
Una ragazza di 23 anni è morta in un incidente stradale all'incrocio tra via dell'Arcoveggio e via De Giovanni a Bologna. E' accaduto oggi, intorno alle 9. Dai primi accertamenti sembra che un camion in svolta abbia investito la 23enne in bicicletta. Nonostante l'arrivo dei soccorsi, per la ragazza, che sarebbe finita sotto l'asse posteriore del mezzo pesante, non c'è stato nulla da fare. Sul posto si è recata la polizia locale per ricostruire la dinamica.

I fan ci speravano, ma gli Oasis non torneranno in tour nel 2026. Anche se con loro il colpo di scena è sempre dietro l'angolo. Dopo il tour della reunion -partito il 4 luglio dal Regno Unito e concluso il 23 novembre in Brasile - i fratelli Noel e Liam Gallagher hanno annunciato sui social che ora "ci sarà una pausa per un periodo di riflessione". Una frase che lascia una porta aperta a nuove possibilità di tornare a fare musica insieme.
In questi mesi hanno viaggiato in lungo e in largo in giro per il mondo, macinando successi. "E così è andata", scrivono nel post, che cita un passaggio di un articolo del 'The Guardian': "'La forza pop-culturale più dannosa della recente storia britannica' (come recita una frase del pezzo, pubblicato in occasione dell'annuncio del tour, ndr) ha trovato la sua strada nei cuori e nelle menti di una nuova generazione. Dalla Gallagher Hill al River Plate, da Croke Park sulle rive del Royal Canal alla 'Città degli Angeli', l’amore, la gioia, le lacrime e l’euforia non saranno mai dimenticati".
Il post che annuncia la pausa è stato subito inondato di commenti di fan che li invitano a tornare presto.
"A tutti i fan degli Oasis nel mondo, grazie dal profondo del mio cuore. Ve lo siete goduto alla grande (il tour, ndr). Sarò per sempre grato per la vostra energia e per le vostre vibrazioni. Senza di voi saremmo solo una buona band. Con voi siamo stati la miglior band del pianeta", scrive Liam Gallagher in un post sui social.

Gli Stati membri dell'Unione europea hanno "l'obbligo di riconoscere il matrimonio tra due cittadini Ue dello stesso sesso, legalmente contratto in un altro Stato membro, in cui essi hanno esercitato la loro libertà di circolazione e di soggiorno". Questa l'ultima sentenza della Corte europea di giustizia, relativa al caso di due cittadini polacchi che si sono sposati in Germania e che avevano richiesto la trascrizione del loro atto di matrimonio nel registro dello stato civile della Polonia, affinché fosse riconosciuto.
Le autorità competenti hanno rifiutato di farlo perché il diritto polacco non autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso: un giudice nazionale ha dunque interpellato la Corte del Lussemburgo, la quale ha determinato che il rifiuto "è contrario al diritto dell'Unione" poiché lede la libertà della coppia di circolare e soggiornare in Ue, nonché il diritto al rispetto della vita privata e familiare.
"Gli Stati membri sono quindi obbligati a riconoscere, ai fini dell'esercizio dei diritti conferiti dal diritto dell'Unione, lo status matrimoniale acquisito legalmente in un altro Stato membro", si legge nella sentenza, la quale sottolinea che tale obbligo "non viola l'identità nazionale né minaccia l'ordine pubblico" dello Stato di origine poiché non implica l'introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso nel diritto interno. Inoltre, prosegue la sentenza, gli Stati membri dispongono di un margine di discrezionalità nella scelta delle modalità di riconoscimento di tale unione. Ma qualora ne prevedessero solo una per i matrimoni contratti in un altro Stato membro, come la trascrizione dell'atto di matrimonio nel registro dello stato civile nel caso della Polonia, sono tenuti ad applicarla anche ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.
