
(Adnkronos) - Il Napoli torna in campo in Champions League. Oggi, martedì 4 novembre, i campioni d'Italia ospitano l'Eintracht Francoforte al Maradona, nella quarta giornata della fase campionato. Gli azzurri vanno a caccia di punti pesanti dopo il brutto ko contro il Psv Eindhoven, per muovere una classifica che li vede fermi a quota 3 (proprio come i tedeschi).
Dove vedere Napoli-Eintracht Francoforte? La sfida è trasmessa in diretta tv su Sky Sport Uno, Sky Sport 4K e Sky Sport (canale 253). In streaming, per gli abbonati, il match sarà disponibile su SkyGo e su Now.
Nel prossimo turno di Champions, il Napoli ospiterà il Qarabag.
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(Adnkronos) - Fabrizio dell’Orefice arriva in Open Fiber come direttore delle Relazioni esterne. Giornalista professionista laureato in Economia Aziendale, ha lavorato per diverse testate nazionali, tra cui Il Tempo dove è stato capo del politico e inviato, e territoriali, in particolare Il Roma. È stato cronista parlamentare e portavoce del presidente della Commissione di Vigilanza Rai Mario Landolfi, del viceministro al Commercio Estero Adolfo Urso e del ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi. È stato, inoltre, portavoce di due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Filippo Patroni Griffi e Roberto Garofoli, ricoprendo contestualmente il ruolo di capo della comunicazione istituzionale per i due Presidenti del Consiglio, rispettivamente Enrico Letta e Mario Draghi.
Nel 2015 è entrato nel Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, guidando prima l’ufficio stampa e poi l’area Affari Istituzionali, dove ha curato i rapporti con il Parlamento, i ministeri e seguito i principali dossier infrastrutturali e di digitalizzazione del Paese fino a essere Deputy Corporate Affairs & Sustainability. Nel corso della carriera ha consolidato un approccio orientato alla trasparenza e alla reputazione delle aziende pubbliche, integrando visione strategica e sensibilità istituzionale.
In Open Fiber, dell’Orefice può contare su una squadra manageriale composta da Alessia Gozzi, responsabile Media Relations e Digital Communication; Mauro Accroglianò, responsabile della Comunicazione; Veronica Boncimino, responsabile Affari Istituzionali Nazionali, e Paola Martinez, responsabile Affari Istituzionali Territoriali.
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(Adnkronos) - "Voglio una Minneapolis in cui chi lavora possa permettersi di vivere. Non è giusto che un lavoratore a tempo pieno debba scegliere tra l’affitto e la spesa". Con questo slogan, pronunciato anche in italiano per mostrare vicinanza alla comunità italo-americana di Northeast Minneapolis, il 35enne senatore statale Omar Fateh si presenta oggi alle elezioni per la carica di sindaco di una delle città più importanti del Midwest, sfidando l’attuale primo cittadino Jacob Frey, esponente dell’ala moderata dei Democratici.
La corsa elettorale, che si svolge con un sistema di voto a preferenze (ranked choice voting), resta aperta a ogni esito: il sostegno della comunità somala più grande degli Usa (circa 25mila persone su 430 mila residenti totali), dei sindacati e della sinistra progressista – in uno Stato storicamente "blu" – potrebbe consentire a Fateh di colmare il vantaggio iniziale di Frey e di diventare il primo sindaco musulmano di Minneapolis.
Nato a Washington D.C. da genitori somali, Fateh è stato il primo musulmano eletto al Senato del Minnesota e rappresenta la nuova generazione di leader progressisti americani. Si definisce un "socialista democratico" e ha guadagnato visibilità con misure a favore dei lavoratori, come l’introduzione del salario minimo per i conducenti di Uber e Lyft e l’università gratuita per le famiglie con redditi medio-bassi. La sua campagna – condotta soprattutto sui social – ha mobilitato un elettorato giovane, multietnico e composto in gran parte da affittuari.
La stampa statunitense lo paragona a Zohran Mamdani, il candidato "socialista" di New York che sfida Andrew Cuomo in un altro "derby" interno ai Democratici tra generazioni e visioni diverse. Entrambi musulmani e figli di immigrati, puntano a rendere il partito più inclusivo e moderno, concentrandosi su temi sociali e identitari. "Non si tratta di meno sicurezza, ma di una sicurezza diversa, fondata sulla fiducia e sulla prevenzione", ha spiegato Fateh, sintetizzando la sua idea di amministrazione cittadina.
Nel corso della campagna, Fateh è stato accusato da commentatori e media conservatori – tra cui il defunto attivista Charlie Kirk, che aveva visto nella sua candidatura un "ordine rivolto ai musulmani di prendere il controllo del governo del Paese in cui vivono" – di promuovere un’agenda "marxista" legata alla sua appartenenza ai Democratic Socialists of America e alle sue origini somale. Lui respinge le accuse come "islamofobe" e ribadisce di voler difendere "i diritti dei lavoratori e degli affittuari, non ideologie".
Sebbene parta in svantaggio nei sondaggi rispetto a Frey, il sistema di voto preferenziale potrebbe giocare a suo favore: in assenza di un vincitore con la maggioranza assoluta al primo turno – con le proiezioni che indicano Frey al 45-50% e Fateh al 25-30% – i voti dei candidati minori vengono redistribuiti in base alle seconde scelte. Grazie all’alleanza con altri progressisti, Fateh potrebbe così recuperare nei turni successivi e realizzare uno degli "upset" più significativi del 2025 americano.
