(Adnkronos) - Israele si aspetta "nelle prossime 24-48 ore" una decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull'entrata in guerra contro l'Iran. Lo ha dichiarato un funzionario israeliano al Times of Israel. "Ci si aspetta che (gli americani, ndr) si uniscano, ma nessuno li spinge - ha precisato il funzionario - Sono loro a dover prendere la decisione".
Intanto Tel Aviv, attraverso il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha fatto sapere che "continueremo la nostra operazione in Iran" e "non ci fermeremo neanche per un minuto fin quando la missione non sarà stata completata". "Abbiamo un piano ben dettagliato e sappiamo esattamente quello che stiamo facendo", ha detto in dichiarazioni riportate dal Times of Israel durante una visita a Be'er Sheva, nel sud di Israele, dove il Soroka Medical Center è stato colpito da un missile iraniano. "Continueremo a colpire gli obiettivi militari e l'infrastruttura dei missili balistici", ha ripetuto.
Sa'ar ha definito l'attacco all'ospedale "chiaramente un crimine di guerra". "Rispecchia la strategia del regime iraniano. Stanno colpendo deliberatamente i civili, obiettivi civili, bambini, anziani. E' inaccettabile", ha tuonato, riferendo di "molte telefonate di condanna ricevute da ministri di altri Paesi".
Da parte sua il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha scritto su X che le forze iraniane "hanno eliminato un comando militare israeliano, una sede dell'intelligence e un altro obiettivo cruciale". Secondo Araghchi, "l'onda d'urto ha provocato danni superficiali a una piccola sezione del vicino, e per lo più già vuoto, Soroka Military Hospital, usato principalmente per curare i soldati israeliani" impegnati nella campagna militare che va avanti dal 7 ottobre 2023 nella Striscia di Gaza, dove "Israele ha distrutto o danneggiato il 94% degli ospedali".
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha avuto questo pomeriggio una conversazione telefonica con il segretario di Stato Usa, Marco Rubio. Stando a una nota della Farnesina, il ministro ha ricevuto da Rubio l'indicazione che gli Stati Uniti sono pronti a negoziati diretti con le controparti iraniane, come annunciato da Trump.
Nel corso del colloquio Tajani ha ribadito l'impegno italiano per una de-escalation che favorisca una soluzione diplomatica nel conflitto fa Israele e Iran. Con il segretario di Stato, Tajani ha concordato sul fatto che l'Iran non deve avere la bomba atomica.
Tajani, ha avuto in serata anche una conversazione telefonica con il ministro degli Affari esteri della Repubblica Islamica dell'Iran, Abbas Araghchi, dove ha confermato la contrarietà italiana al fatto che l'Iran si doti dell'arma atomica e ha ripetuto l'impegno del governo italiano per arrivare rapidamente a una de-escalation che porti alla fine degli scontri militari Iran-Israele.
Secondo il Jerusalem Post, l'Iran ha usato bombe a grappolo nei suoi attacchi odierni contro Israele. Questo tipo di ordigno, vietato da una convenzione internazionale, è stato utilizzato in un raid su Azor, alla periferia di Tel Aviv.
Il missile, ricorda il giornale, a circa sette chilometri dal suolo si divide in diversi ordigni più piccoli, ognuno dei quali ha un impatto in un raggio di otto chilometri. Ognuna delle bombe più piccole trasporta circa due chilogrammi di esplosivo. Questo, stando al Jerusalem Post, spiegherebbe il ritrovamento di un ordigno a Holon, vicino Azor, e perché molti hanno udito "mini-deflagrazioni" dopo l'esplosione iniziale.
L'Iran ha minacciato di chiudere lo stretto di Hormuz alla navigazione in risposta all'attacco in corso da parte di Israele. Lo ha affermato Behnam Saeedi, membro del Comitato per la sicurezza nazionale del Parlamento di Teheran, citato dall'agenzia di stampa Mehr. "L'Iran ha numerose opzioni per rispondere ai suoi nemici e utilizza tali opzioni in base alla situazione", ha affermato Saeedi.
