(Adnkronos) - Donald Trump punge Greta Thunberg. La 22enne svedese è stata bloccata da Israele con altri attivisti mentre tentava di arrivare a Gaza con una nave. Il presidente degli Stati Uniti, reduce da un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, risponde ad una domanda dei media. "E' una persona strana, è una giovane arrabbiata. Non so se sia vera rabbia, è difficile da credere. Ho visto cos'è successo, sicuramente è diversa... Penso che dovrebbe frequentare un corso per la gestione della rabbia, questa è la mia raccomandazione principale", dice Trump. E' d'accordo sul fatto che sia stata rapita da Israele? "Credo che Israele abbia altro a cui pensare...".
Greta Thunberg, a cui da adolescente è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, da giovanissima è diventata un'attivista per il clima diventando un punto di riferimento del movimento #Fridaysforfuture. Nel 2019, durante il primo mandato di Trump, fecero il giro del mondo le immagini del 'quasi incontro' tra i due. Entrambi si trovavano nella sede dell'Onu, per due eventi distinti, e Trump sfilò davanti alle telecamere sotto lo sguardo severissimo della giovane attivista.
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(Adnkronos) - Apa (Associazione produttori audiovisivi) ha annunciato la nomina di Claudio Cappon come presidente di Apa Service e Domenico Barbuto come segretario generale della stessa associazione. "La nomina di due professionisti di grande valore rappresenta un’ottima notizia per APA e per l'intero settore dell’audiovisivo", dichiara Chiara Sbarigia, presidente di Apa. "La loro esperienza, competenza e visione contribuiranno in modo significativo alla crescita e all’evoluzione della nostra associazione, rafforzando il nostro impegno per un settore sempre più competitivo e innovativo".
Claudio Cappon, laureato in Economia e Commercio, ha ricoperto il ruolo di direttore generale della Rai e vice presidente dell'Unione delle televisioni europee. È stato presidente dell’Associazione Produttori Televisivi, dal 2015 è membro del Consiglio di Amministrazione di Apa Service Srl e dal 2016 Segretario Generale della Copeam (Conferenza Permanente dell’Audiovisivo Mediterraneo). È stato anche presidente del progetto Jti (Journalism Trust Indicators) nel 2019. Domenico Barbuto, laureato in Giurisprudenza, ha una lunga carriera nel settore delle relazioni istituzionali in ambito culturale. Segretario generale dell’Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), è membro del Consiglio Superiore dello Spettacolo e docente in master e corsi universitari sulla legislazione e gestione dello spettacolo.
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(Adnkronos) - "Continuare a pretendere verità e giustizia per Emanuela a 42 anni dal suo rapimento". Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983 a Roma, lancia per sabato 21 giugno una sit-in in piazza Risorgimento, a partire dalle 18, alla vigilia dell'anniversario dei 42 anni dal giorno in cui la sorella sparì nel nulla. "Ogni anno dico la stessa cosa, che spero sia l'ultimo anno senza la verità, e purtroppo non è così", spiega all'Adnkronos Pietro Orlandi.
Una parola del Papa durante l'Angelus che domenica cadrà proprio nel giorno della ricorrenza della scomparsa, l'auspicio del fratello di Emanuela, che all'Adnkronos sottolinea: "Sarebbe bellissimo e giusto se il Papa durante l'Angelus prendesse una posizione".