Leggi tutto: Anche Minneapolis ha il 'suo' Mamdani, il socialista islamico Fateh tenta il ribaltone

Oggi esiste una grande eterogeneità nella presa in carico del paziente con dolore cronico, ma ci sono degli esempi regionali da cui attingere perché gli oltre 10 milioni di italiani che soffrono i questo disturbo non debbano aspettare anni per una diagnosi, per accedere alle terapie corrette e non siano penalizzati dall'abitare lontano da un centro di riferimento. Sono i temi del quarto episodio, dal titolo 'Dolore cronico - I diversi modelli regionali di presa in carico', della serie vodcast 'E tu, sai cosa si prova?', realizzata da Adnkronos in partnership con Sandoz, disponibile sul canale YouTube di Adnkronos e su Spotify.
In Italia esiste il diritto a non soffrire, ed è garantito dalla legge 38 del 2010, che stabilisce un modello multidisciplinare nella gestione del dolore cronico, con una diagnosi tempestiva, percorsi adeguati, una presa in carico multidisciplinare e integrata con accesso alle cure in reti del territorio A 15 anni dalla legge, la sua applicazione non è omogenea. "Molte Regioni hanno normato, ma una delle esperienze più strutturate è in Liguria", spiega Luca Pinto, Cluster Leader Patients & Healthcare Solutions Iqvia, illustrando i risultati del Progetto 'Algos', un nuovo modello organizzativo per la gestione integrata ospedale-territorio del paziente con dolore cronico, realizzato nell'Asl 3 Genovese. "Un modello replicabile in altre aree - aggiunge Pinto - Un approccio quindi reale e concreto, fatto di analisi normativa, definizione dei percorsi e osservazione del vissuto reale del paziente".
Nel Lazio c'è una rete grande, complessa, da riordinare. "Partiamo da un presupposto - chiarisce Roberta Della Casa, componente VII Commissione Sanità, Politiche sociali, Integrazione sociosanitaria, Welfare del Consiglio regionale - Ci sono i decreti Dm70 e Dm77 che definiscono le reti ospedaliere e territoriali, con centri hub-spoke. Ma questo non basta per rispondere alla complessità del dolore cronico che è diverso dall'oncologico, delle cure palliative. Nel Lazio abbiamo eccellenze importanti, ma serve connetterle, mettere in rete, integrarle". La Regione - si scopre ascoltando il vodcast - ha avviato un confronto con clinici, aziende sanitarie, associazioni pazienti, industria. "Stiamo lavorando per costituire una cabina di regia regionale - continua Della Casa - che possa definire linee guida comuni e un modello organizzativo unico su tutto il territorio". Il punto cruciale? "La tecnologia. Servono sistemi informatici reali, interoperabili, che non facciano disperdere traccia delle terapie e dei passaggi del paziente".
In questo contesto anche l'industria ha un ruolo non secondario. "Avere una legge dedicata è già un contesto favorevole - evidenzia Paolo Fedeli, Head of corporate affairs Sandoz - ma dobbiamo arrivare alla piena attuazione. E questo significa mettere in rete tutti gli attori". Per questo "serve anche una maggior attenzione al dolore cronico non oncologico, perché non riguarda solo il fine vita. Riguarda la qualità della vita quotidiana delle persone". Nel contesto, inoltre, non va ignorata anche la questione demografica. "Il dolore della vecchiaia non può essere considerato inevitabile - avverte Fedeli - Con l'invecchiamento della popolazione, crescerà. E dobbiamo essere pronti".
Oltre a quella ligure ci sono altre esperienze regionali che, implementate a livello nazionale, potrebbero fare la differenza. "In Piemonte - precisa Pinto - le cure primarie hanno un ruolo attivo, sentinella. E' un modello forte perché la rete territoriale era già solida prima dell'implementazione dei Pdta", i percorsi diagnostico terapeutico-assistenziali dedicati. Altre Regioni presentano esperienze di best practice - si sottolinea nel vodcast - e un elemento importante di integrazione che emerge, nella presa in carico del dolore cronico, riguarda l'impiego di strumenti digitali non solo teorici, ma effettivamente utilizzati, come la telemedicina e il teleconsulto.
"Mettere in rete significa anche raggiungere le periferie, che in una regione come il Lazio non sono solo periferie urbane, ma territori lontani, province, aree più difficili da raggiungere - osserva Della Casa - Ecco perché le Case di comunità saranno fondamentali come primo punto di accesso". Inoltre, "nuove terapie, anche non farmacologiche, nuove tecnologie, neurostimolazione e l'arrivo di terapie innovative che possono essere fatte in setting territoriali, cambieranno la quotidianità del paziente", sempre con l'obiettivo di evitare che qualcuno resti indietro o che debba vivere anni senza una diagnosi e senza una terapia adeguata. L'intero episodio del vodcast 'E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico' è online sul canale YouTube e nella sezione podcast di adnkronos.com e su Spotify.

(Adnkronos) - Oggi esiste una grande eterogeneità nella presa in carico del paziente con dolore cronico, ma ci sono degli esempi regionali da cui attingere perché gli oltre 10 milioni di italiani che soffrono i questo disturbo non debbano aspettare anni per una diagnosi, per accedere alle terapie corrette e non siano penalizzati dall'abitare lontano da un centro di riferimento. Sono i temi del quarto episodio, dal titolo 'Dolore cronico - I diversi modelli regionali di presa in carico', della serie vodcast 'E tu, sai cosa si prova?', realizzata da Adnkronos in partnership con Sandoz, disponibile sul canale YouTube di Adnkronos e su Spotify.
