
“Suzuki, fin dalla sua fondazione, ha nel dna la volontà di migliorare la vita dei propri Clienti e anche dei potenziali Clienti, attraverso diversi metodi, uno dei quali è il prodotto che conosciamo, quindi le auto, le moto o i motori fuoribordo, tutti orientati a cercare di impattare il meno possibile sulle risorse del pianeta. In effetti, Suzuki investe molto e investirà molto sul risparmio di massa del peso delle vetture: dove c'è meno acciaio, meno alluminio e meno plastica sicuramente si è sfruttato meno il nostro pianeta, che ha risorse limitate”. Così Massimo Nalli, Presidente e Ceo di Suzuki Italia, ha commentato la strategia tecnologica che il brand giapponese ha annunciato a livello globale per i prossimi 10 anni. (Video[1])
Tra gli obiettivi di Suzuki c’è anche quello di porsi come leader della mobilità del futuro: “Uscendo dai tre prodotti classici – spiega Nalli - Suzuki sta sviluppando anche una micro mobilità, pensata, ad esempio, per le persone che sono avanti con l'età, che in Giappone come in Italia sono una forte componente della popolazione. Inoltre, robot innovativi che possono agire anche come trasporto di emergenza in scenari ostili come quelli delle calamità naturali”.
L’incontro con Nalli ha offerto anche l’opportunità di analizzare l’andamento dell’anno che sta per concludersi. “Il mercato del 2025 non è stato particolarmente frizzante. Alla fine di ottobre perdeva poco meno del 3% e il mese di novembre sta facendo un pareggio con l'anno scorso. Suzuki si sta muovendo molto bene, difendendo il 2% di quota di mercato, tenendo presente che, a causa di normative sempre più stringenti sui motori termici, abbiamo perso un modello importante come Ignis. Per fortuna, abbiamo Swift, che appartiene allo stesso segmento e ha tutte le caratteristiche che ci si aspetta da una Suzuki, compresa la trazione integrale”.
Ecco perché, per i prossimi 10 anni Suzuki ha pensato a una strategia tecnologica “multi-strada” che non scommetterà su una tecnologia vincente sulle altre, ma terrà aperte diverse vie. Per quanto riguarda l'Europa dipenderà dalla normativa. Suzuki sta guardando con molta attenzione questa fase decisionale e politica, dove si potrebbero aprire scenari che fino a qualche anno fa sembravano essere completamente chiusi dall'unica soluzione che l'Europa sembrava volere, quella dell'elettrico”.
Nel 2026 Suzuki presenterà per la prima volta modelli elettrici come eVitara che “è già acquistabile, anche se non ancora fisicamente arrivata nelle concessionarie Suzuki italiane, ed è il primo esempio di vero fuoristrada con trazione elettrica. È una vettura dotata di due motori, uno sull'asse anteriore da 174 cavalli e uno sull'asse posteriore da 65 cavalli. Una vettura performante che, nella tradizione Suzuki, ha un'ottima trazione anche in fuoristrada. Sarà la prima proposta di soluzione elettrica, ma nella visione di Suzuki non sarà l'unica tecnologia del futuro – sottolinea. Continueremo a investire sull'ibrido, che è il segmento che il mercato ha dimostrato di gradire maggiormente. In alternativa all'ibrido e all'elettrico, Suzuki sta investendo molto nei biocarburanti, in particolare quelli derivati dagli scarti dell'agricoltura, l'etanolo e quelli che sono, invece, derivati dagli scarti degli allevamenti, il biometano” conclude.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, oggi a Milano la storica Palazzina degli Orafi, sede di Fondazione Fiera Milano, sarà illuminata di rosso. Un segno con cui la Fondazione desidera ribadire la necessità di mantenere alta l’attenzione su un tema che continua a rappresentare un’emergenza sociale. Lo rende noto la stessa Ffm, sottolineando che i numeri confermano la gravità e la diffusione della violenza di genere nel nostro Paese: sono circa 6 milioni e 400mila le donne italiane tra i 16 e i 75 anni che hanno subìto nel corso della vita almeno una forma di violenza fisica o sessuale. Nel dettaglio, il 18,8% ha subìto violenze fisiche, mentre il 23,4% ha subìto violenze sessuali.
"In una giornata come questa -spiega il presidente di Fondazione Fiera Milano, Giovanni Bozzetti- è fondamentale ribadire che ciascuno, nel proprio ruolo, ha il dovere di contribuire alla costruzione di una cultura fondata sul rispetto e sulla tutela. Illuminare la nostra sede è un gesto semplice, ma rappresenta il nostro impegno nel sensibilizzare la comunità e nel ricordare che la violenza non è mai un fatto privato: è una ferita collettiva, che richiede responsabilità, consapevolezza e azioni concrete".
Fondazione Fiera Milano, da sempre legata al territorio da un forte rapporto di reciprocità, rafforza il proprio impegno nel promuovere uguaglianza e integrazione sociale, elementi essenziali per lo sviluppo della comunità. Attraverso iniziative mirate a favorire l’inclusione e ridurre le diseguaglianze, la Fondazione pone l’innovazione sociale al centro del suo operato, sostenendo progetti ad alto impatto e collaborando con enti e istituzioni. Le recenti emergenze sociali globali hanno confermato questa vocazione, che continuerà a guidarne le attività future, con particolare attenzione alle fasce più fragili. Con questa iniziativa, la Fondazione rinnova infine la propria adesione alle campagne di sensibilizzazione contro ogni forma di violenza e discriminazione, promuovendo un messaggio di solidarietà e rispetto.

“Alla luce dell’evoluzione dei rapporti tra Italia e Paesi del Golfo, riteniamo che questa sia la fase ideale per aprire una nuova stagione di cooperazione. Per questo Protom ha definito un piano industriale che prevede, nei prossimi cinque anni, investimenti mirati proprio nell’area del Golfo, con l’obiettivo di avviare partnership stabili nei settori dell’innovazione”. Lo dichiara in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia il fondatore di Protom, Fabio De Felice, a margine del Forum imprenditoriale Italia Arabia Saudita, iniziato oggi a Riad. De Felice da anni è tra i membri italiani della task force dedicata al digitale del B20, il business forum del G20.
L’azienda è certificata Elite, il programma di Borsa Italiana per le aziende ad alto potenziale ed è entrata in TechShare è il programma di preparazione alla quotazione di Euronext dedicato alle società tecnologiche. “Da oltre trent’anni - spiega - Protom lavora per portare soluzioni ad alto valore aggiunto alle imprese e alle istituzioni, con un approccio che combina competenze tecniche, cultura del progetto e una forte identità italiana. L'azienda è la prima kti company italiana che opera in diversi settori dell’innovazione tecnologica, dalla digital transformation allo smart manufacturing”.
“L’intervento del ministro Tajani a Riad - commenta - conferma una realtà che come imprenditori italiani percepiamo da tempo: l’Arabia Saudita non è più soltanto un mercato in espansione, ma un partner strategico con cui costruire progetti di lungo periodo. La Vision 2030 rappresenta una delle più grandi trasformazioni economiche al mondo, e l’Italia ha oggi l’opportunità di inserirsi in modo strutturale in questo processo. Quello che emerge dal summit è un messaggio chiaro: non parliamo solo di scambi commerciali, ma di cooperazione industriale, di innovazione condivisa e di investimenti bilaterali".
Secondo De Felice ,"il fatto che siano già stati siglati accordi per circa 10 miliardi di dollari conferma che i due Paesi stanno costruendo un vero partenariato, che unisce know-how italiano e capacità di investimento saudita. Rispetto ai piani strategici della mia realtà intravedo diverse scenari in diversi settori dall’energia alla transizione sostenibile alla tecnologia. L’Italia ha competenze tecnologiche d’eccellenza su varie dimensioni tecnologiche mentre l’Arabia Saudita sta investendo in modo massiccio su questi fronti. L’incontro tra queste due realtà può generare filiere nuove e progetti ad alta scalabilità”.
“Queste aree - sottolinea - unite al nuovo corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa, offrono all’Italia la possibilità di posizionarsi come piattaforma mediterranea della crescita. Per questo ritengo che sia il momento giusto per un approccio più integrato: imprese, università e istituzioni italiane devono presentarsi come un unico sistema in grado di costruire valore, non solo di vendere prodotti. L’Italia e l’Arabia Saudita hanno oggi una convergenza strategica: loro cercano tecnologia e competenze, noi cerchiamo nuovi mercati e stabilità nelle catene del valore. La collaborazione tra i due Paesi può essere una leva fondamentale per la nostra competitività globale”.