La Corte ricorda che, sebbene le norme relative al matrimonio rientrino nella competenza degli Stati, le capitali devono comunque rispettare il diritto Ue nell'esercizio di tale competenza. In questo caso i due coniugi godono della libertà di circolare e di soggiornare nel territorio degli Stati membri e del "diritto di condurre una normale vita familiare durante l'esercizio di tale libertà, nonché al ritorno nel loro Stato membro d'origine. Così, quando costruiscono una vita familiare in uno Stato membro ospitante, in particolare per effetto del matrimonio, devono essere certi di poterla proseguire al ritorno nel loro Stato d'origine". Ne consegue che il rifiuto di riconoscere un matrimonio contratto e vissuto in un altro Stato membro "può provocare seri inconvenienti amministrativi, professionali e privati, costringendo i coniugi a vivere come non coniugati nello Stato membro di cui sono originari", cosa che per la Corte del Lussemburgo lo rende incompatibili con i diritti in questione e contrario al diritto comunitario.
Il 26 e 27 novembre a Cagliari al Teatro Massimo... 
"E' una vergogna. Si tratta di un chiaro fallimento. Un fallimento che non riguarda noi, la famiglia di Aldo. Anzi, alla fine noi abbiamo vinto. Perché? Perché nei quasi 11 anni nel corso dei quali si è svolta la vicenda processuale del nostro Aldo abbiamo fatto il possibile e l’impossibile per fornire tutto ciò che serviva per giungere ad una giusta sentenza di condanna. Ma quella che è mancata e’ stata proprio solo la condanna". A parlare sono i familiari di Aldo Naro, il giovane medico ucciso in una discoteca, quasi undici anni fa. Per la prima sezione della Corte d’Assise di Palermo oltre ad Andrea Balsano, che all’epoca era minorenne, non ci sono altri colpevoli. Dopo sette ore di camera di consiglio, ieri sera, è arrivato il verdetto: assoluzione perché il fatto non sussiste per Gabriele Citarrella, Francesco Troia e Pietro Covello. I tre, all’epoca buttafuori del locale, erano accusati di aver colpito il giovane mentre era già a terra, aggravando le lesioni che ne causarono la morte. Per la morte di Naro era già stato condannato a dieci anni un altro buttafuori, minorenne all’epoca dei fatti, riconosciuto come autore materiale delle percosse mortali.
La nuova indagine era stata riaperta su istanza dei genitori della vittima. "Abbiamo fatto indagini, attivato i nostri periti per avere le loro determinanti consulenze, siamo arrivati a consentire la esumazione del suo corpo per ripetere gli esami che il misterioso “smarrimento“ della TAC cranio fatta ad Aldo nella immediatezza dell’omicidio avevano reso nuovamente necessari- dicono i genitori e la sorella -Abbiamo sofferto ad ogni udienza per affermare verità abbaglianti che chi di dovere non riusciva a vedere".
"Abbiamo dovuto prendere atto alle loro assurde richieste di archiviazione mentre fatti e circostanze urlavano la necessità di andare avanti nell’ accertamento delle responsabilità che si evidenziavano, anche con l’ammissione della partecipazione ai pestaggi di Aldo di qualche indagato- aggiungono i genitori della giovane vittima - Ma niente da fare: l’unico responsabile doveva restare il minorenne incensurato. Ecco perché abbiamo vinto noi: la verità vera l’abbiamo tirata fuori noi, ed è quella, ad onta di qualsiasi decisione diversa. Il dottor Aldo Naro è stato ucciso da un numero indefinito di assassini che hanno colpito senza pietà il suo corpo: gli hanno fratturato il setto nasale, le vertebre C2 eC3 della colonna vertebrale, del maxillofacciale, provocato una emorragia subaracnoidea ed altre sue emorragie, un infiltrato emorragico al polmone e diverse altre lesioni. Tutto questo, secondo la sentenza di stasera ad opera del solo minorenne, ormai unico condannato. Abbiamo vinto perché abbiamo la verità dalla nostra parte, che nessuno potrà cambiare e che si trova già al cospetto di Dio. Vergogna!".
