(Adnkronos) - Domani, martedì 10 giugno, arriva in prima serata su Rai 2 'Belve Crime' con due testimonianze eccezionali: Eva Mikula, 'la misteriosa' fidanzata di uno dei componenti della banda della Uno bianca e Tamara Ianni, la donna che ha fatto saltare il sistema degli Spada a Ostia.
Eva Mikula è stata per due anni la fidanzata di Fabio Savi, uno dei tre fratelli componenti della banda della Uno bianca, che tra il 1987 e il 1994 hanno ucciso 24 persone e ferite 114, tra rapine a mano armata e azioni di violenza gratuita. Quando Fabio Savi fu arrestato lei era con lui.
Nello studio di 'Belve Crime' Mikula ripercorre quegli anni in cui le notizie sulla Uno bianca hanno tenuto con il fiato sospeso l’Italia intera. Una donna, considerata misteriosa, per molti 'una complice' mentre lei si è sempre considerata "vittima". La banda fu arrestata "grazie a me" dice Mikula. "Ha parlato solo dopo l’arresto" sottolinea invece Francesca Fagnani che, poi, ricorda quando nel 2015 chiese di entrare nell’Associazione vittime e non fu accettata.
"Le famiglie delle vittime vogliono il mio silenzio perché rovino il decoro", la sua replica. Botta e risposta serrato sulla partecipazione (poi saltata) di Mikula al reality 'La Talpa'. "Le sembrava rispettoso verso le famiglie?", chiede Fagnani. "Quel gioco avrebbe potuto permettermi di raccontare la mia verità", dice Mikula. "A chi deve delle scuse?", domanda la giornalista. "Le attendo. Dai familiari delle vittime", risponde lei. "I familiari, in generale, non devono chiedere scusa a nessuno!", chiosa Fagnani. "Mi hanno insultato per 30 anni, è un’istigazione suicido".
Tamara Ianni è una collaboratrice di giustizia e anche grazie alle sue deposizioni - nel gennaio del 2018 - sono stati arrestati 32 componenti del clan Spada, un clan molto noto di Ostia, cugini dei Casamonica, che per anni hanno perseguitato e torturato lei e la sua famiglia.
Oggi lei e suo marito vivono sotto protezione. Entrambi inizialmente erano inseriti nel contesto criminale di Ostia: il marito apparteneva al clan dei Baficchi (rivale degli Spada) e nipote preferito del boss Giuseppe Galleoni, detto Baficchio. Scontri e vendette tra clan che alla fine hanno portato Tamara Ianni, donna di coraggio, a raccontare tutto agli investigatori. "C’è voluto più coraggio o disperazione per iniziare a parlare?", chiede Fagnani aprendo un’intervista dura e molto intensa. "Disperazione", confessa Ianni.
"Che tipo di violenze ha subito in questi anni", domanda Fagnani. "Ricordo che un membro del clan Spada era venuto in casa mia con pistole e coltelli, assieme al signor Pelè (Enrico Spada), sieropositivo, che si era messo delle lamette in bocca per sputare sangue infetto di Aids addosso a mio figlio di due anni. Per proteggerlo mi sono messa a chioccia e mi hanno riempita di botte - rivela Ianni -. Prendevo botte, mi entravano in casa di notte, mi volevano far prostituire, venivano con le pistole. Quando volevano toccare mio figlio non ce l’ho più fatta. Ho alzato la testa". "Come si è sentita quando li hanno arrestati?", chiede ancora Fagnani. "Ho avuto un senso di felicità, euforia ma anche tanta paura", risponde.
(Adnkronos) - Mentre Vasile Frumuzache, la guardia giurata romena di 32 anni resta in carcere con l'accusa di duplice omicidio, le indagini sulle brutali uccisioni delle escort romene Denisa Maria Adas Paun e Ana Maria Andrei proseguono con nuovi sopralluoghi nel "campo degli orrori" di Montecatini Terme (Pistoia).
