
Donald Trump ha mobilitato per colloqui a Kiev una delegazione di alto livello del Pentagono. Ne scrive il Wall Street Journal che cita fonti statunitensi di alto profilo e parla del nuovo tentativo della Casa Bianca di rilanciare i negoziati per porre fine al conflitto in Ucraina, innescato dall'avvio - più di tre anni fa - dell'invasione russa su vasta scala. Attesi, secondo le fonti del quotidiano, colloqui tra il segretario dell'Esercito, Dan Driscoll, il generale Randy George, capo di Stato maggiore dell'Esercito, e il generale Chris Donahue con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky e altri responsabili ucraini, vertici militari e rappresentanti del mondo dell'industria.
Zelensky, intanto, è arrivato ad Ankara per gli incontri previsti oggi in Turchia. Dopo la missione a Kiev, stando al Wsj, Driscoll ha in programma colloqui con i russi. E, secondo il giornale, la decisione della Casa Bianca di puntare su Driscoll e ufficiali di alto grado è dettata dalla convinzione che Mosca possa essere più aperta a negoziati mediati dai militari. L'idea di puntare su Driscoll sarebbe nata da un colloquio tra Trump e il vicepresidente JD Vance e l'inviato Steve Witkoff avrebbe contribuito a preparare Driscoll per la missione.
"Driscoll parteciperà a incontri in Ucraina e riferirà alla Casa Bianca - ha detto un funzionario di alto grado dell'Amministrazione Trump - Il presidente è stato chiaro, è tempo di fermare le uccisioni e raggiungere un accordo per porre fine alla guerra".
Altre fonti citate dal giornale spiegano che l'obiettivo della missione di Driscoll è riavviare i colloqui di pace per conto di Trump. Il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, non è mai stato a Kiev da quando ha assunto l'incarico a gennaio e il Wall Street Journal sottolinea come sia inusuale la decisione di inviare il segretario dell'Esercito, il cui lavoro è incentrato sull'addestramento e l'equipaggiamento dei militari.
Il focus dei colloqui a Kiev dovrebbe essere sugli sviluppi sul campo e la produzione di armamenti, oltre a iniziative per porre fine al conflitto, ma non è chiaro se verrà condivisa una nuova proposta negoziale.
Driscoll e il generale George erano lunedì in Germania per aggiornamenti di intelligence in una base militare Usa con Donahue e per parlare della situazione in Ucraina. Poi sono volati in Polonia e la notte scorsa sono saliti su un treno per Kiev.
Controlli del Corpo forestale, sei denunciati... 
Professionisti del Real Estate, manager, imprenditori e attori dell’innovazione si danno appuntamento a Milano il 28 novembre per 'Sinergie 2025', l’evento che da otto edizioni riunisce il settore per confrontarsi su idee, strumenti e futuro. Il tema scelto per quest’anno è 'Visione', intesa - precisa l'organizzazione in una nota - "come la capacità di anticipare i cambiamenti e leggere i segnali che stanno trasformando il mercato e la professione".
Tra gli ospiti di spicco, presentati da Rudy Bandiera, LinkedIn Top Voice, ci saranno Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi, con un intervento su demografia e futuro dell’abitare; Roberta Marcenaro Lyon, ceo di Imark, specializzata nella creazione di alleanze strategiche tra aziende statunitensi ed europee; Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, che offrirà una lettura dei trend più rilevanti del mercato e Fabrizio Segalerba, presidente nazionale Fiaip, con una intervista sul palco.
A fare da cornice all’evento, che si terrà presso Monte Rosa 91 a Milano, ci sarà anche un’area expo con oltre 20 aziende attive nei settori proptech, fintech, comunicazione e servizi per l’intermediazione, che daranno vita a tavole rotonde, keynote sul main stage e interventi mirati nel second stage. “Sinergie è il luogo dove le idee passano senza filtri e la comunità si riconosce. Il nostro è un palco esigente: chi sale ha qualcosa di rilevante da dire a chi vive ogni giorno il mercato”, commenta Gerardo Paterna, divulgatore e organizzatore dell’evento.

È ora rimborsata in Italia la prima terapia mirata per il trattamento del carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico in pazienti adulti che presentino alterazioni genetiche del fattore di crescita dei fibroblasti, Fgfr3, e che abbiano ricevuto in precedenza almeno una linea di terapia, tra cui un inibitore del recettore della morte programmata 1 (Pd-1) o del suo ligando (Pd-L1). Si tratta di erdafitinib, pan-inibitore di Fgfr sviluppato da Johnson & Johnson, una monoterapia da assumere per via orale una volta al giorno. Il farmaco rappresenta la prima terapia di medicina di precisione per il carcinoma uroteliale che ha dimostrato un aumento della sopravvivenza rispetto alla chemioterapia.
Secondo il rapporto Aiom-Airtum - informa la farmaceutica in una nota - in Italia sono oltre 300 mila le persone che convivono con un tumore della vescica: è il quinto tumore più frequente, il quarto più diagnosticato se si considera unicamente il sesso maschile. In particolare, il carcinoma uroteliale, ovvero il tumore dell’urotelio - il tessuto che riveste le vie urinarie, tra le quali vescica, pelvi renali, ureteri e uretra - è la forma più frequente di tumore alla vescica: rappresenta oltre il 90% di tutti i casi. Sebbene, la sopravvivenza a 5 anni per il tumore all’urotelio sia oggi del 60 - 80%, a seconda della localizzazione, nelle forme metastatiche la sopravvivenza si riduce drasticamente, fino ad arrivare all’8%.
"La diagnosi di tumore uroteliale avviene in 1 caso su 4 in una fase della malattia già avanzata o metastatica a causa dei sintomi aspecifici che spesso vengono sottovalutati - afferma Patrizia Giannatempo, oncologo medico Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano - Circa il 20% dei casi di tumore uroteliale metastatico o non resecabile presenta mutazioni di Fgfr3. In questo contesto, l’arrivo di erdafitinib in Italia è un importante traguardo perché rappresenta la prima terapia a bersaglio molecolare per questa tipologia di pazienti. Inoltre, gli studi clinici condotti con questo farmaco hanno dimostrato una superiorità rispetto alla chemioterapia in termini di efficacia, permettendo di diminuire di quasi il 40% il rischio di morte. Il vantaggio di questo trattamento ha portato un comitato di revisione indipendente a decidere di permettere, anche ai pazienti che avevano ricevuto il trattamento di controllo, di beneficiare di erdafitinib".