L'iniziativa per Emanuela quest'anno si terrà a poco più di un mese dall'inizio del nuovo pontificato di Leone XIV: anche se l'Angelus è un momento particolare, il fratello di Emanuela osserva che "ricade proprio nel giorno dell'anniversario della scomparsa di una cittadina vaticana e in fondo in Vaticano c'è un'inchiesta aperta". Per questo "sarebbe bellissimo" se il Papa ricordasse Emanuela: "Basterebbe una parola per dire: 'Facciamo di tutto per arrivare alla verità", sottolinea Pietro Orlandi aggiungendo che fu proprio il nuovo Pontefice, a maggio scorso, incontrando il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, a sottolineare l'importanza di queste parole affermando "l’aspirazione della Chiesa – e mia personale – di raggiungere e abbracciare ogni popolo e ogni singola persona di questa terra, desiderosa e bisognosa di verità, di giustizia e di pace". "Sarebbe bello se il pontefice prendesse una posizione e sono sicuro che in tantissimi lo apprezzerebbero - conclude il fratello di Emanuela - E io spero anche che possa ricevermi, che ci sia una volontà di incontrare la nostra famiglia".
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(Adnkronos) - Fratelli d'Italia, Pd e M5S crescono. E' il quadro del sondaggio Swg per il Tg La7 che fotografa le intenzioni di voto se si andasse alle elezioni oggi, 9 giugno 2025. Fratelli d'Italia rimane ampiamente il primo partito e continua a salire. La formazione guidata da Giorgia Meloni guadagna lo 0,2% e arriva al 30,7%, avvicinandosi alla soglia del 31%. Passo avanti del Pd che cresce dello 0,3% e consolida la posizione di seconda forza al 23,4%.
In ascesa anche il Movimento 5 Stelle, che aggiunge lo 0,1% rispetto al rilevamento della scorsa settimana e arriva al 12,5%. Passo indietro di Forza Italia, che cede lo 0,1% e si attesta all'8%. Perde di più la Lega, che cede lo 0,3% e scivola al 7,9% cedendo la quarta posizione agli azzurri. Verdi e Sinistra si collocano al 6,5%. Più indietro Azione (3,4%), Italia Viva (2,5%), +Europa (1,4%), Noi Moderati (1%).
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(Adnkronos) - Da parte del governo, "massimo impegno a tutti i livelli" per il rilancio della siderurgia e la tutela dell'occupazione. Lo sottolinea Palazzo Chigi in una nota, al termine della riunione fra governo e organizzazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto, presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
L'esecutivo ha chiarito, inoltre, che la trattativa per la vendita dell'ex Ilva "prosegue con continue interlocuzioni" e ha assicurato la copertura finanziaria per il proseguimento delle attività dell'azienda attraverso un decreto legge. Sono state confermate le attuali condizioni per il beneficio della Cig. Per il governo, erano presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone. Presente il consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Per i sindacati, hanno partecipato i rappresentanti di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager. Presenti i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.
"In questo momento lo Stato deve fare lo Stato fino in fondo, assumersi la responsabilità della gestione con capitale proprio e rilanciare l’ex Ilva", ha poi detto Michele de Palma, il segretario generale della Fiom, uscendo da Palazzo Chigi al termine del tavolo con il governo.
"L’incontro di oggi - aggiunge de Palma - non da le garanzie che abbiamo chiesto nell’incontro precedente. L’unico elemento che è venuto fuori è che il governo ha intenzione di fare un nuovo decreto su Ilva che prova a garantire un elemento di continuità”.
Su Baku Steel de Palma ha chiarito che “ad oggi non abbiamo ulteriore informazioni al riguardo di ulteriori trattative”.
“L’incontro di oggi non ha lasciato elementi di discussione: siamo al punto a cui ci siamo lasciati l’altra volta, l’unico elemento di novità è che il governo è in subordine sulla trattativa con Baku, che è piena di debolezze”, ha commentato Sasha Colautti, membro dell’esecutivo Usb, alla fine del tavolo. Rispetto alle risorse, “il governo ha paventato il suo impegno per garantire la continuità produttiva e la cassa integrazione, ma si sta impegnando senza aver determinato alcun elemento di certezza”, ha proseguito.
