
Freddo, pioggia, vento e neve che è già arrivata a Milano. Il maltempo sferza l'Italia e scatta l'allerta meteo che oggi sabato 22 novembre interesserà undici regioni.
L'origine di questa condizione meteorologica è una profonda saccatura alimentata da aria fredda proveniente dall'Europa settentrionale[1] che fa il suo ingresso sul Mediterraneo centrale tra il Golfo del Leone e i nostri settori nord-occidentali. Tale situazione è responsabile delle precipitazioni al Sud e sul medio Adriatico, dell'abbassamento delle temperature con nevicate fino a quote collinari e del rinforzo della ventilazione su gran parte della Penisola.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d'intesa con le regioni coinvolte ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che fa seguito ed estende quello emesso giovedì. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it).
L'avviso, che già dal tardo pomeriggio/serata di ieri prevedeva il persistere di precipitazioni al Centro-Sud e nevicate mediamente al di sopra dei 600-800 metri su Sardegna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e settori appenninici e orientali del Lazio, dalle prime ore di oggi prevede il persistere di venti di burrasca dai quadranti settentrionali su Emilia-Romagna e dai quadranti occidentali sulla Sicilia. Sono attesi, inoltre, venti di burrasca dai quadranti settentrionali su Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Lazio centro-settentrionale, in estensione ad Abruzzo e Molise e dai quadranti occidentali sulla Calabria; previste mareggiate lungo le coste esposte.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di oggi allerta gialla in Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e su alcuni settori di Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania e Basilicata.

Ha fatto in tempo a laurearsi, ma non a prendersi cura dell'aiuola che sognava le venisse intitolata, Ornella Vanoni. Era stata lei stessa nell'intervista concessa nel settembre 2024 al Corriere della Sera, in occasione del suo novantesimo compleanno, a chiedere di venire ricordata con un'aiuola.
"Il teatro Lirico l’hanno dedicato a Gaber, le due sedi del Piccolo a Strehler e a Grassi, la Palazzina Liberty a Fo e a Rame, lo Studio alla Melato. Per me non è rimasto niente. Per questo rivolgo un appello al sindaco Sala: mi dedichi un’aiuola in centro", chiedeva l'artista milanese. Unica condizione: "La voglio da viva. Adesso. 'Aiuola Ornella Vanoni, manutenuta da lei'. Me ne prenderei cura di persona. Pianterei fiori e pomodori". Ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa aveva ribadito il concetto: "Danno tutto da morti, lo facessero da vivi uno è anche più contento".
Gioia che Vanoni ha potuto esprimere lo scorso 11 giugno, quando l'Università Statale di Milano le ha conferito la laurea magistrale honoris causa in 'Musica, Culture, Media, Performance'. Un titolo con cui l'ateneo meneghino ha voluto celebrarla quale "interprete innovativa della musica italiana e artista capace di rispecchiare e interpretare il proprio tempo, ma anche quale simbolo di una Milano vibrante e creativa". "Io non ho mai studiato, sono cialtrona. I miei sarebbero impazziti dalla gioia a sapere che io ho una laurea", aveva detto l'artista alla cerimonia di conferimento pochi mesi prima della morte.

Il vestito di Dior, la musica di Paolo Fresu, le ceneri sparse nel mare di Venezia. Con ironia e leggerezza Ornella Vanoni, morta il 21 novembre all'età di 91 anni, descriveva così il suo funerale a Fabio Fazio in una puntata di Che tempo che fa del 2023. "Adesso scelgo il vestito, la bara deve costare poco perché devo essere bruciata", diceva la cantante, come ricorda il video riproposto su X dal profilo @grande_flagello.
"Poi buttatemi in mare, quello che vi pare... Mi piacerebbe Venezia, fate come volete. Il vestito ce l'ho, è di Dior. Poi ho chiesto a Paolo Fresu di suonare durante il funerale", le parole della cantante. "Ma dove la troviamo una così? Perché siamo su questo argomento?", la domanda di Fazio. "Siamo lì vicini", la risposta.
La cantante, in un'intervista concessa nel settembre 2024 al Corriere della Sera in occasione del suo novantesimo compleanno, aveva chiesto di venire ricordata con un'aiuola.
"Il teatro Lirico l'hanno dedicato a Gaber, le due sedi del Piccolo a Strehler e a Grassi, la Palazzina Liberty a Fo e a Rame, lo Studio alla Melato. Per me non è rimasto niente. Per questo rivolgo un appello al sindaco Sala: mi dedichi un’aiuola in centro", le parole dell'artista. Unica condizione: "La voglio da viva. Adesso. 'Aiuola Ornella Vanoni, manutenuta da lei'. Me ne prenderei cura di persona. Pianterei fiori e pomodori". Nel salotto di Fazio a Che Tempo Che Fa aveva ribadito il concetto: "Danno tutto da morti, lo facessero da vivi uno è anche più contento".

La storia d'amore tra Ornella Vanoni e Gino Paoli è una delle più emblematiche e articolate della canzone italiana: un legame tanto tormentato quanto fertile, capace di trasformare la passione privata in musica eterna. Il loro incontro risale al 1960, quando entrambi erano legati all'etichetta Ricordi: da quel momento nasce non solo una collaborazione professionale, ma anche una relazione sentimentale intensa. Paoli, già sposato in quel periodo, scrive per Ornella alcuni dei suoi brani più importanti, come "Senza fine" e "Che cosa c'è", che rimangono tra i pilastri del repertorio della Vanoni.
Secondo Vanoni, la relazione fu dolorosa e controversa: "Quando è scoppiato l'amore con Gino Paoli, lui era sposato e io mi sono sposata poco dopo. Una sofferenza tremenda, altro che scandalo" ha raccontato in varie interviste. Nonostante la complessità sentimentale, il loro rapporto ha generato una delle canzoni più eleganti e delicate della musica italiana: "Senza fine", scritta da Paoli, è una ballata romantica dallo stile quasi waltz, e si chiude con un delicato fade‑out, simbolo di un amore che sembra non finire mai. Anche "Che cosa c'è", un altro valzer sentimentale, nacque dal loro legame: il testo, intriso di tenerezza e malinconia, sembra riflettere proprio la complessità della loro unione.
Nel 1961, Ornella Vanoni pubblica il suo primo album, che contiene "Cercami", brano che diventa il suo primo grande successo commerciale. Questo pezzo, dedicato idealmente a Paoli, segna una svolta nella carriera della cantante, consolidando la sua voce come una delle più intense e sofisticate del panorama italiano. La loro collaborazione professionale non si esaurisce con la fine della relazione sentimentale. Negli anni a seguire, Paoli e Vanoni continuano a duettare e a esibirsi insieme: un esempio è l'album live "Insieme", pubblicato nel 1985, che raccoglie molti dei loro pezzi più famosi, come "Senza fine", "Che cosa c'è", "L'appuntamento" e "Non andare via".
Nonostante la sofferenza vissuta, Ornella ha dichiarato che il legame con Paoli non è mai davvero svanito: nel corso degli anni, i due hanno costruito un rapporto di amicizia e stima reciproca che dura ancora oggi.
Quando nel 2024 hanno festeggiato i 90 anni (lei il 22 settembre, lui il 23 settembre), il loro scambio di auguri ha commosso il pubblico: due artisti che, pur avendo vissuto un amore tempestoso, restano indissolubilmente legati nella memoria della musica italiana.
Quel periodo d'oro (gli anni Sessanta) con Paoli è entrato nel cuore del pubblico non solo per il romanticismo della loro love story, ma anche perché ha generato alcune delle canzoni più belle e durature del repertorio italiano. Ornella, con la sua voce unica e sofisticata, e Gino, con la sua sensibilità da cantautore, hanno dato vita a un connubio artistico che ha influenzato generazioni. (di Paolo Martini)

