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Addio a Hulk Hogan, l'uomo che ha rivoluzionato il wrestling

24 Luglio 2025
Hulk Hogan - Ipa

(Adnkronos) - È morto Hulk Hogan. Icona mondiale del wrestling professionistico, aveva 71 anni ed è deceduto in seguito a un arresto cardiaco. La notizia è stata confermata dal sito americano Tmz Sports, che ha riferito l'intervento dei soccorsi presso la sua abitazione di Clearwater, in Florida, nelle prime ore di giovedì mattina. 

Secondo le prime ricostruzioni, diversi mezzi della polizia e ambulanze si sono presentati all'abitazione del leggendario wrestler. Hogan è stato trasportato in barella dai paramedici e caricato su un'ambulanza, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Solo poche settimane fa la moglie, Sky Daily, aveva smentito pubblicamente le voci secondo cui Hogan si trovasse in coma, affermando che il suo cuore era "forte" nonostante il difficile periodo post-operatorio legato a un intervento al collo avvenuto lo scorso maggio. 

Nato Terry Eugene Bollea, Hogan è stato l'uomo che ha rivoluzionato il wrestling, trasformandolo da sport di nicchia in fenomeno di massa a livello globale. Con la sua immagine carismatica, i muscoli scolpiti e gli inconfondibili baffi biondi, Hogan è diventato negli anni '80 e '90 il volto della WWE, portando il wrestling nelle case di milioni di famiglie. 

Indimenticabili le sue rivalità con André the Giant, The Ultimate Warrior e 'Macho Man' Randy Savage, così come lo storico incontro con The Rock a WrestleMania X8 nel 2002. Nel 1996, Hogan ha sorpreso il mondo reinventandosi come 'Hollywood Hogan' e fondando la famigerata stable NWO – New World Order, dando nuova linfa al wrestling americano. 

Hogan è stato introdotto nella WWE Hall of Fame nel 2005. Tuttavia, nel 2015 è stato rimosso a seguito di uno scandalo legato a commenti razzisti pronunciati durante una conversazione registrata di nascosto. Dopo una lunga battaglia legale con il sito Gawker, che aveva pubblicato il video, Hogan vinse la causa multimilionaria. Nel 2020 è stato riammesso nella Hall of Fame come membro del NWO. 

Oltre al ring, Hogan ha avuto una carriera di successo nel mondo dello spettacolo. Celebre il suo debutto al cinema nel 1982 in 'Rocky III', accanto a Sylvester Stallone, dove interpretava il lottatore Thunderlips. Ha poi recitato in film come 'Mr. Nanny', 'Suburban Commando' e 'No Holds Barred'. È stato anche protagonista del reality show 'Hogan Knows Best' su VH1, che raccontava la vita quotidiana della sua famiglia.  

Recentemente, Hogan era tornato alla ribalta come ospite d'onore della Convention Repubblicana del 2024, accendendo il pubblico con la sua consueta teatralità. E proprio a maggio 2025 aveva lanciato un nuovo progetto, la lega amatoriale di wrestling Real American Freestyle, con il primo evento in programma per il 30 agosto su Fox Nation. 

Negli ultimi anni, Hogan aveva affrontato numerosi interventi chirurgici legati agli infortuni riportati in carriera. "Non mi è rimasta nemmeno una parte del corpo originale", aveva raccontato con autoironia durante un’intervista. La sua figura resterà per sempre impressa nella memoria di milioni di fan che hanno vissuto, attraverso le sue gesta, l'epoca d'oro del wrestling. 

(di Paolo Martini) 

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Antonello Argiolas resta alla guida Confindustria sud Sardegna

24 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAVicepresidente vicaria è Francesca Argiolas...

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O'Connor vince in solitaria la tappa regina del Tour de France, Pogacar stacca Vingegaard

24 Luglio 2025
Ben O

(Adnkronos) - L'australiano Ben O'Connor (Jayco AlUla) vince in solitaria e nella nebbia la tappa regina del Tour de France, la Vif-Courchevel Col de la Loze, con 67 km totali di salita per un dislivello complessivo di 5.450 metri e gli ultimi 26 in salita al 6,5% medio.  

