(Adnkronos) - Una bambina ai Mondiali di nuoto di Singapore. La Cina schiera la 12enne Yu Zidi, che dà spettacolo nei 200 misti. La baby prodigio, nata il 16 ottobre 2012, nuota in 2'10''22 e si qualifica per la finale con il settimo tempo. A comandare è la canadese Summer McIntosh (2'07''39), seguita dalla statunitense Alex Walsh (2'08''49) e dalla giapponese Mio Narita (2'09''16). La finale è in programma martedì 28 luglio.
Yu Zidi parteciperà in totale a 3 gare nei Mondiali che si sono aperti con le sessioni del 27 luglio. Yu Zidi nuoterà anche nei 400 misti e nei 200 farfalla. Nei 200 misti, in particolare, la giovanissima atleta ai recenti campionati cinesi ha offerto prestazioni che le avrebbero permesso di arrivare in finale alle Olimpiadi di Parigi 2024. In generale, la federnuoto internazionale - World Aquatics - prevede che alle sue competizioni partecipino atleti dai 14 anni in su. Le deroghe sono possibili solo in caso di risultati cronometrici all'altezza: Yu Zidi, prima dei Mondiali, ha fatto segnare tempi 'da grande' e a Singapore ha confermato di meritare un posto ai blocchi di partenza.
Leggi tutto: Mondiali di nuoto, una bambina in finale: la 12enne Yu Zidi stupisce a Singapore
(Adnkronos) - Dramma familiare per Julio Sergio, ex portiere della Roma. Enzo, figlio 15enne dell'ex calciatore, è in coma dopo un peggioramento delle condizioni legate ad un tumore cerebrale diagnosticato nel 2020. "Ho appena visitato Enzo... la situazione è la stessa di cui stiamo parlando da giorni: irreversibile" si legge in una storia su Instagram del brasiliano. "È ancora in coma indotto, con sedazione (che regoliamo secondo necessità), catetere per l'ossigeno e, cosa più importante in questo momento, è in pace, circondato da noi genitori, dalla famiglia, da voi... Non è a disagio né sente dolore".
Nelle ultime settimane, Julio Sergio aveva raccontato anche sui social la battaglia di Enzo contro il tumore cerebrale. Il ragazzo era stato operato due anni fa, diventando in seguito anche testimonial di una campagna di sensibilizzazione in Brasile. Iniziativa che aveva trovato, tra gli altri, anche il sostegno di leggende come Buffon, Totti e Cristiano Ronaldo. Solo pochi giorni fa, era diventato virale un video in cui il portiere si mostrava con i capelli rasati in segno di vicinanza a Enzo, prima di un nuovo ciclo di chemio.
Leggi tutto: Julio Sergio, il figlio Enzo è in coma: "Situazione irreversibile"
(Adnkronos) - La Procura di Roma indaga per tentata estorsione ai danni dell'attore Raoul Bova. A riportare la notizia è Repubblica. "Qualcuno ha cercato di ricattare Raoul Bova. Un messaggio anonimo, toni allusivi, una minaccia chiara: o paghi, o rendiamo pubbliche le tue conversazioni private con Martina Ceretti, modella e influencer di 23 anni. L'attore - scrive il quotidiano - non ha ceduto. E ora la Procura di Roma indaga per tentata estorsione. Tutto comincia qualche settimana fa, quando sul cellulare di Bova arriva un messaggio da un numero sconosciuto. Il mittente ignoto l'avvisa che certe conversazioni intime potrebbero essere diffuse, danneggiandolo. Nessuna richiesta esplicita di denaro, ma il senso è chiaro. Un ricatto. Bova non risponde, non tratta. E pochi giorni dopo, il 21 luglio, quelle chat diventano pubbliche. A diffonderle è Fabrizio Corona, nel suo podcast Falsissimo".
La procura apre un'inchiesta, affida le indagini alla polizia postale coordinate dal pm Eliana Dolce. Il numero da cui è partito il tentato ricatto risulta intestato a un prestanome. Gli investigatori lavorano per risalire a chi lo ha usato davvero. "Corona, già condannato in passato per estorsioni, non è indagato. Il fascicolo è contro ignoti. Ma i pm valutano anche l'ipotesi della ricettazione - riporta ancora il quotidiano - se chi ha diffuso quei contenuti era consapevole dell'origine illecita potrebbe aver commesso un reato".
