
Enrico Mentana conduce un "tg daltonico" su La7. L'edizione delle 20 del telegiornale, condotta dal direttore, incappa in un problema tecnico: l'impianto delle luce in studio va in tilt e bisogna ricorrere alle luci d'emergenza con un effetto 'crepuscolo'. "In conclusione ci dobbiamo scusare", dice Mentana ai telespettatori nel segmento finale del notiziario.
"E' stato un telegiornale daltonico da parte nostra perché si è rovinato l'apparato delle luci dello studio. Non sappiamo bene cosa sia successo - dice Mentana -. Abbiamo trasmesso, non solo per quello che avete visto, in condizioni di emergenza. Capita, si fa tutto in diretta e non tutto ci accompagna come dovrebbe. Non è colpa di nessuno, grazie per averci seguito".
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La musica come punto di riferimento, i video autoprodotti con gli amici e i viaggi raccontati sui social: erano le passioni di Leonardo Fiorini, di Isola del Liri, in provincia di Frosinone, il 27enne morto dopo essere precipitato dal balcone di un b&b in via San Calepodio, a Monteverde.
Fiorini aveva frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Sora, insieme a David Stojanovic, l’amico che era con lui nell’appartamento ieri sera[1]. Un rapporto che il 27enne aveva descritto sui social in modo diretto: per lui, Stojanovic era un “fratello”. I due avevano prenotato la stanza del b&b per un soggiorno di tre giorni. Sui suoi profili social, Fiorini si presentava con una frase che riassumeva una passione radicata: "Dio benedica la musica".
Con alcuni amici aveva realizzato anche due videoclip autoprodotti, “Ametista” e “Sanguina”, progetti amatoriali che riflettevano l’interesse per il pop, il rap e girati proprio nella provincia ciociara in cui è cresciuto. Accanto alla musica, dai social emergevano i suoi viaggi più recenti: foto dalla Svezia e da Ponza, e un album di stories dedicato alla natura, con immagini di montagne, mare e giornate all’aperto.
Sulla vicenda sta indagando la procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per omicidio e sta cercando di ricostruire con precisione cosa sia accaduto ieri sera. Fiorini è precipitato dal balcone dell’appartamento al terzo piano. Stojanovic, che ora si trova ai domiciliari, ha riferito agli inquirenti di aver tentato di impedirgli di lanciarsi ma le testimonianze dei vicini, raccolte dagli investigatori, raccontano di una presunta lite avvenuta poco prima della caduta. Nell’appartamento è stato trovato anche dell'hashish e per questo la procura ha disposto esami tossicologici.

Il primo 'esercito' di umanoidi arriva dalla Cina. La Ubtech Robotics, azienda che si definisce leader nel settore degli 'humanoid robots', con un video ha presentato l'esercito di Walker S2, i robot che verranno consegnati a partner e clienti. "Il futuro dell'automazione industriale è qui", annuncia la Ubtech con una clip che risulta per certi versi inquietante.
Il Walker 2 viene descritto come "l'unico robot umanoide ad aver ottenuto il premio Platinum ai MUSE Design Awards 2025, a dimostrazione della forza della Cina nell'innovazione della progettazione di robot umanoidi e nelle applicazioni industriali".
Tra le qualità della 'creatura', come evidenzia la carta d'identità diffusa dall'azienda, spicca la capacità di cambiare autonomamente la batteria. Il Walker 2 può compiere l'operazione in 3 minuti e per questo può operare 24 ore al giorno senza mai fermarsi. Da solo.
Il robot umanoide è alto 1,76 e pesa 70 chili. Si muove alla velocità di 2 metri al secondo. Si piega avanti e indietro, può ruotare completamente il busto. E' ambidestro, con una mano può afferrare oggetti pesanti e può sollevarne anche con un solo dito. Insomma, secondo la Ubtech Robotics, il lavoratore ideale.

Luci, il tennis dei maestri e grande musica alle Atp Finals di Torino. Nel consueto Music Break della Inalpi Arena, che accompagna la pausa del pubblico tra il secondo match di doppio di giornata e l'ultimo match di singolare, a esibirsi è stata Fiorella Mannoia. L'artista ha incantato gli appassionati presenti con alcuni dei suoi grandi successi, dando spazio a un messaggio significativo. Per il gran finale della sua esibizione ha scelto "Quello che le donne non dicono", capolavoro del 1987.
Il brano, che si sarebbe dovuto concludere con "È difficile spiegare... Certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui... Con le nostre notti bianche, ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro... sì" si è trasformato in un'occasione per lanciare un appello contro la violenza sulle donne. Anziché chiudere il brano con un "sì", la cantante ha finito con un "forse". Aggiungendo, poi "non è detto che sia sì, potrebbe essere anche no. E come dico sempre, quando una donna dice no è no. Con qualsiasi vestito si trovi, in qualsiasi situazione si trovi e in qualsiasi condizione.
Ora l'iter in Consiglio regionale per scadenza al 31 dicembre... 
Chiamare un sindaco 'Cetto La Qualunque' "rientra nel diritto di critica, nella forma di satira" e non rappresenta dunque una diffamazione. Lo sottolineano i giudici della Quinta sezione penale della Cassazione in una sentenza con la quale hanno assolto dall'accusa di diffamazione un cittadino abruzzese che aveva definito il sindaco con il nome del personaggio, creato da Antonio Albanese.
Per i supremi giudici "la reputazione non si identifica con la considerazione che ciascuno ha di sé o con il semplice amor proprio, ma con il senso della dignità personale - si legge nella sentenza- in conformità all'opinione del gruppo sociale di riferimento, secondo il particolare contesto storico". Una personalità politica "ha certamente diritto a che la sua reputazione sia protetta, anche fuori dell'ambito della vita privata, ma gli imperativi - scrivono i giudici - di questa protezione devono essere bilanciati con gli interessi della libera discussione delle questioni politiche e le eccezioni alla libertà di espressione richiedono una interpretazione stretta".
In questo caso l'appellativo rivolto al sindaco "non appare un immotivato attacco denigratorio, finalizzato a svilirne pubblicamente la figura umana e professionale" ma richiama un personaggio "notoriamente inesistente, dunque, nella forma scherzosa e ironica proprio della satira, pur se connotata da un tono sferzante che integra l'esercizio della critica politica".

