(Adnkronos) - "C'è grandissima emozione perché la ventinovesima edizione del Premio Internazionale Fair Play Menarini si avvicina al suo inizio con la serata di gala del 2 luglio nella magnifica cornice del piazzale Michelangelo e poi l'evento di premiazione del Fair Play nel teatro di Fiesole il 3 luglio. Tanti campioni quindi, tante discipline che comporranno questa nuova edizione, sempre all'insegna di quei valori che il premio Fair Play celebra e promuove". Lo ha detto Filippo Paganelli, membro del board della Fondazione Fair Play Menarini, parlando con i giornalisti a Firenze, nella sede della Regione Toscana, in occasione della presentazione della 29/a edizione del Premio Internazionale Fair Play Menarini.
"Alice Bellandi fra tanti degli sportivi che saranno presenti, e che era già stata indicata come vincitrice del Premio Fair Play, verrà premiata il 3 luglio: ha recentemente vinto un mondiale dopo il grande successo alle Olimpiadi di Parigi, e sarà una dei grandi campioni che parteciperà a questa edizione", ha aggiunto Paganelli.
”Lo sport - ha osservato Paganelli - è un grande megafono perché ha tanti modelli, modelli che devono essere positivi nel portare, soprattutto ai giovani, ma anche in generale, quelli che sono i valori di correttezza, di rispetto delle regole o di gioco corretto. Uno sportivo famosissimo, Michael Jordan, diceva: 'Se giochi non rispettando le regole, non stai giocando, stai solo cercando di vincere'. Questo ci fa capire quanto giocare nel rispetto delle regole, con rispetto degli avversari, secondo i più alti valori, è una vittoria, indipendentemente poi dal risultato sportivo".
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(Adnkronos) - "Il medico mi ha detto che sono guarita". Così Carolina Marconi ospite oggi, giovedì 26 giugno, a La volta buona, è tornata a raccontare la sua battaglia contro il tumore al seno, diagnosticato nel 2021.
La showgirl ha raccontato di essersi sottoposta recentemente a un controllo medico “molto importante” che ha dato esiti completamente positivi. "Ogni sei mesi vado a controllarmi, e ogni volta mi sento morire. Trattieni il respiro, non ce la fai", ha detto. Ma questa volta Carolina ha tirato presto un sospiro di sollievo: "Mi ha detto che sono guarita. Questo è il terzo anno in cui va tutto bene".
"Io sono ancora in follow up – spiega l’ex concorrente del Grande Fratello - devo completare ancora i cinque anni di controlli periodici, ma ogni volta ricevere notizie positive è un dono", ha detto, col sorriso.
Al suo fianco, in questo lungo percorso, c’è sempre stato il compagno Alessandro, a cui è legata sentimentalmente da 14 anni. "Siamo tutto io e lui, una bella squadra", ha detto.
Un legame che Carolina tratta con cura: "Ogni donna merita un amore come il mio, un uomo come lui", anche se è stato messo alla prova proprio dalla malattia: "Non è stato facile accettare il tumore al seno. Forse è stato più difficile per lui che mi vedeva cambiare. Forse ha sofferto più Alessandro. Lui a volte si nascondeva e piangeva, ma davanti a me si è sempre mostrato col sorriso". Ma oggi, come ha detto Carolina, sono più forti di prima.
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(Adnkronos) - “Non è tutto oro quel che luccica e non è sempre un male ciò che viene proposto come una scelta esterna”. Così Nunzio Bevilacqua, giurista d’impresa ed esperto economico internazionale, a valle della decisione Nato di innalzare le spese militari al 5% al 2035. Innanzitutto, premette parlando con l'Adnkronos, "non parliamo di economia di guerra come quella, per intenderci, oggetto dell’annuale summit economico di San Pietroburgo, terminato qualche giorno fa, ma di una ben differente, non solo a livello terminologico, economia di difesa".
“La decisione presa, con la sola anomalia spagnola non trasformatasi in veto ma non credo priva di conseguenze sul breve medio periodo, non solo ritengo possa essere assolutamente sostenibile, senza imposizioni aggiuntive per il nostro Paese, ma che possa trasformarsi in una opportunità per verificare le ancora numerose inefficienze della PA - tra cui molteplici ‘enti di dubbia utilità o a duplicazione operativa - sottoponibili a tagli di spesa senza alcun impatto sociale e, per una componente, per coadiuvare una produzione Made in Italy per la sicurezza e rendere più tecnologico il contesto interno", evidenzia Bevilacqua.
In sostanza, prosegue il giurista d'impresa, “cerchiamo di trovare l’opportunità economica interna, come lo sta facendo d’altronde la Germania dando nuova propulsione alla sua industria nazionale siderurgica, da una necessità internazionale derivante dal far parte di un contesto specifico”.
