
"Giorgia Meloni ha ottenuto qualcosa che molti pochi premier italiani hanno ottenuto: stabilità politica". Esordisce così in un reel per l'Economist Christopher Lockwood, esperto di Europa della testata, che sottolinea come il governo Meloni - che ha 'compiuto' tre anni - sia il terzo esecutivo più longevo della Repubblica. Meloni è "il premier più longevo in circa 15 anni", afferma nel reel - titolato "ecco perché Meloni è un politico eccezionale" - con frame di parole di Giorgia Meloni e di Donald Trump che la elogia.
Meloni è alla guida di un "governo che è stato più moderato del caos neofascista che i suoi detrattori liberali temevano" e "l'Italia si è ora assicurata un posto negli ambienti diplomatici che contano dell'Europa e anche il presidente Trump la ascolta", afferma Lockwood, sottolineando come sia "sorprendente considerando le radici di Meloni nell'estrema destra".
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L'Economist racconta dell'Msi, "quando aveva solo 15 anni", poi del 2008 quando Silvio Berlusconi, all'epoca premier, "la nomina nel suo governo" e "a 31 anni diventa il ministro italiano più giovane di un governo del dopoguerra". Quindi della "rottura di Meloni e alleati con il blocco di centrodestra di Berlusconi". Nel 2012, la nascita di Fratelli d'Italia. "Dall'elezione a presidente di Fratelli d'Italia, nel 2014, ha trasformato il partito marginale in un partito mainstream - prosegue l'analisi - E lo ha portato alla vittoria nel 2022".
Lockwood riferisce del lavoro fatto da quel momento, anche alla luce di una "coalizione di destra eterogenea a livello ideologico", che, "al di fuori di Fratelli d'Italia, include Forza Italia, un partito più centrista, e la Lega, un partito di destra euroscettico, con tendenze filo-russe - sintetizza -. Se dovesse tentare cambiamenti radicali e di estrema destra, i suoi alleati di centrodestra probabilmente la bloccherebbero. Un'altra ragione per cui Meloni ha mitigato l'euroscetticismo del suo governo è perché sa che l'Italia non può permettersi di inimicarsi l'Europa. Ha ottenuto la quota maggiore di un fondo Ue per aiutare i Paesi nella ripresa dopo il Covid, 194 miliardi di euro. Il prezzo per questa moderazione, tuttavia, è la mancanza di riforme".
"La sua amministrazione non fa, o cambia, molto - prosegue -. Questa tattica potrebbe tenerla al potere, ma potrebbe essere un problema per l'economia in futuro. Anche con il flusso di fondi Ue, si prevede l'economia italiana cresca solo dello 0,7% quest'anno, lasciando gli scettici a interrogarsi su come andrà l'economia quando finiranno i soldi".
"A livello politico, l'equilibrismo di Meloni le sta dando buoni frutti - conclude Lockwood -. Resta contraddittoria, tra momenti di fuoco populista e buonsenso moderato in altri. Per ora, sembra funzionare".

"Le sale cinematografiche vivono una preoccupante erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. E non sono in pochi a dire che l'arte del cinema e l'esperienza cinematografica sono in pericolo". Il Papa lancia l'allarme ricevendo in udienza in Vaticano il mondo del cinema. Da qui l'appello applaudito da registi e attori in Sala Clementina: "Invito le istituzioni a non rassegnarsi e a cooperare per affermare il valore sociale e culturale di questa attività".
"La logica dell'algoritmo tende a ripetere ciò che 'funziona', ma l'arte apre a ciò che è possibile. Non tutto dev'essere immediato o prevedibile: difendete la lentezza quando serve, il silenzio quando parla, la differenza quando provoca. La bellezza non è solo evasione, ma soprattutto invocazione", osserva il Pontefice.
"Non abbiate paura di confrontarvi con le paure del mondo", ammonisce Prevost a registi e attori incontrati in Vaticano. "La nostra epoca - dice - ha bisogno di testimoni di speranza, di bellezza, di verità: voi con il vostro lavoro artistico potete esserlo. Recuperare l'autenticità dell'immagine per salvaguardare e promuovere la dignità umana è nel potere del buon cinema e di chi ne è autore e protagonista".
"Non abbiate paura del confronto con la ferite del mondo. La violenza, la povertà, l'esilio, la solitudine, le dipendenze, le guerre dimenticate sono ferite che chiedono di essere viste e raccontate. Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna, lo indaga. Questo hanno fatto tutti i grandi registi. Dare voce ai sentimenti complessi, contraddittori, talvolta oscuri che abitano il cuore dell'essere umano è un atto d'amore. L'arte non deve fuggire il mistero della fragilità: deve ascoltarlo, deve saper sostare davanti ad esso. Il cinema, senza essere didascalico, ha in sé, nelle sue forme autenticamente artistiche, la possibilità di educare lo sguardo", sottolinea Leone XIV.
Quindi la raccomandazione: "Che il vostro cinema resti sempre un luogo d'incontro, una casa per chi cerca senso, un linguaggio di pace. Che non perda mai la capacità di stupire, continuando a mostrarci anche un solo frammento del mistero di Dio".