"Nel frattempo, mentre l'inchiesta prende slancio, la vicenda ha un contraccolpo personale. Dopo dodici anni di relazione, la storia tra Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales sembra al capolinea. Due figlie, una coppia apparentemente solida. Ma la pubblicazione dei messaggi con Ceretti ha incrinato tutto. Bova sostiene che la relazione fosse già chiusa. Rocío smentisce. E ora si apre una fase delicata. Gli avvocati, David Leggi per Bova, Antonio Conte per Muñoz Morales, - scrive ancora il quotidiano - trattano una soluzione extragiudiziale per evitare scontri pubblici e tutelare le bambine. Resta la domanda chiave: chi ha cercato di ricattare Bova? E chi ha consegnato quei messaggi a Corona? La verità è ancora tutta da scrivere. Ma la pista del ricatto digitale promette sviluppi pesanti".
Leggi tutto: Raoul Bova, inchiesta per audio rubati: procura Roma indaga per tentata estorsione
(Adnkronos) - La Procura di Roma indaga per tentata estorsione ai danni dell'attore Raoul Bova. A riportare la notizia è Repubblica. "Qualcuno ha cercato di ricattare Raoul Bova. Un messaggio anonimo, toni allusivi, una minaccia chiara: o paghi, o rendiamo pubbliche le tue conversazioni private con Martina Ceretti, modella e influencer di 23 anni. L'attore - scrive il quotidiano - non ha ceduto. E ora la Procura di Roma indaga per tentata estorsione. Tutto comincia qualche settimana fa, quando sul cellulare di Bova arriva un messaggio da un numero sconosciuto. Il mittente ignoto l'avvisa che certe conversazioni intime potrebbero essere diffuse, danneggiandolo. Nessuna richiesta esplicita di denaro, ma il senso è chiaro. Un ricatto. Bova non risponde, non tratta. E pochi giorni dopo, il 21 luglio, quelle chat diventano pubbliche. A diffonderle è Fabrizio Corona, nel suo podcast Falsissimo".
La procura apre un'inchiesta, affida le indagini alla polizia postale coordinate dal pm Eliana Dolce. Il numero da cui è partito il tentato ricatto risulta intestato a un prestanome. Gli investigatori lavorano per risalire a chi lo ha usato davvero. "Corona, già condannato in passato per estorsioni, non è indagato. Il fascicolo è contro ignoti. Ma i pm valutano anche l'ipotesi della ricettazione - riporta ancora il quotidiano - se chi ha diffuso quei contenuti era consapevole dell'origine illecita potrebbe aver commesso un reato".
"Nel frattempo, mentre l'inchiesta prende slancio, la vicenda ha un contraccolpo personale. Dopo dodici anni di relazione, la storia tra Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales sembra al capolinea. Due figlie, una coppia apparentemente solida. Ma la pubblicazione dei messaggi con Ceretti ha incrinato tutto. Bova sostiene che la relazione fosse già chiusa. Rocío smentisce. E ora si apre una fase delicata. Gli avvocati, David Leggi per Bova, Antonio Conte per Muñoz Morales, - scrive ancora il quotidiano - trattano una soluzione extragiudiziale per evitare scontri pubblici e tutelare le bambine. Resta la domanda chiave: chi ha cercato di ricattare Bova? E chi ha consegnato quei messaggi a Corona? La verità è ancora tutta da scrivere. Ma la pista del ricatto digitale promette sviluppi pesanti".
Leggi tutto: Audio rubati a Raoul Bova, procura Roma indaga per tentata estorsione
(Adnkronos) - Liquidi senza limiti nel bagaglio a mano. La nuova regola dell'European Civil Aviation Conference (l'organizzazione paneuropea che riunisce le autorità dell’aviazione civile dei 44 Paesi membri, i 27 comunitari più 17 non comunitari), è applicata solo in questi aeroporti italiani: Roma Fiumicino, Milano Linate, Milano Malpensa, Bologna, Torino. Si tratta di aeroporti che hanno già in dotazione scanner di nuova generazione in grado di analizzare i contenuti, anche liquidi, dei bagagli a mano durante i controlli di security.
