(Adnkronos) - Jannik Sinner passione... golf. Mentre proseguono gli allenamenti per arrivare pronto al Masters 1000 di Cincinnati, a cui il tennista azzurro arriverà da campione in carica, il numero uno del mondo si è concesso un momento di svago insieme al suo team. Da tempo infatti Sinner coltiva una passione speciale per il golf, sport a cui si è avvicinato negli ultimi anni con alterni risultati.
Tra un allenamento e l'altro, nella giornata di ieri, Sinner è sceso sul tee insieme all'allenatore Simone Vagnozzi e al supercoach Darren Cahill, che ha immortalato il momento in un selfie pubblicato sul proprio profilo Instagram: "Un grande grazie al TPC Rivers's Bend (il circolo che li ha accolti, ndr) per averci fatto provare una bellissima sessione di golf", ha scritto l'ex tennista australiano.
Nella foto si vede Sinner sorridente e sereno, in tenuta bianca da golf, ovviamente griffata Nike, insieme al suo team. Si tratta dell'ennesimo segnale della serenità nell'angolo di Jannik, con la presenza di Cahill sul cemento americano che può essere l'ennesimo 'indizio' su un futuro che potrebbe ancora essere insieme all'azzurro.
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(Adnkronos) - "L'export del mercato americano ammonta a circa 170 milioni di euro e ovviamente l'incidenza del dazio è conseguente a questo volume. Quindi se consideriamo di un 15% di questi 170 milioni di euro si tratta di circa 24 milioni di euro, una cifra considerevole, impattante. Abbiamo preso un bello schiaffo, perchè il pecorino romano negli Usa si vende da 140 anni e non ha mai pagato dazio. Quindi siamo passati da uno zero a un più 15% e per noi è un danno non da poco". E' l'allarme che, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop, lancia sui possibili effetti dei dazi al 15% per i prodotti europei stabilito dall'intesa Usa-Ue su uno dei prodotti icona del made in Italy.
"Il pecorino romano negli Usa -continua Maoddi- non ha mai pagato il dazio e si vende negli Usa da 140 anni, neanche in precedenza nel 2019 quando vennero introdotti i dazi a prodotti europei nella precedente amministrazione Trump. Il pecorino romano ne uscì indenne perché si riuscì a far capire all'amministrazione di quel tempo che ovviamente si trattava di una produzione particolare, con delle peculiarità assolutamente uniche, che di fatto poi non entrava in competizione con la produzione americana", aggiunge.
E Maoddi ricorda quelli che sono i numeri del Pecorino romano Dop. "Siamo un consorzio che racchiude circa 40 produttori, che completano una filiera formata da circa 8.500 allevatori distribuiti tra Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto con una produzione che si attesterà nel 2025 intorno alle 39.000 tonnellate di pecorino, delle quali circa il 70% esportato nel mondo. E di questo circa il 40% negli Stati Uniti, che rappresentano il nostro primo mercato in assoluto di vendita oltre al mercato nazionale", spiega Maoddi.
Maoddi sottolinea come "il 33-35% della produzione è destinato al mercato nazionale, il 35-37% al mercato americano, e la restante quota al resto del mondo, e quindi Unione Europea, a seguire il Canada, il Giappone, l'Australia".
Ma il presidente del Consorzio resta ottimista su una possibile esenzione del Pecorino romano dai dazi. "Io sono convinto che ci sarà un momento successivo a questo che stiamo vivendo -spiega- nel quale ci sarà spazio per entrare come nel dettaglio dei singoli prodotti e per definire insomma delle esenzioni. A mio parere, infatti, ci sono dei prodotti come il nostro che non possono essere replicati su quel mercato e che di fatto non entrano in competizione con quelli Usa. Se però non si riuscisse a farlo e ci fosse questo dazio al 15% questo avrebbe un impatto importante su tutta la filiera perché i numeri che rappresentano il mercato americano sono importanti e quindi è ovvio che ci sarebbero dei riflessi su tutta la filiera in termini di valori e in termini di quantità vendute", sottolinea.