"La chiusura dello stretto di Hormuz è una delle possibili opzioni per l'Iran", ha affermato. Mehr ha poi citato un altro parlamentare, Ali Yazdikhah, secondo cui l'Iran avrebbe continuato a consentire la libera navigazione nello Stretto e nel Golfo fino a che i suoi vitali interessi nazionali non fossero a rischio.
"Se gli Stati Uniti entrassero ufficialmente e operativamente in guerra a sostegno dei sionisti, l'Iran avrebbe il legittimo diritto di esercitare pressione sugli Stati Uniti e sui paesi occidentali per ostacolare il transito del loro commercio di petrolio", ha affermato Yazdikhah.
L'inviato speciale americano, Steve Witkoff, ha avuto diversi colloqui telefonici con il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, da quando - venerdì scorso - è iniziata l'escalation militare, con l'obiettivo di trovare una soluzione diplomatica alla crisi. Araghchi, secondo fonti diplomatiche le cui dichiarazioni sono state rilanciate tra gli altri dal Times of Israel ed il Guardian, ha escluso un ritorno di Teheran ai negoziati fino a quando Israele non avrà cessato gli attacchi.
Le fonti hanno precisato che durante i colloqui si è parlato brevemente anche della proposta che gli Stati Uniti hanno sottoposto all'Iran a fine maggio che prevede la creazione di un consorzio regionale per l'arricchimento dell'uranio fuori dalla Repubblica islamica e che Teheran ha respinto. Secondo le fonti, Araghchi ha detto a Witkoff che l'Iran potrebbe mostrare flessibilità sulla questione nucleare se gli Stati Uniti facessero pressioni su Israele per mettere fine alla guerra.
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(Adnkronos) - "Anche quest'anno il nostro convegno è riuscito a lasciare il segno, nel senso che abbiamo avuto oltre 2.500 partecipanti, con esperti, società scientifiche, istituzioni, ricercatori ed accademici che hanno condiviso ciò che nel settore della sanità si muove in tema di sostenibilità. Abbiamo poi avuto un riscontro da un punto di vista delle aziende davvero importante. Tutto questo conferma il nostro evento come un momento di riferimento per la sanità, per le tecnologie e per gli operatori". Così Lorenzo Leogrande, presidente del 25esimo Convegno nazionale Aiic, Associazione italiani ingegneri clinici, a Napoli, al termine dei lavori dell'evento. "E' stato un appuntamento che ha certamente avuto sostenibilità ambientale e intelligenza artificiale come i due temi-pilastro - ha sottolineato Umberto Nocco, presidente Aiic - Sono argomenti su cui tutta la nostra associazione si è impegnata, e su cui intendiamo prenderci anche nel futuro responsabilità specifiche, ampliando le nostre competenze e generando un sistema virtuoso di dialogo ad ampio raggio con tutti gli stakeholder. Argomenti su cui anche il prossimo Convegno Aiic, che terremo nel giugno 2026 a Torino, potrà fare ulteriori approfondimenti".
L'impianto autorevole del convegno, dal titolo 'Tecnologie, sostenibilità, ambiente. Il contributo dell'innovazione alla sanità del futuro', ha posto in modo inedito l'attenzione sull'impatto ambientale dello sviluppo tecnologico all'interno di un programma messo a punto da Stefano Bergamasco, coordinatore Centro Studi Aiic, con il contributo di tutto il direttivo dell'associazione (Gianluca Giaconia, Leo Traldi, Carmelo Minniti, Alberto Lanzani, Pasquale Garofalo, Danilo Gennari, Andrea Fisher, Emilio Chiarolla, Francesco Pezzatini), di Giovanni Poggialini, responsabile corsi di formazione, e dei 2 coordinatori Aiic della Campania, Nicola Tufarelli e Antonio Mancaniello. Per Leogrande "al termine dei lavori di Napoli possiamo dire che la sostenibilità, soprattutto in riferimento all'ambiente, è un tema non ancora maturo all'interno dei contesti assistenziali e l'obiettivo di questo nostro convegno era proprio quello di sensibilizzare tutti i professionisti, gli operatori della sanità, in generale, le istituzioni e anche il mercato. Siamo agli inizi di questo percorso, ma abbiamo registrato che sono davvero tanti gli ambiti su cui lavorare per rendere più sostenibili e più green le nostre strutture sanitarie, in stretta collaborazione con le società scientifiche disponibili ad un autentico cambiamento di sistema".
