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Il prete canta 'Il filo rosso' durante la messa e Alfa reagisce così: il video virale

19 Maggio 2025
Alfa - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Durante una messa, celebrata in una piccola chiesa di provincia, un sacerdote ha sorpreso i fedeli intonando 'Il filo rosso', celebre canzone del cantante Alfa.  

Una scelta inaspettata e originale, decisamente diversa dalle tradizionali canzoni liturgiche, che ha catturato l'attenzione dei presenti e non solo. L'episodio è stato ripreso con un video postato online e che, in poche ore, ha fatto il giro del web.  

Il filmato, rapidamente condiviso sui social, ha raggiunto anche i fedeli presenti alla celebrazione, che hanno spiegato la curiosa scelta del prete: "Stava celebrando una comunione e il testo del brano è stato proposto per parlare di legami e connessioni umane", hanno spiegato, sottolineando come la canzone si adattasse perfettamente al tema della messa.  

 

La scelta del prete, che mescola spiritualità e cultura pop, ha messo tutti d'accordo: "Genio, ha trasformato la messa in una festa per ragazzi", ha osservato un utente. "Tutti i ragazzi erano coinvolti", ha commentato qualcun altro, che ha notato dal video la partecipazione attiva dei fedeli.  

Alfa, icona della Generazione Z, non ha nascosto lo stupore per l'accaduto: "Ma in che senso", ha commentato il cantante genovese sotto al video che ha totalizzato più di 20k like. "Abbiamo pensato di prendere la tua canzone che ha un testo molto toccante", ha spiegato un utente che ha detto di essere una delle catechiste.  

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Salute, da Hiv a infezioni sessuali lotta a sommerso, al via settimana europea test

19 Maggio 2025
PROVETTE ANALISI HIV AIDS (Aresu, MILANO - 2004-08-02) p.s. la foto e

(Adnkronos) - Secondo le stime più recenti, nella regione europea quasi una persona su 3 con Hiv non sa di essersi contagiata. C'è un mondo sommerso che accomuna anche diverse infezioni a trasmissione sessuale e malattie infettive come l'epatite. Sempre tornando al caso dell'Hiv, gli ultimi dati diffusi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa segnalano che nella regione più della metà (52% per l'intera regione europea dell'Oms, 53% per Ue/See) delle diagnosi di Hiv vengono effettuate tardivamente, il che comporta una maggiore morbilità e un rischio maggiore di morte correlata all'Aids. Tanto che il rapporto si chiudeva evidenziando la "necessità critica di prevenzione, test precoci, diagnosi e accesso alle cure per migliorare le condizioni di salute delle persone e ridurre la trasmissione". E' uno degli obiettivi che si pone la European Testing Week che si apre oggi, lunedì 19 maggio, e proseguirà fino a lunedì 26.  

Il tema annuale della Settimana europea dei test per il 2025 sottolinea la necessità di migliorare l'accesso ai servizi di test e trattamento per i migranti e le popolazioni in movimento, "fondamentale per raggiungere gli obiettivi globali entro il 2030", fanno notare i promotori della settimana di sensibilizzazione, occasione per mettere in luce anche "le barriere che impediscono ai migranti di accedere ai servizi di cui hanno bisogno e che hanno contribuito a un aumento delle diagnosi di Hiv tra le popolazioni migranti negli ultimi 10 anni". Queste popolazioni che si spostano si trovano spesso ad affrontare "vulnerabilità specifiche, che li espongono a un rischio maggiore di contrarre malattie infettive". Pesa poi l'accesso disuguale all'assistenza sanitaria per queste comunità, tra cui un accesso limitato o nullo ai test e alle cure per Hiv, epatite virale e malattie sessualmente trasmissibili (Ist), con conseguenti esiti sanitari peggiori. 'Testare, Trattare, Prevenire: Test, Treat, Prevent', è lo slogan dell'iniziativa, che vedrà anche in Italia diversi appuntamenti.  

Indetta da EUROtest iniziative, questa settimana si svolge 2 volte l’anno e vede oltre 50 Paesi, facenti parte della regione europea dell'Oms, unire gli sforzi per offrire a quante più persone possibile l'accesso ai test in modalità anonima e gratuita e per sensibilizzare sull'importanza di una diagnosi precoce. "Scopo della mobilitazione - scrive per esempio l'associazione Lila - è anche sollecitare le istituzioni a moltiplicare l'offerta, eliminando le barriere che ne impediscono un ricorso più ampio (mancato rispetto dell'anonimato, ambienti ostili e giudicanti, discriminazioni, burocrazia, costi ecc). A sostenere e a partecipare sono centinaia di realtà dei servizi sanitari pubblici e privati, associazioni, communities". 