Come raccomandato dalle linee guida della European Association of Urology - Eau 2024, poter riconoscere la presenza di alterazioni di Fgfr attraverso l’uso dei test molecolari/genomici precoci, già alla diagnosi di carcinoma metastatico, è fondamentale.
"I test per la diagnosi delle mutazioni di Fgfr nei pazienti con carcinoma uroteliale rivestono un ruolo fondamentale per una gestione realmente personalizzata della malattia - sottolinea Fabio Calabrò, direttore Oncologia medica 1 Irccs Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma - L’identificazione di tali alterazioni molecolari consente di selezionare i pazienti che possono beneficiare di terapie a bersaglio specifico, come erdafitinib, migliorando la risposta clinica e la sopravvivenza in uno specifico setting di pazienti già sottoposti a chemioterapia e immunoterapia. Purtroppo, nel nostro Paese questi test non vengono ancora rimborsati - chiarisce - L’inserimento del test di Fgfr3 nei livelli essenziali di assistenza per il carcinoma della vescica garantirebbe un accesso equo e omogeneo su tutto il territorio nazionale a un approccio diagnostico e terapeutico ormai imprescindibile nell’oncologia di precisione, contribuendo a ottimizzare le risorse del sistema sanitario e ad aumentare le possibilità di cura per i pazienti".
Da non tralasciare, inoltre, l’aspetto psicologico e umano, dove una corretta diagnosi si associa necessariamente al bisogno di supporto, anche al di fuori della terapia. "Sempre più pazienti con carcinoma uroteliale - aggiunge Laura Magenta, paziente volontaria e assistente alla presidenza Aps Associazione Palinuro - Pazienti liberi dalle neoplasie uroteliali - vivono un percorso diagnostico e terapeutico complesso, che incide profondamente sulla loro salute fisica e psicologica, nonché su quella dei loro familiari, a causa di sintomi più o meno impattanti sulla qualità di vita e sulla propria autonomia, quali incontinenza, alterazioni della funzionalità intestinale e problematiche legate alla sessualità. Nonostante il supporto del personale medico-infermieristico sia cruciale, è spesso limitato ai periodi di degenza ospedaliera, lasciando spesso il paziente da solo e disorientato negli ‘spazi vuoti’: quando riceve la diagnosi oppure quando è fuori dall’ospedale, seppur nel calore della sua abitazione. La nostra associazione si prefigge di colmare questi vuoti temporali e di non fare sentire il paziente solo nel suo percorso di malattia".
La decisione dell’Aifa-Agenzia italiana del farmaco si basa sui risultati dello studio di fase 3 Thor che ha valutato l'efficacia e la sicurezza di erdafitinib rispetto alla chemioterapia, in pazienti con tumore uroteliale localmente avanzato non resecabile o metastatico con selezionate alterazioni Fgfr, progrediti dopo uno o due trattamenti precedenti, almeno uno dei quali con un agente anti-Pd-(L)1. I risultati - specifica la nota - hanno dimostrato, nei pazienti che hanno ricevuto erdafitinib, una sopravvivenza globale (Os) mediana di oltre un anno al cut-off dei dati, con un miglioramento significativo rispetto a quelli del braccio di chemioterapia (12,1 mesi vs. 7,8 mesi). Il trattamento con erdafitinib ha anche mostrato un miglioramento della sopravvivenza mediana libera da progressione (Pfs) rispetto alla chemioterapia, con un valore di 5,6 mesi contro 2,7 mesi e un tasso di risposta obiettiva (Orr) confermato del 35,3 % contro l'8,5%.
"Da oltre 30 anni Johnson & Johnson investe nella ricerca scientifica per lo sviluppo di farmaci innovativi che rispondano ai bisogni di cura dei pazienti e per essere al fianco di medici nel trattamento dei tumori ematologici e solidi - evidenzia Alessandra Baldini, Direttrice medica Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia - Con l’arrivo di erdafitinib, ampliamo il nostro portfolio nell’area dei tumori dell’apparato genito-urinario, sottolineando il valore della medicina di precisione, ormai vero e proprio caposaldo della ricerca e sviluppo di Johnson & Johnson. Medicina di precisione vuol dire costruire un percorso terapeutico personalizzato affinché tutti i pazienti ricevano il trattamento più giusto e più efficace, basato sui bisogni di ciascuno. Proprio per questo, recentemente abbiamo dato il via ad un programma che avrà l’obiettivo di supportare gli ospedali italiani nell’identificazione delle alterazioni del gene Fgfr3. Si tratta del primo Diagnostic Support Program (Dsp) in Italia dedicato ai pazienti con carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico, grazie al quale non solo forniremo alle strutture aderenti i kit per i test, ma anche una parte di formazione del personale di laboratorio, nonché di supporto tecnico post-training, con l’idea di essere un vero e proprio ponte tra il test diagnostico e l’accesso al trattamento, con la speranza che il sistema - conclude - possa strutturarsi per rendere questo la norma".

È un importante rischio oncologico non solo per le donne, ma anche per gli uomini: il Papillomavirus (Hpv) tra i maschi in Italia è la principale causa ogni anno di oltre 2.400 casi di cancro e 3 mila decessi. Può compromettere anche la fertilità, in particolare quella maschile. La prevalenza del Dna dell’Hpv nello sperma è quasi doppia tra i pazienti infertili (20%) rispetto al resto della popolazione (11%). Anche per questo, nel nostro Paese, va adottato un piano straordinario per eliminare tutti i tumori Hpv-correlati: attraverso le vaccinazioni e le diagnosi precoci è possibile evitare completamente l’insorgenza di queste neoplasie. Al momento i tassi d’adesione ai programmi di screening e alle immunizzazioni risultano però ancora insoddisfacenti. È quanto sostengono i rappresentanti dei medici specialisti e delle associazioni dei pazienti riuniti oggi in occasione di un convegno al Senato dal titolo ‘L’impegno per un’Italia libera dall’Hpv: tutelare la fertilità ed eliminare i tumori prevenibili’. L’evento - informano gli organizzatori in una nota - è realizzato su iniziativa del senatore Guido Quintino Liris, capogruppo in Commissione Bilancio, e si tiene dopo la recente Giornata internazionale per l’eliminazione del tumore della cervice uterina.