In Italia esiste il diritto a non soffrire, ed è garantito dalla legge 38 del 2010, che stabilisce un modello multidisciplinare nella gestione del dolore cronico, con una diagnosi tempestiva, percorsi adeguati, una presa in carico multidisciplinare e integrata con accesso alle cure in reti del territorio A 15 anni dalla legge, la sua applicazione non è omogenea. "Molte Regioni hanno normato, ma una delle esperienze più strutturate è in Liguria", spiega Luca Pinto, Cluster Leader Patients & Healthcare Solutions Iqvia, illustrando i risultati del Progetto 'Algos', un nuovo modello organizzativo per la gestione integrata ospedale-territorio del paziente con dolore cronico, realizzato nell'Asl 3 Genovese. "Un modello replicabile in altre aree - aggiunge Pinto - Un approccio quindi reale e concreto, fatto di analisi normativa, definizione dei percorsi e osservazione del vissuto reale del paziente".
Nel Lazio c'è una rete grande, complessa, da riordinare. "Partiamo da un presupposto - chiarisce Roberta Della Casa, componente VII Commissione Sanità, Politiche sociali, Integrazione sociosanitaria, Welfare del Consiglio regionale - Ci sono i decreti Dm70 e Dm77 che definiscono le reti ospedaliere e territoriali, con centri hub-spoke. Ma questo non basta per rispondere alla complessità del dolore cronico che è diverso dall'oncologico, delle cure palliative. Nel Lazio abbiamo eccellenze importanti, ma serve connetterle, mettere in rete, integrarle". La Regione - si scopre ascoltando il vodcast - ha avviato un confronto con clinici, aziende sanitarie, associazioni pazienti, industria. "Stiamo lavorando per costituire una cabina di regia regionale - continua Della Casa - che possa definire linee guida comuni e un modello organizzativo unico su tutto il territorio". Il punto cruciale? "La tecnologia. Servono sistemi informatici reali, interoperabili, che non facciano disperdere traccia delle terapie e dei passaggi del paziente".
In questo contesto anche l'industria ha un ruolo non secondario. "Avere una legge dedicata è già un contesto favorevole - evidenzia Paolo Fedeli, Head of corporate affairs Sandoz - ma dobbiamo arrivare alla piena attuazione. E questo significa mettere in rete tutti gli attori". Per questo "serve anche una maggior attenzione al dolore cronico non oncologico, perché non riguarda solo il fine vita. Riguarda la qualità della vita quotidiana delle persone". Nel contesto, inoltre, non va ignorata anche la questione demografica. "Il dolore della vecchiaia non può essere considerato inevitabile - avverte Fedeli - Con l'invecchiamento della popolazione, crescerà. E dobbiamo essere pronti".
Oltre a quella ligure ci sono altre esperienze regionali che, implementate a livello nazionale, potrebbero fare la differenza. "In Piemonte - precisa Pinto - le cure primarie hanno un ruolo attivo, sentinella. E' un modello forte perché la rete territoriale era già solida prima dell'implementazione dei Pdta", i percorsi diagnostico terapeutico-assistenziali dedicati. Altre Regioni presentano esperienze di best practice - si sottolinea nel vodcast - e un elemento importante di integrazione che emerge, nella presa in carico del dolore cronico, riguarda l'impiego di strumenti digitali non solo teorici, ma effettivamente utilizzati, come la telemedicina e il teleconsulto.
"Mettere in rete significa anche raggiungere le periferie, che in una regione come il Lazio non sono solo periferie urbane, ma territori lontani, province, aree più difficili da raggiungere - osserva Della Casa - Ecco perché le Case di comunità saranno fondamentali come primo punto di accesso". Inoltre, "nuove terapie, anche non farmacologiche, nuove tecnologie, neurostimolazione e l'arrivo di terapie innovative che possono essere fatte in setting territoriali, cambieranno la quotidianità del paziente", sempre con l'obiettivo di evitare che qualcuno resti indietro o che debba vivere anni senza una diagnosi e senza una terapia adeguata. L'intero episodio del vodcast 'E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico' è online sul canale YouTube e nella sezione podcast di adnkronos.com e su Spotify.
Leggi tutto: Dolore cronico, esperti: "Esempi regionali virtuosi ma gestione non omogenea"

(Adnkronos) - ''Siamo qui per dire un deciso no al suicidio assistito e un sì all’assistenza, alle cure, alla dignità e alla salute. Siamo contrari perché l’esperienza mondiale ci ha mostrato che si comincia con i malati terminali e si finisce per includere disabili, depressi, malati psichiatrici e persino giovani anoressici. Basta guardare cosa accade in Canada, Belgio o Olanda''. Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus, intervenendo in piazza del Popolo a Roma durante il flash mob 'Non mi uccidere' contro l’ipotesi di una legge sul fine vita, con 200 sedie a rotelle vuote a rappresentare simbolicamente i più fragili.
“Una legge sul suicidio assistito non è necessaria - aggiunge Brandi - perché il rifiuto delle cure è già previsto dalla legge 219 e dal codice deontologico medico. Inoltre, ogni legge ha anche un valore pedagogico: ciò che la legge consente diventa percepito come qualcosa di buono e desiderabile”.
“E allora mi chiedo - conclude - ce la sentiremmo davvero di suggerire a un malato, a un anziano o a un disabile che farla finita è un’opzione? Persino la Corte Costituzionale ha avvertito che l’approvazione di una legge in materia comporterebbe maggiori rischi di abusi e di pressione sociale sui più fragili. Noi oggi siamo qui in piazza per loro: chiediamo salute e cure, non la morte come risposta alla sofferenza”.

(Adnkronos) - Economia circolare, innovazione e responsabilità estesa del produttore: sono le parole chiave dell’intervento di Giuseppina Carnimeo, direttrice generale di Ecopneus, durante la giornata inaugurale di Ecomondo 2025 a Rimini. “Ecopneus è una società consortile senza fine di lucro - ha spiegato Carnimeo - che si occupa della raccolta e del riciclo dei pneumatici fuori uso, cioè quelli arrivati al termine della loro vita utile. Diamo nuova vita a questo materiale, con applicazioni in numerosi settori, dall’edilizia alle infrastrutture, dallo sport alla mobilità sostenibile”.
