
(Adnkronos) - E' stato l'ebreo polacco Raphael Lemkin, sconvolto dal massacro degli armeni nell'impero ottomano, a dedicare la sua vita, sin dall'inizio degli anni Venti del Novecento, prima ancora che i nazisti lo costringessero a fuggire negli Stati Uniti, al riconoscimento del ''crimine senza nome'', come lo aveva descritto Wiston Churchill nel discorso del 24 agosto del 1941 di denuncia del progetto dei nazisti per la distruzione degli ebrei.
Fu solo dopo una lunga riflessione che Raphael Lemkin coniò il termine "genocidio" che venne accolto dalla comunità internazionale dopo molti anni ancora. Nel dicembre del 1948 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite riunita a Parigi approva l'introduzione della Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, entrata in vigore nel gennaio del 1951, ratificata in Italia già nel 1952, negli Stati Uniti solo nel febbraio del 1986.
La lotta di Raphael Lemkin per il riconoscimento del termine
La storia di Raphael Lemkin e quella del termine genocidio inizia quando, studente di filologia a Leopoli legge dell'assassinio a Berlino, il 14 marzo del 1921, di Talaat Pascià l'ex ministro degli interni turco responsabile del massacro degli armeni, da parte di un sopravvissuto, Sogomon Tehlirian. 'E' reato per Tehlirian uccidere un uomo, ma non lo è per il suo oppressore uccidere più di un milione di uomini? Questo è quanto di più incoerente possa esistere'', cominciò subito a chiedere, inascoltato, Lemkin, prima di trasferirsi alla facoltà di legge, per diventare giurista e dedicarsi a tempo pieno alla questione dell'impunità di cui godevano i responsabili di assassini di massa.
Nel 1933, pubblico ministero per il Tribunale distrettuale di Varsavia, Lemkin presenta in una conferenza a Madrid il suo primo progetto per punire le pratiche di ''barbarie'' e ''vandalismo'', vale a dire la distruzione di gruppi di persone e di un patrimonio culturale, "l'essenza di quello che avrebbe poi definito genocidio" - come scrive Gariwo, la fondazione che opera per far conoscere e promuovere le storie di chi ha scelto il Bene, anche nei momenti più bui della storia - e di una legge che protegga i Paesi e le minoranze, un pensiero che il giurista inizia a maturare nei boschi in cui si rifugia dopo che i tedeschi bombardano il treno su cui era fuggito da Varsavia pochi giorni dopo l'invasione della Polonia da parte della Wermacht.
Una volta arrivato in America, Lemkin, che aveva denunciato ben prima del settembre del 1939 che l'Europa stava andando incontro a una catastrofe, porta avanti un'altra battaglia, per sollecitare l'intervento degli Stati Uniti, bloccare i nazisti e salvare le vite di milioni di civili innocenti.
L'ispirazione dalle memorie di George Eastman e il suo 'Kodak'
La sua formazione di filologo lo porta a capire l'importanza di scegliere con cura il termine con cui connotare lo sterminio di massa, ma anche la deportazione di massa e lo sfruttamento economico, la morte progressiva per inedia e la soppressione della cultura di un popolo e della sua trasmissione. Legge, con particolare attenzione le memorie di George Eastman, e di come coniò il termine 'Kodak' per dare nome alla sua nuova macchina fotografica, un termine che non poteva essere usato in altri contesti, esattamente come quello che cercava lui. Che era interessato pero' anche a una parola che fosse capace anche di raggelare il sangue, come ha ricostruito Samantha Power nel suo libro sulla storia dei genocidi "Voci dall'inferno" pubblicato nel 2002.
Da che deriva l'espressione genocidio
Fu così che nel 1946 Lemkin associò alla radice ''geno'' in greco significa razza, tribu', con il suffisso 'cidio'', dal tema del verbo latino tagliare, uccidere. Il primo ad accettare il nuovo termine fu il Webster's. Nel 1953 fu introdotto nell'Enciclopedia Larousse. L'Oxford English Dictionary lo fece nel 1955.
''Sembra incoerente con i nostri concetti di civiltà stabilire che vendere una droga a un individuo sia una questione di interesse mondiale, mentre gasare milioni di essere umani è un problema di esclusivo interesse interno" aveva scritto in una lettera inviata al New York Times, una delle moltissime missive che scrisse negli anni a quotidiani, governi, parlamenti, Presidenti, incluso Roosvelt. "Sembra anche incoerente con la nostra filosofia di vita che il rapimento di una donna a fini di prostituzione sia un crimine internazionale mentre la sterilizzazione di milioni di donne resta un affare di stato interno allo stato in questione''.
Chi era Raphael Lemkin
Lemkin è nato il 24 novembre dl 1900 a Wolkowysk, oggi in Bielorussia allora nell'impero russo. E' la madre, pittrice, linguista e studiosa di filosofia, a istruirlo, dal momento che agli ebrei è vietato studiare nelle città russe. Durante la prima guerra mondiale i Lemkin sono costretti a sotterrare libri e oggetti di valore e si nascondono in una foresta. Sopravvive, studia. Impara a parlare nove lingue, e riesce a leggerne 14. Dopo la laurea in legge e il brillante inizio di carriera come procuratore, viene costretto a dimettersi, accusato di voler fare gli interessi solo degli ebrei e non di tutti i polacchi con la sua proposta per l'introduzione dei crimini di guerra di barbarie e vandalismo.
Arriva negli Stati Uniti nel 1941. I nazisti sono responsabili della morte di 49 suoi parenti. Scrive il libro 'Axis Rule' in cui, in 712 pagine che avrebbero dovuto nelle sue intenzioni essere rivolto a tutti, raccoglie tutte le leggi anti semite in vigore nei 19 Paesi, occupati dalla Germania, e in cui per la prima volta compare il termine di genocidio.
Dopo il processo di Norimberga, opera con tutte le sue energie per fare approvare la Convenzione per la prevenzione e la repressione del genocidio all'Onu, "accampandosi ogni giorno tra i corridoi della sede alla ricerca di funzionari da convincere". Insiste nel sottolineare che il genocidio può avvenire anche in contesti di pace e non è associato esclusivamente allo sterminio fisico. Muore a 59 anni a New York il 28 agosto del 1959 "senza amici, senza un soldo e solo".