Contrastare la violenza sulle donne favorendone l'indipendenza economica. Una battaglia sociale, culturale e valoriale che i Consulenti del lavoro conducono attraverso l'intesa siglata con la 'Fondazione Doppia Difesa', con l’obiettivo di ampliare le opportunità lavorative delle vittime di violenza attraverso la formazione, l'inserimento e la ricollocazione nel mondo del lavoro.
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, la categoria mette a disposizione un opuscolo illustrativo che riassume le misure esistenti per aiutare le donne a ritrovare la loro libertà.
Dal sostegno economico per l’autonomia abitativa e personale, agli incentivi alle assunzioni per i datori di lavoro fino al congedo retribuito e all’assegno di inclusione.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha inaugurato l'Unità di Medicina d'urgenza del Policlinico Tor Vergata di Roma, realizzata grazie ai fondi del Giubileo e destinati al Dipartimento di Emergenza e Accettazione (Dea). L'intervento, consegnato nei tempi programmati - si legge in una nota - costituisce un tassello strategico nel rafforzamento dell'area dell'Emergenza e Urgenza, in un contesto di crescita costante degli accessi al Pronto soccorso. Negli ultimi anni, infatti, il Policlinico Tor Vergata ha registrato un incremento significativo della domanda assistenziale urgente, con un aumento dei pazienti ad alta complessità clinica e un ricorso più frequente ai percorsi di osservazione e trattamento intensivo. Il completamento dell'Unità di Medicina d'urgenza risponde a questa esigenza, offrendo nuovi spazi, tecnologie avanzate e un'organizzazione più efficiente per la presa in carico dei pazienti acuti.
Situata al 4° piano della Torre 8, la nuova unità - descrive la nota - dispone di 20 posti letto, già pienamente operativi. La dotazione comprende: 14 posti letto di degenza ordinaria (6 stanze doppie e 2 stanze singole, di cui una con bagno accessibile alle persone con disabilità); 6 posti letto monitorizzati, conformi agli standard della Terapia sub-intensiva, collocati in 3 stanze doppie poste all'ingresso del reparto. Gli spazi sono stati progettati per garantire un'assistenza tempestiva, continuativa e multidisciplinare, facilitando la gestione dei pazienti che necessitano di monitoraggio clinico avanzato e/o di una rapida stabilizzazione prima del trasferimento nei reparti specialistici.
L'intervento di ristrutturazione e completamento ha interessato circa 1.000 metri quadrati di superficie funzionale, cui si aggiungono circa 300 metri quadrati di aree comuni e spazi di attesa, per un investimento complessivo pari a 4.209.000 euro. L'ampliamento permette al Dea di disporre di percorsi assistenziali più fluidi, riducendo tempi di attesa e congestione nelle aree ad alta intensità del Pronto soccorso. Con questo intervento strategico - conclude la nota - il Policlinico Tor Vergata conferma il proprio impegno nel migliorare la qualità dei servizi e nel rendere il percorso di emergenza-urgenza più efficiente, accessibile e adeguato ai bisogni di una popolazione in continua evoluzione.

Regione Lombardia chiede che l’Europa riconosca la ‘specialità’ delle zone alpine come ‘ambiti economicamente fragili’, dunque meritevoli di maggiori investimenti e politiche ad hoc, con l’obiettivo di creare condizioni favorevoli per residenti e imprese e mitigare così i fenomeni di spopolamento.
La proposta lombarda è stata presentata oggi dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, durante assemblea generale di Eusalp (l’Alleanza europea delle regioni alpine) in corso di svolgimento a Innsbruck, in Austria.
L’idea è mutuare a livello europeo e transnazionale l’esperienza delle ‘Zone economiche speciali’, prevedendo per le aree montane una serie di strumenti specifici (incentivi, agevolazioni e semplificazioni normative) comuni ai diversi territori transfrontalieri, in modo da creare uno ‘spazio economico alpino’ attrattivo per le aziende e in particolare per l’imprenditorialità giovanile.
“Riconoscere a livello europeo le 'Zone montane' come 'Aree di interesse strategico' – ha detto Guidesi – significa individuare e ‘mettere a sistema comune’ azioni applicabili in modo ampio e trasversale su tutte le Alpi. Occorre offrire nuove opportunità soprattutto ai giovani, attrarre capitali e talenti, implementare gli investimenti in infrastrutture fisiche e digitali. Le risposte devono essere strutturali e coordinate, anche per riequilibrare situazioni di svantaggio territoriale e di squilibrio tra zone confinanti”.
Per ottenere questi risultati, secondo l’assessore Guidesi, è anzitutto fondamentale rafforzare la ‘governance’ e il peso politico di Eusalp, la ‘Strategia Macroregionale Alpina’ attiva dal 2013 che coinvolge 7 Paesi (80milioni di cittadini) e 48 istituzioni tra Regioni, Lander, Cantoni e Province Autonome accumunati dalla medesima area geografica. Si tratta dell’unico ente europeo a cui partecipa anche la Svizzera.
“C’è la necessità – ha proseguito Guidesi - che l’Unione Europea strutturi una politica di bilancio sulla Macroregione Alpina a favore di progetti di dimensione interregionale e transfrontaliera. Eusalp deve diventare una piattaforma politica più incisiva, attraverso cui intensificare la cooperazione transnazionale tra i territori alpini e il confronto costruttivo con la Commissione Europea e tutti i decisori europei”.
La proposta operativa della Lombardia prevede, come prima fase, una mappatura delle ‘buone pratiche’ già attivate nei territori Eusalp da metter a ‘fattor comune’; una condivisione degli ambiti di azione prioritari; una ricognizione delle fonti di finanziamento attivabili, anche attraverso il ricorso a partnership pubblico-private; una definizione degli indicatori di monitoraggio per stabilire l’impatto e l’efficacia delle misure condivise.
“Solo agevolando la nascita e il consolidamento di una nuova generazione di imprenditori che vivono e lavorano in montagna – ha evidenziato Guidesi – possiamo innescare uno sviluppo economico strutturale e positivo. Come Lombardia vogliamo essere promotori di una nuova visione europea che rafforzi l’alleanza, la cooperazione e l’integrazione tra territori simili dal punto di vista sociale ed economico, i quali devono godere delle stesse condizionalità. La Macroregione Alpina può e deve giocare un ruolo più significativo e operativo sullo scenario continentale”.
“Le Olimpiadi invernali del prossimo anno – ha affermato Guidesi - saranno una straordinaria opportunità per i nostri territori, ma oggi abbiamo chiesto ai colleghi un ruolo più forte e più attivo politicamente di Eusalp, affinché anche tutti gli effetti positivi di eventi così straordinari possano rimanere e consolidarsi. Continuo a pensare che solo attraverso un ruolo attivo e sinergico tra regioni transfrontaliere possa concretizzarsi quell'Europa che ci hanno raccontato a scuola”.

