(Adnkronos) - Sotto un sole che ieri intorno all’ora di pranzo ha iniziato a diventare cocente, gli equipaggi della Freccia Rossa sono ripartiti da Siena per immergersi fra i saliscendi delle colline della Val d’Orcia. La classifica aggiornata alla Prova Cronometrata 48 conferma il duello per il primato fra Vesco-Salvinelli su Alfa Romeo 6C 1750 Ss ed Erejomovich-Llanos su una 6C 1500 Ss, con i campioni in carica che hanno recuperato lo svantaggio accumulato in mattinata riprendendo momentaneamente il comando. Terzi Belometti-Ricca su Lancia Lambda Spider Tipo 221, quarti Tonconogy-Ruffini con una 6C 1750 Gs Spider.
Effettuato un Controllo Timbro a Campiglia, è stata la volta di Radicofani, il cui territorio ha ospitato una Prova di Media, un timbro e il Controllo Orario di arrivederci al territorio toscano, che le vetture torneranno ad attraversare domani lungo il percorso di risalita dal giro di boa della capitale. Un’altra serie di Prove Cronometrate ha atteso piloti e navigatori sulle rive del Lago di Bolsena: queste otto prove concatenate, collocate perlopiù su strada sterrata, si sono dimostrate particolarmente insidiose per gli equipaggi a causa della polvere sollevata al passaggio delle vetture. Terminata questa ultima serie di prove, i concorrenti si sono potuti godere la vista del lago al timbro di Capodimonte, situato nei pressi del porto. A seguire, spazio anche per il passaggio da Marta, il Borgo dei pescatori.
Percorsa una quarantina di chilometri, piloti e navigatori si sono misurati nella terza Prova di Media della manifestazione nei pressi del Lago di Vico. Dopodiché, il convoglio ha puntato su Ronciglione, tappa classica delle ultime dieci edizioni. Quest’anno però, dopo il consueto timbro in Piazza Vittorio Emanuele, il borgo ha ospitato per la prima volta anche un Controllo Orario, che ha sancito l’inizio del settore di gara per condurre la 1000 Miglia 2025 nel cuore di Roma.
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(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo ad Halle e oggi, giovedì 19 giugno, affronta Alexander Bublik nel secondo turno del torneo. Il tennista kazako, numero 45 del ranking, arriva al match dopo la vittoria del primo turno contro il francese Alexandre Muller. L'azzurro è invece reduce dalla vittoria contro il tedesco Yannick Hanfmann. Ecco chi è il prossimo avversario del numero uno del ranking Atp.
Nato in Russia il 17 giugno 1997, Bublik è stato naturalizzato kazako nel 2016 e si è fatto conoscere nel circuito per un tennis spesso spettacolare e fuori dagli schemi, a cominciare dai servizi da sotto, a volte usati per togliere certezze agli avversari. In carriera ha vinto 4 titoli Atp e ha raggiunto una finale Slam in doppio (al Roland Garros 2021, in coppia con il connazionale Golubev).
Il suo best ranking è la posizione numero 17, conquistata nel maggio dello scorso anno. Da lì ha vissuto però un momento no, riuscendo a vincere solo 4 partite su 19 fino a marzo di quest'anno. La curiosità è che la svolta è arrivata con un viaggio a Las Vegas, in cui il kazako ha fatto "reset", azzerando tutto per ripartire. Non a caso, è poi tornato in campo al Challenger di Phoenix, raggiungendo la finale persa contro Joao Fonseca. Il successo contro Jack Draper, arrivato poche settimane fa agli ottavi del Roland Garros, è il punto più alto della sua carriera. Poi, proprio a Parigi, Bublik ha affrontato Sinner ai quarti perdendo in tre set (6-1 7-5 6-0 il punteggio).
(Adnkronos) - "I dati ormai sono disponibili, sia dell'Istat sia dell'Asvis, e dicono che investire in sostenibilità, in economia circolare e in rinnovabili fa aumentare la produttività, la competitività e dunque stimola la crescita economica, non la riduce come alcuni dicono" . Sono le dichiarazioni di Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, e già ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, all’evento 'La transizione energetica. Tra innovazione e conservazione', organizzato a Roma da Wec Italia, Centro Studi Americani e Nazione Futura per promuovere un dialogo tra visioni conservatrici e progressiste dell’ambientalismo, esplorando le sfide energetiche e climatiche nei contesti italiano e statunitense.
