(Adnkronos) - “La sostenibilità è un valore molto importante per Henkel, fa infatti parte del nostro Dna. Al riguardo ci siamo dati obiettivi molto chiari, riportati nella nostra roadmap to Net zero. L’obiettivo è quello di ridurre del 90% le nostre emissioni Ghg entro il 2045. Per fare questo, abbiamo degli obiettivi intermedi, ossia ridurre del 42% le emissioni scope 1 e 2 e del 30% le emissioni scope 3 entro il 2030”. Sono le parole di Mara Panajia, presidente e amministratore delegato di Henkel Italia e general manager Henkel Consumer Brands Cluster We South, all’evento ‘Net Zero, la roadmap Henkel per il clima’, tenutosi presso la Fondazione Tog a Milano.
In questa occasione sono stati presentati il piano per raggiungere le emissioni zero entro il 2045, i risultati dell’ultimo rapporto di sviluppo sostenibile relativo al 2024, i progetti realizzati negli stabilimenti italiani e le iniziative per la parità di genere e la valorizzazione del talento femminile.
“Henkel ha redatto il primo rapporto di sviluppo sostenibile più di 30 di trent’anni fa. Era il 1992, anno in cui per la prima volta i capi di Stato si erano trovati a discutere sul clima per la prima Cop a Rio de Janeiro. Da allora - spiega Panajia - tanti passi avanti sono stati fatti e quest’anno abbiamo redatto il primo rapporto secondo la nuova normativa Esrs, nel quale trovano spazio tutti i risultati che abbiamo raggiunto”.
“Abbiamo ridotto del 64% le emissioni di CO2 dall’anno di riferimento 2017 e, dal 2010 al 2024 abbiamo ridotto del 23% il consumo di acqua e del 39% i rifiuti - conclude la presidente e ad di Henkel Italia - Abbiamo inoltre lavorato moltissimo sulle nostre confezioni. Oggi l’89% dei nostri imballi sono riciclabili e contengono, a livello mondiale, il 25% di plastica riciclata, con punte del 100% per prodotti parte della nostra vita quotidiana come Vernel e Nelsen”.
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(Adnkronos) - Lutto nel mondo dello spettacolo. E morta a 43 anni Valeria Luzi, scrittrice e sceneggiatrice romana trapiantata a Ferrara. A darne notizia in una nota è il sindaco di Ferrara Alan Fabbri che parla di "un dolore profondo che ha colpito la comunità ferrarese. Il lutto per la morte di Valeria Luzi, talento del settore cinematografico e anima creativa di Ferrara La Città del Cinema, coinvolge tutti, per il suo impegno professionale e personale nella nostra città insieme al marito Stefano Muroni. A lui e alla famiglia di Valeria rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze".
Una mente "creativa e appassionata -la descrive il primo cittadino ferrarese- dalla quale è nata la filiera creativa Ferrara La Città del Cinema, di cui era direttrice generale, ma anche il progetto Gherardi Villaggio del Cinema, per rigenerare attraverso la street art la piccola frazione di Jolanda di Savoia".
Scrittrice, sceneggiatrice, produttrice e cofondatrice della casa di produzione Controluce, insieme al marito Stefano Muroni, Valeria Luzi si è spenta nella serata di domenica 18 maggio all’ospedale Sant’Anna di Cona (Ferrara), dopo aver lottato contro una grave malattia.
"Se ne va troppo presto una donna straordinaria, imprenditrice, appassionata del suo lavoro, madre innamorata -dichiara l’assessore alla Cultura di Ferrara Marco Gulinelli - L’ho conosciuta e ne conserverò il ricordo vivo: la sua determinazione, la sua intelligenza luminosa, il modo in cui sapeva affrontare tutto senza mai perdere il sorriso. Il pensiero oggi va a chi le ha voluto bene, ma soprattutto a Stefano e alla sua bambina Emilia, che possa crescere sentendo, ogni giorno, l’eredità potente di amore e coraggio che sua madre le ha lasciato, perché quello che ha dato è troppo vero per svanire".