"Un po' di finzione c'è...". Guillermo Mariotto ospite oggi, martedì 25 novembre, a La volta buona ha commentato il durissimo scontro andato in scena in diretta sabato scorso a Ballando con le stelle tra Barbara D'Urso e Selvaggia Lucarelli.
Le due, definite dallo stilista e giudice "prime donne", si sono confrontate in un botta e risposta accesso, probabilmente il più forte di questa edizione del dance show di Rai 1[1]. Tutto era cominciato dopo l'esibizione della conduttrice televisiva, in coppia con Pasquale La Rocca, quando la giurata l'aveva 'rimproverata' di nascondersi dietro il proprio ballerino. Un'accusa che Barbara D'Urso aveva respinto con ironia.
Lucarelli aveva poi alimentato lo scontro tirando in ballo contenuti pubblicati da Barbara sui social: "Tu dici che sei sottoposta a una demolizione psicologica lenta e logorante, e che questo programma è un purgatorio televisivo", aveva detto Lucarelli. "Sei qui per giudicare o per parlare di cosa scrivo sui social? Ecco perché mi fai ridere", aveva replicato D'Urso. Un'escalation fino al punto in cui D'Urso ha perso la pazienza: "Se continui a interrompermi sei scostumata". "Il pubblico si conquista con un po' di verità e tu non ce la regali mai", aveva concluso Lucarelli, chiudendo il confronto.
"È stato un confronto cavalleresco. Bisogna dire che un po' di finzione c'è... è un po' il ruolo del personggio, no?", ha cercato di spiegare Mariotto, giustificando l'attacco della collega Lucarelli alla conduttrice televisiva. Una lettura diversa quella di Rossella Erra, ospite anche lei a La volta buona: "Selvaggia con quell'attacco è entrata nella sfera privata di Barbara. Non era più solo la gara, ecco perché Barbara diceva 'un giudice non dovrebbe fare questo'".

Acea, primo operatore idrico italiano e secondo in Europa con 10 milioni di italiani serviti e 10 milioni all’estero, ha firmato un accordo con Mowah, azienda saudita di infrastrutture idriche ed energetiche per partecipare alla gara sulle attività di revamping e gestione operativa degli impianti di depurazione delle acque reflue in Arabia Saudita. L’intesa è stata firmata da Pierfrancesco Latini, Chief Risk Management, Sustainability & International Officer di Acea e Faisal Al Rayes, Amministratore delegato di Mowah con il fine di partecipare congiuntamente a progetti a lungo termine parte del bando della National Water Company, la società statale saudita che gestisce i servizi idrici e di trattamento delle acque reflue nel Paese. Fondata nel 2008 e interamente di proprietà del Public Investment Fund (Pif), la Nwc fornisce acqua, raccoglie e tratta le acque reflue e gestisce le tariffe di servizio, operando secondo principi commerciali e standard internazionali.
“Siamo molto soddisfatti del primo accordo con Mowah, una realtà di primo piano nello sviluppo e nella gestione delle infrastrutture idriche ed energetiche in Arabia Saudita. Si tratta di un passo significativo nella strategia di internazionalizzazione di Acea che punta a contribuire allo sviluppo in ambito idrico e ambientale, in particolare nella gestione dei rifiuti, confermando la nostra volontà di mettere a disposizione competenze, tecnologie e capacità operative per contribuire ai grandi processi di trasformazione in atto nel Paese nell’ambito della Vision 2030", sottolinea Pierfrancesco Latini, Chief Risk, Sustainability & International Officer del Gruppo Acea. "Per Acea, primo operatore idrico in Italia e secondo in Europa, poter contribuire allo sviluppo di sistemi idrici resilienti e avanzati in un mercato strategico come quello saudita è una straordinaria opportunità. Siamo pronti a lavorare insieme a Mowah e alle istituzioni saudite per generare valore condiviso e promuovere modelli di gestione sostenibile delle risorse idriche in linea con gli standard internazionali e con le priorità di sviluppo del Regno".
"Per Mowah, questa partnership con Acea si inserisce nel nostro ruolo di sviluppatore e operatore di infrastrutture integrate per acqua, acque reflue ed energia in tutta l’area - sottolinea Faisal Al Rayes, Chief Executive Officer di Mowah - Combinando l’esperienza internazionale di Acea con le competenze di Mowah nello sviluppo e nelle operazioni a livello regionale, lavoreremo insieme per ammodernare asset primari nel settore delle acque reflue, migliorare il riutilizzo e le prestazioni ambientali e sostenere gli obiettivi della Vision 2030 dell’Arabia Saudita per servizi pubblici sostenibili e comunità resilienti".
Acea espande la sua presenza internazionale ed è già presente in America Latina, con una presenza consolidata in Perù, Honduras e Repubblica Dominicana, dove i servizi idrici integrati servono oltre 10 milioni di persone. In Peru svolge attività di gestione operativa con sistema di captazione, trattamento e fornitura di acqua potabile oltre alla manutenzione della rete idrica e fognaria a Lima. Nella Repubblica Dominicana il Gruppo gestisce l’aspetto tecnico-commerciale del servizio idrico, mentre in Honduras gestisce in concessione il servizio idrico a San Pedro Sula. Acea, inoltre, partecipa alla cabina di regia del Piano Mattei per lo sviluppo di infrastrutture idriche nel continente africano.
Il Forum ha visto la partecipazione di oltre 900 aziende, tra cui circa 500 aziende italiane e oltre 450 aziende saudite alla presenza del Ministro degli Esteri Antonio Tajani e del Ministro saudita per gli investimenti, Khalid A. Al-Falih. L’Arabia Saudita è un Paese prioritario nel Piano d’Azione per l’Export italiano e il Business Forum si colloca in un momento storico in cui il Regno sta attraversando una profonda trasformazione economica, guidata dal programma di sviluppo 'Vision 2030'.

Altre quattro persone sono state fermate oggi, martedì 25 novembre, dalla Procura di Parigi per il clamoroso colpo al Louvre del 19 ottobre scorso quando una banda ha trafugato i gioielli della Corona francese beffando tutti i sistemi di sicurezza e mettendo a segno un furto talmente semplice e plateale da aver scioccato la Francia.
Chi sono i fermati
I fermati sono due uomini di 38 e 39 anni e due donne di 31 e 40, tutti originari della regione della capitale francese, ha annunciato la procuratrice capo di Parigi, Laure Beccau.
Per il furto erano già state arrestate nelle scorse settimane altre tre persone con precedenti, grazie al dna rilevato all'interno della cesta dell'elevatore utilizzato dai ladri per raggiungere la finestra, rompere il vetro e introdursi nel museo.
Il mistero dei gioielli
Resta invece ancora il più totale mistero sulla fine degli otto gioielli di inestimabile valore storico trafugati che, se venduti come semplici preziosi, potrebbero fruttare sul mercato fino a 88 milioni di euro.

