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Donald Trump spinge per la pace tra Ucraina e Russia. Intanto, però, si prepara a mandare via dagli Usa migliaia di ucraini. L'amministrazione del presidente americano ha formulato un piano teso ad usare 250 milioni di dollari destinati agli aiuti all'estero per finanziare il rimpatrio di rifugiati in fuga da zone di conflitto, compresi 700mila persone provenienti dall'Ucraina e da Haiti. E' quanto rivela il Washington che ha visionato copie di documenti interni dell'amministrazione.
La proposta, finora rimasta segreta, è stata elaborata prima di quella annunciata il 5 maggio relativa all'offerta di mille dollari ai migranti che si iscriveranno volontariamente ad un'app governativa per "l'auto-deportazione".
Ora emerge che questo piano di deportazioni volontarie coinvolgerebbe quindi persone in fuga da zone di guerra e conflitti, non solo ucraini e haitiani, ma anche afgani, palestinesi, libici, sudanesi, siriani e yemeniti, secondo quanto si legge nel documento che riconosce che l'agenzia Onu che si occupa dei migranti, Oim, non sostiene il rimpatrio verso questi Paesi.
Interpellato, il dipartimento di Sicurezza Interna ha detto che il Post ha visionato bozze "precedenti alle decisioni" e sarebbero "superate". Ma il giornale sottolinea che il dipartimento e il dipartimento di Stato la scorsa settimana hanno firmato un accordo che dettaglia questo piano, compresa la cifra di 250 milioni di dollari degli aiuti all'estero che verrebbero usati per finanziarlo. Nell'accordo però non vengono indicate le nazionalità delle persone che sarebbero coinvolte nei rimpatri volontari.
Il quotidiano cita i pareri degli esperti, tra i quali ex funzionari governativi, che definiscono disumano e contrario agli ideali americani spingere persone che hanno cercato rifugio negli Usa a tornare nei loro Paesi, per di più usando fondi che erano stati destinati ad aiutare i rifugiati. L'amministrazione Biden ha concesso agli ucraini lo status temporaneo di rifugiati dopo l'inizio dell'invasione russa nel 2022, mentre per gli haitiani lo status viene rinnovato dal 2010, anno del terremoto in cui morirono migliaia di persone. Lo status permette ai migranti di rimanere negli Usa fino a quando non sarà possibile fare ritorno in modo sicuro nel proprio Paese.
Al momento il dipartimento di Stato sconsiglia agli americani ogni tipo di viaggio in Ucraina e Haiti, devastata dalle violenze delle gang e anni di instabilità politica, ma nel documento citato dal Post si prevede che oltre 200mila ucraini e 500mila haitiani potranno essere coinvolti nei rimpatri volontari.
"Stiamo lavorando con il dipartimento di stato per applicare ulteriormente l'agenda del presidente usando i soldi dell'aiuto all'estero per aiutare chi è illegalmente nel nostro Paese a auto deportarsi", ha dichiarato la portavoce del dipartimento di Sicurezza Interna, Tricia McLaughlin, con un apparente riferimento ai migranti ai quali è stato revocato lo status di rifugiato.
Leggi tutto: Ucraina, Trump vuole rimpatriare i rifugiati: il piano con le auto-deportazioni
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Vladimir Putin prepara operazioni al confine con la Finlandia? Le ipotesi legate ad un nuovo 'capitolo' della strategia della Russia non possono essere escluse a priori. Elementi vengono forniti dalle immagini satellitari confermate da fonti della Nato, in cui si vede il rafforzamento delle basi. A Washington, Donald Trump non fa scattare nessun allarme: "Putin minaccia la Finlandia e la Norvegia? Non mi preoccupo per niente, quei due paesi saranno assolutamente al sicuro", dice il presidente americano rispondendo alle domande dei media nello Studio Ovale.
Intanto, però, la costruzione di nuove infrastrutture militari a ridosso della frontiera con la Finlandia sembra trovare un riscontro nella spesa militare dei primi mesi dell'anno, anzi delle voci di spesa classificate, che sono spese che vanno ad aggiungersi a quelle per la difesa e la sicurezza.
