(Adnkronos) - Formazione, sicurezza e stabilità è questa la ricetta di Oikyweb, azienda del settore home delivery, per una crescita sostenibile. “Investire nella formazione e nella sicurezza del personale - precisa Raffaele Ghedini, economista e presidente di Oikyweb - è essenziale per assicurare un futuro sostenibile per tutte le aziende che operano nella filiera. In Oikyweb questi due obiettivi sono da sempre al centro di ogni azione che coinvolga le risorse umane: tutti i nostri operatori, avendo superato il percorso di formazione iniziale, vengono assunti a tempo indeterminato e quindi lavorano (entrano in squadra, come si dice in Oikyweb), con contratti stabili".
"E - spiega - per tornare alla formazione, oltre al percorso formativo iniziale (davvero ampio, che coinvolge aspetti tecnici, operativi, comportamentali e di comunicazione con il cliente) e alla formazione periodica obbligatoria su ogni tema legato alla sicurezza sul lavoro, al personale proponiamo continuamente sessioni di training e aggiornamento tecnico-operativo (per esempio su ogni nuovo prodotto introdotto) e di sviluppo delle competenze più soft, indispensabili per saper fornire ai clienti un vero supporto e un servizio di altissima qualità".
"Gli obiettivi si raggiungono perseguendo ogni giorno, nella concretezza dell’operatività, ogni possibilità di miglioramento, non dichiarando al mondo obiettivi ambiziosissimi da raggiungere, guarda un po’, entro 10 o 20 o 30 anni, senza minimamente preoccuparsi di dire cosa bisognerebbe fare, ogni giorno da qui ad allora, per rendere raggiungibile un obiettivo che oggi è persino ridicolo dichiarare. Tanto, come diceva Keynes, nel lungo periodo saremo tutti morti. Questa non è visione strategica da alta politica, ma grossolana millanteria regale praticata però in un mondo in cui nemmeno più i pochi re superstiti osano ostentare supponenza”, aggiunge.
"Il modello Oikyweb di gestione delle risorse umane - si legge in una nota - più che alle normali prassi aziendali in ambito logistico (ma non solo logistico), assomiglia ad un mix tra i piani d’offerta di una technical school e di una management academy. Vi si trovano cose che nessuno immaginerebbe di trovare in una azienda logistica. Si passa da corsi di training tecnico su prodotti che ci si aspetterebbe di trovare in una azienda di produzione o, al limite, in un cat particolarmente evoluto, a sessioni addirittura di role-playing che affrontano tutte le situazioni che possono determinarsi nell’interazione con clienti in casa loro; da corsi base di comportamento fisico e verbale in casa dei clienti a sessioni di simulazione per la gestione delle situazioni critiche; da corsi informativi base a tutto il personale per la gestione in sicurezza delle dotazioni informatiche a corsi di alta specializzazione resi disponibili al personale IT".
“In tutte le aziende - chiarisce Raffaele Ghedini - così come in qualsiasi organizzazione complessa, sono le persone a fare la differenza e a contribuire alla performance complessiva dell’impresa, più di qualsiasi altro elemento od aspetto. Per questo motivo, in Oikyweb consideriamo fondamentale e prioritario ogni investimento che permetta ai nostri collaboratori di acquisire sempre maggiori competenze, abilità, caratteristiche non solo tecniche, ma anche sotto il profilo comportamentale, della comunicazione, della autoconsapevolezza che, sola, può permettere loro di affrontare qualsiasi imprevisto mantenendo la serenità necessaria a superarlo".
"Siamo fermamente convinti che la crescita personale e professionale delle persone sia il motore principale dell’innovazione e della competitività nel lungo periodo, e che questo valga per le aziende ma, in generale, per ogni organizzazione umana e, in definitiva, per l’intero Paese e per il sistema-mondo”, conclude.