"Il papilloma virus è un pericoloso fattore di rischio oncologico dal quale però possiamo difenderci - sottolinea Alessandra Fabi, consigliere nazionale Aiom-Associazione italiana di oncologia medica - È un patogeno che non fa differenze di genere e viene trasmesso durante tutti i rapporti sessuali non protetti. Non deve essere considerato solo un problema femminile perché determina, sia negli uomini che nelle donne, l’88% dei tumori dell’ano e il 30% di quelli dell’orofaringe, cavo orale e laringe. Per quanto riguarda le neoplasie femminili invece - spiega - provoca il 90% di quelle alla cervice uterina e il 43% e il 70% dei carcinomi della vulva e della vagina. Sono tutte malattie curabili quando vengono riconosciute precocemente e trattate tempestivamente in modo adeguato. In totale sono più di 7.500 i casi l’anno di cancro che potrebbero essere evitati incentivando il più possibile la prevenzione. È una strategia che può essere realizzata incentivando le vaccinazioni contro l’Hpv. Va incrementata la partecipazione agli screening e in tutte le Regioni sono già attivi programmi gratuiti. Al momento però solo una donna su tre si sottopone regolarmente al fondamentale test dell’Hpv".
Nel 2020 l’Organizzazione mondale della sanità ha lanciato una ‘Call to action’ per eliminare il cancro della cervice uterina. È previsto che tutti i Paesi lavorino affinché entro il 2030 siano raggiunti alcuni obiettivi: arrivare al 90% delle ragazze vaccinate con ciclo completo entro i 15 anni di età; il 70% delle donne sottoposto a screening con test ad alta performance e, infine garantire al 90% delle pazienti, colpite da neoplasia cervicale, accesso tempestivo a cure ed esami di follow-up.
"Il primo Paese che ha risposto è stato l’Australia - osserva Enrico Di Rosa, presidente della Società italiana d’igiene (Siti) - Il nostro Servizio sanitario nazionale ha tutte le carte in regola per rispondere a questa triplice sfida. In Italia il vaccino per Hpv è ormai disponibile gratuitamente da molti anni sia per i maschi che per le femmine. Eppure, i dati sulle immunizzazioni sono insoddisfacenti e lontani dagli obiettivi prefissati dalle istituzioni sanitarie internazionali. Tra le femmine, per le coorti tra il 2009 e il 2003, siamo a poco più del 70%. Si registrano dati peggiori fra i maschi delle coorti 2004-2003 dove i tassi scendono addirittura sotto il 20%. Proprio per i giovani uomini vanno previste attività informative specifiche e anche per loro deve sempre essere garantita l’equità di offerta nella vaccinazione".
"Recenti studi farmacoeconomici evidenziano che l’estensione della vaccinazione a tutte le donne fino ai 45 anni è costi-efficace nel medio termine e garantisce i maggiori benefici clinici - evidenzia Annalisa Calabrò, professoressa di Igiene e sanità pubblica all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale - La vaccinazione ‘opportunistica’ in occasione dello screening organizzato e l’estensione del diritto a tutte le donne tra i 26 e i 45 anni, indipendentemente dal setting di offerta, rappresentano strategie di grande rilevanza che meritano un’attenta valutazione da parte dei decisori. Solo attraverso un approccio preventivo realmente integrato sarà possibile accelerare il raggiungimento dell’obiettivo promosso dall’Oms". Nel convegno di oggi al Senato partecipano anche le associazioni e Fondazioni firmatarie del ‘Manifesto per l’eliminazione dei tumori correlati al papillomavirus’: Fondazione Umberto Veronesi; Consiglio nazionale dei giovani, CittadinanzAttiva, Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo); ThinkYoung, Fondazione IncontraDonna; Acto Italia (Alleanza contro il tumore ovarico); Loto OdV; aBRCAdabra Ets e Lilt-Lega Italiana per la Lotta contro i tumori. Il documento del 2021 invita l’Italia a prendere provvedimenti per essere il primo Paese in Europa a eliminare tutte le neoplasie indotte dall’Hpv. Secondo i firmatari per raggiungere gli obiettivi dell’Oms può essere utile istituire un tavolo tecnico presso il ministero della Salute. A questo devono partecipare rappresentanti delle principali società scientifiche e associazioni di pazienti. Insieme è possibile trovare soluzioni condivise per un piano che sia in grado di incrementare vaccinazioni e screening.
"Combattere il virus dell'Hpv potrebbe avere un impatto positivo anche sulla protezione della fertilità, sia per gli uomini che per le donne - ha rimarcato il senatore Liris - Da troppo tempo, in Italia, stiamo assistendo a un preoccupante calo delle nascite e a un progressivo innalzamento dell'età media della maternità. Un fenomeno che non solo incide sulla nostra demografia, ma che ha anche ripercussioni profonde sul piano sanitario ed economico. La promozione della salute è quindi una priorità per tutte le Istituzioni e seguire stili di vita sani e partecipare attivamente ai programmi di prevenzione è centrale. In particolare, per quanto riguarda i tumori correlati all'Hpv - conclude - è essenziale sottoporsi con regolarità agli screening cervicali e usufruire dei benefici del vaccino anti-cancro".
Nel centro storico. L'uomo è ricercato dalla polizia... 