“Non è andata bene, non ci sono novità ma solo un ulteriore lasso di tempo che il governo ha preso per fare un decreto per le risorse finanziarie per andare avanti. Tutte le nostre preoccupazioni e i problemi restano inalterati, non ci sono rassicurazioni sul futuro”, ha poi detto Rocco Palombella, leader Uilm. “Tra dieci 10 giorni il governo ha detto che ci darà risposte, ma noi riteniamo che il tempo è ormai scaduto e qualsiasi ipotesi di rinvio è negativa”, ha aggiunto.
“Oggi abbiamo avuto la garanzia sulla continuità finanziaria e una rassicurazione sui lavoratori, perché verrà data l’anticipazione – che nell’ultimo incontro era stata oggetto di preoccupazioni da parte nostra – e sarà garantita l’integrazione al 70% come da accordi. Abbiamo ribadito che i numeri però non possono andare oltre a quelli dello scorso aprile 2024, quando avevamo la quando situazione dell’altoforno 4”. E’ il bilancio del segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano.
Il governo, ha confermato il segretario, ha intenzione di varare un decreto “per finanziare la continuità produttiva, noi gli abbiamo chiesto fino a quando, perché è un termine non da poco, e la risposta è stata: ‘finché serve’”.
Inoltre, “ci hanno confermato che con Baku la trattativa è in corso ma per completare l’accordo serve l’Aia e l’accordo di programma quindi il ruolo del sindaco di Taranto sarà fondamentale per trovare la quadratura cerchio”. E ha concluso: “Abbiamo chiesto di essere aggiornati”.
"In un momento molto delicato e complesso per l’ex Ilva è fondamentale cercare le condizioni con tutti gli attori per salvaguardare i posti di lavoro e l’ambientalizzazione. Tale condizione molto complicata, con l’altoforno 1 sotto sequestro e l’altoforno 2 in fermata, che potrebbe ripartire entro la fine dell’anno, non garantisce la piena occupabilità", ha quindi detto il segretario nazionale Ugl metalmeccanici uscendo da Palazzo Chigi.
"Durante il confronto, il Governo ha confermato che individuerà le risorse economiche necessarie per affrontare la complessa situazione dell'azienda. Tuttavia - ha aggiunto Spera - è emerso che le decisioni definitive verranno prese solo dopo l'esito delle votazioni per il nuovo Sindaco di Taranto e con il nuovo accordo di programma istituzionale".
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(Adnkronos) - Tutto fermo sul dossier Ilva. Dall’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra sindacati e governo, infatti, non sono emerse novità, al di là dell’annuncio di un decreto in arrivo per liberare nuove risorse destinate alle casse di Acciaierie d’Italia. A quanto ammontino effettivamente queste risorse però non è chiaro: ancora non è stato definito. L’esecutivo assicura il “massimo impegno a tutti i livelli” per il rilancio della siderurgia e dell’occupazione, confermando peraltro le attuali condizioni della cassa integrazione per gli operai di AdI e una trattativa con gli azeri di Baku Steel che “prosegue con continue interlocuzioni”. Ma questo non basta a placare le inquietudini delle tute blu: “L’incontro non è andato bene” è il giudizio di Fiom e Uilm. “Non ci sono novità ma solo un ulteriore lasso di tempo, tutte le nostre preoccupazioni e i problemi restano inalterati, non ci sono rassicurazioni sul futuro'', dice Rocco Palombella, leader dei metalmeccanici di via Lucullo, a cui si accorda Michele De Palma, numero uno della Fiom che esorta: “In questo momento lo Stato deve fare lo stato fino in fondo, assumersi la responsabilità della gestione con capitale proprio". Più sfumata la posizione della Fim che però, pur registrando le rassicurazioni giunte sul fronte finanziario e occupazionale, tiene ferma la barra della cigs perché non oltrepassi i numeri del 2024.
Un incontro rapido, durato meno di un paio d’ore, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e che contava i ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e la ministra del Lavoro Marina Calderone insieme al consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caledoro, di fronte ai leader dei metalmeccanici di Fiom, Fim, Uilm, Uglm e Usb; presenti anche i rappresentanti di Invitalia, i Commissari straordinari di AdI in as e del gruppo Ilva.