"Al Forum chiederemo più risorse per il sistema sanitario, però spingeremo anche sul terreno di innovare: innovare i percorsi clinici, innovare i percorsi organizzativi, innovare il lavoro dei medici e degli infermieri. Ecco la centralità delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale che oggi possono essere lo strumento e l’occasione per una grande innovazione del sistema sanitario. Su questo c’è anche un premio: abbiamo già 30-40 progetti di aziende sanitarie". L’obiettivo è "spingere le aziende sanitarie a fare i conti con questa grande opportunità". Così Vasco Giannotti, presidente del Forum risk management in sanità, anticipa all’Adnkronos Salute i contenuti della ventesima edizione, in calendario ad Arezzo dal 25 al 28 novembre 2025, che "nasce da una ricerca molto impegnativa che Gutenberg ha fatto insieme al ministero della Salute e all’Agenzia sanitaria delle regioni (Agenas) sui temi della prevenzione del rischio in sanità e della promozione della salute del paziente. Alla fine di questa ricerca abbiamo chiamato a raccolta i professionisti della sanità per presentare" i risultati. "C’è stato un grande successo - spiega Giannotti - Da lì nasce il Forum, che poi mano a mano è cresciuto, passando dalla sicurezza delle cure a tutti i grandi temi della governance del sistema sanitario e dell’innovazione, per cercare appunto di adeguare la qualità dei servizi ai bisogni concreti dei cittadini". (VIDEO[1])
Il programma del 20° Forum risk management in sanità è "molto ricco e molto articolato - sottolinea Giannotti - Ci sono più di 80 sessioni scientifiche, 20 tavoli di lavoro, 1500 relatori. La ricchezza e il successo del Forum stanno proprio in questa grande comunità che si ritrova, che discute e che condivide proposte. Una caratteristica del Forum - aggiunge - è quella di attingere - soprattutto dal mondo dei professionisti della sanità, dei dirigenti della sanità, in dialogo con le istituzioni sanitarie regionali e nazionali - idee, proposte e soluzioni" per rispondere a "questo grande bisogno di innovazione del sistema sanitario. Ecco perché - rimarca - daremo a tutti la possibilità non solo di partecipare, ma di proporre la propria idea e le proprie proposte".
L’ambizione dell’evento è "di essere un’occasione per cercare di dare una mano, un contributo" perché il "nostro sistema sanitario - uno dei più belli del mondo - riesca non solo a resistere ma a migliorarsi, perché il cittadino ha bisogno di avere più vicinanza, più prossimità delle cure per i suoi bisogni, sia di sanità che di assistenza". Per questo l’auspicio è che le proposte condivise "possono essere raccolte in dei position paper, in dei documenti da presentare dopo il Forum alla Conferenza delle Regioni, alle Commissioni parlamentari e al Governo".

Rompe il silenzio Nicole Pravadelli, ex compagna di Alex Britti, all'indomani della sentenza che l'ha condannata a sei mesi di reclusione (con pena sospesa) per il reato di interferenze illecite nella vita privata del cantante. All’Adnkronos la donna smentisce categoricamente le ricostruzioni mediatiche circolanti sulla vicenda, definendole false e dannose per la serenità del figlio di otto anni.
Il Tribunale di Roma ha ritenuto Pravadelli colpevole di aver utilizzato un baby monitor, destinato al controllo del figlio, per spiare la vita intima di Britti[1]. Tuttavia, è proprio sull'utilizzo di quel video che si concentra la replica della donna.
"La cosa che mi preme dire, visto che è in tutti i titoli e non rappresenta la realtà, è che io abbia usato questo video per richiedere un affido esclusivo", ha dichiarato Pravadelli. "È assolutamente falso. L'affido esclusivo non l'ho mai richiesto nella causa civile. Anzi, è stato richiesto dalla controparte, che chiedeva il collocamento prevalente presso il padre". La richiesta di Britti, precisa la donna, "gli è stata negata dal giudice della Corte d'Apello perché non aveva nessuna motivazione".
Pravadelli spiega che il video fu allegato a un'istanza per anticipare un'udienza, con l'obiettivo di "dimostrare che la situazione in casa era talmente conflittuale e negativa, in primis per il bambino, che non c'era tempo da aspettare". La donna smentisce anche la circostanza che lei vivesse a Milano: "Vivevamo sotto lo stesso tetto, nella casa familiare". Un'altra precisazione riguarda l'origine del procedimento penale. Contrariamente a quanto riportato da alcune testate, non sarebbe stato un giudice a insospettirsi. "In realtà, tutto parte da una denuncia-querela sporta nei miei confronti dal signor Britti", afferma.
Annunciando l'intenzione di fare appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza, Pravadelli esprime amarezza per l'impatto della vicenda sulla sua vita e su quella del figlio. "Questa notizia viene strumentalizzata continuamente, senza tenere conto che si parla di un bambino di 8 anni che ha diritto a un'infanzia normale e non a essere sbattuto in prima pagina per un gossip becerissimo".
E aggiunge: “Mi sento in dovere di parlare, perché le conseguenze di questa narrazione mediatica ricadono dolorosamente su di me e, soprattutto, su mio figlio. Ogni giorno affronto una realtà pesante: vado a prendere mio figlio a scuola e incrocio gli sguardi di altri genitori che mi giudicano o mi negano il saluto. Viviamo in un quartiere piccolo, una comunità dove tutti si conoscono, e questo amplifica la pressione. È una situazione allucinante, resa insostenibile dal fatto che la gente basa il proprio giudizio su menzogne”.
"Ci tengo a sottolineare, anche se non posso espormi più di tanto, che questa vicenda si inserisce in un contesto di tensioni elevatissime", aggiunge. E conclude con un appello: "Chiedo un po' di pace per me e mio figlio".

Un tempo vagavano per le pianure ghiacciate dell'Eurasia e del Nord America, perfettamente adattati alla vita durante l'ultima era glaciale (circa 115.000-11.500 anni fa). Con la loro folta pelliccia, le zanne ricurve e le dimensioni imponenti, i mammut lanosi pascolavano nelle steppe che si estendevano nell'emisfero settentrionale. Ma con il riscaldamento climatico sono gradualmente scomparsi. Le ultime piccole mandrie sono sopravvissute su remote isole artiche fino a soli 4.000 anni fa. Ma questi pachidermi del passato fanno ancora oggi parlare di sé, grazie a una preziosa eredità, riportata alla luce dalle mani sapienti di un team di ricercatori. Esperti dell'università di Stoccolma sono riusciti infatti, per la prima volta in assoluto, a isolare e sequenziare con successo molecole di Rna da mammut lanosi dell'era glaciale.