E' Rai1, con 'Il Commissario Ricciardi 3', a vincere la sfida della prima serata di ieri, martedì 18 novembre 2025. La fiction con Lino Guanciale è stata vista da 3.261.000 spettatori, pari al 19% di share. Canale5 con 'La Notte nel Cuore' ha incollato davanti al video 2.291.000 spettatori realizzando uno share del 15.7%. Terzo posto per La7, che con 'DiMartedì' ha raggiunto un pubblico di 1.418.000 spettatori e l’8.7%. Rai2, che ieri proponeva 'Belve' con Francesca Fagnani, è stato la scelta di 1.262.000 spettatori, facendo registrare uno share all’8.4%. Italia1, che ieri trasmetteva 'Le Iene' è stato visto da 1.159.000 spettatori(share al 9.3%), mentre Rai3 con 'Amore Criminale' ha ottenuto un ascolto di 702.000 spettatori ed uno share al 4%. Rete4, che ieri ha mandato in onda 'È Sempre Cartabianca', è stato scelto da 483.000 spettatori (share al 3.7%).

"La lezione è chiara: l’Europa deve accelerare sulla sovranità digitale, sulla diversificazione delle infrastrutture e su un modello di resilienza distribuita. Ridurre le vulnerabilità della catena del cloud non è più un tema tecnologico, ma una condizione di sicurezza nazionale. Controllare la filiera, distribuire il rischio, rafforzare il perimetro: questa è la strada per evitare che il prossimo incidente diventi una crisi sistemica”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup ed esperto di cybersicurezza e innovazione digitale, sull'incidente che ha coinvolto ieri Cloudflare, con alcune ore di down di numerosi di siti da X a Chatgpt.
Secondo Mocerino "oggi non basta ‘risolvere’ un down: serve capire quanto è profondo il nostro livello di dipendenza da pochi grandi operatori extra-europei e quanto sia limitato il controllo della filiera e della supply chain dei fornitori critici. Se un guasto tecnico può provocare effetti a cascata su scala mondiale, cosa potrebbe accadere in caso di attacco coordinato o pressione geopolitica? Per questo servono monitoraggi di sicurezza continui e una reale capacità europea di verificare, testare e governare ogni segmento dell’infrastruttura digitale", sottolinea.
Per esperto di cybersicurezza e innovazione digitale infatti "l’incidente che ha coinvolto Cloudflare è un promemoria brutale: anche servizi considerati ‘di base’ nell’ecosistema digitale globale possono diventare un punto di fragilità sistemica. Quando una singola piattaforma ha la capacità di mettere offline, nello stesso momento, social network, intelligenza artificiale e servizi aziendali, significa che la concentrazione infrastrutturale ha superato il livello di rischio accettabile per imprese, cittadini e istituzioni. Un unico anello della catena è stato sufficiente per generare una ricaduta globale: questo è il cuore del problema", conclude.

Nel contesto geopolitico come affrontare e vincere le sfide per la Cybersecurity nello Spazio e nella Dimensione Subacquea? Sono due domìni sempre più strategici e interconnessi da cui dipendono sia la continuità delle transazioni finanziarie e delle comunicazioni digitali (il 99% dei dati della telefonia e del web passa dai cavi sottomarini) sia la sicurezza cibernetica ed energetica nazionale ed europea nonché sono abilitatori della New Space Economy e dell’Underwater Economy. Le risposte alle sfide saranno date attraverso strategie e politiche industriali nel corso della 2^ edizione di Space&Underwater - la Conferenza internazionale del quotidiano Cybersecurity Italia, che si terrà il 3 dicembre a Roma presso la Caserma dei Carabinieri 'Salvo D’Acquisto' - da parte di autorevoli speaker istituzionali.
Tra gli autorevoli speaker figurano Samantha Cristoforetti, Astronauta dell’Esa, Henna Virkkunen, Vice-Presidente esecutiva della Commissione europea per la Sovranità Tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia; Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, Giuseppe Berutti Bergotto, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare; Salvatore Luongo, Generale di Corpo D’Armata, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri; Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn); Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica; Pierpaolo Ribuffo, Ammiraglio di Squadra, Capo Dipartimento per le Politiche del Mare, Presidenza del Consiglio dei Ministri. Roberta Pinotti, Presidente, Fondazione Polo Nazionale della dimensione Subacquea (Pns); Mauro Lunardi, Generale di Squadra Aerea, Capo Ufficio Generale del Centro di Responsabilità Amministrativa dell’Aeronautica; Daniele Rossi, Dirigente Divisione XI Economia e industria dello spazio, industria aeronautica e della difesa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy; Ersilia Vaudo, co-fondatrice dell'associazione “Il Cielo Itinerante” e Chief Diversity Officer di Esa. E' stato invitato anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Nutrita sarà anche la partecipazione di parlamentari italiani e europei, come: Elena Donazzan, Vicepresidente Commissione Itre del Parlamento europeo e relatrice dello Eu Space Act; Salvatore Deidda, Presidente IX Commissione (Trasporti, Poste e Tlc) della Camera dei Deputati; Pino Bicchielli, IV Commissione (Difesa) della Camera dei Deputati; Andrea Casu, Vicepresidente IX Commissione (Trasporti, Poste e Tlc) della Camera dei Deputati; Alexandra Geese, Commissione Itre del Parlamento europeo; Andrea Mascaretti, Presidente Intergruppo Parlamentare Space Economy della Camera dei Deputati. Marta Schifone, Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
Durante la Conferenza Space&Underwater verranno condivise le strategie e illustrati i progetti da parte di manager di aziende nazionali e internazionali leader nei due domìni, come: Amb. Stefano Pontecorvo, Presidente di Leonardo; Gabriele Pieralli, Amministratore Delegato di Telespazio; Giampiero Di Paolo, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia; Domitilla Benigni, Ceo & Coo di Elt Group; Raul Gil, Evp & Ceo di Prysmian Transmission; Alfio Rapisarda, Head of Global Security di Eni; Emilio Gisondi, Ceo di Tinexa Defence; Umberto Arcangeli, Amministratore Delegato di Dassault Systèmes Italia; Mario Nicosia, V.P. Technology Country Leader di Oracle; Mauro Capo, Digital Sovereignty Lead Europa di Accenture; Giuseppe Mocerino, Presidente di Netgroup; Stefano Mele, Head of Cybersecurity & Space Economy Law Department di Gianni&Origoni; Diego Fasano, CEO di Ermetix.