Nel 2024, il consorzio ha raccolto 168mila tonnellate di pneumatici fuori uso (Pfu) in tutta Italia, servendo 19mila punti di generazione - tra gommisti e officine - e rispondendo a 45mila richieste di ritiro. Numeri che testimoniano l’efficacia del modello di responsabilità condivisa tra produttori e operatori, previsto dal decreto del ministero dell’Ambiente che regola il settore.
Tra le principali novità presentate a Ecomondo, spiccano i Cam strade, i criteri ambientali minimi dedicati agli asfalti modificati con gomma riciclata, che puntano a rendere le infrastrutture più silenziose, durevoli e convenienti. “Le strade realizzate con asfalto e gomma riciclata - ha sottolineato Carnimeo - sono più resistenti, richiedono meno manutenzione e comportano costi inferiori per la pubblica amministrazione. È un esempio concreto di come l’economia circolare possa coniugare benefici ambientali ed economici”.
Ecopneus è presente in fiera anche con la campagna di comunicazione 'L’unica traccia che vogliamo lasciare nel futuro', dedicata a promuovere la cultura del riciclo e della sostenibilità. “L’economia circolare - ha concluso Carnimeo - non è solo un valore ambientale, ma anche un fattore di innovazione, coesione sociale e sviluppo economico. Ecomondo è il luogo ideale per costruire, insieme a istituzioni e imprese, una filiera sempre più sostenibile”.
Leggi tutto: Rifiuti, Ecopneus: "Nel 2024 raccolte 168mila tonnellate di Pfu"

(Adnkronos) - “Ritengo sbagliato il suicidio assistito perché lo Stato ha, prima di tutto, un dovere morale e giuridico di accompagnare le persone nella vita. Bisogna chiedersi perché lo Stato faccia di tutto per salvare una persona normodotata che tenta il suicidio, arrivando persino al ricovero obbligatorio, mentre una persona con disabilità o un malato terminale viene invece accompagnato verso la morte”. Così Emanuel Cosmin Stoica, scrittore e attivista disabile, intervenendo in piazza del Popolo a Roma durante il flash mob 'Non mi uccidere', organizzato da Pro Vita & Famiglia Onlus contro l’ipotesi di una legge sul fine vita.
“È necessario interrogarsi sul perché si voglia incentivare la morte anche laddove la persona non la considera una soluzione - aggiunge Stoica - Finché è un familiare a farti sentire un peso è già grave, ma quando è lo Stato stesso a fartelo percepire, proponendo il suicidio come risposta alla sofferenza, allora bisogna davvero domandarsi se stiamo andando nella giusta direzione della storia”.

(Adnkronos) - L’Italia brilla nella gestione del riciclo, ma resta ancora un Paese a due velocità nella gestione dei rifiuti. È il quadro tracciato da Stefano Besseghini, presidente di Arera, intervenuto oggi al convegno 'Il consolidamento della regolazione del ciclo dei rifiuti: i nuovi provvedimenti di Arera', in occasione della giornata inaugurale di Ecomondo a Rimini.
“La cosa vera - ha dichiarato Besseghini - è che nella gestione del riciclo, in particolare di certe materie, l’Italia brilla. Brilla forse un po’ per necessità, perché storicamente, essendo un Paese povero di materie prime, ha sviluppato nel tempo cicli industriali di eccellenza”.
Secondo il presidente dell’Autorità, il sistema nazionale può contare su un patrimonio consolidato di impianti, logistica e capacità di gestione economica del rifiuto, che si sta estendendo anche al settore dei rifiuti urbani. “La crescita del biometano e l’utilizzo energetico dei rifiuti - ha aggiunto - dimostrano che siamo in grado di individuare spazi di miglioramento e di avanzare in modo significativo”.
Resta però aperta una sfida cruciale: quella delle disuguaglianze territoriali. “Abbiamo un vero e unico problema - ha sottolineato Besseghini - ovvero la grande differenza tra aree del Paese che smaltiscono in discarica meno del 5% dei rifiuti e altre che sono ancora sopra il 70%. È una disparità su cui bisogna lavorare molto, perché il percorso verso un sistema circolare deve essere omogeneo e inclusivo”.
Il convegno è stato anche l’occasione per fare il punto sul percorso di regolazione del ciclo dei rifiuti, avviato da Arera negli ultimi anni. “Il settore dei rifiuti - ha ricordato il presidente - è relativamente nuovo alla regolazione, ma in pochi anni ha compiuto passi in avanti importanti, grazie al contributo degli operatori e delle associazioni di categoria. L’attività regolatoria conclusa prima dell’estate ha delineato lo scenario per i prossimi anni, ma il lavoro non è finito: serve continuare il confronto per dare concretezza e sostanza a un processo che porterà benefici reali ai cittadini”.
Leggi tutto: Rifiuti, Arera: "Italia eccellente nel riciclo, ma forti divari territoriali"

(Adnkronos) - L'ammonizione di Bisseck in Verona-Inter è una decisione corretta. Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, promuove l'arbitro Daniele Doveri che nel match di domenica ha optato per il cartellino giallo nell'episodio più vivisezionato della partita. "In questo caso ha preso una decisione molto importante Doveri e ha fatto bene. Probabilmente l'indecisione deriva dal fatto che gli arriva il messaggio dall’assistente che lo definisce fallo da ultimo uomo. Qui è determinante chiarire se si tratti o meno di chiara occasione da gol. Qui non si parla di chiara occasione da rete e quindi condivido pienamente il dialogo avvenuto in Sala Var", dice Rocchi a Open Var su Dazn. Bisseck ha steso il veronese Giovane, che avrebbe potuto lanciarsi indisturbato verso la porta nerazzurra.