(Adnkronos) - Si informano scegliendo gli strumenti digitali che hanno a portata di mano (social media e motori di ricerca) ma in realtà si fidano di più di giornali e telegiornali. Considerano importante l’informazione (68,4%) ma poi la maggioranza dedica meno di mezz’ora al giorno (63,5%) a scoprire cosa succede in Italia e nel mondo. Ammettono però, 8 su 10, di avere difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa. Questo il quadro che emerge dalla ricerca demoscopica "Senza filtri: l’informazione nell’epoca della disintermediazione tra opportunità e caos" condotta a maggio 2025 da AstraRicerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.023 interviste su un campione 18-70enni residenti in Italia). Dall'indagine, promossa dall'Istituto nazionale per la comunicazione (Inc), emerge che la maggior parte degli intervistati (63,5%) dedica meno di 30 minuti al giorno all'informazione, con un 30,5% che si limita a 20 minuti o meno. Solo il 13,4% degli italiani si informa per un'ora o più.
La Tv si conferma il mezzo più utilizzato regolarmente dagli italiani (70,8%), seguita da familiari, amici e conoscenti (61,6%), dai social network (60,0%) e dagli strumenti di messaggistica con canali dedicati (57,1% - un ‘salto’ in avanti enorme).Gli aggregatori di notizie (46,5%) e i siti/portali internet (42,6%) sono ampiamente utilizzati, superando in diffusione i quotidiani (40,4%) e i periodici/riviste (29,7%), sia cartacei sia online. I podcast e i video, sebbene in crescita (38,1%), non raggiungono ancora la radio (43,7%) e sono sempre più percepiti come intrattenimento a discapito dell’informazione. Quando si tratta di affidabilità, emerge un quadro più complesso. La Tv (42,3%) e i quotidiani (40,8%) sono considerati i più attendibili, quasi a pari merito. I familiari, amici e conoscenti, pur essendo una fonte ampiamente utilizzata, sono ritenuti affidabili solo dal 29% degli intervistati, allineandosi a siti e portali Internet (29,4%) e aggregatori di notizie (29,4%).
La percezione di affidabilità di una notizia è fortemente legata a chi la diffonde e a come viene presentata. La maggioranza degli intervistati (45,7%) ritiene più affidabile una notizia data da un divulgatore non giornalista (scienziati, ricercatori, docenti), superando di poco i giornalisti (41,7%) segno di una crescente ricerca di competenze (vere o presunte) e autorevolezza specifiche. In netta minoranza si trovano influencer, youtuber, tiktoker (8,2%) e personaggi pubblici (17,6%). In mezzo alla classifica i rappresentanti delle Istituzioni e i politici (25.6%).
La preoccupazione per le fake news è piuttosto diffusa: alla maggioranza degli intervistati capita di leggere una notizia e pensare che possa essere falsa (59,5% a volte, 24,2% spesso). La difficoltà nel capire se una notizia è falsa è percepita come media (così così per il 41,7%, abbastanza 34,2%, solo il 6,9% lo considera molto difficile). In sintesi, solo 4 su 10 ritengono che sia molto o abbastanza difficile. Un'alta percentuale di italiani (83,8%) ammette di aver creduto a notizie false in passato (10,3% più volte e 73,5% qualche volta). Un dato significativo è che il 42% ha condiviso notizie poi rivelatesi false.
Di fronte a una notizia che smentisce le proprie convinzioni, la maggioranza tende ad approfondire e verificare con altre fonti, sia che la notizia provenga da giornalisti (64,9%) che da influencer (66,2%). Tuttavia, c'è una netta differenza nella reazione iniziale: se la notizia viene da un giornalista, solo il 7,1% tende a pensare che sia falsa, mentre questa percentuale sale al 24,5% se la fonte è un influencer. Sull'influenza e il controllo dell'informazione, la percezione è che i poteri economici (60,9%) e politici italiani (60,5%) siano i principali responsabili della diffusione di notizie "di parte" o fake news, seguiti dagli interessi delle piattaforme social (55,9%) e dai poteri politici esteri (55,8%).
Come emerge dall'indagine, c'è una chiara richiesta di maggiore regolamentazione per tutti i comunicatori online: il 62,3% ritiene che le regole deontologiche dei giornalisti dovrebbero essere applicate a chiunque comunichi sui mezzi di informazione. Tuttavia, quasi la metà (50,1%) crede che anche molti giornalisti non rispettino tali regole. Il controllo delle fake news da parte delle piattaforme è un tema caldo. Il 65,0% degli intervistati ritiene che il gruppo di persone che controlla le notizie dovrebbe essere scelto senza preconcetti, e il 60,8% vede un rischio nel controllo basato solo sugli utenti. Interessante è la percezione di chi determina il flusso delle informazioni online: i giornalisti e i media tradizionali (45,1%) sono ancora visti come i principali attori, seguiti a ruota dalle piattaforme con i loro algoritmi (43,8%). Meno influenti in questo senso i cittadini che condividono contenuti sui social networks (28,0%), istituzioni e governi (27,1%) e – ancor meno - influencer e creator (16,5%).
