(Adnkronos) - In occasione della Giornata mondiale della Vitiligine, che si celebra ogni anno l’ultima domenica di giugno, l’ospedale Israelitico di Roma - dove opera una Struttura Superspecialistica, il Centro di Fotodermatologia e cura della Vitiligine - promuove domenica 22 giugno - dalle 18 alle 20 nella sede dell’Associazione Civita in Piazza Venezia a Roma - un incontro-dibattito tra medici specialisti e pazienti con lo scopo di dare una informazione completa e aggiornata, anche con l’aiuto di esperti italiani e stranieri, tra cui ospite d’onore sarà il professor Henry Lim di Detroit (Usa) che è uno dei massimi esperti mondiali nel campo della vitiligine e presidente dell’Associazione Internazionale delle Società di Dermatologia (Ilds). "L'obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia cutanea spesso sottovalutata, ma capace di influenzare profondamente la qualità di vita di chi ne è affetto", sottolinea Andrea Paro Vidolin, responsabile del Centro di fotodermatologia e cura della vitiligine dell'Israelitico.
La World Vitiligo Day nasce nel 2011 per iniziativa di pazienti, dermatologi e associazioni internazionali con l’obiettivo di dare visibilità a una condizione che colpisce circa l’1-2% della popolazione mondiale. La data è stata scelta per onorare la memoria di Michael Jackson, che ha contribuito, suo malgrado, a portare l’attenzione del pubblico sulla vitiligine, di cui era affetto. La Giornata mondiale della Vitiligine è quindi molto più di un evento simbolico: è un invito all’empatia, alla scienza e al cambiamento culturale.
All'incontro a Roma interverranno rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni dei pazienti. Sono rappresentate strutture Universitarie ed Ospedaliere del Lazio che hanno raccolto la sfida per consigliare e supportare questi pazienti.
Cos’è la vitiligine? "La vitiligine è una malattia autoimmune e cronica che comporta la perdita di melanociti, le cellule che producono la melanina, provocando la comparsa di macchie bianche sulla pelle. Non è contagiosa né pericolosa per la salute generale, ma può avere un forte impatto psicologico e sociale, soprattutto nei pazienti più giovani o con fototipi scuri, in cui le chiazze sono più visibili", spiega Andrea Paro Vidolin, responsabile del Centro di fotodermatologia e cura della vitiligine dell'Israelitico.
I disagi nella vita quotidiana. "Chi convive con la vitiligine affronta spesso pregiudizi, sguardi indiscreti, isolamento sociale e difficoltà relazionali. In alcuni casi, il disagio può evolvere in bassa autostima, ansia o depressione. Non è raro - precisa Paro Vidolin - che pazienti evitino attività quotidiane come andare al mare, indossare abiti corti o partecipare ad eventi sociali, per timore di sentirsi giudicati o diversi".
Estate, una stagione delicata. "L’estate rappresenta un momento particolarmente critico. L’esposizione solare - ricorda il medico - può accentuare il contrasto tra la pelle sana e le aree depigmentate, rendendo le chiazze ancora più evidenti. Inoltre, le zone colpite dalla vitiligine sono prive di melanina e quindi maggiormente esposte al rischio di scottature, richiedendo protezione solare elevata e attenzione continua. Questo limita spesso la libertà del paziente, accentuando la sensazione di 'diversità'". Parlare di vitiligine "significa combattere lo stigma e la disinformazione, ma anche sostenere la ricerca e promuovere l’accesso a cure sempre più efficaci, come le nuove terapie immunomodulanti, la fototerapia mirata e gli approcci integrati con supporto psicologico", conclude Paro Vidolin.
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(Adnkronos) - Pronti, partenza, via! La scuola è finita e per i bambini sono iniziate le vacanze. Ai genitori il compito di organizzarle al meglio. Ma quali sono i farmaci da mettere in valigia? Come affrontare il mal d’auto? A quale età e con quali precauzioni si possono portare i bambini al mare? Cosa fare in caso di uno spiacevole incontro con una tracina o una medusa? A rispondere ci pensano gli esperti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che hanno messo a punto una pratica guida rivolta ai genitori per affrontare con serenità l’estate in compagnia dei propri figli.