Gli articoli della Convenzione
La Convenzione è composta da 19 articoli, il primo dei quali "conferma che il genocidio, che sia commesso in tempo di pace o in tempo di guerra, è un crimine di diritto internazionale". Genocidio significa, spiega il secondo articolo della Convenzione, il compimento di almeno una delle seguenti azioni "con l'intento di distruggere, in parte o nel tutto, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso": l'uccisione di membri del gruppo, lesioni gravi all'integrità fisica o mentale di membri del gruppo, il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale, misure miranti a impedire nascite all'interno del gruppo, il trasferimento forzato di minorenni da un gruppo a un altro.
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(Adnkronos) - "Al di là dello sviluppo del farmaco, per Ferring è importante essere il più vicino possibile ai clinici, alle società scientifiche e ai pazienti. Per questo abbiamo ritenuto estremamente utile affrontare il tema dell'aderenza terapeutica, che comporta problematiche importanti per i pazienti" con malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici). "Grazie al lavoro di un board di 10 esperti - tra cui 8 clinici, il presidente e direttore generale dell'associazione Amici e uno psicologo esperto in materia - e al coinvolgimento di un panel di altri 33 esperti nelle Mici, sono state sviluppate delle raccomandazioni che sono poi confluite nel Consensus paper pubblicato sulla rivista 'Digestive and Liver Disease', poco prima dell'estate". Sono le parole di Tommaso Salanitri, direttore medico di Ferring Italia, oggi a Milano all'incontro con la stampa organizzato dall'azienda farmaceutica per presentare una guida pratica con le strategie volte a favorire l'aderenza terapeutica nelle malattie infiammatorie croniche intestinali e migliorare la gestione clinica con il coinvolgimento del paziente.
"Il problema di una mancata o scarsa aderenza terapeutica è molto importante: può comportare perdita di efficacia dei trattamenti terapeutici, ma anche un aumento dei costi sia per il paziente sia per il sistema sanitario nazionale - spiega Salanitri - La comunicazione medico-paziente riveste, a nostro avviso, un ruolo fondamentale nell'alleanza terapeutica. Un paziente ingaggiato, consapevole, che si fida del proprio medico, che sa come gestire la propria terapia e che ha un'ottima comunicazione con il medico - chiarisce - è un paziente che non solo partecipa attivamente alla gestione della propria terapia, ma è anche in grado di comprenderla perfettamente".
"La stesura del documento", sottolinea, è partita "dall'identificazione di una problematica molto sentita da parte dei pazienti e dei clinici", a cui è seguito "il coinvolgimento di clinici, pazienti e psicologi per definire le raccomandazioni e le migliori modalità di comunicazione medico-paziente: comunicare bene - conclude Salanitri - significa curare bene".
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(Adnkronos) - Spray urticante alla cena elettorale della candidata di Fratelli d'Italia. E' accaduto ieri sera ad Ascoli Piceno. Come fa sapere lo staff di Francesca Pantaloni, assessore comunale e candidata di Fdi alle prossime elezioni regionali nelle Marche, "ignoti hanno diffuso spray urticante all’interno della sala" del ristorante Mister Ok, dove oltre 300 persone stavano partecipando all'evento elettorale organizzato per lei dal suo collega all'Urbanistica, l’assessore Gianni Silvestri. Lo spray ha generato "momenti di panico e un vero e proprio fuggi fuggi tra i presenti" e "alcuni partecipanti hanno accusato lievi sintomi di intossicazione, ma senza gravi conseguenze".
Sul posto sono intervenuti i carabinieri ma fondamentale è stato il pronto intervento dello staff del ristorante, che, spiegano dallo staff di Pantaloni, "ha gestito con professionalità la situazione, permettendo alla serata di proseguire". La cena si è dunque conclusa "tra applausi e parole di incoraggiamento, a dimostrazione che nessun atto di intimidazione può fermare la voglia di partecipazione e di rinnovamento che anima questo percorso".
“Quanto accaduto non è stato un semplice gesto sconsiderato. È chiaro che qualcuno voleva sabotarci, perché ha paura di questa nuova classe politica, di questo nuovo modo di fare politica: vicino alle persone, trasparente, senza compromessi. Noi non ci faremo intimidire: episodi come questo ci confermano che siamo sulla strada giusta e che il cambiamento che stiamo portando avanti è reale e fa paura a chi non vuole perdere vecchi privilegi”. Così Francesca Pantaloni commenta l'episodio.
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(Adnkronos) - Il 4 ottobre torna a essere festa nazionale? "Con il 2 giugno celebriamo la nascita della Repubblica, con il 25 aprile celebriamo la libertà riconquistata, con il 1° maggio celebriamo il lavoro e con il 4 ottobre celebreremo la pace, la fraternità, la solidarietà, la custodia del creato". Benvenuto, anzi, bentornato San Francesco nel gruppo delle principali festività nazionali. L'aula della Camera, come ha spiegato la relatrice Elisabetta Gardini (Fratelli d'Italia), si appresta a dare il via libera alla legge per l''Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi'.
Il provvedimento, frutto di due testi presentati da Maurizio Lupi (Nm) e Lorenzo Malagola (FdI) e in parte modificati, verrà esaminato dopo la riforma della giustizia (che si vota domani alle 12) e poi dovrà passare al Senato. Ma sull'approvazione ci sono pochi dubbi, essendo una proposta della maggioranza. "Dare a quella data la piena dignità di festa nazionale, al pari del 2 giugno, del 25 aprile e del 1° maggio non è un gesto formale. Si tratta di riconoscere che i valori incarnati da San Francesco, la pace, la fraternità, la solidarietà, la cura degli ultimi, il rispetto per la natura sono oggi più che mai necessari e sono valori che parlano a tutti, credenti e non credenti", ha sottolineato ancora la Gardini.