Sullo sfondo le elezioni a Taranto, che hanno visto vincitore il candidato dem Piero Bitetti che ha messo subito al centro del suo mandato il dossier Ilva: “Taranto non è più la città dei ricatti” e questo “è un tema che affronteremo da subito interloquendo con il governo per capire cosa vuole fare con le proposte di acquisto”.
Il punto nevralgico della questione che ora si apre riguarda la nave rigassificatrice proposta da Baku Steel e parte dell’accordo di programma funzionale alla chiusura della compravendita con la cordata azera, a sua volta alla base della nuova autorizzazione integrata ambientale (Aia) e della timeline di 12 anni per la decarbonizzazione. Sul punto, c’era stata un’apertura da parte del governatore della Puglia Michele Emiliano, e ora dunque si attende di capire quale sarà, praticamente, la posizione del primo cittadino della città jonica. In ballo c’è il rischio che, altrimenti, il tribunale di Milano deliberi la chiusura degli impianti in ottemperanza alla sentenza della Corte europea. Proprio per questo “Il ruolo del sindaco di Taranto sarà fondamentale per trovare la del cerchio'', ha evidenziato anche il segretario Fim.
Sul capitolo lavoro, ha proseguito poi Uliano, “abbiamo ricevuto una rassicurazione per i lavoratori, perché verrà data l'anticipazione” della cassa integrazione e “sarà garantita l'integrazione al 70% come da accordi. Abbiamo ribadito – ha fatto presente – che i numeri però non possono andare oltre a quelli dello scorso aprile 2024, quando avevamo la quando situazione dell'altoforno 4”, cioè circa 3mila unità in totale.
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(Adnkronos) - "Un risultato che premia tutto il centrodestra e che, soprattutto, ha messo in evidenza che quando si punta sulla qualità dei candidati si ottengono i risultati". E' quanto afferma all'Adnkronos il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi commentando i risultati delle elezioni comunali a Matera dove è stato eletto sindaco Antonio Nicoletti, candidato del centrodestra.
"Matera ha voluto puntare sulla qualità, ha puntato su Nicoletti che io conosco da tanti anni: l'ho voluto all'azienda del turismo e ha portato Matera e la Basilicata a livelli nazionali e internazionali - continua - Questo è molto importante per tutti i cittadini materani che avranno un punto di riferimento".
Bardi ha aggiunto che con un sindaco di centrodestra "si potranno fare cose egregie per una città che è fiore all'occhiello della nostra regione". In generale per il centrodestra, ha concluso: "Penso sia un bel risultato, non facile, ma siamo riusciti con una campagna mirata e con un candidato vincente".
(Adnkronos) - Sono state ufficializzate le formazioni di Italia-Moldavia, che alle 20:45 al Mapei Stadium di Reggio Emilia giocheranno la partita, rispettivamente, numero 2 e 3 del proprio percorso nel girone I di qualificazioni ai Mondiali 2026. Il commissario tecnico Luciano Spalletti rispetto alla sfida a Oslo cambia in difesa con Coppola sostituito da Ranieri, poi cambia 4/5 del centrocampo con il solo Tonali ancora titolare, in avanti confermata la coppia Retegui-Raspadori. Dall'altra parte, rispetto all'ultima sfida il 25 marzo contro l'Estonia, persa 2-3, il tecnico Serghei Clescenco cambia molto, a partire dal portiere con Avram preferito a Kozhukhar per il terzo portiere diverso in 3 partite, ma anche in difesa e a centrocampo, passando dal 4-2-3-1 al 3-4-3, con gli uomini offensivi che rimangono gli stessi rispetto all'ultima sfida.