La maggior parte degli utenti (70,0%) è consapevole che siti e portali online mostrano notizie personalizzate in base alle loro abitudini. Questo è percepito come un rischio - sia perché tende a confermare le opinioni preesistenti degli utenti (59,9%) sia perché limita l'ampliamento degli interessi (61,8%) - più che un aiuto nel trovare le notizie rilevanti per loro senza fatica (40,7%). Infine, anche l'introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella sintesi delle notizie è vista più come un rischio che come un aiuto: prevalgono i timori di informazioni non corrette (58,4%) e di una minore sollecitazione alla verifica delle fonti (57,0%), rispetto all’aiuto dato agli utenti (37,9%).
“La ricerca offre spunti di riflessione cruciali - afferma Pasquale De Palma, presidente e amministratore delegato di Inc - anche per le strategie di comunicazione di brand e organizzazioni. Perché in un mondo dove tante persone trovano difficoltà a distinguere le notizie vere da quelle false, il rischio che una fake news, alimentata da algoritmi, intelligenze artificiali e condivisioni inconsapevoli, possa danneggiare la reputazione di un’azienda o di una Ngo, è reale e tangibile. Ed è un rischio che va gestito con attenzione e professionalità”. “Bisogna anche avere il coraggio di dire che la disintermediazione oggi è un rischio per le democrazie, fortemente voluta da poteri politici ed economici e dagli interessi delle piattaforme social, che la guidano e la alimentano, sempre perseguendo un interesse personale che non coincide con la verità” commenta Paolo Mattei, vice presidente di Inc, che ha coordinato il gruppo di lavoro sulla ricerca.
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(Adnkronos) - Nuove attrezzature per la riabilitazione al San Raffaele di Sulmona. Oggi nella casa di cura abruzzese la cerimonia ufficiale di consegna di due dispositivi donati dall'International Inner Wheel - Distretto 209 Italia. A rappresentare il Distretto la governatrice Chiara Buccini, che ha personalmente affidato i macchinari alla struttura, alla presenza del management della clinica e di una delegazione dell'équipe riabilitativa. I dispositivi donati - un'apparecchiatura per stimolazione elettrica funzionale (Vik 8) e un mobilizzatore per arti inferiori (Artromot-K1) - andranno a potenziare l'attività quotidiana dell'Unità Spinale e dell'Unità Neuromotoria.
L'iniziativa - spiegano dal Gruppo San Raffaele - si inserisce nell'ambito dell'impegno dell'International Inner Wheel, una delle più grandi organizzazioni femminili di servizio al mondo, nel sostenere progetti in ambito sanitario e sociale, a beneficio delle comunità locali. Un esempio virtuoso di sinergia tra il mondo associativo e quello sanitario, che unisce solidarietà e innovazione tecnologica al servizio della salute. "Questo gesto - dichiara Buccini - è un segno concreto della nostra attenzione verso chi affronta percorsi di cura complessi. Vogliamo essere accanto alle persone e contribuire, anche con piccoli ma significativi interventi, a migliorare l'assistenza e la dignità della cura". Commenta Giovanni Iacutone, direttore sanitario della casa di cura San Raffaele: "Al Distretto 209 Inner Wheel va la nostra più sincera gratitudine per la generosa donazione, un contributo di grande valore per la nostra struttura e per il miglioramento dei servizi sanitari offerti alla comunità. Il gesto di solidarietà e attenzione nei confronti della salute pubblica è per noi motivo di profonda riconoscenza e testimonia l'importanza della collaborazione tra istituzioni e realtà territoriali. E' un segno di attenzione che va oltre la donazione materiale: è un abbraccio alla nostra missione".
"Vik8 - descrive Giorgio Felzani, direttore dell'Unità Spinale - è un dispositivo portatile di elettrostimolazione funzionale adattiva (Afesk*) che agisce con un sistema a 8 canali di elettrostimolazione. Rilevando la contrazione muscolare realizzata dall'individuo, interviene con l'elettrostimolazione esclusivamente a un certo grado di contrazione, amplificando dunque la funzione del muscolo in trattamento anche in seguito a lesioni neurologiche o muscolari. Nel trattamento dei casi con gravi danni neurologici, come avviene nelle mielolesioni, lo scopo è quello di recuperare la funzionalità delle capacità residue e ottimizzare i movimenti che possono portare il soggetto para-tetraplegico a una maggior autonomie nella vita quotidiana. Artromot-K1 è un'apparecchiatura motorizzata per il movimento continuo passivo dell'articolazione del ginocchio e dell'articolazione dell'anca".