E' tempo di parlare di riutilizzazione di tecnologie sanitarie. "Il fenomeno delle tecnologie second hand - precisa Minniti - è in piena espansione tanto in ambiti con alto contenuto tecnologico quanto in sistemi a ridotta disponibilità economica. Il nostro obiettivo è analizzare la tematica in modo da consentire che una scelta di ripiego, diventi invece una scelta strategica per una sanità più accessibile e più sostenibile".
A tale proposito - riporta una nota - Federico Lega, professore ordinario di Economia politica e Management sanitario dell'Università di Milano, ha dimostrato che, dati alla mano, il mercato del riuso e condizionamento delle tecnologie medicali obsolete è in crescita e che anche in Italia potrebbe essere utile la messa a punto di un'Agenzia nazionale per la gestione di queste tecnologie. Ma perché il tutto possa avvenire occorre ricordare che "nessuno può prendere una decisione da solo - puntualizza Pietro Derrico, past president Aiic e SiHta - Non lo possono fare i burocrati, i funzionari, i professionisti sanitari, né tantomeno i gestori di tecnologia come ingegneri clinici. Lo devono comprendere tutti, insieme ai legislatori che definiscono le norme sui grandi ideali della convivenza della società. Si tratta qui di riutilizzare un dispositivo monouso, come fanno molti Paesi nel mondo, prendendosi la responsabilità di garantire al paziente la sicurezza intrinseca del nuovo prodotto: così si possono perseguire gli obiettivi di sostenibilità dell'ambiente e dei costi sociali". Ma "per accedere ad un riutilizzo sicuro dell'apparecchiatura - osserva Alessandro Preziosa, presidente Associazione elettromedicali, Confindustria Dispositivi medici - dobbiamo conoscere a fondo quelli che sono i dati e quelle che sono effettivamente le situazioni dell'obsolescenza dell'apparecchiatura".
Connesso al riutilizzo e alla necessità de basso impatto ambientale c'è anche il 'Right to Repair', approccio sempre più sostenuto in Unione europea. "Rivendicare il diritto alla riparazione - afferma Lanzani, vicepresidente Aiic - significa difendere la possibilità per gli ospedali di scegliere liberamente come gestire il ciclo di vita dei dispositivi medici, senza vincoli imposti da monopoli commerciali. Come ingegneri clinici, siamo non solo utenti consapevoli, ma garanti della sicurezza e dell'efficienza delle tecnologie al servizio del paziente, che rappresenta il consumatore più fragile".
Uno dei temi che affrontati e approfonditi al convegno è stato quello "dell'interoperabilità tra sistemi informativi e soprattutto dei medical device - evidenzia Giaconia, vicepresidente Aiic - Ovviamente non è un tema nuovo, perché Aiic affronta l'argomento dell'interoperabilità da anni, soprattutto con il coinvolgimento di Maurizio Rizzetto, esperto dell'Associazione e di Himms, comunità professionale internazionale. Ma il tema sta divenendo sempre più cruciale perché il dato è diventato veramente l'oro del valore in sanità. Il passo nuovo che dobbiamo compiere oggi è quello dell'interoperabilità tra i medical device e i sistemi informativi: e su questo purtroppo c'è un po' di ritardo. Facciamo un po' di autocritica perché abbiamo necessità come ingegneri clinici di fare formazione e di aggiornarci su questo tema, ma c'è anche un po' di ritardo anche da parte dell'industria perché i medical device spesso non hanno quegli standard di interoperabilità che invece oggi qualsiasi sistema informativo in sanità richiede". Da qui l'invito ad entrare nella fase 2 dell'interoperabilità. Per non perdere le occasioni offerte dallo sviluppo della sanità digitale.
Al 25esimo Convegno Aiic si è parlato anche di criteri Esg, di Green procurement, di esperienze ospedaliere di sostenibilità ambientale, di telemedicina, con progetti eccezionali quali: il 'Telestroke' dell'Asl di Salerno; il progetto 'Metacare, metaverso per la sanità territoriale' della Asl 3 di Nuoro e il progetto 'Ted: the intelligent doctor at your home' dell'Università di Salerno. Non poteva mancare un approfondimento sulle stampanti 3D con le realizzazioni del 3D Innovation hub dell'Irccs Humanitas Research Hospital di Milano.