"L’estate è il tempo della libertà, del mare, dei giochi all’aria aperta: un momento bellissimo per ogni bambino. Le elevate temperature, l'esposizione solare e le attività all'aperto comportano per loro anche dei rischi specifici che non vanno sottovalutati - spiega Alberto Villani, responsabile dell’unità operativa complessa di Pediatria generale e Dea II livello dell’Ospedale - Il vademecum che abbiamo predisposto rappresenta una sintesi di evidenze scientifiche e raccomandazioni cliniche utili a prevenire condizioni potenzialmente pericolose, come i colpi di calore, le ustioni solari o gli incidenti in acqua. L’obiettivo è promuovere una corretta cultura della prevenzione anche in ambito pediatrico". Sul sito dell’Ospedale, un articolo di approfondimento e un’intera sezione dedicata all’estate e ai bambini".
I farmaci: quali mettere in valigia. "Quando si organizza un viaggio con bambini è importante portare solo i farmaci davvero utili, tenendo conto della destinazione e delle sue condizioni sanitarie. Prima di partire, è consigliabile consultare fonti ufficiali aggiornate e confrontarsi con il proprio medico, soprattutto se il bambino segue terapie specifiche o ha patologie croniche - suggeriscono i pediatri - In caso di viaggio in aereo, i medicinali possono essere tenuti nel bagaglio a mano, rispettando il limite dei 100 ml per i liquidi e portando con sé eventuali prescrizioni mediche. È sempre bene controllare le date di scadenza e accertarsi che ogni farmaco abbia il foglietto illustrativo".
"Tra i prodotti utili da includere ci sono antipiretici e analgesici (come paracetamolo o ibuprofene), un termometro, disinfettanti, cerotti e garze, crema solare ad alta protezione, una crema reidratante per la pelle, repellenti contro le zanzare e una zanzariera da culla. Utile anche una soluzione fisiologica per ferite o lavaggi nasali, antistaminici e creme cortisoniche per punture di insetti, oltre a gel specifici contro le tossine delle meduse - proseguono i consigli - In caso di nausea da viaggio, si possono portare farmaci per la cinetosi, anche in forma di gomma da masticare. Non bisogna dimenticare sali reidratanti per eventuali disturbi intestinali e, per i più piccoli, gli alimenti necessari. Per i bambini con malattie croniche, va calcolata una scorta di farmaci sufficiente per tutto il soggiorno. Un kit ben organizzato, preparato con criterio, permette di affrontare con maggiore tranquillità ogni piccolo imprevisto in viaggio".
Il mal d’auto: come prevenirlo. "Il mal d’auto, o cinetosi, è un disturbo piuttosto comune nei bambini tra i 3 e i 12 anni, spesso legato a una predisposizione familiare. È causato da un’eccessiva sensibilità del sistema dell’equilibrio situato nell’orecchio interno, che può essere stimolato in modo anomalo durante il movimento passivo, come accade in auto, nave, aereo o treno, ma anche in seguito a giochi che comportano movimenti rotatori. Anche gli stimoli visivi, come il paesaggio che scorre lateralmente, possono contribuire a innescare questi disturbi - spiega il Bambino Gesà - Per ridurre il rischio, è consigliabile partire la mattina presto, quando il bambino ha ancora sonno, e guidare in modo regolare evitando brusche accelerazioni o curve troppo rapide. È importante mantenere l’aria fresca in auto, evitare odori forti e fare in modo che il bambino guardi in avanti, seduto in modo corretto sul seggiolino. Prima del viaggio è meglio fargli fare un piccolo spuntino leggero; durante il tragitto si possono offrire grissini o crackers, evitando invece bibite gassate".
Tenere il bambino distratto aiuta molto, "si può cantare, ascoltare musica o coinvolgerlo in giochi che lo portino a guardare davanti. È meglio evitare lettura o videogiochi. Durante i viaggi lunghi, è utile fare pause ogni due o tre ore per farlo camminare un po’. In alcuni casi, su indicazione del pediatra, si può ricorrere a farmaci specifici o gomme medicamentose. Un’opzione alternativa sono i braccialetti che stimolano un punto della medicina cinese: pur non avendo un’efficacia scientificamente certa, non hanno effetti collaterali e possono essere provati anche nei più piccoli", evidenziano gli esperi.
Il caldo: abbigliamento e alimentazione. "Durante l’estate, i bambini – soprattutto i più piccoli – sono particolarmente esposti al rischio di colpi di calore, perché il loro organismo ha una capacità limitata di regolare la temperatura corporea. Caldo, umidità e scarsa ventilazione sono le condizioni che più frequentemente provocano questo malessere, che può manifestarsi con sintomi come nausea, febbre, mal di testa, crampi e, nei casi più gravi, svenimenti o alterazioni della coscienza", precisano i pediatri che raccomandano per proteggerli, "di evitare l’attività fisica e l’esposizione al sole nelle ore più calde (dalle 11 alle 17), far indossare abiti leggeri, chiari e realizzati con tessuti naturali e traspiranti come il lino e il cotone, mantenere gli ambienti freschi e ben ventilati (magari usando condizionatori con funzione di deumidificazione e stando attenti agli sbalzi di temperatura nel passaggio da un ambiente all'altro) e garantire un’adeguata idratazione. L’alimentazione deve essere leggera e ricca di frutta e verdura, che apportano acqua, vitamine e sali minerali".