Maoddi ricorda anche che il comportamento del Consorzio negli Usa è lineare. "Non creiamo questioni legate né tanto all'utilizzo del marchio o del nome, e di fatto è già presente anche nella produzione americana una produzione di formaggio che si chiama Romano, formaggio industriale fatto di latte vaccino che viene utilizzato per il condimento per la preparazione di cibi pronti e di salsa. Questa è una situazione con la quale noi conviviamo e che testimonia che la nostra non è una produzione che ostacola quelle americane".
"Quindi io mi auguro veramente che ci sia un momento nel quale si possa entrare nel dettaglio delle singole produzioni e a quel punto non credo ci siano problemi da parte dell'amministrazione americana nel riconoscere le peculiarità del nostro prodotto", sottolinea.
Ma come viene distribuito il Pecorino romano dop negli Usa? "Il pecorino romano viene venduto in America su due canali: uno -spiega Maoddi- è quello dell'industria alimentare nel quale viene utilizzato come ingrediente per le sue qualità uniche di condimento di insaporimento. L'altro è invece il canale retail che è quello più vicino al consumatore. Di questi due canali sicuramente il primo è quello più sensibile al dazio al 15% e che farà più fatica ad assorbirlo. C'è il concreto rischio che il nostro prodotto venga sostituito in parte o del tutto da altri prodotti, con costi minori, come ingrediente nell'industria alimentare statunitense", aggiunge ancora.
Per quanto riguarda il canale retail, secondo Maoddi, negli Usa "se già oggi un consumatore americano paga circa 35 dollari un chilo di formaggio pecorino non cambierà molto se lo pagherà diciamo 39, perchè stiamo parlando di un di un consumatore che ha delle possibilità importanti di vendita e quindi il dazio sicuramente non inciderà in maniera importante sul suo bilancio".
"Le cose potrebbero cambiare invece nell'utilizzo nell'industria, dove il pecorino di solito fa parte di una miscela di altri prodotti, di altri ingredienti, che di fatto sono sempre molto 'attenzionati' nella formazione di quello che poi è il costo di un prodotto finale. Con i dazi si rischia che cambi la quantità di pecorino inserito in queste miscele, sostituito in parte da altri prodotti con minor costo, o che addirittura in alcuni casi venga sostituito completamente", lancia l'allarme Maoddi.
Di certo il management del Consorzio sta concentrando le forze per trovare una soluzione. "Io non nascondo che il Consorzio non assiste da spettatore in questo momento e, attraverso una serie di attività, stiamo cercando di coinvolgere la politica americana. Abbiamo avuto audizioni a livello europeo presso i gabinetti del commissario dell'Agricoltura Hansen e del commissario Sefcovic per quanto riguarda il commercio. Abbiamo dato ovviamente le nostre indicazioni, abbiamo fatto valere quelle che sono le nostre peculiarità di questo prodotto. Stiamo cercando di coinvolgere il più possibile la politica affinché spinga su questa richiesta di esenzione del dazio per il nostro prodotto che secondo me è conveniente non solo per noi, ma anche per l'amministrazione Trump che di fatto ha un elemento che potrebbe poi utilizzare per far vedere che c'è apertura da parte loro. Su un prodotto che non va a intaccare, non va a disturbare nessuna produzione americana sul mercato", sottolinea ancora Maoddi.
E dalla politca italiana c'è attenzione sul settore. "Devo dire -spiega- che la politica ci sta ascoltando. Il ministro dell'Agricoltura si è da subito reso disponibile con il suo staff ad ascoltarci, a metterci nelle condizioni di poter dialogare con queste strutture sia a livello europeo, quindi attraverso la Commissione europea, che a livello americano tramite l'ambasciata con la quale abbiamo veramente un filo diretto. Ma abbiamo un filo diretto anche col Ministero, ripeto, che si è da subito all'operato. Quindi io sono convinto che loro faranno tutto il possibile. Io ho sentito il ministro anche l'altro ieri e nelle sue parole ho sentito veramente l'attenzione, la vicinanza per questo comparto e questo mi fa molto piacere", conclude.