"Gran parte degli italiani - prosegue Giovannini - crede ancora nella transizione ecologica e nella necessità di lottare contro il cambiamento climatico, ma riceve continuamente messaggi che scoraggiano dicendo che bisogna rinviare, aspettare. Peccato che la crisi ecologica non aspetta le nostre discussioni".
C’è attenzione anche per quanto succede all’estero, soprattutto negli Stati Uniti dove Trump ha criticato l’Agenda 2030. "Se gli Stati Uniti non vogliono seguire questa direzione – conclude Giovannini – mi viene da dire peggio per loro a livello economico, ma il loro disimpegno rende la lotta alla crisi climatica molto più difficile. L’Europa, invece, ha confermato i suoi obiettivi: riduzione del 55% delle emissioni al 2030, del 90% al 2040 e decarbonizzazione al 2050. Altre aree del mondo stanno andando in questa direzione perché conviene".
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(Adnkronos) - "Quella tra Israele e Iran è una crisi storica, ma avrà poco impatto sulle bollette degli italiani. Per il momento i prezzi sono relativamente stabili, pertanto effetti contenuti, sempre che non ci sia il blocco dello stretto di Hormuz". A dirlo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, a 'La transizione energetica. Tra innovazione e conservazione', l’evento organizzato a Roma da Wec Italia, Centro Studi Americani e Nazione Futura per promuovere un dialogo tra visioni conservatrici e progressiste dell’ambientalismo, esplorando le sfide energetiche e climatiche nei contesti italiano e statunitense.
“Il percorso verso la transizione è tracciato e stiamo andando tutti nella stessa direzione - prosegue Tarabelli - Siamo tutti d’accordo sul fatto che dobbiamo essere più puliti e più efficienti”.
Infine, un’analisi sul caso del blackout che ha colpito la Spagna e l’insegnamento che quell’evento ha lasciato: "Ci ha insegnato che dobbiamo investire sulle reti e che l'energia elettrica ogni tanto va via, in passato capitava con più frequenza. L’energia elettrica è un vettore, va sempre prodotta e se la produciamo solo con le fonti rinnovabili abbiamo più problemi come quello spagnolo. Bisogna stare un po' più attenti, investire di più e avere anche delle altre capacità che non siano solo rinnovabili", conclude.
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(Adnkronos) - "Il presidente Trump ha parlato molto dell'importanza dell'abbondanza energetica e della riduzione della dipendenza degli Stati Uniti e, più in generale, dell'Occidente da paesi come la Cina. Questo significa produrre le nostre materie prime critiche in America o in altri paesi alleati, investendo in settori come l'energia geotermica e il nucleare, e creando nuove catene di approvvigionamento". Così, Chris Barnard, presidente dell’American Conservation Coalition, in occasione dell’incontro 'La transizione energetica. Tra innovazione e conservazione', organizzato a Roma da Wec Italia, Centro Studi Americani e Nazione Futura per promuovere un dialogo tra visioni conservatrici e progressiste dell’ambientalismo, esplorando le sfide energetiche e climatiche nei contesti italiano e statunitense.
"Credo sia un'opportunità entusiasmante, specialmente con la rivoluzione dell'intelligenza artificiale, per produrre più energia in casa e per investire nell'innovazione con i nostri partner in tutto il mondo. Penso che sia il modo giusto di affrontare questo tipo di questioni e gli Stati Uniti stanno facendo da apripista".
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(Adnkronos) - Nuova notte di raid incrociati con Israele che ha attaccato il reattore ad acqua pesante di Arak, in Iran. Lo rende noto la televisione di Stato iraniana, aggiungendo che non vi è “alcun pericolo di radiazioni” e che la struttura era già stata evacuata prima dell’attacco. Israele aveva avvertito questa mattina che avrebbe attaccato la struttura e aveva esortato la popolazione ad abbandonare la zona.
I media iraniani hanno invece riferito che è stata lanciata una nuova salva di missili contro Israele, nel settimo giorno di guerra fra i due Paesi. "I missili hanno colpito Tel Aviv", ha riferito l'agenzia di stampa iraniana Fars, mentre la televisione di Stato trasmetteva immagini in diretta dalla città israeliana.