In tutti gli altri scali, pertanto, restano vigenti le regole che limitano il trasporto dei liquidi in cabina, ovvero devono essere contenuti in singoli contenitori di capacità non superiore a 100 millilitri o equivalente, inseriti in un sacchetto di plastica trasparente e richiudibile di capacità non superiore a un litro, e devono essere estratti dal bagaglio nel momento dei controlli di security.
(Adnkronos) - "L’iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt’altro che meramente simbolica, è l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati". E' l'appello contenuto in una lettera aperta alla premier Giorgia Meloni firmato da 34 ambasciatori in pensione - tra cui ex Direttori politici, ex ambasciatori alla Ue e alla Nato, in Cina, Regno Unito e Russia - nella quale si sottolinea: "Ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. Questo momento è giunto per Gaza".
"Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l’orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all’autodifesa - denunciano - e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio".
Secondo i 34 diplomatici in pensione, "le flagranti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone, che non risparmiano bambini, donne, anziani, ammalati, i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra, la costante inosservanza della legalità internazionale e del diritto umanitario - di cui il governo israeliano, come avviene per tutti i governi, dovrà rispondere - minano le stesse fondamenta della comunità internazionale e cancellano conquiste etiche maturate in decenni di consuetudini internazionali".
E ancora denunciano i firmatari della lettera aperta alla presidente del Consiglio: "Le inaccettabili restrizioni per l’accesso umanitario a Gaza, la riduzione a livelli minimi inaccettabili, senza reali alternative, delle attività delle organizzazioni internazionali a favore di una sedicente fondazione umanitaria, stanno provocando migliaia di nuove vittime innocenti, che si aggiungono alle decine di migliaia già provocate dai massicci e indiscriminati bombardamenti israeliani in tutta la Striscia. In questi mesi abbiamo assistito a incessanti spostamenti forzati di popolazione da una parte all’altra della Striscia senza che ci fossero delle reali zone di protezione internazionale. Tutto ciò è avvenuto mentre tutte le infrastrutture di Gaza, necessarie anche solo alla sopravvivenza della popolazione, sono state sistematicamente distrutte, a cominciare dagli ospedali, per continuare con le scuole, le università, gli stessi campi profughi".
Dinanzi a tutto questo, i diplomatici sottolineano come le dichiarazioni, "pur necessarie, come quella firmata da 30 ministri degli Esteri (ed una Commissaria Ue) lo scorso 21 luglio, a cui l’Italia meritoriamente si è unita, "non servono più: servono gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci".
Tre i "comportamenti" che i firmatari sollecitano al governo "dinanzi al ripetersi di eccidi e massacri di civili": "Sospendere ogni rapporto e cooperazione, di qualunque natura, nel settore militare e della difesa con Israele, sostenere in sede Ue ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali (restrizioni agli spostamenti internazionali e congelamento delle attività economico-finanziare e dei patrimoni) nei confronti dei ministri israeliani - come Bezalel Smotrich e Itamar Ben G’vir - che incoraggiano e appoggiano il moltiplicarsi degli insediamenti illegali e le violenze dei coloni in Cisgiordania, unirsi al consenso europeo per la sospensione temporanea dell’Accordo di associazione tra Israele e l’Unione Europea".
Quindi, il loro appello, "l’iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt’altro che meramente simbolica, è l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati. Chiediamo al governo di ripensarci. Questa decisione confermerebbe che da parte italiana la prospettiva di 'due popoli, due Stati' non è solo uno slogan privo di senso compiuto e di qualunque credibilità, ma che si tratta di un percorso negoziale da riprendere immediatamente. Le relazioni con Israele devono essere strettamente condizionate a questa prospettiva. L’eventuale annessione in tutto o in parte dei Territori palestinesi, ad esempio, dovrebbe comportare la radicale revisione delle relazioni diplomatiche con Israele".