Si tratta delle sequenze di Rna più antiche mai recuperate: provengono da tessuti di mammut conservati nel permafrost siberiano per quasi 40.000 anni, che appartenevano a un giovane esemplare, battezzato Yuka. Lo studio, pubblicato sulla rivista 'Cell', dimostra che non solo il Dna e le proteine, ma anche l'Rna può essere conservato per periodi di tempo molto lunghi, e dalla sua analisi possono emergere nuove informazioni sulla biologia di specie estinte da tempo. "Grazie all'Rna possiamo ottenere prove dirette di quali geni erano 'accesi', offrendo uno sguardo sugli ultimi momenti di vita di un mammut che ha camminato sulla Terra durante l'ultima era glaciale - spiega Emilio Mármol, autore principale dello studio, già ricercatore post-dottorato all'Università di Stoccolma, ora in forze al Globe Institute di Copenaghen - Sono informazioni che non possono essere ottenute solo dal Dna".
Mármol, durante il suo periodo nell'ateneo svedese, ha collaborato con i ricercatori dello SciLifeLab e del Centre for Paleogenetics, iniziativa congiunta tra l'università di Stoccolma e il Museo svedese di Storia naturale. Sequenziare i geni preistorici e studiarne l'attivazione è importante per comprendere la biologia e l'evoluzione delle specie estinte. Per anni, gli scienziati hanno decodificato il Dna dei mammut per ricostruirne il genoma e la storia evolutiva. Eppure l'Rna, la molecola che mostra quali geni sono attivi, era rimasto finora irraggiungibile. La convinzione, radicata da tempo, che fosse troppo fragile per sopravvivere anche solo poche ore dopo la morte ha probabilmente scoraggiato i ricercatori dall'esplorare queste molecole ricche di informazioni nei mammut e in altre specie estinte".
Mármol spiega che il team ha "avuto accesso a tessuti di mammut eccezionalmente ben conservati. Speravamo contenessero ancora molecole di Rna congelate nel tempo", osserva. In precedenza, aggiunge Love Dalén, professore di Genomica evolutiva dell'Università di Stoccolma e del Centro di Paleogenetica, "avevamo spinto i limiti del recupero del Dna a oltre un milione di anni. Ora volevamo esplorare la possibilità di espandere il sequenziamento dell'Rna più indietro nel tempo rispetto a quanto fatto in studi precedenti". E così è stato: i ricercatori sono stati in grado di identificare modelli di espressione genica tessuto-specifici nei resti muscolari congelati di Yuka, giovane mammut morto quasi 40.000 anni fa. Tra gli oltre 20.000 geni codificanti proteine nel genoma del mammut, ben pochi erano attivi, spiegano gli esperti. Le molecole di Rna rilevate codificano per proteine con funzioni chiave nella contrazione muscolare e nella regolazione metabolica sotto stress.
"Abbiamo trovato segni di stress cellulare, il che forse non sorprende, dato che ricerche precedenti avevano suggerito che Yuka fosse stato attaccato dai leoni delle caverne poco prima della sua morte", afferma Mármol. I ricercatori hanno anche scoperto una miriade di molecole di Rna che regolano l'attività dei geni nei campioni di muscoli di mammut. "Tra le scoperte più entusiasmanti che abbiamo ottenuto ci sono state quelle sugli Rna che non codificano per le proteine, come i microRna", spiega Marc Friedländer, professore associato del Dipartimento di bioscienze molecolari, Istituto Wenner-Gren di Università di Stoccolma e SciLifeLab. "I microRna specifici per i muscoli che abbiamo trovato nei tessuti dei mammut sono la prova diretta che la regolazione genica avveniva in tempo reale nell'antichità. È la prima volta che si ottiene un risultato del genere", sottolinea.
I microRna identificati hanno inoltre aiutato i ricercatori a confermare che i risultati provenivano effettivamente dai mammut. "Abbiamo trovato - approfondisce Bastian Fromm, professore associato dell'Arctic University Museum of Norway - rare mutazioni in alcuni microRna che hanno fornito una prova schiacciante della loro origine gigantesca. Abbiamo persino rilevato nuovi geni basandoci esclusivamente su prove di Rna, un'operazione mai tentata prima in resti così antichi". I risultati ottenuti, interviene Dalén, "dimostrano che le molecole di Rna possono sopravvivere molto più a lungo di quanto si pensasse in precedenza. Ciò significa che non solo saremo in grado di studiare quali geni sono 'attivati' in diversi animali estinti, ma sarà anche possibile sequenziare virus a Rna, come quelli dell'influenza e dei coronavirus, conservati nei resti dell'era glaciale". In futuro i ricercatori sperano di condurre studi che combinino l'Rna preistorico con il Dna, le proteine e altre biomolecole conservate. "Tali studi - conclude Mármol - potrebbero rimodellare radicalmente la nostra comprensione della megafauna estinta e di altre specie, svelando i numerosi strati nascosti della biologia, rimasti congelati nel tempo fino ad ora".
Dopo il successo di Jannik Sinner contro Ben Shelton, il venerdì sera delle Atp Finals mette sul piatto la sfida tra Alexander Zverev e Felix Auger-Aliassime. Il big match di oggi, 14 novembre, regalerà al vincitore la qualificazione in semifinale contro Carlos Alcaraz. Si comincia non prima delle 20:30.
Dove vedere Zverev-Auger Aliassime? Il confronto sarà visibile su Sky Sport Tennis (canale 203), ma anche in streaming su Sky Go, Now e Tennis Tv.
Alcaraz aspetta il vincitore nella semifinale di domani sera alle 20:30. Nell'altra semifinale, Sinner sfida De Minaur.
A Cagliari la due giorni di lavori organizzata dalla UilTucs...
Sassari, per sostenere iniziative ad alto contenuto tecnologico... 
In arrivo una nuova terapia per rallentare il diabete di tipo 1. Via libera dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) al primo trattamento di una nuova classe per ritardare l'insorgenza della malattia.
L'ente regolatorio Ue ha raccomandato il rilascio dell'autorizzazione all'immissione in commercio nell'Unione europea per Teizeild (teplizumab), un anticorpo che ritarda la progressione della malattia riducendo il ritmo dell'autodistruzione delle cellule beta pancreatiche da parte del paziente.