(Adnkronos) - Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri salutano Luciano Buonfiglio, eletto oggi, giovedì 26 giugno, nuovo presidente del Coni. "Essendo membro Cio sarei stata al servizio di qualsiasi nuovo presidente. Sono contenta che ci sia una soluzione di continuità, anche in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, per gli uffici e tutto il resto. L'evento sarà ormai tra pochi mesi e quindi questa scelta non può che aiutare a continuare la strada giusta già intrapresa", ha detto Federica Pellegrini, ex nuotatrice italiana e campionessa olimpica.
A fare gli auguri a Buonfiglio anche Paltrinieri: ""Sono contento. Avevo letto il programma di Buonfiglio e ho sentito il suo intervento di oggi che ho apprezzato. L'ho anche conosciuto come persona parlandoci un po' e mi piace. Sono contento e penso che possa esserci un cambio di marcia. Sono molto amico di Malagò e di tutto quello che c'è stato prima, ma sono felice per questa elezione", ha detto il nuotatore italiano.
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(Adnkronos) - Una delle sfide più insidiose nella gestione della sclerosi multipla (Sm) è rappresentata oggi da coloro che, pur risultando clinicamente e radiologicamente stabili, nascondono un'attività di malattia silente. E' il caso del cosiddetto paziente apparentemente stabile: una condizione che può essere riconosciuta grazie all'osservazione clinica, un dialogo medico-paziente continuo e aperto e con l'utilizzo di biomarcatori innovativi. In questo contesto, i neurofilamenti a catena leggera (Nfl) - proteine rilasciate nel sangue in seguito a danno neuro-assonale, inizialmente studiate in ambito di ricerca e oggi approvate anche per l'uso clinico (certificazione Ce) - stanno emergendo come biomarcatori in grado di rilevare in modo precoce e affidabile l'attività di malattia non rilevabile dalla risonanza magnetica, permettendo agli specialisti di guidare in modo più preciso e tempestivo le decisioni terapeutiche e di migliorare la gestione personalizzata della malattia.
L'impiego degli Nfl come biomarcatore nella sclerosi multipla rappresenta uno strumento promettente. Tuttavia, nonostante il loro grande potenziale, l'utilizzo sistematico nella pratica clinica è ancora limitato da ostacoli come l'accesso ai test, i costi e l'assenza di algoritmi clinici validati. Per contribuire a sensibilizzare la comunità scientifica sulla possibile adozione di questo strumento di analisi nella pratica clinica, Novartis, in collaborazione con Synlab, ha avviato un programma di lettura centralizzata che coinvolgerà fino a 50 centri Sm in Italia, ognuno dei quali potrà analizzare 40 campioni di sangue. L'iniziativa permette ai neurologi di acquisire esperienza diretta di questo strumento di analisi, di ottimizzare la gestione dei pazienti e di contribuire all'evoluzione dei percorsi terapeutici.
Il valore prognostico degli Nfl - informa Novartis in una nota - è stato confermato da diversi studi clinici, tra cui un ampio studio osservazionale multicentrico, pubblicato su 'The Lancet Neurology', che ha seguito per 4 anni 814 pazienti con Sm recidivante-remittente di nuova diagnosi, reclutati in 22 centri. I risultati hanno mostrato che livelli sierici più elevati di Nfl, misurati con tecnologia a singola molecola, sono associati alla presenza di lesioni attive alla risonanza magnetica, a un maggior rischio di ricadute cliniche e alla necessità di intensificare la terapia nel tempo. Un recentissimo studio prospettico, pubblicato a marzo 2025 su 'Frontiers in Neurology' ha analizzato l'ampia letteratura disponibile confermando il ruolo chiave dei Nfl anche nei pazienti in apparente stabilità clinica e radiologica. I risultati hanno mostrato che un valore elevato di Nfl nel sangue è fortemente associato a un aumentato rischio di perdere lo stato di Neda-3 (nessuna evidenza di attività di malattia) entro l'anno successivo. Inoltre, i livelli di Nfl risultano spesso elevati in presenza di sintomi subclinici come affaticamento persistente, esordio improvviso di ansia o depressione, lievi alterazioni cognitive non associate a nuove lesioni visibili alla risonanza magnetica.