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(Adnkronos) - Una dimensione digitale accessibile a tutti - preferibilmente in banda larga - ma arginata nelle sue possibili conseguenze negative. Proteggendo coloro che potrebbero essere maggiormente esposti ai pericoli ma, nel contempo, evitando che le misure prese in questa direzione rappresentino un ostacolo alle opportunità che le nuove tecnologie ci offrono. Per scongiurare che i nostri giovani partano da una posizione di svantaggio competitivo rispetto al resto del mondo.
Sono quelli appena elencati i pilastri della 'Carta del diritto all’innovazione' stilata attraverso una consultazione nazionale che il portale Skuola.net ha indetto, coinvolgendo circa 2.500 giovani di età compresa tra gli 10 e i 25 anni, che hanno vagliato i punti di un ampio manifesto programmatico e indicato le loro otto priorità. Una iniziativa - svolta con il supporto di Meta - che evidenzia una crescente consapevolezza tra ragazze e ragazzi rispetto al ruolo del digitale nelle loro vite. I giovani comprendono che un uso equilibrato dei social network, come Instagram, può offrire opportunità di crescita, sviluppo personale e anche professionale grazie alla creator economy, senza dimenticare l’importanza di mantenere un equilibrio, per preservare il loro benessere. Al contempo, però, chiedono di avere agevolmente a disposizione tutti quegli strumenti che consentano loro un pieno accesso al digitale, privilegiando la formazione e la responsabilizzazione rispetto alle barriere tecnologiche o ai soli divieti.
Un approccio equilibrato, il loro, che si applica anche al delicato tema dell’intelligenza artificiale: avere accesso ai modelli di IA più avanzati è fondamentale per non restare indietro, con la consapevolezza però che solo uno sviluppato quanto educato spirito critico può governare questa innovazione; una sorta di “vaccino digitale” che consenta ai giovani di essere opportunamente formati per riconoscere facilmente fake news e deepfake.
Insomma, un punto di vista che merita assoluta considerazione da parte di coloro che sono chiamati a prendere provvedimenti in questi ambiti: come è avvenuto oggi, quando la Carta del diritto all’innovazione è stata presentata a Binario F - il competence center di Meta - da una rappresentanza di studenti e illustrata ad alcuni selezionati esponenti - di forze parlamentari, Governo, istituzioni e Autorità di garanzia - che dedicano gran parte del loro lavoro a queste tematiche.
Ecco, in rigoroso ordine d’importanza, le priorità da attuare che le ragazze e i ragazzi hanno affidato loro. 1) Diritto alla sicurezza delle piattaforme. Garantire un impegno da parte dei fornitori di servizi digitali a progettare esperienze adeguate all'età controllando l’esposizione a contenuti o interazioni che possano contribuire in modo negativo al benessere personale, in particolare sotto l’aspetto psico-fisico e finanziario.
2) Diritto alla connessione: sviluppare politiche e iniziative che consentano a tutti i giovani, indipendentemente dal reddito familiare e dal luogo di residenza, di avere accesso ad una connessione in banda larga, personale e a costi accessibili, nonché alla fruizione di una estesa rete di connessioni gratuite e affidabili nei luoghi pubblici. 3) Diritto alla tecnologia giusta all’età giusta. Tutelare i più piccoli dall’accesso a tecnologie o contenuti che potrebbero essere dannosi ma, allo stesso tempo, conservando il diritto di chi ha l’età giusta di fruire facilmente di piattaforme e contenuti idonei senza che questo renda necessario rinunciare a privacy e libertà individuale.
4) Diritto alla disconnessione: sviluppare politiche e iniziative che consentano di offrire ai giovani piattaforme e tecnologie digitali in grado di non innescare meccanismi di dipendenza, per permettere loro di ridurre o controllare il tempo di utilizzo. 5) Diritto al 'vaccino digitale': garantire a ogni giovane il diritto/dovere di accedere a corsi di formazione per poter imparare a riconoscere le fake news e i deepfake in modo da poter formare una opinione personale senza essere condizionato da notizie false.