"Signora presidente del Consiglio - concludono i 34 ambasciatori in pensione - i lunghi anni spesi nel servizio diplomatico, tenendo fede alla causa della pace e del dialogo, nello spirito dell’articolo 11 della Costituzione repubblicana, ci hanno spinto a rivolgerle questo appello, non potendo rimanere in silenzio ed inerti dinanzi alla sistematica negazione in atto da parte del governo israeliano di tutto quello in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo svolto la professione diplomatica".
Firmatari in ordine alfabetico: Aldo Amati, Antonio Armellini, Marco Baccin, Piero Benassi, Mario Boffo, Alberto Bradanini, Giovanni Brauzzi, Rocco Cangelosi, Ino Cassini, Rosanna Coniglio, Antonio D’Andria, Anna Della Croce, Roberto Di Leo, Pasquale Ferrara, Giovanni Ferrero, Giovanni Germano, Luca Giansanti, Aldo Mantovani, Maurizio Melani, Andrea Meloni, Elio Menzione, Laura Mirachian, Enrico Nardi, Ferdinando Nelli Feroci, Claudio Pacifico, Angelo Persiani, Michelangelo Pipan, Cristina Ravaglia, Lucio Alberto Savoia, Stefano Starace Janfolla, Stefano Stefanini, Pasquale Quito Terracciano, Carlo Trezza, Gianfranco Varvesi.
Leggi tutto: Gaza, lettera aperta 34 ex ambasciatori a Meloni: "Riconoscere subito Stato Palestina"
(Adnkronos) - "L’iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt’altro che meramente simbolica, è l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati". E' l'appello contenuto in una lettera aperta alla premier Giorgia Meloni firmato da 35 ambasciatori in pensione - tra cui ex Direttori politici, ex ambasciatori alla Ue e alla Nato, in Cina, Regno Unito e Russia - nella quale si sottolinea: "Ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. Questo momento è giunto per Gaza".
"Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l’orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all’autodifesa - denunciano gli ambasciatori, tra cui Pasquale Ferrara, Piero Benassi, Pasquale Quito Terracciano, Luca Giansanti, Stefano Stefanini, Ferdinando Nelli Feroci - e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio".
Secondo i 35 diplomatici in pensione, "le flagranti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone, che non risparmiano bambini, donne, anziani, ammalati, i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra, la costante inosservanza della legalità internazionale e del diritto umanitario - di cui il governo israeliano, come avviene per tutti i governi, dovrà rispondere - minano le stesse fondamenta della comunità internazionale e cancellano conquiste etiche maturate in decenni di consuetudini internazionali".
E ancora denunciano i firmatari della lettera aperta alla presidente del Consiglio: "Le inaccettabili restrizioni per l’accesso umanitario a Gaza, la riduzione a livelli minimi inaccettabili, senza reali alternative, delle attività delle organizzazioni internazionali a favore di una sedicente fondazione umanitaria, stanno provocando migliaia di nuove vittime innocenti, che si aggiungono alle decine di migliaia già provocate dai massicci e indiscriminati bombardamenti israeliani in tutta la Striscia. In questi mesi abbiamo assistito a incessanti spostamenti forzati di popolazione da una parte all’altra della Striscia senza che ci fossero delle reali zone di protezione internazionale. Tutto ciò è avvenuto mentre tutte le infrastrutture di Gaza, necessarie anche solo alla sopravvivenza della popolazione, sono state sistematicamente distrutte, a cominciare dagli ospedali, per continuare con le scuole, le università, gli stessi campi profughi".
Dinanzi a tutto questo, i diplomatici sottolineano come le dichiarazioni, "pur necessarie, come quella firmata da 30 ministri degli Esteri (ed una Commissaria Ue) lo scorso 21 luglio, a cui l’Italia meritoriamente si è unita, "non servono più: servono gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci".
Tre i "comportamenti" che i firmatari sollecitano al governo "dinanzi al ripetersi di eccidi e massacri di civili": "Sospendere ogni rapporto e cooperazione, di qualunque natura, nel settore militare e della difesa con Israele, sostenere in sede Ue ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali (restrizioni agli spostamenti internazionali e congelamento delle attività economico-finanziare e dei patrimoni) nei confronti dei ministri israeliani - come Bezalel Smotrich e Itamar Ben G’vir - che incoraggiano e appoggiano il moltiplicarsi degli insediamenti illegali e le violenze dei coloni in Cisgiordania, unirsi al consenso europeo per la sospensione temporanea dell’Accordo di associazione tra Israele e l’Unione Europea".