Gli investigatori diretti dalla Procura di Prato si concentrano sul possibile coinvolgimento di complici, alla luce di immagini e telefonate che sembrano confermare la presenza di altre persone nei momenti chiave degli omicidi. Nel frattempo, continuano le analisi su telefoni cellulari e oggetti sequestrati, alla ricerca di ulteriori prove per ricostruire con precisione i terribili fatti.
Maria Denisa Paun, 30 anni, è stata decapitata con un'arma pesante, probabilmente un’accetta o una mannaia, come confermato dall’autopsia, smentendo la versione dell’assassino che aveva parlato di un coltello da cucina. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di quattro lame bruciate e di quattro telefoni cellulari, uno dei quali nascosto sotto il sedile dell'auto del killer. Le analisi hanno mostrato uno strano "flusso informatico" tra i cellulari di Denisa e Frumuzache nella notte dell'omicidio, il 15 maggio scorso. Un elemento di particolare interesse è la presenza di un uomo italiano, residente in provincia di Pistoia, ripreso dalle telecamere del residence di Prato poco prima dell'aggressione mortale a Denisa. L'uomo si allontanò con aria contrariata, e la Procura ha definito "comprensibile" il sospetto che Frumuzache non abbia agito da solo.
Il gip del Tribunale di Prato che ha convalidato il fermo ha evidenziato come Frumuzache abbia agito con lucidità e premeditazione. L'uomo ha già confessato entrambi gli omicidi, ma ha fornito versioni discordanti su diversi aspetti, tentando di minimizzare la sua responsabilità.
Dopo un'aggressione subita nel carcere di Prato, durante la quale un cugino di Ana Maria Andrei, anche lui detenuto, gli ha gettato dell'olio bollente sul volto, Frumuzache è stato trasferito nel carcere di Sollicciano a Firenze, dove si trova in regime di massima sorveglianza.
Nel frattempo le ricerche degli investigatori proseguiranno nel campo incolto a Montecatini in uso al killer, con l’obiettivo di scoprire eventuali altri elementi o vittime. Gli investigatori stanno inoltre approfondendo il materiale sequestrato, inclusi telefoni e oggetti personali, per fare chiarezza sul ruolo di eventuali complici e ricostruire ogni dettaglio della vicenda.
Leggi tutto: Maria Denisa Adas, nuovi sopralluoghi: Vasile Frumuzache ha avuto complici?
(Adnkronos) - Fabio Capello 'attacca' la Nazionale. L'ex allenatore ha parlato oggi, lunedì 9 giugno, della crisi tecnica e di risultati dell'Italia, che ha portato all'esonero di Luciano Spalletti. L'ormai ex ct siederà per l'ultima volta sulla panchina azzurra questa sera contro la Moldavia, nella seconda giornata del gruppo I, valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026, inaugurato con la pesante sconfitta contro la Norvegia. Proprio la debacle di Oslo, che ha compromesso il percorso italiano verso la rassegna iridata in programma in Stati Uniti, Messico e Canada, è stata la goccia che ha provocato l'addio di Spalletti, ma secondo Capello i problemi degli Azzurri sono molto più radicati.
"Sicuramente le cose non andavano bene, visto che molti giocatori non volevano andare in Nazionale. Questa è una cosa molto brutta, non avrei mai pensato potesse succedere. Giocatori come Calafiori, che dicono che devono curarsi quando la settimana prima aveva giocato. Buongiorno la stessa cosa. Poi il caso Acerbi : non vengo perché l'allenatore mi dice che sono vecchio. Quando sento che non c'è amore per la maglia azzurra, mi viene un magone e una rabbia che spaccherei tutto", ha detto Capello ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1
"La squadra non aveva un gioco. Spalletti voleva giocare in un certo modo, i giocatori invece non hanno assorbito gli schemi che lui voleva vedere in campo. Ho seguito gli Europei in Germania, è stata una cosa penosa, mi sono anche vergognato in certi momenti nel vedere una pochezza in campo di questo tipo. L'abbiamo rivista, c'è qualcosa che non funziona, qualcosa che Spalletti non è riuscito a dare alla squadra", ha detto l'ex allenatore, "quando c'è questo contrasto, è difficile andare avanti. In questo momento i responsabili numeri uno sono i giocatori. La passività dell'altra sera è stata una cosa bruttissima. Ora non ci sono scusanti. Vogliamo rivedere nei giocatori corsa, gioco, aiuto al compagno di squadra".