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Trasporti, nuovo design e nuove tariffe per AltoAdige Pass con nuova tariffa 'Fix365'

19 Maggio 2025
Trasporti, nuovo design e nuove tariffe per AltoAdige Pass con nuova tariffa

(Adnkronos) - Un nuovo design e nuove tariffe per l’AltoAdige Pass: “L'obiettivo è rendere l'uso dei mezzi pubblici semplice, accessibile e attraente con offerte vantaggiose per pendolari, famiglie e giovani", spiega in una nota l’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider. A partire da giugno verrà introdotta la nuova tariffa "Fix365": un abbonamento annuale al prezzo fisso di 250 euro, pensato in particolare per le persone che utilizzano regolarmente i mezzi pubblici. Chiunque potrà continuare a viaggiare con il consueto altoadigemobilità Pass. Verrà creato anche il portale utenti, attraverso il quale sarà possibile acquistare e gestire comodamente gli abbonamenti online. 

"Il nuovo abbonamento a prezzo fisso colma una lacuna nell’offerta tariffaria attuale dei pass altoadigemobilità. Questa nuova proposta conveniente per chi viaggia spesso rappresenta un ulteriore incentivo all’utilizzo di autobus e treni. Ma soprattutto, un abbonamento unico con una struttura tariffaria più chiara può contribuire a rendere l’utilizzo del trasporto pubblico più semplice", aggiunge la direttrice del Centro tutela consumatori, Gunde Bauhofer. 

Nel 2024 sono state registrate oltre 50 milioni di convalide con i diversi abbonamenti AltoAdige Pass, una media di circa 130.000 convalide giornaliere, di cui 6,2 milioni effettuate con l’AltoAdige Guest Pass. 

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Trapianti, a Pisa evento mondiale, prime linee guida sicurezza donatore vivente di rene

19 Maggio 2025
Trapianti, a Pisa evento mondiale, prime linee guida sicurezza donatore vivente di rene

(Adnkronos) - Il 27 aprile 2000, a Pisa, veniva eseguito il primo prelievo di rene da donatore vivente con tecnica mini-invasiva a scopo di trapianto. Da quel momento, la città è diventata un punto di riferimento nazionale per questa procedura innovativa, con centinaia di interventi effettuati e un ruolo di primo piano nella diffusione e nella standardizzazione della tecnica in tutta Italia. A distanza di 25 anni si terrà in autunno a Pisa la Consensus Conference mondiale per la redazione delle prime linee guida internazionali dedicate alla sicurezza del donatore vivente di rene. Mercoledì alle ore 11.30 a Pisa la conferenza stampa ospitata dalla Fondazione Pisa.  

L’équipe pisana ha formato e affiancato numerosi chirurghi, contribuendo direttamente alla realizzazione dei primi prelievi renali laparoscopici in diversi ospedali italiani. Come dimostrato a livello internazionale, l’introduzione delle tecniche mini-invasive nel prelievo da donatore vivente ha avuto un impatto determinante avendo ridotto le esitazioni legate all’invasività dell’intervento e favorendo così un aumento significativo delle donazioni. In Italia, proprio grazie all’adozione di queste tecniche, il numero di trapianti renali da vivente è più che triplicato. Dopo il primo intervento laparoscopico del 2000, eseguito dal professore Andrea Pietrabissa, il percorso di innovazione è proseguito sotto la guida del professore Ugo Boggi, figura di riferimento nella chirurgia mini-invasiva applicata ai trapianti.  

Tra i numerosi traguardi del Professor Boggi vi sono il primo prelievo renale robotico in Italia (2008), il primo prelievo laparoscopico con accesso singolo (2010), il primo trapianto renale robotico in Europa (luglio 2010), e il primo trapianto combinato di rene e pancreas con tecnica robotica al mondo (2010). Oggi il gruppo chirurgico pisano, diretto dal Prof. Boggi, è riconosciuto a livello internazionale per il suo contributo alla chirurgia dei trapianti.  