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(Adnkronos) - Donald Trump "è stanco e frustrato, con entrambe le parti del conflitto" in Ucraina. Lo ha ribadito la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, prima della telefonata che il presidente americano avrà con il presidente russo Vladimir Putin, cui seguirà un colloquio con Volodymyr Zelensky.
"Ci rendiamo conto che siamo ad un impasse, e credo che il presidente Trump chiederà al presidente Putin 'sei serio?', perché le proposte Usa lo sono sempre state", ha detto JD Vance ai giornalisti prima del decollo da Roma, aggiungendo che se la Russia "non è disposta al dialogo" allora "alla fine, gli Stati Uniti dovranno dire che questa non è la nostra guerra".
"So che il presidente è disponibile - ha detto Vance riferendo di aver appena parlato con Trump e di avergli fatto gli auguri per la telefonata di oggi con Vladimir Putin - ma se la Russia non è disponibile allora noi alla fine diremo che questa la non è la nostra guerra. E' la guerra di Joe Biden, è la guerra di Vladimir Putin, cerchiamo di farla finire, ma se riusciamo a farlo. Altrimenti - ha concluso - sapete cosa diremo, abbiamo fatto bene a provarci ma non lo faremo più".
"Penso che il presidente Putin non sappia esattamente come venire fuori da questa guerra", ha dichiarato Vance ai giornalisti, sottolineando che il presidente russo ha "trasformato la sua intera economia" a scopo bellico, con gli impianti un tempo civili che ora "producono munizioni per tank e artiglieria e droni".
Il vicepresidente americano ha fatto poi riferimento al fatto che la guerra va avanti da "alcuni anni", puntando il dito contro "la fondamentale sfiducia tra la Russia e l'Occidente, una delle cose che il presidente pensa che siano stupide e che dobbiamo superare. Ma bisogna essere in due per ballare il tango". "Guardate, ci sono un sacco di benefici economici dallo scongelamento delle relazioni tra la Russia e il resto del mondo", ha concluso Vance.
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(Adnkronos) - Il campionato si avvia verso la fine e loro guarderanno gli ultimi 90 minuti dalla tribuna. Simone Inzaghi, Antonio Conte, Sergio Conceicao, Cristian Chivu e Marco Baroni sono stati espulsi nel finale della 37esima giornata e non potranno essere in panchina per il gran finale di stagione.
Simone Inzaghi e Antonio Conte, tecnici delle due squadre in lotta per lo scudetto, non potranno guidare i loro giocatori dall'area tecnica nelle rispettive partite contro Como e Cagliari. La grande beffa? Dopo una stagione sulle montagne russe, uno di loro festeggerà il sudatissimo scudetto lontano dalla panchina e dai calciatori.
Non solo. A guardare i minuti finali del campionato confinati in tribuna saranno anche Marco Baroni, espulso con Inzaghi nel finale di Inter-Lazio, Cristian Chivu, espulso con Conte nel finale di Parma-Napoli e Sergio Conceicao, allontanato dal campo nei minuti finali di un elettrico Roma-Milan. Baroni non potrà così seguire la squadra nella partita dell'Olimpico contro il Lecce, che potrebbe valere anche un posto in Champions League.
Chivu non potrà invece guidare i gialloblù alla conquista dei punti decisivi per la salvezza contro l'Atalanta, mentre Conceicao saluterà tristemente il Milan e San Siro dalla tribuna: i rossoneri sono già certi del nono posto e l'anno prossimo non parteciperanno alle coppe europee.
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(Adnkronos) - Viviamo un’epoca storica in cui la discussione sull’identità di genere e l’orientamento sessuale sono spesso considerati argomenti utili più per la lotta politica, che elementi fondanti la stessa identità sessuale degli individui. La rivista scientifica internazionale Nature Reviews Urology (https://rdcu.be/elTnZ) pubblica un articolo di Emmanuele A. Jannini, ordinario di endocrinologia e sessuologia medica a Tor Vergata e presidente dell’Accademia italiana per la salute della coppia, dedicato al primo strumento psicometrico per misurare queste caratteristiche individuali. Il titolo è 'Xygo: proposing a new holistic measure of gender identity and sexual orientation'.