La festa nazionale di San Francesco d'Assisi viene introdotta in occasione dell'ottavo centenario della morte, che cadrà nel 2026, e la legge ne precisa le finalità: la pace, la fraternità, la solidarietà e la tutela dell'ambiente. Per il santo patrono si tratta di un ritorno da protagonista nel calendario degli italiani. Attualmente il 4 ottobre è considerato 'solo' solennità civile, ma la disciplina specifica è cambiata diverse volte negli anni.
La legge che introduceva la solennità civile per san Francesco e Santa Caterina da Siena risale al '58, con tutti crismi del caso: imbandieramento degli pubblici edifici e, soprattutto, orario di lavoro ridotto. Nel '77, però, la riduzione dell'orario di lavoro per le solennità civili era stata rimossa, salvo alcuni casi. Una norma che aveva 'retrocesso' festività come l'Epifania, san Giuseppe, l'Ascensione, il Corpus domini, i santi Pietro e Paolo.
Il rientro di san Francesco tra i big del calendario non è, però, con effetti completi. La nuova legge prevede alcune eccezioni. "Le celebrazioni restano possibili, ma non obbligatorie", ha spiegato la relatrice aggiungendo: "La commissione Bilancio ha sottolineato con chiarezza che questo passaggio era imprescindibile: ha chiesto che le celebrazioni fossero esplicitamente indicate come facoltative e che non comportassero nuovi oneri a carico delle amministrazioni scolastiche o locali". Quindi, come prevede la legge, scuole, amministrazioni pubbliche e del Terzo settore possono "favorire l'organizzazione di eventi, di manifestazioni e di celebrazioni che promuovano i principi e gli insegnamenti di San Francesco d'Assisi" o comunque "iniziative culturali, sociali ed educative con particolare riguardo ai temi della pace, della fraternità tra i popoli, dell'inclusione sociale e della tutela dell'ambiente" oppure genericamente sulla figura di San Francesco.
Per finanziare la festa del patrono la relazione tecnica del governo ha quindi previsto un onere di 10.684.044 euro annui. Una cifra calcolata secondo il fabbisogno per indennità e straordinari. Nel dettaglio, si legge nella relazione, circa 8,8 milioni di euro per il comparto sanitario e 1,9 milioni di euro per Forze armate, Polizia, e Vigili del fuoco. Infine, un dettaglio tecnico: la copertura è prevista dal 2027. Il 4 ottobre 2026 cadrà, infatti, di domenica e lo Stato non dovrà coprire costi aggiuntivi.
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(Adnkronos) - Allo scopo di proteggere il potere d’acquisto dei pensionati e garantire loro un tenore di vita adeguato e costante nel tempo, tutti i principali sistemi pensionistici internazionali prevedono adeguamenti degli assegni ai prezzi e/o ai salari. In Italia è dunque attuata la cosiddetta 'perequazione automatica', aumento periodico dell’assegno collegato all’inflazione, negli ultimi 30 anni oggetto di numerosi provvedimenti legislativi, che rappresentano di fatto e in negativo un unicum tra i Paesi Ocse; provvedimenti spesso perfino in contraddizione tra loro ma, in linea di massima, accumunati dal principio secondo il quale le pensioni di importo inferiore tendono a godere di un meccanismo più favorevole e, nella sostanza, economicamente più generoso.
Se, in alcuni periodi gli assegni non hanno quindi ricevuto alcuna perequazione, in altri hanno subito indicizzazioni di varia misura e applicate secondo criteri differenti, che si sono tramutate in una riduzione strutturale, e non più recuperabile, del valore delle prestazioni.
E' questa la fotografia scattata da Itinerari Previdenziali e Cida in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia': studio che analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie.
"Rispetto alle persone in età attiva - ha spiegato Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali e curatore dello studio - i pensionati hanno meno possibilità di difendersi dall’inflazione, tanto che il mantenimento del loro potere d’acquisto è affidato quasi esclusivamente ai meccanismi di indicizzazione: ecco perché sarebbe innanzitutto importante avere regole stabili nel tempo e, ancora di più, eque".
Eppure, come rilevato nel corso della conferenza stampa promossa da Cida, "malgrado l’avvicendarsi di esecutivi di varia appartenenza politica e tecnica, negli i anni tagli, blocchi e contributi di solidarietà si sono susseguiti in modo sistematico determinando una perdita crescente del potere d’acquisto anche del 10-12% nell’arco di un decennio, e soprattutto - ha specificato Cuzzilla - diventando più una leva contabile che uno strumento di giustizia previdenziale".
"Per le quote pensionistiche calcolate con il metodo contributivo, destinate a crescere nel tempo, il rallentamento o il congelamento, anche temporaneo, della rivalutazione è da considerarsi alla stregua di un’imposta. Con il pensionato che riceve così non solo meno di quanto gli spetterebbe ma anche meno di quanto gli sarebbe necessario per contrastare l’aumento dei prezzi al consumo", precisa Brambilla.
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(Adnkronos) - Ha avvicinato un 14enne in un parco pubblico ancora molto frequentato, alle 19.30, e lo ha accoltellato per tre volte al petto e all'addome prima di dileguarsi. E' successo ieri in viale Terme, a Bologna. Sul posto i carabinieri della Stazione di Castel San Pietro Terme e i sanitari del 118 che hanno trasportato d’urgenza la vittima al pronto soccorso. Le ricerche hanno permesso di rintracciare il presunto responsabile, un 15enne, intorno alle 22, mentre si aggirava a piedi con un coltello da cucina nella cintura dei pantaloni. Disarmato e identificato, il ragazzino è stato accompagnato in caserma e successivamente arrestato per tentato omicidio. Accompagnato, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna, in una struttura della giustizia minorile, è a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
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(Adnkronos) - Christian Brueckner, cittadino tedesco di 49 anni e principale sospettato per la scomparsa della bambina britannica Madeleine McCann avvenuta il 3 maggio del 2007, è stato rilasciato dopo aver scontato una condanna a sette anni di carcere per un altro crimine. Ossia lo stupro di una donna americana di 72 anni commesso nel 2005 a Praia da Luz, località turistica nell'Algarve, la stessa regione del Portogallo meridionale dove Maddie era in vacanza con la famiglia e da dove è scomparsa.