"Si chiude il primo grado di un lungo processo troppo spesso celebrato in sedi extragiudiziarie non appropriate – hanno scritto in una nota i legali degli imputati - attraverso una propaganda comunicativa amplificata da una campagna social disinformata e disinformante, che ha leso l’immagine e la dignità di un cittadino incensurato come Citarrella, additato come complice di un crimine efferato già attribuito a un colpevole con sentenza definitiva". (di Elvira Terranova)
Tragico infortunio sul lavoro questa mattina a Lucinasco, nell’entroterra imperiese. Un uomo di 56 anni è deceduto intorno alle 11 schiacciato da un rimorchio sulla strada provinciale 30. Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118 e le forze dell’ordine, che hanno avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica dell’incidente. Le autorità hanno aperto un’indagine per stabilire eventuali responsabilità e chiarire le circostanze dell’infortunio.

Eterno Cristiano Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese non perde il vizio e a 40 anni replica in Arabia Saudita il gol in rovesciata fatto nel 2018 in Juventus-Real Madrid. È successo in Saudi League, nella sfida tra il suo Al Nassr e l'Al Khaleej: negli ultimi minuti del match, CR7 si è alzato in volo e ha realizzato in rovesciata il gol del 4-1 tra gli applausi del pubblico. Per poi esultare a modo suo.
Un capolavoro balistico il suo, che a tanti appassionati ha ricordato la prodezza vista in Champions League nel 2018. Allora, con addosso la maglia del Real Madrid, Ronaldo segnò il gol del 3-0 nella sfida contro i bianconeri. Quasi otto anni dopo, per lui è cambiato poco.

Raccontare la sclerosi multipla attraverso le voci di chi la vive ogni giorno. Con questo intento è nato il vodcast 'Mille Storie', realizzato da Merck Italia con i patrocini dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e della Società italiana di Neurologia (Sin). Cinque brevi video interviste documentaristiche, della durata di 15 minuti, realizzate in cinque città italiane. Protagonista di ogni puntata è il dialogo tra un paziente e un neurologo. Mentre il paziente condivide la sua storia, le sue paure, i suoi obiettivi, il neurologo offre spunti di riflessione basati sulla propria sensibilità ed esperienza clinica. Un viaggio nella quotidianità delle persone con sclerosi multipla, un dialogo aperto su temi che coinvolgono la vita di tutti: genitorialità, relazioni, carriera, studio, sport.
Il vodcast si conclude con un’ultima storia dal titolo: 'Vivere con la sclerosi multipla', ambientata a Roma, che vede protagonisti Salvatore Lico e la professoressa Gerola Marfia, Professore Associato di Neurologia presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Un dialogo che mette al centro l’importanza dei progressi nella ricerca per migliorare la vita dei pazienti.
“Mille Storie ci ricorda che la sclerosi multipla non è mai solo una diagnosi, ma l’inizio di un percorso che può essere condiviso e accompagnato – spiega la professoressa Marfia -. Oggi, grazie ai progressi della medicina, la sclerosi multipla non definisce la vita delle persone ma ne diventa una parte. Nella sclerosi multipla però la cura comincia molto prima dei farmaci, e passa dalle parole che aiutano a dare un significato alla paura, a costruire consapevolezza, a ritrovare progettualità. 'Mille Storie' ha il grande merito di dare voce a questa dimensione, mostrando che non esiste una storia uguale all’altra, ma che ognuna è degna di essere ascoltata e accolta".
'Mille Storie' è un progetto che parla di libertà e resilienza. La serie mostra come la sclerosi multipla non debba necessariamente rappresentare un ostacolo: con i giusti strumenti, informazioni e supporto, è possibile continuare a sognare, a costruire, a vivere pienamente. Ogni episodio è ambientato in uno spazio aperto, simbolo di movimento e di rinascita, e diventa un invito a ripensare la malattia come parte di un percorso di vita, non come un limite. Con 'Mille Storie', Merck è al fianco delle persone con sclerosi multipla e della comunità scientifica, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita e favorire una maggiore consapevolezza sulla patologia.
"Per un'azienda come la nostra, avere cura dei pazienti e delle persone a loro vicine vuol dire rispondere a tutti i loro bisogni: non solo quelli terapeutici, ma anche quelli di educazione sulla salute", spiega Ramon Palou de Comasema, presidente ed amministratore delegato Healthcare di Merck Italia. La serie vodcast è disponibile sul canale YouTube di Merck Italia dal 28 ottobre e per tutto il mese di novembre con cadenza settimanale, accompagnata da una campagna social sulle pagine Instagram e LinkedIn dell’azienda.