Oltre ai successi in ambito renale e pancreatico, il Professor Boggi ha raggiunto altri importanti primati: il primo prelievo laparoscopico di fegato da donatore vivente adulto a bambino in Italia (Palermo, Ismett, maggio 2010), e la prima donazione robotica di emifegato destro da donatore vivente adulto in Europa (Palermo, Ismett, aprile 2012). L’importanza delle tecniche mini-invasive nei prelievi da vivente è stata recentemente confermata dalla Consensus Conference di Riyadh, che ha evidenziato come procedure un tempo considerate irrealizzabili – come il trapianto epatico mini-invasivo – siano oggi realtà consolidate nei centri di eccellenza, con la prima esperienza italiana avviata a Modena. A Riyadh è stato anche eseguito il primo trapianto di cuore robotico al mondo, segnando un ulteriore passo nell’evoluzione della disciplina. 

L’intervento pionieristico del 27 aprile 2000 fu eseguito, all’interno dell’équipe diretta da professor Franco Mosca, dal professor Andrea Pietrabissa (oggi a Pavia). Il trapianto fu effettuato dal professor Ugo Boggi. La donatrice era la madre del ricevente, tutt’ora in vita e in buona salute, mentre il rene ha funzionato per oltre 24 anni.  

A distanza di 25 anni, questo anniversario rappresenta così non solo un importante traguardo per la città di Pisa, ma anche per l’intera comunità trapiantologica italiana e internazionale. Il futuro della chirurgia dei trapianti continuerà a evolversi grazie alla robotica, alle nuove tecnologie e all’innovazione continua promossa dai centri di eccellenza come quello pisano. “È oggi più che mai necessario, come raccomandato anche dalle recenti linee guida discusse a Riyadh – spiega Ugo Boggi - che il trapianto mini-invasivo da donatore vivente diventi una tecnica standard e non più riservata a casi selezionati. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che il Sistema Sanitario Nazionale sostenga attivamente questa evoluzione, garantendo l’accesso ai sistemi robotici anche al di fuori delle attività chirurgiche elettive e programmate”. La Consensus Conference mondiale ha il sostegno della Fondazione Pisa, della Regione Toscana, del Comune di Pisa, dell’Università di Pisa, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, della Società Italiana dei Trapianti d’Organo, del Centro Nazionale Trapianti e dell’Associazione per Donare la Vita Onlus.  

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Estate, si torna a fare sport, se ginocchio è da ringiovanire c'è l’ortobiologia

19 Maggio 2025
Milano Marittima - LUGLIO 2007 Piero Chiambretti - Tennis tra pancetta e dolore al ginocchio - maglietta pantaloncino blu tutore ginocchiera ( - 2007-07-12, Simone Comi Arc / IPA) p.s. la foto e

(Adnkronos) - Un ginocchio sempre giovane è il sogno di molti, soprattutto quando l’età avanza e l’artrosi bussa alla porta. E se con la stagione estiva la voglia di fare sport torna a farsi sentire prepotentemente, avere ginocchia in forma è davvero importante. Cosa fare quindi per avere un ginocchio giovane il più a lungo possibile? Pietro Simone Randelli, presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, Siot, ordinario di Ortopedia dell’Università degli Studi di Milano e direttore della Clinica Ortopedica dell’Istituto Gaetano Pini non ha dubbi: "Oggi abbiamo validi alleati per contrastare l’artrosi, senza bisturi: trattamenti con acidi ialuronici, derivati del sangue come il Plasma ricco in piastrine (Prp), il re-impianto di cellule staminali da grasso addominale, sono alcune delle tecnologie potenzialmente indicate nel trattamento di forme di artrosi del ginocchio, non in fase avanzata. Studi recenti condotti su un’eterogenea popolazione sembrano suggerire che questi approcci siano in grado di controllare, ovvero di rallentare l’evoluzione dell’artrosi del ginocchio, consentendo di ritardare la necessità di un intervento di protesi articolare parziale o totale. Dunque, soluzioni biologiche 'ponte', con risultati spesso mantenuti per almeno 12 mesi". 

L'artrosi - spiegano dalla Siot - è una malattia cronica e progressiva delle articolazioni che colpisce in Italia oltre 4 milioni di persone; nonostante non sia disponibile una cura farmacologica per riportare indietro l’orologio biologico, abbiamo a disposizione validi strumenti per rallentarne il decorso, diminuendo l’infiammazione e spegnendo molti dei sintomi che compromettono la qualità della vita del paziente. Parliamo, dunque, di cambiamento dello stile di vita, trattamenti farmacologici ed infiltrativi con acidi ialuronici e di ortobiologia, con metodiche conservative che utilizzano tessuti, liquidi o solidi, provenienti dal corpo umano (biologici), impiegati in ambito ortopedico (orto). Trattamenti non chirurgici e mini-invasivi che accendono nuove speranze per coloro che, fino a qualche anno fa, avevano come unica scelta terapeutica l’intervento di sostituzione protesica. 