"Se avesse dato il rosso, ci saremmo aspettati l'on-field review e avrebbe dovuto toglierlo", dice ancora Rocchi, per il quale sarebbe stato un intervento da espulsione "solo se Giovane avesse puntato dritto la porta" mentre poteva starci qualche dubbio in più sulla natura del fallo che "in effetti è bello robusto ma anche qui non ci sono i parametri per il grave fallo di gioco".
Leggi tutto: Bisseck e l'ammonizione, Rocchi promuove Doveri: "Decisione giusta in Verona-Inter"

(Adnkronos) - In occasione di Ecomondo 2025, Cogei Società Benefit, realtà che opera nel settore del trattamento delle acque civili e industriali e con base a Napoli, ha presentato i propri piani di sviluppo per i prossimi anni, con un focus strategico sull’espansione nel settore industriale. L’azienda, infatti, intende rafforzare la propria presenza sui territori attraverso soluzioni tecnologiche avanzate e sostenibili per la riduzione del consumo dell’acqua o il suo riutilizzo, con l’obiettivo di contribuire attivamente alla transizione ecologica del Paese.
Tra gli obiettivi principali, l’azienda prevede di raggiungere entro il 2026 un fatturato di circa 80 milioni di euro, grazie soprattutto all’espansione nel settore privato e al consolidamento delle attività in ambito pubblico. In parallelo, il piano prevede un importante investimento a favore del capitale umano del Sud Italia, con l’obiettivo di inserire almeno 20 giovani professionisti dal Mezzogiorno entro il 2027, aumentare del 50% le ore di formazione pro capite e raggiungere il 40% di presenza femminile in azienda. Un impegno possibile anche grazie alle collaborazioni con il mondo accademico, partecipando a progetti di ricerca avanzata con atenei come l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Salerno e l’Università di Trento, per lo sviluppo di tecnologie depurative non convenzionali.
In una prospettiva 2025-2030, Cogei si è posta obiettivi ambiziosi nel settore ambientale: la valorizzazione fino al 90% dei fanghi di depurazione entro il 2030, l’incremento del 50% della produzione di energia dai fanghi entro il 2027, e il raggiungimento del 50% del fabbisogno energetico aziendale da fonti rinnovabili. “La nostra strategia di crescita è mossa dalla curiosità, motore per l’innovazione, per la sostenibilità e la valorizzazione del capitale umano. I nostri progetti rappresentano un esempio concreto di questa visione: interventi che coniugano economia circolare, tecnologia avanzata e benefici ambientali tangibili per la comunità”, ha dichiarato Raffaele Cimino, amministratore delegato di Cogei Società Benefit.
La strategia di crescita di Cogei si riflette in una serie di interventi sul territorio, che incarnano i principi di sostenibilità, innovazione e valorizzazione delle risorse. Tra questi, il progetto di riqualificazione della linea fanghi e produzione di biometano presso il depuratore di Casone, nel comune di Foligno, rappresenta un esempio emblematico di applicazione dell’economia circolare alla gestione delle acque reflue. I lavori affidati da Valle Umbra Servizi includono la realizzazione dell’intera nuova linea di trattamento dei fanghi, a servizio non solo del depuratore di Casone ma anche di altri impianti civili gestiti da Valle Umbra Servizi e la costruzione di una nuova linea di trattamento del biogas prodotto nella fase di digestione anaerobica.
In particolare, Cogei ha installato un impianto di upgrading per la purificazione del biogas, che consente una separazione quasi totale del metano (99,5%), ottimizzando la produzione energetica da una fonte naturale. Il biogas (167 Nmc/h), generato dai microrganismi che degradano la frazione organica nel comparto di digestione, sarà così convertito in una fonte di energia rinnovabile con una potenzialità di 100 Nmc/h, contribuendo in modo concreto alla decarbonizzazione del territorio.
“L’intervento su Casone - ha dichiarato Giancarlo Piccirillo, direttore tecnico di Valle Umbra Servizi Spa - è un passaggio strategico nel percorso di transizione energetica del nostro Gruppo. Cofinanziato dai fondi Pnrr e dalla Banca Europea per gli Investimenti, il progetto si inserisce nel Piano Industriale Vus 2022–2031, che punta a ridurre del 42% le emissioni dirette e indirette entro il 2030. Grazie al lavoro realizzato da Cogei, è già operativo un impianto fotovoltaico che alimenta parte del ciclo di depurazione, anticipando gli obiettivi energetici previsti per il prossimo anno e contribuendo al recupero di circa 167 tonnellate di CO2 equivalente. L’attivazione della linea biometano permetterà inoltre di trasformare i fanghi da scarto a risorsa, rafforzando un modello di economia circolare a beneficio dell’ambiente e delle comunità che serviamo”.
Tra i progetti di rilievo si distingue l’intervento sull’impianto di depurazione di Marcianise (CE), rifunzionalizzato da Cogei e oggi considerato un modello avanzato di sostenibilità nel settore. L’impianto, con una capacità di trattamento pari a circa 1 milione di abitanti equivalenti, è già in linea con le nuove direttive europee sul trattamento delle acque reflue urbane, grazie all’adozione di tecnologie biologiche a cicli alternati, digestione anaerobica con recupero energetico, trattamenti innovativi dei fanghi e sistemi di automazione predittiva. Queste soluzioni hanno permesso di ridurre significativamente i consumi energetici e la produzione di fanghi, migliorando al contempo la qualità dell’effluente e la stabilità operativa.