6) Diritto all’educazione digitale: sviluppare politiche e iniziative che privilegino al proibizionismo digitale l’educazione e la formazione, per consentire a tutti i bambini e agli adolescenti lo sviluppo di un rapporto consapevole con la tecnologia, ai fini del benessere personale e dell’occupabilità in ottica futura. 7) Diritto alla parità tecnologica: sviluppare politiche e iniziative che consentano ai giovani italiani di avere gli stessi diritti di accesso a tecnologie innovative - come ad esempio gli ultimi modelli di intelligenza artificiale - rispetto a quelli garantiti negli altri paesi europei e nel resto del mondo.
8) Diritto alla partecipazione digitale: onsentire ai più giovani - che spesso sono i maggiori fruitori di tecnologie e contenuti digitali - di essere permanentemente consultati da organi legislativi e fornitori di servizi digitali in merito a decisioni che hanno un diretto impatto sulla loro esperienza online.
In occasione dei suoi 25 anni di attività il media di riferimento degli studenti - nato proprio grazie alle prime connessioni Internet disponibili nelle case e nelle scuole - ha deciso di realizzare questa campagna di ascolto proprio per dare alle nuove generazioni la possibilità di dire la propria su temi che attualmente sono al centro del dibattito pubblico e sui quali si rischia di legiferare senza ascoltare i diretti interessati.
"Parlare di giovani e tecnologia senza ascoltare proprio loro - sottolinea Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net - è un errore che non possiamo più permetterci. Le ragazze e i ragazzi, con il digitale, ci convivono ogni giorno, e spesso ne capiscono sfumature che gli adulti faticano a cogliere. Inoltre, i cambiamenti in atto inevitabilmente impatteranno soprattutto sulle loro vite. E' per questo che Skuola.net si impegna a coinvolgerli in prima persona, specialmente quando si parla di questioni che li riguardano da vicino. Con la ‘Carta del diritto all’innovazione’ abbiamo voluto ribadire esattamente quanto sia importante metterli al centro, dare loro parola, responsabilità e fiducia. Solo così costruiremo davvero un dialogo costruttivo tra generazioni".
Un punto di vista che ha sicuramente riscosso un grande interesse, vista l’elevata partecipazione all’evento. Dai rappresentanti delle autorità - il Commissario Agcom, Massimiliano Capitanio; il componente del Garante per la protezione dei dati personali, Agostino Ghiglia; il direttore della I divisione del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza cibernetica Barbara Strappato. A quelli del Governo: il viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci; il direttore generale per la comunicazione e le relazioni istituzionali del ministero dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Pierro; il consigliere del ministro all’Università e ricerca, Alessandra Gallone. Concludendo con le parlamentari Lavinia Mennuni (FdI), Simona Malpezzi (PD) e Giulia Pastorella (Azione).
(Adnkronos) - Luciano Spalletti torna sul caso Francesco Acerbi. Il ct della Nazionale oggi, giovedì 5 giugno, ha parlato alla vigilia della sfida con la Norvegia, in programma domani venerdì 6 giugno, e valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026. Il difensore dell'Inter, reduce dalla finale di Champions League persa con il Paris Saint-Germain, ha deciso di rifiutare la convocazione da parte dell'ex allenatore del Napoli, accusandolo direttamente di "mancanza di rispetto". Parole a cui ha risposto, a stretto giro, lo stesso Spalletti.
"Acerbi poi mi spiegherà dove gli ho mancato di rispetto", ha detto il ct azzurro ai microfoni di Sky Sport, "e io gli dirò ciò che penso sul rispetto dovuto a me e alla Nazionale". Una vera e propria 'frecciata' poi Spalletti l'ha indirizzata all'ex commissario tecnico dell'Italia, Roberto Mancini, che sotto il post Instagram in cui Acerbi spiegava la sua scelta di non rispondere alla chiamata ha messo un 'mi piace': "Non scherziamo.Penso che gli abbiano rubato il telefono e gli stanno mettendo 'like' per fargli fare brutta figura", ha detto Spalletti, "può succedere, i cellulari vengono hackerati. Dev'essere andata così, non vorrei pensare diversamente".