Questi gli 11 iniziali: Italia (3-5-2): Donnarumma; Di Lorenzo, Bastoni, Ranieri; Cambiaso, Frattesi, Ricci, Tonali, Dimarco; Raspadori, Retegui. Commissario tecnico: Luciano Spalletti.
Moldavia (3-4-3): Avram; Baboglo, Mudrac, Dumbravanu; Platica, Ionita, Bodisteanu, Reabciuk; Caimacov, Nicolaescu, Postolachi. Commissario tecnico: Serghei Clescenco.
(Adnkronos) - La tortura nelle carceri in Russia sta diventando sistematica. Ne sono vittima tutti i prigionieri di guerra ucraini contro cui vengono anche aperti casi penali, i prigionieri politici ucraini e tutti i prigionieri politici russi condannati per terrorismo, mentre non ci sono dati certi sull'insieme dei detenuti politici russi, denuncia in una intervista all'Adnkronos Oleg Orlov, fra i fondatori di Memorial, nel febbraio del 2024 condannato in Russia a due anni e sei mesi di carcere per discredito ripetuto delle forze militari e poi liberato e fatto uscire dalla Russia nello scambio di prigionieri fra Russia e Stati Uniti dell'agosto dello scorso anno. In cinque strutture detentive tali abusi avvengono in modo sistematico: Taganrog - 'carcere di tortura, a cui vengono destinati prigionieri da tutta la Federazione russa, destinazione ultima della giornalista ucraina Viktoria Roshchyna, detenuta per un anno, il cui corpo è stato restituito alla famiglia tardivamente e privo di alcuni organi interni - Cherepovets, nell'Oblast di Volgodskaya, il centro di correzione numero 10 in Monrovia, e i Sizo 1 e 5 di Rostov. "La situazione in Russia sta peggiorato. Il sistema repressivo è sempre più crudele e sempre più violento. Il ricorso alla tortura è confermato", aggiunge Orlov.
"Le proteste in Russia proseguono, anche se solo con azioni individuali. La società civile rimasta in Russia lavora ora in regime di semi o totale clandestinità e continua a fare quello che faceva prima, ovviamente con risultati meno efficaci di prima". L'attivismo si concentra nel sostegno ai civili ucraini, ai prigionieri di guerra ucraini e dei detenuti politici russi", rende noto l'attivista.
"Non è solo Memorial a operare in Russia, sono tantissime le organizzazioni che prestano aiuto, anche i gruppi di iniziativa come quelli che lavoravano in Urss, vale a dire, gruppi di dieci, quindici persone che seguono uno, due o tre detenuti politici, si occupano di inviare loro pacchi in carcere, lettere, che raccolgono denaro per assistenza medica e legale dei detenuti, li ritrovano e raccolgono informazioni sul caso. Fanno un lavoro molto concreto, questo tanto per gli ucraini che per i russi".
Il rischio per loro è enorme. Ed è un bene non conoscere i loro nomi o dove si trovano. Continua ad aumentare in Russia il numero di detenuti politici. Sono sempre di più. Memorial ha documentato 975 casi certi. (qualche anno fa i dossier nel database aperto dall'organizzazione erano 400, lo scorso anno 700). "E parliamo di casi provati, con un lavoro molto lungo e lento". Sono invece 3mila sospetti detenuti politici, dossier che non sono ancora stati controllati a fondo", spiega Orlov, a Roma insieme a Oleksandra Romantsova, direttrice esecutiva del Centro per le libertà civili di Kiev e Leanid Sudalenka, della bielorussa Viasna, le organizzazioni che con Memorial nel 2022 hanno ricevuto il Premio Nobel per la pace, per una serie di incontri, domani alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, poi all'Istituto affari internazionali. Mercoledì i tre attivisti parteciperanno all'udienza generale di Papa Leone XIV in Piazza San Pietro.
