(Adnkronos) - Un uomo e una donna sono precipitati oggi, giovedì 5 giugno, dalla terrazza di una casa colonica ad Ambra, località del comune di Bucine, in provincia di Arezzo.
Prima sarebbe caduta lei dalla terrazza, poi il compagno. La tragedia dai contorni ancora oscuri è accaduta nel tardo pomeriggio.
Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118 e i carabinieri. Al momento non si conoscono le conseguenze della caduta, pare dal primo piano. I due, nonostante le lesioni, sono entrambi in vita, e trasportati in ospedale. Tra le ipotesi, da verificare, quella di un litigio di coppia. I due, italiani sui 50 anni non sono originari del posto.
Leggi tutto: Arezzo, coppia precipita dalla terrazza di una casa colonica ad Ambra
(Adnkronos) - "Trovo davvero vergognoso che la presidente del Consiglio stia facendo una campagna per l’astensione. Ha paura della partecipazione". Così Elly Schlein va all'attacco di Giorgia Meloni dalla Festa de l'Unità delle Marche ad Ancona.
"Ho sentito che oggi ha detto che è del tutto contraria a dimezzare i tempi per ottenere la cittadinanza. La mia domanda per Giorgia Meloni è molto semplice: se è così contraria, perché non va a votare no? Perché vuole affossare questi referendum? Perché vuole che il voto di milioni di cittadini non conti? Questa è davvero una cosa vergognosa”, ha insistito la leader dem. “Io dico a Giorgia Meloni - ha incalzato Schlein - abbia almeno il coraggio di dire che è contraria anche ai referendum sul lavoro che contrastano la precarietà. Ha detto che è contraria sulla cittadinanza, abbia il coraggio di ammettere che è contraria ad aumentare la sicurezza sul lavoro e a contrastare la precarietà. Non sono sorpresa perché questo governo da quando è in carica ha solo aumentato la precarietà”.
“Ho sentito Giorgia Meloni arrampicarsi sugli specchi, dire che sono tutte questioni di rese dei conti nella sinistra: niente di più falso. Quelle sono leggi che i cittadini col loro voto possono cambiare. E’ incredibile che la presidente del Consiglio non dica che cosa ne pensa”.
Quindi Schlein lancia un nuovo appello. “L’8 e 9 giugno saremo tutti a votare il referendum. E mi appello anche a chi è contrario a quei quesiti: l’importante è andare a votare. E’ una vergogna - ha insistito - che la presidente del Consiglio non voglia fare votare gli italiani”.
La leader Pd attacca ancora la premier anche per le posizioni assunte sul voto amministrativo. "Meloni dice che l'esito delle regionali non è dirimente per il governo. Le chiedo cosa sia dirimente per il governo. I 25 mesi di fila del calo della produzione italiana? I salari tra i più bassi d'Europa? Lo sono le liste d'attesa così lunghe che costringono sei milioni di italiani a rinunciare alle cure? Noi siamo qui a costruire l'alternativa”.
“Noi siamo al lavoro in tutte le regioni per costruire coalizioni più ampie e forti possibile. Nelle Marche il Pd ha già una proposta di candidatura molto forte che è quella di Matteo Ricci, discuteremo con tutte le altre forze politiche sul programma e speriamo di fare bene. Non è difficile fare meglio di Acquaroli che è arrivato ultimo nella classifica di gradimento dei presidenti di Regione".
Schlein rilancia poi l'appuntamento per la manifestazione pro Palestina di sabato 7 giugno. “Sabato saremo in piazza per una manifestazione per Gaza. Per fermare il massacro dei civili palestinesi e per condannare i crimini del governo di estrema destra di Netanyahu. La manifestazione che abbiamo convocato, assieme al Movimento 5 Stelle e ad Alleanza Verdi e Sinistra, e invitiamo tutti coloro che condividono la nostra piattaforma”.
“Una piattaforma chiara e senza ambiguità e che chiede - spiega la leader dem - il cessate il fuoco immediato e di liberare tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi di Hamas e per lo sblocco di tutti gli aiuti umanitari indispensabili per la popolazione martoriata di Gaza. Chiede un embargo totale di armi da e verso Israele e le sanzioni per il Governo di estrema destra di Israele e i suoi crimini. Chiede il riconoscimento dello stato di Palestina perché loro come gl israeliani hanno il diritto a vivere in pace e sicurezza".