Il mondo della produzione industriale è, in assoluta trasparenza - viene precisato - tra i protagonisti del convegno, perché qui gli ingegneri clinici italiani hanno la possibilità di vedere-testare-approfondire-comprendere le realizzazioni più avanzate del settore. L'industria a Napoli ha poi ricevuto anche i suoi riconoscimenti, grazie al Premio Innovazione che ha permesso ai soci Aiic di selezionare i migliori progetti presentati dalle aziende. Tra queste sono state premiate Moviebell (categoria sanità digitale e Ai), Medtronic (diagnostica-terapeutica-riabilitativa) e Native Digital (supporto-processo), mentre un gruppo di brand è stato selezionato per gli stand convegnistici più interattivi (Ge, Philips, Asp, AbMedica, Olympus e Altamed).
Il mondo dei produttori è stato anche rappresentato da Fabio Faltoni, neo-eletto presidente di Confindustria Dispositivi medici che, in sessione plenaria, ha lanciato un appello: "Se vogliamo davvero che la sanità digitale italiana ed europea sia protagonista e non gregaria, dobbiamo creare un ambiente che accompagni l'innovazione, non che la rincorra a fatica. Il nostro settore - ha concluso - ha implicazioni etiche, cliniche, sociali troppo rilevanti per rinunciare a regole. Ma serve un cambio di passo, serve praticità, velocità, realismo su alcuni aspetti regolatori, soprattutto a livello europeo: ci ingabbiamo da soli, nel momento in cui dovremmo invece correre".
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(Adnkronos) - Telemedicina con controllo vocale e ottimizzazione dei consumi energetici delle apparecchiature ospedalieri grazie a una presa elettrica smart. Sono i progetti campani che sono stati premiati con l'Aiic Awards, consegnati durante il 25esimo Convegno nazionale dell'Associazione italiana ingegneri clinici, in corso a Napoli, sul tema 'Tecnologie, sostenibilità, ambiente. Il contributo dell'innovazione alla sanità del futuro'.
Il progetto di telemedicina Ted "è stato realizzato dalla collaborazione delle università di Salerno, del Salento e l'ospedale salernitano San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona", racconta all'Adnkronos Salute il vincitore, Massimo Giordano, Università degli Studi di Salerno. "Considerando che 24 milioni di italiani hanno una malattia cronica, la telemedicina, che è in grado di raccogliere dati e inviare notifiche in tempo reale, può semplificare l'accesso ai servizi sanitari, specie per over 75 che hanno anche delle barriere tecnologiche, per questioni generazionali - osserva Giordano - Proprio per ovviare al problema, abbiamo messo a punto un sistema basato sugli assistenti vocali che migliorano l'interazione con il clinico e l'aderenza alle terapie dei pazienti cronici, mantenendoli nel comfort abitativo. Il sistema impiegato nel progetto, dedicato a pazienti con diabete o scompenso cardiaco, si compone di sensori da indossare e anche ambientali, per rendere la casa sicura e intelligente. Rilevando parametri vitali come elettrocardiogramma (Ecg), frequenza cardiaca e respiratoria con dispositivi wearable - una pettorina o una fascia - il sistema permette di programmare triage vocali, promemoria farmacologici e consulenze nutrizionali, oltre al follow-up clinico. Il sistema, inoltre, proprio per il fatto di essere basato sull'interazione vocale limita l'isolamento sociale".
L'altra idea premiata, nell'edizione dedicata all'innovazione come fattore chiave di sostenibilità, riguarda l'ottimizzazione energetica e gestione intelligente del parco tecnologico ospedaliero, messa a punto da Vincenzo Muto, ingegnere clinico di di Althea Italia Napoli, in collaborazione con l'Aou Federico II di Napoli e ControlloCasa di Roma. "Il progetto ha l'obiettivo di contribuire a contrastare l'aumento significativo dei costi legati al consumo di energia, in particolare all'interno delle strutture ospedaliere - spiega Muto - In questo scenario, è nata l'idea di introdurre una presa elettrica intelligente, chiamata Smarty, che rappresenta una soluzione innovativa e versatile per la gestione dell'energia e delle apparecchiature elettromedicali. Smarty è in grado di monitorare in tempo reale i consumi energetici degli apparati a cui è collegata, oltre a rilevare diversi parametri ambientali, come la temperatura. La presa si connette alla rete Wi-Fi e invia i dati a un sistema cloud dove non solo vengono archiviati, ma anche analizzati, tramite algoritmi dedicati, permettendo così una gestione evoluta dei dispositivi e una significativa riduzione degli sprechi energetici".