Come funziona il farmaco, per chi è indicato
Viene somministrato per infusione endovenosa una volta al giorno per 14 giorni consecutivi e posticipa significativamente il passaggio allo stadio 3 del diabete di tipo 1, fase in cui compaiono normalmente i sintomi e sono necessarie iniezioni giornaliere di insulina per gestire i livelli di glicemia. Il trattamento è raccomandato negli adulti e nei bambini a partire dagli 8 anni di età con diabete di tipo 1 di stadio 2. L'ok dell'Ema a questa nuova arma terapeutica è arrivato proprio nella Giornata mondiale dedicata alla 'malattia del sangue dolce', che si celebra il 14 novembre.
Cos'è il diabete di tipo 1
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune cronica in cui il sistema immunitario distrugge le cellule beta del pancreas che producono insulina, ormone che regola la glicemia (zucchero). Di conseguenza, il glucosio si accumula nel sangue e causa molteplici sintomi, come sete, fame, minzione frequente, perdita di peso, stanchezza.
Nel tempo, può colpire i principali organi, tra cui cuore, vasi sanguigni, nervi, occhi e reni. La malattia spesso inizia durante l'infanzia, ma può manifestarsi a qualsiasi età e progredisce in tre fasi.
La necessità di quotidiane iniezioni di insulina, e in generale la gestione della patologia rappresentano un onere significativo per i pazienti, in particolare per i bambini e per chi si prende cura di loro. Ritardare l'insorgenza dello stadio 3, soprattutto nei più piccoli, è utile nella cura del diabete.
Si stima che 2,2 milioni di persone nell'Ue convivano con il diabete di tipo 1 e attualmente non esistono trattamenti autorizzati per ritardare o curare la malattia.
Lo studio
Teizeild è stato supportato dal programma PRIority MEdicines (Prime) dell'Ema, che fornisce un supporto scientifico e normativo tempestivo e potenziato ai farmaci che hanno un potenziale specifico per rispondere ai bisogni medici insoddisfatti dei pazienti. La raccomandazione si basa sui risultati di uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto su 76 pazienti con diabete di tipo 1 in stadio 2.
Il tempo mediano per lo sviluppo di diabete in stadio 3 è stato di 50 mesi nei pazienti trattati con teplizumab e di 25 mesi nei pazienti trattati con placebo. Venti (45%) dei 44 pazienti trattati con teplizumab hanno sviluppato diabete di tipo 1, rispetto a 23 (72%) dei 32 pazienti trattati con placebo durante lo studio (follow-up mediano di 51 mesi). Inoltre, i risultati di diversi altri studi mostrano che il trattamento con teplizumab ha preservato significativamente la funzionalità delle cellule beta pancreatiche rispetto al trattamento con placebo.
Effetti collaterali
Gli effetti collaterali più comuni segnalati con Teizeild sono stati bassi livelli di vari tipi di globuli bianchi (linfociti, leucociti e neutrofili), rash e bassi livelli di bicarbonato nel sangue, che possono causare acidosi metabolica (eccesso di acido nell'organismo). La reazione avversa grave più frequente segnalata nel 2% dei pazienti è stata la sindrome da rilascio di citochine, una condizione grave che causa febbre, vomito, respiro corto, mal di testa e ipotensione. "Le informazioni sul prodotto e il piano di gestione del rischio del farmaco includono adeguate misure di mitigazione del rischio", informa l'Ema.
Il parere positivo, adottato dal Comitato per i medicinali a uso umano Chmp dell'Ema, rappresenta una tappa intermedia, ricorda l'ente regolatorio. Ora il parere sarà inviato alla Commissione europea per l'adozione di una decisione sull'autorizzazione all'immissione in commercio a livello Ue. Una volta concessa l'autorizzazione all'immissione in commercio, le decisioni in merito a prezzo e rimborso saranno infine prese a livello di ciascuno Stato membro.

"La Campania può essere il motore di sviluppo del Mezzogiorno e il Mezzogiorno in questi ultimi due anni ha dimostrato di poter essere la locomotiva d'Italia". E' quanto ha detto la premier Giorgia Meloni, chiudendo il comizio del centrodestra a Napoli in vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre. "Troppo a lungo si è parlato di un Sud da compatire, da assistere, da sopportare. Beh, chi lo dice non conosce questa terra. Chi lo dice non conosce questa gente. Questa terra non è un problema da risolvere, è semmai una civiltà millenaria da celebrare, un patrimonio da difendere, una grandezza che va riconquistata insieme".
"Grazie alla Zes unica, agli investimenti in infrastrutture, alla riforma delle politiche di coesione, alle misure per sostenere l'occupazione, grazie al dinamismo delle imprese e dei lavoratori di questo territorio, il Pil e l'occupazione nel Sud negli ultimi due anni sono cresciuti più della media nazionale". "L'energia che raccolgo qui oggi è un'energia particolare. È l'energia di una città magnifica, di una regione unica che non deve chiedere scusa a nessuno. Voglio dire anche questo perché noi abbiamo letto troppo a lungo le narrazioni che vedevano e che volevano questo popolo rassegnato, piegato" sottolinea.
Noi del centrodestra, aggiunge, "non siamo semplicemente una squadra affiatata. Noi siamo una comunità umana e politica". "Siamo persone che stanno insieme per scelta e siamo persone che stanno insieme per scelta e con orgoglio qui a Napoli, in Campania, per sostenere la candidatura di un altro grande militante politico che si chiama Edmondo Cirielli" dice.
"Vogliamo liberare i bambini dal giogo della camorra"
Dopo la decisione di abbassare la soglia per l'applicabilità della custodia cautelare a 14 anni "dissero che volevamo i bambini in carcere, ma la verità è che abbiamo un altro obiettivo. L'obiettivo è liberarli dal giogo della camorra, che usa come manovalanza ragazzi sempre più giovani proprio perché non sono punibili. Non consentiremo alla camorra di distruggere intere generazioni, non consentiremo che usi dei bambini per i suoi sporchi comodi".
"Cirielli padre amorevole e patriota"
Edmondo Cirielli è "un padre amorevole, un militante instancabile, un amministratore capace, un uomo di governo autorevole, un carabiniere rigoroso, un patriota appassionato, un uomo orgoglioso del Sud e un mio amico. Una persona che da sempre sa mettere il destino della sua terra e della sua gente prima del proprio destino personale".
Superbonus, "debito da 120 miliardi, si poteva investire in sanità e lavoro"
In territori come questo "troppo spesso la politica ha dimostrato di considerare i cittadini non così intelligenti, prendendosi gioco di loro, come ha fatto chi vi prometteva che potevate ristrutturare gratuitamente le vostre case" e poi ha lasciato "un debito da pagare di 120 miliardi di euro. Risorse che potevano essere investite in sanità, formazione, educazione per i vostri figli, lavoro e molte altre priorità".