Tadej Pogarar, in costante controllo dell'avversario Jonas Vingegaard per l'intero percorso di oltre 171 km, prima contiene un attacco del danese poco prima dell'ultimo chilometro poi cambia passo in vista del traguardo e stacca il capitano della Visma con un'accelerazione delle sue, guadagnando altri 9 preziosissimi secondi sul rivale e scacciando il fantasma della cotta presa nel 2023 proprio sulla Loze: è secondo al traguardo, terzo Vingegaard, quasi due minuti dopo l'arrivo del vincitore della 18esima tappa, che ora è al nono posto in classifica generale. 

Il terzo in classifica generale, il tedesco Florian Lipowitz (Bora-Hansgrohe), affonda e chiude con un distacco di 3'37". I colori italiani affidati a Jonathan Milan vedono il consolidamento della maglia verde dopo la volata vinta al traguardo volante pochi km dopo la partenza. 

La tappa comprende un totale di 171,5 chilometri e parte da Vif per arrivare a Courchevel, dopo aver affrontato tre scalate hors categorie. La prima è quella del Col du Glandon, 21,7 km al 5,1%, poi tocca al leggendario Col de la Madeleine, uno dei luoghi iconici della Grande Boucle. La scalata in questo caso è di 19,2 km al 7,9% di pendenza. Infine il gruppo raggiunge il Col de la Loze, una salita di 26,4 chilometri con una pendenza media al 6,5%, dove è posto il traguardo. In totale i corridori affrontano un dislivello di 5450 metri. 

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Cade nella cisterna d'acqua per un malore, muore una 84enne

24 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATATragedia a Sarroch, nella città metropolitana di Cagliari...

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Dalla prima cabina fototessera del Paese alla quotazione in Borsa, il viaggio di Dedem

24 Luglio 2025
Alberto Rizzi, amministratore delegato di Dedem

(Adnkronos) - Dalla prima cabina fototessera del Paese alla quotazione in Borsa Italiana. E' un lungo viaggio, che dura da oltre 60 anni quello di Dedem, azienda nata a Roma nel 1962 e che oggi è stata quotata per la prima volta su Euronext Growth Milan, dove in fase di collocamento ha raccolto 10 milioni di euro. Il flottante al momento dell’ammissione è del 25,98% e la capitalizzazione di mercato all’Ipo è pari a 38,5 milioni di euro. 

Un percorso partito nel Dopoguerra da una delle prime icone del made in Italy, come spiega in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia Alberto Rizzi, amministratore delegato di Dedem. "È da quel clic, ancora in bianco e nero, che comincia la nostra storia industriale. Una storia che attraversa oltre sessant’anni di innovazione e trasformazione, mantenendo sempre al centro l’idea di semplificare la vita delle persone attraverso soluzioni automatizzate e accessibili. Da quella prima cabina, antesignana del selfie, siamo cresciuti, accompagnando generazioni di italiani, ma anche modernizzando costantemente i nostri servizi: dalle fototessere alle tecnologie per l’identificazione personale, fino al mondo del leisure e dei servizi digitali avanzati. Dedem è parte del paesaggio urbano e industriale italiano, ed è oggi un simbolo autentico del made in Italy, capace di coniugare artigianalità, tecnologia e visione", sottolinea.  

E a testimoniarlo sono i numeri di oggi di Dedem: "Siamo un gruppo -spiega Rizzi- solido e in crescita, con 113 milioni di euro di ricavi al 31 dicembre 2024, 668 dipendenti e 6.050 macchine installate tra Italia ed estero, soprattutto in Spagna e Repubblica Ceca. Dal 2019, quando il fatturato era di 80 milioni, abbiamo ampliato costantemente il nostro perimetro. Oltre alla leadership nei sistemi automatizzati per l’identificazione personale, abbiamo rafforzato il nostro ruolo nel leisure, con photo booth, kiddie ride e sale giochi a marchio Youngo nei principali centri commerciali. Parallelamente, siamo entrati in settori tecnologici avanzati come l’additive manufacturing e l’ict, mantenendo sempre al centro la qualità e il servizio alle persone".  