Con questo dispositivo intelligente è inoltre possibile "abilitare una manutenzione programmata adattiva, cioè basata non su scadenze fisse, come una revisione annuale, ma modulata in base al reale utilizzo, quindi all'usura, del singolo dispositivo, pianificando in modo più efficace gli interventi manutentivi e riducendo così il rischio e i costi dei guasti". Infine, "grazie alla gestione da remoto - conclude l'ingegnere - è possibile accendere o spegnere i dispositivi collegati in modo centralizzato, evitando gli sprechi dovuti al funzionamento inutile (ad esempio durante la notte o nei fine settimana), contribuendo così a una gestione più sostenibile e intelligente delle risorse ospedaliere".
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(Adnkronos) - Frederic Massara è il nuovo direttore sportivo della Roma. Lo ha comunicato il club giallorosso con una nota ufficiale: "L’As Roma - si legge - è lieta di annunciare la nomina di Frederic Massara come nuovo Direttore Sportivo del Club. Per Massara si tratta di un ritorno a Trigoria, dove in passato ha già contribuito con professionalità e competenza allo sviluppo sportivo della Roma in una fase cruciale della storia recente della società. Con una vasta esperienza nel calcio italiano e internazionale, Massara porta con sé una profonda conoscenza e una chiara visione strategica per l’area tecnica. Il Club guarda con fiducia a questo nuovo capitolo, convinto che la leadership di Frederic contribuirà a costruire un futuro competitivo e ambizioso. Bentornato a Roma!".
Per l'ex ds di Milan e Rennes si tratta di un ritorno in giallorosso. Massara ha già lavorato sia come collaboratore del ds Walter Sabatini sia come suo sostituto dal 6 ottobre 2016 fino all'1 settembre 2017 e come segretario generale e ds, in sostituzione di Monchi, per un anno dal 2018.
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(Adnkronos) - L’e-commerce si conferma un motore fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e ambientale dell’Italia. Il settore ha prodotto un impatto complessivo pari a 150,1 miliardi di euro - di cui 88,6 miliardi di euro di valore aggiunto - equivale al 7% del Prodotto interno lordo italiano, registrando una crescita del 6,6% rispetto all’anno precedente. Questo valore si suddivide in tre componenti principali: 58,9 miliardi di euro di ricadute dirette derivanti dalle attività degli online seller; 50 miliardi di euro di ricadute indirette, ovvero l’apporto economico dei fornitori e dei servizi a monte e a valle; e 41,2 miliardi di euro di ricadute indotte, cioè gli effetti positivi sul resto del sistema economico.
Questo è quanto emerge dalla nuova edizione dello studio 'L’e-commerce crea valore per l’Italia', realizzato da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, in collaborazione con Althesys, società indipendente di consulenza strategica e ricerca economica. Il rapporto, presentato in occasione del convegno 'La Rete del Valore del Commercio Digitale per l'Italia e l'Unione Europea' - tenutosi oggi presso Spazio Europa a Roma - analizza l’intero comparto delle vendite online, con un focus sulla capacità dell’e-commerce di generare ricchezza, benessere diffuso e sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva e distributiva nazionale.
“L’e-commerce è oggi uno dei settori più dinamici e ad alto potenziale dell’economia italiana: il digitale equivale al 7% del PIL nazionale, con ricadute positive e crescenti su occupazione, innovazione e sostenibilità del sistema fiscale. Le imprese mostrano potenziale di crescita, resilienza e capacità di reagire anche nei momenti più critici, grazie a modelli collaborativi e a un forte lavoro di rete. Il concetto stesso di rete del valore è dimostrato dall’andamento aggregato di questi ultimi dieci anni: il sistema crea crescita al di là delle fluttuazioni di breve periodo. L’impresa singola si rafforza proprio perché è parte di una filiera strutturata e interconnessa, che tiene insieme competenze, occupazione, fiscalità, export e innovazione”, commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm.