Saranno 4 i tavoli di lavoro/aule tematiche che caratterizzeranno la prima parte della sessione pomeridiana. Tra gli speaker: Marco Brancati, SVP Technology, Innovation & Systems Technology, Leonardo Space Division; Augusto Cramarossa, Responsabile Ufficio Coordinamento Strategico, Agenzia Spaziale Italiana; Marcello Spagnulo, Consigliere Scientifico di Limes, Esperto Tavolo Tecnico Comint, Comitato Interministeriale Politiche Spaziali e Aerospaziali del Governo; Edoardo Balestra, Contrammiraglio (CP), Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera; Davide Véroux, Managing Director & Partner, Boston Consulting Group; Anass Hanafi, Executive Secretary Space Safety Governance Committee, International Association for the Advancement of Space Safety (Iaass); Jacopo Diamanti, Space Head of Engineering, Gmspazio; Giorgio Apponi, Head of Defence & Intelligence and COSMO-SkyMed Commercial, e-Geos; Alessandro Marrone, Head of Defence, Security & Space Programme, (Iai).
Durante la Conferenza, i partecipanti avranno anche l’occasione di conoscere 3 startup italiane tra le più innovative nello Spazio e nell’Underwater e con un'elevata capacità di scalabilità. La Conferenza si svolgerà in presenza, con un selezionato pubblico top level su invito dell’organizzazione e dei partner e sarà trasmessa anche in live streaming. Space&Underwater è organizzato da Cybersecurity Italia, il quotidiano online, diretto da Luigi Garofalo, dedicato alla Cultura Cyber e ai temi internazionali della Sicurezza Cibernetica.

Conto alla rovescia per il Black Friday, quando inizierà la battaglia all'ultimo sconto. Ma i raggiri sono sempre dietro l'angolo, e infatti preoccupano quasi sei italiani su dieci. A fare i conti è un’indagine condotta da Revolut che, su un campione rappresentativo di circa mille persone, ha rivelato che il 12%è stato truffato e abbia perso denaro (fino a 1000 euro), mentre il 57%, nonostante non sia stato vittima di frodi, le teme.
In generale, solo il 7% si sente molto sicuro di riuscire a individuare siti web falsi o truffe online e sui social media. Le generazioni più anziane mostrano una forte mancanza di fiducia, con il 20% dei 55-64enni che afferma di non essere affatto sicuro di riuscire a individuare le truffe del Black Friday. Tra i più giovani, sebbene siano spesso visti come "esperti digitali" dai genitori, il 25% della Generazione Z ammette di non sentirsi molto certo di riuscire a evitare le trappole online più insidiose.
Gli acquisti online
I dati mostrano comunque che, in Italia, si inizia a prestare maggiore attenzione agli acquisti online: la maggioranza acquista infatti solo da siti web o app affidabili (62%), quasi la metà (37%) evita di cliccare sui link nelle email o nelle pubblicità sui social media e circa 3 su 10 (27%) controllano l'ulr del sito web. Quando si tratta di individuare le migliori offerte, i consumatori si affidano principalmente ai siti web dei rivenditori (51%), alle pubblicità a pagamento sui social media su Instagram, TikTok e Facebook (14%) e alle promozioni via email (9%). Non sorprende che le pubblicità sui social media siano più allettanti per la Generazione Z, con il 38% degli intervistati, la percentuale di gran lunga più alta tra tutte le generazioni, mentre la Generazione X (61%) e i Baby Boomer (57%) tendono a optare per i siti web dei rivenditori. Gli influencer sembrano avere meno appeal in occasione del Black Friday: solo il 3% sceglie i contenuti degli influencer come opzione.
Come riconoscere le truffe online
Eppure, resta ancora il divario tra cautela e sicurezza: si evolvono gli utenti, ma si evolvono anche le truffe ed essere acquirenti attenti potrebbe non bastare. Per riconoscere le truffe online ci sono alcune accortezze da ricordarsi: i truffatori creano siti web falsi molto somiglianti a quelli dei rivenditori. L’intenzione non è solo rubare denaro alle vittime al momento dell'acquisto, ma anche ottenere dati personali e della carta per truffe future. Bisogna quindi controllare attentamente l'url del sito web per verificare che sia quello autentico da cui si intende acquistare.
Alcuni siti vendono articoli costosi (elettronica, gioielli o marchi di abbigliamento) a prezzi molto bassi. A volte gli acquirenti ricevono l'articolo per cui hanno pagato, che si rivela falso, altre volte non riceveranno nulla. Un promemoria: se è troppo bello per essere vero, spesso è una truffa. Cercare recensioni online di altri clienti per verificare l'affidabilità del rivenditore.
A volte i truffatori utilizzano le piattaforme di social media per creare negozi online. I negozi aprono per un breve periodo e poi scompaiono dopo aver effettuato alcune vendite. Non fidarsi, quindi, delle pagine/account di social media aperti di recente e con molte recensioni positive, potrebbero essere falsi e scritti solo per far credere alle persone che siano autentici. I falsi messaggi di spedizione e le email di phishing aumentano durante periodi di punta come il Black Friday. È consigliato tracciare i pacchi direttamente dal rivenditore o dal sito web della compagnia di spedizioni e controllare sempre l'indirizzo del mittente, facendo attenzione a eventuali errori di ortografia. In caso di dubbio, non cliccare mai su un link.

Lo stress fa ‘invecchiare’ più in fretta. Succede anche ai bebè quando a sperimentare questa condizione di alta tensione sono le mamme durante la gravidanza. E un risvolto inaspettato, svelato da uno studio, è che pure i dentini da latte dei piccoli nati da mamme stressate spuntano prima. I bambini hanno 20 denti da latte, 10 in ciascuna arcata. Questa dentatura è importante per masticare e parlare e aiuta a mantenere lo spazio libero per la successiva dentatura permanente da 32. I denti da latte iniziano a svilupparsi nell'utero intorno alla sesta settimana di gestazione e gradualmente escono fuori tra i sei mesi e i tre anni dopo la nascita. Tuttavia, questa tempistica varia notevolmente, a causa di fattori come la genetica o lo stato di salute generale e nutrizionale del neonato. Ora, alcuni ricercatori statunitensi hanno dimostrato per la prima volta che un altro fattore può accelerare questi tempi: lo stress materno durante la gravidanza, appunto.