Fabio Capello ha parlato anche del possibile sostituto di Spalletti: "Ranieri è il nome giusto. Ha preso la Roma che non stava andando bene e ha fatto un miracolo. Ranieri è un uomo d'esperienza, che conosce tutti i giocatori della Nazionale ed è capace di entrare nella testa dei giocatori. Credo sia il più adatto a gestire la Nazionale, per esperienza e carisma".
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(Adnkronos) - A due mesi dall'operazione al cuore, Omar Pedrini è tornato in ospedale per proseguire il percorso di recupero. Il cantautore bresciano, operato lo scorso 19 marzo, ha raccontato di star affrontando alcune conseguenze post operatorie, in particolare alle corde vocali che, come lui stesso ha spiegato, sono state "danneggiate".
"Non so se per l’umanità sia un bene", scherza Omar Pedrini che tira un respiro di sollievo. "Mi è stato detto che la voce, danneggiata dalla lunga intubazione ritornerà quella di prima, lentamente ma tornerà...", dice rassicurando i fan.
"Io intanto sono ritornato a Genova. Grazie per le preziose cure", aggiunge il cantautore bresciano che ringrazia il dottore che si è preso cura di lui e tutta la crew della Clinica Otorino dell’ospedale San Martino di Genova.
Omar Pedrini si era sottoposto all'operazione al cuore lo scorso 19 marzo, nel giorno della festa del papà e con un post pubblicato sui social aveva raccontato di essere rimasto in coma farmacologico per 4 giorni, secondo la volontà dei medici. "Sono stato sedato per l’intervento il 19/03 alle ore otto ed ero convinto che, al mio risveglio avrei ricevuto il conforto e i pensierini dei miei figli. Invece mi sono risvegliato 4 giorni dopo perché per un problema serio hanno deciso di tenermi in coma farmacologico per qualche giorno e mi sono risvegliato chiedendo della festa del papà ma era ben passata", aveva raccontato l'ex frontman della band Timoria.
Leggi tutto: Omar Pedrini dopo l'operazione al cuore: "La voce è danneggiata, ma tornerà"
(Adnkronos) - Quando torna in campo Jannik Sinner? Dopo la finale del Roland Garros 2025 persa ieri domenica 8 giugno contro Carlos Alcaraz, il tennista azzurro si concederà un periodo di riposo prima di rientrare e inaugurare la stagione dell'erba. L'obiettivo, ovviamente, è arrivare al massimo della condizione, sia fisica che mentale, a Wimbledon, terzo Slam dell'anno in programma dal 30 giugno al 13 luglio 2025.
Ma a differenza di quanto avvenuto dopo gli Internazionali d'Italia, quando rinunciò al torneo di Amburgo puntando direttamente a rientrare in campo a Parigi, Sinner dovrebbe tornare a giocare almeno uno dei tornei preparatori a Wimbledon, per riprendere confidenza con l'erba e scacciare i fantasmi della finale-maratona persa con Alcaraz. Nel mirino ora c'è l'Atp 500 di Halle.
Wimbledon è il grande obiettivo di Jannik Sinner, che arriverà allo Slam di Londra ancora da numero uno del ranking Atp e sicuro di rimanerci almeno fino al termine del torneo. Prima però l'azzurro dovrebbe scendere in campo all'Atp 500 di Halle, volando in Germania per uno dei tornei sull'erba preparatori a Wimbledon. Il torneo inizierà lunedì 16 giugno e durerà fino a domenica 22, con Sinner che dovrebbe essere uno dei due top 10 della entry list insieme al padrone di casa Alexander Zverev, numero tre del mondo.