E oggi la quotazione in Borsa. "La quotazione su Euronext Growth Milan è un passo strategico che abbiamo immaginato da tempo. Oggi diventa realtà, e segna l’inizio di una nuova fase. L’obiettivo è duplice: da un lato, rafforzare la visibilità della società sul mercato e aumentare la nostra credibilità verso investitori e stakeholder; dall’altro, accedere a nuove risorse finanziarie per sostenere l’ulteriore crescita, sia in Italia che all’estero. Per noi, entrare in Borsa è anche un modo per valorizzare il nostro patrimonio di competenze, di innovazione e di identità imprenditoriale. È un atto di responsabilità verso chi ci ha portato fin qui e un’opportunità concreta per proiettare Dedem nel futuro, coinvolgendo anche i nostri dipendenti, ai quali abbiamo riservato parte delle nuove azioni emesse", sottolinea. 

E tanti i progetti previsti per il 2025. "Sarà per noi l’anno del consolidamento post-quotazione, ma anche il trampolino per nuovi traguardi. Vogliamo rafforzare la nostra presenza nei mercati esteri, facendo dell’internazionalizzazione uno dei pilastri della nostra strategia di lungo periodo. Intendiamo anche ampliare ulteriormente l’offerta di servizi ad alto valore tecnologico, integrando soluzioni digitali avanzate nei nostri dispositivi automatizzati. Ma non meno importante, vogliamo mantenere saldo il legame con le nostre persone, continuando a investire nella formazione, nel benessere e nella partecipazione attiva dei nostri collaboratori alla vita dell’azienda. Perché Dedem è e resta una grande squadra prima ancora che una grande impresa", aggiunge ancora.  

Sguardo sempre proteso alle nuove tecnologie. "L’intelligenza artificiale rappresenta per noi una opportunità importante, ma va gestita con attenzione, consapevolezza e responsabilità. Il nostro approccio è concreto e mirato: lavoriamo su modelli 'narrow', altamente specializzati e addestrati internamente. Ad esempio, nel sistema Dedem X - che valuta la qualità delle foto digitali - usiamo l’AI per affiancare la Computer Vision: in caso di anomalie, l’intelligenza artificiale entra in gioco, riducendo drasticamente il carico di lavoro del call center, che interviene solo in caso di incertezza. Un altro utilizzo è Crane X, un sistema che analizza la disponibilità e la varietà dei prodotti all’interno delle vending machine tramite AI, per ottimizzare la logistica".  

"In parallelo, stiamo testando modelli di intelligenza artificiale generativa per l’assistenza tecnica, addestrati con dati interni. La nostra visione è chiara: integrare l’ai dove può portare efficienza, valore e semplificazione, ma sempre mantenendo l’essere umano al centro del processo decisionale", conclude.  

 

 

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Trasferiti da 'Alligator Alcatraz' a Miami i due italiani detenuti

24 Luglio 2025
Usa, trasferiti a Miami i due italiani detenuti ad Alligator Alcatraz

(Adnkronos) - Il consolato italiano a Miami è riuscito a far trasferire oggi, giovedì 24 luglio, nel centro Ice di Krome a Miami i due connazionali Fernando Eduardo Artese e Gaetano Cateno Mirabella Costa, che per alcuni giorni sono stati detenuti a 'Alligator Alcatraz'. Lo fa sapere la Farnesina, secondo cui le famiglie sono state informate e hanno già caricato sul cosiddetto “detainee account”, una sorta di “carta prepagata” che i detenuti hanno a disposizione per spese consentite, il denaro necessario per acquistare un biglietto aereo in ogni momento utile, se consentito dalle autorità americane. In particolare, inoltre, i familiari del signor Mirabella Costa hanno trasferito a Krome gli effetti personali del nipote, che saranno presi in custodia da Ice stessa per metterlo in condizione di partire per l’Italia non appena ottenuto il permesso dal giudice dell’immigrazione.  