Il post in questione, che ha scatenato il caso e agitato il ritiro della Nazionale, è quello in cui Acerbi spiegava le sue ragioni per non rispondere alla convocazione di Spalletti: "Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me. Tuttavia, ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti non esistono ad oggi le condizioni proseguire serenamente questo percorso", aveva scritto il difensore dell'Inter.
"Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte. Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct", ha continuato Acerbi, "questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al ct, non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla 'depressione' per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro. Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo"
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(Adnkronos) - Il tema scelto quest'anno per la Giornata mondiale dell’ambiente, che si celebra oggi, 5 giugno, è l'inquinamento da plastica, a lungo considerata una delle grandi invenzioni più utili della modernità: leggera, resistente, versatile, ha rivoluzionato settori come l'elettronica, l'imballaggio degli alimenti, l'abbigliamento e l’arredo ma, in parallelo, è diventata l’incubo degli oceani e della natura. Ma come affrontano questa sfida le aziende del design? Se per alcuni brand essere green è una tendenza passeggera, per altri è un obbligo morale al punto da rivoluzionare profondamente la propria produzione o creare prodotti in grado di promuovere il riciclo contrastando la logica del monouso e utilizzando tecnologie sempre più avanzate.
Ne è un esempio il marchio di pavimentazioni in legno Listone Giordano, che ha lanciato il progetto Circular, ovvero l’applicazione dell’economia circolare al legno. Attraverso tecnologie innovative e brevettate, il marchio recupera dalle tinte di vino delle vinacce alla polvere di grafite dell’industria aerospaziale utilizzandole per dare vita a parquet unici ed eterni.
Per Listone Giordano la parola ‘innovazione’ ha un significato ampio, come ricorda Andrea Margaritelli, Brand Manager di Listone Giordano: “E' strettamente connesso con il patrimonio identitario stesso del marchio, il quale non si configura come semplice logotipo grafico titolato di sola notorietà, ma piuttosto come vero e proprio testimone cui è affidato il compito di rappresentare i valori principali di un’azienda: alcuni materiali e immediatamente visibili, altri intangibili, ma non per questo meno concreti e determinanti nel successo di impresa. Listone Giordano pone, infatti, al centro della propria identità di certo conoscenza e tecnologia del legno, ricerca estetica, ma non di meno rispetto della natura e interpretazione autentica dei migliori valori della cultura, sensibilità artistica e stile di vita italiano".
Al design circolare guarda anche il brand Talenti, punto di riferimento nel settore dell’arredo outdoor che ha presentato un vero e proprio 'Dossier Sostenibilità' puntando sui materiali. “Siamo sempre stati dell’idea - conferma Fabrizio Cameli, Ceo e fondatore dell’azienda umbra - che le aziende abbiano una notevole responsabilità verso l’ambiente: questo concetto è intrinseco nella nostra vision e il nostro obiettivo è proprio quello di creare oggetti di qualità, che durino nel tempo e costruiti con materiali sostenibili. La scelta di utilizzare materiali riciclati o a basso impatto ambientale per noi non è una moda, abbiamo passato molti anni a fare ricerca sul tema e ora possiamo dire di essere un’azienda green".
"Sono tanti gli accorgimenti - spiega - che abbiamo adottato, a partire appunto proprio dai materiali che utilizziamo: come il Vitter, il legno di Accoya, il Teak e l’alluminio. Per fare un esempio cito Nalu dove un particolare focus nella progettazione di questa collezione è stato dato alla componente sostenibile. La struttura è realizzata 100% in alluminio facendo proprio non solo un discorso di resistenza agli agenti atmosferici, ma anche di rispetto dell’ambiente. Il tutto rafforzato dal fatto che la collezione è interamente e totalmente disassemblabile e riciclabile. Ma anche Venice per esempio, un’altra delle nostre ultime collezioni, nella quale il legno Accoya è l’assoluto protagonista e incarna perfettamente il nostro ideale di rispetto verso la natura e ciò che ci circonda. Quest’ultimo è un legno massiccio ed eco-friendly proveniente da foreste sostenibili a crescita rapida, totalmente atossico, che fornisce una stabilità dimensionale e una durabilità̀ superiore anche al miglior legname duro tropicale”.