"La terapia ortobiologica o ortobiologia – spiega Randelli - prevede che alcune sostanze e tessuti corporei vengano processati, concentrati ed utilizzati per migliorare la qualità del processo di guarigione dei tessuti. Queste tecniche sono considerate fra le modalità più attuali per il trattamento dell’artrosi del ginocchio, promuovendo il ripristino di un ambiente articolare più fisiologico per promuovere la riparazione della cartilagine articolare, altrimenti scarsa per sua natura. La finalità di queste metodiche è di ridurre i sintomi e la progressione della patologia degenerativa, accelerando la riparazione, con l’intento di promuovere la riparazione dei tessuti molli e di contrastare l’infiammazione articolare". "Sono rilevanti le prospettive derivanti da queste tecniche innovative - sottolinea Randelli - che però non possono prescindere da un’adeguata preparazione atletica con rinforzo dei muscoli del ginocchio e da un cambiamento dello stile di vita con controllo del peso, piccoli cambiamenti davvero alla portata di tutti i pazienti". 

Dagli ortopedici della Siot i cinque consigli d’oro per preservare la salute del ginocchio: 1. Mantenere sempre la muscolatura intorno al ginocchio in uno stato di estrema efficacia con una idonea preparazione atletica che si deve avvalere di sport in scarico come il nuoto stile libero e la bicicletta a sella alta. Evitare in generale le discese e alcuni esercizi che possono sovraccaricare la rotula dando un fastidioso dolore anteriore. Questi esercizi sono il leg extension, la pressa e lo squat soprattutto se eseguito con pesi. 2. Evitare il sovrappeso, una dieta appropriata e bilanciata ci permetterà di scaricare il peso del ginocchio. Da un punto di vista biomeccanico sappiamo che ogni chilo di peso corporeo perso sono 4 kg in meno di peso a livello del ginocchio. 3. L’utilizzo di integratori, soprattutto quelli a base di collagene e glucosamina, possono aiutare a mantenere la cartilagine in buone condizioni, ritardando l’insorgenza dell’artrosi e /o mitigandone i sintomi. 

4. Le infiltrazioni di acido ialuronico migliorano in modo significativo la sintomatologia delle ginocchia con segni di sofferenza cartilaginea e artrosi iniziale. Anche gli atleti che praticano sport di endurance, quale la corsa e la maratona, possono beneficiare di un ciclo di infiltrazioni una volta ogni 12-18 mesi. 5. In pazienti selezionati, le cure di ortobiologia, con derivati piastrinici o cellule staminali, possono diminuire l’infiammazione e migliorare i sintomi del ginocchio artrosico. È ovviamente da evitare il 'fai da te' e si consiglia di seguire sempre i suggerimenti di un ortopedico regolarmente iscritto alla Società italiana di ortopedia e traumatologia che è dunque sempre aggiornato sulle terapie più innovative ed efficaci per ogni singolo caso. 

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Benessere del respiro, truck per prevenzione farà tappa in 8 città

19 Maggio 2025
Benessere del respiro, truck per prevenzione farà tappa in 8 città

(Adnkronos) - Il respiro della salute arriva nelle città italiane grazie all’iniziativa 'REMaRe Insieme' (acronimo di Roadshow emersione malattie respiratorie), promossa dall’Associazione italiana pneumologi ospedalieri Aipo Its/Ets, dalla Società italiana di pneumologia Sip/Irs e dalla Consulta della pneumologia, a sua volta sostenuta dalle due società scientifiche, in collaborazione con università e amministrazioni locali. L’iniziativa, itinerante, prevede un truck attrezzato – un vero e proprio poliambulatorio mobile di 60 m2 - che farà tappa, dal 4 al 17 giugno 2025, in otto città italiane, fornendo gratuitamente il servizio diagnostico della spirometria e informazioni utili alla cittadinanza, sia per la valutazione della propria salute respiratoria, sia per sensibilizzare alla prevenzione e alla diagnosi precoce delle malattie dell’apparato respiratorio. 

In concreto, a bordo dell'ospedale 'su ruote' si potrà: 1. eseguire gratuitamente una spirometria, test semplice ma fondamentale per misurare la capacità respiratoria e rilevare precocemente patologie come Bpco, asma, polmoniti. È rapido, non invasivo, e può salvare molte vite. 2. Parlare con medici pneumologi e operatori sanitari, a disposizione dei cittadini per rispondere a domande, chiarire dubbi, esaminare sintomi, offrire consigli utili. 3. Accedere a materiale informativo chiaro, aggiornato e comprensibile. 4. Imparare a evitare i principali fattori di rischio: fumo attivo e passivo, inquinamento atmosferico, esposizione lavorativa a sostanze nocive, scarsa aderenza vaccinale. 