Il signor Fernando Artese potrebbe partire per l’Italia molto presto, mentre il signor Mirabella Costa dovrà presentarsi davanti a un giudice che valuterà le fattispecie di reato che gli sono addebitate. A uno dei due connazionali che aveva passaporto scaduto è stato consegnato un nuovo passaporto temporaneo che le autorità della Florida hanno accettato e riconosciuto; il documento potrà accelerare le procedure per l’espulsione, riferisce ancora la Farnesina in una nota. 

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Turismo enogastronomico: da hospitality manager a curatore esperienze, ecco libro bianco su professioni

24 Luglio 2025
Turismo enogastronomico: da hospitality manager a curatore esperienze, ecco libro bianco su professioni

(Adnkronos) - Il turismo enogastronomico ha un potenziale di crescita enorme, ma mancano i profili professionali che possano sostenerne lo sviluppo. Qualche esempio? Il product manager o l’hospitality manager, figure chiave per sviluppare un’offerta turistica integrata e promuovere esperienze in Italia e all’estero. 

Per cercare di risolvere questo problema, valorizzando nuove figure professionali in grado di garantire un’offerta turistica di qualità e una crescita sostenibile, realtà di eccellenza del settore hanno messo a punto un documento strategico che traccia il futuro delle professioni di uno dei comparti più dinamici e in crescita dell’industria della vacanza in Italia. 

Nasce così il 'Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico', redatto da Associazione italiana turismo enogastronomico in collaborazione con UnionCamere, Associazione nazionale Città dell’Olio, Associazione nazionale Città del Vino, Cna Turismo e Commercio, Coldiretti, Confartigianato Turismo, Consulta Nazionale Distretti del Cibo, Federazione Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e Unione Italiana Vini.  

Ha inoltre contribuito ai lavori il Center for Higher Education and Youth Employability dell’Università degli Studi di Bergamo. Il Libro Bianco restituisce una visione sistemica e integrata dei processi di lavoro ponendo le basi per una chiara definizione di mansioni e competenze necessarie per lo sviluppo sostenibile del turismo enogastronomico, facilitando l’integrazione del turismo nelle realtà produttive. 

Punto di partenza è il valore stimato di questo segmento in oltre 40 miliardi di euro e un ruolo non secondario nell’occupazione e nella distribuzione del reddito. E questo è solo l’inizio, considerando che la maggior parte delle aziende apre solo parzialmente al pubblico e lo fa perlopiù durante la settimana, quando ci sono meno visitatori. Molto sentita è poi la mancanza di un numero adeguato di figure professionali in grado di rendere indimenticabile l’esperienza del turista. Attraverso una formazione adeguata e la definizione precisa di quelle che sono le professioni del turismo del gusto, è possibile sbloccare potenziale aggiuntivo sia in termini di valore economico che di nuovi posti di lavoro. 

“Il turismo enogastronomico italiano rappresenta oggi un settore in forte espansione, un autentico motore di crescita economica e di valorizzazione dei nostri territori. Per sostenere questa evoluzione e renderla strutturale, è indispensabile adottare un linguaggio condiviso in tema di competenze professionali", afferma Federico Sisti, segretario generale Cciaa dell’Umbria.  