Addio alla regina. Ornella Vanoni, morta a Milano all'età di 91 anni, viene omaggiata da colleghi, amici, ammiratori. Una pioggia di messaggi sui social per salutare la cantante, pilastro della musica italiana.
Spicca il dolore di Fabio Fazio, che negli ultimi anni aveva accolto l'artista nel salotto di Che tempo che fa. "Non sono in grado di dire niente. Sono senza parole e non ero pronto a tutto questo. Non mi pare possibile. Non riesco a dire proprio niente", il post del conduttore. "Tesora mia adorata", scrive Luciana Littizzetto, altra colonna di Che tempo che fa.
"Ornella non puó averci lasciato lei voleva vivere. Una donna affascinante, intelligente e colta, autoironica, un’artista immensa… senza fine. Quanto ci mancherai amica mia", il messaggio di Loredana Berté.
"Ornellik. Grande artista, grande amica. Ti vorrò per sempre bene… mi mancherai. La tua Nicopat", l'addio di Patty Pravo.
"Addio regina", il messaggio di Enrico Mentana, direttore del Tg La7. "Noi grandi di età la conoscemmo così, con le canzoni della mala milanese rielaborate da Goorgio Strehler. E fu subito mitica", aggiunge il giornalista. "La più grande! Un dispiacere immenso… La tua musica resterà nel nostro cuore per sempre", scrive Simona Ventura.
"Che dolore cara Ornella. Grazie per essere stata la colonna sonora di tanta vita. Resti indimenticabile, per me impossibile", il messaggio di Francesca Fagnani. "Addio adorata Ornella... Mi mancherai tanto...", il saluto di Mara Venier.
"Ornella, indomabile, è difficile credere perché tu ci scherzavi sempre: "oltre alla grande artista che tutti conoscono, per me sei stata una delle poche persone davanti alle quali mi sentivo davvero piccola. Accettavo qualsiasi tuo modo di essere: la dolcezza immensa, la generosità, l'umanità. E quando volevi essere pungente, lo subivo con affetto, perché eri talmente grande che era impossibile tenerti testa", scrive Alba Parietti su Instagram.
"Sei stata una donna libera, amatissima dagli amici, forte, impegnativa, bellissima, colta, intelligente, appassionata, dolcissima... e a volte spietata, con te e con gli altri come solo i grandi spiriti sanno essere. Per tutti sei stata e sarai indelebile e indimenticabile. Per me, spesso, irraggiungibile: una montagna meravigliosa e impossibile da scalare, ma un'essere umano speciale", sottolinea ancora Parietti.
"Ornella no!" la reazione di Paola Turci, all'insegna dell'incredulità. Poi la cantautrice romana posta una foto della Vanoni da giovane e scrive a caratteri cubitali: "Madre".
"È una notizia orribile, mi dispiace da impazzire. Sono impreparata a commentare questa cosa orrenda, è una sorpresa che mi lascia senza parole", le parole di Annalisa, appena scesa dal palco del Palazzo dello Sport di Roma, al termine della tappa del suo tour, Annalisa è stata raggiunta dalla tragica notizia. "Mi dispiace immensamente", dice l’artista ancora travolta dalle emozioni del concerto appena concluso. "Ornella era immensa, in ogni sua manifestazione artistica e umana. Le mando un forte bacio, sperando che possa raggiungerla", conclude.
"Senza fine. Ornella Vanoni ha vestito la musica italiana con l'eleganza della sua voce inconfondibile. Una vita densa di vita. Tra arte, teatro, amori appaganti o dolorosi, duraturi o fugaci. Oltre alle sue intramontabili canzoni - davvero senza fine - ci ha insegnato che la vita va presa per come viene, con quella sottile ironia e sdrammatizzazione che è stata una cifra del suo percorso e della sua esistenza", scrive in un post su 'Instagram' è il giornalista Alessio Lasta.
"Non ci si risparmia dal dolore. Ma gli si dà un posto. In questo ha incarnato il senso più profondo del suo essere milanese. E di tutto il pubblico. La musica non è finita. E gli amici non se ne vanno", sottolinea Lasta.