Partecipare è importante, secondo i dati dell’Oms - riporta una nota - le malattie respiratorie croniche sono tra le prime cinque cause di morte nel mondo, e solo in Italia si calcola che oltre tre milioni di persone siano affette da Bpco (Broncopneumopatia cronica ostruttiva), spesso non diagnosticata. Asma e bronchite cronica, inoltre, spesso si manifestano in modo silenzioso e vengono ignorate fino a diventare invalidanti. 'REMaRe Insieme', oltre che un’iniziativa sanitaria, è quindi un invito alla consapevolezza, alla cura di sé e alla prevenzione, nel nome del diritto fondamentale alla salute e all’accesso alle cure.  

Il Progetto si svolge con il sostegno non vincolante di: GSK, Menarini 

 

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Stefania Corona parla di Alvaro Vitali e si commuove. Balivo: "Ci stai ripensando?"

19 Maggio 2025
Stefania Corona e Alvaro Vitali - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Stefania Corona ha chiuso la sua storia con Alvaro Vitali dopo 27 anni trascorsi insieme. Ospite oggi, lunedì 19 maggio, a 'La volta buona', l'ex moglie dell'attore ha spiegato che il rapporto, per lei, "era diventato un legame invalidante".  

"Sono molto commossa e mi dà fastidio stare qui", ha esordito Stefania Corona che ha cercato di spiegare le ragioni che l’hanno spinta a porre fine al matrimonio con Alvaro Vitali. "Ci stai ripensando? Sei sicura di quello che hai fatto", le ha chiesto Caterina Balivo. 

Ma Stefania Corona non ha bisogno di ripensarci, quello che rimane ora è solo "sofferenza" e tanta stima. "Dopo 27 anni insieme, soffrire è normale. Per me è stato fantastico, era davvero affascinante. Eravamo un po' come Al Bano e Romina, ma c'era una costruzione dei ruoli che mi ha fatto aprire gli occhi. Noi abbiamo associato il lavoro alla vita privata, nel nostro caso, troppo", ha spiegato. 

Stefania ha confessato di aver rinunciato alla propria identità per sostenere l’uomo che amava: "Non bisogna privarsi della propria identità, io l'ho fatto. Lui rimane Alvaro Vitali anche nella vita privata", ha aggiunto. Inoltre, ha ricordato anche i momenti difficili vissuti all’inizio della loro relazione, quando Vitali lottava con una profonda depressione: “Quando l’ho conosciuto stava sul divano, aveva una forte depressione. La sua famiglia precedente non lo seguiva, l’importante era che lavorasse. In lui io ho visto la genialità, e mi sono presa cura di lui”. 

"Credo che noi siamo grandi colleghi, ma come moglie e marito lui non ci ha capito nulla", ha detto. E poi, senza peli sulla lingua, ha aggiunto: "Avevo un ruolo infermieristico, ho pensato e badato a lui con tanti sacrifici per tanti anni. Noi viviamo ancora insieme", ha detto, sottolineando che i due legalmente sono ancora sposati.  

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Anna Maria, l'ammaliatrice di api. 'Per me sono quasi dei figli'

19 Maggio 2025
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Alimentazione, 'problemi di obesità per più di 6 giovani italiani su 10'

19 Maggio 2025
Alimentazione,

(Adnkronos) - Nei prossimi decenni, le proiezioni indicano un aumento significativo delle malattie metaboliche, con un impatto diretto sulla salute pubblica e sui costi sanitari. Dati recenti - Italian barometer obesity report 2024 e Sorveglianza Passi (Iss) - stimano una crescita imponente per quanto riguarda l’obesità soprattutto nei giovani adulti tra i 18 e 34 anni (dove la percentuale è passata dal 2,6% al 6,6% nel 2023). Per il diabete si prevede una crescita pari al 10% della popolazione italiana entro il 2040. Si tratta di una situazione allarmante, tenendo presente le comorbidità: l'ipertensione è presente nel 67% delle persone con sovrappeso e nel 87% di quelle obese. Analogamente, l'ipercolesterolemia è strettamente correlata all'eccesso ponderale, aumentando significativamente con l'aumento dell'indice di massa corporea. In questo conteso è importante implementare strategie in grado di mantenere il benessere in equilibrio, promuovendo stili di vita sani e interventi tempestivi per contrastare questa tendenza. 