A essere colpito da un attacco missilistico iraniano anche l'ospedale Soroka di Beersheba, nel sud di Israele. "Un attacco ha colpito l'ospedale, causando danni significativi in diverse aree. Stiamo attualmente valutando i danni, incluso il possibile numero di feriti", si legge in un comunicato dell'ospedale.
Pochi minuti prima, il ministero degli Esteri israeliano aveva segnalato un "colpo diretto" alla struttura sanitaria che cura molti soldati israeliani feriti nella Striscia di Gaza. L'ospedale ha dichiarato di aver subito danni ingenti dopo essere stato colpito direttamente da un missile iraniano, riporta Haaretz, aggiungendo che è stato chiesto alla popolazione di non recarsi nella struttura sanitaria.
Il viceministro degli Esteri israeliano Sharren Haskel ha definito "deliberato" e "criminale" l'attacco dell'Iran contro l'ospedale. "L'Iran ha appena colpito l'ospedale Soroka di Be'er Sheva con un missile balistico. Non una base militare. Un ospedale. Questo è il principale centro medico dell'intera regione israeliana del Negev. Un'azione deliberata. Criminale. Un obiettivo civile. Il mondo deve far sentire la sua voce", ha scritto Sharren Haskel su X.
Il servizio di soccorso israeliano Magen David Adom ha dichiarato che almeno 32 persone sono rimaste ferite in seguito agli ultimi attacchi missilistici dell'Iran che, secondo un funzionario militare israeliano, sono avvenuti per mezzo di "decine di missili balistici". In una dichiarazione, un portavoce dell'Mda ha affermato che i medici stanno "prestando cure, mentre due persone si trovano in gravi condizioni. Altre 30 sono in condizioni lievi con ferite da esplosione e schegge".
I principali obiettivi dell'attacco iraniano che stamattina ha colpito l'ospedale di Soroka, a Be'er Sheva, nel sud di Israele, erano il comando e il quartier generale dell'intelligence delle Idf, adiacenti alla struttura sanitaria, riporta l'agenzia iraniana Irna.
Intanto il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai suoi collaboratori di alto livello di aver approvato i piani di attacco contro l'Iran, ma di attendere per vedere se Teheran abbandonerà il suo programma nucleare, secondo fonti riprese dal Wall Street Journal, che cita l'impianto di arricchimento iraniano di Fordow come un possibile obiettivo statunitense.
L'esercito statunitense ha nel frattempo rafforzato le sue forze in Medio Oriente negli ultimi giorni. Un terzo cacciatorpediniere della Marina statunitense è entrato nel Mar Mediterraneo orientale e un secondo gruppo d'attacco di portaerei statunitensi si sta dirigendo verso il Mar Arabico. Sebbene il Pentagono abbia affermato che il rafforzamento militare è puramente difensivo, esso posiziona meglio gli Stati Uniti nel caso in cui Trump decidesse di unirsi agli attacchi israeliani contro l'Iran. Potrebbe anche essere una tattica per fare pressione sull'Iran affinché capitoli o faccia concessioni.
La prospettiva di un intervento diretto degli Stati Uniti, intanto, spinge l'Iran a prospettare un'escalation del conflitto: "Qualsiasi intervento diretto da parte degli Stati Uniti si scontrerebbe con una minaccia senza precedenti per le navi nemiche" nella regione, sostiene una fonte iraniana di alto profilo citata dall’emittente qatarina Al Jazeera, secondo cui anche l’alleato Hezbollah in Libano sarà costretto a "reagire". "Se l'America dovesse entrare nello scontro -prosegue la fonte- un'azione dell'Iran contro obiettivi marittimi e posizionamenti nemici potrebbe essere un'opzione".
(Adnkronos) - L'Iran colpisce un ospedale in Israele con un missile balistico oggi 19 giugno. Il raid di Teheran centra l'ospedale Soroka di Beer Sheva, la più grande struttura nel sud di Israele. "Un attacco ha colpito l'ospedale, causando danni significativi in diverse aree. Stiamo attualmente valutando i danni, incluso il possibile numero di feriti", si legge in un comunicato dell'ospedale. Il primo bilancio fa riferimento ad una ventina di feriti. I video diffusi sui social mostrano la struttura gravemente danneggiata, con medici e infermieri che soccorrono pazienti.