Ma come riprendersi dalla delusione per la finale persa al Roland Garros contro Alcaraz? A dare la soluzione e la 'ricetta' vincente è stato proprio Sinner, durante la conferenza stampa che ha seguito l'ultimo atto dello Slam parigino: "Mi aiuterà la mia famiglia, le persone che mi conoscono. Già ora mi stanno aiutando", ha detto l'azzurro.
"A volte lasci qualcosa e altre volte prendi. Ora è il mio momento di prendere qualcosa dalle persone a me vicine. Saranno sicuramente felici del mio ritorno a casa. Starò con la mia famiglia, con tutti i miei amici. Siamo una famiglia molto semplice. Mio padre non era qui perché oggi lavorava, il successo non ci ha cambiati. È stato bello vedere mia madre qui. Immagino che mio padre stesse guardando la tv quando ha finito di lavorare", ha concluso Sinner.
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(Adnkronos) - Lidl Italia, uno dei principali player della Grande distribuzione italiana, ha lanciato lo scorso aprile l'iniziativa benefica 'Uovo solidale Deluxe' a sostegno di Fondazione Abio Italia Ets. Per ogni uovo di cioccolato al latte con nocciole intere Deluxe venduto, l'insegna si è impegnata a donare 1 euro a favore di Abio, organizzazione che si occupa di aiutare i pazienti pediatrici e le loro famiglie ad affrontare la permanenza in ospedale. I clienti Lidl hanno reagito con entusiasmo all'iniziativa - informa una nota - e nel giro di poche settimane sono state acquistate oltre 75mila uova. Un gesto che si è trasformato in una donazione di 75.771 euro, che si aggiungono agli oltre 100mila euro raccolti nelle precedenti edizioni del progetto.
"Siamo orgogliosi di sostenere la comunità con questa donazione a Fondazione Abio, che ogni giorno offre supporto e conforto ai bambini ricoverati e alle loro famiglie, cercando di rendere più sereni momenti molto difficili da affrontare - dichiara Alessia Bonifazi, responsabile Public Affairs Lidl Italia - Questo risultato è il frutto di una sinergia preziosa tra la nostra azienda, la Fondazione e i nostri clienti che, ancora una volta, hanno dimostrato grande partecipazione e sensibilità. Insieme vogliamo continuare a costruire un percorso di solidarietà e aiuto concreto verso chi ne ha più bisogno". Commenta Giuseppe Genduso, presidente di Fondazione Abio Italia Ets: "Ringraziamo di cuore Lidl Italia per la fiducia e la cura con cui da anni collabora con noi e tutti coloro che hanno scelto di sostenere l'impegno quotidiano di Abio aderendo a questa iniziativa, perché è grazie ad opportunità come queste che possiamo continuare a prenderci cura in modo attento e qualificato dei bambini, degli adolescenti e delle famiglie che in tutta Italia vivono la difficile esperienza dell'ospedalizzazione".
Il contributo di Lidl - riporta la nota - permette di sostenere due progetti importanti: il primo, 'Ripartiamo da Abio', è rivolto alla formazione dei volontari che quotidianamente coinvolgono i bambini in giochi e attività per aiutarli ad affrontare la permanenza in ospedale; il secondo è il 'kit d'accoglienza', che prevede la distribuzione di uno zainetto con matite, giochi e libri da regalare ai bambini per accompagnarli in momenti di svago e spensieratezza.