(Adnkronos) - Roma, 5 giu. (Adnkronos)
Simpatico scambio di battute al termine della festa per i 211 anni dell'Arma dei Carabinieri a piazza di Siena (Roma) tra Lino Banfi e il ministro della Difesa Guido Crosetto. L'attore salutando il ministro ha detto: "Almeno una volta devi dire 'sono cresciuto con i film di Banfi'". Crosetto ha quindi abbracciato Banfi e ripetuto: "Sono cresciuto con i film di Banfi". Poi Banfi si è rivolto al comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo: "Tu sei un grande generale, un bel raghezzo", ha detto scherzando.
(Adnkronos) - Femminicidio a Cene, nella Valle Seriana, in provincia di Bergamo. A quanto si apprende oggi, giovedì 5 giugno, un 55enne ha sparato a sua moglie, uccidendola. L'uomo si è poi tolto la vita, sparandosi a propria volta. Il delitto, sempre secondo le prime informazioni, si sarebbe consumato in casa ma non sono noti al momento né la precisa dinamica dell'omicidio-suicidio.
La coppia aveva due figli, uno maggiorenne, di 19 anni, e un altro minorenne. A chiamare i militari sarebbe stato proprio uno di loro. I carabinieri, coordinati dal pm di turno, sono al lavoro nell'appartamento della coppia per cercare di individuare elementi utili a capire il movente.
(Adnkronos) - Presto il Quirinale avrà un altro logo, destinato alla produzione di gadget ma che non sostituirà l'originale. Tant'è che c'è già chi parla di una brandizzazione del Colle, sulla scia di quanto avviene a palazzo Madama e Montecitorio, negli Stati Uniti (basti pensare a tazze e t-shirt vendute dalla Casa Bianca) o in Francia (dove la presidenza di Emmanuel Macron ha persino lanciato una boutique online di souvenir). Il Quirinale, guidato da Sergio Mattarella dal 2015, ha infatti deciso, secondo quanto apprende l'Adnkronos, di entrare nel mondo del merchandising, adeguando il book-shop già in funzione per i numerosi visitatori.
Lo scorso 21 maggio, il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica ha presentato, in qualità di titolare, una richiesta di registrazione presso l'Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (Euipo). Si tratta di un nuovo marchio: una "Q" blu con la gambetta che richiama un'onda tricolore e, in alto, un torrino stilizzato in bianco e nero; e un altro logo, caratterizzato dalla scritta "Quirinale" per esteso. Come rappresentante legale figura lo studio associato Cerino-D'Angelo di Pomigliano d'Arco in provincia di Napoli, specializzato nella tutela della proprietà intellettuale e dei marchi aziendali.
Questa operazione di marketing rappresenta anche un'opportunità per valorizzare il Quirinale sotto un profilo commerciale. La Presidenza della Repubblica ha registrato il brand per ben dodici categorie di prodotti e servizi, anche se poi non è detto che tutto venga realizzato: si va dalle candele ai magneti, dalle chiavette Usb alle custodie per tablet, dalle lampade alle spillette. E ancora: portachiavi, orologi, valigie, borse, zaini e portafogli. Non mancano poi articoli di cancelleria di ogni tipo: agende, taccuini, penne e segnalibri, fino ad arrivare a opere d'arte, oggetti decorativi e capi d'abbigliamento, come cappellini, t-shirt, giocattoli e peluche.
Il nuovo logo si aggiunge a quello in uso da tempo: il simbolo della Presidenza della Repubblica Italiana che campeggia sul podio dei discorsi del Capo dello Stato è un ovale con le iniziali "P" e "R" sovrapposte, sormontate da una corona e dalla scritta "Presidenza della Repubblica". D'ora in poi, dunque, il Colle potrà diffondere in modo capillare i propri marchi, che si presenterà con una veste grafica completamente rinnovata. (di Antonio Atte e Vittorio Amato)
Leggi tutto: Nuovo logo per il Quirinale, così il Colle punta al merchandising
(Adnkronos) - Storie di donne che fanno i conti con un tumore. Al Cinema Anteo di Milano è stato presentato il corto 'Due di noi', docufilm fuori concorso al Milano Film Fest che vede l’attore Claudio Santamaria come direttore artistico, in programma fino all’8 giugno. Promosso da Gilead Sciences Italia con l’associazione Europa Donna Italia e prodotto da Tapelessfilm, il cortometraggio che ha per protagoniste due donne - Chiara e Teresa - dopo la diagnosi di tumore al seno metastatico con i loro progetti, le loro aspettative per il futuro, il significato diverso che assume il tempo. Le due donne, 50 e 38 anni, sono distanti geograficamente (Chiara vive a Venezia, Teresa a Salerno), ma parallele e profondamente intrecciate nella loro umanità. Entrambe convivono con un tumore al seno metastatico, una diagnosi che, solo nel 2022, ha riguardato oltre 52.000 donne e che spesso strappa ogni certezza, ogni progetto. Ma che oggi, grazie al progresso terapeutico, sta evolvendo sempre più nella dimensione della cronicità.