In questi casi, l'utilizzo del Nfl come biomarcatore di allerta precoce può guidare il neurologo verso un monitoraggio più stretto con risonanze magnetiche più frequenti, oppure una modifica della strategia terapeutica, anche in assenza di segnali 'tradizionali' di attività. "L'identificazione tempestiva del paziente con stabilità di malattia solo apparente grazie alla misurazione dei neurofilamenti plasmatici ci permette di anticipare le scelte terapeutiche e adottare, fin da subito, trattamenti di alta efficacia mirati a un miglior controllo della malattia anche nel lungo periodo - afferma Diego Centonze, professore ordinario di Neurologia Università Tor Vergata-Roma e direttore dell'Unità di Neurologia dell'Irccs Neuromed di Pozzilli - Integrare questo biomarcatore nella pratica clinica significa compiere un vero cambio di paradigma: passare da un approccio reattivo, basato sulla comparsa di segni clinici o radiologici, a un modello proattivo, incentrato sull'identificazione precoce del rischio e sulla personalizzazione dinamica del trattamento".
In questi pazienti - continua la nota - il dato biologico fornito dal Nfl può anticipare un peggioramento clinico e valutare precocemente una possibile escalation terapeutica. I trattamenti ad alta efficacia, già ampiamente validati in studi clinici e nella pratica reale, si sono dimostrati in grado di ridurre i livelli di Nfl nel sangue, controllare l'attività infiammatoria e, soprattutto, rallentare la progressione della disabilità. Inoltre, in molti pazienti è possibile utilizzare l'autosomministrazione domiciliare ad alta efficacia, con un conseguente miglioramento non solo della prognosi ma anche della qualità di vita della persona con Sm. "Il dosaggio dei neurofilamenti plasmatici è uno strumento prezioso, ma non può essere interpretato da solo: va sempre integrato con la risonanza magnetica e la valutazione clinica - chiarisce Centonze - Solo attraverso questa lettura combinata possiamo garantire un controllo più tempestivo della malattia. In questo percorso, il ruolo del paziente è centrale: è fondamentale incoraggiarlo a segnalare anche i sintomi più lievi. Un dialogo continuo e trasparente tra medico e paziente è essenziale per migliorare gli esiti clinici e affrontare la sclerosi multipla in modo più consapevole e condiviso".
L'integrazione strutturata di questo biomarcatore nei Pdta, percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, rappresenterebbe un passo in avanti significativo verso una gestione più tempestiva, consapevole e orientata alla prevenzione del danno neurologico. "Come azienda impegnata da anni nell'area della sclerosi multipla, patologia complessa la cui gestione è in continua evoluzione - dichiara Paola Coco, Chief Scientific Officer and Medical Affairs Head Novartis Italia - crediamo che l'innovazione debba essere accessibile e tradursi in strumenti concreti per migliorare la pratica clinica e, soprattutto, la vita dei pazienti. Il nostro impegno va in questa direzione: contribuire all'evoluzione del Servizio sanitario nazionale promuovendo modelli di gestione più precoci, efficaci e sostenibili, nell'interesse dei pazienti e della comunità scientifica".
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(Adnkronos) - Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha espresso parere positivo per cabozantinib nel trattamento di pazienti adulti con tumori neuroendocrini extra-pancreatici (epNet) e pancreatici (pNet) non resecabili o metastatici, ben differenziati, in progressione dopo almeno una precedente terapia sistemica non basata su analoghi della somatostatina. La raccomandazione - informa Ipsen in una nota - si basa sui risultati dello studio Cabinet, di fase III, presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) nel 2024 e pubblicati nel 'New England Journal of Medicine'. La decisione finale sull'approvazione da parte dell'Unione europea è prevista nei prossimi mesi.
Il numero di pazienti con nuova diagnosi di tumori neuroendocrini (Nets) è in aumento, con una prevalenza stimata superiore rispetto al tumore del pancreas esocrino o della vescica. La maggior parte dei tumori neuroendocrini ha uno sviluppo lento e può originare in varie sedi del corpo, necessitando spesso di molteplici linee terapeutiche in caso di progressione di malattia. Le opzioni terapeutiche alla progressione sono spesso limitate e dipendono dalla sede primaria del tumore e da altri fattori che rendono complicato definire la sequenza ottimale dei trattamenti specifici per le esigenze individuali del paziente. In particolare, per il 27% dei pazienti con diagnosi di Nets polmonari non sono disponibili opzioni terapeutiche approvate in caso di progressione dopo una terapia sistemica non basata su analoghi della somatostatina. "I dati di efficacia dello studio Cabinet - afferma Christelle Huguet, Head of Research and Development, Ipsen - rappresentano un punto di svolta nella ridefinizione degli approcci terapeutici per le persone affette da tumori neuroendocrini pancreatici ed extra-pancreatici avanzati. Il parere positivo da parte del Chmp conferma la potenzialità di tradurre questi dati in benefici significativi per i pazienti. Attendiamo ora con fiducia la decisione finale della Commissione europea".
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dipende prevalentemente dalla sede primaria del tumore. Nel caso di Nets gastrointestinali e polmonari avanzati, in cui il tumore si è diffuso in sedi distanti del corpo, i tassi di sopravvivenza a 5 anni sono del 68% e 55%, rispettivamente. Tuttavia, per i pazienti con pNet avanzati la prognosi è sfavorevole, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 23%.