"Il Signore benedica voi, il vostro lavoro e i vostri cari. E vi accompagni sempre nel pellegrinaggio creativo, perché possiate essere artigiani della speranza. Grazie per quello che fate", il congedo finale prima del saluto con ognuno di loro.
Spike Lee, che fu al settimo cielo per l'elezione di Papa Prevost perché lo vide come un "segno divino" che indicava che la sua squadra del cuore di basket - i Knicks - avrebbero vinto i playoff NBA, stamani era tra i registi ricevuti dal Papa in Sala Clementina. Al momento dei saluti, il regista statunitense ha omaggiato il Pontefice, appassionato di sport, con una maglietta di basket con la scritta 'Pope Leo'. Anche altri attori e registi - durante il baciamano - hanno omaggiato il Pontefice spesso con dei volumi. Come Giacomo Poretti che ha donato a Prevost la sua ultima fatica letteraria 'La fregatura di avere un'anima'.

Non il solito libro sui cani ma un viaggio scientifico e sentimentale nel mondo dei nostri amici a quattro zampe. "Ho scritto su ciò che ho conosciuto e imparato dai miei amici cani in 35 anni di professione, nel libro il protagonista è il cane e il rapporto con i tanti che ho avuto e amato, perché con il proprio cane nasce una storia d'amore e di amicizia". Lo racconta all'Adnkronos Salute il medico veterinario Federico Coccìa che ha scritto 'Con gli occhi del tuo cane - Capire come vede il mondo per amarlo nel modo giusto' (Sperling & Kupfer) disponibile online e in libreria. Attraverso racconti, esempi e consigli, il libro guida a riconoscere i bisogni profondi del cane, a interpretarne i segnali e ad affrontare in modo sereno le sfide quotidiane della convivenza. In queste pagine scopriremo che l'aggressività non è mai 'colpa' del cane, ma spesso il risultato di paure, incomprensioni e cattive gestioni.
Coccia si sofferma sulla nuova moda della clonazione del proprio cane, possibile in Cina così come negli Stati Uniti la clonazione, non in Italia. "Leggendo il mio libro si capisce come la clonazione di un cane sia una cosa effimera - osserva Coccìa - chi ha amato questi animali sa benissimo che hanno un'anima e non si posso clonare. Si può replicare fisicamente il cane che si è perso, ma sarà un altro animale con un suo carattere e una sua anima".
Altro tema molto sensibile, soprattutto per i casi accaduti recentemente, è quello delle aggressioni dei cani - Rottweiler o Pitbull principalmente - che hanno portato alla morte o al ferimento dei padroni o dei familiari. "Parlo anche di questo, come e perché accadono questi fatti", conclude il veterinario che aggiunge "è un piccolo manuale di buona gestione del cane, per chi è al primo o per chi vuole migliorare il rapporto con il suo amico a quattro zampe".

“Il rapporto tra Leonardo e il Brasile è storico e strategico. Abbiamo l’orgoglio di aver contribuito, con il programma AMX, alla nascita dell’industria aeronautica brasiliana da cui sarebbe poi emersa Embraer”, ha dichiarato Stefano Pontecorvo, presidente del consiglio d’amministrazione di Leonardo S.p.A., intervenuto alla celebrazione della Festa Nazionale del Brasile a Palazzo Pamphilj, sede dell'Ambasciata del Brasile a Roma.
Pontecorvo ha ricordato come la presenza industriale dell’azienda nel Paese sia oggi articolata e consolidata: “Operiamo con Telespazio nel settore delle comunicazioni satellitari e stiamo concorrendo con successo alla fornitura di mezzi di terra Centauro II per l’esercito brasiliano. Per noi il Brasile è un Paese di importanza strategica, anche perché da lì cooperiamo con l’intera America Latina”. Guardando ai prossimi sviluppi della collaborazione, il presidente di Leonardo ha indicato settori ad alto contenuto tecnologico: “Ci sono prospettive significative in campo spaziale, nella cyber e nei sistemi di difesa tradizionali. Il Brasile dispone di un’eccellente base industriale, che ci consente anche di localizzare parte delle produzioni”.

“La scelta di vendere la rete e non cedere il Brasile dimostra oggi tutta la sua validità. Quando molti suggerivano l’opposto, la nostra controllata valeva in borsa 12 reais per azione; oggi ne vale 24. Questo dato, da solo, conferma la solidità della strategia adottata”, ha dichiarato il CEO di Telecom Italia, Pietro Labriola, durante la celebrazione della Festa Nazionale del Brasile a Palazzo Pamphilj a Roma. Labriola ha ricordato come la decisione, all’epoca discussa, abbia invece rafforzato la struttura del gruppo: “Tim Brasil è oggi l’entità che genera più cassa tra le nostre attività in Italia e in Brasile. È un asset con potenziale di crescita ancora significativo e un pilastro industriale che dà valore all’intero gruppo”.