In un contesto in cui la sostenibilità è spesso evocata più come strategia di comunicazione che come reale pratica industriale, servono scelte coraggiose, coerenza e la volontà di assumersi rischi concreti. Lo sa bene Michele Moltrasio, amministratore delegato del Gruppo Gabel, che da oltre 60 anni porta avanti un modello produttivo interamente italiano, etico e certificato, con uno sguardo lucido e critico sul presente: "Nel nostro settore, parlare di sostenibilità è diventato quasi una moda, ma per noi del Gruppo Gabel è da sempre una scelta concreta, radicata e spesso controcorrente. Fin dalla nostra nascita nel 1957, abbiamo deciso di produrre esclusivamente in Italia, mantenendo il controllo diretto su tutta la filiera: una decisione coraggiosa, che comporta costi e rischi imprenditoriali più elevati, ma che ci consente di garantire una qualità autentica e una reale trasparenza nei processi".
"Oggi - fa notare - siamo rimasti l’unica grande manifattura tessile italiana, in Europa, a portare avanti questa scelta con coerenza. Un impegno che si traduce non solo nei nostri stabilimenti alimentati da energia verde, nell’utilizzo di depuratori ben prima che fosse obbligatorio, o nella drastica riduzione dell’uso della plastica, ma anche nello sviluppo di collezioni iconiche come Naturae, realizzata interamente in cotone e lino non trattati, e Memoria, prima linea italiana in percalle biologico certificata Gots per l’intera filiera, che rappresentano un unicum nel panorama tessile. Siamo orgogliosi di aver ottenuto certificazioni come Step by Oeko-Tex e Gots, che testimoniano il nostro rigore ambientale e sociale, ma anche del fatto che il nostro messaggio venga trasmesso attraverso il prodotto stesso: un prodotto pensato per durare, fatto con responsabilità, e capace di rispondere a chi oggi, sempre più consapevole, chiede verità, coerenza e trasparenza. Il nostro percorso non sempre è facile, né privo di sacrifici, ma crediamo che l’unica via possibile per il futuro sia quella di un’impresa che coniuga etica, bellezza e rispetto per l’ambiente. Ed è proprio questo che ogni giorno cerchiamo di fare, con i fatti, non con le parole".
Anche G.T.Design, azienda pioniere del tappeto contemporaneo, progetta e realizza oggetti nel totale rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Le collezioni di G.T.Design vantano un’incomparabile attenzione al dettaglio e sono realizzate in materiali naturali e fibre performanti di prima qualità. “In G.T.Design crediamo che ogni tappeto possa essere una piccola porzione di mondo restituita alla natura: un frammento di paesaggio che rigenera lo spazio e la mente”, racconta Deanna Comellini, founder e art director del brand.
“Con collezioni come Sahil, realizzata in 100% juta, o Flat Out, pensata per l’outdoor e creata con Pet riciclato e riciclabile, trasformiamo materiali sostenibili in esperienze sensoriali che parlano di rispetto, equilibrio e connessione. Rigenerare, per noi, significa scegliere fibre che non impoveriscono il suolo ma lo nutrono, tecniche che non cancellano la tradizione ma la rinnovano. Il tappeto è il primo terreno che abitiamo: partire da lì è un modo per riscrivere, ogni giorno, un nuovo patto con la Terra". Il processo creativo di Deanna Comellini è radicato nella continua ricerca e scoperta di fibre naturali e filati tecnici, così come nella sperimentazione attraverso tecniche di produzione tradizionali e sistemi di tessitura all'avanguardia, metodi di pittura manuale e stampa digitale.