A fronte di un ulteriore aumento della spesa in generale, della spesa militare complessiva e di un picco della concentrazione della spesa da gennaio ad aprile, "il vero interrogativo è quello di chiedersi se il finanziamento anticipato (ai primi mesi dell'anno, ndr.) delle spese segrete è collegato ai preparativi per una escalation militare, che sia sul fronte ucraino o una operazione ancora sconosciuta", hanno scritto l'economista Sergei Guriev, ora alla London Business School, e l'analista fondatrice della newsletter The Bell Elizaveta Osetinskaya in un articolo pubblicato di recente.
Malgrado i negoziati avviati a Istanbul con Kiev e il raffreddamento dell'economia, registrato negli ultimi mesi, con il mesto +1,4%, registrato a marzo rispetto al picco della crescita del 4,5%, raggiunto nell'ultimo trimestre del 2024 e al 4,2 per cento del marzo del 2024, c'è stato fra gennaio e aprile un aumento della spesa pubblica complessiva del 20 per cento (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), molto più di quanto scritto nel bilancio di previsione, dove l'aumento era contenuto al tre per cento per il 2025.
Sulla base dei dati del ministero delle Finanze, emerge che se lo scorso anno il governo ha erogato il 31,9 per cento delle uscite complessive, nei primi quattro mesi del 2025, tale dato è aumentato il 37,4.
La ripartizione delle uscite è stata pubblicata solo per il primo trimestre dell'anno, quando l'aumento della spesa complessiva è stato del 25 per cento rispetto al 2024. Circa la metà di tale aumento è destinato a voci di bilancio classificate, quindi per difesa e sicurezza. Per le voci di difesa, c'è stato un aumento del 44 per cento.
Leggi tutto: Russia, le manovre di Putin spaventano la Finlandia. Trump: "Nessun rischio"
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Andrea Sempio non si difende e così la Procura di Pavia passa all'attacco e svela il quarto elemento nel caso di Garlasco contro il nuovo indagato per l'omicidio di Chiara Poggi.
"L'impronta di Sempio è vicino al corpo della vittima" è la notizia - contenuta in una nuova consulenza fatta su foto - che viene elargita alla stampa, ma l'informazione è monca e quella traccia - sulla parete destra della scala dove scivola il corpo senza vita della ventiseienne - è nell'inchiesta già dal 2007 quando i Ris di Parma - una delle eccellenze dell'Arma - la definiscono inutile.
Classificata con il numero 33 viene sottoposta a un doppio test per rilevare la presenza di sangue e se uno dà esito incerto (combur test) quello più specifico (Obti test che rileva sangue umano) restituisce un "esito negativo".
Su quella parete nella villetta di via Pascoli a Garlasco ci sono quattro impronte di un carabinieri e una di Marco Poggi, fratello della vittima, quella che ora la consulenza attribuirebbe a Sempio viene bollata dal Ris con la dicitura "tipologia palmare, utilità nessuna".
Ai veleni interni alla Procura - altri magistrati di Pavia hanno già archiviato due indagini che riguardano il nuovo indagato - ora sembra aggiungersi una 'frattura' tra i militari. I carabinieri di Milano in una relazione del 2020 (rischiando di smentire il Ris) scrivono - evitando di riportare il risultato del test sul sangue - che "è logico-fattuale che l'impronta (numero 33, ndr) sulla parete della scala appartenga all'assassino". Una logica che rischia di essere lacunosa di fronte a chi non ha mai negato di aver frequentato casa Poggi e che, data l'assenza del sangue della vittima, non costringe a pensare alla contemporaneità di entrambi.
Se, e il dato della perizia è tutto da verificare, quell'impronta fosse attribuibile a Sempio questo elemento varrebbe ancor meno, del presunto match tra il Dna del sospettato trovato sulle unghie di Chiara.
L'impronta non insanguinata non colloca il proprietario sulla scena del crimine, la sua traccia genetica sulle unghie lascia invece aperta l'ipotesi di un contatto, sebbene tutti i genetisti coinvolti nei processi a Stasi hanno negato l'utilizzabilità di quel Dna e sostenuto che si tratta di un contatto mediato, ciò Chiara potrebbe aver raccolto altrove (su un oggetto, ndr) quel mezzo Dna non identificativo.