E' morta oggi, martedì 25 novembre, Bruna Pinasco, moglie del disegnatore e vignettista satirico Sergio Staino. 'Bibi', come la chiamava il marito nelle sue celebri vignette, si è spenta all'età 74 anni a causa di una malattia incurabile. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal Comune di Scandicci, città alle porte di Firenze dove risiedeva la coppia, insieme alla famiglia.
La morte di Bruna è avvenuta a poco più di due anni dalla scomparsa di Staino, deceduto a 83 anni il 21 ottobre 2023. 'Bibi' nelle vignette era la moglie di Bobo, alter ego di Staino, e rappresentava il punto di vista femminile e complementare a quello del marito, che nutriva una grande fiducia nella sinistra italiana, senza però risparmiarle una severa autocritica.
"Voglio esprimere il dolore mio e di tutta la comunità di Scandicci per la perdita di una donna speciale - scrive in un messaggio la sindaca Claudia Sereni - Bruna Pinasco, con la sua presenza sempre discreta ma fondamentale, sapeva essere al centro delle relazioni insieme a Sergio. Aveva una straordinaria capacità di tenere insieme cose e persone, dall’attività di Sergio a quell’incredibile rete di amicizie che nella storia di questa coppia straordinaria ha saputo fare la differenza. 'Bibi' occupava un posto unico ed essenziale nelle vignette di Sergio, che non ha mai nascosto il grande amore per questa donna eccezionale, portatrice anche di un'altra cultura - quella peruviana - che arricchiva il modo in cui sapeva vivere e tenere unita la famiglia".
"La sua scomparsa - prosegue la prima cittadina - ci lascia un dolore profondo e una responsabilità ancora più grande nel custodire la memoria di due figure inscindibili. A soli due anni dalla morte di Sergio, oggi salutiamo anche lei. Farò di tutto affinché la sua figura possa essere valorizzata, perché la sua storia non è mai stata raccontata pubblicamente, anche per dare dignità al ruolo delle donne nella vita culturale del nostro Paese. Porteremo avanti gli impegni presi anche insieme alla Regione e alle altre istituzioni per valorizzare l'eredità culturale e artistica che questa grande coppia di 'scandiccesi' ci ha lasciato".
La camera ardente sarà allestita nei locali del Castello dell'Acciaiolo a Scandicci domani, mercoledì 26 novembre, dalle ore 13 alle 20.

All'indomani del voto per le regionali la politica sembra accelerare sulla riapertura del cantiere della legge elettorale. Tema che caratterizza da tempo il dibattito parlamentare, anche alla luce delle riforme costituzionali su cui la maggioranza sta lavorando, a partire dal premierato legato a doppio filo alla necessità di un nuovo sistema di voto 'compatibile' con l'elezione diretta del presidente del Consiglio, prevista nel testo di riforma. Il quadro delle leggi elettorali in vigore, su cui intendono intervenire i legislatori, presenta ad oggi una serie di norme diverse, che regolano le modalità di scelta di parlamentari, amministratori locali -dai governatori ai sindaci- e degli eurodeputati. Meccanismi che sono cambiati con frequenza nel tempo, e che oggi presentano sistemi che vanno dal proporzionale, al maggioritario, per lo più prevedendo sistemi misti.
Per le elezioni politiche, quelle per la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica, il sistema attualmente in vigore è un sistema ibrido, prevalentemente proporzionale con correttivo maggioritario, noto come 'Rosatellum' (Legge n. 165/2017). Un sistema che rispetto al Mattarellum, in vigore in Italia dal 1993 al 2005, appare capovolto: la legge che porta il nome dell'attuale capo dello Stato era infatti prevalentemente maggioritaria, con preponderanza della componente uninominale, che valeva il 75% dei seggi. Tra Rosatellum e Mattarellum, trovò spazio un ritorno 'corretto' al proporzionale, sistema che era stato utilizzato per i primi quarant'anni della Repubblica. E' la legge Caderoli del 2005, o 'Porcellum', che istituiva un sistema proporzionale con un premio di maggioranza molto consistente, diverso tra Camera e Senato, e soglia di sbarramento al 4% per i partiti e al 10 per le coalizioni. Il Porcellum prevedeva infine liste bloccate, senza preferenze.
Rosatellum. Il Rosatellum, prevede l'assegnazione di 3/8 dei seggi (147 alla Camera e 74 al Senato comprensivi dei seggi della Valle d’Aosta e del Trentino Alto-Adige) con metodo maggioritario, in collegi uninominali. L'assegnazione dei restanti 5/8 dei seggi (245 seggi alla Camera e 122 seggi al Senato) avviene con metodo proporzionale, in collegi plurinominali, tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. Per il Senato, le circoscrizioni elettorali sono 20, coincidenti con il territorio delle regioni. Per la Camera dei deputati, le circoscrizioni sono 28, inclusa la Valle d’Aosta. Ciascuna circoscrizione è, a sua volta, suddivisa in collegi uninominali ed in collegi plurinominali. Per il Senato sono previsti un numero di collegi uninominali pari appunto ai 3/8 del totale dei seggi da eleggere, che oggi sono in totale 74 (su 196). Alla Camera i collegi uninominali sono invece 147 (su 392).
Ciascun elettore dispone di un voto per la Camera e di uno per il Senato, da esprimere su un’unica scheda, recante il nome del candidato nel collegio uninominale, il contrassegno di ciascuna lista o, nel caso di liste collegate in coalizione, i contrassegni di tali liste, con a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale (da due a quattro). Sono proclamati eletti, per la parte proporzionale, i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l’ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto.
Per la parte maggioritaria del voto delle politiche, è proclamato eletto il candidato con più preferenze in ciascun collegio uninominale. Il restante 2 per cento di seggi (8 deputati e 4 senatori) viene 'riservato' al voto degli italiani residenti all'estero, in questo caso attraverso il proporzionale. Previste infine soglie di sbarramento: le liste singole devono superare la soglia del 3% a livello nazionale per accedere alla ripartizione proporzionale dei seggi (salvo eccezioni per le minoranze linguistiche). Le coalizioni devono superare la soglia del 10%.
Regionali - Diversi i sistemi per eleggere i consiglieri regionali e i presidenti di Regione. Il modello varia da regione a regione, ma generalmente prevede un sistema proporzionale con un premio di maggioranza per garantire la governabilità e l'elezione diretta del presidente della giunta regionale. In alcune realtà è previsto il ricorso al voto disgiunto, come avvenuto nell'ultima tornata appena terminata in Veneto, ovvero la possibilità di votare un candidato presidente e una lista a lui non collegata. Sempre restando al modello Veneto, gli elettori, come in gran parte delle altre regioni, si esprimono in un turno unico, senza possibilità di ballottaggio, attribuendo infine un premio di maggioranza alla coalizione uscita vincente.
Comunali - Per le elezioni dei sindaci, gli italiani cambiano sistema in base alla popolazione dei comune al voto: in quelli con più di 15mila abitanti, per l'elezione del primo cittadino si applica un sistema maggioritario a doppio turno, con il ballottaggio finale, qualora nessuno dei candidati ottenga la maggioranza assoluta al primo turno. Anche nei comuni popolosi è previsto un premio di maggioranza per la lista o coalizione collegata al sindaco eletto. Nei comuni con meno di 15mila abitanti, il sindaco è invece eletto con un sistema maggioritario a turno unico: chi ha più voti diventa primo cittadino.
Elezioni Europee - Infine le elezioni europee, che si tengono ogni 5 anni, prevedono un sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento del 4% e possibilità di voto di preferenza. I seggi sono assegnati nel collegio unico nazionale, a liste concorrenti presentate nell’ambito di 5 circoscrizioni molto ampie.

