessori Moda e Federalimentare che, insieme ad alcuni esponenti del mondo imprenditoriale e accademico, hanno dato vita a un confronto dinamico e costruttivo per tracciare una visione innovativa e proiettata al futuro. 

Il Forum ha rappresentato un'importante occasione di riflessione sul ruolo delle nuove generazioni nel guidare il rinnovamento del sistema produttivo italiano, a partire dai tre pilastri dell’eccellenza manifatturiera nazionale: fashion, food e furniture. Settori chiave che, insieme, contribuiscono a circa il 20% del pil nazionale e che rappresentano al meglio il saper fare italiano nel mondo. In un contesto globale sempre più dinamico e complesso, è emersa con forza la necessità di fare sistema, valorizzare le competenze e promuovere sinergie tra le diverse filiere. I giovani imprenditori desiderano essere protagonisti di questo cambiamento, portando visione, innovazione e apertura al dialogo, per continuare a rafforzare e promuovere l'identità del Made in Italy su scala internazionale. 

Carlo Briccola, presidente Giovani Confindustria Accessori Moda, ha dichiarato: “La moda è un patrimonio straordinario per l’Italia, ma solo attraverso la connessione tra filiere diverse, unite dallo stesso saper fare italiano, possiamo parlare al mondo con una voce coesa. Con questo Forum desideriamo trasmettere fiducia, ottimismo e senso di responsabilità alle generazioni attuali e future, affinché possano proseguire nel solco della tradizione, valorizzando il genio creativo e produttivo che distingue il Made in Italy. Il nostro focus è chiaro: rafforzare la competitività delle nostre imprese. Perché se la qualità, soprattutto nella moda, è spesso considerata un dato acquisito, oggi è necessario confrontarsi con uno scenario europeo complesso, fatto di normative difficili da recepire, che richiedono preparazione, visione strategica e coesione”. 

Per Guglielmo Gennaro Auricchio, presidente Giovani Federalimentare: “Il confronto trasversale tra settori strategici è fondamentale per condividere esperienze, visioni e affrontare insieme le sfide di un mondo in continua evoluzione. Crediamo fermamente che il futuro del Made in Italy passi attraverso la sinergia e la collaborazione con le altre eccellenze manifatturiere del Paese ed eventi come quello di oggi ci permettono di riflettere sullo straordinario valore del Made in Italy riconosciuto in tutto il mondo grazie alle scelte di milioni di consumatori. Come Giovani di Federalimentare siamo pronti a dare il nostro contributo per crescere e costruire insieme questo futuro nel segno della tradizione, dell’innovazione e della sostenibilità”. 

Filippo Santambrogio, presidente Giovani FederlegnoArredo, aggiunge: “Il forum Creare Futuro va oltre la singola filiera, perché solo facendo sistema tra le eccellenze italiane possiamo costruire un modello di impresa più competitivo, inclusivo e capace di attrarre i talenti di domani. È un’occasione concreta di un confronto trasversale per affrontare sfide comuni e per condividere esperienze e visioni tra settori strategici del Made in Italy che insieme rappresentano il cuore manifatturiero e l’eccellenza del nostro Paese in un mondo sempre più complesso ed in costante evoluzione. Tramite competenze diverse vogliamo rafforzare un’identità imprenditoriale italiana che sia aperta, collaborativa e proiettata al futuro, perché il Made in Italy non è solo un marchio: è un’eredità da innovare, insieme”. 

I settori rappresentati costituiscono una colonna portante dell’economia italiana, sia per valore generato che per impatto occupazionale. La filiera legno-arredo registra un fatturato annuo superiore ai 51 miliardi di euro, mentre la filiera pelle supera i 30 miliardi. Il settore alimentare, vero gigante del Made in Italy, raggiunge invece la soglia dei 197 miliardi di euro. Anche sotto il profilo occupazionale i numeri sono rilevanti: quasi 300mila addetti operano nel legno-arredo, circa 150 mila nella filiera pelle e ben 467 mila nel settore alimentare. Sul fronte dell’export, il 2024 è stato un anno da record per il comparto alimentare, che ha toccato i 56,8 miliardi di euro, con un incremento dell’8,6% rispetto al 2023. La filiera pelle ha totalizzato 25 miliardi di euro di esportazioni, mentre il settore legno arredo ha raggiunto quota 19,4 miliardi. 