Non era una tigre (di Cremona) come Mina, né una pantera (di Goro) come Milva, né un'aquila (di Ligonchio) come Iva Zanicchi. Né tantomeno un usignolo. Ornella Vanoni, scomparsa all'età di 91 anni, non ha mai avuto bisogno di animali-totem per entrare nell'immaginario collettivo. Se proprio si dovesse associare a una creatura simbolica, sarebbe una leonessa: fiera, elegante, indipendente. Milanese nell'anima e nelle origini - nata il 22 settembre 1934 - con lo sguardo regale e una voce che sapeva ruggire e accarezzare insieme, Ornella Vanoni è stata per decenni la più libera e anticonvenzionale delle interpreti italiane.
Attraversando quasi settant'anni di musica, Ornella ha saputo restare se stessa. Diva suo malgrado, sofisticata ma mai distante, colta senza accademismi, sensuale senza mai essere volgare, ha incarnato una femminilità autentica, mai costruita. In ogni fase della sua carriera, è rimasta una voce fuori dal coro: dissonante rispetto alle mode, capace di raccontare il tempo senza adeguarvisi. Le sue rughe, il sarcasmo, i silenzi, l'inconfondibile voce impastata di fumo e sentimento, sono diventati parte del patrimonio culturale italiano.
Non era nata cantante. Il suo primo amore era il teatro, e fu sul palco del Piccolo Teatro di Milano che iniziò la carriera, accanto al regista Giorgio Strehler, mentore, pigmalione e compagno. Da quell'esperienza ha portato nel canto una teatralità intensa, misurata, la capacità di 'abitare' le parole prima ancora che intonarle. Le sue prime canzoni furono le celebri 'canzoni della mala': ballate cupe, popolari, che Vanoni interpretava con grazia e verità, restituendo dignità a un'umanità ferita. "Ma mi", "Le mantellate", "Hanno ammazzato il Mario" non erano solo brani, ma atti unici di teatro civile. Un inizio potente.
Nel 1959, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, porta in scena proprio quelle canzoni della mala, eseguite in dialetto milanese e romanesco, e brani tratti da "L'opera da tre soldi" di Bertold Brecht. La svolta arriva negli anni Sessanta, quando inizia a collaborare con i grandi cantautori italiani, su tutti Gino Paoli, con cui condivide una storia d’amore intensa e creativa. Nasce così "Senza fine", il suo primo grande successo anche internazionale, a cui seguiranno "Che cosa c'è", "La musica è finita", "Casa bianca", "Mi sono innamorata di te", "Eternità", "Una ragione di più", "Un'ora sola ti vorrei", "Tristezza".
Accanto alla musica, il teatro continua a chiamarla: interpreta "Rugantino" di Garinei e Giovannini, che la porta fino a Broadway. E intanto la discografia si arricchisce. Negli anni Settanta arrivano i brani più iconici e duraturi: "L'appuntamento", "Domani è un altro giorno", "E così per non morire", "Sto male", "Dettagli".
Nel 1976 fonda la sua etichetta, Vanilla, e pubblica "La voglia di sognare", per poi firmare un'opera fondamentale: "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria", insieme a Vinícius de Moraes e Toquinho. È la consacrazione del suo amore per la musica brasiliana, un'influenza che resterà nella sua cifra stilistica.
Gli anni Ottanta vedono l'uscita di "Ricetta di donna", "Vai Valentina", "Musica musica", "Uomini" e il ritorno in concerto con Gino Paoli per "Ti lascio una canzone". Nei Novanta arriva un disco d'oro con "Stella nascente" e "Perduto", prodotti da Mario Lavezzi. In chiave jazz, collabora con Paolo Fresu per l'album "Argilla".
Nel 2008 celebra i 50 anni di carriera con l'album "Più di me", duettando con artisti di ogni generazione: Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia, Jovanotti, Carmen Consoli, i Pooh, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti e infine Mina, in un inedito duetto-evento: "Amiche mai". Nel 2018 torna al Festival di Sanremo con "Imparare ad amarsi", ricevendo il Premio alla Carriera: la prima artista a ottenerlo.
Nel 2020 pubblica "Unica", album di inediti dal titolo emblematico. L'anno successivo è ospite del Festival di Sanremo, dove canta "Un sorriso dentro al pianto accompagnata da Francesco Gabbani. In estate esce l'irriverente "Toy Boy" con Colapesce e Dimartino, con videoclip diretto da Luca Guadagnino. Nel 2023 è di nuovo ospite a Sanremo. Intanto, grazie all'ironia e alle imitazioni di Virginia Raffaele, conquista una nuova generazione e trova spazio fisso a "Che tempo che fa", al fianco di Mara Maionchi e Fabio Fazio. In occasione dei suoi 90 anni, un nuovo album, "Diverse", una raccolta dei suoi successi riletti in nuove versioni, tra cui "Ti voglio" reinterpretata insieme a Elodie e Ditonellapiaga.
Ornella Vanoni ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, arrivando seconda nel 1968 con Casa bianca e ottenendo tre volte il quarto posto. È stata la prima artista a ricevere il Premio Città di Sanremo alla carriera (1999). Ha vinto tre premi del Club Tenco, l’unica donna e la prima in assoluto ad averne ricevuti due come cantautrice, e nel 2022 le è stato conferito il Premio Tenco Speciale, creato appositamente per lei.
Vanoni ha venduto oltre 55 milioni di dischi. È stata musa della canzone d’autore, pioniera della world music, interprete jazz con nomi come Herbie Hancock e George Benson. Ha fatto musical, cinema, televisione, varietà, colonne sonore. Ha duettato con tutti, attraversando le generazioni.
Negli ultimi anni, la sua leggerezza e autoironia hanno conquistato il pubblico televisivo, confermando un paradosso che la accompagnava da sempre: diva senza retorica, fragile e pungente, ironica e profonda. Quando le chiedevano della sua età, rispondeva: "Sono vecchia? Sì. Ma sono unica". E lo era davvero. Il titolo del suo album "Unica" non era un vezzo. Era una verità. E così sarà ricordata. (di Paolo Martini)