Nel cuore dell'ospedale Niguarda di Milano, il Centro clinico Nemo ha accolto ieri pomeriggio la visita istituzionale del ministro del Lavoro e Affari sociali armeno, Arsen Torosyan, con il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli. Nell'ambito della visita ufficiale al nosocomio milanese si è voluto far conoscere da vicino il luogo che, da 17 anni, rappresenta un punto di riferimento nazionale e internazionale per la cura e la ricerca sulle malattie neuromuscolari e neurodegenerative. Ad accogliere la delegazione il presidente dei Centri clinici Nemo, Marco Rasconi, con il direttore generale, Paolo Lamperti, e il direttore clinico-scientifico della sede milanese, Valeria Sansone. Per l'ospedale Niguarda erano presenti, tra gli altri, il direttore generale Alberto Zoli e la direttrice sociosanitaria Laura Zoppini.
La visita ufficiale - spiega una nota - si inserisce nel percorso di cooperazione tra Italia e Armenia, rafforzato dal memorandum d'intesa firmato a Yerevan lo scorso giugno proprio dal ministro Locatelli, con l'obiettivo di sviluppare progetti condivisi e scambi di buone pratiche per la tutela dei diritti delle persone con disabilità. In questo quadro, l'unicità del modello Nemo è stata individuata come esempio virtuoso, capace di unire conoscenza ed esperienza clinica, multidisciplinarietà concreta e innovazione terapeutica, per patologie rare e complesse come la Sla, la Sma e le distrofie muscolari, per le quali non c'è ancora una cura risolutiva.
Accompagnata dell'équipe clinica e degli operatori, la delegazione ha incontrato pazienti e famiglie, ha visitato gli spazi dove quotidianamente si realizza la presa in carico al fianco della persona, cuore dell'identità del modello Nemo. Un approccio che ha portato oggi alla costruzione del network nazionale, con 8 sedi, contribuendo alla realizzazione di una rete di cura e ricerca riconosciuta anche a livello internazionale.
I numeri lo confermano. Solo nell'ultimo anno il Centro Nemo di Milano ha preso in carico oltre 1.500 adulti e bambini, e attraverso il Clinical Research Center ha al suo attivo la gestione di 74 studi di ricerca clinica, osservazionali e interventistici, inclusi quelli di fase 1 grazie ai quali il farmaco in studio viene somministrato per la prima volta all'uomo per verificarne in prima battuta sicurezza e tollerabilità. Ad oggi sono 120 i pazienti del Nemo Milano che hanno avuto accesso ai nuovi trattamenti di cura approvati. Il centro, inoltre, è presidio per le malattie rare di Regione Lombardia, è riconosciuto Centro Ern (European Reference Network) per le malattie neuromuscolari ed è l'unico centro europeo a far parte dell'Executive Board del Neuromuscular Study Group, il consorzio scientifico internazionale impegnato nello sviluppo della ricerca sulle patologie neuromuscolari.
"La visita che abbiamo avuto il privilegio di accogliere conferma il valore del dialogo tra Paesi che scelgono di mettere al centro le persone - afferma Rasconi - Condividere la nostra esperienza clinica e scientifica significa essere al servizio delle istituzioni per contribuire a rispondere ai bisogni reali delle famiglie e generare, insieme, nuove opportunità di accesso alla cura per chi vive le nostre patologie. Perché nessuno rimanga indietro".

Asstra, Aiit e Anav invitano a presentare contributi tecnico-scientifici per l'appuntamento di Roma del 28-29 gennaio 2026. Nell'ambito della sesta edizione del Seminario Nazionale “Sistema Autobus e Filobus – Giornate di Studio”, in programma a Roma il 28 e 29 gennaio 2026 presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Asstra, Aiit e Anav annunciano l'apertura della call for abstract per la presentazione di contributi tecnico-scientifici. L'iniziativa, che si terrà nella sede ministeriale di via Giuseppe Caraci, si conferma come appuntamento di riferimento per il confronto tecnico sul futuro del trasporto pubblico locale, in un momento di transizione energetica e digitale in relazione ai sistemi di trasporto su autobus e filobus.
Per questa edizione del Seminario, sono state
definite sei aree tematiche per le quali è stato lanciata la call
for abstract : Sicurezza e accessibilità, con focus sulle novità
normative e le applicazioni pratiche; Digitalizzazione e Big Data,
approfondendo il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel tpl;
Automated Mobility, dedicata all’evoluzione dei sistemi Adas e dei
veicoli autonomi; Il ruolo del Tpl nello sviluppo sostenibile;
Intermodalità e intramodalità, con particolare attenzione alle
soluzioni per lo split modale; Sviluppo infrastrutturale e
transizione energetica per autobus a zero emissioni. I
professionisti, i ricercatori e gli operatori del settore
interessati a partecipare all'evento potranno inviare i propri
contributi, della lunghezza compresa tra una e due pagine
all'indirizzo
Per ogni abstract è richiesta l'indicazione di un relatore, con allegato curriculum vitae. I lavori selezionati saranno presentati durante le due giornate di studio e poi pubblicati negli atti ufficiali del Seminario, rappresentando un'opportunità di visibilità nazionale per il valore scientifico e tecnico dei contributi proposti. L'evento si propone quindi come piattaforma privilegiata per tracciare le linee di sviluppo futuro del trasporto pubblico locale italiano, valorizzando il contributo tecnico-scientifico di tutti gli attori del settore. Per informazioni sul bando: https://www.asstra.it/6seminariogomma