Il viceministro degli esteri israeliano Sharren Haskel ha definito "deliberato" e "criminale" l'attacco contro l'ospedale. "L'Iran ha appena colpito l'ospedale Soroka di Beer Sheva con un missile balistico. Non una base militare. Un ospedale. Questo è il principale centro medico dell'intera regione israeliana del Negev. Un'azione deliberata. Criminale. Un obiettivo civile. Il mondo deve far sentire la sua voce", ha scritto Sharren Haskel su X.
Per Teheran, i principali obiettivi dell'attacco erano il comando e il quartier generale dell'intelligence delle Idf, adiacenti alla struttura sanitaria, come riporta l'agenzia iraniana Irna.
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(Adnkronos) - La Juventus batte 5-0 l'Al Ain a Washington nel match d'esordio al Mondiale per club Fifa. I bianconeri allenati da Tudor oggi 19 giugno 2025 si impongono facilmente contro la formazione degli Emirati - nel match valido per il Girone G - grazie alle doppiette di Kolo Muani (11' e 49') e Conceicao (21' e 58'). La cinquina è completata dal gol di Yildiz (31'). La Juve torna in campo domenica 22 giugno alle 18 contro la formazione marocchina del Wydad AC, sconfitta all'esordio dal Manchester City. I bianconeri e gli inglesi guidano il girone con 3 punti.
La Juve domina contro un avversario modesto, conquista 3 punti e gestisce le energie. I bianconeri sfondano già all'11'. Azione elaborata, cross di Costa e sul secondo palo Kolo Muani azzecca il colpo di testa vincente: 1-0. Al 21' il raddoppio con Conceicao, che dribbla e controlla: la conclusione batte Rui Patricio, 2-0.
Al 31' la Juve cala il tris con Yildiz, che fa centro da fuori con un destro perfetto: la palla fa sponda sul palo, 3-0. La Juve fa quello che vuole e prima del riposo completa il poker. Imbucata di Thuram per Kolo Muani che al quarto minuto di recupero fa doppietta con un tocco elegante, Rui Patricio beffato e 4-0. La ripresa è un allenamento a ritmo blando per la Juve, che trova il quinto gol al 51' e chiude i conti. Conceicao rientra sul sinistro e fa centro, 5-0 e game over. Nel finale, Douglas Luiz cerca gloria personale: palo.
"E' un bel risultato che dà fiducia", dice Tudor a Dazn alla fine del match. "Siamo andati forte, tenendo un bel ritmo nel primo tempo. Nella ripresa ho chiesto di abbassare il ritmo, visto che il caldo. Abbiamo provato a gestire la gara, avremmo potuto far meglio ma la giornata è molto positiva. Non è semplice frenare, è andata bene", aggiunge. "Conceicao e Kolo Muani stanno bene, ci sono giocatori come Gatti e Koopmeiners che devono accumulare minuti dopo lo stop per infortunio".
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(Adnkronos) - Nonno Vladimir Putin. Il 72enne presidente russo, nel corso dell'incontro con i rappresentanti delle agenzie stampa straniere, per la prima volta rivela di avere una nipote. Nome e età della bambina non sono note, ma il leader del Cremlino rivela altri dettagli. "Ho detto che alcuni miei familiari parlano cinese, ma ho mancato di ricordare che si tratta di mia nipote. Ha un'insegnante di Pechino e parla cinese", dice il presidente russo. "Anche mia figlia ha iniziato a studiare cinese di sua iniziativa. Voleva farlo e si è rivolta ad un'insegnante", spiega Putin, evidenziando che "l'interesse per la lingua cinese in Russia è in crescita costante".
Putin nel 1983 ha sposato Ljudmila Skrebneva, da cui ha divorziato nel 2014 secondo le informazioni disponibili. La coppia ha avuto due figlie, Maria Vorontsova, nata nel 1985, e Ekaterina Tikhonova, nata nel 1986. E' presumibile che una delle due donne sia la madre della bambina a cui Putin fa riferimento.