Nonostante l'impronta sulla parete della scala non sia un elemento nuovo, a Marco Poggi - sentito come testimone oggi a Venezia - sarebbe stata mostrata la foto scattata sul muro nel tentativo vano di far vacillare una famiglia che non rifiuta la verità sulla morte di Chiara, ma è soddisfatta di una sentenza passata in giudicato pronunciata in nome del popolo italiano che vede l'allora fidanzato Alberto Stasi come l'unico colpevole della morte della ventiseienne.
L'assenza in procura di Sempio - un difetto procedurale nell'atto di convocazione consente alla difesa di far saltare l'incontro (che sarebbe stato comunque silenzioso) - fa saltare quel 'faccia a faccia' scenografico con Stasi.
Il condannato, assistito dagli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, per oltre due ore risponde a tutto: sullo stato dei luoghi della villetta in cui il 12 agosto 2007 mangia con Chiara una pizza guardando il film 'Lo squalo', alla rete di amicizie che gravitavano intorno a casa Poggi.
Nulla di davvero decisivo per le indagini che contro Sempio continuano a girare su pochi elementi: lo scontrino del parcheggio di Vigevano che lui mostra a riprova che non era a Garlasco la mattinata dell'omicidio e le telefonate sospette fatte a casa della vittima alcuni giorni prima della morte della ventiseienne.
Elementi giù smontati nell'archiviazione di otto anni fa. E c'è chi ipotizza che la prossima carta degli inquirenti possa essere quella di puntare su altri accertamenti in merito all'impronta delle scarpe lasciate dall'assassino nella villetta, ma anche qui la Cassazione lascia poco spazio a piste alternative. Una delle impronte più nitide - si legge nella sentenza della Suprema Corte - viene identificata come "una suola prodotta per Frau da Margom montata su scarpa numero 42", mentre Andrea Sempio calza il numero 44.
Leggi tutto: Garlasco, pm: "C'è impronta di Sempio". Traccia inutile per i Ris
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La possibilità di negoziati tra Ucraina e Russia in Vaticano al centro della conversazione telefonica tra Papa Leone XIV e la premier Giorgia Meloni. "Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Santo Padre sui prossimi passi da compiere per costruire una pace giusta e duratura in Ucraina", si legge in una nota di palazzo Chigi.
"Il colloquio - riprendono - fa seguito alla telefonata di ieri con il presidente" degli Stati Uniti "Trump e con altri leader europei, nel corso della quale è stato chiesto al presidente del Consiglio italiano di verificare la disponibilità della Santa Sede a ospitare i negoziati".
"Trovando nel Santo Padre conferma della disponibilità ad accogliere in Vaticano i prossimi colloqui tra le parti, il presidente del Consiglio ha espresso profonda gratitudine per l’apertura di papa Leone XIV e per il suo incessante impegno a favore della pace", si conclude nella nota.
Il tema della sede dei negoziati è stato sottoposto oggi anche a Donald Trump. Il presidente americano, rispondendo alle domande dei media durante una, ha accolto con entusiasmo l'ipotesi di un negoziato in Vaticano: "Se il Papa ha proposto il Vaticano per i colloqui, non riesco a pensare ad un posto migliore".
Leggi tutto: Ucraina-Russia, Meloni sente Papa: Vaticano pronto ad ospitare negoziato
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La possibilità di negoziati tra Ucraina e Russia in Vaticano al centro della conversazione telefonica tra Papa Leone XIV e la premier Giorgia Meloni, che nel corso della giornata sente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i principali leader europei.
"Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Santo Padre sui prossimi passi da compiere per costruire una pace giusta e duratura in Ucraina", si legge in una nota di palazzo Chigi.
"Il colloquio - riprendono - fa seguito alla telefonata di ieri con il presidente" degli Stati Uniti "Trump e con altri leader europei, nel corso della quale è stato chiesto al presidente del Consiglio italiano di verificare la disponibilità della Santa Sede a ospitare i negoziati".
"Trovando nel Santo Padre conferma della disponibilità ad accogliere in Vaticano i prossimi colloqui tra le parti, il presidente del Consiglio ha espresso profonda gratitudine per l’apertura di papa Leone XIV e per il suo incessante impegno a favore della pace", prosegue la nota.