Addio a Ornella Vanoni. La cantante, signora della musica italiana, è morta oggi a 91 anni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, è considerata tra le maggiori interpreti della canzone leggera e d'autore.
"Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore", il messaggio dai social di Che Tempo Che Fa che conferma la notizia.
Figlia di un industriale farmaceutico e di una madre severa ma appassionata d'arte, Ornella Vanoni ha attraversato la storia musicale del nostro Paese trasformandosi più volte, senza mai perdere autenticità.
La carriera di Ornella Vanoni inizia in modo inusuale: prima attrice che cantante. A soli 19 anni si iscrive all'Accademia del Piccolo Teatro di Milano, diventando presto l'allieva prediletta (e compagna) del regista Giorgio Strehler. Il debutto avviene nel 1956, con "Sei personaggi in cerca d'autore" di Luigi Pirandello. Ma sarà il suo modo graffiante e anticonvenzionale di interpretare le canzoni della 'mala' - ballate ispirate alla cronaca nera e all'anima popolare - a farla notare nel panorama musicale, con la pubblicazione del primo disco nel 1958 per la Ricordi.
Dopo la fine della relazione con Strehler, incontra Gino Paoli, con cui condivide una storia d'amore travagliata ma artisticamente feconda. Da questo incontro nascono brani leggendari come "Senza fine" e "Che cosa c'è", ma anche il primo grande successo commerciale, "Cercami", pubblicato nel 1961.
Parallelamente, Vanoni calca le scene teatrali con straordinario successo, ricevendo premi e riconoscimenti. Ma è Sanremo a sancire la sua popolarità: partecipa per otto edizioni, conquistando nel 1968 il secondo posto con "Casa bianca", e il quarto posto in tre diverse edizioni (1967, 1970, 1999). In quegli anni, la sua immagine cambia: da interprete aggressiva e teatrale a icona sofisticata, sensuale e moderna.
Il decennio successivo segna una maturazione musicale e personale. Dopo aver lasciato la Ricordi e successivamente la Ariston, fonda una propria etichetta discografica, la Vanilla, anticipando i tempi sull'autoproduzione.
Nel 1976 realizza con Toquinho e Vinícius de Moraes uno degli album più raffinati della sua carriera: "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria", ancora oggi considerato un capolavoro della musica italiana, tanto da essere incluso tra i 100 dischi italiani più belli secondo la rivista "Rolling Stone". È l'inizio di un amore profondo per la musica brasiliana, che la accompagnerà per tutta la vita.
Durante gli anni '80, Ornella assume il controllo completo del proprio percorso artistico. Firma testi, idea concept album e riceve prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco come miglior cantautrice, prima donna a riceverlo. Dischi come "Ricetta di donna" (1980), "Duemilatrecentouno parole" (1981) e "Uomini" (1983) mostrano una nuova Ornella: più intima, personale, consapevole. È anche l'epoca della collaborazione con Lucio Dalla, Paolo Conte, Gerry Mulligan, e del ritorno con Gino Paoli nel fortunatissimo tour "Insieme" (1985).
Negli anni '90, pur riducendo la frequenza delle sue apparizioni, Vanoni continua a pubblicare dischi intensi come "Sheherazade" (1995), dedicato all'universo femminile, e "Argilla" (1997), dove jazz e musica brasiliana si fondono con naturalezza.
Nel nuovo millennio, festeggia i 50 anni di carriera con grande stile: un concerto in Piazza Duomo a Milano davanti a 35.000 persone (2008), duetti con artisti di tutte le generazioni in "Più di me", e un doppio disco dal vivo con Paoli. Il brano "L'appuntamento", riscoperto grazie al film Ocean’s Twelve, torna a scalare le classifiche.
Nel 2018, all'età di 83 anni, stupisce ancora tutti salendo sul palco del Festival di Sanremo con "Imparare ad amarsi", in trio con Bungaro e Pacifico. L'interpretazione le vale una standing ovation e il Premio della Critica per la Migliore Interpretazione, a conferma di una classe intatta. Nel 2023 torna come ospite al Festival, confermando la sua eterna presenza nella musica popolare italiana. Dal 2024 è tra gli ospiti fissi del programma "Che tempo che fa", dimostrando una verve ironica e un'autoironia sempre più rara.
Sempre attenta al nuovo, nel 2024 partecipa a una sorprendente rivisitazione del suo brano "Ti voglio", reinterpretato insieme a Elodie e Ditonellapiaga. Il progetto, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, segna il ponte definitivo tra generazioni musicali.
Con più di 100 lavori, oltre 55 milioni di dischi venduti, una vita divisa tra teatro, cinema, musica e televisione, Ornella Vanoni ha segnato un'epoca e attraversato tutte le altre. È riuscita a essere sofisticata senza mai perdere il contatto con le emozioni semplici. Sensuale, profonda, ironica, indisciplinata, è una delle ultime grandi icone della canzone d’autore italiana. (di Paolo Martini)

Addio a Ornella Vanoni. La cantante, signora della musica italiana, è morta oggi a 91 anni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, è considerata tra le maggiori interpreti della canzone leggera e d'autore.
Figlia di un industriale farmaceutico e di una madre severa ma appassionata d'arte, Ornella Vanoni ha attraversato la storia musicale del nostro Paese trasformandosi più volte, senza mai perdere autenticità.
La carriera di Ornella Vanoni inizia in modo inusuale: prima attrice che cantante. A soli 19 anni si iscrive all'Accademia del Piccolo Teatro di Milano, diventando presto l'allieva prediletta (e compagna) del regista Giorgio Strehler. Il debutto avviene nel 1956, con "Sei personaggi in cerca d'autore" di Luigi Pirandello. Ma sarà il suo modo graffiante e anticonvenzionale di interpretare le canzoni della 'mala' - ballate ispirate alla cronaca nera e all'anima popolare - a farla notare nel panorama musicale, con la pubblicazione del primo disco nel 1958 per la Ricordi.
Dopo la fine della relazione con Strehler, incontra Gino Paoli[1], con cui condivide una storia d'amore travagliata ma artisticamente feconda. Da questo incontro nascono brani leggendari come "Senza fine" e "Che cosa c'è", ma anche il primo grande successo commerciale, "Cercami", pubblicato nel 1961.
Parallelamente, Vanoni calca le scene teatrali con straordinario successo, ricevendo premi e riconoscimenti. Ma è Sanremo a sancire la sua popolarità: partecipa per otto edizioni, conquistando nel 1968 il secondo posto con "Casa bianca", e il quarto posto in tre diverse edizioni (1967, 1970, 1999). In quegli anni, la sua immagine cambia: da interprete aggressiva e teatrale a icona sofisticata, sensuale e moderna.
Il decennio successivo segna una maturazione musicale e personale. Dopo aver lasciato la Ricordi e successivamente la Ariston, fonda una propria etichetta discografica, la Vanilla, anticipando i tempi sull'autoproduzione.
Nel 1976 realizza con Toquinho e Vinícius de Moraes uno degli album più raffinati della sua carriera: "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria", ancora oggi considerato un capolavoro della musica italiana, tanto da essere incluso tra i 100 dischi italiani più belli secondo la rivista "Rolling Stone". È l'inizio di un amore profondo per la musica brasiliana, che la accompagnerà per tutta la vita.
Durante gli anni '80, Ornella assume il controllo completo del proprio percorso artistico. Firma testi, idea concept album e riceve prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco come miglior cantautrice, prima donna a riceverlo. Dischi come "Ricetta di donna" (1980), "Duemilatrecentouno parole" (1981) e "Uomini" (1983) mostrano una nuova Ornella: più intima, personale, consapevole. È anche l'epoca della collaborazione con Lucio Dalla, Paolo Conte, Gerry Mulligan, e del ritorno con Gino Paoli nel fortunatissimo tour "Insieme" (1985).
Negli anni '90, pur riducendo la frequenza delle sue apparizioni, Vanoni continua a pubblicare dischi intensi come "Sheherazade" (1995), dedicato all'universo femminile, e "Argilla" (1997), dove jazz e musica brasiliana si fondono con naturalezza.
Nel nuovo millennio, festeggia i 50 anni di carriera con grande stile: un concerto in Piazza Duomo a Milano davanti a 35.000 persone (2008), duetti con artisti di tutte le generazioni in "Più di me", e un doppio disco dal vivo con Paoli. Il brano "L'appuntamento", riscoperto grazie al film Ocean’s Twelve, torna a scalare le classifiche.
Nel 2018, all'età di 83 anni, stupisce ancora tutti salendo sul palco del Festival di Sanremo con "Imparare ad amarsi", in trio con Bungaro e Pacifico. L'interpretazione le vale una standing ovation e il Premio della Critica per la Migliore Interpretazione, a conferma di una classe intatta. Nel 2023 torna come ospite al Festival, confermando la sua eterna presenza nella musica popolare italiana. Dal 2024 è tra gli ospiti fissi del programma "Che tempo che fa", dimostrando una verve ironica e un'autoironia sempre più rara.
Sempre attenta al nuovo, nel 2024 partecipa a una sorprendente rivisitazione del suo brano "Ti voglio", reinterpretato insieme a Elodie e Ditonellapiaga. Il progetto, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, segna il ponte definitivo tra generazioni musicali.
Con più di 100 lavori, oltre 55 milioni di dischi venduti, una vita divisa tra teatro, cinema, musica e televisione, Ornella Vanoni ha segnato un'epoca e attraversato tutte le altre. È riuscita a essere sofisticata senza mai perdere il contatto con le emozioni semplici. Sensuale, profonda, ironica, indisciplinata, è una delle ultime grandi icone della canzone d’autore italiana. (di Paolo Martini)