Quindi, il loro appello, "l’iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt’altro che meramente simbolica, è l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati. Chiediamo al governo di ripensarci. Questa decisione confermerebbe che da parte italiana la prospettiva di 'due popoli, due Stati' non è solo uno slogan privo di senso compiuto e di qualunque credibilità, ma che si tratta di un percorso negoziale da riprendere immediatamente. Le relazioni con Israele devono essere strettamente condizionate a questa prospettiva. L’eventuale annessione in tutto o in parte dei Territori palestinesi, ad esempio, dovrebbe comportare la radicale revisione delle relazioni diplomatiche con Israele".
"Signora presidente del Consiglio - concludono i 35 ambasciatori in pensione - i lunghi anni spesi nel servizio diplomatico, tenendo fede alla causa della pace e del dialogo, nello spirito dell’articolo 11 della Costituzione repubblicana, ci hanno spinto a rivolgerle questo appello, non potendo rimanere in silenzio ed inerti dinanzi alla sistematica negazione in atto da parte del governo israeliano di tutto quello in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo svolto la professione diplomatica".
Firmatari in ordine alfabetico: Aldo Amati, Antonio Armellini, Marco Baccin, Piero Benassi, Mario Boffo, Alberto Bradanini, Giovanni Brauzzi, Rocco Cangelosi, Ino Cassini, Rosanna Coniglio, Antonio D’Andria, Vincenzo De Luca, Anna Della Croce, Roberto Di Leo, Pasquale Ferrara, Giovanni Ferrero, Giovanni Germano, Luca Giansanti, Aldo Mantovani, Maurizio Melani, Andrea Meloni, Elio Menzione, Laura Mirachian, Enrico Nardi, Ferdinando Nelli Feroci, Claudio Pacifico, Angelo Persiani, Michelangelo Pipan, Cristina Ravaglia, Lucio Alberto Savoia, Stefano Starace Janfolla, Stefano Stefanini, Pasquale Quito Terracciano, Carlo Trezza, Gianfranco Varvesi.
Leggi tutto: Gaza, lettera aperta 35 ex ambasciatori a Meloni: "Riconoscere subito Stato Palestina"
(Adnkronos) - L’amministrazione Trump ha deciso di distruggere un ingente stock di contraccettivi finanziati dagli Stati Uniti, attualmente stoccati in un magazzino in Belgio, per un valore stimato di circa 9,7 milioni di dollari (8,25 milioni di euro). Il materiale include oltre 50.000 dispositivi intrauterini, quasi 2 milioni di dosi di contraccettivi iniettabili, circa 900.000 impianti e più di 2 milioni di confezioni di pillole, acquistati con contratti Usaid durante l'amministrazione Biden. Lo rivela il Washington Post, aggiungendo che il Dipartimento di Stato ha motivato la decisione richiamando la politica di Città del Messico, che vieta fondi federali a organizzazioni coinvolte in servizi relativi all'aborto, anche se i contraccettivi in questione non sono abortivi.
Le senatrici Jeanne Shaheen (D‑New Hampshire) e Lisa Murkowski (R‑Alaska) hanno scritto al segretario di Stato Marco Rubio esprimendo forte contrarietà alla misura. Nell’appello affermano: "I contraccettivi per la pianificazione familiare sono parte dell'assistenza umanitaria salvavita… riducono gravidanze non volute e aborti insicuri, migliorano la salute delle donne, abbassano il rischio di mortalità materna e infantile e salvano vite". Hanno chiesto: "Invertite subito questa decisione e trasferite questi beni a enti che possano garantirne la distribuzione globale".
Organizzazioni come Unfpa (United Nations Population Fund), International Planned Parenthood Federation (Ippf) e Msi Reproductive Choices avevano offerto di acquisire o ridistribuire il materiale, ma senza riscontri. Il direttore regionale dell’Ippf, Micah Grzywnowicz, ha dichiarato al Washington Post: "Una totale mancanza di empatia: è paradossale parlare di efficienza e poi distruggere forniture vitali nel momento di massima necessità". Sarah Shaw di Msi ha aggiunto: "Lo smantellamento del principale donatore mondiale per la pianificazione familiare è stata una catastrofe per la catena globale di approvvigionamento".