Guarire il cancro del retto senza chirurgia. E' possibile nel 25% dei pazienti - 1 su 4 - secondo lo studio italiano No-Cut pubblicato su 'The Lancet Oncology', che promette di cambiare la pratica clinica contro un tumore che nel mondo colpisce ogni anno 700mila persone (oltre 14mila solo nel nostro Paese) con 340mila morti (circa 5mila in Italia). Il lavoro è coordinato da ricercatori dell'ospedale Niguarda e dell'università Statale di Milano, con il sostegno dell'Airc.
"Complessivamente possiamo affermare che l'approccio validato dalla sperimentazione clinica No-Cut rappresenta un progresso significativo per le persone affette da carcinoma del retto ed è una pietra miliare dell'oncologia - dichiara Salvatore Siena, direttore dell'Oncologia Falck di Niguarda, professore ordinario di Oncologia medica nel Dipartimento di Oncologia ed mato-oncologia (Dipo) di UniMi e autore senior dello studio - I dati emersi nello studio No-Cut dimostrano infatti che, quando le terapie preoperatorie eliminano il tumore, la chirurgia può lasciare il posto a un attento follow-up, offrendo così la possibilità di guarire senza necessità di intervento. I risultati raccolti hanno infatti confermato la sicurezza di questa strategia, che è diventata un'opzione consolidata nelle linee guida terapeutiche per il carcinoma del retto".
Nello studio - illustra una nota - sono stati coinvolti 180 pazienti con carcinoma del retto localmente avanzato curati con terapia neoadiuvante totale, ossia con 4 somministrazioni di terapia medica oncologica seguita da radio e chemioterapia. Di questi, coloro che hanno ottenuto una risposta clinica completa, ossia circa il 25%, ha potuto evitare la chirurgia del retto senza che sia aumentato il rischio di sviluppare metastasi in altri organi. I carcinomi del retto localmente avanzati, esclusi quindi gli stadi iniziali e quelli metastatici, sono circa un terzo di tutti i nuovi casi. Fino ad oggi la guarigione è possibile con una terapia multimodale comprensiva di radioterapia, terapia medica oncologica e chirurgia del retto. Ma ora quest'ultima, grazie ai risultati appena pubblicati, può essere evitata in un quarto dei casi senza compromettere la possibilità di guarigione.
"Nello studio No-Cut - commenta Gianluca Vago, Direttore Dipo UniMi - c'è un'importante componente traslazionale: i medici e i ricercatori hanno infatti utilizzato strumenti diagnostici avanzati, come l'analisi del Dna tumorale circolante (con la cosiddetta biopsia liquida) e delle caratteristiche di trascrizione dei singoli tumori. Lo scopo era identificare i pazienti che possono beneficiare della terapia neoadiuvante e dell'approccio non-chirurgico o quelli che, non beneficiandone affatto, possono essere avviati alla chirurgia immediatamente, evitando trattamenti non efficaci. Questo studio evidenzia l'altissimo valore della ricerca del nostro Paese, in grado di cambiare la pratica clinica a beneficio dei pazienti".
No-Cut, concepito nel 2017 e aperto all'arruolamento dei pazienti dal 2018 al 2024 - ricorda la nota - è promosso da Niguarda e università degli Studi di Milano ed è stato condotto in 4 centri oncologici: lo stesso Niguarda (principal investigator Salvatore Siena), l'Istituto europeo di oncologia di Milano (principal investigator Maria Giulia Zampino), l'Istituto oncologico veneto di Padova (principal investigator Francesca Bergamo) e l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (principal investigator Stefania Mosconi). Hanno contribuito agli studi traslazionali e alla statistica l'Ifom - Istituto Fondazione di oncologia molecolare, l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, l'Istituto di Candiolo e l'università di Torino. Lo studio è stato reso possibile dalla partecipazione delle 180 persone ammalate di cancro del retto e dei loro familiari, e grazie al lavoro di molti ricercatori: medici oncologi, radioterapisti, chirurghi, radiologi, endoscopisti, patologi, psicologi, fisici, biologi, farmacisti, infermieri, statistici e anche tecnici di radioterapia, di radiologia, di laboratorio e amministrativi della logistica.
No-Cut è stato finanziato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, Fondazione Oncologia Niguarda Ets e ospedale Niguarda. I primi autori della pubblicazione su 'The Lancet Oncology' sono ex-aequo Alessio Amatu (oncologo ad alta specializzazione e responsabile del Molecular Tumor Board di Niguarda) e Giorgio Patelli (oncologo e PhD student UniMi, Ifom e Niguarda).

Uno strumento avanzato per misurare e ridurre l’impatto ambientale delle imprese italiane con 250 dataset relativi ai settori come allevamento, frutta, legumi e olio d’oliva ma anche fonderie d’alluminio, carta tissue e cartongesso. È uno dei risultati degli studi del Gruppo di ricerca Grins dedicato alla sostenibilità delle imprese e coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dall’Università Bocconi.
I team di lavoro, che hanno visto oltre 100 ricercatori del partenariato Grins impegnati in tre anni di progetto Pnrr, iniziano a presentare i risultati per identificare, misurare e valutare le strategie aziendali e le azioni necessarie per affrontare le sfide della sostenibilità, con particolare attenzione agli aspetti ambientali e ai percorsi verso l’economia circolare.
“Abbiamo adottato un approccio olistico e multidisciplinare, combinando la prospettiva della finanza sostenibile con quella dei processi produttivi e gestionali a livello d’impresa e integrando al tempo stesso le dimensioni del consumo, dei prodotti e delle catene globali del valore, fino alla gestione del fine vita dei beni - spiega Marco Frey, professore ordinario della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore del gruppo di ricerca Grins - L’attività ha portato alla creazione di due strumenti principali: database e configuratori. I database sviluppati riguardano dati di survey sulle abitudini e le scelte ‘green’ dei consumatori, come essi reagiscano a messaggi social e digitali di imprese che comunicano il loro impegno verso la sostenibilità e dataset di inventario dei principali settori produttivi italiani”.
In particolare, i dataset di inventario (Life Cycle Inventory - Lci) nazionali e regionali riguardano i principali sistemi produttivi italiani, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza nella gestione circolare delle risorse lungo l’intera catena del valore. Si sono analizzati gli impatti ambientali di filiere strategiche come quella agroalimentare (allevamento, frutta, legumi, olio d’oliva) e industriale (fonderie di alluminio e carta tissue), promuovendo modelli di simbiosi industriale e soluzioni innovative e sostenibili. L’inventario, sviluppato secondo la metodologia Life Cycle Assessment (Lca) e integrato con sistemi Gis, raccoglie dati da fonti statistiche, monitoraggi territoriali e indagini dirette, fornendo così solide fondamenta su cui prendere delle direzioni più mirate e con minor rischi. Conforme agli standard dell’International Reference Life Cycle Data System (Ilcd) del Jrc, il database sarà ospitato sulla piattaforma Amelia di Grins e includerà oltre 250 dataset relativi ai settori analizzati, offrendo uno strumento avanzato per misurare e ridurre l’impatto ambientale delle imprese italiane.
Un secondo filone strategico di ricerca e analisi riguarda l’impatto ambientale delle filiere e la valutazione della sostenibilità e resilienza delle Pmi italiane rispetto ai cambiamenti climatici. Su questo tema si è concentrato un team di lavoro composto da 30 ricercatori di cinque università italiane partners - Torino, Bologna, Ca’ Foscari Venezia, Roma Tor Vergata e Sant’Anna Pisa - insieme al Centro di ricerca Unioncamere Guglielmo Tagliacarne, coordinato da Vera Palea, Università di Torino. L’ampia indagine esamina il livello di percezione del rischio climatico, il grado di preparazione organizzativa e l’accesso ai finanziamenti verdi delle Pmi italiane, fornendo un quadro dettagliato delle dinamiche in atto. Ha coinvolto 9.630 imprese non quotate in 5 regioni (Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Lazio e Toscana), con attenzione al periodo 2021–2026, considerando anche gli investimenti previsti.
I risultati delineano quattro profili di impresa: dalle ‘attendiste’, che non hanno ancora avviato investimenti di mitigazione, alle ‘proattive’, già impegnate nel percorso verso la sostenibilità. Colpisce il dato sulla percezione del rischio che evidenzia la scarsa consapevolezza: circa il 53% delle imprese ritiene che il cambiamento climatico non incida significativamente sulle proprie attività e il 45% rientra tra le aziende attendiste. Solo il 13% ha investito per ridurre il rischio fisico acuto, anche in aree colpite da eventi estremi come l’Emilia-Romagna. Gli interventi più diffusi sono di tipo protettivo - come le polizze assicurative - più che trasformativo. Circa il 25% delle imprese ha invece avviato investimenti di mitigazione, orientati alla riduzione delle emissioni. I risultati mostrano inoltre che le imprese più proattive sono anche quelle dotate di assetti organizzativi orientati alla sostenibilità: la presenza di un Csr manager, la redazione di un bilancio di sostenibilità, la formazione sui temi climatici e sulla normativa rilevante sono fattori determinanti.
I risultati dell’indagine saranno disponibili in una dashboard interattiva all’interno della piattaforma Amelia di Grins, attualmente in fase di finalizzazione. La dashboard sarà accompagnata da uno strumento di benchmarking che consentirà alle imprese di confrontarsi con i propri pari per territorio o settore, valutando così il proprio posizionamento all’interno del sistema produttivo di riferimento. L’output di questo lavoro, assieme ai risultati dei gruppi di ricerca sui temi della finanza sostenibile e dell’innovazione circolare, è una delle attività strategiche di Grins. L’obiettivo è offrire una serie di servizi web-based per le Pmi italiane (Portale Imprese) per monitorare e accrescere la consapevolezza alla sostenibilità e fornire al contempo supporto al ministero dell'Economia e delle Finanze, al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica attraverso toolkit progettati per monitorare la sostenibilità territoriale nel tempo, con attenzione sia agli aspetti finanziari sia all'impatto materiale.
“Oggi - sottolinea Vera Palea ordinaria di Economia Aziendale all’Università di Torino - siamo in grado di offrire un ulteriore configuratore che aiuta le imprese a valutare la propria capacità di adattarsi ai cambiamenti economici, ambientali e organizzativi. Il contesto sempre più competitivo crea infatti sfide complesse che solo con strumenti adeguati e una visione condivisa possiamo affrontare con successo”.