Al presidente russo viene attribuita da anni una relazione consolidata con l'ex ginnasta Alina Kabaeva. I due figli nati dal legame - Ivan e Vladimir, nati nel 2015 e nel 2019 - vivrebbero nella residenza di Valdai.
Leggi tutto: 'Nonno Putin', la rivelazione: "Ho una nipote e parla cinese"
(Adnkronos) - Un incontro con Volodymyr Zelensky per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Vladimir Putin apre a colloqui diretti con il presidente ucraino per chiudere il conflitto che dura da oltre 3 anni. La Russia vuole che la guerra "finisca il più velocemente possibile e preferibilmente in modo pacifico".
Il meeting, dice il presidente russo in un incontro con le agenzie straniere a San Pietroburgo, è possibile - come riferisce la Tass - "nella fase finale dei negoziati per porre fine a tutto questo". "I negoziatori della Russia e dell'Ucraina sono pronti a incontrarsi dopo il 22 giugno", dice Putin, evidenziando che la delegazione russa è in contatto con la controparte.
Putin ritiene che qualsiasi soluzione per porre fine al conflitto in Ucraina dovrà impedire la ripresa degli scontri nel "lungo termine". "Dobbiamo trovare una soluzione che non solo ponga fine all'attuale conflitto, ma che crei anche le condizioni per evitare che situazioni simili si ripetano nel lungo periodo", aggiunge, evidenziando che per la Russia è fondamentale una questione.
"I documenti dovranno essere firmati dalle legittime autorità ucraine, altrimenti potranno essere gettati nella spazzatura", dice sollevando indirettamente la questione relativa alla legittimità dell'incarico di Zelensky, il cui mandato - secondo Mosca - è scaduto da tempo. Mosca pone condizioni note: "La repubblica del Donetsk e quella del Luhanks avevano il diritto di separarsi dall'Ucraina, non erano tenute a chiedere l'opinione di Kiev".
Putin nega che il recente attacco sulla capitale ucraina abbia preso di mira edifici residenziali: "La Russia colpisce industrie belliche". Il presidente russo afferma che Mosca ha restituito i corpi di 6000 soldati e si appresta a consegnare all'Ucraina altri 3000 caduti ("numeri enormi"). In cambio, avrebbe ricevuto solo 57 corpi di soldati russi.
Putin è "d'accordo" con Donald Trump, quando il presidente degli Stati Uniti afferma che, con lui alla Casa Bianca, la guerra tra Ucraina e Russia non sarebbe mai iniziata. "Un incontro con il presidente Trump sarebbe utile, ma va preparato adeguatamente", dice il presidente russo. "Trump è un uomo d'affari e questo è un vantaggio: calcola tutto e lo calcola bene".
Putin è disposto a riallacciare il dialogo con l'Occidente e in particolare si dice "aperto" a contatti con il cancelliere tedesco Friedrich Merz: "Se il signor cancelliere federale vuole chiamare e parlare, l'ho già detto molte volte: non rifiutiamo alcun contatto e siamo sempre aperti a questo". Nel novembre scorso, il precedessore di Merz, Olaf Scholz aveva avuto un contatto telefonico con Putin, il primo in due anni.
La Germania produce i missili Taurus che consentirebbero all'Ucraina di colpire in profondità il territorio russo: "I Taurus non possono essere usati senza specialisti tedeschi, quindi Kiev non può usarli da sola. Nel Kursk - la regione invasa dall'Ucraina - c'erano tank tedeschi. E la Germania riconosce il Kursk come parte della Russia".
Capitolo Nato: "Non consideriamo alcun riarmo della Nato una minaccia per la Federazione Russa, perché siamo autosufficienti in termini di garanzia della nostra sicurezza e stiamo costantemente migliorando le nostre forze armate e le nostre capacità difensive. Qualunque cosa faccia la Nato, ovviamente, crea delle minacce, ma noi le sopprimeremo tutte, non c'è dubbio".
Per il leader del Cremlno, "questa storia secondo cui la Russia attaccherà l'Europa e i paesi della Nato è la stessa incredibile bugia che stanno cercando di far credere alla popolazione dei paesi dell'Europa occidentale. Ma questo, lo sappiamo, è una sciocchezza".