"Alfred Kinsey, sul finire degli anni ’40 - spiega Jannini - grazie a una semplice scala che misurava l’orientamento sessuale, dimostrò alla società americana dell’epoca che non solo l’omosessualità non è una malattia ma che si rappresenta lungo un continuum di diverse espressioni che riguardano una parte importante della popolazione. Oggi poi si discute – spesso senza competenza scientifica – anche di identità di genere, termine addirittura vietato in alcune parti del mondo. Xygo è – semplicemente - una rosa dei venti dove i 4 punti cardinali sono sostituiti da femminile/maschile e omosessuale/eterosessuale lungo una doppia scala numerica (da zero a tre) che permette a ciascuno di identificarsi secondo il sesso assegnato alla nascita, spesso ma non sempre coincidente con la presenza del cromosoma X o Y (la XY dello Xygo), l’identità di genere ('chi mi sento di essere, ovvero: chi sono', la G) e l’orientamento sessuale ('chi mi piace', la O)".
"La potenza di Xygo è duplice - sottolinea l'esperto - da una parte identifica ognuno con una formula che in maniera piuttosto precisa e univoca racconta l’identità sessuale, dall’altra permette la non-identificazione (la rosa dei venti dello Xygo è in realtà un perfetto piano cartesiano dove è ovviamente presente lo zero) e anche le fluttuazioni, la fluidità, gli atteggiamenti binari come quelli non binari".
Quindi Xygo - riporta una nota - è una formula: ad esempio X, G+3, O-3 rappresenta una persona assegnata alla nascita al sesso femminile, con identità di genere totalmente femminile e un orientamento del tutto eterosessuale. I segni più e meno non rappresentano positività o negatività ma semplicemente la collocazione 'geografica' all’interno dello Xygo a partire dallo zero. Così un maschio alla nascita che si sente e si identifica totalmente appartenente al territorio femminile ed è esclusivamente orientato a partner maschili, quindi in senso totalmente eterosessuale, si può auto-descrivere con la formula Y, G+3, O-3. Lo strumento psicometrico è prima di tutto dedicato al ricercatore e al clinico, ma, non avendo di per sé necessità di altri supporti diagnostici o professionali particolari, potrà essere utilizzato da tutti per rappresentare in maniera semplice, inclusiva e rispettosa la propria identità sessuale, catturando anche gli aspetti più variabili di questa.
"Xygo - conclude Jannini - è uno strumento per nulla statico, ma al contrario dinamico, che potrà essere usato in tutte le condizioni cliniche e non solo in cui è importante permettere alle persone di identificare la propria identità sessuale, prodotto dell’inestricabile interazione del sistema corpo col sistema della mente, col sistema dell’esperienza e col sistema della società in quella che definiamo sessuologia dei sistemi".
Leggi tutto: Chi sono, chi mi sento? Xygo misura orientamento e identità genere, studio
(Adnkronos) - La prima forma di intelligenza non umana con cui dobbiamo imparare a convivere. L'intelligenza artificiale infatti non è solo una straordinaria innovazione tecnologica, ma una 'nuova' intelligenza, quasi 'aliena', visto che non pensa come noi, non prova emozioni e non interpreta la realtà nel modo in cui siamo abituati a farlo. Eppure, scrive, progetta, insegna e crea.
Ma come confrontarsi con una realtà simile? A spiegarlo è Ethan Mollick, professore alla Wharton School e tra i massimi esperti di innovazione e Ai, con il suo libro 'L’intelligenza condivisa. Vivere e lavorare insieme all'AI', edito in Italia da Luiss University Press, con la prefazione di Giuseppe F.Italiano, prorettore per l'artificial intelligence e le digital skilss dell'ateneo romano.