Secondo il Guttmacher Institute, la distribuzione di quei contraccettivi avrebbe potuto proteggere oltre 650mila donne per un anno o 950mila donne per un periodo da tre a dieci anni. L’operazione di distruzione costerà circa 167.000 dollari (circa 142.000 euro), ma l'amministrazione sostiene di risparmiare circa 34,1 milioni di dollari (circa 29 milioni di euro) tramite l’annullamento di ordini futuri.
Leggi tutto: Washington Post: "Trump ordina distruzione di contraccettivi per i Paesi poveri"
(Adnkronos) - Italia da sogno ai Mondiali di nuoto in corso a Singapore. La squadra azzurra ha conquistato una splendida medaglia d'argento nella staffetta maschile 4x100 stile libero, con D’Ambrosio, Zazzeri, Ceccon e Frigo. Oro per l'Australia, bronzo pergli Stati Uniti.
Caros D'Ambrosio inizia con una frazione super in 47"78, Ceccon nuota i suoi 100 in 47"10, Zazzeri resta in linea sul terzo posto con una frazione da 47"36 e Manuel Frigo chiude i giochi con il sorpasso su Jonny Kulow, con un parziale fenomenale da 47"34. L'Italia agguanta così il suo argento in 3'09"58, come alle Olimpiadi di Tokyo 2021 (allora, azzurri davanti all'Australia).
Leggi tutto: Mondiali nuoto, Italia da favola: argento nella staffetta 4x100 sl maschile
(Adnkronos) - La Freedom Flotilla Coalition ha reso noto che gli attivisti a bordo della nave Handala sono stati condotti nel porto israeliano di Ashdod. Secondo l’organizzazione, diplomatici e avvocati dell’organizzazione Adalah sono in attesa di poter incontrare i membri dell’equipaggio.
La Handala, carica di aiuti per la popolazione palestinese, faceva parte della Freedom Flotilla diretta a Gaza con l’intento di rompere il blocco navale imposto da Israele. L’equipaggio sarebbe stato "sequestrato in acque internazionali" e "illegalmente detenuto da Israele da oltre otto ore", secondo quanto denunciato in un post diffuso sui social. I contatti con la nave si sono interrotti ieri sera, dopo che le forze israeliane sono salite a bordo e hanno disattivato le telecamere.
Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato stamane con il ministro israeliano Gideon Sa’ar. I due militanti italiani fermati a bordo della Freedom Flotilla, arrivati nel porto di Ashdod, verranno assistiti dal personale dell’ambasciata d’Italia a Tel Aviv. Lo si apprende da una nota della Farnesina, secondo cui il ministro Sa’ar ha indicato che la procedura prevede che i partecipanti alla manifestazione avranno due opzioni: firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese; venire fermati presso una struttura detentiva locale con rimpatrio forzato nei prossimi 3 giorni.
Tajani ha poi discusso con Sa’ar dell’informazione ricevuta nella serata di ieri sulla pausa umanitaria a Gaza, insistendo tuttavia che le operazioni militari che possano coinvolgere la popolazione palestinese siano interrotte definitivamente. Tajani ha ripetuto la richiesta di aprire al più presto in maniera definitiva anche all’ingresso e alla distribuzione permanente di aiuti alimentari e sanitari nella Striscia, inclusi i materiali dell’iniziativa italiana Food for Gaza. Sulla Freedom Flotilla Tajani ha anche aggiornato della situazione il Sindaco di Messina, città da cui proviene uno dei due connazionali coinvolti.
Leggi tutto: Nave Flotilla, due italiani a bordo. Tajani parla con Sa'ar: due opzioni per attivisti
(Adnkronos) - Grave incidente stradale sulla A4 Torino-Milano tra Novara est e Marcallo Mesero, nei pressi della diramazione che porta all’aeroporto di Malpensa. Nello scontro tra due auto sono morte quattro persone mentre una quinta sarebbe stata portata in ospedale nel milanese in elicottero con ferite da codice rosso. Ancora da accertare cause e dinamica dell’accaduto. Sul posto i sanitari del 118 e le forze dell’ordine.