"È in quest’ottica -continua- che il Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico assume un ruolo strategico: un lavoro corale che mira a definire con chiarezza ruoli, mansioni e abilità richieste alle nuove figure del settore. Le Camere di Commercio si confermano partner fondamentali in questo percorso, grazie alla loro esperienza nello sviluppo di sistemi di certificazione delle competenze, capaci di valorizzare i percorsi formativi, anche quelli maturati in ambiti non formali. L’obiettivo è ambizioso ma concreto: garantire che ogni operatore sia dotato di competenze chiare, riconosciute e adeguate per offrire esperienze autentiche e memorabili, contribuendo così a innalzare la qualità dell’offerta e la competitività del nostro Made in Italy”. 

“Il turismo è un settore in continua evoluzione che richiede un monitoraggio attento e costante. Per vincere le sfide del futuro occorre innalzare la qualità dell’offerta turistica e investire sulla formazione, fornendo strumenti adeguati ai professionisti che dovranno accompagnare la crescita e lo sviluppo del comparto. Il governo Meloni, attraverso il Ministero del Turismo, sta guidando questa evoluzione, accompagnando le imprese nella fase di transizione verso un nuovo modello di turismo che sono certo vedrà la nostra Nazione in primo piano nel contesto internazionale” commenta Gianluca Caramanna, consigliere del Ministero del Turismo. 

“Il turismo enogastronomico, e più in generale il turismo rurale, rappresentano una frontiera molto importante nello sviluppo delle politiche agricole ed economiche dell’Ue. Per questo il riconoscimento e la valorizzazione delle professioni che stanno nascendo o si sono già consolidate in questo settore sono un obiettivo che dobbiamo tutti coltivare. L’Italia è una delle mete europee privilegiate per questo tipo di turismo che incrocia la complessità della filiera alimentare e della tutela paesaggistica. Occorrono competenze ed esperienze perché l’offerta sia qualificata e attendibile. Mancano però scuole e centri di alta formazione adeguati e sufficienti per rispondere a questa esigenza. Dunque, le istituzioni sia europee che nazionali devono concentrarsi sulle risorse e gli strumenti da mettere a disposizione per queste finalità. Dopo la pausa estiva mi impegnerò a chiedere al Parlamento Europeo uno studio su questo settore e sulle sue potenzialità di sviluppo che seguirà ad un’iniziativa già avviata per un progetto pilota sul turismo enogastronomico già sottoposto all’attenzione della Commissione Europea”, afferma Dario Nardella, europarlamentare, coordinatore del gruppo S&D Commissione Agri. 

L’indagine esplorativa, coordinata da Roberta Garibaldi, ha voluto comprendere le modalità organizzative e le criticità connesse alla gestione dell’offerta turistica nelle aziende agroalimentari e vitivinicole, evidenziando tendenze costanti e necessità strutturali comuni, pur emergendo differenze in funzione dell’affluenza turistica. Sono stati individuati 5 profili-chiave attingendo dai risultati della ricerca svolta sulle imprese e dal think-tank con le realtà che hanno, di fatto, creato il sistema italiano di turismo enogastronomico realizzando eventi diventati dei punti di riferimento nazionali e internazionali e spingendo i propri associati a realizzare progetti di accoglienza e mercati agricoli. 

La prima figura professionale è product manager per il turismo enogastronomico. Si tratta di una figura chiave da inserire non nelle realtà produttive, bensì nelle dmo (destination management organization) o nei consorzi. A questo professionista del turismo sarà affidato il compito fondamentale di attivare, nel territorio di appartenenza, le necessarie sinergie per sviluppare il prodotto del turismo enogastronomico. Dovrà quindi realizzare quelle condizioni indispensabili per favorire lo sviluppo e l’offerta di esperienze e per mettere in rete le imprese, affinché il turista enogastronomico possa essere accolto e coccolato in tutte le fasi della customer journey. L’obiettivo è sviluppare un’offerta turistica integrata che valorizzi il patrimonio enogastronomico locale. Troviamo ad esempio oggi dei product manager nella dmo della Val di Chiana senese, in Promoturismo FVG, in Trentino Marketing, nel Consorzio del Parmigiano. 