"De Luca fa il gioco delle tre carte, per lui siamo tutti scemi"
"Qualche giorno fa Vincenzo De Luca si vantava dei risultati strabilianti della Campania nella gestione delle liste d'attesa - ricorda Meloni -. Dice De Luca che qui, per le visite urgenti o brevi, la copertura è al 100% dei richiedenti e da questo deduce che la Campania è la prima Regione d'Italia per smaltimento delle liste d'attesa. E aggiunge che, testuale, 'la quantità di scemenze che ho dovuto ascoltare è insopportabile', perché evidentemente noi siamo tutti scemi e il genio si indispettisce. Solo che questo, per chi conosce i dati, si chiama gioco delle tre carte".
De Luca "cita volutamente solo le prestazioni urgenti e brevi, che sono notoriamente una parte limitata del totale e in cui quasi tutte le Regioni hanno tassi di rispetto dei tempi prossimi al 100%. Quello che, invece, non dice è cosa accada nelle altre classi, cioè in quella differita e programmata, che normalmente costituiscono circa l'80% delle prestazioni totali. Lui non ve lo dice, ma io sì. In queste prestazioni, purtroppo, la Campania continua ad avere ritardi molto superiori alla media nazionale".
"Diceva Roberto Fico che il modello De Luca non rappresenta il futuro della Campania. Oggi però è pronto a perpetuare quel modello. Vorrei chiedere a Roberto Fico se il modo di governare di De Luca va bene così com'è e se va perpetuato". "Il Movimento 5 Stelle lo ha descritto per anni come un sistema clientelare, che soffocava le persone oneste in Campania. Mentivano allora, oppure hanno deciso che alla fine era meglio far parte di quel sistema piuttosto che combatterlo, perché delle due l'una: le due cose non stanno insieme", ha rimarcato Meloni. "Se non fosse una cosa serissima, sarebbe quasi esilarante, perché oggi abbiamo quello che era ritenuto il più impresentabile degli impresentabili, che va a chiedere i voti per un altro che considerava un incapace. E quello che era additato come un incapace va a chiedere i voti per colui che diceva essere un impresentabile. Uno vorrebbe dire 'la commedia napoletana', ma la commedia napoletana è una cosa molto più nobile di quello che stiamo vedendo qui..." aggiunge riferendosi a Vincenzo De Luca e Roberto Fico.

Il Consorzio di tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto compie trent’anni di attività (1995-2025). Una tappa chiave per fare un bilancio del percorso di valorizzazione di due produzioni di nicchia diventate il simbolo della tradizione casearia valtellinese e un volano economico per il territorio: dalla nascita del Consorzio e delle Dop, la produzione è più che quadruplicata, passando dalle prime 58.457 forme marchiate del 1996 (5.709 per il Bitto e 52.748 per il Valtellina Casera) alle 236.741 del 2024. Oggi Bitto e Valtellina Casera sono tra i prodotti più identitari della Valtellina e la seconda voce dell’agroalimentare Dop del territorio dopo la Bresaola: impattano per 15,9 milioni di euro sull’agroalimentare della Provincia di Sondrio (+98% rispetto a 10 anni fa), con un valore al consumo di 29,3 milioni di euro. Due Dop solide, che hanno saputo tenere nel tempo alta la qualità e la tradizione della Valle, dando lavoro a 133 allevamenti,13 caseifici (di cui 6 acquirenti primari/cooperative) e 16 stagionatori per il Valtellina Casera e a 50 alpeggi produttori e 10 stagionatori per il Bitto, a testimonianza delle ricadute positive sul territorio delle due Dop in termini di occupazione e di indotto. A renderlo noto il Consorzio di Tutela durante i festeggiamenti del suo trentennale a Sondrio, nell’ambito della tavola rotonda 'DOP economy, fra tradizione e innovazione, un pilastro del settore agroalimentare italiano e dei flussi turistici', cui hanno partecipato, tra gli altri, Massimo Sertori, assessore Regione Lombardia con delega alla Montagna, Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Giovanni Guarneri, vicepresidente Afidop, Cesare Baldrighi, presidente di Origin, l’antropologo Marino Niola e Maurizio Folini, pioniere dell’elisoccorso sulle vette degli Ottomila sull’Himalaya.
"I passi in avanti compiuti in trent’anni dal Consorzio - commenta il presidente Marco Deghi, testimone dell’intero percorso che ha portato l’ente, unico in Italia a tutelare due denominazioni così strettamente connesse, fino ai risultati di oggi – ci rendono orgogliosi. Oggi le nostre due Dop sono sempre più note e stanno raccogliendo importanti riconoscimenti dal mercato: il Bitto ha raddoppiato il proprio valore negli ultimi dieci anni, mentre il Valtellina Casera oggi viaggia su un prezzo medio di circa due euro al chilo in più rispetto al formaggio latteria (+33%). Segnali chiari di una crescita che premia qualità, tradizione e dedizione a un mestiere eroico, ma anche il lavoro di squadra realizzato in questi anni. Partendo da queste basi vogliamo guardare avanti. In vista di Milano Cortina 2026, di cui il Distretto agroalimentare di qualità della Valtellina è partner, vogliamo costruire sinergie forti con gli altri prodotti a denominazione del territorio", ha sottolineato.
"Tra le sfide -ha continuato- quella di ampliare l’offerta sulla grande distribuzione: nelle vaschette, dove salumi e formaggi si contendono lo spazio, dobbiamo farci trovare pronti, uniti e riconoscibili sotto il marchio Valtellina. Vogliamo crescere, e per farlo serve rafforzare e ampliare la produzione del Valtellina Casera, gettando le basi per un nuovo disciplinare che estenda l’areale (al Pian di Spagna e Colico) e risponda alle esigenze dei tempi moderni. Questo è il nostro impegno prioritario: garantire al Valtellina Casera regole moderne e coerenti con le esigenze attuali del mercato e dei consumatori", ha sottolineato.
"Infine, ci attende un’ulteriore sfida altrettanto stimolante: portare i nostri prodotti all’estero. Puntando in primis all’export europeo, in crescita del 15% nel 2024: perché è lì che risiede il nostro futuro. Dalla Germania e dalla Francia arrivano segnali molto positivi, grazie a un’intensa attività di promozione già avviata quest’anno nelle principali fiere. Siamo solo all’inizio, ma ci sono tutti i presupposti per costruire gradualmente un mercato che rappresenta il futuro di questa Valle", ha concluso.