Leggi tutto: Economia circolare e tecnologia, la strategia di Cogei

(Adnkronos) - Oltre 4600 coloni israeliani avrebbero preso d'assalto il complesso della moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme Est, sotto la stretta protezione della polizia israeliana. A riportarlo è l'agenzia palestinese Wafa citando il governatorato di Gerusalemme, che ha dichiarato che un totale di 465 coloni ha preso d'assalto i cortili della moschea di Al-Aqsa, effettuando visite provocatorie dei suoi cortili ed eseguendo rituali talmudici.
Hamas ha intanto annunciato che alle 20 ore locali - le 19 in Italia - consegnerà a Israele il corpo di un altro ostaggio. Lo riferiscono i media arabi, ricordando come in precedenza il gruppo islamista palestinese avesse reso noto di aver individuato il corpo di un ostaggio israeliano durante le ricerche nel quartiere di Shejaiya, nella zona orientale di Gaza City.
Le forze di sicurezza israeliane (Idf) accusano intanto Hamas di aver "violato ancora una volta il cessate il fuoco". "Un terrorista è stato individuato mentre oltrepassava la linea gialla" nella Striscia, che è stata indicata come riferimento per la prima fase del ritiro graduale delle Idf, "e si avvicinava ai soldati delle Idf nel nord di Gaza, in violazione delll'accordo di cessate il fuoco, rappresentando una minaccia immediata per loro", si legge in un post su X delle forze israeliane. "Il terrorista - aggiungono - è stato eliminato per rimuovere la minaccia".
Gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza avrebbero intanto causato 240 morti e 607 feriti dallo scorso 11 ottobre, quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, ha reso noto il ministero della Salute controllato da Hamas, precisando che altri quattro palestinese sono morti nelle ultime 24 ore.
Leggi tutto: Gerusalemme, media: oltre 460 coloni israeliani assaltano moschea di Al-Aqsa

Chiuse le trattative per il rinnovo del contratto nazionale 2022-2024 della specialistica ambulatoriale convenzionata interna e di altre professionalità (veterinari, psicologi, biologi e chimici). E' stato infatti siglato il verbale di pre-intesa in attesa della firma definitiva nei prossimi giorni. Soddisfazione per il risultato ottenuto è stata espressa dalla delegazione del Sumai Assoprof, guidata dal segretario generale Antonio Magi.
Il contratto, "di natura esclusivamente economica, ha previsto - nonostante le limitate risorse stanziate dalla legge finanziaria - un incremento complessivo pari al 5,78% al netto degli oneri previdenziali e fiscali a carico delle aziende, con l'erogazione degli arretrati per gli anni 2022 e 2023, nonché degli incrementi a decorrere dal 1° gennaio 2024 per tutte le categorie interessate: specialisti ambulatoriali, veterinari e professionisti (biologi, chimici e psicologi)", si legge in una nota Sumai. "Si tratta di un risultato che, pur non consentendo di recuperare integralmente il potere d'acquisto perso negli anni 2022-2024 (stimato tra il 7% e l'8%), rappresenta comunque un parziale, ma significativo ristoro economico per i colleghi, iscritti o meno al Sumai Assoprof che rappresenta circa l'80% della categoria", afferma Magi.
Su proposta del Sumai Assoprof, è stata accolta e verbalizzata nel corso del negoziato una prima misura di perequazione retributiva a favore di psicologi, biologi e chimici, volta a ridurre il differenziale oggi esistente con medici chirurghi e veterinari. Il sindacato ha inoltre avanzato la richiesta di migliorare il trattamento economico dei professionisti operanti negli istituti penitenziari: la Sisac si è impegnata a valutarne l'impatto economico in vista del prossimo rinnovo contrattuale, che sarà cruciale per l'attuazione della riforma dell'assistenza territoriale prevista dal Dm 77 e dal Pnrr, da realizzarsi entro il 30 giugno 2026. Il Sumai Assoprof sottolinea, inoltre, che il prossimo rinnovo contrattuale dovrà essere un passaggio decisivo per la costruzione di un modello multiprofessionale e multidisciplinare, valorizzando le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) della specialistica ambulatoriale e delle altre categorie professionali, sia nelle strutture hub che spoke, in coerenza con il nuovo assetto della sanità territoriale.

(Adnkronos) - Chiuse le trattative per il rinnovo del contratto nazionale 2022-2024 della specialistica ambulatoriale convenzionata interna e di altre professionalità (veterinari, psicologi, biologi e chimici). E' stato infatti siglato il verbale di pre-intesa in attesa della firma definitiva nei prossimi giorni. Soddisfazione per il risultato ottenuto è stata espressa dalla delegazione del Sumai Assoprof, guidata dal segretario generale Antonio Magi.
Il contratto, "di natura esclusivamente economica, ha previsto - nonostante le limitate risorse stanziate dalla legge finanziaria - un incremento complessivo pari al 5,78% al netto degli oneri previdenziali e fiscali a carico delle aziende, con l'erogazione degli arretrati per gli anni 2022 e 2023, nonché degli incrementi a decorrere dal 1° gennaio 2024 per tutte le categorie interessate: specialisti ambulatoriali, veterinari e professionisti (biologi, chimici e psicologi)", si legge in una nota Sumai. "Si tratta di un risultato che, pur non consentendo di recuperare integralmente il potere d'acquisto perso negli anni 2022-2024 (stimato tra il 7% e l'8%), rappresenta comunque un parziale, ma significativo ristoro economico per i colleghi, iscritti o meno al Sumai Assoprof che rappresenta circa l'80% della categoria", afferma Magi.