"Il parere espresso dalla Commissione per i prodotti medicinali per uso umano dell'Ema, relativamente all'utilizzo di cabozantinib nei pazienti affetti da Net avanzato, rappresenta una importante novità - commenta Nicola Fazio, direttore Divisione di Oncologia medica gastrointestinale e tumori neuroendocrini, Istituto europeo di oncologia (Ieo) Milano - Qualora l'opinione del Chmp venisse recepita dalla Commissione europea, cabozantinib sarebbe il secondo Tki, dopo sunitinib, a essere approvato nei Net, con la sostanziale differenza che andrebbe a coprire una tipologia di tumori più ampia, includendo anche i Net extra-pancreatici, polmonari e a sede sconosciuta anche di alto grado. Questo rappresenta una grande opportunità per i pazienti con diagnosi di Net, ambito nel quale esistono ancora oggi poche opzioni terapeutiche valide, nonostante i progressi ottenuti nelle ultime decadi".
Lo studio Cabinet - dettaglia la nota - ha analizzato cabozantinib rispetto a placebo nei pazienti con tumori pancreatici o extra-pancreatici avanzati, in progressione dopo una precedente terapia sistemica diversa dagli analoghi della somatostatina. Nella coorte pNet, al follow-up mediano di 13,8 mesi, la sopravvivenza libera da progressione (Pfs) mediana è risultata di 13,8 mesi con cabozantinib rispetto a 4,4 mesi con placebo (rapporto di rischio (Hr) 0,23 [intervallo di confidenza (Ci) 95% 0,12-0,42] p
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(Adnkronos) - TBS Crew Srl e Fenice Srl, società legate all’attività imprenditoriale di Chiara Ferragni, anticipano la pubblicazione dei bilanci 2024, che riflettono complessivamente un risultato negativo (rispettivamente 2,3 milioni e 3,4 milioni), "coerente con un anno segnato da forti trasformazioni e da una scelta strategica di pausa operativa". Lo segnala una nota del gruppo in cui si ricorda come "nel 2024, pur mantenendo un minimo di attività, molte iniziative e collaborazioni tradizionalmente parte del business sono state sospese, in attesa di valutare l’evoluzione dello scenario di mercato". "In un periodo di incertezze - si spiega - la decisione di rallentare le operazioni è stata presa per ripensare e riorganizzare la struttura aziendale, con l'obiettivo di affrontare le sfide future con una visione più solida e centrata. La crisi del mercato, seppur difficile, è stata un’opportunità per riposizionare il brand, rafforzare le scelte strategiche e orientarsi verso nuovi progetti e opportunità di crescita".
Peraltro dalla società si ricorda come Chiara Ferragni, "pienamente consapevole della situazione e delle sfide che il mercato sta attraversando, ha compiuto un gesto straordinario di leadership decidendo di investire personalmente nella società Fenice, con un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro".
Il bilancio d’esercizio 2024 di Fenice, "in piena coerenza con i risultati comunicati al 30 novembre 2024, rafforza la trasparenza e l’affidabilità del piano industriale" continua la nota. I numeri di quest’anno - si spiega - "confermano che, nonostante le difficoltà, sono state adottate scelte strategiche che consentiranno di affrontare il futuro con una maggiore solidità e una struttura più snella e dinamica. I risultati attesi per il 2025, a partire dal secondo semestre, segneranno l'inizio di un nuovo capitolo per le società, con il primo sviluppo delle nuove proposte creative e l’implementazione di un piano di crescita ben definito".
Nel quadro di questa riorganizzazione, Fenice S.r.l. "ha avviato la razionalizzazione delle risorse e il focalizzarsi su aree di attività strategiche a maggior valore aggiunto. La decisione di sospendere alcune operazioni, come per esempio la chiusura del punto vendita di Roma, è stata una scelta mirata a ottimizzare le risorse e a concentrarsi sul riposizionamento del brand sul mercato".
Il Gruppo spiega di avere anche deciso "di non includere più Fenice Retail S.r.l., società controllata, nei piani di sviluppo futuri, avviando un processo di messa in liquidazione. Questa decisione fa parte di una più ampia strategia di riorganizzazione che mira a rendere l’azienda più efficiente e in grado di rispondere alle sfide del mercato in modo più rapido e mirato".
Per la holding Sisterhood che fa capo a Chiara Ferragni i bilanci 2023 e 2024 sono di prossima pubblicazione: per valorizzare correttamente l’attivo patrimoniale si è atteso la chiusura dei bilanci delle sue società partecipate. Il bilancio 2023 di Sisterhood è stato approvato di recente e chiude con un risultato positivo per 1 milione, mentre per la chiusura del bilancio 2024 "si è in attesa dell’approvazione del bilancio di Fenice, la cui assemblea è stata convocata in data odierna".
