
“Dopo tutto il tempo trascorso senza un Piano sanitario nazionale, credo che sia giusto, in questo momento, pensarne uno che aggiorni le priorità programmatorie nazionali”. Sono le parole di Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Area sanità e sociale di Regione Veneto, in occasione della presentazione, a Roma, del report ‘La programmazione sanitaria per l’equità’, condotto da Salutequità. “Ci sono 2 elementi che hanno particolare rilevanza - afferma Annicchiarico - Il primo è la condivisione, fra ministero e Regioni, sui contenuti del Piano” perché non sia esclusivamente ‘calato dall'alto’, ma sia partecipato, in ordine ai temi che le Regioni possono aggiungere all'agenda di priorità nazionale. Questa è una condizione, a mio avviso, che rafforza lo spirito di leale collaborazione istituzionale tra Regioni e ministero. Il secondo elemento di grande rilievo, sarà quello di un Piano sanitario che non arrivi nel dettaglio”, impedendo di fatto “alle Regioni l'applicazione dello stesso, con una serie di formalismi che non tengono conto di alcune peculiarità territoriali”.
Per l’esperto è inoltre “importante che si lavori sugli standard e sui risultati, ma che si lasci uno spazio per dei modelli organizzativi che le Regioni hanno già saputo dimostrare di saper adottare in modo differenziato, per pervenire obiettivi di equità per i cittadini”.
L'incidente è avvenuto sulla strada provinciale 23...
Dopo il forfait a Napoli tutto ok per Palestra e Folorunsho...
L'assessora Manca, 'passo avanti verso la mobilità del futuro'... 
Si sono aperti a Bologna i lavori del Congresso Caract 2025 di Anestesia e rianimazione cardiotoracovascolare, organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia e terapia intensiva (Siaarti), che per due giorni riunisce oltre 450 specialisti al Best Western Plus Tower Hotel. Dopo il sold out raggiunto già nelle settimane precedenti, il congresso entra ora nel vivo con le prime sessioni dedicate allo shock cardiogeno e settico, alle nuove tecnologie di supporto extracorporeo e alle più recenti strategie di gestione perioperatoria del paziente complesso.
"Ritrovarsi in una sala così piena, sapendo che molti colleghi non hanno potuto iscriversi perché i posti erano esauriti da giorni, ci ricorda quanta responsabilità abbiamo come società scientifica" sottolinea la presidente Siaarti, Elena Bignami, che è anche direttore Uoc Anestesia e rianimazione dell’azienda ospedaliera di Parma, nel suo saluto inaugurale. "Caract - spiega - non è solo il congresso che ha riempito per primo tutte le iscrizioni in anticipo: è il luogo dove ci confrontiamo, in modo molto concreto, su come garantire a ogni paziente cardiotoracico e vascolare la migliore possibilità di cura. L’alta complessità non è più un’eccezione ma la norma, e la qualità delle decisioni che prendiamo in sala operatoria e in terapia intensiva dipende anche da momenti come questo, in cui mettiamo in discussione ciò che facciamo tutti i giorni".
La sessione di apertura è dedicata allo shock cardiogeno, con un focus particolare sull’integrazione tra vasopressori, inotropi e supporti meccanici. L’attenzione si è concentrata non solo sulla scelta dei dispositivi, ma sulla costruzione di percorsi strutturati che permettano di attivarli in tempi utili e di valutarne l’impatto sugli organi bersaglio. "Lo shock cardiogeno non è una fotografia, è un film che cambia minuto per minuto - osserva Ettore Panascia, tra i responsabili scientifici del congresso - Non esiste un protocollo valido per tutti: dobbiamo imparare a leggere in modo dinamico l’emodinamica, a usare i vasopressori in modo più selettivo, a decidere quando passare al supporto meccanico e quando invece insistere sull’ottimizzazione farmacologica. A Caract cerchiamo di mettere insieme esperienza clinica e dati più recenti proprio per costruire percorsi che abbiano senso nelle terapie intensive reali, non solo nei trial".