Rispondendo sulle prospettive del mercato brasiliano, il Ceo ha evidenziato come il Paese rappresenti per Tim “l’area di maggiore crescita economico-finanziaria”. Se in passato la crescita in Italia era stagnante, ha spiegato Labriola, “ora siamo tornati a crescere anche sul mercato domestico, ma il Brasile resta uno spunto per comprendere le evoluzioni e le dinamiche future”. Il riferimento è soprattutto al 5G: “Il governo brasiliano, cinque anni fa, ha fatto una scelta lungimirante: la gallina domani invece dell’uovo oggi. Questo ha portato il Brasile a diventare il secondo Paese al mondo per copertura 5G. In termini pratici significa aprire la strada a una digitalizzazione più ampia e a nuovi servizi che in Italia ed Europa non abbiamo”.

Le serrande dei negozi italiani continuano ad abbassarsi inesorabilmente, un'emorragia che negli ultimi dodici anni in Italia ha registrato una riduzione di oltre 140mila attività di commercio al dettaglio, tra negozi e attività ambulanti, con cali particolarmente accentuati nei centri storici e nei piccoli comuni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio in vista dell’iniziativa nazionale "inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono", dedicata al futuro delle città e delle economie urbane, organizzato dalla Confederazione che si terrà a Bologna, a Palazzo Re Enzo, il 20 e 21 novembre prossimi.
Serrande chiuse, i dati
Un trend che, senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana e senza interventi per riutilizzare gli oltre 105mila negozi sfitti (un quarto dei quali da oltre un anno), è destinato ad aggravarsi ulteriormente con il rischio di perdere, da qui al 2035, altre 114mila imprese al dettaglio. In pratica, oltre un quinto delle attività oggi esistenti sparirebbe con gravi conseguenze per l’economia urbana, la qualità della vita e la coesione sociale.
In particolare, analizza l'Ufficio Studi di Confcommercio, dal 2012 al 2024 hanno chiuso quasi 118mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e circa 23mila attività ambulanti, per una riduzione totale di oltre 140mila unità, risultato di un eccesso di chiusure rispetto alle aperture.
Perché chiudono i negozi e quali sono i settori più colpiti
Le cause sono riconducibili a una crescita insufficiente dei consumi interni, al cambiamento dei comportamenti di spesa dei consumatori e alla diffusione delle tecnologie digitali che hanno favorito gli acquisti online. Non a caso, nello stesso periodo le imprese attive operanti prevalentemente su internet o nella vendita per corrispondenza sono aumentate di oltre 16mila unità (+114,9%).
Per quanto riguarda il commercio al dettaglio in sede fissa, le contrazioni più rilevanti si registrano nei seguenti comparti: distributori di carburante (-42,2%), articoli culturali e ricreativi (-34,5%), commercio non specializzato ( 34,2%), mobili e ferramenta (-26,7%), abbigliamento e calzature ( 25%).
Città del Centro-Nord più a rischio
Molte città medio-grandi del Centro-Nord sarebbero quelle più esposte a questo fenomeno, mentre per alcuni Comuni del Mezzogiorno il calo sarebbe più contenuto, soprattutto per la riduzione dei residenti e il minor ricorso agli acquisti online. A fronte di questa emergenza Confcommercio, anche attraverso il progetto Cities, propone un’Agenda Urbana Nazionale da definire insieme a Governo, Regioni e Comuni, per rigenerare i centri urbani valorizzando le economie di prossimità e le imprese del terziario di mercato con l'obiettivo di creare un quadro stabile e integrato delle politiche urbane, armonizzando i Distretti Urbani dello Sviluppo Economico e promuovendo strumenti condivisi contro la desertificazione commerciale e per una logistica urbana sostenibile.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un avvicinamento significativo tra Italia e Brasile, sul piano politico, economico e culturale. Il nostro rapporto oggi è a un livello altissimo: lo dimostra la crescita degli scambi commerciali, la cooperazione culturale e perfino quella giuridica. L’Italia ha molto da esportare da noi – dalle tecnologie ai prodotti agroalimentari, al reparto farmaceutico– e con l’accordo UE-Mercosur si aprirà un nuovo orizzonte di opportunità.” Ha dichiarato l'ambasciatore del Brasile in Italia, Renato Mosca de Souza, durante la celebrazione della Festa Nazionale del Brasile, a Palazzo Pamphilj, sede dell'Ambasciata a Roma. In questa occasione la riapertura della Galleria Pietro da Cortona, ha segnato il momento più alto della celebrazione.
Parlando del negoziato europeo, Mosca de Souza ha sottolineato che “ci sono circa mille aziende italiane in Brasile” e l’intesa “offrirà benefici concreti per le imprese italiane” e che “il consumo di prodotti italiani in Brasile è in forte crescita. L'apertura ovviamente non sarà immediata, ci vorranno alcuni anni per la riduzione dei dazi, ma sono convinto che ci sarà un'invasione dei prodotti italiani in Brasile”. Secondo l’ambasciatore, le divergenze politiche europee sulla firma dell'accordo “possono essere superate” perché “il contesto internazionale rende evidente la necessità di rafforzare le alleanze economiche”.