Esiste una dieta per mantenere il cervello giovane? Non c'è nessun 'cibo magico' che consenta di prevenire il declino cognitivo o garantire funzioni al top nonostante l'invecchiamento fisiologico. C'è, però, un regime alimentare che può favorire la salute e l'efficienza di tutto il corpo, cervello compreso. Come evidenzia l'Harvard Medical School, i migliori alimenti per il cervello sono gli stessi che proteggono il cuore e i vasi sanguigni.
Ecco la 'cinquina' che fa bene (anche) alla testa.
L'elenco comprende le verdure a foglia verde come spinaci, cavolo nero e broccoli. Tali alimenti sono ricche di nutrienti salutari per il cervello come vitamina K, luteina, folati e beta-carotene. "La ricerca suggerisce che questi alimenti di origine vegetale possono aiutare a rallentare il declino cognitivo", si legge sul sito dell'HMS.
Il menù prosegue con il pesce grasso. I pesci grassi sono fonti di acidi grassi omega-3, grassi insaturi sani che sono stati collegati a livelli ematici più bassi di beta-amiloide, la proteina associata ad accumuli nel cervello delle persone con malattia di Alzheimer. L'ideale sarebbe mangiare pesce almeno due volte a settimana, privilegiando varietà a basso contenuto di mercurio come salmone, merluzzo, tonno bianco in scatola e merluzzo giallo.
Menzione speciale per i frutti di bosco. I flavonoidi, i pigmenti vegetali naturali che 'colorano' i frutti, contribuiscono a migliorare la memoria, come dimostra in particolare una ricerca del Brigham and Women's Hospital di Harvard: le donne che consumavano due o più porzioni di fragole e mirtilli ogni settimana ritardavano il declino della memoria fino a due anni e mezzo.
A colazione, possono dare una mano tè e caffè. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition, i soggetti che consumavano una quantità maggiore di caffeina hanno ottenuto punteggi migliori nei test sulle funzioni mentali.
I ricercatori della Johns Hopkins University hanno chiesto ai soggetti coinvolti in uno studio di osservare una serie di immagini e poi di assumere un placebo o una compressa di caffeina da 200 milligrammi. Soprattutto i membri del gruppo che assumeva caffeina sono stati in grado di identificare correttamente le immagini il giorno successivo.
Infine, le noci. La frutta secca è un'ottima fonte di proteine e grassi sani, e un tipo di frutta secca in particolare potrebbe anche migliorare la memoria. Uno studio dell'UCLA, l'Università della California e Los Angeles, ha collegato un maggiore consumo di noci a punteggi migliori nei test cognitivi. Le noci sono ricche di un tipo di acido grasso omega-3 denominato acido alfa-linolenico (ALA): i regimi alimentari che comprendono l'ALA e altri acidi grassi omega-3 sono state collegate a una pressione sanguigna più bassa e a arterie più pulite. Ottimo per il cuore e per il cervello.