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La Sardegna, con il suo clima soleggiato e le numerose ore di luce all'anno, rappresenta una delle regioni italiane più adatte all'installazione di un impianto fotovoltaico in Sardegna. Ma quanto conviene davvero investire nei pannelli solari in questa regione? In questo articolo, esploreremo i vantaggi del fotovoltaico in Sardegna, analizzando il costo di un impianto solare fotovoltaico, i risparmi in bolletta e i benefici ambientali.
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(Adnkronos) - Torna l'incubo delle ondate di calore dopo oltre 10 giorni di temperature miti al Centro-Sud, se non 'freddine' e piovose nella maggior parte delle regioni del Nord. Sono 4 i livelli di allerta sulle ondate di calore, che abbiamo imparato a conoscere con il bollettino del ministero della Salute soprattutto da metà luglio quando l'Italia era rovente. A spaventare è soprattutto il bollino rosso (livello 3 di allerta), che indica condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche. A luglio si sono registrati diversi decessi legati alle temperature che sono arrivate a superare i 40 gradi, ma cosa significa morire per il caldo? Tre esperti rispondono all'Adnkronos Salute: un internista, un medico di pronto soccorso e un cardiologo.
Il caldo uccide perché "manda in tilt tutti i nostri sistemi di regolazione, spiega Giorgio Sesti, docente di Medicina interna alla Sapienza Università di Roma. Il corpo, infatti, "deve essere in grado di mantenere una temperatura e un'umidità costante. Se l'ambiente esterno non lo consente, succede quello che accade anche agli oggetti che usiamo tutti i giorni - cellulare, elettrodomestici - Si surriscaldano e non riescono più a funzionare". A questo si aggiunge la perdita di liquidi che, in maniera sinergica, contribuisce a portare lo stress fisico al limite fatale.
"Quando c'è un eccesso di temperatura esterna elevata, combinata soprattutto con l'umidità - precisa Sesti - vengono meno quei meccanismi di difesa del nostro corpo necessari perché noi, 'per funzionare', dobbiamo mantenere la temperatura corporea costante, a poco meno di 37 gradi. In situazioni normali siamo in grado di contrastare l'aumento della temperatura che per l'uomo è sempre patologica. Non a caso, quando abbiamo malattie infettive abbiamo la febbre e questa crea una condizione di malessere. La febbre è una condizione in cui l'organismo è sottoposto a stress, viene messo sotto pressione il funzionamento degli organi". Si muore quindi per il caldo quando le nostre capacità di raffreddamento del corpo non sono più sufficienti.
"Questo comporta un forte malessere", evidenzia l'internista. Uno dei meccanismi di raffreddamento, per esempio, "è la vasodilatazione: abbassa la temperatura, ma il cuore è sottoposto a stress, aumenta la frequenza cardiaca e il lavoro cardiaco. E' come se il cuore facesse una corsa continua perché deve far circolare il sangue più velocemente a causa della dilatazione dei vasi". A questo possono aggiungersi "problemi respiratori, soprattutto in base al tasso di umidità". Ciò significa quindi che, "se una persona ha già difficoltà respiratorie, il suo organismo viene sottoposto a una fatica enorme. E come al solito le persone più fragili, ovvero i grandi anziani o i bambini piccoli, ne hanno le conseguenze più gravi". Nel caso di colpo di calore, dunque, "la prima cosa da fare è abbassare la temperatura corporea: usare l'acqua, il ghiaccio, la ventilazione, perché sono tutti meccanismi che tendono a far abbassare a livello adeguato il termometro".
A mettere in difficoltà il corpo al colpo di calore si aggiunge la disidratazione. "Si perdono molti liquidi sia perché si suda molto - illustra Sesti - sia per un'aumentata evaporazione attraverso la pelle e anche attraverso la respirazione. La disidratazione è una conseguenza del meccanismo di difesa dell'organismo che usa molti liquidi nel tentativo di abbassare la temperatura: è come se si avesse un incendio corporeo, si attivano i meccanismi antincendio interni e si consuma così più acqua, sottraendo al corpo elementi fondamentali al suo funzionamento".