Un processo cruciale per lo sviluppo del turismo delle aziende produttrici come le cantine, i frantoi e i caseifici è l’hospitality management. Nelle microimprese è la proprietà stessa a gestire direttamente questa funzione nel 73% dei casi, con figure operative spesso impiegate part-time e non dedicate in modo esclusivo al turismo. Anche nelle realtà di dimensioni maggiori prevale la gestione diretta (62% nelle imprese con 1.001–5.000 visitatori annui e 57% in quelle con oltre 5.000), ma cresce la quota di aziende che si affidano a professionisti specializzati, spesso supportati da team strutturati nei casi di gestione di grandi flussi turistici. In questo scenario, il 43% delle imprese con oltre 5.000 visitatori annui ha adottato un modello organizzativo con una Business Unit dedicata, dotata di un proprio manager di riferimento e di un budget specifico. Inoltre, l’82% degli intervistati ritiene che questa figura diventerà sempre più centrale. 

L’hospitality manager si occupa di attività fondamentali per gli introiti aziendali: dalla pianificazione all’organizzazione e gestione dei servizi turistici, dalla promozione verso i mercati nazionali e internazionali al coordinamento del personale, fino alla vendita diretta, con un’attenzione mirata all’utenza turistica. 

“L’investimento in questa figura professionale – dichiara Roberta Garibaldi, presidente di Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico – potrà determinare un numero particolarmente alto di assunzioni nei prossimi anni: le intenzioni delle aziende oscillano infatti tra il 33% ed il 71% in base alla loro dimensione. È comunque necessario definire le precise competenze, anche per rafforzare i percorsi formativi collegati”. A fianco a lui nelle aziende più grandi abbiamo l’addetto alle visite. 

Interessante la figura del consulente di turismo enogastronomico, un professionista indipendente o un collaboratore di dmo o consorzi che può supportare le imprese nella strutturazione dell’esperienza e nella gestione di tutte le fasi del processo turistico, dal crm al revenue management alla vendita multicanale. Per l’imprenditore agricolo, con competenze sulla parte produttiva, questa parte può essere più ostica. È una figura innovativa ma che sarà cruciale in un settore che con l’intelligenza artificiale è in profondo cambiamento. Come si ha la consulenza dell’enologo, si può avere la consulenza di un esperto che aiuta ad ottimizzare il processo a chiamata. Trentino marketing e l’Atl delle Langhe hanno già attivato questo tipo di supporto per le proprie imprese. 

L’altro profilo fondamentale è quello del curatore di esperienze enogastronomiche. È stata pensata come una figura di supporto alle aziende produttive in momenti chiave delle attività stagionali, come la vendemmia o la raccolta delle olive. I compiti di questo libero professionista sono: l’organizzazione di esperienze enogastronomiche da realizzare quando l’imprenditore e il suo staff sono impegnati in attività produttive; la creazione e la conduzione di itinerari turistici integrati tra realtà produttive o food-tour urbani; l’accompagnamento nelle differenti esperienze enogastronomiche, distinguendosi per la specificità della sua competenza nel settore enogastronomico. 

“In questo modo – evidenzia Garibaldi – il curatore di turismo esperienziale si pone come un ponte tra il turismo stesso e l’enogastronomia. Definire e valorizzare con un percorso professionale per questa figura permetterebbe di valorizzare il potenziale dei laureati in Scienze Gastronomiche, dei sommelier, degli esperti di formaggi o dei ristoratori che vogliono estendere il proprio contributo al settore. Permetterebbe di dare contorni netti a chi oggi svolge parzialmente questo lavoro per la non chiarezza normativa, che si distingue per l’approccio innovativo e focalizzato sul patrimonio enogastronomico”. 

La realizzazione del Libro Bianco rappresenta, in conclusione, la base per arrivare a definire e valorizzare queste nuove figure professionali, rispondendo così alle esigenze di un mercato in crescita e garantendo un’offerta turistica di qualità. La mancanza di una definizione chiara dei ruoli e delle competenze è un ostacolo da superare per favorire lo sviluppo delle professioni identificate. La ricerca diviene uno strumento fondamentale per avere un’ offerta formativa dedicata. Attraverso la valorizzazione di nuove figure professionali, il documento intende promuovere una crescita sostenibile, rafforzando il legame tra turismo, territori e comunità locali. 