(Adnkronos) - Circa il 50% dei pazienti con cancro soffre di dolore cronico, in ogni fase della malattia e anche oltre la guarigione. Al quadro possono inoltre aggiungersi picchi di dolore intensissimo, il cosiddetto breakthrough cancer pain (Btcp), che insorgono in modo rapido e inaspettato, anche 3-4 volte al giorno, con un forte impatto sul piano fisico e psico-emotivo. Per i pazienti oncologici, il trattamento appropriato del dolore è un aspetto essenziale per migliorare la qualità di vita e garantire l'efficacia del percorso di cura. Sul tema si sono confrontati alcuni tra i massimi esperti italiani intervenuti al simposio 'Terapia del dolore: novità e sicurezza', organizzato da Istituto Gentili nell'ambito del XXIV Congresso dell'Area culturale dolore e cure palliative (Acd) della Siaarti, Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, in corso a Bari.
Tra le priorità d'intervento individuate spiccano: aumentare la conoscenza della terapia del dolore, sgombrando il campo da pregiudizi e disinformazione sui farmaci oppioidi; sensibilizzare sull'importanza e sulla sicurezza di questo strumento per i pazienti oncologici e garantire un accesso ampio e appropriato alle cure che, grazie all'innovazione tecnologica, sono sempre più a misura di paziente.
"Il dolore nei pazienti oncologici può derivare sia dalla malattia stessa, sia dai trattamenti ricevuti - spiega Silvia Natoli, responsabile dell'Acd di Siaarti e co-responsabile scientifica del congresso - Le conseguenze sono significative: influenza la qualità della vita e gli aspetti sociali e relazionali del paziente. Inoltre, il dolore cronico è spesso associato a disturbi psicologici come depressione, ansia e stress, e può compromettere l'aderenza alle terapie. Per questo la terapia del dolore ha un ruolo fondamentale nel percorso del paziente oncologico non solo nelle fasi terminali, ma anche durante e dopo la malattia. Gli oppioidi - chiarisce la specialista - rappresentano attualmente i farmaci di prima linea per il trattamento del dolore cronico oncologico. Tra questi, il Fentanyl, per la sua azione rapida e potente, si rivela particolarmente utile anche nel trattamento degli episodi di dolore severo che incidono negativamente sulla qualità di vita del paziente, compromettendone le attività quotidiane. Se usato secondo prescrizione medica, il Fentanyl è sicuro - sottolinea Natoli - L'uso appropriato e controllato degli oppioidi non deve destare preoccupazioni nei pazienti, a patto che venga gestito da professionisti esperti e in un contesto di cure personalizzate".
I farmaci oppioidi - ricorda una nota - sono molecole in grado di produrre analgesia nel momento in cui il nostro organismo non è più in grado di proteggerci dal dolore, e il loro utilizzo costituisce una strategia terapeutica fondamentale per il trattamento del dolore secondo le linee guida delle principali società scientifiche nazionali e internazionali. Il Fentanyl, in particolare, è uno degli oppioidi più utilizzati al mondo per gestire il dolore in forma grave ed è sicuro nei pazienti che presentano insufficienza d'organo, per esempio nelle persone affette da danno renale, perché agisce rapidamente e ha un'emivita breve, pertanto non si accumula in circolo. Da tempo l'Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento del dolore nei pazienti affetti da cancro. Proprio per la sua efficacia e la sicurezza in ambito medico, al Fentanyl vengono destinati impegni in termini di innovazione per favorire la migliore appropriatezza terapeutica in base alle esigenze individuali di ciascun paziente.
"In molti casi il dolore è la componente invalidante del tumore - evidenzia Vittorio Guardamagna, direttore Cure palliative e terapia del dolore, Istituto europeo di oncologia (Ieo), Milano - e i pazienti che non riescono a controllarlo spesso abbandonano la terapia, con la conseguenza di non riuscire a gestire i trattamenti oncologici come la chemioterapia o la radioterapia. Ecco perché curare il dolore, migliorando l'aderenza alle terapie antitumorali, può far vivere non solo meglio ma anche più a lungo i pazienti. In particolare, gli attacchi improvvisi di dolore (Btcp) necessitano di essere trattati con un farmaco analgesico rapido e potente come il Fentanyl che il paziente può somministrare velocemente per via transmucosale, vale a dire tramite spray nasale e pastiglie sublinguali, riuscendo così a risolvere le crisi di dolore e a stare meglio. Si tratta davvero di un'arma indispensabile nelle mani del medico per una gestione efficace del dolore in ambito oncologico".