Nel corso della giornata si parlerà anche di shock settico, vasopressori e introduzione di nuove molecole, con un’attenzione particolare alle implicazioni sulla funzione d’organo e sulla sopravvivenza a medio termine. Il filo conduttore è quello della 'sartoria terapeutica': adattare intensità e combinazioni di farmaci e dispositivi al profilo di rischio di ciascun paziente, in dialogo costante tra intensivi, anestesisti e cardiologi. Al centro dei lavori anche la chirurgia toracica e le sue ricadute anestesiologiche. Le sessioni dedicate alle tecniche mininvasive – dalla videochirurgia alle procedure robotiche – mettono in evidenza come stia cambiando il lavoro in sala operatoria e in terapia intensiva.
"Oggi vediamo pazienti che tornano a casa più rapidamente, ma spesso arrivano da noi con un bagaglio di fragilità importante - evidenzia Cecilia Coccia del comitato scientifico del congresso - Il compito dell’anestesista non è solo 'addormentare' il paziente, ma accompagnarlo lungo un percorso che comincia con la valutazione preoperatoria, passa per tecniche loco-regionali mirate e strategie di ventilazione dedicate e arriva al post-operatorio con protocolli di recupero rapido. Il congresso ci permette di confrontare esperienze diverse e capire quali scelte, nella pratica, fanno davvero la differenza sui giorni di degenza, sulle complicanze respiratorie, sulla qualità del recupero".
Un altro asse centrale di Caract 2025 è la gestione perioperatoria integrata, in cui l’organizzazione dei percorsi ha un peso tanto quanto la scelta delle tecniche. "Parlare di alta complessità oggi significa ragionare su come è costruito l’intero percorso del paziente, non solo su come è condotto il singolo atto anestesiologico - sottolinea Domenico Massullo del comitato scientifico del congresso - La vera sfida è coordinare reparti, sale operatorie e terapie intensive in modo che la fragilità venga intercettata presto e che il rischio venga condiviso tra team diversi. Carcat è nato proprio per far emergere anche la dimensione organizzativa: come distribuiamo le risorse, come costruiamo team, come dialoghiamo con le direzioni sanitarie quando servono modelli dedicati per il paziente cardiotoracovascolare ad alto rischio".
Guardando alla giornata di domani, il congresso entrerà nel merito delle applicazioni dell’intelligenza artificiale e del monitoraggio emodinamico avanzato, con una particolare attenzione alla protezione d’organo. Le relazioni affronteranno l’uso di algoritmi predittivi per anticipare le instabilità emodinamiche, il ruolo dei diversi sistemi di monitoraggio – dall’ecocardiografia al catetere polmonare fino agli indici derivati da analisi automatizzate – e l’impatto di queste tecnologie su cervello, rene e microcircolo. "Ogni monitor ci restituisce numeri, ma il nostro compito è trasformare quei numeri in una storia clinica coerente - commenta Luigi Tritapepe, del comitato scientifico del congresso -. La personalizzazione della gestione emodinamica nasce da qui: non accontentarsi di un valore “accettabile”, ma interrogarsi su cosa significhi per quel paziente, in quel momento, alla luce della sua fragilità e del tipo di intervento. Gli strumenti di monitoraggio e le nuove tecnologie ci aiutano se li usiamo per affinare le decisioni, non per sostituirle".
Nelle stesse ore, un altro filone di lavori sarà dedicato alle tecniche di anestesia locoregionale, al Patient Blood Management e alla protezione degli organi vitali durante gli interventi maggiori. Le esperienze presentate permetteranno di discutere in modo critico l’impatto di strategie come la riduzione mirata delle trasfusioni, l’uso di test viscoelastici intraoperatori, la modulazione dei target di pressione arteriosa e il ricorso selettivo ai supporti meccanici nelle fasi più delicate del percorso chirurgico. L’obiettivo, ribadito fin dall’apertura, resta quello di ridurre il rischio di complicanze e di restituire ai pazienti una qualità di vita migliore dopo interventi ad altissima complessità.
Per Siaarti, Caract 2025 è anche un luogo di ascolto delle esigenze che arrivano dai professionisti e dai centri italiani. "Spesso la terapia intensiva e l’anestesia cardiotoracovascolare sono viste soprattutto come voci di costo - ha concluso la presidente Bignami -. Noi, con un congresso come questo, proviamo a mostrare l’altra faccia: investire in competenze, in formazione e in modelli organizzativi adeguati significa evitare complicanze, ridurre giornate di degenza, salvare vite. I messaggi che escono da Caract devono aiutarci a costruire un dialogo più forte con chi governa il sistema sanitario". Il congresso proseguirà fino a domani 5 dicembre, alternando relazioni, dibattiti e momenti di discussione di casi clinici complessi, con un costante confronto tra anestesisti, intensivisti, cardiochirurghi, chirurghi toracici e vascolari, perfusionisti e infermieri specializzati.