Il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro accoglie con favore il disegno di legge di 'Delega al Governo per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali', giudicandolo un passo decisivo verso l’ammodernamento e l’armonizzazione di un sistema atteso da molti anni. Il Ddl valorizza il ruolo sociale delle professioni regolamentate, riafferma l’indipendenza e l’autonomia intellettuale del professionista e riconosce le competenze specifiche degli iscritti agli albi, garantendo al cittadino prestazioni qualificate e adeguate. È quanto precisato oggi da Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine e di ProfessionItaliane, l’associazione che raggruppa 23 ordini e collegi professionali, nel corso dell’audizione sul testo presso la commissione Giustizia del Senato.
Apprezzata anche la scelta di definire con chiarezza l’oggetto di ciascuna professione, stabilendo che tutte le attività non riservate siano liberamente esercitabili dai professionisti iscritti. Positivi gli interventi sull’accesso alla professione tramite esame di Stato, l’uso esclusivo del titolo professionale, le specializzazioni, l’ammodernamento dei sistemi elettorali, la disciplina più snella dei procedimenti deontologici e l’introduzione di regole sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle prestazioni professionali.
Di rilievo, secondo la categoria, anche le norme introdotte per favorire il principio dell’equo compenso, le convenzioni assicurative collettive, maggiori tutele sociali e la revisione delle Società tra Professionisti. Alla luce della complessità della riforma e dell’impatto trasversale che questa avrà sui diversi ordinamenti professionali, il Consiglio Nazionale ha ribadito l’esigenza di istituire una Cabina di regia permanente con i tre Ministeri vigilanti sottoscrittori, al fine di garantire una maggiore uniformità applicativa, il coordinamento delle competenze, il monitoraggio dei decreti attuativi e una gestione condivisa delle innovazioni introdotte. “Il Ddl rappresenta una riforma necessaria e molto attesa: ora serve una cabina di regia stabile per assicurare coerenza, qualità e piena operatività delle nuove norme”, ha sottolineato in conclusione De Luca.

"Le parole chiave di questa 20esima edizione sono: visione, risorse e riforme. Oggi il Servizio sanitario nazionale vive un grande momento di difficoltà, non solo dal punto di vista organizzativo, per gli operatori sanitari, ma anche perché non riesce a soddisfare le esigenze dei pazienti: liste d'attesa molto lunghe, pronto soccorso affollati e medici di famiglia assenti. E' il momento in cui la politica deve prendere una decisione definitiva sul destino della più grande opera pubblica mai costruita in Italia, il Ssn". Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto alla 20° edizione del Forum Risk Management di Arezzo.
"Prima di decidere quante risorse mettere a disposizione e quale riforma attuare - spiega Cartabellotta - è necessaria una visione su quale Ssn vogliamo lasciare alle future generazioni. Come Fondazione Gimbe riteniamo che sia necessario un progressivo rifinanziamento pubblico, parallelo a una stagione di riforme, per cambiare le modalità di organizzazione dell'assistenza sanitaria che obbediscono a leggi che ormai hanno più di 30 anni".
"Il decreto ministeriale n. 77 del 23 maggio 2022 - sottolinea il presidente Gimbe - è frenato perché le modalità con cui siamo riusciti a mettere in piedi Case e Ospedali di comunità hanno avuto un forte rallentamento: manca il personale", mancano gli "infermieri di famiglia e di comunità anche nelle regioni dove queste strutture sono state completate. Non si è raggiunto un accordo con i medici di famiglia che, peraltro, in alcune grandi regioni d'Italia come Emilia Romagna, Lombardia, Veneto sono carenti e si scrivono poco al corso di formazione. Anche in questo contesto ritengo che sia necessario riallineare l'obiettivo finale".

Il progetto 'Una notte a Cadorna', che lo scorso 20 settembre ha visto la stazione Milano Cadorna trasformarsi in un cinema notturno a cielo aperto, si è aggiudicato l'argento al Bea Italia-Best event awards 2025 nella categoria 'Evento cost effective'. L'iniziativa era stata ideata da Giffoni innovation hub e promossa da Fnm con l'obiettivo di stimolare un cambio di percezione verso la stazione: da luogo funzionale a luogo da vivere.
L'evento puntava a valorizzare uno spazio di transito quotidiano, trasformandolo in un luogo di cultura e partecipazione, rafforzando la percezione di Fnm come azienda innovativa e vicina alla comunità, comunicando la capacità del Gruppo di interpretare la mobilità come esperienza sociale, non solo infrastrutturale. L'iniziativa intendeva inoltre generare 'awareness', rafforzare le relazioni istituzionali e, soprattutto, coinvolgere nuove audience, in particolare giovani e community creative, creando un modello di rigenerazione culturale e urbana. Il cuore di 'Una notte a Cadorna' è stato un palinsesto di cortometraggi tematici dedicati alla notte e al viaggio, due dimensioni complementari del movimento: fisico, interiore e simbolico. Le opere, selezionate da Giffoni Hub, hanno raccontato distanze, transiti, attese e incontri, restituendo un nuovo sguardo sul senso del viaggio e sullo spazio ferroviario stesso.
"La notte bianca dei cortometraggi alla stazione Cadorna a Milano -spiega Luca Montani, direttore comunicazione e relazioni esterne di Fnm- è stata un'occasione senza precedenti e non solo per Fnm". Si è trattato di "un vero banco di prova per la città, per Ferrovienord e per tutti i nostri partner". E "in questo banco di prova, Giffoni innovation hub ha fatto la differenza per la competenza, efficacia, interazione con gli autori e i registi, la conduzione impeccabile. La notizia dell'argento al Bea -aggiunge- è senza dubbio una bellissima notizia, di cui andare fieri. Ci impegna a proseguire con determinazione nella trasformazione progressiva delle stazioni in veri e propri luoghi di incontro con le comunità (peraltro la vera vocazione). Andrea Gibelli (presidente di Fnm, ndr) parlerebbe di 'connessionemotiva', Pier Antonio Rossetti (presidente Ferrovienord, ndr) di rinnovato ruolo sociale e culturale di questi luoghi straordinari. Un vivo ringraziamento anche a tutte le colleghe e tutti i colleghi che hanno gestito le complessità tecnico organizzative di un evento unico nel suo genere".