“Il progetto ‘Mille Storie’ racconta ciò che Aims promuove da sempre: la possibilità di andare oltre la sclerosi multipla, integrandola in un percorso di vita pieno e significativo – dichiara Mario Alberto Battaglia, direttore Generale Aism e presidente Fism. Questo è possibile quando si mette al centro la persona, riconoscendone il ruolo attivo nel percorso di cura e nella ricerca”.

Sono stati 327 gli omicidi nel 2024 (-2,1% rispetto al 2023) di cui 116 vittime sono donne e 211 uomini. E' quanto si legge nel report Istat sugli omicidi volontari consumati nel 2024 e inseriti nel database della Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’Interno. Continuano ad aumentare i casi in cui è noto l’autore dell’omicidio (dall’89,5% del 2023 al 91,1% del 2024). Nel caso delle donne, gli autori sono uomini nel 92,2% dei casi. Gli uomini sono uccisi da altri uomini nell’85,7% dei casi con autore identificato (156 su 182). Le vittime sono in prevalenza italiani (74,3%), mentre tra le donne la prevalenza di vittime italiane è più elevata (78,4%). Il 93,4% delle donne italiane è vittima di italiani, il 48% delle straniere di propri connazionali. Sono 62 le donne uccise da un partner o un ex partner, quasi tutti (61) sono uomini.
Si interrompe la ripresa degli omicidi successiva alla pandemia di Covid-19. Dopo due anni consecutivi di aumento, gli omicidi volontari consumati tornano a diminuire. Più precisamente, nel 2023, si sono registrati 334 casi, mentre nel 2024 le vittime si fermano a 327 (-2,1% rispetto al 2023 e +6,2% rispetto al 2019 anno precedente la pandemia). Il nostro Paese resta comunque tra quelli storicamente a minor rischio nell’Unione europea, secondo quanto si legge nel report Istat.
Per le donne rischio in aumento con l'età
Nel 2024 il tasso di omicidi in Italia, pari a 0,55, è tornato al valore del 2022 (era pari a 0,57 nel 2023). I profili di rischio per età hanno andamenti opposti secondo il genere. Nel caso dei maschi, che presentano un tasso di 0,73 morti per 100mila uomini residenti, nel 2024, vengono uccisi con un profilo di rischio crescente per età, da 0,98 per 100mila tra i 18 e i 24 anni fino a un massimo di 1,35 tra i 35 e i 44 anni. Per le donne, invece, il rischio di restare vittima di omicidio (0,38 per 100mila donne) raggiunge il suo picco tra le persone molto anziane (0,81 omicidi ogni 100mila donne tra i 75 e gli 84 anni), soprattutto per mano di partner o familiari.
Questi ultimi motivano l’omicidio spesso con l’idea di mettere fine alla sofferenza della donna oppure presentano segnali di squilibrio psicologico; nel caso delle donne over 55 questa situazione riguarda più della metà dei casi di omicidio (52,6%). Il contesto in cui avvengono gli omicidi di donne è prevalentemente quello familiare/affettivo (86,2% circa) senza differenze significative per età. Nel 2024 sono stati uccisi 21 uomini e nessuna donna nel contesto della criminalità organizzata, un dato comunque in diminuzione rispetto alla media 2022-2023 (24,5), triennio in cui una donna ogni anno era caduta vittima di una uccisione in questo ambito.
Nel 2024 uccisi 21 minorenni, autrici sono soprattutto donne
Nel 2024 sono stati registrati 21 omicidi di minorenni, un numero più alto della media dei tre anni precedenti (14 omicidi nel 2021-2023), avvicinandosi alla media del triennio 2014-2016 (23 omicidi). Gli omicidi di bambini con meno di 14 anni, con un tasso pari a 0,19 per 100mila, sono stati compiuti da persone con un rapporto parentale (per lo più genitoriale) in conseguenza di stati depressivi o comunque di disfunzioni della personalità. Gli autori di questi omicidi sono quasi sempre donne (in 10 casi su 13), e quasi sempre (tranne che in due casi) di cittadinanza italiana.