"Io sono una persona con una malattia, non sono una persona malata - afferma Chiara nel film – e dunque vivo la malattia come una piccola parte della mia vita che curo". Raccontare queste due storie senza che la malattia ne diventasse protagonista assoluta è stata la sfida del docufilm diretto da Mattia Colombo e Davide Fois. Nove mesi di aspettativa di vita: è questa la prognosi che ho ricevuto nel 2020 quando la malattia si è ripresentata” ricorda Chiara Ruaro, protagonista di Due di Noi. "Da allora sono passati 5 anni, una laurea, una carriera e tante passioni. La vita ti mette davanti a salite molto ripide, spetta a noi decidere come affrontarle. La mia storia - che è fatta anche di paure e di momenti di sconforto, soprattutto quando aspetto i risultati degli esami - e che ho avuto la fortuna di raccontare in un modo così amplificato, spero sia di aiuto alle donne che si trovano di fronte a questo percorso. Non si può e non si deve minimizzare, ma si può e si deve prendere il tempo e riempirlo di vita, perché il presente deve essere vissuto appieno e il futuro e la scienza possono cambiare il nostro cammino".
"Si chiama cancro, non possiamo evitare di chiamarlo con il suo nome" dice Teresa Giordano, l’altra protagonista di Due di noi. “Ciò che dico a me stessa quando sento di crollare è di avere coraggio. Mi dico: cadi, sprofonda, attraversa questo dolore e prova a trasformarlo. Anche a 30 anni, anche quando la vita sembra così difficile, il tempo può essere meraviglioso; negli ultimi 7 anni ho fatto cose che non avrei fatto prima. Ho talmente tanti progetti da realizzare nei prossimi anni che non basterebbe un libro per contenerli tutti; il più vicino è il mio matrimonio, con un compagno che mi ha scelto il giorno della mia prima diagnosi e non mi ha mai abbandonata".
"Le storie di Chiara e Teresa sono una testimonianza preziosa", afferma Alessandra Gennari, docente di oncologia medica presso l'Università del Piemonte Orientale, Coordinatrice della Faculty sulle neoplasie della mammella di Esmo (Società europea di oncologia), direttore della Clinica Oncologica dell’ospedale universitario di Novara. Due storie che"raccontano in modo indiretto come le terapie possano incidere in modo significativo per le pazienti che ricevono una diagnosi di progressione della malattia. La ricerca è in continua evoluzione e oggi il tumore al seno metastatico, sia nelle forme più aggressive, sia nelle forme più diffuse, può contare su terapie più efficaci che riescono a dare più tempo con una migliore qualità di vita. Per noi clinici vedere affrontare un percorso così difficile con tenacia e voglia di futuro è un grande traguardo; diffondere questo messaggio con la voce delle pazienti è fondamentale".
Il percorso di Chiara e Teresa non potrebbe essere lo stesso senza il supporto di una rete di donne che quotidianamente si sostengono e si aiutano. Le associazioni pazienti rappresentano un porto sicuro, dove trovare conforto, accoglienza e aiuto. Il docufilm 'Due di Noi' è realizzato grazie alla collaborazione di Europa Donna Italia, da sempre impegnata per le pazienti a fianco della comunità scientifica e delle istituzioni. "Dedichiamo un’attenzione speciale alle pazienti con tumore al seno metastatico dal 2012, quando abbiamo promosso la prima indagine dedicata a far emergere i loro bisogni", dichiara Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia.