In caso di colpo di calore, "è fondamentale spostare subito il bambino in un luogo fresco e ombreggiato, farlo sdraiare con le gambe sollevate e dargli da bere piccoli sorsi d’acqua. Se i sintomi non migliorano, è necessario contattare tempestivamente un medico o recarsi al pronto soccorso", avvertono.
Il sole: orari e precauzioni. "Esporre correttamente i bambini al sole significa proteggerli oggi e tutelare la loro salute anche domani – spiega la dottoressa May El Hachem, responsabile dell’unità operativa complessa di Dermatologia del Bambino Gesù - La pelle dei più piccoli è più sottile e vulnerabile e ogni scottatura può lasciare un segno, non solo l’ustione (la scottatura), ma anche un pericolo di invecchiamento precoce della pelle e sviluppo di tumori cutanei. La prevenzione inizia da gesti semplici: orari adeguati, protezioni elevate e idratazione costante".
"Il sole fa bene ai bambini (è essenziale per la produzione di vitamina D, che favorisce l’assorbimento del calcio e stimola la produzione di melanina), ma solo se preso con le dovute precauzioni. L’esposizione deve avvenire nei momenti meno rischiosi della giornata: dopo i 2 anni fino alle 10.30 del mattino e dopo le 17, per i bambini tra i 6 mesi e i 2 anni è consigliabile evitare l’esposizione tra le 10.30 e le 18.30 mentre per quelli sotto i 6 mesi è preferibile non esporli mai ai raggi diretti del sole", ricordano i pediatri.
In tutti i casi, è fondamentale usare una crema solare con protezione molto alta (50+), "da applicare 20 minuti prima di esporsi, riapplicare ogni due ore e dopo ogni bagno. La protezione solare non impedisce l’abbronzatura, anzi, la rende più graduale e uniforme, evitando ustioni e desquamazioni. È importante - raccomandano - non fidarsi dell’ombra dell’ombrellone e nemmeno dell’assenza di rossore immediato: i danni possono comparire anche ore dopo. Con l’abbronzatura si può eventualmente passare a una protezione 30. Anche nei casi in cui il sole può avere effetti positivi, come con psoriasi o acne, le regole di esposizione non cambiano. I nei vanno protetti come il resto della pelle, senza applicare cerotti o coperture dirette esclusivamente sul nevo. Le ustioni solari, se leggere, si trattano con creme emollienti; se compaiono lesioni bollose, è necessario rivolgersi al medico. La sera, dopo l’esposizione, è bene idratare la pelle con una normale crema, anche quella usata in inverno".
Il bagno: consigli e regole. "Nei primi 6 mesi di vita, più è piccolo il bimbo, minore è la necessità di immergerlo nell'acqua di mare o in piscina. Successivamente il lattante può entrare in acqua, per pochi minuti e se il clima e la temperatura dell'acqua sono confortevoli, in braccio a mamma o papà, avendo l’accortezza di sciacquarlo poi con acqua dolce per togliere il sale e/o il cloro dalla cute", evidenziano i consigli. Ogni anno in Italia, circa 400 persone perdono la vita per annegamento. "Di queste, circa 40 (il 10%) sono minori - ricordano il Bambino Gesù - Per prevenire l’annegamento nei bambini, la regola fondamentale è la sorveglianza costante e attiva: non basta guardarli da lontano, bisogna restare vicini e pronti a intervenire. Anche pochi centimetri d’acqua, come quelli di una vasca da bagno o di una piscinetta, possono essere pericolosi, soprattutto nei primi anni di vita. Fino ai 5-6 anni, è necessario che un genitore sia sempre in acqua con il bambino".
"È importante impedire l’accesso non controllato a mare e piscina, usando cancelli, barriere e coperture. La temperatura dell’acqua va sempre controllata per evitare malori. Braccioli e ciambelle aiutano, ma non sostituiscono la sorveglianza. Far prendere confidenza con l’acqua fin da piccoli e iniziare corsi di nuoto dai 2-3 anni è utile, ma non elimina il rischio. Serve anche il rispetto delle regole e della segnaletica, da parte sia dei bambini che degli adulti, che devono dare il buon esempio", avvertono.