Gli omicidi di minori con più di 14 anni (otto casi, tutti maschi) sono compiuti, invece, prevalentemente da ragazzi sconosciuti alla vittima. Secondo la definizione internazionale della Iccs, gli infanticidi sono definiti come uccisioni all’interno dell’arco temporale del primo anno di vita, mentre in Italia la legislazione dà una definizione più restrittiva restringendo il periodo in cui l’uccisione viene considerata infanticidio 'nei dintorni della nascita'. Seguendo la prima definizione in Italia sono avvenuti cinque infanticidi tutti commessi da madri. I minori possono risultare anche autori di omicidi. Nel 2024 sono stati 17 i minorenni imputati di omicidio, tutti maschi di cui cinque di cittadinanza straniera. Solo in quattro casi hanno ucciso loro coetanei, in altri quattro casi hanno ucciso giovani fino a 26 anni, e nei restanti casi adulti fino a 76 anni.
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Attraverso ambienti digitali tridimensionali i lavoratori potranno svolgere esercitazioni pratiche in totale sicurezza, simulando situazioni di lavoro o di emergenza senza alcun rischio reale. Un nuovo modo di formarsi: più immersivo, più efficace, più umano, perché mette le persone al centro dell’innovazione. Accade a Bacoli dove il progresso incontra la formazione grazie a un progetto che unisce tecnologia, sicurezza e visione: Flegrea Lavoro S.p.a., l’azienda comunale che gestisce i servizi di igiene urbana, e Lapis s.r.l., società dell’università degli studi di Napoli “Parthenope”, avviano un innovativo percorso di formazione professionale basato sulla realtà virtuale e il metaverso.
La trasformazione digitale è sempre più parte della nostra quotidianità e prende forma anche nei luoghi del lavoro. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza sul lavoro, valorizzare le competenze del personale e diffondere una cultura della prevenzione e dell’innovazione all’interno dell’azienda e della comunità. Bacoli si conferma così un territorio aperto al futuro, capace di trasformare la sfida tecnologica in un’opportunità di crescita collettiva. Il progetto, coordinato dal prof. Fabio De Felice e dal team dell’Università Parthenope, rappresenta il primo esperimento in Italia di utilizzo della realtà virtuale per la formazione all’interno di un’azienda pubblica di servizi ambientali. Un passo concreto verso il domani: un futuro in cui la sostenibilità passa anche dalla conoscenza e dalla sicurezza di chi ogni giorno lavora per rendere le nostre città più pulite e vivibili.
“Con questo progetto – dichiara il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione– diamo un segnale forte di come un’amministrazione pubblica possa innovare con coraggio. La formazione con la realtà virtuale è un investimento sulle persone, sulla sicurezza e sulla qualità del lavoro. Crediamo nella tecnologia come strumento di progresso umano e sociale”. “La collaborazione con Flegrea Lavoro – sottolinea il prof. Fabio De Felice dell’università Parthenope – rappresenta un modello di trasferimento tecnologico virtuoso tra università e pubblica amministrazione. Portare la realtà virtuale nella formazione degli operatori ambientali significa utilizzare la tecnologia per migliorare le competenze e la sicurezza, avvicinando l’innovazione alle persone e ai territori”. “Ogni innovazione ha senso solo se migliora la vita delle persone", dichiara Valentina Sanfelice di Bagnoli, amministratore unico di Flegrea Lavoro. "Con la realtà virtuale costruiamo un modo nuovo di lavorare e prendersi cura di sé e della comunità. Perché la sicurezza è, prima di tutto, un atto di rispetto verso chi lavora, verso la vita delle persone”, conclude.
Aumentano nel 2025 gli atti persecutori, da 177 dei 2024 a 227... 
È morto oggi martedì 25 novembre all'età di 95 anni a Latisana, in provincia di Udine, Lorenzo Buffon, storico portiere del Milan con cui vinse cinque scudetti negli anni '50. La notizia è stata annunciata dalla figlia Patricia. I funerali si terranno in forma privata nella città friulana dove viveva da tempo.