Proprio "grazie agli avanzamenti della ricerca tecnologica - prospetta Guardamagna - potremmo a breve disporre di soluzioni terapeutiche a base di Fentanyl dalla sicurezza rafforzata, cioè dotate di dispositivi di somministrazione all'avanguardia che permettono di ridurre al minimo il rischio di sovradosaggio accidentale, di uso improprio e di abuso del farmaco. Una buona notizia - rimarca - per i pazienti e per la classe medica, nell'ottica di assicurare, accanto al beneficio terapeutico, un uso corretto del medicinale. L'innovazione in questo campo potrà svolgere un ruolo importante anche per sensibilizzare i pazienti e l'opinione pubblica sull'importanza e sulla sicurezza dei farmaci oppioidi per il trattamento del dolore nelle persone che vivono l’esperienza del cancro".
Leggi tutto: Tumori, esperti: "Dolore invalidante per 1 paziente su 2 in ogni fase della malattia"
(Adnkronos) - "Come cittadina e come sorella, non posso nascondere il dolore e la profonda amarezza che questo momento inevitabilmente riapre. Ma come donna delle Istituzioni, sento anche il dovere di affermare con forza che questa è la legge. Una legge, quella sui collaboratori di giustizia, voluta da Giovanni, e ritenuta indispensabile per scardinare le organizzazioni mafiose dall’interno". Così Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci, sulla liberazione definitiva di Giovanni Brusca.
"Brusca ha beneficiato di questa normativa, ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia che ha avuto un impatto significativo sulla lotta contro Cosa Nostra. Le sue confessioni hanno contribuito all’arresto di numerosi mafiosi e alla confisca di beni illeciti- dice -Tuttavia non si può ignorare che la sua collaborazione non è stata, su ogni fronte, pienamente esaustiva. In particolare, rimane tuttora un’area nebulosa quella riguardante i beni a lui riconducibili, per i quali la magistratura ha il dovere di continuare a indagare e chiarire ogni dubbio: colpire i mafiosi nei loro interessi economici è la pena più dura, privarli del denaro è ciò che li annienta davvero".
"Il mio giudizio personale, come sorella di Giovanni Falcone, oggi rimane distinto da quello istituzionale. Brusca è autore di crimini orrendi, come Il rapimento e l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito, che fu tenuto prigioniero per 779 giorni e poi strangolato e sciolto nell’acido e non trovo parole per esprimere il mio dolore e rabbia personale che altrettanto e ancora più grande sarà da chi ha subito questi orrori. Ma proprio per questo, oggi rinnovo il mio impegno, e quello della Fondazione che porta il nome di Giovanni, a continuare a lavorare per il rispetto della legge, fondamento della nostra democrazia", conclude.
Leggi tutto: Maria Falcone: "Brusca libero? Provo dolore ma questa è la legge"
(Adnkronos) - Lois Boisson si prepara a scendere in campo nella semifinale del Roland Garros 2025. La tennista francese sfida oggi, giovedì 5 giugno, la statunitense Coco Gauff per raggiungere un'incredibile finale allo Slam parigino, dove troverebbe la vincente della sfida tra Aryna Sabalenka e Iga Swiatek. Arrivata nel tabellone principale grazie a una wild card, Boisson attualmente ricopre 361esima posizione nel ranking Wta, condizione che rende ancora più straordinaria la sua impresa e arriva a toccare guadagni mai sfiorati in carriera.