Lo studio e i risultati
I risultati del loro lavoro sono pubblicati sulla rivista ‘Frontiers in Oral Health’. "Dimostriamo che i livelli più elevati di ormoni legati allo stress, in particolare di cortisolo, nella madre durante la fase più avanzata della gravidanza sono associati all'eruzione precoce dei denti da latte nel bambino", evidenzia l'autore corrispondente, Ying Meng, professore associato nella School of Nursing della University of Rochester. Meng e colleghi hanno studiato una coorte di 142 madri statunitensi provenienti da contesti socioeconomicamente svantaggiati, incinte tra il 2017 e il 2022 e iscritte al Medical Center dell’università di Rochester. Tra la fine del secondo e il terzo trimestre di gravidanza, ogni donna ha fornito un campione di saliva, in cui è stata misurata la concentrazione degli ormoni cortisolo, estradiolo, progesterone, testosterone, triiodotironina e tiroxina. Tutti i bambini coinvolti nello studio sono nati a termine. A 1, 2, 4, 6, 12, 18 e 24 mesi dalla nascita, ogni coppia madre-bambino è andata in clinica, dove i dentisti hanno valutato quali denti da latte erano spuntati.
Circa la metà (53%) delle madri lavorava e il 60% aveva un diploma di scuola superiore o inferiore. Per la maggior parte (76%), il figlio partorito non era il primo, mentre la maggioranza (59%) non aveva allattato al seno a sei mesi dal parto. Circa la metà (52%) dei bambini era afroamericana.
Rispettivamente a 6 e 12 mesi di età, il 15% aveva tra 1 e 6 denti, mentre il 97,5% ne aveva tra 1 e 12. Tutti i bambini avevano alcuni denti - tra 3 e 20 - entro i 18 mesi, mentre a 24 mesi il 25% li aveva tutti e 20. Nel 2,7% dei bambini, si è verificato un picco improvviso tra i 12 e i 18 mesi, mentre il resto dei piccoli ha mostrato un modello di eruzione dentaria più continuo. Ma anche in questi ultimi era incoerente e irregolare, quindi il numero di denti di un bambino alle prime visite non era predittivo del numero alle visite successive.
Lo stress della mamma 'invecchia' anche i neonati
È importante notare, spiegano gli autori, che le donne con livelli più elevati di cortisolo, l'ormone dello stress, nella saliva avevano figli con un numero maggiore di denti spuntati entro i 6 mesi di età. Questi neonati avevano in media 4 denti in più a questa età rispetto ai neonati di madri con i livelli più bassi di cortisolo. “Un livello elevato nella mamma durante la tarda gravidanza - afferma Meng - può alterare la crescita fetale e il metabolismo minerale, inclusa la regolazione dei livelli di calcio e vitamina D, entrambi essenziali per la mineralizzazione di ossa e denti. È noto anche che il cortisolo influenza l'attività delle cellule responsabili della formazione e del rimodellamento osseo. Questi risultati sono un'ulteriore prova del fatto che lo stress prenatale può accelerare l'invecchiamento biologico nei bambini. L'eruzione prematura dei denti potrebbe quindi fungere da segnale di allarme precoce di uno sviluppo orale e di una salute generale compromessi del neonato, associati a deprivazione socioeconomica e stress prenatale”.
Gli autori hanno anche riscontrato un'associazione tra i livelli degli ormoni sessuali estradiolo e testosterone nella madre e un maggior numero di denti spuntati nel bambino a 12 mesi dalla nascita, ma questo legame sembrava essere più debole. Simili associazioni positive, deboli ma statisticamente significative, sono state riscontrate tra i livelli di progesterone e testosterone nella madre e il numero di denti del bambino a 24 mesi, e tra i livelli dell'ormone tiroideo triiodotironina nella madre e il numero di denti del bambino a 18 e 24 mesi.
È noto che l'estradiolo, il progesterone e il testosterone svolgono un ruolo importante nello sviluppo fetale e nel peso alla nascita; ecco perché livelli elevati di questi ormoni potrebbero accelerare l'eruzione dei denti.
"Abbiamo ancora domande chiave a cui rispondere, ad esempio quali ormoni materni o percorsi di sviluppo a valle determinano il cambiamento” nei tempi dei dentini “e cosa dice questa accelerazione sulla salute generale di un bambino", conclude Meng

E' partita poco prima delle 9 la manifestazione dei lavoratori ex Ilva di Cornigliano, a Genova. Dopo l'assemblea davanti ai cancelli della fabbrica, gli operai si sono diretti verso le vie del quartiere con mezzi da cantiere. Poco dopo le 9 è stato montato un gazebo. Via Cornigliano e piazza Savio sono totalmente chiuse al traffico, mentre la strada Guido Rossa è chiusa in direzione ponente. La protesta è scattata contro il piano del governo che secondo Armando Palombo storico delegato Fiom Cgil della ex Ilva di Cornigliano e Stefano Bonazzi Segretario Generale Fiom Cgil Genova "porta alla chiusura della fabbrica con la conseguenza che a Genova abbiamo mille posti di lavoro a rischio, mille famiglie che rischiano di perdere il loro sostentamento e la fine della siderurgia nella nostra città e nel Paese".
"Dal primo gennaio saranno in 6 mila a livello nazionale a trovarsi in cassa integrazione e dal primo di marzo chiuderanno tutti gli impianti. Chiediamo alle istituzioni locali di non stare in silenzio e di adoperarsi per contrastare la decisione del Governo e impedire la chiusura di Cornigliano", concludono i sindacalisti.