Sono stati questi i temi al centro di Nutrimi 2025, l’appuntamento scientifico annuale dedicato ai professionisti della salute che si è appena concluso a Milano, a cui ha partecipato anche Nutrition & Santé, azienda da sempre impegnata a promuovere il benessere attraverso l’alimentazione salutistica, che ha presentato - informa una nota - il suo ampio e diversificato portfolio di soluzioni con soluzioni per la gestione del peso del colesterolo e l'adozione di prodotti con un basso contenuto di zuccheri e sodio. La partecipazione al congresso è stata solo una delle tappe di un progetto più ampio, che ha incluso anche un’indagine realizzata in collaborazione con Nutrimi (www.nutrimi.it), che ha coinvolto oltre 300 professionisti della salute. I risultati della survey hanno fornito insight importanti sulle pratiche quotidiane dei nutrizionisti e dei medici, evidenziando il crescente bisogno di soluzioni accreditate e approfondimenti scientifici per migliorare il management metabolico dei propri pazienti. 

"Il nostro impegno - spiega Maurizio Roberti, Direttore Marketing di Nutrition & Santé Italia - è fornire ai professionisti un set completo di soluzioni scientificamente supportate, per affrontare con efficacia le sfide metaboliche quotidiane. Il congresso Nutrimi - conclude - è stato un'importante occasione di confronto con i nutrizionisti, per capire come possiamo essere di supporto in modo concreto". 

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Nespresso-Fai, nuovi giardini dal riciclo delle capsule di caffè

19 Maggio 2025
Nespresso-Fai, nuovi giardini dal riciclo delle capsule di caffè

(Adnkronos) - In occasione del 22 maggio, Giornata Mondiale della Biodiversità, Nespresso e Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano, danno il via a un nuovo progetto per contribuire a sostenere e osservare da vicino la biodiversità in luoghi pieni di storia e cultura, come i Beni Fai, esplorando la natura e il territorio circostante. Un progetto che rientra nel più ampio programma 'Nespresso per l’Italia', che dal 2020 realizza attività concrete a supporto e tutela del patrimonio ambientale, sociale e culturale del nostro Paese. Primo contributo ai giardini di Villa del Balbianello, sul Lago di Como, con la donazione del compost che nasce dal riuso del caffè esausto delle capsule in alluminio di Nespresso, recuperate grazie al progetto di economia circolare 'Da Chicco a Chicco'. A Villa del Balbianello sono stati donati da Nespresso oltre 100 kg di compost prodotto dalle capsule esauste e utilizzati per rigenerare i giardini della Loggia Durini. Attraverso due differenti modalità di impiego, il compost è stato usato come base per l’impasto della piantumazione delle nuove viole nei vasi ornamentali e come fertilizzante per le aiuole che circondano la loggia.  

Villa del Balbianello, Bene Fai dal 1988, è una delle dimore più affascinanti del Lago di Como. Affacciata sulla penisola di Lavedo, è immersa in un giardino storico curato dal Fai. Voluta nel Settecento dal cardinal Durini, ha assunto l’attuale configurazione grazie a Guido Monzino, esploratore e primo italiano sull’Everest, che la trasformò in un rifugio e in un museo delle sue spedizioni. Il parco che la circonda, tra terrazze, viali alberati e aree boschive, si estende per oltre 12 ettari. “L’intervento a Villa del Balbianello è un esempio concreto di come il riciclo delle capsule, reso possibile anche grazie all’impegno quotidiano delle nostre clienti e dei nostri clienti, possa generare un impatto positivo sull’ambiente e sulle comunità - afferma Thomas Reuter, direttore generale di Nespresso Italiana - All’interno del programma Nespresso per l’Italia, promuoviamo progetti che uniscono innovazione, responsabilità ambientale e valorizzazione del territorio. E la collaborazione con il Fai ne è una testimonianza: un percorso condiviso per costruire insieme un futuro più sostenibile, rafforzando la biodiversità e la resilienza degli ecosistemi del nostro Paese. Una dimostrazione della nostra reale volontà di ascoltare le esigenze delle comunità locali per creare un percorso per l’Italia e con l’Italia”. 