Chi era Lorenzo Buffon
Nato il 19 dicembre 1929 a Majano (Udine), Lorenzo Buffon è stato uno dei più grandi portieri italiani, noto per agilità e sicurezza tra i pali. Dopo aver vestito la maglia del Milan dal 1950 al 1960, ha giocato anche con Genoa, Inter e Fiorentina, oltre a collezionare 15 presenze in Nazionale. Storica la sua rivalità con Giorgio Ghezzi, portiere dell'Inter, che trasformava il derby di Milano anche in un confronto tra due campioni del ruolo.
Oltre alle imprese sportive, Buffon è finito spesso sulle cronache mondane: nel 1958 sposò la celebre valletta televisiva Edy Campagnoli, volto noto di "Lascia o raddoppia?", il gioco a quiz condotto da Mike Bongiorno. Il matrimonio si è poi concluso con il divorzio. Negli ultimi anni, il suo nome tornava agli onori delle cronache per il legame familiare con Gianluigi Buffon: Lorenzo era infatti cugino di secondo grado del nonno dell'ex portiere della Nazionale ed ex numero 1 della Juventus. Lorenzo Buffon era cugino di secondo grado del nonno di Gianluigi Buffon, campione del mondo con la Nazionale nel 2006.
Il saluto di Milan e Inter
Lorenzo Buffon è stato ricordato da Milan e Inter, due delle sue squadre. I rossoneri, con cui ha giocato per dieci anni, lo hanno ricordato così su X: "Le sue mani a 'Tenaglia' hanno reso il Milan grande protagonista di tantissime vittorie negli anni Cinquanta. Lorenzo il Magnifico, un uomo buono dal grande cuore rossonero, ci ha lasciati. È con grande commozione che salutiamo Lorenzo Buffon e ne onoriamo la memoria".
Questo, invece, il post dei nerazzurri, con cui Buffon ha giocato dal 1960 al 1963: "Uno Scudetto, tre stagioni e 89 presenze con la maglia nerazzurra. Esprimiamo il nostro più profondo cordoglio per la scomparsa di Lorenzo Buffon e ci stringiamo attorno alla sua famiglia e a tutto il mondo del calcio in questo momento di lutto".

'Il Commissario Ricciardi' ha vinto la prima serata di ieri, 24 novembre, con il 22,1% di share. L'ultima puntata della fiction di Rai 1 con Lino Guanciale è stata vista da 3.724.000 telespettatori. Su Canale 5 'Grande Fratello' ha conquistato 1.887.000 telespettatori e il 14,5%. Su Rai 3 'Lo Stato delle Cose' ha totalizzato 1.077.000 telespettatori e il 7,2% di share. Su Italia 1 il film 'Fast & Furious 8' ha intrattenuto 976.000 telespettatori, raggiungendo il 6% di share. Su Tv8 'GialappaShow' ha segnato 793.000 telespettatori e il 4,9% di share. Poco sotto con il 4,8% di share c'è 'Quarta Repubblica', in onda su Rete 4, visto da 621.000 telespettatori.
Su Rai 2 'Lo Spaesato' ha intrattenuto 723.000 telespettatori, totalizzando il 4,3% di share. Su La 7 'La Torre di Babele' ha raggiunto 744.000 telespettatori e il 4% di share. Infine, sul Nove 'Little Big Italy' ha ottenuto 411.000 telespettatori e il 2,3% di share.
Nella fascia access prime time, su Canale 5 'La Ruota della Fortuna' ha conquistato 5.657.000 telespettatori e il 26,6% di share. Su Rai 1 'Cinque Minuti' ha interessato 4.171.000 telespettatori (20,3%), mentre 'Affari Tuoi' ha raggiunto 4.822.000 telespettatori e il 22,6% di share.
'Una società che tollera questo in più non può dirsi libera"...
Indagine del Corpo Forestale di Pula, cinque indagati...
Le fiamme si sono propagate a causa del vento... 