Il volume offre una guida chiara e approfondita su come l'intelligenza artificiale stia cambiando il lavoro, l’educazione e la creatività. Come possiamo sfruttare al meglio questa nuova intelligenza senza esserne travolti? Quali competenze umane resteranno indispensabili? E come possiamo assicurarci che questa convivenza sia non solo produttiva, ma anche etica? Mollick con il suo volume esplora il potenziale dell’Ai nel diventare un collega, un tutor, un coach e persino un partner creativo, aprendo scenari inediti, densi di opportunità ma anche di sfide da affrontare. Un libro imprescindibile per orientarsi nel futuro, che è già realtà.
(Adnkronos) - Digithon 2025, la maratona digitale che accende il futuro dell’innovazione è pronta a ripartire! 100 startup, 48 ore no-stop di pitch, 3 giorni di networking, formazione e visione. Dal cuore pulsante dell’innovazione italiana, le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie (Bt) sono pronte per ospitare l’evento tech più atteso dell’anno, in programma dall’11 al 13 settembre.
La call for ideas è ufficialmente aperta: dal 19 maggio al 30 giugno, inventors, innovatori e startup possono candidare i propri progetti su digithon.it per entrare nella short list dei 100 finalisti che si sfideranno a colpi di pitch davanti a investitori, incubatori e big player del settore. Dal 2016, Digithon ha costruito un ecosistema solido e visionario, con oltre 2.000 startup coinvolte, più di 200 milioni di euro raccolti in funding e investimenti. Con l’edizione n.10, come annunciato dal founder Francesco Boccia, si apre ora un nuovo capitolo: trasformare Digithon in un distretto permanente dell’innovazione, un hub dove si coltivano competenze digitali e si accelerano soluzioni disruptive.
Digithon 2025 non è solo un evento, ma un trampolino verso ciò che verrà. È il punto di partenza per chi vuole costruire il prossimo big thing, per chi immagina il prossimo step del digitale, per chi è pronto a scrivere il prossimo capitolo dell’innovazione. Un luogo ideale per far crescere la rete di opportunità dell’ecosistema delle startup che a Digithon potranno potenziare il loro network di contatti, moltiplicare sinergie e occasioni di collaborazione con le aziende, dialogando in maniera diretta con i principali investitori. E ancora, partecipare a incontri, panel e sessioni di discussione con esperti del settore sui molteplici temi che coinvolgono il futuro del digitale.
Come sempre Digithon offre agli startupper anche interessanti momenti di formazione con i Beer&Code, coding bootcamp realizzati in collaborazione con i partner della manifestazione, con docenti di alto livello e manager d’azienda con esperienza diretta di settore. Non mancheranno poi i grandi eventi in piazza aperti al pubblico: dibattiti e faccia a faccia con i protagonisti del mondo delle istituzioni, della cultura e delle imprese italiane e internazionali, per approfondire i temi legati al mondo del digitale e le nuove sfide dell’innovazione, il loro impatto sull’economia e sulla società.
La registrazione è gratuita e completamente digitale sul portale digithon.it: ogni utente potrà inserire tutti i dettagli della propria startup, dalla descrizione al pitch video, slides oltre a poter indicare lo stato dell’idea o del progetto, numero di dipendenti e fatturato. Come in un social network, ogni iscritto potrà pubblicare i propri aggiornamenti per informare i potenziali investitori delle nuove milestones raggiunte. Chi ha già partecipato a Digithon potrà ricandidare la propria application effettuando il login con le credenziali precedentemente utilizzate.
Tra tutti i progetti pervenuti entro la mezzanotte del 30 giugno 2025, il comitato scientifico selezionerà i 100 i migliori che saranno ammessi alla fase finale di DigithON alle Vecchie Segherie, dove potranno presentare la lora idea di business davanti alla platea degli investitori. In palio il Premio DigithON 2025, che porta con sé un assegno del valore di 10.000 euro offerto da Confindustria Bari e BAT, e altri prestigiosi riconoscimenti messi a disposizione dalle aziende partner, per un montepremi totale di oltre 50.000 euro.