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(Adnkronos) - Donald Trump esorta Benjamin Netanyahu a portare avanti la guerra di Israele contro l'Iran. Emmanuel Macron chiede al premier israeliano di ridurre la portata dell'offensiva. Tra il presidente degli Stati Uniti e il presidente francese, dopo le scintille al G7 in Canada, va in scena un nuovo botta e risposta a distanza.
"Gli ho detto 'vai avanti'. Io parlo con lui ogni giorno, è una brava persona, sta facendo molto", dice Trump parlando di Netanyahu e affermando che il premier israeliano "viene trattato molto ingiustamente dal suo Paese", con quello che sembra un riferimento ai problemi giudiziari del primo ministro. "Finora sta facendo un buon lavoro, è un presidente di guerra e deve anche affrontare anche questo nonsense, è ridicolo", aggiunge.
Macron, invece, chiede lo stop ai raid israeliani contro obiettivi in Iran che non siano collegati al programma nucleare e per lo sviluppo di missili balistici.
In una nota diffusa dall'Eliseo al termine della riunione del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale, si legge che il presidente "ha espresso la sua preoccupazione per l'attuale escalation, con attacchi israeliani sempre più mirati a obiettivi non correlati ai programmi nucleari e balistici iraniani e un numero crescente di vittime civili in Iran e in Israele". "È urgente porre fine a queste operazioni militari, che rappresentano una grave minaccia per la sicurezza regionale", afferma Macron.
E Netanyahu cosa dice? Il premier israeliano ringrazia Trump per "essere al nostro fianco". "Siamo in contatto continuo, anche la notte scorsa, abbiamo avuto un colloquio molto cordiale", dice. "Vorrei ringraziare il presidente Trump, un grande amico dello Stato di Israele - ribadisce Netanyahu - Lo ringrazio per essere al nostro fianco e per il sostegno che gli Stati Uniti ci assicurano nella difesa dei cieli israeliani".
Quindi, la risposta indiretta a Macron: "Abbiamo avviato questa operazione per rimuovere la minaccia nucleare e la minaccia rappresentata dai missili balistici. Stiamo attaccando strutture nucleari, missili, centri di comando e simboli del regime".
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(Adnkronos) - "Le donne potrebbero giocare con voi?". Donald Trump chiede e la Juventus (più o meno) risponde. La visita di una delegazione del club bianconero alla Casa Bianca, a poche ore dall'esordio nel Mondiale per Club, spinge il presidente degli Stati Uniti a interpellare giocatori, allenatore e dirigenti su un tema caro all'amministrazione americana. Trump ha recentemente firmato un ordine esecutivo per escludere le atlete transgender dalle competizioni femminili. "Avete avuto donne in squadra? Potrebbero entrare nel team?", chiede il presidente con un paio di domande retoriche. A rispondere è il general manager Damien Comolli: "E' difficile... Abbiamo un'ottima squadra femminile", dice facendo riferimento alla Juventus Women, che ha conquistato lo scudetto. "Sono molto diplomatici", la chiosa di Trump.
Leggi tutto: Trump e la domanda alla Juve: "Avete donne in squadra?" - Video
(Adnkronos) - Perché la Juventus è alle spalle di Donald Trump mentre il presidente degli Stati Uniti decide se attaccare l'Iran? La domanda rimbalza sui social insieme al video che mostra una scena a dir poco particolare. "Siamo nel metaverso", il commento più ricorrente.
La Juventus, negli Stati Uniti per partecipare al Mondiale per club, viene ricevuta nello Studio Ovale alla Casa Bianca con il presidente della Fifa, Gianni Infantino. I dirigenti, l'allenatore Igor Tudor e una delegazione di giocatori - da Vlahovic a Locatelli, da Weah a Gatti e McKennie - stringono la mano a Trump e, come da cerimoniale, si schierano dietro il presidente. Poi tocca alla stampa e fioccano le domande sulla guerra tra Iran e Israele. Gli Usa attaccheranno Teheran? "Non ho ancora deciso", mentre la delegazione della Juve partecipa, con evidente sorpresa, ad un momento cruciale.
Leggi tutto: Trump, l'Iran e la Juve: il video 'surreale' dalla Casa Bianca
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