Su proposta del Sumai Assoprof, è stata accolta e verbalizzata nel corso del negoziato una prima misura di perequazione retributiva a favore di psicologi, biologi e chimici, volta a ridurre il differenziale oggi esistente con medici chirurghi e veterinari. Il sindacato ha inoltre avanzato la richiesta di migliorare il trattamento economico dei professionisti operanti negli istituti penitenziari: la Sisac si è impegnata a valutarne l'impatto economico in vista del prossimo rinnovo contrattuale, che sarà cruciale per l'attuazione della riforma dell'assistenza territoriale prevista dal Dm 77 e dal Pnrr, da realizzarsi entro il 30 giugno 2026. Il Sumai Assoprof sottolinea, inoltre, che il prossimo rinnovo contrattuale dovrà essere un passaggio decisivo per la costruzione di un modello multiprofessionale e multidisciplinare, valorizzando le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) della specialistica ambulatoriale e delle altre categorie professionali, sia nelle strutture hub che spoke, in coerenza con il nuovo assetto della sanità territoriale.
Leggi tutto: Sumai: "Siglata pre-intesa contratto 2022-2024 specialistica ambulatoriale"

(Adnkronos) - Per la prossima edizione di Eicma "stiamo pensando di portare questa atmosfera nella città di Milano, organizzando qualcosa il giorno prima dell'apertura del salone fieristico. Una sorta di Fuorisalone ma senza interferire nelle giornate del Salone. Il giorno prima vorremmo organizzare qualcosa per coinvolgere la città". Lo ha detto oggi il presidente di Fondazione Fiera Milano, Giovanni Bozzetti, a margine dell'inaugurazione dell'edizione 2025 di Eicma.
Il salone "rappresenta una delle manifestazioni fieristiche più importanti che abbiamo a Milano, leader nel settore delle due ruote. Vedere stand affollati di giovani dà grande gioia". Eicma, ha aggiunto, "non è solo un'esposizione di moto, ma un luogo dove si svolgono eventi che richiamano appassionati delle due ruote da tutto il mondo. So che la biglietteria ha già aumentato del 20% rispetto all'anno scorso, quindi uno straordinario successo".
Leggi tutto: Eicma 2025, Bozzetti (Ffm): "Per prossima edizione stiamo pensando a 'Fuorisalone'"

(Adnkronos) - Per le persone malate di diabete, l'alimentazione è cruciale. La scelta dei cibi e delle bevande è determinante per gestire la glicemia e mantenendo sotto controllo il livello di glucosio nel sangue. Una dieta elaborata in maniera accurata, come evidenzia Humanitas, consente di, prevenire complicanze come malattie cardiache, ipertensione, ictus oltre a permettere di controllare il livello di grassi nel sangue e evitare l'aumento del peso.
Secondo le linee indicate da Humanitas, una dieta per il diabete si basa sul consumo di tre pasti al giorno e due spuntini a orari regolari. Tale programma consente di usare meglio l’insulina che il corpo produce o riceve attraverso un farmaco. Diventa più semplice mantenere la glicemia costante.
Ovviamente, le indicazioni di un nutrizionista permettono di pianificare un'alimentazione equilibrata che tenga conto di gusti, stile di vita, abitudini e attività fisica.
Riflettori puntati sui carboidrati sani. Nel processo della digestione, gli zuccheri (carboidrati semplici) e gli amidi (carboidrati complessi) si scompongono in glucosio nel sangue per essere assorbiti. Nella categoria dei carboidrati sani rientrano frutta, verdura, cereali integrali, legumi (fagioli, piselli, lenticchie, ceci), latticini a basso contenuto di grassi, come latte e yogurt. E' opportuno evitare i carboidrati meno salutari, come dolci da forno o bevande zuccherate.
Sì anche agli alimenti ricchi di fibre, che rallentano l’assorbimento intestinale degli zuccheri, di conseguenza aiutano a controllare la glicemia. Consigliata quindi, oltre a frutta e verdure, anche la frutta secca.
Menzione speciale anche per il pesce: salmone, sgombro e sardine sono ricchi di acidi grassi omega-3, che possono prevenire le malattie cardiache. No, invece, al pesce fritto e al pesce con alti livelli di mercurio, come lo sgombro reale o il tonno.
Non tutti i grassi sono 'nemici'. Gli alimenti contenenti grassi monoinsaturi e polinsaturi possono aiutare a ridurre i livelli di colesterolo. Sì, con moderazione, all'olio extravergine di oliva, all'olio di semi di lino, all'avocado.
E' noto che il diabete aumenti il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Alcuni cibi, quindi, sono da considerare nemici a livello cardiaco. Non bisogna eccedere con il consumi di latticini ad alto contenuto di grassi, burro e proteine animali. Semaforo rosso per snack confezionati.
La gestione del colesterolo implica un consumo moderato di latticini ad alto contenuto di grassi e proteine animali, tuorli d’uovo, fegato e altre frattaglie. Moderazione anche nell'assunzione di sale, che rischia di avere effetti anche sulla pressione.
Leggi tutto: Diabete, cosa mangiare e cosa evitare a tavola: i cibi promossi e bocciati

(Adnkronos) - La Lum-Libera università mediterranea Giuseppe Degennaro, con Alessandro Galazzi, professore associato dell'ateneo, è entrata a far parte dei membri del network di ricerca europeo 'Patient Safety Related Outcome Measures in European Icus (Safe Icu)', selezionato nell’ambito del programma Cost - European Cooperation in Science and Technology. L'iniziativa - spiega la Lum in una nota - rientra tra le Cost Actions finanziate dall'Unione europea e si sviluppa nell'arco di 4 anni (2025-2029) per attività di rete, scambi formativi, workshop, pubblicazioni e sviluppo di strumenti di collaborazione internazionale. Il progetto Safe-Icu è stato valutato positivamente da revisori internazionali indipendenti che ne hanno riconosciuto l'elevata qualità scientifica, il potenziale impatto sul miglioramento delle cure intensive e la solidità del network proposto.