Con l’approvazione del bilancio 2024 e le azioni in corso, TBS e Fenice S.r.l. "guardano al futuro con fiducia, forti dell’impegno finanziario appena intrapreso e della riorganizzazione che permetterà di affrontare la nuova direzione, più Chiara, più essenziale e più fedele alla personalità imprenditoriale di Chiara Ferragni". Lo si legge in una nota sui risultati 2024 di alcune delle società legate a Chiara Ferragni che - si ricorda - ha scelto di investire personalmente nella società Fenice, con un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro. "Questo investimento non solo le consente di assumere il controllo della società con una quota di maggioranza assoluta, ma rappresenta anche un segnale forte di fiducia nel futuro e della sua visione a lungo termine".
Si tratta - si sottolinea - di "un impegno che va ben oltre l’aspetto puramente finanziario: Ferragni ha scelto di mettersi in gioco personalmente per rilanciare il brand e consolidare le sue fondamenta, dimostrando, ancora una volta, il suo spessore imprenditoriale e la determinazione nel guidare la sua azienda verso un futuro di crescita e innovazione, nonostante le difficoltà economiche del contesto attuale".
Leggi tutto: Chiara Ferragni, rosso da 5,7 milioni per le società TBS Crew e Fenice nel 2024
(Adnkronos) - Si è tenuta ieri la seduta del Comitato di Gestione dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale. Oltre al Commissario straordinario dell’AdSP Pino Musolino e al Segretario Generale f.f. Maurizio Marini, erano presenti il Direttore Marittimo del Lazio e Comandante della Capitaneria di Porto di Civitavecchia Michele Castaldo, il Comandante della Capitaneria di Porto di Fiumicino Silvestro Girgenti, il Comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta Biagio Mauro Sciarra, il componente designato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale Sergio Cozzi e quello designato dal Comune di Civitavecchia Emiliano Scotti.
Tra le delibere approvate dal Comitato, tutte all'unanimità, c'è anche quella per il rilascio di concessione demaniale marittima per licenza, ai sensi dell'art. 36 del Codice della Navigazione, a favore della Marine Goddess srl, per l'occupazione, per 18 mesi, di complessivi 24.816 metri quadrati all'interno del cantiere "ex Privilege" per la rimozione dei materiali di proprietà della società, tra cui lo scafo P430.
"Si tratta di una concessione - spiega il Commissario Straordinario dell'AdSP Pino Musolino - finalizzata a rimuovere la carcassa del P430. Marine Goddess, che è in regola con il pagamento dei canoni demaniali, ha dichiarato di aver trovato un possibile acquirente e ha presentato un piano industriale per il completamento della nave per quanto necessario a portarla via e metterla in acqua, per le successive ultime lavorazioni. Al di là di ogni legittima perplessità, considerata la storia di questa vicenda, rientra nell'interesse pubblico esperire quest'ultimo tentativo per liberare l'area senza oneri per lo Stato. Ci siamo comunque cautelati, prevedendo un monitoraggio delle attività ogni 6 mesi e una cauzione da versare da parte di Marine Goddess pari ai costi preventivati e periziati per la rimozione della nave. Nel caso in cui il concessionario non dovesse procedere come previsto, l'AdSP escuterebbe la garanzia per finanziare la spesa necessaria a rimuovere lo scafo. Ciò significa che, in ogni caso, entro l'inizio del 2027 quell'area sarà nuovamente interamente disponibile".
Leggi tutto: A Civitavecchia decisa rimozione entro inizio 2027 scafo P430
(Adnkronos) - Dolore persistente all'anca, difficoltà nei movimenti quotidiani, qualità della vita in costante peggioramento: sono questi i segnali da non sottovalutare. Ma quando è davvero il momento giusto per sottoporsi a un intervento di protesi? E a cosa si fa riferimento quando si parla di 'anca dolorosa'? A fare chiarezza sono gli esperti della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot). Negli ultimi decenni in Italia "abbiamo registrato un costante incremento di interventi di protesizzazione dell'anca, che ha superato abbondantemente i 100mila casi ogni anno", ricorda la Siot.
Con l'espressione 'anca dolorosa' "si intende un sintomo che può essere espressione sia di patologie che effettivamente coinvolgono l'articolazione dell'anca, ma - spiegano gli ortopedici - anche di condizioni patologiche che invece riguardano i tessuti in prossimità dell'articolazione come muscoli, tendini, borse: queste ultime hanno solitamente un'evoluzione benigna e prevedono dei percorsi medici e riabilitativi che devono essere personalizzati ed effettuati sotto la guida di persone esperte".