Condannato per reati sessuali, si è rifiutato di essere interrogato dalla polizia britannica pochi giorni prima del suo rilascio dal carcere e ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nel caso Maddie. Ma secondo il pubblico ministero Hans Christian Wolters, che dirige l'indagine su Madeleine, Brueckner è ''molto pericoloso e presumiamo che ci sia il rischio che commetta nuovamente reati".
Sebbene Brueckner sia ancora formalmente sotto inchiesta per la scomparsa di Maddie, l'uomo non è mai stato accusato in relazione al caso e continua a negare qualsiasi coinvolgimento. Il sospettato, descritto come ''un vagabondo'' che si spostava tra il Portogallo e la Germania, ha precedenti penali per abusi sessuali su minori, furto, traffico di droga e falsificazione.
Il 27 ottobre Brueckner dovrà comparire in tribunale a Oldenburg, nella Germania nord-occidentale, per rispondere dell'accusa di comportamento offensivo nei confronti di una guardia carceraria e, se condannato, potrebbe tornare in cella. Un tribunale distrettuale della città lo ha già condannato a sei settimane di prigione in relazione al caso, ma la difesa ha presentato ricorso. Inoltre potrebbe anche dover affrontare un nuovo processo dopo l'appello presentato dal pubblico ministero contro la sua assoluzione, pronunciata lo scorso anno, per accuse non correlate di stupro e violenza sessuale su minori.
Bruckner è al centro dell'inchiesta sulla scomparsa di Maddie da quando i procuratori tedeschi lo hanno pubblicamente identificato come principale sospettato nel 2020, mentre era già in carcere. Secondo il pubblico ministero, le prove contro Brueckner nel caso Madeleine sono indiziarie: il suo telefono cellulare si trovava nelle vicinanze del resort dove i McCann erano in vacanza al momento della scomparsa della bambina, il giorno dopo ha reimmatricolato la sua auto, era un pedofilo già condannato e avrebbe confessato tutto a un amico. Questo stesso amico ha descritto Bruckner come ''molto pericoloso'' e ''un gran bugiardo'', affermando che probabilmente ''voleva svaligiare la stanza dei McCann, poi ha trovato la bambina e ha preso lei''. Non ci sono prove forensi che colleghino il sospettato al rapimento e, dopo 18 anni, le possibilità di trovarle sono remote.
Leggi tutto: Caso Maddie, chi è il sospettato numero uno tornato libero

(Adnkronos) - "Il monitoraggio dell’Ocse, chiamato Pension at a Glance, ci dice che Italia e Austria sono gli unici Paesi che arbitrariamente cambiano le regole del gioco in tema di pensioni. Il sistema pensionistico è il più grande patto intergenerazionale che un Paese può fare, cambiare le regole in continuazione significa mettere in dubbio l’intero sistema. Un problema sottovalutato dalla politica e dalla Corte costituzionale che può minare la coesione sociale". A dirlo Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, in occasione della presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia'. Con questo studio, realizzato da Itinerari Previdenziali e Cida, si vanno ad analizzare gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie.
"Dal 2012 al 2022 le mancate indicizzazioni, al netto dei contributi di solidarietà, abbiamo perso il 10% di potere d’acquisto per tutte le pensioni da 5 volte il minimo in su. L’inflazione dal 2022 ad oggi ha fatto perdere un ulteriore 10% col rischio di perdere un altro 5% nei prossimi 10 anni se l’inflazione restasse al 2%. Sono cifre che creano grandi disparità nei confronti dei pensionati", conclude Brambilla.
Leggi tutto: Pensioni, Brambilla (Itinerari Previdenziali): "Cambio regole mina coesione sociale"


(Adnkronos) - “Oggi, grazie ai dati che presentiamo, emerge con chiarezza quanto profonda sia l’ingiustizia subita da chi sostiene il Paese da decenni. Numeri che parlano da soli, che raccontano un paradosso inaccettabile e che ci obbligano a chiedere scelte politiche coraggiose”. A dirlo Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, in occasione dell’evento di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia'. Lo studio, realizzato da Itinerari Previdenziali e Cida, analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie.
“La Costituzione - prosegue Cuzzilla - dice chiaramente che i lavoratori hanno diritto a una tutela che li accompagni nella vecchiaia. Le pensioni non sono un privilegio, ma un salario differito frutto del lavoro, delle tasse e dei contributi versati e come tale va garantito”.
Per concludere Cuzzilla porta alcuni dati: “Negli ultimi 30 anni le pensioni sono state trattate come strumento fiscale e redistributivo, un vero abuso. Le continue manipolazioni hanno eroso il potere d’acquisto fino a bruciare l’equivalente di un anno intero di pensione. Chi ha versato contributi per una vita intera si è visto cancellare l’equivalente di un anno di reddito”.
Leggi tutto: Pensioni, Cuzzilla (Cida): "Obbligati a chiedere scelte politiche coraggiose"

(Adnkronos) - La Legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, complice l’elevata fiammata inflazionistica del biennio 2023-2024, ha penalizzato come mai prima d’ora i pensionati con trattamenti sopra i 2.500 euro lordi (meno di 2.000 euro il netto). Secondo il Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, la perdita legata alla mancata rivalutazione sarebbe quantificabile nei prossimi 10 anni in almeno 13mila euro; valore destinato a salire progressivamente fino ai 115mila per i percettori di assegni oltre i 10mila euro lordi (6.000 circa il netto). Un provvedimento iniquo che, 'lungi dal premiare il merito', penalizza proprio chi ha più contribuito al sistema, e peraltro non esente da possibili profili di incostituzionalità, con particolare riferimento alle quote di pensione calcolate con metodo contributivo, il quale prevederebbe la rivalutazione piena degli assegni.
E' questa la fotografia scattata da Itinerari Previdenziali e Cida in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia': studio che analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie.