"In quel tempo il tumore metastatico era un tabù; oggi lo è molto meno, grazie anche ai progressi della ricerca che hanno permesso di dare una dimensione nuova alla fase avanzata della malattia. Una fase che porta con sé esigenze specifiche, legate non solo alla prospettiva di vita, ma anche alla particolare condizione fisica e psicologica della donna, che si trova ad affrontare scenari molto diversi rispetto a chi convive con la malattia localizzata. Nel tempo non abbiamo mai smesso di restare in ascolto delle pazienti, da questo ascolto sono emerse in particolare cinque richieste che sintetizzano i loro bisogni: le abbiamo racchiuse nel Manifesto del tumore al seno metastatico e ci siamo impegnate per portarlo sui tavoli istituzionali, avviando un’azione di advocacy che chiede alle istituzioni risposte rapide e tempestive".
'Due di Noi' è parte dell’impegno che Gilead Italia, presente nell’area dell’oncologia solida, rafforza da quattro anni. "Siamo fieri di essere riusciti in un tempo breve, quanto mai prezioso, a contribuire al miglioramento della vita di persone che affrontano una malattia oncologica metastatica, grazie a terapie che aumentano l’aspettativa di vita, garantendo che questa possa essere vissuta con qualità", afferma Carmen Piccolo, direttore medico Gilead Sciences Italia. "Il nostro impegno è costante non solo per trovare terapie sempre più innovative ed efficaci – si pensi che a oggi sono attivi 30 studi per 20 nuove potenziali indicazioni per il tumore al seno e altre tipologie di tumori solidi entro il 2030 – ma anche per garantire che l’accesso a queste terapie avvenga il più rapidamente possibile. Per questo la collaborazione con la comunità scientifica, le istituzioni e le associazioni pazienti rimane imprescindibile".
"La possibilità di comunicare l’esperienza di malattia in contesti sempre più ampi oggi è una realtà e questo consente di valicare le barriere e lo stigma che ogni persona con esperienza di malattia porta con sé” afferma Gemma Saccomanni, Senior Director Public Affairs di Gilead Sciences Italia. “Essere inseriti, con Due di Noi, nella programmazione della prima edizione del Milano Film Fest è la conferma di un cambio di marcia e di una sensibilità che in questo senso stiamo contribuendo a consolidare e siamo felici che il nostro progetto sia stato accolto con favore dalla direzione artistica della manifestazione. Gilead continuerà ad ascoltare le voci delle pazienti e ad amplificarle in contesti dove la cassa di risonanza può essere forte e raggiungere un pubblico sempre più vasto".
"Negli anni la filmografia non solo italiana, ma internazionale, ha prodotto film di grande risonanza che raccontano il tema della malattia. Il cinema è un canale potente per muovere sensibilità e coscienze”", afferma Claudio Santamaria, direttore Artistico del Milano Film Fest. “Al nostro battesimo non potevamo che accogliere con entusiasmo 'Due di Noi', riservando uno spazio a un messaggio così forte come quello raccontato dalle storie di Chiara e Teresa. Un messaggio di speranza, ma soprattutto di vita".
Leggi tutto: 'Due di noi', al Milano Film Fest il corto sulla storia di due donne con tumore al seno
(Adnkronos) - La sostenibilità del sistema industriale e delle famiglie del Friuli Venezia Giulia passa per un approccio più pragmatico alla transizione energetica. Queste le parole di Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, intervenendo questa mattina alla presentazione del nono Bilancio di Sostenibilità Territoriale del Friuli Venezia Giulia di A2A, tenutasi all’Hotel Savoia Excelsior di Trieste. Agrusti ha espresso apprezzamento per A2A, definendola "un'azienda che ci è cara", ma ha subito posto l'accento sulla necessità di bilanciare gli obiettivi ambientali con la sostenibilità economica. "Dobbiamo trovare un equilibrio tra la sostenibilità economica delle famiglie e il continuare ad essere tra i più grandi sistemi industriali e manifatturieri," ha affermato il Presidente. Al centro del suo intervento, la questione dei tempi e delle modalità della transizione energetica.
Agrusti ha criticato l'approccio che fissa scadenze irrealistiche: "Abbiamo stabilito una data, quella del 2035, per il tutto elettrico. Eppure sappiamo che sarà impossibile." L'attenzione si è poi spostata sulla continuità della fornitura energetica, con in particolare le difficoltà incontrate con l'idroelettrico. Il presidente di Confindustria Alto Adriatico ha quindi riaperto il dibattito sul nucleare a fissione come soluzione per il futuro. "Si sta facendo una riflessione sul nucleare: noi non sappiamo se ci sarà la fusione a disposizione, sappiamo che c'è disponibilità di fissione. Ci vogliamo ragionare? Non possiamo permetterci un costo del kWh del 70% in più della Germania. Servono scelte razionali per garantire la competitività del sistema industriale e manifatturiero italiano”.