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(Adnkronos) - Ennesimo suicidio in carcere. A togliersi la vita nella notte il latitante di Arzana Sandro Arzu, arrestato a fine maggio e rinchiuso da tre settimane nella Casa circondariale di Cagliari-Uta. Ad annunciarlo l'associazione Socialismo Diritti Riforme, spiegando che "a nulla è valso l'intervento dei sanitari che, allertati dagli agenti penitenziari, hanno tentato lungamente ma invano di rianimarlo". La presidente Maria Grazia Caligaris esprime "vicinanza ai familiari per questo epilogo tragico".
Due anni fa non aveva rispettato l'obbligo di firma ad Arzana, nel Nuorese, ed era sparito nel nulla aggiungendo un nuovo capitolo alla sua carriera criminale con omicidio e droga. Pochi giorni dopo la sua auto era stata trovata con sangue e fori di proiettile e si pensava che potesse essere stato vittima di un agguato, già nel 2021 aveva riportato ferite in una circostanza analoga. A fine maggio, invece, la svolta con i carabinieri che lo avevano rintracciato e arrestato a Cagliari. Stanotte in carcere si è tolto la vita a 56 anni.
“Il 33esimo suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno", afferma il sindacato Uilpa Polizia penitenziaria. “L’ennesimo suicidio nelle nostre prigioni – commenta Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato -, unito a tutto ciò che sta assurgendo alla ribalta della cronaca in questi giorni, che è solo la punta di un iceberg con una base ben più vasta, dimostra che le carceri nello stato attuale sono ben lontane dal perseguire gli obiettivi costituzionali, ma solo luoghi di sofferenza e morte”. La tensione dietro le sbarre è alle stelle. “Lo sfascio del sistema è sotto gli occhi di tutti, persino di chi si ostina (ma secondo noi finge) a non volerlo vedere – continua De Fazio . Lo stesso ministro della Giustizia, Carlo Nordio, qualche giorno fa ha candidamente ammesso che le rivolte sono in aumento, nonostante il decreto sicurezza”. Gli esponenti del sindacato chiedono “provvedimenti immediati e tangibili” perché ci sono 16 detenuti in più del dovuto e 18mila agenti in meno. “La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – conclude De Fazio -, farebbe bene, anziché lavorare di notte per far funzionare i centri in Albania, a lavorare di giorno per migliorare le condizioni delle carceri in ‘patria’”.
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(Adnkronos) - Possono essere evitate il 40% delle malattie adottando stili di vita sani e sottoponendosi agli screening nazionali, ma perché queste diventino abitudini consolidate è importante sensibilizzare ogni fascia d'età, dai giovani ai ragazzi fino agli adulti. E' il tema del convegno 'L'età della salute: un viaggio che guarda all'Europa. La sanità di domani fra health literacy, prevenzione e personalizzazione', organizzato oggi da Cesc (Centro europeo studi culturali), Spazio Europa, Commissione europea, Ciu Unionquadri (Confederazione italiana di unione delle professioni intellettuali) e dal Parlamento europeo, anche sede del meeting, a Roma, su iniziativa di Francesco Riva, Consigliere Cnel e Vicepresidente Ciu.
"Il concetto di salute assume un'accezione diversa in ogni fascia d'età - spiega Riva - Per un bambino è una condizione naturale, è però importante che inizi a conoscere il proprio corpo e ad apprendere le basi per il benessere futuro. L'età della consapevolezza è quella in cui si inizia a costruire il domani, in cui gli stili di vita fanno la differenza e possono ritardare l'insorgenza di patologie croniche e acute. Poi si arriva all'età adulta, in cui si deve essere proattivi nel difendere la propria salute sia partecipando ai programmi di screening che correggendo i comportamenti scorretti. Questo convegno è stato l'occasione per provare a delineare, in 12 punti, i percorsi più virtuosi e le azioni che, come singoli e come società, possiamo mettere in campo per costruire un domani più in salute".