"In trent’anni - ha commentato Stefano Cuzzilla, presidente di Cida - le pensioni medio-alte hanno perso oltre un quarto del loro potere d’acquisto: una pensione da 10mila euro lordi al mese ha visto svanire quasi 180mila euro, l’equivalente di un anno intero di assegno. E' il simbolo di un sistema che punisce chi ha dato di più, mortifica i contribuenti più fedeli e incrina il legame di responsabilità tra generazioni. Le pensioni non sono un privilegio, sono salario differito, il frutto di una vita di lavoro e tasse pagate. Sono anche il più grande patto intergenerazionale che un Paese possa stipulare: chi lavora oggi sostiene chi ha lavorato ieri, nella certezza che domani il proprio impegno sarà riconosciuto. Chiediamo una scelta politica chiara: regole stabili, certezza del diritto e rispetto del merito. Perché senza fiducia non può esserci futuro né per i pensionati né per i giovani che oggi contribuiscono al sistema".

(Adnkronos) - Riconoscere l’impegno, premiare l’eccellenza e costruire una filiera sempre più sostenibile: con questi obiettivi, Gruppo Cap ha conferito anche quest’anno il 'Top supplier award', il riconoscimento dedicato ai fornitori più virtuosi che hanno collaborato con la green utility lombarda nel corso del 2024.
Istituito per promuovere una cultura d’impresa fondata su trasparenza, responsabilità e miglioramento continuo, il premio è riservato ai fornitori qualificati che hanno raggiunto i punteggi più alti nel sistema di 'vendor rating', lo strumento con cui Gruppo Cap valuta le performance contrattuali e reputazionali delle imprese iscritte al proprio albo fornitori: "Il Top supplier award -spiega il presidente di Gruppo Cap, Yuri Santagostino- è per noi un’opportunità per valorizzare chi condivide i nostri stessi valori: attenzione alla legalità, all’ambiente, alla sicurezza, ai diritti umani e all’innovazione. Attraverso una supply chain più consapevole e performante, costruiamo insieme un ecosistema industriale capace di generare valore per il territorio e per le comunità".
Il premio è stato assegnato a tre fornitori, suddivisi in altrettante categorie di valutazione, secondo i criteri definiti dal vendor rating: B&B Service - Categoria 'fornitore qualificato' con massimo punteggio in vendor rating (scoreboard): società di progettazione, realizzazione e manutenzione di apparecchiature per la depurazione civile ed industriale e il trattamento delle acque; Cabrini Albino - Categoria 'fornitore qualificato' nel sistema di qualificazione Lavori, forniture e servizi e gas ed energia: azienda specializzata in attività di progettazione e realizzazione di opere edili stradali, idrauliche, speciali e di ingegneria naturalistica; Idrostudi - Categoria 'fornitore qualificato' nel sistema di qualificazione Professionisti: società specializzata in ingegneria civile per la gestione di acqua e ambiente. I tre vincitori riceveranno un voucher formativo, valido per un anno, che darà accesso a corsi di alta formazione in modalità e-learning su temi come etica, compliance, sicurezza sul lavoro, sviluppo di soft skills e innovazione digitale.
Lanciato nel 2019 e rinnovato nel 2023 con una visione più green e innovativa, il sistema di 'vendor rating' di Gruppo Cap valuta in maniera strutturata e continuativa le performance dei fornitori su variabili chiave: legalità, ambiente, diversity & inclusion, pari opportunità, sicurezza, innovazione, promuovendo così un percorso di crescita sostenibile condiviso.
La partecipazione al premio avviene automaticamente: vengono candidati tutti i fornitori 'qualificati' iscritti all'albo fornitori di Cap e aggiudicatari di appalti, a condizione che rispettino i requisiti normativi e contrattuali previsti.
Leggi tutto: Gruppo Cap, assegnati 'Top supplier award', premiata eccellenza supply chain

(Adnkronos) - Scaduta nel dicembre 2021 la disciplina transitoria introdotta dalla legge numero 147/2013 (più volte rinnovata), è stato infatti ripristinato lo schema originariamente stabilito dalla normativa del 1996, che prevedeva una rivalutazione a scaglioni al 100% dell’inflazione per la quota di pensione di importo fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (per il 2022 pari a circa 525 euro al mese); al 90% dell’inflazione per l’importo compreso tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (tm); al 75% dell’inflazione oltre 5 volte il tm. E' questa la fotografia scattata da Itinerari Previdenziali e Cida in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia': studio che analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie.
Con l’occasione della successiva manovra finanziaria, il governo presieduto da Giorgia Meloni è però intervenuto sul biennio 2023-2024, prevedendo un meccanismo che, se da un lato rivalutava pienamente le pensioni sociali, gli assegni sociali e le pensioni al minimo (prevedendone addirittura un ulteriore incremento straordinario dell’1,5%, elevato al 6,4% per i pensionati di età pari o superiore ai 75 anni, per il 2023, e del 2,7% per il 2024), dall’altro peggiorava lo schema di rivalutazione delle prestazioni oltre 5 volte il tm. Nel dettaglio, le percentuali di rivalutazione previste sono state: del 100% per i beneficiari di prestazioni fino a 4 volte il tm, incrementato appunto di un punto e mezzo percentuale in più rispetto all’inflazione effettiva; dell’85% per le pensioni da 4 volte a 5 volte il tm; del 53% per gli assegni tra le 5 e le 6 volte il tm, al 47% tra le 6 e le 8 volte, al 37% tra le 8 e le 10 volte e al 32% per gli importi superiori. Valore, quest’ultimo, ulteriormente ridotto al 22% per l’anno successivo, quando le modifiche alla perequazione hanno in effetti riguardato i soli percettori di assegno superiore le 10 volte il trattamento minimo.
"Cosa ancora più grave - puntualizza Brambilla - è che la perequazione sfavorevole è stata applicata sull’intero reddito pensionistico e non per scaglioni: giusto per fare un esempio riferito al 2023, un pensionato con una rendita pari tra 2.627 e 3.152 euro si è visto rivalutata l’intera pensione al 4,3% (a fronte di un tasso di inflazione definitivo dell’8,1%), e non la sola quota eccedente le 5 volte il tm". Solo per il 2025, di pari passo con l’attenuazione dell’impennata inflattiva, si è di fatto tornati all’applicazione a scaglioni su uno schema a 3 fasce: il tasso di inflazione provvisorio dello 0,8% sarà applicato al 100% fino a 4 volte il tm Inps, al 90% tra le 4 e le 5 volte e al 75% al di sopra delle 5 volte il trattamento minimo dell’Istituto. Il che, tuttavia, non rimedia a quanto accaduto nel biennio precedente: come puntualizza la pubblicazione, non si tratta di una perdita circoscritta a 2023 e 2024 ma di una sottrazione di reddito pensionistico permanente nel tempo e destinata anzi a trascinarsi anche negli anni successivi.