Guardando alla COP30 di Belém, l’ambasciatore ha ribadito gli impegni climatici del Brasile: "Abbiamo l'ambizioso obiettivo di azzerare la deforestazione entro il 2030 e arrivare a un’economia a zero emissioni totali entro il 2050. La protezione delle foreste è centrale perché il problema brasiliano dell'emissione di carbono sta nella deforestazione, che non è una pratica o una politica pubblica, al contrario, è un'attività criminale. Abbiamo già una matrice energetica pulita al 50% e una matrice rinnovabile al 90% nella produzione di elettricità. Ora è il momento di passare dalla negoziazione all’implementazione, con risorse internazionali adeguate per i Paesi in via di sviluppo”.

Donald Trump smorza la tensione 'nucleare' delle ultime settimane e tende la mano a Russia e Cina. Il presidente degli Stati Uniti ha infatti dichiarato oggi, sabato 15 novembre, che vorrebbe organizzare un incontro con i due Paesi per discutere proprio della riduzione degli arsenali nucleari. "Quello che vorrei fare è denuclearizzare, anzitutto organizzando un incontro con le tre maggiori potenze nucleari per ridurre le armi nucleari. Noi siamo i numeri uno, la Russia il numero due, la Cina il numero tre", ha detto ai giornalisti a bordo dell'Air Force One.
Gli Stati Uniti hanno "più armi nucleari di qualsiasi altro Paese", ha aggiunto Trump. "La Russia è seconda, e la Cina è terza, ma entro quattro o cinque anni saranno al nostro livello", ha sottolineato.
I test nucleari 'minacciati' da Trump
Le parole di Trump 'smorzano' la tensione che era cresciuta nelle ultime settimane, con minacce incrociate con la Russia di Putin. "La Russia e la Cina testano armi nucleari senza dirlo. Anche gli Usa faranno test", aveva annunciato il presidente degli Stati Uniti, facendo intendere in maniera diretta che gli Usa sarebbero tornati a effettuare test nucleari dopo uno stop di circa 30 anni.
Il numero 1 della Casa Bianca si è espresso a riguardo nella lunga intervista trasmessa da 60 Minutes, storico programma della Cbs. "Abbiamo più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. La Russia è seconda. La Cina è terza, molto distante, ma sarà al livello della Russia tra cinque anni", ha detto accendendo i riflettori sul tema della denuclearizzazione: "E' un tema molto importante. Abbiamo abbastanza armi nucleari per far saltare in aria il mondo 150 volte".
Perché Washington deve riprendere i test? "Beh, perché bisogna vedere come funzionano" le armi. "La Russia ha annunciato che li avrebbe eseguiti. Se ci fate caso, la Corea del Nord esegue test costantemente. Anche altri paesi li stanno facendo. Siamo l'unico paese che non li testa, e io voglio essere l'unico Paese che non li testa. Abbiamo un'enorme potenza nucleare che ci è stata data in gran parte perché quando ero presidente (e detestavo farlo, ma era necessario) ho ricostruito l'esercito durante il mio primo mandato. Sto dicendo che testeremo armi nucleari come fanno gli altri paesi, sì", aveva concluso Trump.
La risposta di Mosca
Immediata la risposta russa, con Putin che, in una riunione del Consiglio di sicurezza, aveva dichiarato di dover "rispondere in modo adeguato" a test nucleari "condotti dagli Stati Uniti o da altri Paesi". Il presidente della Russia aveva quindi ribadito chiaramente che "se gli Stati Uniti o altri Paesi, che fanno parte del Trattato" di non proliferazione nucleare, "avessero condotto i test, la Russia avrebbe dovuto adottare misure adeguate in risposta".
Mosca, nei giorni seguenti, non ha ricevuto alcun chiarimento da Washington in merito al significato preciso delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla ripresa dei test nucleari nel suo Paese. A dirlo era stato il portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov durante un briefing, dichiarando che la Russia non ha chiarezza su cosa esattamente gli Stati Uniti intendano testare. Trump non ha specificato a quali test si riferisse, né se questi includessero l'utilizzo di testate nucleari.
"Gli Stati Uniti stanno aumentando attivamente le armi strategiche offensive", aveva aggiunto inoltre il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, aggiungendo che Washington "pianifica la creazione di un nuovo missile intercontinentale, la produzione di un sottomarino strategico, la riattivazione di sistemi di lancio". "L'analisi delle dichiarazioni di alti funzionari statunitensi indica che Washington è orientata alla preparazione e allo svolgimento di test nucleari", ha incalzato il generale Valery Gerasimov, capo di stato maggiore.
Anche la Nato 'avverte' Putin
La Nato ha importanti capacità di deterrenza nucleare, in particolare contro la Russia, ed è necessario parlarne di più in futuro perché "le nostre società devono saperlo". E' quanto ha sottolineato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Mark Rutte, in un'intervista all'edizione domenicale di Die Welt anticipata dalla Dpa, proprio mentre aumentava la tensione tra Washington e Mosca sul fronte dei test nucleari.
"È importante parlare di più della deterrenza nucleare con le nostre società, per assicurare che capiscano come questa contribuisca alla nostra sicurezza complessiva”, ha dichiarato Rutte, secondo cui "quando la Russia usa una retorica nucleare pericolosa e sconsiderata, le nostre popolazioni devono sapere che non c'è motivo di farsi prendere dal panico, perché la Nato dispone di un forte deterrente nucleare per preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l'aggressione”.