Il network pan-europeo, coordinato dal Royal College of Surgeons in Irlanda, coinvolge ricercatori, professionisti sanitari e rappresentanti dei pazienti provenienti da 24 Paesi (Albania, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Macedonia del Nord, Norvegia, Polonia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Turchia e Regno Unito) e punta a sviluppare un approccio condiviso e standardizzato per la misurazione di 3 indicatori di sicurezza nelle terapie intensive: le lesioni da pressione, le infezioni correlate all'assistenza e il delirium. Nonostante si tratti di eventi prevenibili, la loro incidenza rimane elevata a causa delle differenze tra i sistemi sanitari europei e delle discrepanze nelle modalità di monitoraggio e valutazione.
Recentemente - riferisce la Lum - si è svolto a Bruxelles il primo Management Committee Meeting durante il quale sono stati presentati i membri dei Paesi partecipanti e definiti i 5 gruppi di lavoro dedicati rispettivamente alla prevenzione delle lesioni da pressione, alle infezioni correlate all'assistenza, al delirium, alla formazione degli infermieri di terapia intensiva e alle strategie di policy, disseminazione e impatto. Nel primo anno di attività si prevede l'identificazione degli strumenti di misurazione affidabili, la mappatura delle pratiche cliniche esistenti e la pianificazione delle prime azioni formative e di disseminazione. Nei prossimi 4 anni la rete Safe-Icu lavorerà per creare strumenti comuni in grado di armonizzare la valutazione di questi esiti a livello internazionale, ridurre le disuguaglianze tra i sistemi sanitari e promuovere pratiche assistenziali basate su evidenze condivise. Un elemento distintivo dell'iniziativa è il coinvolgimento diretto dei pazienti e dei loro familiari nei processi di ricerca, affinché le loro esperienze e prospettive contribuiscano a orientare le strategie di miglioramento dell'assistenza. Per la Lum si tratta di un'importante opportunità di collaborazione internazionale per la crescita del sistema sanitario europeo, con l'obiettivo di garantire cure sempre più sicure, efficaci e centrate sulla persona.
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(Adnkronos) - Un operaio di 47 anni è morto oggi pomeriggio a San Martino di Venezze, in provincia di Rovigo, cadendo da un’altezza di 10 metri.
L’uomo stava facendo dei lavori di manutenzione nel capannone di una cooperativa per conto di una ditta esterna e la tragedia sarebbe avvenuta sotto gli occhi di un collega che ha dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti il Suem 118, i carabinieri della locale stazione e i tecnici dello Spisal per le indagini del caso.
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(Adnkronos) - Gli alti e bassi della sua carriera, dal successo al "periodo buio e di indifferenza generale" dopo alcuni flop, fino alla rinascita con 'Ricominciamo'. Adriano Pappalardo sarà ospite stasera nella seconda puntata di 'Belve', il programma cult di Rai2 ideato e condotto da Francesca Fagnani e giunto alla sesta stagione. Cantante, attore e personaggio televisivo, Pappalardo si mette a nudo per parlare con ironica sincerità della sua lunga carriera, di amore, sesso e tradimenti. E a Fagnani ammette di non aver ancora digerito che all’Isola dei famosi Al Bano abbia avuto un cachet più alto del suo. "A me hanno dato 30mila euro, a lui mi pare 1milione e 200mila", dice. "All’Isola gli autori cercavano un altro Pappalardo! Trovarono Al Bano, poi trovarono altri, finché l’Isola dei famosi è diventata l’Isola della spazzatura". "Non è che quando ha partecipato era un lord, ha litigato con tutti, pure con le noci di cocco!", fa notare Fagnani.
Nello studio di Belve Pappalardo parla anche delle offese rivolte alla presidente del Consiglio. "Durante una recente serata musicale ha lanciato un’invettiva contro la premier Meloni, insultandola con gesti e parolacce volgari. Perché l’ha fatto?", chiede Fagnani. "Ho fatto solo un gesto poco reverenziale e alla seconda canzone ho chiesto scusa", risponde Pappalardo. "Non solo un gesto", precisa la giornalista che insiste: "Ha detto che prima di salire sul palco qualcuno gli ha detto 'qua siamo tutti di sinistra'. È vero o se l’è inventato?". "Inventato no. Ho sentito qualcosa…".
Sketch altrettanto divertenti quando Pappalardo accenna Yesterday con il suo "inglese maccheronico". "Un suo cavallo di battaglia, ma le parole un po’ le inventa", chiede Fagnani. "Anche Battisti faceva provini cantando un falso inglese. Celentano fece Prisencolinensinainciusol", dice Pappalardo cantando il brano. Attraverso le domande di Fagnani, Pappalardo parla del suo lungo matrimonio. "Ha raccontato un suo tradimento", lo incalza la giornalista. "Stavo girando la Piovra e c’è stata una ragazza", ammette Pappalardo, che poi rivela che sua moglie gli disse di volersi vendicare con lui andando con Michele Placido. “Lei l’avrebbe sopportato?” chiede la giornalista. “Un suo tradimento? No”, la sua secca risposta. “Ha detto che per lei il sesso è al primo posto di un’unione. È ancora così?” chiede Fagnani. “Vale ancora e oggi è ancor più bello”. “Ha dichiarato di poter durare 2-3 ore consecutive”, prosegue Fagnani. “Chi l’ha detto?” si sorprende Pappalardo. “Come chi, lei!” sorride Fagnani.
Leggi tutto: Pappalardo a 'Belve': "Offese a Meloni? Chiesi scusa alla seconda canzone"
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