"Il colpo di calore porta uno squilibrio elettrolitico che può innescare aritmie anche gravi e quindi anche il decesso", sottolinea Giuseppe Rebuzzi, docente di Cardiologia all'Università Cattolica di Roma, che analizza gli effetti del picco di temperature soprattutto sugli anziani. "Il colpo di caldo o una eccessiva esposizione al sole - spiega - possono portare al meningismo (sintomi simili alla meningite ma senza infezione), con danni anche importanti. Più si suda, più ci si disidrata e si crea uno squilibrio nei sali minerali. Questa condizione è pericolosa soprattutto negli anziani, che purtroppo bevono poco o si scordano di farlo perché con l'avanzare dell'età si sente meno questo bisogno. Se non si reintegra quello che si perde - precisa il cardiologo - si attiva uno scompenso e un'aritmia che ha conseguenze sul cuore. Anche chi prende i farmaci diuretici deve stare attento e parlare con il proprio medico per valutare una rimodulazione".
Cosa accade nei pronto soccorso? "Nei mesi estivi vediamo i pazienti che arrivano per le conseguenze dei colpi di calore, ma in caso di decesso non possiamo dire che la causa sia proprio il caldo", puntualizza Fabio De Iaco, past president della Simeu (Società italiana di medicina dell'emergenza-urgenza) e responsabile del Pronto soccorso dell'Ospedale Maria Vittoria di Torino. "Noi in pronto soccorso prendiamo in carico le conseguenze di un colpo di calore, ovvero le insufficienze renali o le disidratazioni acute che possono avere varie cause - rimarca - non sempre solo l'afa torrida".
In un referto capita di scrivere 'morto per il caldo'? "No - replica l'esperto - però può capitare di descrivere le complicazioni che il colpo di calore può estremizzare: è come se il nostro organismo subisse uno shock, uno stress molto importante, che fa partire una reazione che può avere delle conseguenze che su pazienti fragili possono arrivare anche al decesso".
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(Adnkronos) - La Procura di Milano ha chiuso le indagini per quattro carabinieri indagati in uno dei filoni di indagine sul caso Ramy. Due militari devono rispondere di depistaggio - perché avrebbero agito per "ostacolare o sviare l'indagine relativa al sinistro stradale con esito mortale" - e favoreggiamento per aver costretto il testimone "a cancellare dal proprio telefono cellulare" i video che immortalavano gli ultimi istanti di vita del giovane morto in sella alla scooter guidato da un amico; altri due carabinieri devono rispondere, invece, solo di depistaggio sempre in relazione alle immagini cancellate.
L'articolo del codice penale contestato ai carabinieri è di "frode in processo penale e depistaggio" aggravata che incrimina condotte consistenti "in artificiose immutazioni della realtà e in dichiarazioni false o reticenti", poste in essere dal pubblico ufficiale "al fine di impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo penale".
Contestazione di cui devono rispondere i due militari della squadra intervento operativo di Milano, arrivati dopo l'incidente stradale, che avrebbero costretto un testimone "a cancellare dal proprio telefono cellulare numero 9 file contenenti video, appena effettuati, relativi alle diverse fasi del sinistro stradale e alle fasi immediatamente successive".
Stessa contestazione che vale per gli altri due militari - che hanno partecipato al lungo inseguimento di otto chilometri finito all'incrocio tra via Quaranta e via Ripamonti - accusati di aver fatto cancellare altri video a un altro testimone e 'consapevoli' di quanto avvenuto nelle frasi precedenti lo schianto.
Leggi tutto: Caso Ramy, chiusa indagini su depistaggio: carabinieri rischiano processo
(Adnkronos) - "Con il varo delle condotte sottomarine di oggi facciamo un passo concreto verso la piena balneabilità della Costa vesuviana e il rilancio delle sue potenzialità turistiche. Il nuovo collettore che collegherà Torre del Greco al depuratore di Foce Sarno rappresenta un’infrastruttura strategica non solo per la tutela dell’ambiente marino, ma anche per la qualità della vita dei cittadini e lo sviluppo economico dell’intera area". Lo ha detto Luca Mascolo, presidente Eic, Ente idrico campano, partecipando oggi al cantiere di via Solferino, a Torre Annunziata, in occasione dell’avvio del varo delle condotte.