E ancora ha insistito il numero uno dell'Alleanza: "La deterrenza nucleare della Nato è la garanzia ultima della nostra sicurezza. È importante che la nostra deterrenza nucleare rimanga credibile, sicura, protetta ed efficace”. Il presidente russo Vladimir Putin, ha ammonito, "deve sapere che una guerra nucleare non può mai essere vinta e non deve mai essere combattuta".
La posizione dell'Iran e l'appello dell'Aiea
Tra i Paesi non citati da Trump per l'incontro sulle armi nucleari c'è l'Iran, con cui gli Usa sono già in trattative sfociate nell'attacco americano a tre siti nucleari iraniani lo scorso giugno. L'Iran non mira a dotarsi di bombe nucleari, ma vuole raggiungere un "accordo pacifico sul nucleare" e non scenderà a compromessi sulla sicurezza nazionale. Lo ha detto il viceministro degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh al 12mo dibattito strategico di Abu Dhabi.
"Teheran non è alla ricerca di bombe nucleari - ha dichiarato - E' pronta a rassicurare il mondo su questo punto. Siamo molto orgogliosi del nostro programma nucleare nazionale". Khatibzadeh ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno inviando all'Iran, attraverso Paesi terzi, messaggi contraddittori sui colloqui sul nucleare.
il presidente Masoud Pezeshkian ha però sottolineato che l'Iran non intende abbandonare il proprio programma nucleare né la propria "programmazione missilistica difensiva". In un intervento trasmesso dalla tv di Stato ha infatti dichiarato che Teheran "cerca la pace, ma non si piegherà alla coercizione". Il leader iraniano ha aggiunto che il Paese è disposto a "riprendere i colloqui sul programma nucleare", ma ha precisato che "il dossier missilistico non è sul tavolo dei negoziati".
Intanto l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha chiesto all'Iran di ''rispettare gli obblighi'' e di autorizzare ''il prima possibile'' l'accesso alle sue scorte di uranio, per ''calmare le preoccupazioni degli alleati''. In una nota l'Aiea ha spiegato che dalla guerra di giugno con Israele non è stata in grado di verificare lo stato delle scorte di uranio.
"E' fondamentale che l'agenzia sia in grado di verificare quanto prima possibile gli inventari di materiale nucleare precedentemente dichiarato in Iran", ha affermato l'Aiea nel suo rapporto, aggiungendo che le scorte di uranio di grado quasi nucleare erano "una questione di seria preoccupazione".
Presidente: 'segnale inquietante, solidarietà al mio assessore'... 
Marco Bezzecchi conquista la pole position del MotoGp di Valencia, che chiude la stagione del circo a due ruote. Il pilota dell'Aprilia ha fatto segnare il miglior tempo oggi, sabato 15 novembre, in 1’28”809. Dietro di lui Alex Marquez e Fabio Di Giannantonio.
Delusione per Pecco Bagnaia, che si ferma durante il Q1 e partirà quindi in sedicesima posizione. Ecco la griglia di partenza per l'ultimo Gran Premio dell'anno.
La griglia di partenza del Gran Premio di Valencia:
1. M. Bezzecchi (Q1)
2 A. Marquez (Q2)
3 F. Di Giannantonio (Q2)
4 R. Fernandez (Q2)
5 P. Acosta (Q2)
6 F. Quartararo (Q2)
7 F. Morbidelli (Q2)
8 J. Miller (Q2)
9 F. Aldeguer (Q2)
10 J. Mir (Q2)
11 J. Zarco (Q2)
12 A. Ogura (Q2)
13 L. Marini (Q1)
14 A. Espargarò (Q1)
15 B. Binder (Q1)
16 F. Bagnaia (Q1)
17 J. Martin (Q1)
18 M. Oliveira (Q1)
19 A. Rins (Q1)
20 E. Bastianini (Q1)
21 M. Vinales (Q1)
22 N. Bulega (Q1)
23 A. Fernandez (Q1)
24 S. Chantra (Q1)

Nella pancia della Inalpi Arena capita (anche) di vederli giocare a carte. I raccattapalle delle Atp Finals si rilassano così, tra un match e l'altro nel Torneo dei maestri. Con una partita a scopa o a briscola, per allentare la tensione prima di andare in campo sul Centrale accanto a gente come Sinner e Alcaraz. A Torino 'giocano' anche loro. E, come i mostri del tennis, non possono permettersi distrazioni.
Ne abbiamo incontrati alcuni tra una super sfida e l'altra, in spogliatoio. Ludovico Massa, 18 anni, è di Torino ed è alla terza partecipazione alle Atp Finals: "È sempre una grande emozione vedere giocatori di altissimo livello - racconta all'Adnkronos - quando ci andava bene potevamo osservarli dalla tribuna. Stare in campo accanto a loro, passare le palline e l'asciugamano è ogni volta un'emozione. A me tremano le mani". Allegra Spinelli, 19 anni, conferma il concetto: "Vederli da vicino è pazzesco, che ve lo dico a fare". Aspirante tennista, lei è una veterana alle Finals: "È il mio quarto anno qui, ma ogni volta è sempre come la prima".