Disuguaglianze territoriali, sociali ed economiche che compromettono l'equità e la tempestività nell'accesso ai servizi sanitari. E' il quadro complesso e frammentato che emerge dal report 'La programmazione sanitaria per l'equità', condotto da Salutequità e presentato oggi a Roma. La mancanza di un nuovo Piano sanitario nazionale - l'ultimo risale a vent'anni fa e cioè al 2006-2008 - nonostante sia un adempimento previsto dalla legge; una proroga del Patto per la salute 2019-2021 che non affronta i problemi epidemiologico-demografici e quelli del post-pandemia, insieme alla disomogeneità dei Piani sanitari regionali dimostrano una carenza di visione strategica, unitaria e di coordinamento tra livelli istituzionali di governo del Servizio sanitario nazionale. Secondo l'Osservatorio attivato da Salutequità - informa una nota - esistono esperienze regionali e locali che si rivelano in diversi ambiti anticipatrici di risposte a bisogni diffusi in tutto il Paese e che rappresentano 'incubatori di innovazione' interessanti. Un quadro articolato e complesso su cui il Report presentato al 3° Summit di Salutequità integra quelli presentati e discussi in occasione delle edizioni precedenti - Le dieci leve per l'equità; Le leve per la sostenibilità - e fa il punto sulla programmazione sanitaria nazionale e regionale.
Nel 2024 circa una persona su 10 (9,9%) ha rinunciato a visite o esami specialistici a causa di lunghe liste d'attesa (6,8%) e difficoltà economiche (5,3%), un fenomeno in crescita rispetto al 2023 (7,5%) e al periodo pre-pandemico (6,3% nel 2019). "Della necessità di varare un nuovo Piano sanitario nazionale si parla ormai da anni - sottolinea Tonino Aceti, presidente di Salutequità - E' menzionata come una delle azioni strategiche da attuare anche negli ultimi due Atti di indirizzo del ministro della Salute, quelli relativi agli anni 2024 e 2025. Ad oggi però nessun testo è stato ancora pubblicato né trasmesso alla Conferenza delle Regioni. Ma scrivere un testo non basta. Chi sarà ad approvarlo e con quali tempistiche? - domanda Aceti - Il Parlamento o il Governo insieme alle Regioni? Verrà garantita una partecipazione di tutti gli stakeholder, a partire dalle associazioni di pazienti e cittadini? Sarà agganciato a risorse specifiche e vincolate per la sua attuazione e ad un crono-programma chiaro? Sarà oggetto di uno stringente monitoraggio?". E ancora: "Sarà un Piano sociale e sanitario o ancora una volta solo sanitario? Sarà strumento per la manutenzione ordinaria o per attuare un approccio trasformativo del Ssn? Investire nel 2026 oltre 142 miliardi di euro senza una visione chiara e lungimirante del Ssn e una vera e leale collaborazione istituzionale Stato-Regioni - ammonisce - sarebbe un'opportunità persa per ammodernare e rafforzare il nostro Ssn".
Nel dettaglio, la ricognizione sui Piani sanitari delle Regioni e Province Autonome di Salutequità mostra che: 10 Regioni hanno un Piano sanitario integrato sociosanitario; 16 hanno un Piano sanitario o sociosanitario approvato prima della pandemia; 4 sono al lavoro per l'aggiornamento: Basilicata e Piemonte sono impegnate nell'iter approvativo del loro nuovo piano regionale. L'Umbria sta lavorando all'aggiornamento del proprio Piano sanitario regionale. L'Emilia Romagna ha attivato un percorso partecipativo per la redazione del nuovo Piano sociale e sanitario regionale. Abruzzo e Puglia hanno lavorato a programmi operativi regionali (Por) 2025-2027; Calabria e Molise rispettivamente a quelli del 2022-2025 e 2023-2025. Il Molise sta lavorando al nuovo Por 2025-2027 (in consultazione pubblica). Il Friuli Venezia Giulia è l'unica Regione che provvede, per adempiere a una sua norma regionale, a un aggiornamento annuale della pianificazione sociosanitaria con legge regionale. La Pa di Trento si distingue per aver realizzato una pianificazione di più ampio respiro con durata decennale. Per la costruzione e realizzazione del Piano per la salute del Trentino ha attivato un processo partecipato. Il Piano include indicatori di esito (legati ai 5 macro-obiettivi) per il monitoraggio e la rendicontazione pubblica dell'andamento del piano.