(Adnkronos) - "A volte, quando due bambini litigano, bisogna lasciare che continuino a picchiarsi per un po'". Per Donald Trump, Russia e Ucraina devono continuare a combattere per rendersi conto che la guerra è una strada senza uscita. "Ho fatto questa analogia al presidente Putin: 'Presidente, forse devi continuare a combattere e soffrire molto prima di riuscire a fermarti'. Lo vedete nell'hockey, quando c'è una rissa gli arbitri lasciano fare per qualche secondo...".
Leggi tutto: Trump: "Russia e Ucraina due bambini che si picchiano: lasciamoli fare" - Video
(Adnkronos) - "Brusca è libero, a noi familiari resta l'ergastolo del dolore". Luciano Traina, ispettore della Polizia in pensione e fratello di Claudio, l'agente della scorta di Paolo Borsellino ucciso nella strage di via D'Amelio insieme al giudice, è amareggiato. Un lungo sospiro, poi lo sfogo. "Giuridicamente non possiamo dire nulla, ma umanamente questa cosa fa schifo, per noi è una pugnalata al cuore", dice all'Adnkronos lui che nel maggio del 1996, insieme ad altri colleghi, partecipò al blitz per l'arresto del boss sanguinario di San Giuseppe Jato. Adesso lo 'scannacristiani', come fu ribattezzato per la sua ferocia, è libero. A fine maggio sono trascorsi anche i quattro anni di libertà vigilata che gli erano stati imposti. "Certo, la legge sui collaboratori di giustizia fu voluta da Giovanni Falcone - ragiona Traina - ma le leggi si possono anche cambiare. Soprattutto dopo 33 anni, oltre tre decenni trascorsi senza conoscere la verità".
Perché per le stragi degli anni '90, per quella di via D'Amelio che ha strappato a Luciano Traina il fratello, come per quella di Capaci "in carcere è finita solo la manovalanza. Non conosciamo i mandanti, la mente che c'era dietro quegli eccidi. E penso che non li conosceremo mai, che mai avremo la verità. Per anni hanno tentato di farci credere che tutto fosse solo frutto di Cosa nostra, un atto mafioso, ma non è così". Il blitz in contrada Cannatello ad Agrigento, dove un fiancheggiatore aveva messo a disposizione di Brusca un villino, Luciano lo ricorda come fosse ieri. Così come "quegli occhi". "Gli occhi di un vile, di una persona senza un briciolo di umanità", racconta. Fu il primo a vederlo. "Scavalcai una finestra al pianoterra e me lo trovai davanti in cucina". Qualche secondo appena. "A piedi nudi, in pantaloncini e senza maglietta. Era appoggiato al frigorifero e in mano teneva ancora telefono". Il boia di Cosa nostra lui l'aveva visto solo in foto. "Mi aspettavo un uomo imponente, alto, invece... Mi ha fatto schifo, una persona insignificante, un piccolo uomo".
Crede al suo pentimento? "Al pentimento di uno che ha ucciso più di 150 persone... come si può farlo? Penso che abbia avuto un suo tornaconto. Alla fine noi cosa abbiamo tirato fuori? I nomi che ha fatto non erano nuovi per gli investigatori della Mobile. La mia rabbia è questa: da 33 anni continuiamo a non conoscere i mandanti. Una verità che continua a morire negli anni e a cui non arriveremo mai. Da 33 anni continuo a sentire promesse e parole, di circostanza, a ogni commemorazione sempre le stesse. Ma io voglio la verità, voglio sapere perché è morto mio fratello, perché sono stati ammazzati i suoi colleghi, i giudici Falcone e Borsellino... Questo mi interessa, non le parole e le strette di mano". (di Rossana Lo Castro)
Leggi tutto: Giovanni Brusca libero, il poliziotto che lo arrestò: "Per noi una pugnalata al cuore"
(Adnkronos) - "Sono fiera del lavoro dei vicepremier Salvini e Tajani e dei miei ministri. Lavoro affinché la legislatura arrivi al termine con questo governo". Parola di Giorgia Meloni, ospite della seconda edizione de 'Il giorno della verità' a Palazzo Brancaccio. "Non dipende solo da me, ma sono ragionevolmente ottimista che le cose andranno così", rimarca la presidente del Consiglio.