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(Adnkronos) - Fermato oggi, lunedì 19 maggio, per il femminicidio di Carmela Quaranta, l'ex compagno G.S. di 56 anni. La donna di 42 anni era stata ritrovata senza vita il 20 aprile scorso all'interno della propria abitazione di via Trieste a Mercato San Severino, in provincia di Salerno.
La complessa attività investigativa - si legge in una nota a firma del procuratore di Nocera Inferiore, Antonio Centore - svolta nell'immediatezza dell'evento e proseguita con l'acquisizione e l'analisi di tabulati e celle di traffico telefonico, immagini registrate da sistemi di videosorveglianza delle zone limitrofe al luogo teatro degli eventi, dati di posizione GPS e testimonianze utili alla ricostruzione dei fatti, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dell'indagato che è stato perciò sottoposto a fermo e trasferito presso la Casa Circondariale di Salerno, dove attende l'interrogatorio di convalida in cui poi potrà difendersi dalle accuse.
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(Adnkronos) - La fotografia dell’impresa è tutta in un abbraccio. Stefano Delbarba, 51 anni, arriva al traguardo dopo 96 ore e mezza di fatica e tiene la mano di Francesco, ragazzo di dieci anni malato di cistinosi, una malattia metabolica rara. È il 6 maggio ed è appena diventato il primo italiano riuscito a chiudere il Triple Everesting. "Ho corso per tre volte consecutive il dislivello dell’Everest, quasi 27mila metri, per aiutare la racconta fondi per le cure sperimentali su questa malattia", racconta all’Adnkronos.
Nativo di Iseo, a due passi da Brescia, Stefano ha costruito la sua impresa sulla celebre Corna Trentapassi, scalata per 52 volte consecutive. "Ho passato 96 ore e mezza sempre in movimento. Mi sono fermato a mangiare ciò che potevo. I primi due giorni riuscivo a mandare giù anche cibi solidi come pane e pasta, poi mi si è bloccato lo stomaco. Da lì ho cominciato a mangiare solo yogurt e minestra, senza masticare".
Tutto per dare una mano ai meno fortunati: "Un annetto fa avevo conosciuto delle associazioni. Mi avevano chiesto di fare qualcosa per sostenere la ricerca sulla cistinosi, una malattia metabolica ereditaria rara. In Italia ci sono cinquanta casi e le case farmaceutiche non investono, diciamo così. I malati ricevono un aiuto fino ai 18 anni, poi si devono arrangiare e non è semplice. Già l’anno scorso – spiega Stefano – abbiamo organizzato alcuni eventi, raccogliendo circa 7mila euro. Siccome il Double Everesting era stato già fatto da qualcuno, per far notizia abbiamo triplicato la distanza".
Scommessa vinta: "Oltre a incuriosirsi, la gente sta donando e non potrei essere più soddisfatto. Finora abbiamo raccolto circa 5mila euro, perché anche i miei sponsor e le partnership hanno donato. Nel loro caso un minimo di 600 euro a testa, perché si erano impegnati a donare 200 euro per ogni Everesting".
Come è stato possibile? "In quei giorni di corsa, mia sorella si è piazzata all’inizio del percorso con un gazebo. La gente, incuriosita nel vedermi andare su e giù per la Cima Trentapassi, chiedeva e donava. Alcuni, addirittura, hanno fatto con me parte del percorso. Un aiuto ce lo ha dato anche il periodo, vista la vicinanza del ponte del primo maggio. C’è stato davvero un boom, sport e solidarietà hanno fatto la differenza".
Ultratrailer navigato, Stefano aveva già affrontato tante altre imprese: "Ho fatto due volte il Tor des Geants, il trail più duro al mondo. Questa passione è nata circa dieci anni fa, quando mi sono separato da mia moglie. La corsa è diventata una valvola di sfogo. All’inizio facevo soltanto la Cima Trentapassi. La prima volta nemmeno riuscivo a camminare, perché è molto verticale e la fatica si sente. Poi, ho continuato e la montagna è diventata una passione. Quando finisco il turno di lavoro, per esempio, vado a fare dei giri perché è più forte di me. Forse esagero, ma senza corsa non so stare".