"Le attività agricole e turistiche nelle aree rurali, rappresentano importanti opportunità di lavoro e allo stesso tempo richiedono nuove e qualificate competenze e professionalità", sottolinea Dominga Cotarella, presidente Fondazione Campagna Amica e Terranostra 

"Il turismo enogastronomico è una leva strategica per lo sviluppo locale e per il rilancio delle aree interne. Come Città dell’Olio, crediamo che investire nelle nuove professioni dell’oleoturismo significhi costruire un futuro sostenibile e radicato nei territori. Il Libro Bianco rappresenta un passo fondamentale in questa direzione", spiega Michele Sonnessa, presidente associazione nazionale Città dell’Olio.  

"La nostra associazione ha collaborato con convinzione alla redazione del Libro bianco sul turismo enogastronomico. Si tratta di uno strumento essenziale per la formazione degli addetti e la crescita di un settore dalle grandi potenzialità, su cui Città del Vino punta tanto da istituire una Scuola nazionale dell’enoturismo", sottolinea Angelo Radica, presidente associazione nazionale Città del Vino.  

"Il turismo enogastronomico offre un'importante opportunità economica, creando nuove professioni e generando entrate significative. Questa forma di turismo, che valorizza la cultura e le tradizioni culinarie di un territorio, contribuisce alla crescita del settore turistico e ristorativo, creando posti di lavoro e promuovendo lo sviluppo locale", sottolinea Marco Misischia, presidente nazionale Cna turismo e commercio 

"Confartigianato affianca gli imprenditori nell’acquisizione di competenze nell'ambito del turismo enogastronomico, al fine di valorizzare le peculiarità territoriali con nuovi progetti e sinergie. Le imprese artigiane operanti nei settori turistici sono 186.781 con 500.647 addetti e sono 64.400, con 249mila addetti, le aziende artigiane attive nell’agroalimentare con un modello produttivo glocal: radicato nei territori, ma capace di parlare al mondo", spiega Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese.  

"La Consulta dei Distretti del cibo ribadisce la necessità di regole chiare e formazione qualificata per le professioni turistiche enogastronomiche, essenziali per garantire servizi di qualità e valorizzare i territori, le comunità e le eccellenze produttive", aggiunge Angelo Barone, presidente consulta nazionale Distretti del Cibo. "Il Libro Bianco è uno strumento essenziale per dare riconoscimento e prospettiva alle professioni del turismo enogastronomico. Le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori hanno contribuito attivamente a questo lavoro, consapevoli del loro ruolo nel connettere territori, imprese e comunità. Valorizzare le competenze significa rafforzare il turismo esperienziale e sostenibile che promuoviamo ogni giorno", aggiunge Paolo Morbidoni, presidente Federazione nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori. All’evento di presentazione ha dato il suo contributo anche Roberto Calugi, direttore generale di Fipe, federazione italiana pubblici esercizi. 

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Usa, trasferiti a Miami i due italiani detenuti ad Alligator Alcatraz

24 Luglio 2025
Fernando Eduardo Artese e Gaetano Cateno Mirabella Costa

(Adnkronos) - Il consolato italiano a Miami è riuscito a far trasferire oggi, giovedì 24 luglio, nel centro Ice di Krome a Miami i due connazionali Fernando Eduardo Artese e Gaetano Cateno Mirabella Costa, che per alcuni giorni sono stati detenuti a 'Alligator Alcatraz'. Lo fa sapere la Farnesina, secondo cui le famiglie sono state informate e hanno già caricato sul cosiddetto "detainee account", una sorta di "carta prepagata" che i detenuti hanno a disposizione per spese consentite, il denaro necessario per acquistare un biglietto aereo in ogni momento utile, se consentito dalle autorità americane.  