Le Atp Finals viste dai raccattapalle
Allegra racconta come alle Atp Finals nulla sia lasciato al caso: "Prima del torneo partecipiamo a quattro incontri di formazione. Facciamo simulazioni di tie-break, mini-partite e proviamo tutto. Siamo in 80, alla fine ne scelgono 40". Sono parte dello spettacolo e la festa del tennis della Inalpi Arena, per loro, è scandita in turni: "Siamo divisi per mattine e pomeriggi - interviene Ludovico -. I primi devono essere qui intorno alle 10:30, mentre i secondi verso le 17. Siamo sulle partite, ma anche sugli allenamenti, come quelli al Centrale e al Sebastopoli, il 'secondo' campo dell'impianto".
"Furia Alcaraz" e il 'sosia' di Sinner
Il loro racconto, inevitabile, passa per aneddoti. Ludovico se la ride: "Mi dicono che sono il sosia di Sinner, è successo spesso. Addirittura mi è stato detto da membri dello staff di Jannik e, due anni fa, da un importante dirigente". 'Colpa' dei capelli rossi e un po' disordinati, ma anche di una carnagione chiara. Per lui, quest'anno, anche un momento non proprio piacevole: "Dopo un punto sbagliato da Alcaraz contro De Minaur, Carlos era una furia. Gridava 'Una mas, una mas' ed era arrabbiatissimo. Mi ha chiesto l'asciugamano, l'ha preso in mano continuando a guardarmi senza dire nulla, poi lo ha tirato via. Ma lo capisco, succede a me di innervosirmi in partita, figuriamoci a lui. A quei livelli ci si gioca tutto". Ad Allegra è invece capitato di sistemare il campo insieme a uno dei maestri. "In un match di doppio con Granollers e Zeballos, lo spagnolo ha lanciato a terra una bottiglietta piena d'acqua. Abbiamo subito rimesso il campo in ordine, pulendo con gli asciugamani. E lui ci ha dato una mano". Cartoline dalle Finals, ricordi da incorniciare per ragazzi che vivono il tennis a cento all'ora. Non i soli. "Alla fine, un paio di palline a casa riusciamo a portarle". Privilegi mica male. (di Michele Antonelli, inviato a Torino)

Allarme account falsi per Holger Rune. Il tennista danese, ai box a causa di un grave infortunio un mese fa, quando si è rotto il tendine d'Achille durante l'Atp 250 di Stoccolma, è alle prese anche con questioni extra campo. Con un post su X, Rune ha infatti denunciato oggi la nascita di un profilo falso che finge di essere lui: "Questo è un account falso! Segnalatelo a X se questa persona vi contatta", ha scritto.
Oltre al possibile danno di immagine, la preoccupazione, secondo alcuni, per Rune potrebbe essere anche un'altra. Qualcuno ha fatto infatti notare che, oltre a essere palese che fosse un account falso, il danese avesse paura che l'impostore potesse scrivere a qualche tennista, dopo le 'figuracce' con Anna Kalinskaya, giocatrice russa ed ex fidanzata di Jannik Sinner, e la connazionale Veronika Kudermetova.
Il botta e risposta con Kalinskaya
A raccontare tutto era stata proprio Kalinskaya[1]: "Qualcuno mi ha scritto 10 volte prima di arrendersi. Chi è stato? Lo dico, Holger Rune... Scrive a tutte... Forse ha un'opinione troppo elevata di se stesso o forse è senza speranza, ma non è l'unico", ha detto la russa in un'intervista diventata rapidamente virale proprio su X.
Il tweet è finito nel radar di Rune, che prima ha replicato con una risata fragorosa e poi ha piazzato lo smash. "Potrebbero esserci differenze culturali in base alle quali scambia un commento a una storia" su Instagram "per un invito a uscire. Se voglio uscire per un appuntamento, lo chiedo. Non preoccupatevi", ha concluso il danese.
Le avances a Kudermetova
Rune aveva scritto un messaggio su Instagram anche a Veronika Kudermetova, scontrandosi però con il rifiuto della tennista russa, sposata dal 2017 con l'ex tennista, oggi allenatore, Sergei Demekhine.
"Mi ha scritto Rune di recente", aveva rivelato proprio Kudermetova[2] al podcast di Elena Vesnina, "Io gli ho detto: ‘Cavolo, probabilmente sono troppo vecchia per te. E se hai guardato il mio Instagram, ho un marito'. Lui ha risposto: ‘Oh, scusa'. Da allora non mi ha più salutata", ha concluso sorridendo.

"La mia presa di posizione sull'Ucraina nasce anche da affettività. Quello ucraino è un popolo straordinario, con cui ho un legame forte. Il mio tatuaggio è un segno di vicinanza all'Ucraina". Così Carlo Calenda, a Sky Agenda torna sul tryzub, il tridente simbolo nazionale dell'Ucraina che figura spesso sulle divise del suo esercito e che il leader di Azione si è tatuato sul polso[1].
"Ci sono posizioni nella vita - ha proseguito - che si tengono perché sono fondamentali. E il governo Meloni ha molti tentennamenti su Kiev".