"Nel corso della giornata di oggi, oltre al colloquio con il Santo Padre, il presidente del Consiglio si è confrontato telefonicamente con il presidente Zelensky, il presidente Macron, il presidente Stubb, il primo ministro Starmer, il Cancelliere Merz e la presidente della Commissione europea von der Leyen", rende noto Palazzo Chigi. "È stato concordato di mantenere uno stretto coordinamento tra i partner in vista di un nuovo round di negoziati finalizzato a un cessate il fuoco e a un accordo di pace in Ucraina".
Il tema della sede dei negoziati è stato sottoposto oggi anche a Donald Trump, che nella giornata di lunedì ha avuto un lungo colloquio con il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente americano, rispondendo alle domande dei media durante una, ha accolto con entusiasmo l'ipotesi di un negoziato in Vaticano: "Se il Papa ha proposto il Vaticano per i colloqui, non riesco a pensare ad un posto migliore".
Leggi tutto: Ucraina-Russia, Meloni sente Papa e Zelensky: Vaticano pronto ad ospitare negoziato
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Incidente per Elisabetta Franchi, la stilista bolognese titolare del marchio Betty Blue tornata alla ribalta per un episodio che l'ha vista protagonista nella vita vera e sui social, con tanto di polemiche e critiche. Franchi, nel weekend, ha investito un ciclista nei pressi dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, ed è stata poi lei stessa a raccontare l'accaduto su Instagram, pubblicando anche una foto dell'ambulanza e del ciclista sulla barella. "Tutto è bene ciò che finisce bene. Mi dispiace molto. E' la prima volta. Mi dispiace tanto", ha scritto. E ancora in una seconda storia, la foto del ciclista investito: "Non l'ho proprio visto. Ma almeno non si è fatto male. Il mio lunedì".
E ancora, in una serie di video successivi, seduta al posto del passeggero torna sull'episodio: "Ieri ho investito ciclista, non mi era mai successo, sta bene. Io amo le macchine sportive, le compro, mi piace guidarle. Ora mi sta arrivando una macchina bellissima, una Dallara, ma dove le posso guidare? In autostrada no, perché mi fanno la multa. Se vado dal mio coach, c'è il ciclista che ti arriva lì davanti. Ma gliel'ho detto: sarei voluta essere al tuo posto". Poi più tardi informa sulle condizioni del ferito: "Ho sentito il ciclista, è stato dimesso, escoriato, niente di rotto. Inizio a respirare". Inevitabile la bufera social.
Leggi tutto: Elisabetta Franchi investe un ciclista e posta sui social, è polemica
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Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, 20 maggio 2025. Dieci punti '5' hanno ottenuto una quota di 16.728,11 euro. Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti '6' di 35,4 milioni di euro. Si torna a giocare giovedì 22 maggio 2025.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente è 5-19-21-30-33-48. Numero Jolly 74 e numero SuperStar 39.
Leggi tutto: Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 20 maggio
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"Dalla campagna antinfluenzale annuale dobbiamo veramente imparare le criticità, nel senso che noi, ad agosto, dobbiamo in qualche modo capire quante dosi di vaccino ci servono per evitare comunque di non avanzare dosi nel frigo perché i dipartimenti di prevenzione hanno a che fare con le aziende sanitarie e dobbiamo, a fine anno, rendicontare le dosi avanzate. D'altro canto non abbiamo la possibilità di andare ad aumentare la richiesta in itinere, perché a volte può capitare che le aziende farmaceutiche non abbiano più vaccino. La vaccinazione con un mRna effettivamente potrebbe ovviare a questo grosso inconveniente". Lo ha detto Virna Frumento, direttore Sc Igiene e sanità pubblica Asl 2 Liguria, intervenendo oggi all'evento organizzato a Genova sul tema 'L'innovazione della tecnologia mRna: dalle potenzialità scientifiche alle opportunità per la sanità regionale'.