A partire dal 17 maggio, i visitatori della Villa potranno scoprire i benefici di questo progetto nell’ambito delle Camminate nella biodiversità, iniziative promosse dal Fai all’interno della campagna nazionale #Faibiodiversità. Un calendario di appuntamenti - attivo fino a ottobre 2025 - pensato per avvicinare le persone al valore della biodiversità attraverso percorsi tra natura, cultura del paesaggio e buone pratiche ambientali. “Grazie a Nespresso per aver scelto di rinnovare, per il quinto anno consecutivo, il suo sostegno al Fai e condividere con noi l’impegno nella cura e manutenzione del Giardino di Villa del Balbianello. Avviata nel 2020, questa sinergia si fonda su valori condivisi di tutela, responsabilità e attenzione verso il patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. La continuità di questo legame testimonia una visione comune: promuovere la bellezza, la sostenibilità e la consapevolezza del valore dei nostri Beni, affinché possano essere apprezzati e preservati dalle generazioni future”, ha commentato Davide Usai, direttore generale del Fai. 

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Donna uccisa a Fregene, nuora resta in carcere

19 Maggio 2025
Il luogo del delitto

(Adnkronos) - Resta in carcere Giada Crescenzi, fermata per l’omicidio di Stefania Camboni, la 58enne uccisa a coltellate nella sua abitazione a Fregene. La donna, 31 anni, nuora della vittima, si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di convalida del fermo che si è svolto oggi in tribunale a Civitavecchia. Il giudice, al termine dell’interrogatorio, non ha convalidato il fermo ma ha disposto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la donna, accusata di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità. 

“La mia assistita è molto provata ma ribadisce la sua estraneità ai fatti - riferisce l’avvocata Anna Maria Anselmi, difensore della donna - Ricordiamo che l'arma e il telefono della vittima non sono stati ancora trovati e che Giada non ha segni di colluttazione. Ora attendiamo di leggere l'ordinanza e poi valuteremo se fare o meno ricorso al Riesame”. Da quanto emerso dall’autopsia, la 58enne è stata uccisa nel sonno con oltre venti coltellate, con diversi colpi inferti in punti vitali, alla gola e al cuore. 

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Kyrgios torna all'attacco: "Squalifica Sinner? Strane coincidenze..."

19 Maggio 2025
Nick Kyrgios - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Nick Kyrgios torna all'attacco di Jannik Sinner: "Pensi che sia solo una coincidenza che il Ceo dell'Atp sia italiano e ora si sia dimesso? Si è dimesso all’improvviso. Perché ti sei dimesso ora? C'è qualche motivo per questo?". Il tennista australiano ha parlato così nel corso di un podcast registrato prima della finale degli Internazionali di Roma, con riferimento all'addio di Massimo Calvelli al mondo Atp prima di una nuova avventura professionale. 

Kyrgios ha poi rincarato la dose, tornando sul caso Clostebol: "Sinner è il numero uno al mondo. Pensi davvero che assuma un fisioterapista per centinaia di migliaia di dollari e che questo fisioterapista si porti un bisturi in borsa senza niente, senza custodia, e se ne vada in giro? Si taglierà un dito e ci metterà la crema senza che tu te ne accorga? Pensi che un numero uno al mondo possa avere un livello di ingenuità simile? Queste persone sono così diligenti che non bevono nemmeno un sorso di alcol. E faranno finta di niente?".  

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Tumori aumentano in anziani 'ma manca la ricerca clinica'

19 Maggio 2025
Tumori aumentano in anziani

(Adnkronos) - L’Italia invecchia sempre più: gli over 80 dal 1995 al 2010 sono passati da 6,7 milioni a 12,5 milioni, e saranno 51 milioni nel 2050. E aumentano i nuovi casi di tumore in età avanzata: circa 400mila nel 2024 stimano Aiom e Airc. Non solo, secondo Airtum l’incidenza passa da circa 750 casi per 100mila abitanti nella fascia 55–59 anni a 2.200 casi per 100mila nella fascia 80–84 anni, triplicando il rischio con l’avanzare dell’età. Il 20% delle neoplasie viene diagnosticato dopo gli 80 anni; il 70% delle persone con un tumore ha più di 70 anni. I geriatri ospedalieri lanciano l'appello: aumentano i tumori negli anziani ma manca la ricerca clinica. E l’onco-geriatria sarà uno dei temi al centro del 39esimo Congresso Sigot (Società italiana di geriatria ospedale e territorio) che si tiene a Modena dal 21 al 23 maggio, a cui parteciperanno oltre 500 specialisti dell’ambito geriatrico provenienti da tutta Italia, di cui il 40% under 40. 