Il trentennale è stata l’occasione per fare il punto anche sulla stagione positiva del Bitto 2025, con 45 alpeggi coinvolti nel 2025 e una produzione sostanzialmente in linea con quella del 2024. Bene anche il Valtellina Casera: dopo un ottimo 2024 che ha registrato un +8,9% a volume (oltre 221mila forme prodotte) +10,3% a valore alla produzione (13,2 milioni di euro), nei primi 9 mesi ci attestiamo a 174.320 forme con un + 2,89% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Debuttano inoltre nuove pelure celebrative del trentennale, in commercio con il nuovo logo dove il numero 30 si fonde visivamente con il territorio e con il marchio Valtellina Casera e Bitto, a rappresentare un legame profondo e duraturo tra prodotto e origine.
“Il lavoro trentennale del Consorzio Valtellina Casera e Bitto è la prova concreta di come un sodalizio che nasce dall’unione di produttori al servizio del territorio possa generare valore, qualità e riconoscibilità ben oltre i confini della Valle", ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Regione Lombardia, Alessandro Beduschi in un messaggio al Consorzio.
"I numeri in crescita raccontano una storia di successo, ma soprattutto testimoniano la forza della Dop economy: un sistema che valorizza le radici locali e al tempo stesso si apre ai mercati internazionali, difendendo il reddito degli allevatori e l’identità dei territori. Da assessore regionale all’agricoltura, ma anche in qualità di presidente di Arepo, l’associazione europea delle Regioni con Denominazioni d’Origine, vedo in esempi come questo l’essenza di un modello che vogliamo sempre più valorizzare: una rete capace di coniugare tradizione, sostenibilità e competitività. La Lombardia è orgogliosa di realtà che sanno guardare avanti senza perdere la propria autenticità. Bitto e Valtellina Casera sono molto più che due formaggi: sono il simbolo di un’economia che cresce partendo dalla montagna, dal lavoro e dal saper fare delle nostre comunità", ha concluso.
Per l’assessore con delega a Enti locali, montagna, risorse energetiche e utilizzo risorsa idrica, Massimo Sertori: “Oggi celebriamo trent’anni dalla nascita del Consorzio Valtellina Casera e Bitto, protagonisti nella scrittura dei disciplinari e dell’ottenimento della Dop. Possiamo dire a consuntivo, certificato dai numeri, che tale progetto ha preservato e qualificato prodotti di grande qualità nati dalla storia e dalla tradizione delle genti valtellinesi, che hanno fatto di necessità virtù", ha sottolineato.
"Tali prodotti -ha spiegato- non sono solo buoni, riconosciuti e ricercati in tutta Italia, ma ti portano immediatamente verso un vissuto che inesorabilmente si amalgama con un territorio, un paesaggio straordinario, ma allo stesso tempo anche faticoso. Penso al lavoro in alpeggio, penso ai sacrifici, alla fatica e alla dedizione che tutte le persone coinvolte nell’attività hanno fatto e continuano ad esercitare. Bitto e Casera, infatti, solo un eccellente prodotto enogastronomico e l’intera filiera che li produce genera economia e concorre al mantenimento di un territorio straordinario come quello delle nostre Valli. Coniugare storia, cultura, identità, qualità, lavoro, essendo sempre aggiornati rispetto alle esigenze dei tempi, preservando la tradizione, è una sfida molto difficile ma questa storia ha dimostrato di essere possibile", ha concluso.
Per il vicepresidente di Afidop, Giovanni Guarneri: “Celebrare i trent’anni di Valtellina Casera e Bitto Dop significa rendere omaggio a un’eredità italiana che affonda le radici nella tradizione degli alpeggi e che è parte dell'importante patrimonio caseario a denominazione di origine lombardo e nazionale, un pilastro per l’economia agroalimentare lombarda. L’evento ‘Dop economy, fra tradizione e innovazione’ coglie perfettamente il punto: la tutela della nostra unicità territoriale è il nostro vantaggio a livello mondiale”.
Per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini: “I prodotti a Denominazione di origine rappresentano un patrimonio del Paese e la punta più avanzata di una filiera agroalimentare allargata che ha raggiunto il valore di 707 miliardi, con specialità che hanno conquistato tutti i principali mercati mondiali. Non dobbiamo però dimenticare che le produzioni Dop e Igp potrebbero dare un impulso ancora più forte alle esportazioni e alla crescita del Paese, se gli accordi internazionali riuscissero finalmente a fermare la contraffazione alimentare che danneggia il Made in Italy”.
Per il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi: “Gli oltre 20 miliardi di valore della produzione italiana della Dop Economy, che coinvolge quasi 200.000 imprese, non rappresentano solo la forza dell’economia reale del vero e autentico Made in Italy, ma raccontano anche la straordinaria capacità dei Consorzi di tutela. Sono loro che, in questi anni, hanno saputo organizzare le filiere nei territori, mantenendo un dialogo costante con le comunità locali, come dimostrano i 30 anni di attività del Consorzio di tutela Valtellina Casera e Bitto”.
Per l’antropologo Marino Niola: “Bitto e Valtellina Casera sono due straordinari emblemi del Made in Italy alimentare, che, prima ancora di essere un semplice economia produttiva, è una sintesi della storia e della geografia di un territorio. La Dop consacra processi sociali ed economici che hanno origine nelle comunità di montagna e nel loro modo di produrre: ciò aggiunge all'eccellenza gastronomica un plus fatto di umanità e di identità. Oggi il mercato ricerca soprattutto le tipicità capaci di evocare un particolare modo di vivere, un sentiment, un modo di abitare poeticamente la terra. Non a caso il miglior modo di conoscere un territorio è mangiarlo, in particolar modo se il territorio genera come nel caso del Bitto e Valtellina Casera, un modello di sostenibilità, rivelando il doppio legame esistente fra tradizioni locali, vocazioni produttive e forme di vita in comune. La tradizione non è quindi intesa come un deposito inerte di forma del passato ma come un motore di ricerca che rielabora continuamente i materiali del passato per trasformarli in ipotesi di futuro. Questo è, in sintesi, il volto umano del consorzio e il suo legame con i sogni e i bisogni della collettività e insieme il suo ruolo nel fare comunità”, ha concluso.