Stefano, atleta del Rosa Running Team, è un carpentiere e da anni riesce a coniugare il lavoro con una programmazione scientifica dell’allenamento: "Corro spesso di notte – spiega – e amo quei momenti, mi piace stare da solo con me stesso. Di solito parto alle 3, faccio i miei percorsi e torno a casa per le 5. Lì inizia la mia giornata. Mi preparo, faccio colazione e poi dritto al lavoro. E a fine turno, se mi va, vado a fare un altro giretto prima di riposare".
Ma dove porta la testa durante 96 ore e passa di corsa? "Ecco, io qui sono fortunato. Entro nel mio mondo e penso a tutto, dai figli che mi aspettano a casa al lavoro e al futuro. Non sento per niente la fatica”. Pensare di aiutare il prossimo, poi, rende le imprese anche un po’ più facili. (di Michele Antonelli)
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(Adnkronos) - L’intelligenza artificiale, in tutte le sue forme, sta rivoluzionando il fashion system. Il futuro non è uomo o macchina, ma 'uomo con la macchina': un modello in cui la tecnologia esalta l’ingegno umano, senza sostituirlo. Sull'argomento Adnkronos/Labitalia ha intervistato Andrea Ruzzi, responsabile consumer&manufacturing industries di Accenture Italia che spiega come l'intelligenza artificiale (Ia) stia trasformando il settore della moda e del lusso, evidenziando l'importanza crescente dell'architettura agentica: dalle prossime frontiere applicative della tecnologia I, inclusa la Physical AI, alla necessità per le aziende di prepararsi adeguatamente a questa trasformazione profonda, investendo nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei lavoratori.
"Il binomio tra IA e moda - spiega - continua a consolidarsi come un potente strumento di ottimizzazione lungo tutta la filiera, senza però stravolgerne radicalmente l’essenza. È importante ricordare che, al centro del settore moda, troviamo il prodotto, ricco di creatività, emozionalità e qualità, sebbene intrinsecamente povero di contenuti tecnologici digitali. L’IA, in questo contesto, agisce soprattutto sul come si produce, come si lavora e come si compra, più che sul cosa. Ed è proprio in questa dimensione che il suo ruolo è destinato a crescere. Negli ultimi mesi, vediamo l’IA affermarsi nei canali di vendita online, come l’e-commerce, dove le raccomandazioni personalizzate permettono ai brand di aumentare i tassi di conversione dal 10 al 15%".
"Stanno inoltre prendendo piede - sottolinea - gli shooting ibridi destinati a progetti visivi di fascia intermedia o ampia diffusione — i cosiddetti Tier 2 e Tier 3 — in cui elementi generati dall’AI si integrano con riprese tradizionali. Per le produzioni Tier 1, cioè quelle ad altissimo valore creativo e firmate da fotografi di punta, questa tecnologia rappresenta ancora una frontiera lontana".
"L’IA - fa notare - supporta anche i brand nelle traduzioni e nella scrittura dei testi di prodotto, contribuendo al tempo stesso a migliorare produttività e sicurezza dei dati. Sul fronte del customer service, si configura come un vero e proprio potenziamento del tocco umano, che resta imprescindibile: se da un lato l’Ia consente di interagire con i clienti in qualsiasi momento e lingua, dall’altro è la relazione personale a fare la differenza, costruendo connessioni autentiche e durature. Grazie alla GenAI, i brand di moda possono oggi creare prototipi realistici in 2D, riducendo costi e sprechi e dando impulso alla creatività, con la possibilità di testare rapidamente molteplici design e visualizzazioni".