In particolare, inoltre, i familiari del signor Mirabella Costa hanno trasferito a Krome gli effetti personali del nipote, che saranno presi in custodia da Ice stessa per metterlo in condizione di partire per l'Italia non appena ottenuto il permesso dal giudice dell'immigrazione.  

Il signor Fernando Artese potrebbe partire per l’Italia molto presto, mentre il signor Mirabella Costa dovrà presentarsi davanti a un giudice che valuterà le fattispecie di reato che gli sono addebitate. A uno dei due connazionali che aveva passaporto scaduto è stato consegnato un nuovo passaporto temporaneo che le autorità della Florida hanno accettato e riconosciuto; il documento potrà accelerare le procedure per l’espulsione, riferisce ancora la Farnesina in una nota. 

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Sanremo, incontro informale tra Rai e Comune a Roma: segnali di disgelo

24 Luglio 2025
Teatro Ariston - Fotogramma/Ipa

(Adnkronos) - Un incontro informale e riservato che avrebbe portato a un disgelo nella trattativa tra Rai e comune di Sanremo per l'assegnazione dei prossimi Festival. Ieri sera nella Capitale, complice un incontro istituzionale degli amministratori sanremesi al Mit per il nuovo tratto dell'Aurelia Bis, si sono incontrati - secondo quanto anticipato dalla stampa online ligure - il sindaco di Sanremo Alessandro Mager, accompagnato dall'assessore al Turismo Alessandro Sindoni, e i vertici della tv pubblica. Nell'incontro, che si sarebbe svolto in un clima disteso e costruttivo, a quanto apprende l'Adnkronos, si sarebbero poste le premesse per uno sblocco della trattativa che nei primi confronti aveva visto le parti arroccate ognuna sulla propria posizione, con la Rai che riteneva irricevibili o troppo esose alcune richieste dell'amministrazione e il Comune che non mostrava di voler cedere il passo. 

Da alcuni partecipanti all'incontro è insomma trapelato un "moderato ottimismo" sulla possibilità di arrivare a concludere entro luglio la trattativa. Una intenzione, questa, già manifestata nei giorni scorsi dalla Rai che aveva idealmente fissato la deadline per un accordo con il Comune prima del 30 luglio, quando si terrà l'ultimo Cda prima della pausa estiva. Questo in modo da riservarsi la possibilità di dirottare in tempo utile le energie su un eventuale piano B per un festival da tenersi in altra location. 

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Nuovo progetto per stadio Cagliari, i costi aumentano

24 Luglio 2025
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Fidanzamento in Italia per Emily Venz, la modella più famosa d'Australia

24 Luglio 2025
Emily Venz - Instagram / @emilyvenz

(Adnkronos) - La modella più famosa d'Australia si è fidanzata a Ischia. Emily Venz, nota per aver dato il volto a numerosissime campagne pubblicitarie australiane, ha annunciato il suo fidanzamento su Instagram con un video che la ritrae mentre il suo compagno Jordan Davies si inginocchia per farle la proposta a bordo di una barca nelle acque dell'isola campana, sullo sfondo di un romantico tramonto. 

Emily, che da giorni informa i suoi numerosi follower sulle sue vacanze italiane tra Capri e Ischia, indossava un elegante completo bianco, composto da una lunga gonna lunga con inserti di pizzo trasparente e un top corto annodato sul davanti. I lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle e si muovevano al vento mentre la trentatreenne pronunciava il fatidico "Sì, lo voglio". 

In un altro post, la modella ha condiviso una serie di foto del grande giorno. Ma la foto che ha ottenuto più like, oltre 37.000, è quella in cui ha mostrato da vicino l'anello di fidanzamento, con un grande diamante montato su una fede d'oro. Fan, amici e influencer colleghe di Emily hanno inondato il post di auguri per la futura sposa. 

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