Il trentennale è stata l’occasione per ribadire anche il ruolo centrale delle Dop per il turismo e nell’economia di montagna. Secondo l’Osservatorio italiano del turismo montano jfc nel 2024, il turismo montano italiano ha generato un giro d’affari di 24 miliardi di euro, con prospettive di ulteriore crescita grazie alle Olimpiadi del 2026 con previsioni del +7,5% dei visitatori internazionali. In questo scenario la Valtellina conquista le posizioni di testa nella classifica, con Livigno e Bormio per la prima volta sedi delle gare di sci alpino a Milano Cortina 2026. Un contesto unico per promuovere i prodotti locali, complice la passione degli italiani per l’enogastronomia locale e per la montagna. Se da un lato, tra i motivi della passione in crescita per la montagna compare la grande offerta di sport e attività (52,73%), per il 64,3% la montagna è l’ideale per provare i piatti tipici locali tra malghe, rifugi e baite. Seguono, quasi a pari merito, la possibilità di fare escursioni (63,7%) o la ricerca di benessere e relax (63%). A confermare la centralità dell’enogastronomia anche la recente indagine realizzata da Swg 'Valtellina taste of emotion. Indagine di mercato sul percepito e il posizionamento del brand' per conto della Cciaa di sondrio, che evidenzia come un italiano su 3 sia fan della montagna e come le escursioni naturalistiche (71%, in particolare dai Baby Boomers 81%), e le degustazioni enogastronomiche (51%) siano tra le attività più apprezzate. Un trend ancora più forte in Valtellina: il territorio si posiziona a metà classifica tra le località montane più note, grazie a Livigno e Bormio visitate dalla metà dei fan della montagna nazionali.

"Assurdo non continuare ad aiutare l'Ucraina". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto nel corso della conferenza stampa dopo la riunione a Berlino dei ministri della Difesa in formato E5, con omologhi di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito.
Crosetto ha ricordato che "l’Italia continuerà a fornire supporto civile e militare: oltre 100 milioni di euro di aiuti umanitari, inclusa la consegna – il prossimo mese – di generatori elettrici indispensabili alla capitale ucraina per affrontare l’inverno ormai alle porte". Ha inoltre annunciato di aver "firmato il dodicesimo pacchetto di aiuti militari", che sarà illustrato al Copasir prima della consegna all’Ucraina. "Il nostro sostegno a Kiev non si ferma e non si fermerà" ha sottolineato il ministro. "Stiamo contribuendo a proteggere scuole, ospedali, abitazioni e cittadini dal 93% degli attacchi russi. Sarebbe impensabile non proseguire, anzi: dobbiamo fare il possibile per aumentare il nostro aiuto a un Paese che sta semplicemente difendendosi da un’aggressione ingiustificata".
Rispondendo a una domanda sulle parole del vicepremier Matteo Salvini sugli aiuti a Kiev e sui rischi di alimentare la corruzione, il ministro afferma di capire "le preoccupazioni di Salvini, ma io non giudico un Paese per due corrotti[1], così come gli americani e gli inglesi, che sono sbarcati in Sicilia, non hanno giudicato l'Italia per la presenza della mafia, ma sono venuti ad aiutare gli altri italiani, quelli onesti". "È la stessa cosa che facciamo noi in Ucraina, cerchiamo di aiutare quei poveri civili che subiscono il 93% di attacchi da parte dei russi - ha concluso - E ci auguriamo che tutti i delinquenti ucraini vengano messi in galera assieme ai russi, possibilmente".
Parlando con i giornalisti a Napoli a margine di un sopralluogo al porto, Salvini aveva posto l'accento che sugli scandali legati alla corruzione[2] che coinvolgono il governo ucraino, quindi non vorrei che con i soldi dei lavoratori e dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione". "La via di soluzione è quella indicata dal Santo Padre e da Trump, ovvero dialogo, mettere intorno a un tavolo Zelensky e Putin e far tacere le armi. Non penso che l'invio di altre armi risolverà il problema e mi sembra che quello che sta accadendo nelle ultime ore, con l'avanzata delle truppe russe, ci dica che è interesse di tutti, in primis dell'Ucraina, fermare la guerra".
Salvini ha aggiunto che "allungare questo percorso di morte non aiuta nessuno. Poi saranno Zelensky e Putin intorno al tavolo a decidere fino a dove fermarsi, territorialmente parlando. Pensare che mandare armi in Ucraina significa che l'Ucraina possa riconquistare i terreni perduti e' ingenuo quantomeno".

Si inaugura oggi la quarta edizione del Master “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica”, promosso da Terna in collaborazione con le Università degli Studi di Cagliari, Palermo e Salerno, nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab. Il Master, che è stato prorogato di ulteriori due anni, ha preso il via nei tre atenei coinvolti: a Palermo sono intervenuti il Presidente di Terna, Igor De Biasio, il Direttore Strategia, Digitale e Sostenibilità di Terna, Francesco Salerni e il Rettore dell’Università, Prof. Massimo Midiri; a Salerno il Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna, nonché Presidente e Coordinatore Scientifico del Tyrrhenian Lab, Francesco Del Pizzo, e il Rettore dell’Università, Prof. Virgilio D’Antonio; a Cagliari il Direttore Risorse Umane di Terna, Daniele Amati, il Direttore Ingegneria e Realizzazione di Progetto di Terna, Maria Rosaria Guarniere e il Prorettore Vicario dell’Università, Prof. Gianni Fenu. (VIDEO[1])
"Il Tyrrhenian Lab non è solo un progetto formativo: è un investimento concreto nel futuro del nostro Paese. Con la quarta edizione del Master, rinnoviamo il nostro impegno a formare nuove generazioni di professionisti altamente qualificati, capaci di gestire la trasformazione energetica e digitale del sistema elettrico italiano”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Le centinaia di candidature per l'accesso al Master confermano il grande interesse verso questa iniziativa. Vogliamo offrire ai giovani laureati non solo un’opportunità di crescita professionale, ma anche la possibilità di contribuire attivamente allo sviluppo dei territori da cui provengono. Siamo convinti che la transizione energetica sia una sfida che si vince insieme, con competenza e impegno. Il Tyrrhenian Lab è una dimostrazione di come Terna intenda essere protagonista di questo cambiamento", ha concluso l’Ad di Terna.
Il Tyrrhenian Lab si conferma, per il quarto anno, un centro di formazione di eccellenza per garantire lo sviluppo di competenze avanzate legate alla digitalizzazione e alla transizione energetica. Il progetto è strettamente connesso al Tyrrhenian Link, il collegamento elettrico sottomarino lungo circa 970 chilometri che unirà Campania, Sicilia e Sardegna. L’opera consentirà di incrementare la capacità di trasporto di energia, contribuendo a migliorare la sicurezza, l’adeguatezza e la flessibilità della rete elettrica di trasmissione nazionale.