Considerate le mancate indicizzazioni patite dal 2012 al 2022, i trattamenti pensionistici oltre le 10 volte il minimo hanno perso rispetto a un’inflazione totale dell’11,6% circa 9 punti percentuali. Svalutazione cui si aggiunge quella del triennio 2023-2025, ancora più ingente per l’effetto combinato del boom dell’inflazione e dei meccanismi di perequazione introdotti dall’esecutivo attualmente in carica: in questo caso, le perdite ammontano a circa il 12% e, sommate alle precedenti, determinano una svalutazione delle pensioni di oltre il 21% nell’arco di 14 anni. Volendo fare un esempio concreto, ciò significa che in questo periodo di tempo una pensione da 10.000 euro lordi (circa 6.000 netti) ha perso quasi 178mila euro, mentre una pensione da 5.500 ero lordi mensili (circa 3.400 euro netti) ha subito una perdita pari a circa 96mila euro.
"Tenuto conto - aggiunge Brambilla - dell’effetto trascinamento, questo significa che i cosiddetti pensionati del ceto medio, oltre a sobbarcarsi il grosso dei 56 miliardi di Irpef in arrivo dalle pensioni, si vedranno ingiustamente sottratti altri 45 miliardi circa".
"Siamo di fronte a una contraddizione evidente - ha spiegato Stefano Cuzzilla, presidente di Cida - 1,8 milioni di pensionati con redditi da 35mila euro in su, poco meno del 14% del totale, garantiscono da soli il 46,33% dell’Irpef dell’intera categoria, eppure sono proprio loro i più colpiti dai tagli e dalla mancata rivalutazione. Al contrario, chi ha versato pochi o nessun contributo è stato pienamente tutelato dall’inflazione. È un autentico rovesciamento del principio di equità! Sostenere i più fragili è un dovere, e la classe dirigente non si è mai sottratta a questa responsabilità, ma diventa un’ingiustizia quando la solidarietà ricade sempre sugli stessi mentre l’evasione resta impunita. Ogni anno il fisco perde circa 90 miliardi di euro, con il 65% dell’Irpef che non arriva all’Erario: finché questa voragine non sarà chiusa, non potrà esserci un sistema previdenziale né giusto né sostenibile".
Numeri che spiegano facilmente come mai Cassazione e Suprema Corte siano state spesso chiamate a esprimersi sulla legittimità dei meccanismi di perequazione che si sono succeduti negli ultimi 15 anni, così come accaduto lo scorso gennaio quando, con la sentenza n.19 del 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il meccanismo di raffreddamento della rivalutazione per fasce di reddito, previsto dalla Legge di Bilancio 2023, e non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate in merito all’art. 1, comma 309, della Legge di Bilancio n. 197 del dicembre 2022. "Si tratta - suggerisce il Brambilla - della terza volta in 11 anni che i giudici incaricati si esprimono in questi termini, e proprio questo dovrebbe far riflettere: in occasione delle sue precedenti pronunce, infatti, la stessa Corte aveva infatti raccomandato che il taglio subito dalle pensioni di importo medio-alto fosse di breve durata, proporzionato e non ripetitivo".
Una condizione, soprattutto quella relativa alla non ripetitività, evidentemente non rispettata cui si aggiungono ulteriori questioni di natura tecnica ed etica da non sottovalutare. Nell’ultima pronuncia, in particolare, la Corte afferma che la mancata rivalutazione non è da considerarsi un prelievo forzoso, ma una misura economico-previdenziale che l’esecutivo può discrezionalmente decidere di mettere in campo, con il fine di favorire le pensioni più basse e al contempo portare avanti una progressiva riduzione del debito pubblico. E, se l’obiettivo di contenere la spesa resta in sé apprezzabile, severa è la condanna della pubblicazione nei confronti della scelta di farlo toccando ancora una volta la perequazione automatica, ormai utilizzata dallo Stato come leva contabile per fare Cassa, alla stregua di un prelievo forzoso: come possono i giovani fidarsi del sistema previdenziale se le regole del gioco sono destinate a cambiare continuamente, minando la certezza della correlazione tra versamenti contributivi e futuro importo degli assegni?
"La fiducia del sistema previdenziale - osserva Cuzzilla - si regge sulla certezza del diritto e sulla stabilità delle regole. Colpire chi ha versato quarant’anni di contributi significa rompere il patto sociale e generazionale. Non è un caso che la Corte Costituzionale abbia richiamato l’attenzione del legislatore su questi squilibri, e che il Tribunale di Trento abbia appena rinviato la questione per un nuovo esame. È un segnale che ci dà un cauto ottimismo: rimediare è possibile. Ma serve da un lato una scelta politica chiara: garantire la rivalutazione come avviene in tutti i principali Paesi europei e fare della prossima legge di bilancio una vera occasione di giustizia per quella parte del Paese che ha sempre lavorato, contribuito e pagato le tasse. Dall’altro lato serve una Corte coraggiosa, che oltre a tutelare giustamente il bilancio dello Stato, abbia il coraggio di analizzare nel dettaglio le tematiche previdenziali e faccia emergere storture che nelle ultime sentenze sono state illogicamente legittimate".
Leggi tutto: Pensioni, Itinerari previdenziali-Cida: i numeri delle svalutazioni più recenti

(Adnkronos) - Poco prima dell'ingresso in classe un 17enne avrebbe aggredito con un martello uno studente di 18 anni, suo ex compagno di classe, nell'Istituto tecnico industriale in piazza Santa Maria della Fede. Sul posto, pochi minuti dopo le 8, i carabinieri della compagnia Napoli Stella che, ricostruita la dinamica, hanno da subito attivato le ricerche, anche nella stazione ferroviaria, dove è stato notato aggirarsi poco dopo l'aggressione. Contemporaneamente sono subito andati a casa dove il 17enne è nel frattempo rientrato. Nel suo zaino hanno trovato il martello, che è stato sequestrato.