Oltre al Piano sanitario nazionale e al Patto per la salute - prosegue Salutequità - attendono in Conferenza Stato-Regioni il nuovo Piano nazionale di governo liste d'attesa 2025-2027, il nuovo Piano pandemico 2025-2029, la proposta di proroga del Piano nazionale vaccini 2023-2025 e il Piano nazionale salute mentale 2025-2030. E' stata richiesta dal ministero della Salute la proroga del Piano nazionale della prevenzione 2020-2025, ma non è stata accolta dalle Regioni che invece hanno chiesto e trovato intesa per avviare dei tavoli di lavoro per la stesura del nuovo piano prima della sua scadenza. E' stata invece accordata la proroga dalle Regioni per il Piano nazionale contrasto antibiotico-resistenza 2022-2025 fino al 31 dicembre 2026. Dal 2023 ad oggi sono invece stati aggiornati: il nuovo Piano oncologico nazionale 2023-2027 e il Piano nazionale malattie rare, a distanza di 7 anni dai precedenti, e il Piano nazionale cronicità, dopo 9 anni, sebbene con osservazioni e rilievi da parte della Conferenza delle Regioni su finanziamenti, trasparenza nell'inclusione/esclusione delle patologie (es. psoriasi).
Tra le sfide da affrontare - sottolinea il report - emergono: longevità (i centenari italiani sono aumentati del 30% negli ultimi 10 anni), multiculturalità (una persona residente su 10 è straniera), ma con nuclei familiari sempre meno numerosi (fra poco meno di 20 anni, nel 2043, 10,7 milioni di persone vivranno sole e 6,2 milioni saranno anziani) e con più di una persona su 5 a rischio di povertà o esclusione sociale (prevalentemente al Sud). Ancora poco digitale: nel 2023 l'Italia è al ventiduesimo posto della graduatoria Eu 27, con una distanza di 20 punti percentuali dalla Spagna (66,2%) e di 14 punti percentuali dalla Francia (59,7%).
L'Italia - registra ancora il rapporto - è il quinto Paese al mondo per aspettativa di vita alla nascita (83,5 anni), ma gli anni attesi di vita in buone condizioni di salute sono solo 58,1, in calo rispetto al 2023. Le disuguaglianze territoriali sono evidenti: l'aspettativa di vita varia di circa 3 anni tra le regioni più longeve (Pa Trento, 84,7 anni) e quelle meno longeve (Campania, 81,7 anni). La mortalità è più elevata nel Mezzogiorno, soprattutto per cause cardiovascolari e diabete. Nel 2021 i tassi di mortalità evitabile (prevenibile e trattabile) sono sopra la media nazionale in Campania, seguita da Molise, Sicilia, Puglia e Lazio.
Le principali cause di morte - rileva Salutequità - sono le malattie del sistema circolatorio e i tumori. La salute del cervello rappresenta una priorità crescente: 7 milioni di persone affette da emicrania, 12 milioni con disturbi del sonno, 1,2 milioni con demenza, 800.000 con esiti di ictus e 400.000 con Parkinson e un quinto della popolazione con disturbi psichici (es. ansia, depressione). Diverse patologie non hanno riconoscimenti in atti di programmazione nazionale (es. psoriasi, cefalea, cardiomiopatie, etc.) o nei Lea, con disuguaglianze in termini di tutele sanitarie e sociali alle quali il Parlamento prova a dare risposte con proposte di legge.