Moody's Ratings rialza il rating dell'Italia portandolo da 'Baa3' a 'Baa2'. L'outlook passa da positivo a stabile. Lo rende noto l'agenzia di rating internazionale in un comunicato.
L’upgrade del rating, sottolinea Moody's, riflette "una comprovata continuità di stabilità politica e delle politiche economiche, che accresce l’efficacia delle riforme economiche e fiscali e degli investimenti attuati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Indica inoltre la possibilità di ulteriori interventi politici a sostegno della crescita e del risanamento dei conti pubblici oltre la scadenza del piano, prevista per agosto 2026. Di conseguenza, prevediamo che l’elevato onere del debito pubblico dell’Italia inizierà a diminuire gradualmente a partire dal 2027".
L’outlook stabile, sottolinea l'agenzia di rating, riflette "un equilibrio tra i punti di forza e le criticità del merito di credito dell’Italia. Da un lato, le riforme volte a migliorare l’efficienza del settore pubblico e l’ambiente imprenditoriale nel suo complesso potrebbero determinare un miglioramento più significativo delle prospettive di crescita dell’Italia, con effetti positivi sui conti pubblici. Dall’altro lato, la riduzione dell’elevato debito italiano dipende da una crescita del pil relativamente robusta e da un aumento degli avanzi primari. Ciò significa che una crescita più lenta o un risanamento dei conti pubblici meno accentuato rispetto alle nostre attuali previsioni comprometterebbero le nostre stime di un debito in diminuzione".
L’Italia, sottolinea Moody's, "sta compiendo buoni progressi nel raggiungimento delle milestone e degli obiettivi del Pnrr, risultando il Paese dell’Ue più avanzato in termini di numero di richieste di pagamento e di erogazioni. Prevediamo che l’Italia sarà in grado di fare pieno uso dei fondi assegnati, pari a un totale di 194,4 miliardi di euro (9,1% del pil nel 2023), di cui 71,8 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Sebbene l’allocazione dei fondi sia stata rallentata da limiti di capacità e colli di bottiglia nell’assorbimento, posticipando l’impatto positivo sulla crescita rispetto alle stime iniziali, gli investimenti pubblici sono aumentati negli ultimi anni".
Il settore bancario "robusto, i solidi bilanci del settore privato e la buona posizione esterna rappresentano ulteriori fattori di sostegno alla stabilità economica", aggiunge ancora l'agenzia di rating. "Questi elementi positivi mitigano, ma difficilmente compenseranno completamente, l’impatto negativo sulla crescita potenziale derivante dall’invecchiamento della popolazione".
Moody's punta su un rapporto debito/pil "appena superiore al 130% entro il 2034", partendo da una nostra stima del 136,5% per il 2025.
"Siamo soddisfatti della promozione di Moodys, la prima dopo 23 anni. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia", il commento in una nota del ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di aspettarsi che Zohran Mamdani sarà un ''sindaco eccezionale'' per New York. Dopo un incontro nello Studio Ovale che il tycoon ha definito ''fantastico'' e ''molto produttivo, davvero positivo'', il presidente americano ha detto di avere con Mamdani ''in comune che vogliamo che questa nostra città, che amiamo, prosperi".
Il presidente americano, originario di New York, ha detto di essersi "congratulato con lui e abbiamo parlato di alcuni argomenti molto comuni, come l'edilizia abitativa e i prezzi dei prodotti alimentari. Il prezzo del petrolio sta scendendo notevolmente".
Trump ha anche offerto un gesto di buona volontà nei confronti del sindaco entrante, affermando che potrebbe persino sorprendere i conservatori. "Credo che avrete, si spera, un sindaco davvero eccezionale", ha detto. "Più si comporta bene, più sono felice. Dirò che non c'è differenza di partito", ha aggiunto affermando che "penso che sorprenderà alcuni conservatori, in realtà, e anche alcuni molto progressisti".
Trump ha poi affermato che secondo lui il sindaco potrebbe fare cose "davvero grandiose": ''Vorrei aiutarlo, non danneggiarlo. Voglio dargli un grande aiuto, perché voglio che New York City sia una città grandiosa. Penso che questo sindaco possa fare cose davvero grandiose".
Trump ha aggiunto che si sentirebbe "assolutamente" a suo agio a tornare nella sua città natale, New York, sotto l'amministrazione Mamdani. "Siamo d'accordo su molto più di quanto avrei pensato... Voglio che faccia un ottimo lavoro e lo aiuteremo a farlo", ha aggiunto.
"Mi hanno detto di peggio di 'despota', non è poi così offensivo. Forse, penso che cambierà idea quando inizieremo a lavorare insieme", ha poi detto Trump interrompendo Mamdani, che stava rispondendo a un giornalista che gli aveva chiesto se avesse nuovamente definito Trump un deposta o un fascista.
"Ciò che apprezzo davvero del presidente è che il nostro incontro si è concentrato non sui punti di disaccordo", ma piuttosto sull'obiettivo comune di servire i newyorkesi, ha affermato Mamdani, sottolineando l'impegno ad alleviare quella che ha definito una "crisi del costo della vita".
Trump ha poi aggiunto che lui e il sindaco eletto risolveranno le loro divergenze in merito agli agenti dell'Ice nelle città. "Penso che troveremo una soluzione", ha detto Trump. Il presidente americano ha inviato agenti dell'Ice e di altre agenzie federali in diverse città, tra cui Chicago e Charlotte, nell'ambito della stretta sull'immigrazione. Inoltre, più o meno quando Trump ha assunto il controllo federale delle forze di polizia di Washington e ha mobilitato le truppe della Guardia Nazionale, ha lanciato l'idea che New York fosse la prossima destinazione.
Mamdani è stato critico dell'Ice, dichiarando alla Cnn che non avrebbe permesso al Dipartimento di Polizia di New York di collaborare nell'applicazione delle leggi sull'immigrazione. Trump ha affermato che durante l'incontro Mamdani ha parlato di come "vuole una New York sicura". "Quindi lavoreremo insieme. Faremo in modo che se ci sono persone orribili lì, le faremo espellere - ha aggiunto Trump -. Penso che lui voglia farle andare via forse più di me".
Dal canto suo sindaco eletto di New York ha detto di aver avuto un "incontro produttivo" con il presidente degli Stati Uniti, incentrato sulle preoccupazioni dei newyorkesi relative al costo della vita. "Ho apprezzato l'incontro con il presidente, come ha detto lui è stato un incontro produttivo incentrato su un luogo che ammiriamo e amiamo entrambi, New York City", ha esordito Mamdani.
Mamdani ha sottolineato "la necessità di garantire prezzi accessibili ai newyorkesi, gli 8 milioni e mezzo di persone che chiamano la nostra città casa, e che fanno fatica a permettersi la vita nella città più costosa degli Stati Uniti d'America". Il sindaco di New York ha spiegato che "abbiamo parlato di affitto, di generi alimentari, di utenze. Abbiamo parlato dei diversi modi in cui le persone vengono espulse".
Mamdani ha sottolineato di aver "apprezzato il tempo trascorso con il presidente, ho apprezzato la conversazione e non vedo l'ora di lavorare insieme per garantire questa convenienza ai newyorkesi".

"Ha detto che sono un fascista? E' tutto a posto". Donald Trump incontra il nuovo sindaco di New York. Zohran Mamdani, e archivia gli scontri degli ultimi mesi. Il presidente degli Stati Uniti, nello Studio Ovale, aiuta il primo cittadino a dribblare domande scomode. La stampa ricorda a Mamdani le parole usate per definire Trump nel recente passato. "Sta dicendo che pensa che il presidente Trump sia un fascista?", la domanda al primo cittadino. "Ho parlato di...", prova a replicare Mamdani, ma viene interrotto da Trump. "E' tutto ok, puoi dire semplicemente 'sì'. E' più facile rispetto a dare una spiegazione, a me non importa", dice il presidente sorridendo.
Prima delle elezioni di New York, Trump ha definito Mamdani 'comunista': "Ha visioni un po' particolari, vediamo se funzionano. Lui cambierà, tutti cambiamo. Io sono cambiato molto dal momento in cui ho assunto l'incarico nel primo mandato. Alcune mie posizioni sono cambiate... Io sono molto fiducioso, credo che" Mamdani "sorprenderà molti conservatori".
Il sindaco di New York in passato ha definito Trump anche "un despota". "Mi hanno detto di peggio, non è poi così offensivo. Forse, penso che cambierà idea quando inizieremo a lavorare insieme", glissa il presidente. "Vorrei aiutarlo, non danneggiarlo. Voglio dargli un grande aiuto, perché voglio che New York City sia una città grandiosa. Penso che questo sindaco possa fare cose davvero grandiose. Siamo d'accordo su molto più di quanto avrei pensato... Voglio che faccia un ottimo lavoro e lo aiuteremo a farlo", aggiunge.
"Ciò che apprezzo davvero del presidente è che il nostro incontro si è concentrato non sui punti di disaccordo", ma piuttosto sull'obiettivo comune di servire i newyorkesi, dice Mamdani, sottolineando l'impegno ad alleviare quella che ha definito una "crisi del costo della vita".