Pensando ai pazienti fragili e alla loro difficoltà nell'accedere agli ambulatori vaccinali, visto che però "vanno dai colleghi di medicina generale anche solo per la prescrizione della terapia abituale", sarebbe importante che avessero la proposta "della vaccinazione anche per offrire la protezione da più malattie - riflette Frumento - La co-somministrazione, a volte, non è accettata perché noi non siamo in grado di proporla in maniera adeguata. Di qui l'importanza di essere veramente dei bravi comunicatori e credere effettivamente che quello che stiamo facendo è la cosa ottimale per cercare di evitare ricoveri, ospedalizzazioni, ma anche solo problemi di perdita di giorni di lavoro. Questi nuovi tipi di vaccini a mRna possono, in un'unica iniezione, offrire protezione a più tipologie di infezioni: anche questo può migliorare l'adesione" all'immunizzazione.
Leggi tutto: Vaccini, Frumento (Asl 2 Liguria): "Tecnologia mRna migliora gestione ed evita sprechi"
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Floriana Secondi sarà ospite della terza puntata di Belve, in onda si Raidue questa sera, martedì 20 maggio. La vincitrice della terza edizione del 'Grande Fratello' racconta, tra le altre cose, alcuni dei momenti più dolorosi e complessi della sua infanzia e della storia della sua famiglia.
Floriana Secondi è nata il 5 maggio del 1977 a Roma. Dopo la separazione dei genitori trascorre un lungo periodo in un collegio gestito da suore. Nel 2003, all’età di 26 anni debutta in televisione e partecipa alla terza edizione del Grande Fratello, condotto da Barbara D’Urso.
Dopo 99 giorni trascorsi nella casa, Floriana vince il reality battendo in finale la coinquilina Victoria Pennington. Grazie a questo, avvia la sua carriera nel piccolo schermo e comincia a essere una presenza fissa in alcuni programmi televisivi, in veste di opinionista. Nel 2004 è tra i protagonisti de 'La fattoria', altro reality show. Nel 2022 torna in televisione per partecipare come concorrente a 'L’isola dei famosi'.
Floriana Secondi nel 2000 comincia a frequentare Mirko Fantini. I due poi convolano a nozze e dal loro matrimonio nel 2008 nasce il figlio Domiziano. La reazione termina con il divorzio. Successivamente conosce e si innamora di Daniele Pompili. Floriana rimane incinta ma purtroppo perde il bambino nel corso della gravidanza. Nel 2014 i due si lasciano. Oggi Floriana è fidanzata con un architetto di nome Angelo.
Floriana a Belve parla di suo figlio Domiziano. ''Lui tante volte si vergogna di me, siamo diversissimi, siamo opposti'', rivela Floriana che aggiunge: ''È troppo serio, è nato vecchio!''. E racconta di averlo portato da un prete esorcista perché faceva troppe domande: ''Pensava fosse posseduto?'', chiede Fagnani. ''Sì. A tre anni mi disse: l’erba sono i capelli del mondo. Avevo paura'', spiega Floriana.
Floriana poi a Fagnani racconta alcuni dei momenti più dolorosi e complessi della sua infanzia e della storia della sua famiglia. Dopo la separazione dei suoi genitori, ricorda la giornalista, con la madre che aveva problemi legati alla tossicodipendenza e alla prostituzione: ''Lei ha vissuto per 14 anni in un collegio. A che età ha saputo le reali ragioni?''.
''Da adolescente, quando sono uscita. Quando era dentro mi colpevolizzavo. Pensavo che non mi volevano - rivela l'ex gieffina - Mi sentivo sola, ma fin da piccola ho avuto una grande forza d’animo. Quando sentivo gli altri bimbi piangere li consolavo, mi veniva forza per loro e soffrivo di meno io''.
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"Il vaccino a mRna può offrire grandi vantaggi. Innanzitutto, la flessibilità sia in termini di tempistica di produzione sia di quantità, una cosa che caratterizza costantemente sia la gestione centrale sia la gestione dei colleghi sul territorio del vaccino attivo", evitando nei magazzini "eccessi o carenze. Avere la possibilità di un vaccino che, nel giro di 30 o 40 giorni, possa essere nuovamente e disponibile, grazie alla tecnologia mRna, rappresenta un grande vantaggio sia in termini di quantità sia in termini di tempestività". Questo è particolarmente importante in "un sistema pubblico, che può così rapidamente rispondere anche in termini emergenziali". Così Filippo Ansaldi, direttore generale dell'Azienda ligure sanitaria (Alisa), nel suo intervento oggi a Genova all'incontro sul tema 'L'innovazione della tecnologia mRna: dalle potenzialità scientifiche alle opportunità per la sanità regionale', che si è tenuto al Palazzo della Regione Liguria.