L'incontro, a cui hanno partecipato alcuni tra i principali opinion leader italiani in tema salute - informa una nota - è stato l'occasione per definire il documento 'Promuoviamo il futuro', che include 12 best practices in grado di diventare modelli per il miglioramento della salute in ogni fascia d'età. Gli interventi si sono suddivisi per target interessato: dall'età dell'apprendimento (health literacy e lezioni di salute) all'età della consapevolezza (prevenzione e programmazione), fino all'età dell'azione (consueling, screening e riduzione del rischio personalizzato). Le buone azioni consigliate partono dai 'primi mille giorni' con attenzione alla gravidanza, alla formazione del microbiota e all'allattamento, per poi passare a corretta alimentazione e movimento, importanza della salute mentale con riduzione dello stress, conoscenza dei rischi connessi alle malattie sessualmente trasmissibili e ai danni da fumo, abuso di alcool e droghe. Nella fascia d'età più avanzata le raccomandazioni vertono sull'utilizzo della medicina preventiva per poter conoscere il profilo di rischio personale e familiare, sull'attenzione alle malattie croniche, all'epigenetica, alla salute nel mondo del lavoro e alla global health. Anche le tecnologie ricoprono un ruolo importante, se utilizzate in modo etico e virtuoso. Infine si ricordano i rischi legati all'antibiotico-resistenza e la necessità di creare una nuova cultura nell'utilizzo dei farmaci.
"Con la partecipazione dei rappresentanti di alcune tra le società scientifiche e associazioni italiane più influenti - aggiunge Riva - abbiamo parlato dell'importanza di trasformare la salute in argomento di studio nelle scuole perché alimentazione, attività fisica, malattie sessualmente trasmissibili, uso di sostanze, salute mentale e prevenzione primaria diventino temi di discussione già dai primi anni di istruzione, ed entrino così a far parte del linguaggio e delle abitudini corrette di ogni bambino. E' poi necessario - sottolinea - che questi stili di vita vengano visti non come privazioni e rinunce, ma come un investimento sul proprio futuro. Arriva un momento in cui diventa inevitabile fare i conti con gli anni che passano, con l'impronta genetica e con le conseguenze dei comportamenti che abbiamo adottato, soprattutto se non sono stati i migliori. E' la fase in cui bisogna fare attenzione ai fattori di rischio, correggere le abitudini e svolgere controlli periodici".
"Con questo incontro - conclude - abbiamo voluto portare l'attenzione delle istituzioni alla necessità di interventi concreti e mirati a ogni fascia d'età, perché la salute è un diritto di tutti e deve essere declinata secondo le esigenze di ogni momento della vita".
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(Adnkronos) - Funzionari del Cremlino e il ministero della Difesa russo hanno annunciato che le forze di Mosca hanno raggiunto il confine tra l'oblast' di Donetsk e la regione, non ancora dichiarata annessa dalla Russia, di Dnipropetrovsk, dove stanno conducendo operazioni offensive. Il ministero ha reso noto che elementi della 90ª Divisione Corazzata russa hanno raggiunto il confine occidentale dell'oblast', dove continuano a portare aventi la loro offensiva.
L'Institute for the Study of War (Isw), nel suo ultimo aggiornamento sulla guerra in Ucraina, mette a confronto il nuovo successo di Mosca con le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che sempre ieri ha confermato che le forze russe "hanno iniziato un'offensiva" nell'oblast' di Dnipropetrovsk e soprattutto ha minacciato che coloro che non riconoscono le attuali 'realtà della guerra' sul campo di battaglia durante i negoziati riceveranno nuove realtà sul campo". In altre parole: "Meglio che, in sede di trattativa, Kiev si 'accontenti' della situazione 'de facto', prima che sia costretta ad accettare condizioni ben peggiori, con altri territori da cedere a Mosca".