"Le patologie articolari 'vere', invece, tendono a progredire - precisa Alessandro Massè, direttore Uoc Ortopedia e Traumatologia 1U, Aou Città della Salute e della Scienza-Cto di Torino, ed esperto Siot per la chirurgia protesica - Esistono diverse gradazioni di danno della cartilagine e delle altre strutture articolari che, in un tempo variabile, possono portare all'artrosi. Molte di queste forme possono essere legate a fattori predisponenti congeniti, come malformazioni di diversa entità. Al contrario le variabili legate al sovrappeso, all'attività lavorativa o a quella sportiva possono accelerare la progressione del danno: sovraccarichi eccessivi o movimenti estremi possono concorrere al peggioramento del danno articolare. Altre forme di danno articolare sono riconducibili a traumi importanti, a malattie infiammatorie (poco noto, ma frequente è ad esempio il coinvolgimento articolare nella psoriasi) o a problemi vascolari localizzati".
In generale l'artrosi 'classica' nelle sue manifestazioni conclamate si evidenzia per lo più nell'età adulta, con uguale frequenza nei due sessi: "I quadri di danno articolare iniziale, invece - chiarisce Massè - possono dare i primi sintomi in età giovanile, o addirittura pediatrica, se sono presenti patologie o malformazioni che producono un precoce danno delle strutture articolari: la cosiddetta pubalgia dei giovani sportivi, spesso è espressione di un iniziale danno articolare".
"Quando si evidenzia un difetto strutturale dell'anca - evidenziano gli ortopedici - è possibile effettuare interventi chirurgici per eliminare il difetto prima che questo produca un danno della cartilagine. Si tratta di interventi complessi e di invasività variabile, finalizzati a ritardare anche di molto l'insorgenza dell'artrosi e, quindi, la necessità di ricorrere ad una protesi d'anca. Molti passi avanti sono stati fatti nelle tecniche artroscopiche, realmente mini-invasive, ma a volte si rendono necessari complessi interventi di invasività anche elevata, soprattutto in età pediatrica e nei giovani adulti, finalizzati a correggere le anomalie più severe attraverso delle 'fratture' controllate di femore e bacino, le osteotomie".
Il gran numero di protesi all'anca impiantate ogni anno in Italia "in parte è dovuto all'invecchiamento della popolazione – interviene Pietro Simone Randelli, presidente Sito e direttore della Clinica Ortopedica dell'Istituto Gaetano Pini di Milano - e in parte all'incremento di richieste da parte dei pazienti che mal tollerano le limitazioni derivanti dall'artrosi e vogliono rapidamente recuperare una buona qualità di vita: è sempre fondamentale che il paziente sia informato sulla reale entità dell'intervento e sulle possibili, anche se rare, complicanze. A volte, purtroppo, le aspettative del paziente non sono realistiche per una incongrua informazione da parte di 'dottor Google'".
"La protesizzazione dell'anca è un intervento di grande diffusione e straordinario successo, tanto che già nel 2007 l'autorevole rivista scientifica Lancet lo ha definito 'l'intervento del secolo' per il rapporto estremamente favorevole tra rischi e benefici - ricorda la Siot - Grazie allo sviluppo delle tecniche chirurgiche e anestesiologiche, il tasso di complicanze è molto basso e il recupero estremamente veloce". Tuttavia, "si deve ricordare che si tratta comunque di un intervento di chirurgia ortopedica maggiore per il quale il termine mini-invasivo si riferisce al risparmio dei tessuti e al più rapido recupero funzionale, ma non a un intervento di piccola complessità", puntualizzano gli ortopedici.
"L'intervento - rimarca Massè - deve essere effettuato quando il paziente ritiene che la sua qualità di vita non sia più accettabile per la sintomatologia dolorosa e la limitazione funzionale; non si tratta di un intervento preventivo e quindi, se il paziente con poche accettabili limitazioni mantiene una buona qualità di vita, può essere procrastinato senza che questo comporti un risultato peggiore. L'intervento oggi viene effettuato a qualsiasi età, anche in considerazione dell'aspettativa di durata degli impianti molto migliorata".
Negli ultimi decenni - riferisce la Siot - si sono realizzati costanti e significativi progressi nelle tecniche chirurgiche e nell'affidabilità dei materiali: questo ha portato a una più rapida ripresa funzionale dopo l'intervento e a un incremento nella durata delle protesi. Le recenti innovazioni tecnologiche fornite dalle industrie (navigazione, robotica, realtà aumentata) si stanno affacciando anche in questa chirurgia: "Siamo in una fase di transizione - conclude Massè - e i vantaggi di queste innovazioni non sono ancora evidenti, soprattutto l'attuale altissimo tasso di successo di questa procedura; è però verosimile che alcune tra queste nuove tecnologie in futuro dimostrino una reale efficacia nell'incrementare il tasso di soddisfazione dei pazienti definendo nuovi standard".
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