Il 17enne è stato arrestato per tentato omicidio e i militari lo stanno trasferendo nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. La vittima, invece, è stata trasferita in codice giallo all'ospedale Pellegrini per vistose ferite alla testa.
Leggi tutto: Napoli, aggredisce compagno di scuola con un martello: arrestato

(Adnkronos) - Il Parlamento europeo aprirà una sede permanente a Kiev. Lo ha annunciato la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola nel suo intervento alla Verkhovna Rada, il parlamento monocamerale dell'Ucraina. "Vogliamo essere presenti sul campo, lavorando al vostro fianco ogni giorno. Questo era il nostro impegno nei vostri confronti, e lo abbiamo mantenuto", ha affermato. "La nostra posizione è chiara - ha aggiunto - La pace deve essere permanente, deve basarsi sulla giustizia e sulla dignità".
La visita, che avviene mentre l'Ucraina chiede ai partner occidentali di adottare misure più decise per fare pressione sulla Russia affinché avvii colloqui di pace, è iniziata con un omaggio a tutti coloro hanno combattuto che hanno sacrificato le loro vite per la libertà e l'indipendenza dell'Ucraina contro l'aggressore, visitando il muro commemorativo dedicato ai soldati caduti in guerra. "A 1300 giorni dall'inizio dell'aggressione, sono in Ucraina con il forte messaggio di sostegno del Parlamento europeo. Proprio come vi abbiamo sostenuto dal primo giorno, resteremo al vostro fianco", ha scritto in un post su X.
Leggi tutto: Ucraina, l'annuncio di Metsola: "Parlamento europeo aprirà sede permanente a Kiev"



(Adnkronos) - "La ricerca nell'età evolutiva in Italia necessita di essere ampliata in modo significativo, perché i fondi dedicati sono sicuramente pochi. La presenza di una Fondazione che, in modo indipendente, favorisce la ricerca relativa all'utilizzo dei farmaci in età pediatrica, così come le strategie ideali di nutrizione nei nostri bambini e bambine, è sicuramente un fatto encomiabile". Così Rino Agostiniani, presidente Sip (Società italiana di pediatria), intervenendo a Milano alla presentazione della Fondazione Sigenp (Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica), la prima in Italia dedicata ai bambini nata da una società scientifica.
"L'augurio - aggiunge - è che i risultati che scaturiranno dai progetti di ricerca" indipendente "favoriti dalla Fondazione possano contribuire a migliorare lo stato di salute delle giovani generazioni".
Leggi tutto: Agostiniani (Sip): "Ampliare ricerca in età evolutiva in Italia"

(Adnkronos) - "La situazione a Gaza peggiora di giorno in giorno. Negli ultimi due anni più del 10% della popolazione è stata uccisa o ferita, incluse decine di migliaia di bambini. Una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha descritto quanto accade a Gaza come genocidio. Non possiamo restare a guardare e lasciare che continui". Così il pilota della Ferrari Lewis Hamilton su Instagram. Non è la prima volta che Hamilton parla della situazione a Gaza.
"È difficile non sentirsi impotenti di fronte a tanta tragedia, ma non possiamo non fare nulla - aggiunge il quarantenne inglese - Ci sono organizzazioni incredibili che lavorano senza sosta per aiutare i palestinesi, e hanno bisogno di fondi per continuare”.
Leggi tutto: Hamilton: "A Gaza una tragedia, non possiamo restare a guardare"

(Adnkronos) - Secondo il parere di diversi 'estimatori', la vitamina D è il magnifico elisir di lunga vita, la pozione leggendaria capace di regalare salute e benessere a chiunque la assuma. "Secondo la narrazione di altri 'esperti', invece, la prestigiosa alchimia funziona solo a patto che venga aggiunta alla formula un'altra componente essenziale, nella fattispecie rappresentata dalla vitamina K, per sublimarla; secondo i 'dubbiosi', infine, questa presunta panacea di tutti i mali sarebbe un mezzo bluff perché tanto, a prenderla o a non prenderla, in fondo in fondo cambia molto poco". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione Umana alla Lum.
Ma come, quando e perché prendere la vitamina D? "Le vitamine sono circa 20 sostanze organiche che non vanno considerate alla stregua di un vero e proprio alimento, quanto piuttosto come un complemento essenziale per l'organismo, seppure in piccolissime quantità. Svolgono un'importante funzione di regolazione e protezione e si trovano, in concentrazioni variabili, in quasi tutti gli alimenti - spiega Minelli -Possono essere distinte in vitamine solubili in acqua o idrosolubili: vitamina C, vitamina PP o niacina, vitamine del gruppo B; vitamine solubili nei grassi o liposolubili: vitamina A, vitamina E, vitamina K e vitamina D". Di quest'ultima "si conoscono ben 5 forme tra loro diverse, numerate dalla D1 alla D5, tra le quali spiccano per importanza la D2 (ergocalciferolo) e, soprattutto, la D3 (colecalciferolo) che, oltre a trovarsi in alcuni alimenti animali, viene principalmente elaborata dall'organismo. Questa - precisa lo specialista - è in grado, una volta prodotta ed immessa in circolo, di svolgere le sue funzioni su diversi organi a distanza. Proprio in ragione di tale peculiarità, la vitamina D sembra avere le caratteristiche tipiche di un ormone".
Come funziona la vitamina D. "Nella stagione estiva, quando maggiore è l'esposizione al sole, può essere prodotta una quantità di vitamina D3 perfino eccedente rispetto alle esigenze dell'organismo che, in tali circostanze, provvederà ad immagazzinare gli eccessi soprattutto nel tessuto adiposo e nei muscoli, per poi utilizzarli negli eventuali momenti di carenza. Quindi - sottolinea l'immunologo - l'esposizione al sole anche soltanto del viso o delle braccia o delle gambe è la prima regola da rispettare per far sì che la concentrazione di vitamina D nel sangue resti su livelli adeguati. Altra regola importante da considerare è l'orario e la durata dell'esposizione, che può andare dai 20 ai 30 minuti nell'arco temporale della giornata compreso tra le ore 9 e le ore 15. Esiste infatti, nello specifico, la cosiddetta 'regola dell'angolo solare' che, nel caso in cui l'ombra del soggetto esposto al sole dovesse allungarsi più della sua altezza (come accade, per esempio, al tramonto), starebbe ad indicare una scarsa o assente produzione di vitamina D".