P unture e morsi: insetti, serpenti, meduse e tracine. "Durante l’estate, la vita all’aria aperta, aumenta la possibilità di avere dei contatti accidentali con il mondo animale, commenta il dottor Marco Marano, responsabile del Centro antiveleni pediatrico dell’ospedale - Conoscere le corrette misure di primo intervento – spesso semplici ed efficaci – può fare la differenza nel ridurre il dolore, limitare le reazioni cutanee e prevenire complicazioni. In caso di dubbio, è sempre meglio consultare un medico o contattare il centro antiveleni", chiariscono i pediatri.
"Per prima cosa bisogna dire che ogni qualvolta si decide di passare una giornata all’insegna della natura, bisogna adottare dei comportamenti preventivi, come ad esempio applicare repellenti per insetti, ad esempio - suggeriscono - a base di icaridina in formulazione spray che è molto efficacie e protegge per la maggior parte degli insetti. Se si viene punti da un imenottero (vespa, ape) o da una zanzara, per alleviare prurito e gonfiore si possono, dopo aver pulito la parte colpita con acqua e sapone, applicare localmente creme a base di cortisone o antistaminico. Gli impacchi di ghiaccio avvolto in un panno sulla zona colpita per circa 10-15 minuti, possono aiutare a ridurre il gonfiore e il dolore. La presenza di una larga reazione locale può richiedere una valutazione allergologica non in urgenza".
"Camminare nei prati è piacevole, ma è bene che il bambino lo faccia con abiti freschi di fibra naturale e delle scarpe chiuse con calzini, per evitare eventuali morsi di serpenti velenosi. Nel caso dovesse accadere il consiglio è di non trasmettere ansia al bambino e applicare una fasciatura a banda larga, poco stretta (non utilizzare lacci) a monte del morso, per ritardare la diffusione del veleno che avviene per via linfatica e accompagnare il bambino in ospedale per una visita", ricordano i medici.
"In ambiente marino le misure preventive sono difficili perché le esposizioni sono imprevedibili. Il contatto cutaneo con una medusa o un pesce con aculei come la tracina evoca dolore anche intenso, non esistono provvedimenti sicuri al 100%, ma al di là delle numerosissime pratiche utilizzate, a volte anche discutibili, l’indicazione terapeutica più indicata è quella di applicare acido acetico al 5% (aceto di cucina) e immersione della parte coinvolta in acqua calda o in mancanza di essa, sabbia calda. La temperatura dell’acqua dovrebbe essere la più calda tollerabile, per un tempo di almeno 20 minuti (la tossina è sensibile al calore), successivamente lavare con acqua di mare. È possibile utilizzare creme a base di cortisonici o antistaminici", conclude il focus del Bambino Gesù.
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(Adnkronos) - Barbara D'Urso non torna, almeno per il momento, in Rai. A quanto apprende l'Adnkronos, la conduttrice non sarebbe presente nei palinsesti presentati oggi nell'incontro aziendale in corso con i consiglieri di amministrazione, propedeutico alla presentazione ufficiale dell'offerta Rai in programma per il 27 giugno a Napoli.
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(Adnkronos) - Ogni anno, in Campania, 720 donne colpite da tumore del seno metastatico potrebbero beneficiare della biopsia liquida per una personalizzazione delle terapie oncologiche, in quanto verifica l’efficacia di alcuni nuovi farmaci nella singola paziente. È quindi importante individuare i laboratori di riferimento per l’esecuzione del test per strutturare un nuovo modello organizzativo che preveda l’ottimizzazione delle risorse disponibili. Sono questi i principali punti contenuti in un documento redatto da un panel di rappresentanti dei clinici e dei pazienti che hanno partecipato al Tavolo multidisciplinare campano del progetto ‘Biopsia liquida nel carcinoma della mammella metastatico Er+ / Her2-‘. L’iniziativa - si legge in una nota - intende proporre delle raccomandazioni per favorire un’applicazione, nei vari sistemi sanitari regionali, dei nuovi esami per l’identificazione delle cure anticancro.