Nel suo percorso al Roland Garros ha eliminato Jessica Pegula, numero tre del mondo, agli ottavi di finale e Mirra Andreeva, sesta della classifica generale Wta ai quarti. Ora, di fronte a lei, si trova Gauff, che del mondo è numero due ed è stata finalista agli ultimi Internazionali d'Italia, vinti da Jasmine Paolini. Uno scoglio duro per Boisson, che però, come detto, ha già potuto festeggiare, grazie alla prima semifinale Slam della carriera, guadagni record mai nemmeno sfiorati prima.
Lois Boisson, fin qui, ha guadagnato oltre 600mila euro, 690 per la precisione, grazie alla semifinale raggiunta al Roland Garros. In caso di qualificazione all'ultimo atto dello Slam parigino, la tennista francese intascherebbe invece ulteriori 295mila euro. Ma già grazie ai guadagni conquistati con la semifinale Boisson ha quintuplicato quanto raggiunto nella sua intera carriera.
Fin qui infatti Lois, 22 anni, ha guadagnato circa 130mila euro di prize money. Quindi, il montepremi raggiunto al Roland Garros è cinque volte più alto di quanto conquistato nella sua intera, seppur ancora giovane, carriera tennistica sommando tutti i risultati ottenuti nei tornei a cui ha partecipato fin qui.
Gauff-Boisson, in programma oggi giovedì 5 giuigno, così come tutte le partite del Roland Garros 2025, sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali Eurosport, visibili tramite abbonamento Sky. Lo Slam sarà disponibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, Dazn, Timvision e Discovery+.
Leggi tutto: Boisson, montepremi record al Roland Garros. Quanto ha guadagnato
(Adnkronos) - Il Como respinge l'assalto dell'Inter per Cesc Fabregas. Il club nerazzurro, alla ricerca di un nuovo allenatore dopo Simone Inzaghi, punta sul tecnico spagnolo. Mirwan Suwarso, presidente del club lombardo, ha però chiuso ancora una volta la porta: "Abbiamo comunicato il nostro rifiuto direttamente al presidente dell’Inter - le parole di Suwarso, riportate dal giornalista esperto di calciomercato Fabrizio Romano - che lo ha riconosciuto con la cortesia e la chiarezza che ci si aspetta tra club che si rispettano reciprocamente".
Suwarso ha aggiunto: "Per questo motivo, consideriamo le voci insistenti sul loro interesse per il nostro allenatore come pura fantasia. Difficilmente qualcuno insisterebbe dopo una risposta così chiara. Soprattutto un club del calibro dell’Inter".
Leggi tutto: Il presidente del Como: "Comunicato all'Inter il 'no' per Fabregas"
(Adnkronos) - “Con il nuovo centro diurno polifunzionale di Genova abbiamo affrontato il tema della legalità e dell’uso consapevole delle tecnologie. È stata un’esperienza intensa e autentica, che ci ha permesso di confrontarci con realtà e prospettive differenti, ma sorprendentemente vicine”. Lo ha dichiarato Camilla Alfieri, Student Ambassador dell’Università Luiss Guido Carli, nell’ambito dell’VIII edizione del progetto “Legalità e Merito”.
“I ragazzi ci hanno colpito per sensibilità e voglia di partecipare: insieme abbiamo costruito un progetto che riflette una visione condivisa e matura dell’uso del digitale. Un incontro umano e formativo che mi ha lasciato davvero molto”, ha aggiunto Alfieri.
(Adnkronos) - “Con gli studenti dell’Istituto Falcone di Palazzolo sull’Oglio abbiamo affrontato il tema della violenza di genere e degli stereotipi, con un approccio innovativo. I ragazzi hanno coinvolto i familiari delle vittime, trasformando il progetto in una riflessione profonda che ci ha mostrato come la violenza di genere, prima ancora che giuridica, sia una questione antropologica e culturale. Solo attraverso il dialogo e il riconoscimento dell’altro come persona possiamo costruire una società più giusta". Lo ha detto Cristiano Nardelli, Student Ambassador dell’Università Luiss Guido Carli, in occasione dell’VIII edizione del progetto “Legalità e Merito”.
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