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Barbie scende dai tacchi, così è cambiata dal 1959 ad oggi

15 Maggio 2025
Foto di gruppo di Barbie

(Adnkronos) - "Mi sento così in imbarazzo: i miei talloni sono a terra. Non sono più in punta di piedi". Con queste parole di preoccupazione Barbie (Margot Robbie), nel film che ha ottenuto 8 nomination agli Oscar 2024, seminava il panico confidandosi con le amiche. "Oh mio Dio, piedi piatti", le urla delle colleghe sotto choc. Perché, dietro quella semplice flessione della caviglia, si può immaginare molto di più: un mondo di cambiamenti sociali, un percorso di demolizione di stereotipi femminili. Dalla fiction alla realtà il passo è breve. E oggi "è molto meno probabile che le Barbie siano in punta di piedi rispetto ai decenni passati". L'iconica bambola della Mattel è scesa ufficialmente dai tacchi. A certificarlo è la scienza.  

L'analisi di oltre 2.700 versioni prodotte dal 1959, anno di lancio, fino ai tempi recenti ha permesso a un team di ricercatori di raccontare come è cambiata negli anni l'estetica di questa bambola. Gli autori hanno rilevato per esempio che le Barbie 'impiegate', lavoratrici, avevano maggiori probabilità di avere una postura con i piedi piatti rispetto alle bambole incentrate sulla moda. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista open access 'Plos One', la percentuale di versioni con la famosa postura in punta di piedi è diminuita nel tempo. La Mattel ha rilasciato numerosi modelli della bambola che sembrano riflettere i cambiamenti sociali in termini di occupazione, emancipazione femminile e forma del corpo. Ma questi non sono stati gli unici aspetti modificati nel tempo. Tuttavia, sebbene studi accademici precedenti abbiano valutato la forma del corpo di Barbie, pochi si sono concentrati sull'iconica postura 'equina', in punta di piedi.  

Cylie Williams della Monash University di Frankston, in Australia, e colleghi lo hanno fatto: si sono chiesti come i piedi di Barbie potessero essere cambiati nel tempo, complice il lancio di nuove versioni con cui si è puntato a rappresentare disabilità, diverse professioni ed etnie. I ricercatori hanno sviluppato un nuovo sistema per categorizzare le principali caratteristiche di ciascuna Barbie, e lo hanno chiamato 'Feet': postura del piede; equità (diversità e inclusione); occupazione (a tema professionale, come Barbie oculista, o a tema moda, come Barbie capelli ricci); periodo di produzione. Utilizzando lo schema per analizzare 2.750 versioni di bambole a marchio Barbie prodotte tra il 1959 e giugno 2024, gli esperti hanno rilevato che la percentuale di bambole con la postura in punta di piedi è diminuita dal 100% nel primo decennio di produzione al 40% tra il 2020 e giugno 2024. 

Le versioni 'occupate' di Barbie avevano significativamente più probabilità di avere i piedi piatti, mentre le bambole incentrate sulla moda avevano più probabilità di avere la postura in punta di piedi. Sono stati inoltre rilevati forti legami statistici tra le bambole che rappresentano persone di colore e la postura in punta di piedi. E sono stati riscontrati legami meno forti tra piedi 'flat' e diversità, così come tra piedi flat e bambole con disabilità. Gli autori affermano che "la forte correlazione osservata tra la postura del piede piatto e il tempo", il periodo di produzione, "suggerisce che i cambiamenti nei ruoli (della forza lavoro) e delle leggi si riflettevano nella postura del piede di Barbie". Per gli scienziati, Barbie sta "adottando la postura del piede e le scelte di calzature che meglio le consentono di partecipare al lavoro e all'attività fisica". 

I ricercatori puntualizzano di aver escluso le bambole delle collezioni speciali, che potrebbero presentare un diverso rapporto fra le posture punta di piedi e flat. I risultati, aggiungono, non possono essere generalizzati al più ampio ambito delle scelte di moda e di impiego delle donne nel mondo reale, né possono confermare alcuna relazione causa-effetto con tali scelte. Inoltre, sebbene le decisioni di design di Mattel per Barbie possano riflettere tendenze ed eventi storici, sono probabilmente basate sul marketing.  

Barbie, riflettono gli autori, "sceglie le sue scarpe in base a ciò che fa - scarpe basse per la funzionalità, tacchi per la moda - rispecchiando il modo in cui molte indossano i tacchi alti nella vita reale. Poiché riflette le norme sociali, è ora che i messaggi sulla salute vengano aggiornati, concentrandosi di più sul promuovere scelte consapevoli e autonome rispetto al proprio corpo. E chi meglio di un team fatto di podologi e un collezionista di Barbie poteva analizzare le sue abitudini in fatto di tacchi alti? Siamo venuti per la biomeccanica, siamo rimasti per i glitter - ironizzano gli scienziati - La ricerca non deve sempre essere seria e siamo rimasti sorpresi nello scoprire che questi piedini minuscoli possono avere storie interessanti da raccontare sulle pratiche culturali relative all'uso delle scarpe". "Speriamo - chiosano - di vedere presto sul mercato una Barbie podologa, siamo abbastanza sicuri di sapere che tipo di scarpe indosserebbe". 

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