''Ci vuole un segno di affetto nei confronti della nostra Puglia se vogliamo veramente cambiarla. Questo è il momento di cambiarla. Il 23 e il 24 invito tutti quanti voi a portare quanta più gente possibile a votare, perché noi siamo quelli che purtroppo non vanno più a votare''. Così il candidato presidente del centrodestra in Puglia, Luigi Lobuono, nell'incontro a Bari, con cui ha concluso la campagna elettorale dopo una passeggiata nelle vie principali.
''Il nostro popolo è quello che non va più a votare - ha detto - ma il popolo della sinistra va sempre a votare perché il loro mestiere è quello di creare problemi e mettere i cittadini in condizione di chiedergli un favore. E il favore dopo deve essere ripagato con il voto. Noi non siamo così, noi siamo il popolo che garantisce i diritti ai cittadini e questa sarà l'azione che porteremo avanti alla Regione Puglia. Spero il 25 sarà sotto un governo di centro-destra, finalmente dopo 20 anni di centro-sinistra''.

Incidente mortale al circo in provincia di Napoli. I carabinieri della stazione di Sant'Anastasia sono intervenuti in un circo itinerante a via Circumallazione dove, durante lo spettacolo acrobatico, è avvenuto uno scontro tra due motociclisti professionisti. Uno dei due stuntman cileno di 26 anni è deceduto. Grave un altro acrobata 43enne messicano, 3 gli stuntman motociclisti coinvolti. È quanto emerge dai primi accertamenti.
Lo spettacolo era in corso, al buio, illuminato solo dai led che i 3 motociclisti indossavano sulla tuta mentre giravano all’interno della sfera d’acciaio. Improvvisamente sembra che il 26enne sia caduto a piombo al centro della sfera, con gli altri due che hanno tentato di evitarlo rallentando ma si sarebbero tutti investiti tra loro. L'acrobata cileno è morto sul colpo, mentre il 43enne messicano è stato trasportato in codice rosso in pericolo di vita all’Ospedale del Mare. Il terzo, anche lui 26enne ma colombiano è invece cosciente e in buone condizioni.

"Qualcuno mi dice 'Antonio abbiamo già vinto': non è cosi'.Pensare di avere già vinto è il modo migliore per perdere. Le elezioni non si vincono con i sondaggi ma andando strada per strada e casa per casa". Così Antonio Decaro, candidato dei Progressisti alla presidenza della Regione Puglia parlando al Palamartino di Bari al comizio finale prima del voto di domenica e lunedì[1].
"Mai nemici, solo avversari. Ringrazio Luigi Lobuono che è una brava persona, per il rispetto e il garbo. Poi ci sono gli altri. Non tratterò come nemici né i ministri del governo, che aspetto qui per lavorare insieme, né l'opposizione in Consiglio regionale". Questa una delle "quattro promesse", come l'ha presentata lui stesso, fatte sul palco del Palamartino.
"Ho preparato una bella lista", ha aggiunto. "Sono quattro. La prima è che non vi prometterò nulla che non sia realizzabile. I numeri sono una cosa seria", ha proseguito Decaro. "Io sono un ingegnere, mi hanno sempre insegnato ad avere rispetto dei numeri. Quindi la prima cosa che vi prometto è serietà e realismo. È meno affascinante, lo so, ma più onesto. Sono stato sempre tra la gente, e quando guardi negli occhi una madre che ha paura che il proprio figlio si allontani dalla propria terra, o un operaio che teme di perdere il lavoro, non ce l’hai il coraggio di illuderli. Non ce la fai a tradire le loro speranze con gli annunci da televendita", ha detto ancora.
"L'autonomia differenziata è un modo della Lega Nord di dividere il Paese, ha poi ha detto Antonio Decaro, che ha aggiunto: "In questi giorni ho sentito promettere di tutto. Letizia Moratti assessore alla sanità. E poi 200mila nuovi posti di lavoro. Lo sapete quanti sono in Puglia i disoccupati? Sono 160mila. Quindi non solo ci promettono la piena occupazione, ma vi danno in omaggio 40mila posti in più. Amici del centrodestra, ve lo dico con affetto: questa è una campagna elettorale, non è il Black Friday".

Piero Tatafiore, il capo ufficio stampa del ministero della Cultura, annuncia in una nota le sue dimissioni "immediate e irrevocabili" dal ruolo. Ad annunciarlo, lo stesso Tatafiore in una nota.
"Ho appena comunicato al ministro della cultura, Alessandro Giuli, le mie immediate e irrevocabili dimissioni dall'incarico di capoufficio stampa del Mic. L'utilizzo di strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica è stato da parte mia un errore improprio di cui mi scuso prima di tutto con il ministro che ringrazio per l'opportunità di crescita lavorativa che mi ha concesso e con l'intero gabinetto", conclude Tatafiore.
"Per il ministro era un atto dovuto e irreversibile, l’impegno politico pubblico di un ministro espresso da Fdi o da qualsiasi altro partito legittimo e insindacabile, ma per Giuli è inaccettabile qualsiasi ombra di sospetto su un utilizzo di strumenti comunicativi istituzionali per attività che spetta alle agenzie, semmai, riportare". E' quanto sottolineano fonti del ministero della Cultura in merito alle dimissioni del capo ufficio stampa Tatafiore.

Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, venerdì 21 novembre 2025. Centrati sei '5' che vincono ciascuno 21.481,34 euro. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 81.700.000 milioni.
Quanto costa una schedina?
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro.
L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Quali sono i punteggi vincenti?
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Come faccio a sapere se ho vinto?
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente di oggi
Questa la combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 12, 14, 18, 53, 84, 86. Numero Jolly: 72. Numero SuperStar: 35.