“Questo settore ha bisogno di politiche pubbliche che sostengano strategicamente un ecosistema capace di produrre valore e di creare un contesto che favorisca l’export, proprio in un momento in cui la rete del valore consente di adattarsi agilmente alla rapidità con cui mutano le nuove barriere. La vera sfida è quella della digitalizzazione delle pmi, che rappresentano il cuore del nostro tessuto imprenditoriale. Dobbiamo formarle, accompagnarle e farle crescere, anche sul mercato internazionale”, dice.
“I risultati dello studio di Netcomm in collaborazione con Althesys evidenziano non solo che l’e-commerce è un settore molto dinamico che continua a crescere, ma anche che porta ricadute diffuse sul sistema socio-economico italiano. Benefici per i consumatori, acceleratore della crescita delle pmi, elemento abitatore delle esportazioni, sono alcuni dei fattori che contribuiscono a creare valore condiviso per il nostro Paese. Il comparto costituisce uno straordinario moltiplicatore per l’economia italiana: a un euro di valore aggiunto degli online seller ne corrispondono tre di benefici per il sistema, coinvolgendo quasi il 7% degli occupati in Italia”, afferma Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e presidente dello Shared Value Institute.
"La ricerca di Netcomm in collaborazione con Althesys conferma il ruolo chiave della filiera digitale per lo sviluppo dell'economia del nostro Paese e, come Amazon, siamo orgogliosi di fare la nostra parte. In 15 anni di presenza in Italia, i nostri investimenti superano i 20 miliardi di euro e i posti di lavoro diretti creati a tempo indeterminato sono oltre 19.000. Negli anni abbiamo inoltre dimostrato di essere un alleato strategico per il tessuto imprenditoriale italiano: oggi sono più di 21.000 le PMI italiane presenti nel nostro negozio online e per loro mettiamo a disposizione strumenti mirati come la vetrina Made in Italy e il programma Accelera con Amazon, pensati per supportarle nel percorso di digitalizzazione e internazionalizzazione", commenta Francesca Pellizzoni, manager programmi Made in Italy e supporto alle pmi, Amazon.it.
Dalla ricerca emerge chiaramente il dato strutturale sul moltiplicatore del valore: ad ogni euro di valore aggiunto generato direttamente dal comparto e-commerce, ne corrispondono tre di benefici per l’intero sistema economico italiano, tra ricadute dirette, indirette e indotte. Si tratta di un indicatore che evidenzia la forte capacità dell’e-commerce di attivare valore lungo tutte le maglie del sistema produttivo, confermando la natura interconnessa e sistemica del commercio digitale. Il contributo fiscale complessivo prodotto dalla filiera raggiunge i 44 miliardi di euro, pari al 7,7% delle entrate fiscali italiane nel 2023, confermando il ruolo determinante dell’e-commerce nel sostenere la spesa pubblica e il benessere collettivo.
L’e-commerce e la sua filiera hanno coinvolto direttamente e indirettamente 1,8 milioni di lavoratori in Italia compreso l’indotto, in crescita del 15% tra il 2022 e il 2023, e pari al 6,8% degli occupati in Italia, e hanno contribuito a generare un totale di 40,3 miliardi di euro di salari lordi nella sola filiera (+13,8% rispetto al 2022). Di questi, 1,17 milioni di lavoratori sono impiegati direttamente nella value chain del commercio digitale: 310.000 nei comparti dei fornitori, 542.000 tra retailer, brand e marketplace, e 319.000 nei servizi di logistica, consegna e pagamento. La creazione di valore è ben distribuita tra le diverse fasi della filiera. La componente a monte - che comprende fornitori di servizi informatici, consulenza, marketing e componentistica - ha generato 35,5 miliardi di euro, pari al 23,7% del valore complessivo. La fase centrale, costituita dagli online seller, ha prodotto il maggior impatto con 79 miliardi di euro, pari al 52,6% del totale. Infine, la fase di supporto alle attività di vendita online, come logistica e pagamenti digitali, ha generato 35,6 miliardi di euro, corrispondenti al 23,7%. Questi dati dimostrano la natura estesa e inclusiva dell’e-commerce, che attiva risorse, competenze e investimenti in comparti eterogenei e complementari.