Riguardo ai referendum dell'8 e 9 giugno, "ho scelto di dire che vado al seggio, banalmente perché sono il presidente del Consiglio dei ministri, penso che sia giusto dare un segnale di rispetto nei confronti delle urne, dare un segnale di rispetto nei confronti dell'istituto referendario".
"Dopodiché - osserva Meloni - con sfumature diverse non condivido i contenuti del referendum e come sempre nella storia di questa nazione, quando non si condividono i contenuti di un referendum c'è anche l'opzione dell'astensione perché, come ci insegna un partito serio in Italia, non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti, è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori".
Astenersi al referendum "è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori solo di sinistra o è un diritto anche dei lavoratori e dei non lavoratori che non sono di sinistra? Allora io penso che su queste cose bisogna essere seri, nella storia della Repubblica italiana tutti i partiti a fasi alterne hanno fatto campagne per l'astensione ai referendum quando non condividevano i referendum e penso che i diritti valgano per tutti".
Quello dell'8 e 9 giugno "è un referendum che tendenzialmente per la gran parte abolisce delle leggi o parti di leggi fatte dalla sinistra - prosegue - Leggi che adesso la sinistra, che sta all'opposizione, chiede di abolire. Quindi diciamo 'se la cantano e se la suonano', fanno e disfano. Io penso che sia tutta una questione interna alla sinistra perché, ripeto, parliamo di norme fatte da loro che adesso loro chiedono di abolire".
Leggi tutto: Referendum, Meloni: "Vado al seggio per rispetto ma non votare è un diritto"
(Adnkronos) - "Ho scelto di dire che vado al seggio, banalmente perché sono il presidente del Consiglio dei ministri, penso che sia giusto dare un segnale di rispetto nei confronti delle urne, dare un segnale di rispetto nei confronti dell'istituto referendario". Così la premier Giorgia Meloni, ospite della seconda edizione de 'Il giorno de La Verità', a Palazzo Brancaccio, a proposito della sua posizione sui referendum dell'8 e 9 giugno.
"Dopodiché - osserva Meloni - con sfumature diverse non condivido i contenuti del referendum e come sempre nella storia di questa nazione, quando non si condividono i contenuti di un referendum c'è anche l'opzione dell'astensione perché, come ci insegna un partito serio in Italia, non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti, è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori".
Astenersi al referendum "è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori solo di sinistra o è un diritto anche dei lavoratori e dei non lavoratori che non sono di sinistra? Allora io penso che su queste cose bisogna essere seri, nella storia della Repubblica italiana tutti i partiti a fasi alterne hanno fatto campagne per l'astensione ai referendum quando non condividevano i referendum e penso che i diritti valgano per tutti".
Quello dell'8 e 9 giugno "è un referendum che tendenzialmente per la gran parte abolisce delle leggi o parti di leggi fatte dalla sinistra - prosegue - Leggi che adesso la sinistra, che sta all'opposizione, chiede di abolire. Quindi diciamo 'se la cantano e se la suonano', fanno e disfano. Io penso che sia tutta una questione interna alla sinistra perché, ripeto, parliamo di norme fatte da loro che adesso loro chiedono di abolire".
In particolare, sulla cittadinanza, "sono contrarissima a dimezzare i tempi. Continuo a ritenere che la legge sulla cittadinanza in Italia sia un'ottima legge, tra l'altro molto aperta, nel senso che noi siamo tra le nazioni europee quella che ogni anno concede il maggior numero di cittadinanze, quindi non sono per modificare i tempi della cittadinanza".
Quanto all'esecutivo, "sono fiera del lavoro dei vicepremier Salvini e Tajani e dei miei ministri. Lavoro affinché la legislatura arrivi al termine con questo governo", dice Meloni. "Non dipende solo da me, ma sono ragionevolmente ottimista che le cose andranno così", rimarca la presidente del Consiglio.