Un post-it contro la violenza di genere. E' una delle iniziative promosse dalla questura di Roma in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Sabato scorso i passanti di piazza Pia a Roma sono stati invitati a scrivere sui foglietti adesivi colorati una frase simbolica su 'ciò che l'amore non è' proprio per generare consapevolezza. Foglietti che sono stati poi affissi sul Camper rosa, un luogo protetto e sicuro dove, in totale riservatezza, operatori specializzati hanno ascoltato le persone che avevano bisogno di condividere una storia o chiedere un consiglio e accolto eventuali vittime di violenza.
Nel corso della giornata, il camper è stato visitato dal cardinale Baldassare Reina, accompagnato dal questore di Roma Roberto Massucci. L’iniziativa, inserita nell’ambito della campagna permanente della Polizia '…Questo non è amore', ha lo scopo di aiutare le donne a riconoscere tutte le violenze sottili e "normalizzate" che spesso precedono episodi più gravi.
''A tutte le donne 'diciamo non siete sole' - è l'invito della polizia - Parlare è il primo passo e denunciare è un atto di coraggio, non di colpa perché la violenza si sconfigge insieme, seminando rispetto, educazione all’uguaglianza e rifiuto di ogni forma di sopraffazione, soprattutto tra le nuove generazioni''.

Se entro la fine dell'anno il Fondo sanitario nazionale non viene assegnato alle 20 Regioni, non potremo spendere quelle risorse. Essendo quello della sanità italiana un bilancio da 140 miliardi di euro, 8 dei quali solo in Toscana", si capisce quanto sia "necessario spendere per sostenere il sistema. Il messaggio che dobbiamo dare è che è necessario investire più risorse per la sanità". Così Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, intervenendo alla 20esima edizione del Forum Risk Management in corso ad Arezzo.
"Se vogliamo rispettare il principio costituzionale dell'articolo 32, secondo il quale la salute è diritto fondamentale del cittadino e interesse generale della comunità - ricorda Giani - la sanità deve avere sempre più spazio nei capitoli del Bilancio dello Stato". Sull'alzare il tetto alla spesa convenzionata per aiutare la risposta alle liste di attesa, il presidente della Regione Toscana spiega che, "essendo l'abbattimento delle liste d'attesa l'obiettivo" è accettabile che "si faccia ricorso al convenzionato. Io non sono ostile o ideologico, però" questo "deve essere inserito in un quadro generale e con molta trasparenza".
Il Forum Risk Management "è diventato importante nel contesto della rete degli operatori delle aziende e di tutti coloro che fanno il sistema sanitario nazionale - rimarca Giani - In Toscana dobbiamo essere orgogliosi di come Arezzo, attraverso l'opera di Vasco Giannotti, ha costruito un grande evento che chiama a raccolta operatori pubblici e privati, grandi esperti, i protagonisti dell'operatività nei bilanci delle Regioni come del ministero, per confrontarsi e scambiarsi idee. Non si tratta di un convegno scientifico - conclude - ma di un momento in cui ci si confronta su come organizzare al meglio la sanità".

“Investire in cultura non è solo una spesa: significa generare un ritorno economico, sociale e ambientale. È un vero moltiplicatore di valore per i territori e per il Paese”. Lo ha dichiarato Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, intervenendo alla presentazione di Io sono Cultura 2025.
Quintieri ha sottolineato come il nuovo rapporto “abbia dedicato grande attenzione al tema dell’impatto, un elemento decisivo per comprendere quanto la cultura contribuisca alla rigenerazione urbana, al miglioramento dell’ambiente, alla crescita della coesione e del capitale sociale, oltre che alla formazione di comunità più consapevoli e più colte”. “Come banca pubblica per lo sport e la cultura – ha aggiunto – misuriamo lo Sroi di ogni progetto. Nel solo 2024 si è assestato a 3,36x: per ogni euro speso, ci sono stati ritorni sociali tre volte superiori. Per questo la nostra missione è investire, anche con sistemi di incentivazione, in un settore che restituisce molto più di quanto riceve”.
Il presidente dell’Icsc ha poi evidenziato le criticità che ancora frenano il pieno sviluppo del comparto: “La difficoltà maggiore, guardando alle differenze tra sport e cultura, è la scarsa cultura finanziaria. Finanziamo musei, studentati, cinema, ma anche molte piccole realtà che fanno fatica ad accedere al credito. Esiste ancora l’abitudine a contare quasi esclusivamente sul contributo a fondo perduto, pubblico o filantropico, mentre manca la cultura dell’indebitamento virtuoso, anche a fronte dei nostri tassi agevolati”. Quintieri ha ricordato che “nel corso degli anni abbiamo investito 200 milioni, ma dobbiamo fare di più. Per riuscirci serve un cambio di passo dell’intero sistema”, ha concluso.

Elisabetta Canalis, dopo anni, svela il mistero sul famoso 'petto di pollo alla piastra'. Un meme che la 'perseguita' da anni. Ospite oggi a 'È sempre mezzogiorno' su Rai 1, la showgirl ha raccontato: "Di vero, ragazzi, sul petto di pollo non c'è niente. Era una ricetta pubblicata dieci anni fa, senza che io ne sapessi nulla, perché non sono riusciti a contattarmi. Dovevano fare questa rubrica dei piatti dei vip e avranno detto 'vabbè, a Elisabetta Canalis diamole il pollo alla piastra'", ha spiegato, sfatando così il mito.
Poi, la gaffe di Antonella Clerici. Parlando della sua vita sentimentale, la conduttrice le ha chiesto se la persona che le sta accanto ora condivida il suo amore per gli animali. "Immagino che anche il suo f... immagino che anche tu hai un amore", ha detto Antonella Clerici, correggendosi a metà frase. "Antonella...", ha replicato Canalis con ironia, cercando di spostare il focus della conversazione lontano dal gossip.
"Mai farei nomi, mi conosci, mai ti farei degli agguati", ha detto Clerici con sincerità. Poi, ha provato a chiudere la parentesi: "Sei felice?", le ha chiesto. "Molto davvero molto", ha risposto Canalis.
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