"Quanto posso dire con sicurezza è che tutti i prigionieri politici ucraini e russi accusati di terrorismo, hanno subito torture mentre per i detenuti politici russi non ci sono cifre esatte", aggiunge Orlov. (I prigionieri di guerra ucraini condannati poi per reati penali, o contro cui sono stati aperti casi penali in Russia, e i civili ucraini coinvolti in casi penali sono 427 dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte delle forze di Mosca).
Esistono in Russia più di cento strutture detentive in cui vengono trasferiti i prigionieri di guerra ucraini che sono completamente isolati, senza status. Vengono trasferiti con altri detenuti, nelle carceri ordinarie solo dopo una eventuale condanna. Lo scambio di mille prigionieri per parte concordato nel negoziato di Istanbul fra Russia e Ucraina è un risultato importante, sottolinea Orlov, impegnato per promuovere la campagna internazionale "People First", perché siano esercitate pressioni sulle parti per inserire come priorità la liberazione di tutte le persone detenute in seguito all'invasione russa dell'Ucraina nell'agenda delle trattative per la fine della guerra in Ucraina. "Noi continuiamo a parlare dei prigionieri politici e della repressione. C'è la possibilità di informarsi sui diversi canali, nei nostri siti e nei nostri interventi pubblici. Chi vuole sapere cosa accade, ha la possibilità di informarsi", dice. "Come rappresentanti della campagna internazionale People First, per la liberazione di chi è stato detenuto dopo l'inizio dell'invasione, ci rivolgiamo a tutti. All'Europa, alla Turchia. Perfino a Trump. Ai Paesi Brics che possono davvero influenzare le decisioni di Putin", spiega ancora.
"Se diminuiscono le pressioni esterne sulla Russia, se diminuisce l'attenzione, dopo l'Ucraina la guerra proseguirà in altri Paesi. Nei Baltici o in Moldova", afferma quindi Orlov. "O una democrazia vuole e sa difendersi, anche con le armi, o soccomberà a un qualche autoritarismo", aggiunge parlando del programma ReArm Europe, ricordando che a innescare il crollo dell'Urss era stato il programma di aumento di spese militari varato da Ronald Reagan che aveva costretto Mosca a fare lo stesso. "Non vedo tante alternative se non aumentare i bilanci della difesa. L'alternativa è arrendersi a Putin", incalza. "Se non ci sarà una Europa unita, alcuni di questi Paesi (dello spazio ex sovietico, ndr) saranno occupati o sotto qualche forma di controllo o influenza russa". (di Simona Poidomani)
Leggi tutto: Russia, Orlov: "Contro detenuti per terrorismo o ucraini in atto torture sistematiche"
(Adnkronos) - “La denatalità è decisamente una questione culturale, perché la questione economica nei Paesi sviluppati e occidentali è in parte superata dalle tecnologie. Immaginate che il nostro Pil medio nel Mezzogiorno era di 16.000 euro, oggi è di 19.000, e in Italia è già superiore ai 30.000 euro. Quindi non è solo un fattore economico”. Lo ha dichiarato Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, durante la presentazione della ricerca sulla propensione alla genitorialità nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio.
Secondo Foti, “gli intervistati indicano come elemento chiave della scelta di fare figli il recupero del rapporto con la famiglia di origine, vista come un aspetto di sicurezza impermeabile sul piano delle insidie della società”. Il presidente ha poi annunciato un’iniziativa concreta nata anche dal confronto con il ministero: “Gli stimoli dati anche dal ministro Roccella ci hanno consentito di proporre oggi un Osservatorio permanente sulla genitorialità e sulla ‘Silver Goal’, combinando queste due cosiddette emergenze – quella della natalità e quella legata agli anziani – per trasformarle in opportunità. Per il futuro saranno oggetto di una ricerca ancora più approfondita, affinché questi due mondi possano dialogare”.
Infine, un’apertura sul fronte delle politiche fiscali: “In un Paese dove un genitore dà una mano a un figlio, perché non avere anche dei vantaggi fiscali? Insomma, siamo in corso d’opera”.
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