Come si assume la vitamina D? "Anche se per l'80% del fabbisogno la vitamina D viene generata dall'esposizione alla luce solare - prosegue Minelli - non va comunque sottostimata e men che meno esclusa l'assunzione di adeguate quantità di alimenti contenenti vitamina D. Figurano tra questi l'olio di fegato di merluzzo, i funghi, l'uovo e il latte intero, il salmone, le aringhe, il tonno, lo storione, il burro, il fegato, alcune verdure a foglia verde come il broccolo e il cavolo nero. Un'attenzione particolare va riservata alle condizioni di sovrappeso/obesità, nelle quali l'accumulo della vitamina D in abbondanti strati di tessuto adiposo ne impedisce la conversione nella forma biologicamente attiva - rimarca l'esperto - Sono queste le circostanze nelle quali, aspettando che un auspicabile dimagramento possa rendere più facilmente disponibili le scorte di vitamina D segregate nell'adipe, sarà il caso di addizionare i cibi con vitamina D al fine di aumentarne l'assunzione prevenendo eventuali condizioni di carenza. Dunque, la vitamina D non fa dimagrire, ma una dieta dimagrante certamente contribuisce ad annullare i rischi di una sua eventuale carenza".
A cosa fa bene la vitamina D? "La forma biologicamente attiva della vitamina D, ovvero il calcitriolo, promuove l'assorbimento intestinale di calcio e fosforo dei quali stimola, tra l'altro, il riassorbimento tubulare a livello renale - illustra l'immunologo - In sinergia con gli ormoni calcitonina e paratormone, contribuisce in maniera determinante alla salute delle ossa delle quali favorisce la mineralizzazione, la crescita e il rafforzamento. Proprio in ragione della sua capacità di regolare il calcio scheletrico, la vitamina D svolge un ruolo importantissimo nella prevenzione dell'osteoporosi, tanto più in condizioni particolari come la menopausa o la gravidanza. Promuove e regola lo sviluppo di cheratinociti e osteoclasti, importanti cellule strutturali, rispettivamente, della pelle e delle ossa. Inoltre, secondo quanto riportato da un crescente numero di studi in letteratura, al di là dei suoi documentati effetti sul sistema scheletrico, la vitamina D ad alte dosi sarebbe anche in grado di: influire positivamente sul decorso di malattie metaboliche, come ad esempio il diabete mellito di tipo 2, e le malattie del comparto muscolare e tendineo; esercitare un'azione preventiva sull'insorgenza di tumori del colon e della mammella; modulare le attività del sistema immunitario in ragione della presenza su monociti, macrofagi e altre cellule immunocompetenti di specifici recettori per il calcitriolo, ovvero la forma attiva della vitamina D3; assicurare importanti benefici nel decorso di immunopatie come la sclerosi multipla, la vitiligine, le malattie autoimmuni della tiroide, il diabete mellito giovanile".
Quanta vitamina D va assunta? "Negli adulti la dose giornaliera raccomandata di vitamina D può oscillare tra le 600 e le 2.000 Unità Internazionali, corrispondenti a quantitativi compresi tra i 15 e i 50 microgrammi. Nei bimbi entro il primo anno di età, al fine di scongiurare il rachitismo, è suggerito un apporto giornaliero di 10 microgrammi. Nelle persone adulte i livelli della vitamina D nel sangue sono considerati normali quando compresi tra un minimo di 30 e un massimo di 100 nanogrammi per millilitro di plasma", precisa Minelli.
Deficit di vitamina D "si possono riscontrare: nelle persone incapaci di assimilare vitamina D per presenza di sindrome malassorbitiva intestinale; nei pazienti con insufficienza renale; nei pazienti con insufficienza epatica; nelle persone di età superiore ai 65 anni, per una loro minore attitudine ad esporsi al sole, ma anche per una ridotta efficienza dei sistemi di sintesi cutanea della vitamina D; nei soggetti con pigmentazione scura della pelle; nelle donne in gravidanza e allattamento, nelle quali il livello ottimale di vitamina D non dovrebbe scendere al di sotto di 40 nanogrammi per millilitro di plasma, al fine di proteggere madre e feto da rischi gravidici come la nascita pretermine, la preeclampsia, il diabete gestazionale", ricorda l'immunologo.
Eccessi di vitamina D. "Il sovradosaggio può provocare effetti tossici legati al fatto che la vitamina D, essendo liposolubile, si accumula nei tessuti non potendo essere eliminata con le urine. Secondo la Società italiana dell'osteoporosi, del metabolismo minerale e malattie dello scheletro (Siommms), la soglia di tossicità è calcolata a concentrazioni ematiche superiori a 150 nanogrammi/millilitro. I principali effetti del sovradosaggio sono rappresentati da: nausea, mancanza di appetito, sonnolenza, diarrea, poliuria, calcolosi renale, calcificazioni, ipertensione, insufficienza renale", avverte lo specialista.
In caso di "assunzioni abbondanti e continuative di vitamina D, che potrebbero esageratamente innalzare i valori del calcio circolante mettendolo in condizioni di accumularsi pericolosamente nelle arterie e nelle vene e di ostruirle, la vitamina K2 può avere un suo perché. Ma se una persona assume le giuste dosi di vitamina D, magari perché è carente della stessa e dopo aver fatto un controllo ematico esplorativo si accorge di avere addirittura bisogno di rimpinguarla, il bisogno di assumere contestualmente la vitamina K2 non avrebbe più alcun motivo d'essere. Una ragione in più per evitare il consueto fai da te, ovvero il 'copia-incolla' dalle fake news più strampalate, e ricorrere saggiamente alla doverosa consultazione medica", conclude Minelli.
Leggi tutto: Vitamina D, elisir di lunga vita o un mezzo bluff?
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