"Abbiamo affrontato una sfida ingegneristica complessa - sottolinea Mascolo - scegliendo di dismettere i due piccoli depuratori di San Giuseppe alle Paludi e Villa Inglese, e di convogliare tutti i reflui verso Foce Sarno. Oggi assistiamo al varo del primo tratto della condotta sottomarina, l’ultimo step che ci permetterà di completare il sistema di collettamento".
Mascolo ha poi sottolineato come quest’opera rientri in un più ampio piano di riqualificazione dei corsi d’acqua e della fascia costiera campana. "L’Ente idrico campano è giovane, ma ha dimostrato competenza, volontà e passione - ha spiegato - Programmiamo e governiamo l’intero servizio idrico integrato della Regione Campania. Con il progetto 'Energie per il Sarno' stiamo compiendo un lavoro enorme: abbiamo già chiuso 77 scarichi su 113. L’obiettivo è completare tutte le chiusure entro il 31 dicembre 2025", ha concluso.
Leggi tutto: Mascolo (Eic): "Collettore Torre del Greco-Torre Annunziata svolta mare pulito"
(Adnkronos) - "Oggi segniamo un passaggio storico per la Costa vesuviana e per il Golfo di Napoli. Con il varo delle condotte sottomarine di Torre Annunziata, diamo il via a un’opera attesa da decenni, che eliminerà gli scarichi a mare di Torre del Greco e restituirà qualità al nostro mare".
Lo ha detto il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, in occasione dell’avvio dei lavori nell’area di cantiere di via Solferino, alla presenza delle istituzioni locali e dei vertici di Gori, soggetto attuatore dell’intervento. Il progetto – finanziato con 35 milioni di euro nell’ambito del programma 'Energie per il Sarno' – prevede la realizzazione di un collettore fognario lungo 8,8 chilometri, in grado di convogliare e trattare i reflui di circa 100mila abitanti di Torre del Greco. I reflui, attraverso sistemi di pretrattamento e sollevamento, saranno diretti al collettore comprensoriale di Torre Annunziata e quindi all’impianto di depurazione di Foce Sarno. Un vero e proprio "puzzle" di interventi, per Bonavitacola. "Oggi ancora troppi reflui non raggiungono il depuratore di Foce Sarno, che ha invece potenzialità non sfruttate - ha sottolineato - Quest’opera è un tassello fondamentale, perché colletta i reflui di un comune importante come Torre del Greco, senza attraversare i centri abitati. La sua imponenza è sotto gli occhi di tutti: un’opera di grande ingegneria idraulica e marittima". Bonavitacola ha quindi illustrato il modello organizzativo alla base dell’intervento, definendolo uno "schema 3 più 1", fondato sulla collaborazione tra Regione Campania, Ente idrico campano e Gori, con il coinvolgimento diretto del Comune in cui l’opera si realizza, in questo caso Torre del Greco, con il supporto logistico di Torre Annunziata. "Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è completare nei prossimi anni il disinquinamento del Golfo di Napoli, risolvendo il problema degli scarichi non trattati. Interveniamo su più fronti: potenziamento degli impianti, modernizzazione delle reti, gestione delle acque meteoriche. Solo così - ha affermato - garantiremo una vera svolta ambientale".
Infine, il vicepresidente ha ringraziato tutti i soggetti coinvolti: “Gori per la capacità tecnica e gestionale, l’Ente idrico campano per il coordinamento, i Comuni interessati per la collaborazione. Ora bisogna andare avanti con rapidità e determinazione: ogni giorno guadagnato - ha concluso - è un passo in più verso un mare più pulito e un futuro migliore per la nostra costa".
Leggi tutto: Bonavitacola: "Condotte sottomarine passo storico disinquinare Golfo"
(Adnkronos) - "A seguito dell’avviso di conclusione delle indagini a carico della signora Maria Rosaria Boccia si apprende che il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e il giornalista Luca Bertazzoni sono indagati per il reato 615 bis del codice penale (interferenze illecite nella vita privata) da parte della Procura di Roma, relativa alla nota vicenda della diffusione di un audio in una puntata di Report. Una scelta di voyeurismo televisivo, inutile, a fatti conclusi, che già criticai aspramente come commissario della vigilanza. Non è una querela per diffamazione ma una grave ipotesi di reato. Fatte salve le garanzie costituzionali che noi riconosciamo agli indagati fino a sentenza passata in giudicato, occorre notare, come Ranucci sempre solerte sugli altri, si sia guardato bene dal giustificare il suo comportamento". Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, membro della Vigilanza Rai.