"Il 2025 - afferma Andrea Ruzzi - è segnato dall’ascesa degli Agent. Come emerge da un nostro recente report, le menzioni dei sistemi agentici nelle earning call delle principali aziende sono aumentate di 41 volte. Inoltre, il 100% dei clienti intervistati crede che questi sistemi diventeranno essenziali per la loro infrastruttura digitale nei prossimi sette anni". Ma cosa distingue l’agentic IA dalla Generative IA? "La Generative IA - chiarisce - genera contenuti sintetici a partire da input umani, mentre gli agenti IA operano in modo autonomo, ragionano sui problemi, pianificano soluzioni ed eseguono piani. Usano memorie delle interazioni passate e una serie di strumenti per raggiungere obiettivi specifici, interagendo in modo coordinato e con più iterazioni se necessario, sia tra di loro che con gli esseri umani. Nel modello di integrated planning, l’IA agentica agisce come coordinatore tra vendite, finance e produzione. Gli agenti analizzano i dati, propongono scenari, segnalano incoerenze e contribuiscono alla costruzione di piani condivisi, che devono essere poi validati dagli esseri umani".
"L’agentic IA - osserva - oggi vive per sua natura nel mondo digitale, ma la sua evoluzione sarà anche un'iterazione con il mondo fisico, entrando nella fase della Physical IA. La Physical IA segna il passaggio dal digitale al reale, con sistemi di intelligenza artificiale che interagiscono direttamente con il mondo fisico. Ci sono già applicazioni in alcuni ambiti: nell'agricoltura, dove macchinari autonomi lavorano il terreno in base a situazioni climatiche e priorità; in ambito medico, dove robot autonomi operano per evitare la sovra esposizione ai raggi X del personale".
"Nel settore della moda - spiega - robot umanoidi possono supportare gli operatori nelle operazioni di sollevamento di carichi pesanti e nel picking all'interno dei magazzini. Lo sviluppo e l’innovazione avanzano a una velocità tale che richiede di stare al passo con questi temi. Non si tratterà di una lotta tra esseri umani e intelligenza artificiale, ma di una sfida tra chi sfrutta l'IA e chi non lo fa. La vera 'battaglia' sarà tra coloro che adottano l'IA come strumento e tra coloro che, invece, decideranno di non utilizzarla. E' fondamentale quindi la formazione dei lavoratori, che devono avere a disposizione conoscenze e strumenti per cogliere le opportunità dell’innovazione".
"In questo scenario - assicura Andrea Ruzzi - il ruolo di chi accompagna le imprese nel cambiamento diventa decisivo. Accenture, in qualità di partner tecnologico e industriale, lavora concretamente al fianco delle aziende del settore moda e lusso lungo tutte le fasi del percorso di trasformazione, integrando soluzioni avanzate come l’agentic IA e la physical IA nei processi reali: dalla pianificazione integrata alla logistica intelligente. Per colmare il gap di competenze, utilizziamo piattaforme come Learnvantage, progettate per aggiornare e riqualificare la forza lavoro in ambiti chiave come l’intelligenza artificiale, rendendo le organizzazioni più pronte ad affrontare l’evoluzione tecnologica. Siamo convinti che il vero valore dell’innovazione emerga quando viene tradotta in applicazioni concrete. Lavoriamo ogni giorno in questa direzione, trasformando le idee in soluzioni tangibili e capaci di generare impatto reale".
(Adnkronos) - Alla fine è arrivato lo show e anche il titolo. Si intitola 'Radio2 Radio Show La Pennicanza' la nuova creatura radiofonica di Fiorello, affiancato di nuovo da Fabrizio Biggio, con cui aveva già condivisivo la fortunata esperienza di 'Viva Rai2'. Lo show si è aperto alle 13.45 con la radiovisione oscurata da un cartello con scritto "programma in costruzione". Sostituito solo dopo l'annuncio del titolo con la grafica del nuovo programma e sul finale dalle incursioni in video dei due conduttori.