Il Master del Tyrrhenian Lab, articolato in 11 moduli e un project work finale per un totale di 60 crediti formativi, ha riscosso un costante e crescente interesse da parte delle studentesse e degli studenti, frutto anche della campagna di talent attraction & acquisition lanciata dal gestore della rete elettrica nazionale, al fine di individuare e coinvolgere giovani qualificati, interessati a partecipare al Master: il progetto formativo è passato infatti dalle 170 candidature della prima edizione alle circa 400 dell’attuale.
Tra gli iscritti al bando, 57 sono stati selezionati per accedere al percorso che, una volta terminato, porterà all’assunzione da parte di Terna nelle tre regioni coinvolte, contrastando così l’abbandono delle aree del Sud per motivi professionali.
L’elevato numero di iscrizioni permette anche di delineare il profilo dei giovani candidati che, prevalentemente, hanno meno di 30 anni e provengono da percorsi di studio Stem, in particolare da Ingegneria energetica e nucleare, elettrica, meccanica e gestionale. Si registra inoltre un forte aumento delle candidature femminili, +27% rispetto alla scorsa edizione.

Cinque avvisi di garanzia sono stati notificati ad altrettante maestre dell'asilo nido 'Ambarabà Ciccì Coccò' di Soci, frazione del comune di Bibbiena (Arezzo), dove mercoledì scorso è morto il piccolo Leonardo Ricci, due anni e mezzo, soffocato dal laccetto della felpa impigliato in un ramo mentre giocava nel cortile. L'atto, disposto dalla Procura di Arezzo, è necessario per consentire alle indagate di partecipare all'autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, probabilmente martedì 18 novembre, su disposizione della pubblico ministero Angela Masiello, titolare del fascicolo di indagine con la procuratrice Gianfederica Dito.
L'inchiesta, aperta per omicidio colposo, mira a chiarire la dinamica dell'incidente e le eventuali responsabilità legate alla vigilanza dei bambini. Tra le educatrici indagate c'è anche quella che per prima ha soccorso il piccolo, ricoverata sotto choc subito dopo l'accaduto[1]. Le cinque maestre raggiunte dall'avviso di garanzia, secondo quanto ha appreso l'Adnkronos, avrebbero avuto il compito di vigilare sui piccoli fino a 36 mesi. I magistrato cercano di capire se ci sono state negligenze e omissioni nei loro comportamenti.
La dinamica dell'incidente
Secondo le prime ricostruzioni, Leonardo non stava correndo, ma potrebbe essersi arrampicato sugli arbusti della piccola area verde esterna alla scuola, soprannominata dai genitori "il bosco". Qui il cappuccio della sua felpa si sarebbe impigliato a un ramo, causando il soffocamento. Gli investigatori dei carabinieri di Bibbiena stanno cercando di stabilire quanto tempo sia trascorso prima che qualcuno si accorgesse della tragedia e se l'area fosse adeguatamente visibile e sicura.
Al momento dell'incidente, tra le ore 11 e le 12, nell'asilo erano presenti 60 bambini e 14 operatori, tra educatrici, assistenti e personale di cucina, secondo quanto precisato dalla cooperativa Koinè, che gestisce la struttura. La cooperativa ha inoltre sottolineato che il rapporto numerico tra personale e bambini era conforme alla normativa vigente e che il personale era professionalmente formato e aggiornato. La pianta coinvolta nell'incidente faceva parte di un progetto didattico e riceveva manutenzione costante.
La scuola è sotto sequestro e i carabinieri della compagnia di Bibbiena stanno acquisendo anche immagini da una telecamera privata affacciata sul cortile. Parallelamente, la cooperativa ha istituito una commissione interna per ricostruire ogni dettaglio dell’accaduto, collaborando pienamente con la magistratura.
La comunità di Soci
La comunità di Soci è rimasta profondamente scossa. Nella serata di giovedì 13 novembre circa duemila persone hanno partecipato a una fiaccolata in memoria di Leonardo, tra lumini, peluche e preghiere, partendo dalla chiesa di San Niccolò fino al giardino dell'asilo. Sindaci del Casentino, volontari delle associazioni, genitori e nonni hanno voluto esprimere solidarietà alla famiglia del piccolo. L'autopsia e le indagini proseguiranno nei prossimi giorni per chiarire definitivamente le cause del decesso e verificare eventuali responsabilità. La tragedia del piccolo Leo ha scosso l’intero Casentino, alimentando il bisogno di verità e sicurezza nelle strutture per l’infanzia.

Pino Insegno si commuove a 'Ciao Maschio': "Mamma mi manca ogni giorno. Quando è morta, io debuttavo a teatro la sera stessa. Il giorno dopo nasce mio figlio. Tre, quattro giorni che non mi hanno fatto respirare. Mamma manca sempre. Veniva al mercato sottobraccio con me, orgogliosa del figlio conosciuto. Sognava per me una famiglia, dei nipoti", ricorda il conduttore con la voce spezzata e gli occhi pieni di lacrime, ospite di Nunzia De Girolamo nella puntata in onda sabato 15 novembre alle 17:05 su Rai 1.
Seduto di fronte a Nunzia, Insegno ripercorre il dolore del "no" che gli ha cambiato la vita: "Il 'no' più doloroso? Quando stavo per realizzare il sogno di mio padre, diventare un calciatore professionista. Ero a un passo e mi hanno fatto fuori. Non per un infortunio: mi hanno fatto fuori. Piansi l’ultima volta lì e poi quando nacque mio figlio". Poi ricorda il rapporto speciale con Maurizio Costanzo: "Una sera avevo quasi quaranta di febbre. Chiamai per dire 'Maurizio, non ce la faccio'. E lui 'selezione naturale'. Ho preso due tachipirine e sono andato. Lui era così: presente, esigente, unico".
Alla domanda della conduttrice su un errore imperdonabile risponde con sincerità: "No. Rifarei tutto. Nel bene e nel male. E nel male non ho fatto molto. Altrimenti, soprattutto in questo periodo, sarebbe uscito sui giornali. Per tanti motivi", conclude.
Il progetto va avanti dopo la rinuncia al finanziamento Pnrr... Il cadavere di una donna di 51 anni è stato ritrovato oggi, venerdì 14 novembre, nella sua casa nel quartiere Piscinola in periferia a Napoli. Non si esclude l'omicidio. La polizia sta cercando di ricostruire quanto accaduto.
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