I funzionari del Cremlino hanno ripetutamente affermato che qualsiasi negoziato per porre fine alla guerra deve considerare le "realtà sul campo" (un riferimento all'attuale linea del fronte in Ucraina) - ricorda il think tank americano - per chiedere che l'Ucraina ceda alle richieste della Russia sotto la minaccia di ulteriori richieste russe. Un milblogger russo ha affermato ieri che le forze russe hanno raggiunto il confine tra l'oblast' di Donetsk e Dnipropetrovsk a nord-ovest di Horikhove (a sud-est di Novopavlivka) e sono avanzate a sud-est di Muravka (a nord-est di Novopavlivka), a ovest di Kotlyarivka (a est di Novopavlivka) e a ovest e sud-ovest di Bohdanivka (a sud-est di Novopavlivka). Al momento della stesura di questo documento, l'Isw non ha rilevato prove geolocalizzate di queste presunte avanzate in prossimità del confine dell'oblast' di Dnipropetrovsk.
L'Isw aveva previsto nel novembre 2024 che il comando militare russo potrebbe avanzare nella parte più sud-orientale dell'oblast' di Dnipropetrovsk per interdire le linee di comunicazione terrestri ucraine che supportano le posizioni di Kiev nell'oblast' di Donetsk e per circondare queste posizioni a supporto della più ampia campagna russa per la conquista dell'intero oblast' di Donetsk".
"Il portavoce del Gruppo di forze ucraino Khortytsia, il colonnello Viktor Trehubov - prosegue l'Isw - ha dichiarato ieri che i combattimenti continuavano in direzione di Novopavlivka, ma solo nell'oblast di Donetsk. Il portavoce di una brigata ucraina operante nell'area ha affermato che le forze russe non hanno attraversato il confine tra l'oblast di Donetsk e Dnipropetrovsk. Il quotidiano ucraino Suspilne ha riportato che il rappresentante dello Stato maggiore ucraino Andriy Kovalev ha dichiarato che le affermazioni secondo cui le forze russe avrebbero attraversato il confine sono 'disinformazione russa' e non vere. I dati del Fire Information for Resource Management (Firms) della Nasa mostrano anomalie termiche e infrarosse rilevate dai satelliti lungo il confine tra il Donetsk e il Dnipropetrovsk, e le immagini satellitari raccolte il 7 e l'8 giugno mostrano la comparsa di nuovi crateri di artiglieria vicino al confine con il Dnipropetrovsk".
"I dati Firms e i crateri di artiglieria vicino al confine indicano missioni di artiglieria nell'area e non sono incoerenti con le dichiarazioni ufficiali ucraine sulla continuazione dei combattimenti nell'oblast' di Donetsk a est del confine. L'Isw ritiene che l'attuale attività tattica russa nelle vicinanze dell'oblast' di Dnipropetrovsk sudorientale sia una continuazione degli sforzi offensivi russi in corso nel Donetsk sudoccidentale, non l'inizio di una nuova importante operazione offensiva per conquistare territorio operativamente significativo nel Dnipropetrovsk. Funzionari russi hanno ripetutamente segnalato che il Cremlino nutre ambizioni territoriali più ampie in Ucraina, incluso il Dnipropetrovsk".
"I funzionari russi hanno chiesto alla Russia di controllare le aree del fiume Dnipro che attraversano l'oblast di Dnipropetrovsk e invocano regolarmente il concetto di 'Novorossiya' del Cremlino, che include tutta l'Ucraina orientale e meridionale. Isw ha osservato che nel maggio 2025 la Russia stava definendo le condizioni per stabilire un controllo permanente sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata dai russi, suggerendo che Mosca potrebbe pianificare di occupare e annettere l'oblast di Dnipropetrovsk. Il vice capo dell'ufficio presidenziale ucraino, il colonnello Pavlo Palisa, ha anche dichiarato il 5 giugno che la Russia intende occupare l'intera Ucraina sulla riva orientale del fiume Dnipro, compresa l'oblast orientale di Dnipropetrovsk, entro la fine del 2026".
Leggi tutto: Ucraina, Russia potrebbe chiedere nei negoziati annessione Dnipropetrovsk: l'analisi
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