Botta a risposta… a colpi di vasche? Filippo Magnini a Belve, nella puntata in onda oggi su Raidue, si toglie un sassolino dalla scarpa e Federica Pellegrini, chiamata in causa dall'ex compagno e collega, nella notte pubblica una storia su Instagram che sembra proprio una replica. Ospite di Belve nell’intervista che andrà in onda stasera martedì 25 novembre, l’ex nuotatore oggi concorrente di Ballando con le stelle è tornato a parlare della sua relazione con la Divina, una storia chiusa nel 2017 ma che conserva ancora malumori. Le sue parole hanno riacceso i riflettori su un capitolo, personale e professionale, che continua a far discutere a distanza di anni.
“È stato un amore importante?”, ha chiesto Francesca Fagnani[1]. “Un amore molto travagliato, ad oggi direi più no che sì. Non si è rivelata la persona che pensavo. Una storia che non mi ha lasciato un bel ricordo”, ha confessato Magnini.
Le anticipazioni di Magnini a Belve hanno scatenato un dibattito social. Federica Pellegrini non ha reagito in maniera esplicita. Sul suo profilo Instagram, però, è comparsa una storia che - pur senza riferimenti diretti - sembra proprio la risposta. Un laconico "No vabbè", accompagnato da due emojii di risata, per liquidare la questione con tono ironico.
Già ospite a Verissimo, Filippo Magnini aveva ricordato la fine della sua precedente relazione (ggi è sposato, dal 2021, con l'ex velina Giorgia Palmas) con Pellegrini spiegando che era stata proprio lei a prendere la decisione: “È stata una bella storia, durata tanto, in anni importanti. Lei non era più sicura dell’amore. Mi ha lasciato lei. Ho sofferto molto, adesso ho girato pagina, è finita“.
A mettere benzina sul fuoco è stata un'altra dichiarazione di Magnini a Belve, considerata da molti utenti come un'ulteriore frecciatina rivolta a Federica Pellegrini. Parlando dell'indagine per doping, Magnini ha rivelato: "Ero la pedina attaccabile. Penso per non far uscire altri nomi di atleti, puliti come me, ma atleti che solo il nome messo sul giornale dava fastidio, sicuramente è stato detto a lui che non è più atleta potete sfondarlo" e ha aggiunto: "Hanno calcato molto il mio nome per non toccarne altri". E alla domanda di Fagnani su chi sono i nomi, Magnini ha preferito non dirlo "Nomi di atleti importanti del nuoto e anche di altre discipline", la sua risposta.

La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento che vede indagato l’ex numero 10 della Roma, Francesco Totti, accusato di abbandono di minori. La vicenda era nata dalla denuncia presentata dall’ex moglie, Ilary Blasi, in cui si afferma che Totti avrebbe lasciato la figlia sola in casa per alcune ore in una sera del maggio 2023. Secondo quanto riporta oggi ‘La Repubblica’, anche l’attuale compagna del calciatore, Noemi Bocchi, i cui figli minorenni sarebbero stati anche loro in casa, risulterebbe indagata. Anche la tata, che vive nello stesso palazzo, sarebbe iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di avere detto falsamente di essere stata presente in casa.
Per i pm che sollecitano l’archiviazione, “non vi è mai stato un reale pericolo per i minori – si legge sul quotidiano - la più piccola aveva un telefono con il quale poteva chiamare la madre, era con bambini più grandi e la tata, pur non presente, era ‘verosimilmente’ disponibile a salire subito perché vive nello stesso palazzo”. Alla richiesta di archiviazione si oppongono i legali della Blasi sostenendo che “non c’è traccia di un incarico formale alla donna e che, in ogni caso, la bambina non era con gli altri due ma sola, in giro per il mega appartamento”. L’udienza davanti al gup di Roma è fissata per il primo dicembre.
“La richiesta di archiviazione della procura è puntualmente motivata rispetto alla realtà dei fatti accertati - sottolinea l’avvocato Gianluca Tognozzi difensore di Totti - Comunque mi sembra che il tutto sia strumentale alle controversie in sede civile”. In sede civile a rappresentare il calciatore c’è l’avvocato Antonio Conte.
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