"Un altro grande vantaggio per la sanità pubblica" è legato al fatto che i vaccini a mRna sono "in grado di dare una risposta aumentata, particolarmente efficace - spiega Ansaldi - come hanno dimostrato" nei confronti del Covid, ma anche contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), "particolarmente nella popolazione più anziana. Questo è un grande vantaggio, sia per targettizzare in modo più efficace ed efficiente le risorse di sanità pubblica e ottenere il massimo dei risultati - qualora le nostre risorse non siano ovviamente infinite - sia, d'altro canto, per ottenere il massimo vantaggio dal punto di vista della comunicazione, ma anche oggettivamente del burden", dell'impatto della patologia “nella rete" sanitaria.
Leggi tutto: Tecnologia mRna, Ansaldi (Alisa): "Flessibilità ed efficacia i vantaggi"
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Michele Morrone sarà ospite oggi, martedì 20 maggio, a Belve. Attraverso le domande di Francesca Fagnani, l'attore e cantante ha ripercorso il suo 'viaggio' che da Bitonto lo ha portato fino a Hollywood grazie al successo ottenuto con il ruolo di Massimo Torricelli nel film erotico '365 giorni'.
Michele Morrone nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 3 ottobre del 1990. Durante l’adolescenza si trasferisce in provincia di Milano insieme alla famiglia per cercare fortuna altrove. Quando Michele aveva solo 12 anni ha subito un grave lutto: il papa, Natale Morrone, è morto nel 2003 all’età di 56 anni in seguito a una grave malattia.
Michele comincia a frequentare un corso di recitazione a Pavia e appena ventenne si trasferisce a Roma dove fa le sue prime audizioni e per mantenersi comincia a lavorare come cameriere.
Nel 2011 arriva la prima ‘fortuna’: viene scelto nella miniserie televisiva ‘Come un delfino’ recitando al fianco di Raoul Bova. Successivamente ottiene piccoli ruoli in alcune fiction italiane con ‘Che Dio ci aiuti 3’ e ‘Squadra Antimafia 6’.
Nel 2016 partecipa a Ballando con le stelle, in coppia con la ballerina Ekaterina Vaganova e si classifica al secondo posto. Nel 2017 ottiene il primo ruolo da protagonista nella fiction ‘Sirene’, targata Rai.
Ma la svolta arriva nel 2020 quando interpreta Massimo Torricelli nel film erotico polacco ‘365 giorni’ distribuito su Netflix. Grazie all’enorme successo riscosso, Netflix realizza i due sequel intitolati '365 giorni – Adesso' e 'Altri 365 giorni', che trasformano Michele in una vera star internazionale.
Parallelamente alla carriera da attore, Michele porta avanti quella da cantante. Il 14 febbraio del 2020 viene pubblicato l'album di debutto di Morrone, dal titolo ‘Dark Room’.
L'attore è stato sposato con Rouba Saadeh, una stilista libanese, dal 2014 fino al 2018, anno in cui hanno divorziato. Dai loro 8 anni trascorsi insieme, i due sono diventati genitori di due figli. Ospite a Belve, Morrone ha raccontato che dopo la fine della relazione con la ex moglie ha passato ''un momento di depressione profonda e di troppo alcol'', arrivando una volta quasi al coma etilico. ''In qualche modo devi poter anestetizzare il dolore e io l’ho fatto con il metodo più economico, distruttivo, che mi ha portato a bere tantissimo - confida Morrone - prendevo una bottiglia di vino e mi ubriacavo. Una, due, tutti i giorni''.
Durante l’intervista Morrone racconta anche di aver frequentato per oltre un anno una ragazza che a sua insaputa gli ha somministrato ''pozioni d’amore con fiori secchi''. Un capitolo della sua vita che Morrone ha definito "infelice".
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