La critica russa e la risposta di Calenda
Nei giorni scorsi l'ambasciata russa a Roma aveva criticato il leader di Azione proprio per il tatuaggio. "Ma il politico italiano Carlo Calenda capisce l'essenza del simbolo che ha applicato sul suo corpo?", scriveva l'ambasciata in un post su Facebook, sottolineando che la "bravata" del leader di Azione "non è altro che un ingresso volontario nella comunità di seguaci di Petlyura, Bandera, Shukhevich e altri nazisti e collaboratori di nazionalità ucraina, le cui mani sono coperte dal sangue di ebrei, zingari, ungheresi, russi, ucraini".
La risposta di Calenda non si era fatta attendere. "Verrete sconfitti. Come è stata sconfitta l’Urss. La libertà alla fine vince sempre sulla tirannia. E se vi mettete paura di un tatuaggio vuol dire che ne siete già consapevoli", le parole su X. E a conclusione del tweet, il senatore aggiungeva l'hashtag 'Slava Ukraïni'.
Il botta e risposta con Luca Bizzarri
Tra i commenti al post sul tatuaggio di Calenda, anche quello del comico genovese Luca Bizzarri che ha dato luogo a un lungo botta e risposta social.
"Quelle cose che è giusto e bello fare, a 16 anni", la battuta di Bizzarri, prontamente commentata dal leader di Azione. "Mi sei diventato anche trombone ora?", la domanda di Calenda cui Bizzarri ha replicato: "No, vorrei lo diventaste voi. Mi piacerebbe poter votare per degli adulti. Invece Salvini dice 'Bro' e tu posti i tatuaggi. E a noi tocca scegliere tra i due".
"Senti Luca. Passi le tue giornate a parlare di pippe, canne e videogiochi. Ora, per me l’Ucraina è una battaglia ideale, umana e di libertà. E il tatuaggio ha questo valore. Quando ti metti a fare il censore dei comportamenti altrui sei un tantino da 'avranno degli amici'", la controreplica di Calenda. "Pardon - la risposta del comico -, non essendo né eleggibile né eletto, non credo che il problema sia quello di cui parlo io. Il problema è una classe politica fatta di adolescenti che cercano cuoricini su X mostrando il tatuaggio come influencer, e poi vorrebbero essere credibili come statisti".
"Luca, ti sbagli. Per me l’Ucraina - ha provato a spiegare ancora Calenda - è la battaglia politica più importante. E il tatuaggio simboleggia questo. Il tuo continuo 'è tutto un magna magna' è diventato stucchevole. Come sai molto bene passo la mia vita a fare proposte profonde e dettagliate su energia, industria etc. quindi cortesemente Salvini lo paragoni ad un altro. Detto ciò ti si vuole bene comunque. A presto".
Alle parole del politico, ecco però un'altra replica: "Proprio perché fai proposte profonde e dettagliate dovresti avere un amico vicino che dice 'Abbiamo 60 anni. Magari il tatuaggio lo facciamo fare ai compagni di scuola dei nipoti, e se proprio ci tieni fallo, ma sii buono, non postarlo'. E invece qualcuno (che paghi) ti ha pure detto che era una bella idea. E tu dai del qualunquista all’unico che ti vuole bene gratis. Questo è il tuo dramma".
Infine la chiusura di Calenda: "Vabbè possiamo convenire che siamo in disaccordo? Un abbraccio".

Un femminicidio dopo una colluttazione oppure un drammatico incidente domestico. Sono queste le due ipotesi principali sulle quali stanno lavorando gli investigatori che indagano sulla morte di Nunzia Cappitelli, la donna di 51 anni trovata senza vita con una ferita alla testa nella sua abitazione nel quartiere Piscinola a Napoli. La Procura partenopea ha aperto un'inchiesta e disposto il trasferimento della salma in obitorio in attesa dell'autopsia che servirà per chiarire le cause della morte della 51enne.
Le indagini sono affidate agli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Chiaiano e della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
Secondo quanto si apprende, gli esperti della Polizia scientifica hanno già effettuato i rilievi nell'appartamento ed hanno sequestrato una bottiglia di vetro rotta: in caso di femminicidio, potrebbe essere l'arma del delitto. Al momento, gli investigatori tendono a non escludere nessuna pista.

Un femminicidio dopo una colluttazione oppure un drammatico incidente domestico. Sono queste le due ipotesi principali sulle quali stanno lavorando gli investigatori che indagano sulla morte di Nunzia Cappitelli, la donna di 51 anni trovata senza vita con una ferita alla testa nella sua abitazione nel quartiere Piscinola a Napoli. La Procura partenopea ha aperto un'inchiesta e disposto il trasferimento della salma in obitorio in attesa dell'autopsia che servirà per chiarire le cause della morte della 51enne.
Le indagini sono affidate agli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Chiaiano e della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
Secondo quanto si apprende, gli esperti della Polizia scientifica hanno già effettuato i rilievi nell'appartamento ed hanno sequestrato una bottiglia di vetro rotta: in caso di femminicidio, potrebbe essere l'arma del delitto. Al momento, gli investigatori tendono a non escludere nessuna pista.
All'Agricoltura dovrebbe subentrare capogruppo Progressisti Agus... 