"La biopsia liquida è l’esame imprescindibile per determinare la presenza di mutazioni Esr1 – afferma Michelino De Laurentiis, direttore Oncologia clinica sperimentale di Senologia, Istituto nazionale dei tumori Irccs Fondazione G. Pascale di Napoli - Da queste dipende la possibilità di utilizzare il nuovo farmaco elacestrant nel setting di pazienti con carcinoma della mammella metastatico Er+ / Her2, che costituisce un’ottima opportunità terapeutica grazie alla sua efficacia e all’eccellente tollerabilità. È un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (Serd) e le recenti evidenze scientifiche dimostrano come migliori la sopravvivenza libera da progressione e posticipi il ricorso a terapie più impegnative. Un ulteriore auspicio è che, in tempi brevi, tutti gli oncologi della Regione possano essere abilitati alla prescrizione del test sulla piattaforma regionale per tutte le pazienti eleggibili. Grazie al supporto della tecnologia possiamo favorire ulteriormente l’appropriatezza e la tempestività della richiesta".
"Anche in Campania – aggiunge Umberto Malapelle, dipartimento di Sanità pubblica, Università degli Studi di Napoli Federico II - assistiamo a una continua crescita ed evoluzione della domanda per la profilazione genomica; è infatti, un aspetto rilevante dell’oncologia moderna e, negli ultimissimi anni, ha acquistato una grande rilevanza nella scelta delle terapie personalizzate anti-cancro. La priorità regionale deve essere individuare i laboratori di riferimento. Infatti, sebbene a oggi l’esame di biopsia liquida sia già prescrivibile ed effettuabile in Campania, servono strutture di laboratorio accreditate in cui siano garantite tecnologia diagnostica e preparazione adeguata del personale medico-sanitario, per assicurare un alto profilo di qualità ed un’affidabilità degli esami diagnostici".
"Bisogna garantire a tutte le donne che lo necessitano l’accesso tempestivo alle tecnologie diagnostiche validate – conclude Roberta Caputo, oncologa e rappresentante di IncontraDonna- La biopsia liquida va ormai compresa all’interno del percorso diagnostico-terapeutico di ogni caso di carcinoma mammario metastatico. Sul nostro territorio è già attiva da anni un’efficiente Rete oncologica regionale che ci ha permesso di migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti; al suo interno deve essere organizzata la rete di laboratori qualificati per l’esecuzione del sempre maggiore numero di biopsie liquide utili in diverse neoplasie".
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(Adnkronos) - Tim Burton torna in Italia. Venerdì 25 luglio presenterà al Giffoni Film Festival (17 al 26 luglio) la seconda stagione di 'Mercoledì', che debutterà il 6 agosto con la parte 1 e il 3 settembre con la parte 2. In questa occasione, dialogherà con i giovani giurati della kermesse.
Nella seconda stagione, Mercoledì Addams (Jenna Ortega) torna ad aggirarsi per i corridoi gotici della Nevermore Academy, dove l'attende una nuova serie di nemici e problemi. In questa stagione Mercoledì deve destreggiarsi tra famiglia, amici e vecchi avversari, per affrontare un altro anno di caos splendidamente oscuro e bizzarro. Armata della sua caratteristica arguzia tagliente e del suo fascino imperturbabile, Mercoledì si ritrova al centro di un nuovo agghiacciante mistero soprannaturale.
Burton - che ha appassionato il pubblico mondiale con pellicole che hanno scritto la storia del cinema, a partire da 'Beetlejuice - Spiritello Porcello', 'Batman', 'Edward mani di forbice', 'Nightmare before Christmas', 'Big Fish - Le storie di una vita incredibile', 'La sposa cadavere', 'Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street' - firma la regia di 4 episodi della seconda stagione di 'Mercoledì'.
(Adnkronos) - La traccia di Matematica per la seconda prova scritta del Liceo Scientifico è incentrata su due problemi che iniziano entrambi con una citazione. Il primo parte dalla frase di Cartesio: "La ragione non è nulla senza l’immaginazione"; il secondo da una frase attribuita a Platone: "La bellezza è mescolare, in giuste proporzioni, il finito e l’infinito". Segue il classico studio di funzione.
Le commistioni tra cultura umanistica e logico-matematica continuano anche nei quesiti, riferisce ancora Skuola.net, dove sono diversi i riferimenti del primo mondo che fanno da spunto a quesiti del secondo: dall’opera futurista del Boccioni riportata anche sulla moneta dei 20 centesimi a un testo di Cicerone che fa riferimento alle predizioni degli indovini (e quindi al calcolo probabilistico), passando per gli anagrammi da enigmistica della parola 'Studiare'. Infine una chiusura con una citazione del matematico David Hilbert che non richiede alcun tipo di esercizio, una sorta di firma e manifesto programmatico della traccia: "La matematica non conosce razze o confini geografici; per la matematica, il mondo culturale è una singola nazione".