"La magistratura farà il suo corso ma è evidente che si pone un problema a carico della Rai sui comportamenti dei suoi dipendenti e collaboratori. Dai social, inoltre, apprendiamo che lo stesso Ranucci è stato ospite della Boccia in un podcast da lei condotto e che con la stessa persona, indagata in molteplici procedimenti giudiziari a Roma, a Pisa e a Napoli, avrebbe presentato il suo libro in provincia di Napoli. È evidente che la tutela della dignità delle persone è un confine che nessuno potrà travalicare. Nessuno gode di impunità e anche Ranucci deve rispettare le leggi. La Rai ha il dovere di attivare tutti i meccanismi interni previsti dalle normative e non fare sconti a nessuno”, conclude.
Leggi tutto: Ranucci indagato, Gasparri: "Deve rispettare leggi, grave ipotesi di reato"
(Adnkronos) - "A seguito dell’avviso di conclusione delle indagini a carico della signora Maria Rosaria Boccia si apprende che il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e il giornalista Luca Bertazzoni sono indagati per il reato 615 bis del codice penale (interferenze illecite nella vita privata) da parte della Procura di Roma, relativa alla nota vicenda della diffusione di un audio in una puntata di Report. Una scelta di voyeurismo televisivo, inutile, a fatti conclusi, che già criticai aspramente come commissario della vigilanza. Non è una querela per diffamazione ma una grave ipotesi di reato. Fatte salve le garanzie costituzionali che noi riconosciamo agli indagati fino a sentenza passata in giudicato, occorre notare, come Ranucci sempre solerte sugli altri, si sia guardato bene dal giustificare il suo comportamento". Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, membro della Vigilanza Rai.
"La magistratura farà il suo corso ma è evidente che si pone un problema a carico della Rai sui comportamenti dei suoi dipendenti e collaboratori. Dai social, inoltre, apprendiamo che lo stesso Ranucci è stato ospite della Boccia in un podcast da lei condotto e che con la stessa persona, indagata in molteplici procedimenti giudiziari a Roma, a Pisa e a Napoli, avrebbe presentato il suo libro in provincia di Napoli. È evidente che la tutela della dignità delle persone è un confine che nessuno potrà travalicare. Nessuno gode di impunità e anche Ranucci deve rispettare le leggi. La Rai ha il dovere di attivare tutti i meccanismi interni previsti dalle normative e non fare sconti a nessuno”, conclude.
(Adnkronos) - "Quello di oggi rappresenta uno snodo fondamentale dell’intervento più complesso che stiamo portando avanti nell’ambito del programma 'Energie per il Sarno', il collettore di Torre del Greco. Con il varo delle condotte si aggiunge un altro tassello alle opere già completate a terra, all’avvio dei pretrattamenti presso l’impianto di San Giuseppe alle Paludi e all’entrata in esercizio sperimentale dell’impianto di Villa Inglese. Con il varo delle condotte vediamo ormai vicina la conclusione dell’intervento, prevista entro la fine del 2025. Completeremo finalmente lo schema di depurazione e collettamento anche per Torre del Greco". Così l’amministratore delegato di Gori, Vittorio Cuciniello, intervenendo questa mattina alla cerimonia di avvio delle operazioni di risanamento della Costa vesuviana, in via Solferino a Torre Annunziata, alla presenza del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, e del presidente dell’Ente idrico campano, Luca Mascolo.
"È stato un intervento molto complesso, che ha previsto sia opere a terra sia opere a mare, come il trascinamento in galleggiamento di due condotte sottomarine fino al largo della costa di Torre del Greco, poi calate sul fondale e ancorate - ha aggiunto Cuciniello - Si tratta di un’opera tecnologicamente e idraulicamente molto avanzata, che oggi entra concretamente in una nuova fase. Abbiamo messo in campo tecnologie innovative e soluzioni ingegneristiche d’avanguardia, come la posa di 5,2 chilometri di condotte sottomarine e l’impiego della tecnologia 'no-dig' per attraversare aree urbanizzate, ferrovie e zone con complessità geologica, nel pieno rispetto dell’ambiente e della sicurezza".