Era conservato nel locale lavanderia e coperto da più strati di lenzuola il cadavere mummificato dell'anziana di Borgo Virgilio, in provincia di Mantova, di cui il figlio non aveva denunciato la morte per poter continuare a incassarne la pensione.
Una truffa all'Inps, durata probabilmente diversi anni e scoperta solo quando la carta d'identità della donna, che oggi avrebbe 85 anni, è scaduta. Per non 'perdere' la pensione, il figlio di 56 anni si è vestito da donna, ha indossato la parrucca e lo scorso 11 novembre si è presentato all'ufficio anagrafe di Borgo Virgilio. Fingendosi la madre, ha firmato tutti i documenti necessari al rinnovo e consegnato le fototessere, prima di allontanarsi.
L'addetta allo sportello lo ha lasciato andare, ma insospettita ha allertato la Polizia locale del Comune in provincia di Mantova. L'ufficio anagrafe a quel punto ha ricontattato la finta anziana, chiedendole di tornare negli uffici per nuove firme la mattina del 19 novembre. All'appuntamento si è nuovamente presentato il figlio, sempre travestito da donna, con trucco e smalto sulle unghie. Scoperto dalla Polizia locale, ha ammesso tutto.
Agli agenti che gli chiedevano dove si trovasse la madre, ha dato indicazioni infondate. A quel punto, avvertito il pm di turno, è partito il controllo nell'abitazione del 56enne. Lì - fa sapere il comando provinciale dei carabinieri di Mantova in una nota - all'interno del locale lavanderia, vicino a un armadio, è stato ritrovato un involucro di grosse dimensioni, composto da due sacchi a pelo. All'interno, avvolto con più strati di lenzuola, è stato scoperto il cadavere in evidente stato di mummificazione e inodore.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo investigativo di Mantova, per i rilievi tecnici, durante i quali sono stati repertati alcuni oggetti d'interesse investigativo. Sul cadavere, portato all'ospedale 'Carlo Poma' di Mantova, è stata disposta l'autopsia, necessaria a stabilire cause e data della morte dell'anziana. Un elemento necessario per calcolare l'importo che il 56enne - denunciato per occultamento di cadavere, truffa ai danni dello Stato, sostituzione di persona e falso in atto pubblico - avrebbe truffato all'Inps, percependo la pensione mensile della madre, comprensiva anche della reversibilità di quella del padre, un medico del posto morto anni fa.

L’Agidae, associazione gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica, in occasione del 65mo anniversario della sua istituzione, organizza il convegno nazionale di studi e l’assemblea ordinaria, dal tema: 'Identità e missione - le attività degli enti religiosi tra norma canoniche e leggi civili'. L’evento si terrà sabato 22 novembre 2025, alle ore 8.30, presso la Pontificia Università Urbaniana – Scv. Il convegno vuole costituire un momento di confronto e di crescita condivisa per gli Istituti associati i quali saranno chiamati ad accettare le sfide future a partire dalla riforma del codice civile sugli adeguati assetti amministrativi per gli enti collettivi, dalla soluzione prospettata in tema di Imu, dal ricorrente confronto tra le attività svolte dal terzo settore e le opere degli enti ecclesiastici, ai nuovi scenari collegati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e la cyber security in materia di tutela dei dati e rischi e responsabilità dei gestori degli istituti ai sensi del d.lgs 231/2001.
Ampio spazio sarà dedicato all’introduzione del Previfonder, ossia, della Previdenza complementare per tutti i lavoratori degli enti ecclesiastici aderenti ai tre Ccnl Agidae: istruzione, socio-sanitario assistenziale e Università pontificie. L’evento avrà inizio con la lettura del messaggio che il Santo Padre, Papa Leone XIV, ha rivolto all’Agidae, sulla necessità “dell’armonizzazione tra principi del diritto civile italiano e la normativa canonica e di proseguire nel prestare l’attenzione ai valori sociali e civili, come pure alla formazione permanente dei gestori e dei dipendenti”.
Seguirà la concelebrazione eucaristica, presieduta da S.e. mons. Michele Di Tolve, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, dal presidente di Agidae - Padre Francesco Ciccimarra e dai sacerdoti componenti del consiglio direttivo. Tra gli interventi al convegno si segnalano la presenza di Maurizio Leo, vice-ministro dell’Economia e Finanza, Mario Pepe, Presidente Covip, Fulvio Baldi, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Ciro Santoriello, procuratore aggiunto Procura di Cuneo, Rosa Del Prete, magistrato Corte di Appello Napoli e Filippo Trefiletti, direttore generale di Accredia.
Abbanoa, sospese per questo fine settimana le interruzioni... 
Circa 2.500 persone, tra cui numerosi aderenti alla galassia anarco-antagonista, sono partiti oggi, venerdì 21 novembre, da piazza Maggiore a Bologna per il corteo, organizzato da Potere al Popolo, in occasione dell'incontro di basket di Virtus-Maccabi Tel Aviv, al palazzetto dello sport. Protestano contro la scelta di far disputare una partita con una squadra israeliana.
La partita al PalaDozza e la polemica
Alle 20.30 è, infatti, in programma al PalaDozza la sfida di Eurolega tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv, che si svolgerà dopo le polemiche dei giorni scorsi, con l'area intorno al palazzetto blindata. Alla manifestazione partecipano, tra gli altri, Potere al popolo, sindacati di base, giovani palestinesi e collettivi, rilanciando la campagna 'Show Israel the red card'. Insieme a loro anche l'attivista Patrick Zaki.
Le critiche della Lega
"È folle trasformare uno spettacolo sportivo in un momento di scontro e violenza: certa sinistra che soffia sul fuoco della rabbia si dimostra irresponsabile e indegna" si legge in una nota della Lega. "Affettuosa e totale solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine".

La vicenda della famiglia anglo-australiana stabilitasi nei boschi di Palmoli, a Chieti, con i tre bambini trasferiti con la madre in una casa famiglia su decisione della magistratura, è all'attenzione del governo.
A quanto apprende l'Adnkronos, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe avuto sulla vicenda un colloquio con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e non si esclude che da via Arenula possano essere inviati gli ispettori per fare luce sulle misure del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento urgente dei tre figli[1] della coppia.
Quello delineato dai giudici è un quadro di "grave pregiudizio per l’integrità fisica e psichica dei bambini, l'assistenza materiale e morale, la vita di relazione e la riservatezza". I bambini, di 6 e 8 anni, sono stati collocati in casa-famiglia, mentre ai genitori è stata sospesa la responsabilità genitoriale.
Secondo i giudici, presieduti da Cecilia Angrisan, i bambini hanno finora vissuto in un "rudere fatiscente e privo di utenze", oltre che in una piccola roulotte. La perizia depositata dai genitori ha confermato “l’assoluta assenza di impianti elettrico e idrico/sanitario", oltre alla mancanza di infissi e rifiniture.
Per i giudici è inoltre "del tutto insufficiente" a garantire la sicurezza dei bambini, mancando collaudo statico, certificazioni e verifiche sulle condizioni igienico-sanitarie. Il provvedimento afferma che, in assenza di requisiti di abitabilità, "l'assenza di agibilità… comporta una presunzione ex lege dell’esistenza di pericolo di pregiudizio per l’incolumità e l’integrità fisica dei minori”. Si cita inoltre il rischio sismico, l’assenza di prevenzione incendi e problemi legati all’umidità, che potrebbero incidere a lungo andare “sullo sviluppo di patologie polmonari”.
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