Fiorello ha spiegato di essere in onda perché raccomandato ed ha fatto ascoltare un finto vocale della premier Giorgia Meloni: "Ciao Rosa', so' Giorgia, ti ho trovato un posticino lì a Radio2. Rosa', ti devi accontenta', a 65 anni si va in pensione in Portogallo. Fai una settimana di prova e poi vediamo. Mi raccomando, non devi mai nomina' quello che sai". A quel punto Fiorello ironizza, "non possiamo nominare il Voldemort di Rai1, 'A. il figlio del secolo'", riferendosi ad Amadeus. Che appena viene nominato scatena rumori di fulmini e saette nello studio. Fiorello lo chiama, Amadeus richiama: "Sono il geometra Sebastiani", dice. Fiorello lo difende attaccando la scelta del Nove di mandarlo in onda con il nuovo show 'Like a Star' "contro la finale di Coppa Italia, contro Musetti-Alcaraz". "Quel giorno pure De Martino ha fatto il 23% e l'hanno dovuto portare dallo psicologo. Io spero davvero che non prendano Sanremo perché manderebbero la finale di Sanremo il giorno della finale dei mondiali", scherza.
Il programma è punteggiato dall'imitazione che Fiorello propone di Antonino Cannavacciuolo ma c'è spazio anche per un'imitazione di Sinner, del padre, della madre e di un improbabile ed esilarante fratello calabrese di Jannik.
Fiorello scherza anche sui suoi 65 anni, compiuti il 16 maggio: "A 65 anni l'umiltà è finita, dico quello che mi passa per la mente". Non mancano le battute sui dirigenti Rai, da Giampaolo Rossi "il sosia di Antonio Ricci" e Stefano Coletta "raccomandato dalla Santanché con cui organizza feste a Porto Cervo chiamate 'Le Notti di Cabiria'".
"Il programma lo cominciamo domani, oggi facciamo una prova", dice all'inizio, proponendo una fantomatica sigla creata con l'intelligenza artificiale. Poi la telefonata a Jovanotti, che reclama il titolo di 'siglista' ufficiale dei programmi di Fiorello (aveva già scritto la sigla di 'Viva Rai2'). "Dammi un minuto che sto qui con la band e ti mando una sigla", che puntualmente arriva e viene adottata ufficialmente.
Fiorello chiama anche Michelle Hunziker spiegando di conoscere il vero motivo per cui la conduttrice dell'Eurovision Song Contest di Basilea non è andata in onda su Rai1 mentre cantava 'Nel blu (dipinto di blu)': "Hanno pensato che fossi minorenne. Sei l'unica nonna minorenne", le dice prima di proporle di rimediare alla "censura" intonando insieme il celeberrimo brano di Domenico Modugno. Fiorello è tornato, all'ora della "Pennicanza" ma non si sa per quanti giorni accompagnerà la 'controra' del pubblico di Radio2. "Non si sa, oggi siamo qui, domani chissà", dice.
Leggi tutto: Fiorello, il nuovo Radio Show su Radio2 è 'La Pennicanza'
(Adnkronos) - Grasse risate a 'È sempre mezzogiorno'. Oggi, lunedì 19 marzo, Antonella Clerici ha ricevuto una chiamata in diretta, durante il consueto gioco telefonico, da una signora che per l'agitazione, forse per la troppa voglia di vincere, è scoppiata in una risata che ha contagiato la conduttrice e i presenti in studio.
"Mi chiamo Simona e vengo da Bergamo", è riuscita a dire la signora prima di esplodere in una risata fragorosa che ha subito attirato l’attenzione della conduttrice. "Guarda, come ride", ha commentato divertita Clerici, cercando invano di trattenere le proprie risate. "Sono agitatissima, ecco perché rido", spiega la signora, tra una risata e l'altra.
"La tua risata è bellissima", le ha detto la conduttrice. Ma il complimento ha ottenuto l'effetto opposto: la signora Simona si è agitata ancora di più, riuscendo malapena a parlare. "Voglio provare con il numero 5", dice tentando di vincere il gioco. "Che bello che quando uno è agitato ride, pensa te...", aggiunge Antonella Clerici, visibilmente divertita, prima di salutare la signora Simona a malincuore: "Non hai vinto purtroppo, ma la tua risata è bellissima", ha concluso Clerici, ringraziando la signora Simona per la sua simpatia.
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