Il progetto prevede anche la riconversione dei depuratori esistenti di San Giuseppe alle Paludi e Villa Inglese in impianti di pretrattamento e sollevamento, dotati di sistemi di telecontrollo e dispositivi per il trattamento delle acque meteoriche. "Questi impianti – ha spiegato l’Ad di Gori – consentiranno di gestire in modo più efficiente e sicuro l’intero ciclo delle acque, garantendo standard qualitativi elevati e benefici concreti per l’ambiente marino e costiero. Il nostro impegno – ha affermato – è quello di procedere con rapidità, qualità e trasparenza, per consegnare al territorio un’opera destinata a produrre benefici duraturi”. In chiusura, Cuciniello ha quindi ringraziato la Regione Campania, Ente idrico campano e le amministrazioni comunali per la "collaborazione costante e costruttiva" che ha reso possibile l’avvio del progetto.“Questo – ha concluso – è un esempio concreto di come, lavorando insieme, si possano realizzare opere complesse che migliorano la vita delle persone e contribuiscono alla tutela del nostro mare”.
Leggi tutto: Risanamento Costa vesuviana, Cuciniello (Gori): "Opera strategica"
(Adnkronos) - Angelo Maria Ricci, uno dei più prolifici e versatili fumettisti italiani, che ha disegnato storie di Mister No, Martin Mystère e Diabolik, è morto lunedì 4 agosto all'età di 79 anni a Grottammare (Ascoli Piceno), dove viveva dal 2000. Ricci aveva disegnato il suo primo Diabolik, "L'ultimo rubino", nel 2001 per poi firmare quasi quaranta episodi e concludere - controvoglia, costretto da problemi di salute - nel 2023 con "Un alibi perfetto". "Ci mancherà certo il suo stile inconfondibile, ma anche la sottile ironia che lo portava a firmare le tavole nei punti più introvabili", ha scritto in un comunicato Astorina, la casa editrice fondata nel 1961 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani , creatrici di Diabolik.
Nato a Rieti il 18 giugno 1946, dopo il diploma all'Istituto d'Arte della sua città natale, Ricci si trasferì a Milano, dove nel 1971 iniziò la carriera professionale come illustratore per la casa editrice L'Esperto. L'anno successivo fece il suo esordio nel mondo del fumetto, disegnando tascabili per adulti per la Edifumetto di Renzo Barbieri, uno dei principali editori di fumetto popolare dell'epoca. Nel 1978 il passaggio al fumetto per ragazzi con la serie Redskate, pubblicata dal Corriere Boy. Ma la svolta arrivò nel 1980, quando Ricci entrò alla Sergio Bonelli Editore, disegnando un episodio di Mister No scritto da Alfredo Castelli. Un sodalizio, quello con Castelli, che si consolidò nel 1982 con l'esordio della nuova serie Martin Mystère. Ricci entrò a far parte dello staff del "Detective dell'Impossibile", realizzando numerose storie fino al 1993, contribuendo a definire l'identità grafica di una delle serie più iconiche del fumetto italiano. Negli anni Novanta ampliò ulteriormente la propria attività, collaborando con Tiramolla per la Vallardi e con Il Corriere dei Piccoli, dove disegnò la serie Il giovane Indiana Jones. Parallelamente, lavorò come illustratore per importanti case editrici scolastiche come Fabbri e De Agostini.
Nel 2000 Ricci si ritirò temporaneamente dall'attività di fumettista e si trasferì a Grottammare, dove si dedicò all'illustrazione scolastica per una casa editrice locale. Ma il richiamo del fumetto fu troppo forte: nel 2001 Ricci tornò in campo entrando nello staff di Diabolik per la casa editrice Astorina. Disegnò numerose storie a matita della celebre serie noir, passando idealmente il testimone al figlio Marco Ricci, che dal 2008 ne curò le chine.
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