"Che si tenti di osteggiare il governo mi sembra la cosa più naturale del mondo. Che ci si riesca, mi pare oggi la cosa più difficile. Nel senso che la maggioranza è una maggioranza compatta che lavora bene e come ho detto tante volte la compattezza di una maggioranza, al di là delle letture, si vede dalla quantità di risposte che è in grado di produrre e mi pare che questo governo di risposte ne abbia date molte", rivendica. "Credo - sottolinea ancora - che la riforma più grande che abbiamo dato finora a questa nazione sia la riforma della stabilità".
Un risultato non positivo delle prossime regionali avrà un impatto sul governo? "Si vota per cinque Regioni la prossima volta, se dovessimo calcolare questo come un metro oggettivo di dove è la maggioranza degli italiani, mi corre l'obbligo di ricordare che da quando è iniziata questa legislatura attualmente siamo 11 a 3, e quindi il gap non sarebbe già recuperabile...", dice la premier.
"Poi - prosegue - faremo del nostro meglio, ovviamente con la nostra compattezza, con la nostra dedizione per presentare delle candidature di persone che possano essere credibili, autorevoli e vincenti ma insomma, direi che non è un elemento dirimente per la tenuta della legislatura".
(Adnkronos) - Cristian Chivu è a un passo dal diventare il nuovo allenatore dell'Inter. L'ex difensore romero, nell'ultima stagione tecnico del Parma, dopo gli incontri di oggi, giovedì 5 giugno, sarebbe pronto a firmare un contratto biennale con il club nerazzurro e succedere dunque a Simone Inzaghi, volato in Arabia Saudita all'Al Hilal. Dopo il no del Como per Fabregas, da sempre prima scelta di Marotta, l'Inter ha virato con decisione su Chivu, che con i ducali è riuscito a raggiungere la salvezza chiudendo il campionato al 16esimo posto con 36 punti.
Chivu tornerebbe quindi a San Siro dopo aver vestito la maglia dell'Inter per sette anni, dal 2007 al 2014, e aver iniziato ad allenare proprio nel settore giovanile nerazzurro. Il primo impegno dell'allenatore romeno potrebbe essere quindi il Mondiale per Club, in programma da sabato 14 giugno a domenica 13 luglio, in cui l'Inter esordirà martedì 17 giugno contro i messicani del Monterrey.
(Adnkronos) - La transizione energetica e la ricerca dell'autosufficienza in campo energetico sono due obiettivi per il futuro del Friuli Venezia Giulia. È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, intervento durante la presentazione del nono Bilancio di Sostenibilità Territoriale del Friuli Venezia Giulia di A2A.
"Dobbiamo affrontare la transizione energetica e il biogas può essere un valido alleato in questo passaggio - ha affermato Fedriga. Il Presidente ha poi evidenziato un aspetto cruciale per la sicurezza energetica del Paese - Il secondo passaggio è come possiamo avere, con le tecnologie di oggi e di domani, un'autosufficienza europea o comunque occidentale. Se in futuro continuiamo a consegnare lo sviluppo della produzione energetica a paesi terzi che potrebbero scegliere di fermare le forniture, penso che non facciamo il bene del nostro Paese”.
Fedriga ha richiamato alla necessità di una visione razionale che superi le criticità attuali senza sacrificare la stabilità: "Dobbiamo guardare alla sostenibilità in modo logico, sapendo che ci serve anche quella sociale ed economica, perché quella ambientale non è esclusiva. Quando c'è stato il picco di energia, abbiamo cercato di dare stabilità alle nostre famiglie con l'autoproduzione per abbattere o avere autosufficienza di approvvigionamento energetico".
Il Presidente ha inoltre ribadito l'impegno della Regione nella ricerca sull'idrogeno: "Stiamo investendo sulla ricerca sull'idrogeno. Non è un'energia di oggi, è antieconomico al momento ed è utilizzato in alcune nicchie. Ma nel futuro può essere una fonte importante e non possiamo permetterci di rimanere indietro e accorgerci che ci sono energie solo quando sono commercializzabili".
Infine, Fedriga ha sottolineato il ruolo delle sinergie tra pubblico e privato, citando A2A come esempio: "Imprese come A2A sono fondamentali per il territorio: la centrale di Monfalcone nasce proprio come sinergia tra pubblico e privato, accompagnando il sistema. Ci muoviamo fuori da schemi ideologici, altrimenti si rischia di fare un danno a chi consegneremo il territorio."
Pagina 232 di 762