Sarebbe stato, secondo una prima ricostruzione, uno scontro tra due auto, una delle quali in contromano, a causare il gravissimo incidente. Un’auto guidata da un anziano avrebbe imboccato contromano l’autostrada schiantandosi contro quella sulla quale viaggiavano quattro persone. Nell’urto sono morti quattro uomini, l’anziano e tre persone che si trovavano a bordo dell’altra vettura mentre una donna sarebbe rimasta gravemente ferita e portata in ospedale con l’elicottero.
Diversi gli incidenti avvenuti sulle strade italiane, da Nord a Sud, in questo weekend. Una donna di 33 anni, incinta, è morta in un grave incidente avvenuto sulla SS 16 in direzione Brindisi, all'altezza di Mola di Bari.
Sempre in Puglia una ambulanza del 118 della Asl di Bari si è scontrata questa mattina in via Giulio Petroni a Bari con un suv. Un infermiere ha riportato un trauma cranio-facciale e distorsione del rachide lombo sacrale, una soccorritrice ha subito un trauma cranio facciale con lesione palpebrale e valida contusione del ginocchio. Anche il terzo operatore avrebbe riportato ferite. L'ambulanza era stata attivata per un intervento in codice giallo, per cui non c'era il paziente a bordo. Quindi si è trattato di un incidente stradale mentre l'ambulanza era impegnata in un soccorso, Un'altra persona, che era a bordo del suv ha avuto un malore ed è stata portata in pronto soccorso all'ospedale Di Venere.
Un grave incidente stradale si è verificato questa mattina in provincia di Cuneo. Un’automobile è precipitata per oltre un centinaio di metri lungo una scarpata, sulla strada che collega le frazioni di Campiglione e Pellegrino. Il personale tecnico-sanitario, calato con il verricello, ha raggiunto le due donne a bordo del veicolo, le ha stabilizzate e recuperate in sicurezza. Trasportate in ospedale, una in codice verde, l’altra in codice rosso.
Un altro grave incidente si è verificato nella notte a Pistoia, dove intorno alle 3:30 due automobili si sono scontrate frontalmente in via di Pieve a Celle. Il bilancio è di sei feriti, due dei quali in condizioni serie.
Uno incidente stradale frontale tra due auto a Breda di Piave, in provincia di Treviso ha provocato il ferimento di 6 persone.
Leggi tutto: Auto contromano sulla A4 Torino-Milano, 4 morti e un ferito grave
(Adnkronos) - Succede di tutto ai Mondiali di nuoto di Singapore, nel corso della semifinale dei 100 rana. Protagonista il campione olimpico della distanza Nicolò Martinenghi, oro a Parigi 2024. L'azzurro ha centrato il secondo tempo nella sua semifinale (58"62), ma è stato inizialmente squalificato dalla giuria per un movimento irregolare con le spalle al blocco di partenza nella frazione vinta dal cinese Qin Haiyang.
In seguito, dopo la revisione dei filmati della gara, il fuoriclasse azzurro è stato riammesso alla finale e dunque domani sarà regolarmente in vasca per tentare l'assalto all'oro iridato da campione olimpico. In vasca ci sarà anche Ludovico Viberti (per lui terzo crono in 58"89, che vale anche il personale).
Leggi tutto: Mondiali nuoto, Martinenghi squalificato e poi riammesso alla finale dei 100 rana
(Adnkronos) - La Formula 1 torna in pista per il Gp del Belgio. Oggi, domenica 27 luglio, si corre per il tredicesimo appuntamento del Mondiale. Si riparte dal dominio McLaren e dalla doppietta Norris-Piastri nel Gp di Gran Bretagna: le due monoposto del Team Papaya partiranno davanti a tutti sul circuito di Spa, con la Ferrari di Charles Leclerc che scatterà invece dalla seconda fila davanti alla Red Bull di Max Verstappen.
Il Gp del Belgio di oggi è visibile su Sky Sport e in streaming anche sull'app Sky Go e su Now.
Leggi tutto: Formula 1, oggi il Gp del Belgio - La gara in diretta
Pagina 319 di 1242