Il professore Piero D'Ancona, Ordinario di Analisi Matematica presso l'Università di Roma Sapienza, ritiene che "le tracce del 2025 confermano l’impostazione introdotta negli ultimi anni, con due problemi strutturati in sezioni, di difficoltà crescente e una certa autonomia interna, più otto quesiti che spaziano su tutti i settori, alcuni dei quali con spunti culturali o interdisciplinari. Questa struttura permette al candidato di personalizzare il proprio percorso, e scegliere tra un problema più visivo e geometrico e uno più analitico e simbolico. Direi che la prova da questo punto di vista è ben bilanciata".
"Rispetto al 2024, - aggiunge D'Ancona - la prova 2025 è più ambiziosa e più ricca, ma anche più guidata. Mi sembra ci sia uno sforzo di privilegiare gli aspetti concettuali rispetto alle tecniche di calcolo,con un punto di vista forse più vicino a quello degli studi universitari. Rispetto al passato, le tracce appaiono più accessibili visivamente, ma più ricche di sfumature, e meno meccaniche". "I quesiti variano molto in difficoltà: alcuni sono standard, altri hanno un’impronta più culturale o storica, altri ancora richiedono ingegno combinatorio. Nel complesso, sono più vari e un po’ più difficili rispetto al 2024, ma ben distribuiti", conclude D'Ancona.
Fra le tracce scelte per la seconda prova di matematica dell'esame di maturità al liceo scientifico, spicca il sorprendente connubio tra arte e scienza: l'opera 'Forme uniche della continuità nello spazio" (1913) di Umberto Boccioni, pilastro del Futurismo italiano. Un accenno d’arte per una prova di matematica? Sì, perché l'arte, come la scienza, è movimento, energia, trasformazione.
Questa celebre scultura in bronzo esposta al Museo del Novecento di Milano impressa anche sulle monete italiane da 20 centesimi, rappresenta la figura umana in corsa, in un'interpretazione dinamica e stilizzata. Le forme si slanciano nello spazio, in un crescendo plastico che dissolve la figura nell’aria che attraversa. La materia si fonde con la velocità, in un'opera che sembra scolpita nel vento.
Nel contesto della prova d'esame, una parte del profilo della scultura viene analizzata matematicamente, attraverso una funzione in un sistema di riferimento scelto. L'arte si fa oggetto di studio analitico, trasformando la curva di un muscolo o il flusso di un mantello in grafico cartesiano. Boccioni, con quest'opera-simbolo del Futurismo, aveva un intento chiaro: trasmettere l'energia vitale del movimento moderno, rendere la figura umana non più statica ma parte del flusso continuo dello spazio e del tempo. "Forme uniche" non è una semplice scultura, ma una dichiarazione artistica della nuova era delle macchine, delle velocità e delle città in fermento.
(Adnkronos) - Per il terzo anno consecutivo Salutequità ha promosso un momento di studio e confronto per tenere alta l’attenzione e fare il punto sul Nuovo sistema di garanzia (Nsg) dei Lea, Livelli essenziali di assistenza, con i principali stakeholder per richiamare l’attenzione sul fatto che la valutazione delle performance non basta, ma servono interventi tempestivi e decisivi sulle Regioni per ristabilire l’effettiva applicazione dei Lea laddove non sono garantiti. Nel corso dell’evento, che ha il contributo non condizionato del Gruppo Servier in Italia, si è ricordato che, fino al 2023 gli indicatori ‘core’ di base, ai quali è collegato anche il meccanismo di premialità delle Ragioni (cioè una quota integrativa di risorse che viene loro erogata solo dopo la verifica del raggiungimento degli obiettivi) erano solo 22. Dal 2023 sono diventati 24 e nel 2024 sono passati a 27. Le novità più rilevanti sono l’indicatore nell’area equità, che verifica la rinuncia a prestazioni sanitarie per inappropriatezza organizzativa, ad esempio liste di attesa o motivi economici, e quello sull’aderenza al trattamento farmacologico per scompenso cardiaco. Quest’ultimo è il primo indicatore riferito ai Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta), strumenti utilizzati per definire il migliore percorso di cura per i pazienti a garanzia di continuità e qualità delle cure.