Dal lato dei consumatori, i dati evidenziano che nel 2024 il 44,3% degli italiani sopra i 14 anni ha effettuato almeno un acquisto online, con un aumento di dieci punti percentuali rispetto al 2019. Il commercio elettronico ha consolidato il proprio ruolo non solo per il risparmio di tempo e l’ampiezza dell’offerta, ma anche per la trasparenza e la competitività dei prezzi. Dal punto di vista del capitale umano, il settore sta contribuendo in maniera significativa alla qualificazione del lavoro, attraverso l’adozione di contratti collettivi nazionali, la formazione continua e programmi aziendali di upskilling digitale, che stanno promuovendo l’innovazione dei profili professionali e la resilienza dell’occupazione lungo tutta la filiera. L’e-commerce sta assumendo un ruolo guida anche nella promozione di modelli di consumo circolari e sostenibili. L’introduzione di soluzioni logistiche a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici e il packaging riciclabile, ha contribuito in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2. Oggi, la maggioranza degli imballaggi utilizzati nella logistica e-commerce è costituito da cartone ondulato, e l’Italia si sta già preparando al raggiungimento degli obiettivi del nuovo Regolamento UE 2025/40, che prevede il 40% di packaging riutilizzabile entro il 2030.
(Adnkronos) - La recente giurisprudenza civile sui ricoveri ad elevata integrazione sanitaria e socio-sanitaria "crea un problema perché afferma che le prestazioni delle Rsa in regime di accreditamento sono parte del Servizio sanitario nazionale e si esclude che debbano essere corrisposte e pagate dall’utente. Dall’altro lato, però, si limita la rimborsabilità delle Rsa all’interno di un budget che non le prevede. In questo modo non sono sostenibili perché, se non si chiarisce chi le paga, queste prestazioni non saranno più rese, deprimendo il diritto alla salute". Così Luca Perfetti, professore di diritto amministrativo e senior partner di BonelliErede, partecipando a Milano al convegno ‘Rs(a)ppropriatezza: leggi chiare, costi certi. Chi paga le Rsa?’, organizzato da Associazione RisoRsa.
"Le sentenze della Cassazione" secondo cui alcune prestazioni socio-assistenziali strettamente collegate a quelle sanitarie sono a carico del Ssn "sono sbagliate perché immaginano che i diritti fondamentali siano finanziariamente condizionati alla presenza di soldi pubblici per finanziarli. La Corte Costituzionale afferma, invece, il contrario: il bilancio deve conformarsi ai diritti e non i diritti al bilancio. La soluzione è un intervento del legislatore che chiarisca la situazione. Il rischio è che si espanda il contenzioso tra utenti, gestori delle Rsa e Ats, cosa che porta a molte spese, molta confusione e pochi risultati", conclude.
Leggi tutto: Anziani, avvocato Perfetti: "Rsa non sostenibili se non si chiarisce chi paga"
(Adnkronos) - Sarebbe stato ucciso con colpi d'arma da fuoco, esplosi a distanza ravvicinata Giovanni Mastropasqua, detto Gigi, 51 anni, trovato senza vita in una Smart rossa verso il mezzogiorno di oggi, giovedì 19 giugno, a Foggia. Uno dei colpi lo ha raggiunto al collo. Si indaga nel mondo della droga.
Leggi tutto: Foggia, 51enne ucciso a colpi d'arma da fuoco: corpo era in Smart
(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo nell'Atp di Halle. Oggi, giovedì 19 giugno, l'azzurro affronta Alexander Bublik nel sedondo turno del torneo tedesco. Il numero uno del ranking arriva dal successo in due set contro Yannick Hanfmann, mentre il tennista kazako (numero 45 Atp) è reduce dal successo contro Alexandre Muller nel primo turno.
I due si sono affrontati in cinque precedenti, con l'azzurro che guida con un parziale di 4-1. L'ultimo match risale all'ultimi Roland Garros, con successo di Sinner a quarti.
Leggi tutto: Atp Halle, oggi Sinner-Bublik - Il match in diretta
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