Le cantanti di oggi? "Sono tutte brave. Manca la personalità. Spessore zero". Firmato, Enrico Ruggeri. Il 68enne artista milanese si esprime in una lunga intervista al Corriere della Sera, in cui affronta una serie di temi tra musica e attualità.
Di Medio Oriente e Palestina "ne ho scritto prima che diventasse una moda, prima che la bandiera palestinese finisse su poster e magliette come la faccia di Che Guevara. Prima che fosse un hype per giovani cantanti che fanno pezzi sul mojito e poi si scoprono democratiche", dice.
"Il problema -spiega Ruggeri- non è la voce, sono tutte brave. Manca la personalità. Spessore zero". E senza fare nomi, scandisce: "Non mi voglio avventurare. Ma posso dire che Françoise Hardy non ha mai fatto vedere neanche un gomito ed era infinitamente sexy".
Nel colloquio c'è spazio anche per un aneddoto su 'Quello che le donne non dicono', che il 68enne artista milanese scrisse per Fiorella Mannoia e che diventò uno dei più grandi successi dell'artista e della musica italiana. La Mannoia "era molto più rock all’inizio, non conosceva mezzi termini. Si è raffinata dopo", dice Ruggeri. E sul finale della canzone, rivela che inizialmente doveva essere 'Ti diremo ancora un altro... sì', ma si è trasformato in 'un altro...no'. "Un errore", scandisce il cantante, perché "questa è una canzone sulle speranze disattese. Le donne parlano ai loro uomini: non sei più come all’inizio del nostro amore, torna a essere com’eri e ti diremo ancora un altro sì. L’incertezza è già nel testo". Il motivo? "Mi sembra una forzatura dettata dalla cultura woke".
Enrico Ruggeri parla anche di quella che per lui è stata la più grande delusione. "Dopo aver contestato profondamente tutta la narrazione sul Covid sono stato messo in cantina per tre anni, senza mai affacciarmi in tv", dice senza mezzi termini. Da cosa dissentiva? "Dal pensiero dominante che ci portò ad esibire un green pass anche per andare a lavorare, peggio del ventennio fascista dove forse senza tessera qualcosa riuscivi a fare".

L'Italia attende di conoscere la prima avversaria nei playoff per i Mondiali 2026. Intanto, Curaçao scrive la storia e vola alla World Cup con un record. L'isola caraibica centra la qualificazione ai Mondiali 2026, diventando la nazione più piccola di sempre a centrare il prestigioso obiettivo.
La nazionale del ct Advocaat si assicura la qualificazione con il pareggio per 0-0 in trasferta a Kingston con la Giamaica, grazie al quale si aggiudicano il gruppo B delle qualificazioni mondiali della Concacaf. Curaçao si estende per 444 chilometri quadrati con una popolazione di 156.000 abitanti, l'equivalente degli abitanti di Ravenna. Per il centro-nord America volano al mondiale anche Panama, che batte 3-0 El Salvador e blinda il primo posto nel girone A, e Haiti, che vince 2-0 contro Nicaragua, si aggiudica il gruppo C e torna al Mondiale dopo 52 anni.
In Europa, con le ultime sfide di qualificazione si è completato ieri il quadro delle 16 squadre che prenderanno parte ai play-off europei che metteranno in palio gli ultimi quattro pass per i Mondiali 2026[1]. I sorteggi in programma domani definiranno il tabellone. L'Italia conosce già le potenziali rivali per la semifinale: la Nazionale del ct Rino Gattuso incontrerà in semifinale una tra Svezia, Romania, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord.
Si sono qualificate come seconde nei gironi Slovacchia, Kosovo, Danimarca, Ucraina, Turchia, Irlanda, Polonia, Bosnia-Erzegovina, Italia, Galles, Albania e Repubblica Ceca, alle quali si aggiungono, via Nations League, Romania, Svezia, Irlanda del Nord e Macedonia del Nord.
La ripartizione delle fasce vede in prima Italia, Danimarca, Turchia e Ucraina. In seconda Polonia, Galles, Repubblica Ceca e Slovacchia. In terza Irlanda, Albania, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo. In quarta Romania, Svezia, Irlanda del Nord e Macedonia del Nord. Il sorteggio è in programma giovedì alle 13 a Zurigo per definire le sfide delle semifinali (26 marzo) e delle finali (31 marzo).
Le squadre di prima e seconda fascia saranno accoppiate rispettivamente con quelle di quarta e terza, giocando la semifinale in casa, mentre la sede della finale sarà decisa dal sorteggio. L'Italia quindi sfiderà in semifinale una tra Svezia, Romania, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord.
Sindacati: 'nessuna comunicazione dopo la riunione del Csf'... 
Si svolge oggi, mercoledì 19 novembre, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall’Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Lo rende noto la Camera. Interrogati i ministri Schillaci, Zangrillo, Abodi e Locatelli.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a rendere permanente il superamento del vincolo di esclusività per il personale del comparto sanità (Loizzo – Lega); sul ripristino di una gestione a livello centrale della sanità, anche attraverso la promozione della riforma del Titolo V della Costituzione (Marattin – Misto); sulle iniziative per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità nella regione Campania, anche attraverso l'eventuale esercizio di poteri sostitutivi (Lupi - Nm(N-C-U-I)M-CP); sulle iniziative di sostegno alle Regioni per l'abbattimento delle liste di attesa e la piena erogazione dei livelli essenziali di assistenza, al fine di evitare processi di privatizzazione della sanità pubblica (Quartini – M5S).
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, risponde a una interrogazione sulle iniziative per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali del pubblico impiego (Tenerini - Fi-Ppe).
Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a garantire trasparenza in merito ai costi per la realizzazione di alcune opere connesse ai giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026 (Zanella – Avs); sulla sicurezza degli impianti sportivi e sui ritardi infrastrutturali e logistici in relazione alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano Cortina 2026 (Pastorella - Az-Per-Re); sulle ulteriori iniziative volte ad incentivare la funzione sociale, civile ed educativa svolta dagli oratori, dalle parrocchie e dalle associazioni del terzo settore nell'ambito delle comunità locali (Bignami - Fdi).