A fare sì che la verifica sulla rinuncia alle cure diventasse ‘core’ e si aprisse la strada ai Pdta - informa una nota - è stata proprio Salutequità, insieme ai tanti rappresentanti di associazioni pazienti, professionisti sanitari, società scientifiche e manager di strutture sanitarie, grazie alle evidenze e proposte prodotte attraverso le sue molteplici analisi. Infatti, anche nel 2024 è continuata ad aumentare la difficoltà di accesso alle cure. Secondo l’ultimo dato Istat, quasi un italiano su 10 (9,9%) ha dichiarato di aver rinunciato a visite o esami specialistici negli ultimi 12 mesi ( +2,3% rispetto al 2023). Le cause principali sono le liste di attesa (6,8%) e le difficoltà economiche (5,3%). Anche iI ricorso al privato è cresciuto, proprio per l’impossibilità di essere assistiti nell’ambito del Ssn, passando dal 19,9% nel 2023 al 23,9% nel 2024.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese e sono responsabili del 44% di tutti i decessi. Chi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico. Lo scompenso cardiaco rappresenta la principale causa di ricovero tra gli ultrasessantacinquenni e la prima causa di morte tra le patologie cardiovascolari nel Paese. La prevalenza dello scompenso cardiaco aumenta con l'età, raggiungendo il 10% tra gli over 65. I più colpiti appartengono alle fasce economicamente più deboli, meno istruite, donne e anziani.
Se da un lato si registra una generale crescita della rinuncia alle cure, dall’altro la forbice del divario territoriale rispetto al 2019 tende a ridursi, come certifica Istat. Ma non è una buona notizia: dimostra che anche le regioni settentrionali, dove tradizionalmente l’accesso alle cure era più garantito, peggiorano. Al Nord l’abbandono delle cure è del 9,2%, va peggio al Centro (10,7%) e nel Mezzogiorno (10,3%). Incidono di più le lunghe attese soprattutto al Centro e al Nord (rispettivamente 7,3% e 6,9%), mentre al Sud motivazioni economiche e organizzative hanno lo stesso peso (6,3%).
A pagare di più lo scotto di attese lunghe e difficoltà economiche sono le persone tra 45 e 54 anni (13,4%) e quelle over 75 che rinunciano di più della media nazionale. Le donne rinunciano più degli uomini, soprattutto in età adulta (15,6% vs 11,2% tra i 45 e i 54 anni), mentre dopo i 75 anni il gap si riduce. Anche il titolo di studio influenza la possibilità di curarsi: chi ha un livello di istruzione più elevato rinuncia meno per problemi economici rispetto a chi lo ha più basso (5,7% vs 7,7%). Rinunciare alle cure significa spesso aggravare il proprio stato di salute, con conseguenze anche sul sistema sanitario, che si trova poi a dover gestire patologie più gravi e costose.
"Continuare a rafforzare ed innovare l’Nsg dei Lea deve essere la priorità del nostro Ssn e anche grazie al nostro impegno, alcuni passi in avanti sono stati fatti – afferma Tonino Aceti Presidente di Salutequità - Infatti, nel 2024 sono diventati ‘core’ 2 importanti indicatori di performance delle Regioni: la rinuncia alle cure che misura il livello di equità sociale dell’assistenza sanitaria e l’aderenza alle terapie nel percorso diagnostico terapeutico assistenziale dello scompenso cardiaco. E ancora la Legge di Bilancio 2025 ha previsto entro giugno 2025 l’emanazione di un decreto del Ministero della salute, che ancora manca all’appello, al fine di integrare il nuovo sistema di garanzia dei Lea con una dimensione di monitoraggio e valutazione delle performance regionali che riguarda aspetti gestionali, organizzativi, economici, contabili, finanziari e patrimoniali. Anche l’Atto di indirizzo del ministro della Salute per il 2025 ha previsto la necessità di introdurre nuovi indicatori all’interno del Nsg, come pure il ‘Ddl prestazioni sanitarie’ approvato dal Senato prevede l’inserimento nel Nsg dei Lea di un indicatore sull’aderenza terapeutica".
"Sono diverse le tematiche che devono ancora essere messe sotto controllo all’interno del Nsg – sottolinea Aceti - come ad esempio: liste di attesa, umanizzazione delle cure, aderenza alle terapie, Prems ( acronimo di Patient-Reported Experience Measures, sono strumenti di indagine che misurano la percezione e l'esperienza dei pazienti riguardo all'assistenza sanitaria ricevuta) e Proms (dall'inglese Patient-Reported Outcome Measures, sono strumenti utilizzati in ambito sanitario per raccogliere informazioni direttamente dai pazienti riguardo alla loro salute e al loro benessere), il tempo di attesa in Pronto Soccorso, la qualità dell’Adi, la presa in carico di tutte le cronicità, la telemedicina, le infezioni correlate all’assistenza (Ica), il personale sanitario, l’accesso equo e tempestivo alle innovazioni tecnologiche, il corretto esercizio dell’intramoenia".