Qualità della vita e malattie in terza età rappresentano la sfida sanitaria e sociale della geriatria. Oggi, infatti, si vive più a lungo e meglio rispetto al passato. Ma l’allungamento della vita non sempre è accompagnato da buone condizioni di salute. In particolare, si assiste a un incremento del numero di tumori in età avanzata, con il paradosso per cui proprio questa fascia d’età non è coinvolta nella sperimentazione delle terapie e spesso resta fuori dai trattamenti o dalle terapie più appropriate. "Alcuni studi - spiega Lorenzo Palleschi, presidente Sigot - dimostrano che quando si vanno a sperimentare interventi farmacologici, chirurgici o radioterapici tra gli over 70 si ottengono risultati importanti sia per la sopravvivenza che per la qualità della vita anche in questa fascia d’età".  

Nonostante rappresentino circa il 42% della popolazione oncologica, nei trial registrati dalla Fda - riporta una nota - solo il 24% dei partecipanti ha più di 70 anni, e meno del 10% è coinvolto nei trial Nci. In Italia, i pazienti che ricevono farmaci oncologici nella pratica clinica reale (attraverso i registri Aifa) sono in media più anziani di 5,3 anni rispetto a quelli coinvolti nei trial clinici. Inoltre, la percentuale di over 65 è più alta del 17,2%.  

"L’assenza di dati sui più anziani limita la validità delle evidenze – sottolinea Palleschi – I medici devono spesso basarsi su protocolli non tarati sulle comorbidità e sulla fragilità tipiche dell’età avanzata. Serve dunque un maggior coinvolgimento degli anziani nella sperimentazione delle terapie. Esperienze pur limitate dimostrano che quando si vanno a sperimentare degli interventi farmacologici, chirurgici o radioterapici si possono ottenere risultati importanti sia per la sopravvivenza che per la qualità della vita anche in età avanzata e molto avanzata". Nella persona anziana, inoltre, "la terapia - aggiunge il presidente Sigot - va personalizzata in base al profilo individuale del paziente: per questo le Linee guida delle società oncologiche suggeriscono di utilizzare nei pazienti anziani con tumori solidi una valutazione multidimensionale e l’intervento geriatrico, che permettono di ridurre significativamente i possibili effetti tossici della terapia, migliorano l’aderenza al trattamento, la qualità della vita e la sopravvivenza".  

La ricerca scientifica - riferisce la nota - ha evidenziato come sia necessario integrare lo studio dei cosiddetti 'marcatori biologici dell’invecchiamento' con fattori di tipo sociale che includono come il basso livello socioeconomico, gli eventi avversi della vita, gli stati psicologici negativi (stress, depressione), comportamenti scorretti (cattiva alimentazione, alcool, tabagismo, sedentarietà). "L’invecchiamento è un processo che parte dall’infanzia e che si caratterizza per comportamenti virtuosi che prevengono la disabilità, sia cognitiva che fisica, arrestando o ritardando la fragilità che ne è alla base – commenta Andrea Fabbo, Direttore sanitario Asl Asti, già direttore socio-sanitario Ausl Modena e direttore Uoc Geriatria Territoriale Ausl Modena – Per prevenire la disabilità si identificano azioni come l’esercizio fisico, l’intervento nutrizionale, la stimolazione cognitiva, il controllo dei fattori di rischio, il contrasto alla solitudine. Queste politiche di invecchiamento attivo che promuovono attività fisica regolare, alimentazione equilibrata, screening possono anche ridurre il rischio di sviluppare molte neoplasie e rallentarne la progressione”. 

Il 39esimo congresso Sigot - conclude la nota -, che ospita anche il 18esimo Congresso di cardiogeriatria, rappresenta un momento cruciale per analizzare le sfide di un Paese che invecchia: un trend demografico con ricadute sanitarie, sociali, economiche. Tra i temi al centro dell’attenzione, la prevenzione e l’importanza di un invecchiamento attivo per prevenire fragilità e disabilità; le demenze; l’onco-geriatria; le patologie cardiovascolari; la sarcopenia; l’insufficienza respiratoria; l’accesso degli anziani in Pronto Soccorso. In apertura porteranno i propri saluti il Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale e il sindaco di Modena Massimo Mezzetti. Presidenti del congresso: il prof. Lorenzo Palleschi, presidente Sigot nazionale, direttore Uoc di Geriatria e del Dipartimenti Internistico dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata Roma; Andrea Fabbo, Direttore sanitario Asl Asti; il prof. Francesco Vetta, direttore Uoc Cardiologia Utic Ospedale di Avezzano e professore di Cardiologia Unicamillus. 

 

 

 

 

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