La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a garantire un adeguato supporto economico ai caregiver familiari, anche in considerazione dell'annunciato disegno di legge governativo (Faraone - Iv-C-Re); sull’annunciato disegno di legge governativo sui caregiver familiari al fine di garantire i principi di equità sociale (Furfaro – Pd-Idp).
Oltre 3mila clienti dalla pandemia, ma la cartomante prendeva il reddito di cittadinanza: denunciata

Come cartomante aveva ricevuto, dal periodo pandemico ad oggi, oltre 3mila clienti evadendo circa 150mila euro. Il tutto percependo il reddito di cittadinanza e l'assegno di inclusione. Per questo una bolognese di 56 anni è stata denunciata dalla guardia di finanza, scoprendo una frode fiscale per oltre 200mila euro.
I finanzieri hanno scoperto che la donna, attraverso un profilo falso, adescava una variegata tipologia di clienti e fasce di età, pubblicizzando un’attività di cartomanzia ed astrologia a pagamento nella sua casa. I finanzieri hanno scoperto che la sedicente maga avrebbe non solo evaso il fisco, ma che il suo nucleo familiare ha beneficiato, nel corso degli anni, sia del reddito di cittadinanza che dell’assegno di inclusione, per un importo pari a circa 40 mila euro.
Proseguono anche in mare le ricerche della 49enne a Calamosca... 
"L'intramoenia è uno degli strumenti che abbiamo dal 1999 per abbattere le liste d'attesa del Servizio sanitario nazionale. E io sono a favore di questa modalità - ovvero la possibilità di erogare prestazioni a pagamento all'interno di strutture/ospedali del Ssn a tariffe calmierate - purché vengano rispettate le regole. Mi riferisco al fatto che oggi per legge possiamo fare il 50% delle visite con il Ssn e il 50% in regime di intramoenia e su questa strada dobbiamo proseguire". Così all'Adnkronos Salute Antonio Magi, segretario generale del Sumai, il sindacato degli specialisti ambulatoriali, a margine della prima giornata a Roma degli Stati generali della salute del Lazio.
E sulle parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci (ieri in un'intervista aveva dichiarato che "la libera professione è un diritto, ma non può negare la prestazione pubblica. Il problema nasce quando ci sono più prestazioni a pagamento che in Ssn, quando l'attesa pubblica è di 6 mesi e l'intramoenia di 2 settimane. Se lo sbilanciamento nega il diritto alle cure, è verosimile ipotizzare una sospensione temporanea"), Magi interviene: "Schillaci già ieri sera da Napoli aveva modificato la sua versione. Ne prendiamo atto. Il problema è che dal 1999 ad oggi si è ridotto il numero del personale sanitario ed è aumentata la richiesta di salute. Inoltre, l'intramoenia consente ai medici che non lavorano nel privato di arrotondare quelle risorse che lo Stato non dà loro".
"Questi Stati generali della salute del Lazio devono servire su i progetti messi a terra e quelli che ancora mancano. La sanità del Lazio soffre di una malattia cronica, come il resto del Paese. Non è che nel Lazio si stia peggio o meglio rispetto ad altre regioni. Dobbiamo fare il punto della situazione e cominciare a pensare che i cittadini italiani sono tutti uguali e ovunque sul territorio devono avere le stesse prestazioni sanitarie negli stessi tempi. E' un diritto costituzionale e va garantito".

E' stato il padre del piccolo di 8 anni, ritrovato morto in casa martedì pomeriggio a Calimera, in provincia di Lecce, a dare l'allarme. Poco prima un sommozzatore aveva trovato in mare a Torre dell'Orso il corpo senza vita della madre 35enne, N.M.. Sul corpo del piccolo i segni di una probabile morte traumatica. Su questo sono in corso le indagini dei carabinieri. I due vivevano separati. L'ipotesi è quella di omicidio-suicidio.
"Le ultime ore hanno profondamente sconvolto la nostra comunità", ha scritto ieri il sindaco Gianluca Tommasi su Facebook[1]. "La tragedia che ci ha colpiti, il ritrovamento in mare del corpo di una nostra concittadina e, poco dopo, quello del figlio nella loro abitazione, rappresenta un dolore immenso e difficile da comprendere".

L'Italia scende in campo nelle Final Eight di Coppa Davis. Oggi, mercoledì 19 novembre, gli azzurri capitanati da Filippo Volandri sfidano a Bologna l'Austria - in diretta tv e streaming - nei quarti di finale del torneo tennistico per Nazionali, a cui arrivano da bicampioni in carica dopo i successi del 2023 e 2024. Nonostante le assenze di Jannik Sinner, fresco vincitore delle Atp Finals, e di Lorenzo Musetti, gli azzurri vanno a caccia della qualificazione per sognare uno storico tris, contro una squadra, l'Austria, che è alla sua prima partecipazione assoluta nella fase finale della competizione.
Italia-Austria, orario e precedenti
La sfida tra Italia e Austria di Coppa Davis è in programma oggi, mercoledì 19 novembre, a partire dalle ore 16. Tra le due squadre c'è un solo precedente, che risale al febbraio del 2021, quando gli azzurri si imposero per 2-1.
Italia-Austria, dove vederla in tv
Italia-Austria, come tutte le partite di Coppa Davis, saranno trasmesse in diretta televisiva, in esclusiva e in chiaro, sui canali SuperTennis, mentre in streaming saranno disponibili sul sito web di SuperTennis e sulla piattaforma di SuperTenniX.
"La Svizzera senza l'Italia, senza la lingua italiana, non potrebbe essere la Svizzera. Ci sarebbe uno scontro costante tra tedeschi, tedescofoni e francofoni. Queste tre lingue ufficiali: tedesco, francese e italiano definiscono il paese di cui io sono membro del governo. Se non ci fosse questa definizione, questo paese, come oggi lo conosciamo, non potrebbe esistere”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri svizzero, Ignazio Cassis, in un punto stampa a margine della prima conferenza sull’Italofonia a Villa Madama.
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