Vittoria di Rai1 nel prime time di ieri sera con 'The Voice Senior' che ha totalizzato 3.297.000 telespettatori e il 22,6% di share. Secondo gradino del podio per Canale 5 con 'Tradimento' che ha realizzato 2.000.000 telespettatori raggiungendo uno share del 14,6%. Terzo posto per Retequattro con 'Quarto Grado' che ha interessato 973.000 telespettatori (share del 7,6%).
Fuori dal podio il Nove con 'Fratelli di Crozza' ha ottenuto 961.000 telespettatori (share del 5,4%) mentre su La7 'Propaganda Live' è stata seguita da 761.000 telespettatori (5,7% di share). Su Italia1 il programma 'Le Iene presentano: Inside' ha ottenuto 678.000 telespettatori e il 5,7% mentre su Tv8 'Hanno ucciso l’uomo ragno' ha conquistato 606.000 telespettatori (3,2% di share) nel primo episodio e 708.000 telespettatori (4,6%) nel secondo. Su Rai3 'FarWest' ha intercettato, invece, 397.000 telespettatori pari a uno share del 2,6%. Su Rai2 'Challengers' è stato visto da 302.000 telespettatori (1,8% di share).
Nell'access prime time su Rai1 'Cinque Minuti' è stato seguito da 3.836.000 telespettatori (share del 20,2%) mentre 'Affari Tuoi' ha ottenuto 4.422.000 telespettatori (share del 22,2%). Su Canale5 'Gira La Ruota della Fortuna' ha interessato 4.089.000 telespettatori (20,9% di share e 'La Ruota della Fortuna' è stata vista da 5.270.000 telespettatori (share del 26,5%). Nella fascia preserale Rai1 con 'L’Eredità – La Sfida dei 7' ha totalizzato 3.344.000 telespettatori (share del 23,8%) mentre 'L’Eredità' è salita a 4.588.000 telespettatori (share del 27,8%). Su Canale5, invece, il programma 'Avanti il Primo' è stato visto da 2.242.000 telespettatori (17,1% di share), mentre 'Avanti un Altro' ha interessato 2.987.000 telespettatori (19% di share).

Carlos Alcaraz torna in campo. Oggi, sabato 15 novembre, il numero uno del ranking Atp affronta Felix Auger Aliassime nella seconda semifinale del Torneo dei maestri a Torino. Alcaraz ha vinto il suo girone, battendo tutti gli avversari. Auger-Aliassime ha chiuso al secondo posto il suo, dopo il decisivo successo contro Zverev. Ecco orario, precedenti, dove vederla in tv e streaming.
Alcaraz-Auger Aliassime, orario e precedenti
Il match tra Alcaraz e Auger Aliassime è previsto non prima delle 20:30 oggi, sabato 15 novembre. I precedenti raccontano un 4-3 per il numero uno, che ha battuto il canadese negli ultimi 4 confronti.
Alcaraz-Auger Aliassime, dove vederla
Alcaraz-Auger Aliassime sarà visibile in diretta tv sui canali Sky Sport. Inoltre, sarà possibile seguire l'evento in streaming sulle piattaforme SkyGo, NOW Tv e Tennis Tv.
Iniziativa del Comune di Cagliari lunedì 17...
Accusati di traffico di droga e ritenuti pericolosi...
Decisione della Prefettura dopo valutazioni Comitato sicurezza... 
Rispetto alla situazione dell'ex Ilva "siamo davvero molto preoccupati perché aver sentito che c’è la possibilità di aumentare il numero dei cassaintegrati ci fa pensare che probabilmente ancora non c’è una soluzione 'potabile' che possa coniugare lavoro, salute e ambiente. Auspichiamo che nell’incontro del 18 ci possano essere forniti elementi più concreti. In ogni caso, per noi non ci può essere un incremento della cassa integrazione perché il territorio di Taranto soffre tantissimo da 12 anni e non si intravede una soluzione definitiva, e bisogna fare ogni sforzo, anche un forte intervento dello Stato che possa traghettare lo stabilimento in questo momento critico verso un tempo una situazione di stabilità. Auspichiamo che il 18 possa essere data qualche rassicurazione in più, poi valuteremo". Così all'AdnKronos la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola a margine dell'assemblea nazionale della Cisl.
Sulla legge di Bilancio, continua Fumarola a margine dell'evento, "abbiamo incontrato i gruppi parlamentari, presentato anche noi degli emendamenti e fatta un’audizione. Abbiamo apprezzato una serie di risposte che ci sono state date attraverso delle scelte messe nella legge di Bilancio ma abbiamo chiesto attenzioni particolari rispetto al mondo della scuola, dell’università e della ricerca, perché servono più risorse ma anche rispetto ai pensionati. Abbiamo chiesto che si possa ripristinare Opzione donna e chiesto con molta forza il rifinanziamento del fondo della legge 76 sulla partecipazione perché non è una bandierina della Cisl ma governo e forze politiche, anche quelle di opposizione che l’hanno sostenuta, devono continuare a mantenere quella attenzione perché serve una cultura della partecipazione. Siamo certi che governo e parlamento ascolteranno questa nostra richiesta e ci aspettiamo che venga finanziata".
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