L’Nsg "dovrebbe fotografare e comunicare non solo i dati regionali, ma anche sub-regionali e diventare uno strumento più dinamico e flessibile da revisionare costantemente senza dover passare ogni volta per Decreti e Intese - aggiunge Aceti - Il Comitato Lea preposto al suo aggiornamento dovrebbe essere meno autoreferenziale e aprirsi agli stakeholder, e l’attività di misurazione, valutazione e verifica dei Lea deve essere sempre più sottratta a logiche politiche e consegnata completamente alla dimensione tecnica – evidenzia - garantendo il massimo livello di trasparenza e accountability dei dati: i risultati Nsg 2023 infatti sono stati pubblicati ad oggi solo in forma sintetica. Ma misurare e verificare sempre meglio l’assistenza sanitaria da sola non basta per ridurre le disuguaglianze e migliorare l’accesso alle cure. Servono interventi incisivi, puntuali e tempestivi di potenziamento dei Lea critici nel rispetto del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, così come previsto dal Patto per la Salute 2019-2021, e prevedendo anche l’esercizio di poteri sostitutivi – rimarca Aceti - La prova provata di tutto questo è l’incremento vertiginoso della rinuncia alle cure nel 2024, lo stesso anno in cui sulla stessa questione le Regioni sono state per la prima volta anche misurate e controllate con uno specifico indicatore core".
Aiutare a conoscere come il Ssn - conclude la nota - viene misurato e verificato può contribuire a usarlo meglio, migliorarlo e renderlo più trasparente, aumentando così anche il livello di fiducia nelle istituzioni. Per questo Salutequità ha realizzato proprio nell’ambito dei Lea e del Nsg, una mini-guida ragionata per spiegare di cosa si tratta, i diritti, le necessità e i meccanismi di funzionamento.
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(Adnkronos) - In occasione della Giornata mondiale della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che si celebra il 21 giugno, la Società italiana di neurologia (Sin) rinnova il proprio impegno nel promuovere la ricerca, migliorare l’assistenza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla patologia neurodegenerativa rara, progressiva e ancora priva di una cura definitiva, che in Italia interessa oltre 6mila persone. "Nonostante i grandi progressi nella genetica e nella ricerca clinica, la Sla resta una malattia devastante per cui non disponiamo ancora di terapie risolutive. Tuttavia, siamo finalmente entrati in una nuova era", afferma Nicola Ticozzi, professore e coordinatore del Gruppo di studio Malattie del motoneurone di Sin. Un segnale in questa direzione - informano i neurologi in una nota - è dato dai trattamenti di precisione, come la terapia antisenso per i pazienti con mutazione Sod1, che dimostrano la possibilità concreta di modificare il decorso della malattia.
Il panorama della ricerca si presenta oggi più dinamico che mai: oltre 160 studi clinici sono in corso a livello mondiale e l’Italia, grazie a una solida rete di centri specializzati, gioca un ruolo chiave anche nello sviluppo delle nuove linee guida europee per la gestione della patologia. Ma la ricerca non basta, se non è accompagnata da una presa in carico adeguata e accessibile. "Oggi - aggiunge Massimiliano Filosto, professore e coordinatore del Gruppo di Studio Neurogenetica e malattie r di Sin -sappiamo quanto la presa in carico multidisciplinare possa influire sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dei pazienti. È nostro dovere garantire che ogni persona con Sla, ovunque si trovi, abbia accesso ai migliori standard assistenziali".
Anche le tecnologie emergenti aprono nuovi scenari, dall’intelligenza artificiale, che accelera la scoperta di biomarcatori per una diagnosi più precoce, ai dispositivi di comunicazione assistita che restituiscono voce e autonomia nelle fasi più avanzate della malattia. "La Sin è da sempre al fianco delle persone con Sla, sostenendo la ricerca, promuovendo la formazione e dialogando con le istituzioni per rendere la cura accessibile, equa e sostenibile - ricorda Alessandro Padovani, professore e presidente Sin - In questa giornata ribadiamo il nostro impegno affinché la Sla resti una priorità sanitaria nazionale e affinché nessun paziente venga lasciato indietro". In questo contesto, la Sin lancia un appello a istituzioni, enti di ricerca e associazioni: unire le forze per garantire diagnosi tempestive, terapie innovative e cure di qualità. Solo così, da speranze e parole, si potrà finalmente passare a risposte concrete.
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