La spesa sanitaria out of pocket sostenuta dalle famiglie è aumentata di circa 9 miliardi di euro tra il 2012 e il 2024, raggiungendo 41.299 miliardi di euro. Nel 2024, il 5% delle famiglie ha avuto problemi nel raggiungere tre o più servizi essenziali, compresi quelli sanitari, con differenze territoriali significative: dal 2,6% nella Pa di Bolzano all'8,9% in Campania. Otto Regioni non garantiscono i Livelli essenziali di assistenza, in particolare nell'area dell'assistenza distrettuale e nella prevenzione, aumentando le disuguaglianze nell'accesso ai servizi. Un esempio è l'ambito oncologico: le reti cliniche migliorano nel complesso, ma Calabria, Molise, Marche, Basilicata e Sardegna ancora non riescono a soddisfare la domanda interna dei pazienti e presentano mobilità sanitaria. Sette regioni ancora non hanno integrato la rete con l'attività territoriale (Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Marche, Pa Bolzano, Puglia, Sicilia, Umbria) e per questo Agenas ha elaborato le Linee di indirizzo sull'integrazione ospedale-territorio in oncologia trasmesse in Conferenza delle Regioni nel 2024 e ancora in stand-by.
Per gli screening oncologici organizzati nel 2024, 17,9 milioni di persone sono state invitate a sottoporsi agli esami, ma solo 7,3 milioni hanno aderito. I valori più bassi sono per il cancro del colon retto, unico rivolto sia alla popolazione maschile che femminile: la copertura è nettamente inferiore al valore raccomandato del 50%, attestandosi al 33,3%, con un gradiente Nord-Sud molto accentuato. Inoltre, siamo ai primi posti dell'Unione per tasso nazionale di donazione: 30,2 donatori per milione di persone (pmp), anche se con differenze marcate Nord-Sud: Toscana (49,4 donatori pmp), Emilia Romagna (45,5) e Veneto (44,7) sono le più 'generose', contrariamente a Molise 3,4; Basilicata 16,7; Campania 21,2. Migliora anche la raccolta di plasma che ha superato le 900 tonnellate, ma la domanda di immunoglobuline polivalenti è del +57% negli ultimi 10 anni e il livello di autosufficienza che abbiamo raggiunto è del 59%.
Infortunio sul lavoro ad Arborea, ferito un 57enne... 
"Per Novo Nordisk la responsabilità ambientale e sociale è un viaggio che comincia 50 anni fa, nel 1975, quando si è cominciato a parlare di agenda Esg. Oggi siamo qui per cercare di aprire un nuovo capitolo della nostra strategia di responsabilità. Vogliamo che la responsabilità ambientale, con l'obiettivo delle zero emissioni entro il 2045, sia affiancata alla responsabilità sociale. Unendo queste due cose noi cerchiamo non solo di ridurre il nostro impatto sull'ambiente, ma anche di migliorare le sperequazioni che esistono nella società". Così Alfredo Galletti, General Manager di Novo Nordisk Italia, oggi alla Camera dei deputati in occasione della presentazione di 'Circular for Kids', il progetto che trasforma materiali di recupero in kit scolastici destinati ai bambini ricoverati negli ospedali pediatrici.
Galletti ha illustrato nel dettaglio come avviene il processo di recupero e trasformazione dei materiali, sottolineandone il valore simbolico e pratico. "Nel contesto specifico, la Camera ci ha donato materiali di comunicazione in disuso come roll up e materiale di cancelleria per eventi istituzionali. Noi li prendiamo e grazie al laboratorio sociale Coloriage di Roma, che coinvolge persone in situazioni di fragilità, li trasformiamo in materiale didattico come astucci e altri oggetti, destinati ai bambini negli ospedali pediatrici", spiega.
Il General Manager di Novo Nordisk ha ricordato che l'iniziativa si inserisce in un percorso più ampio di impegno sociale e ambientale già avviato dall'azienda in Italia e nel mondo. "Non ci fermeremo qui - precisa - abbiamo molte attività già esistenti. Abbiamo parlato di 'Circular for Zero', quindi riduzione delle emissioni, di difesa e accesso più equo per tutte le persone che sono in Italia. Abbiamo dato vita, qualche mese fa, al progetto 'Vulnerabili', con cui doniamo l'insulina ai pazienti che non hanno accesso al sistema sanitario. Continueremo a rinnovare il nostro impegno anche in futuro".

La Commissione voluta da Papa Francesco sul diaconato femminile ha decretato il suo no alle diaconesse pur sottolineando che non si tratta dell’ultima parola. “Lo status quaestionis intorno alla ricerca storica e all’indagine teologica, considerati nelle loro mutue implicazioni, esclude la possibilità di procedere nella direzione dell’ammissione delle donne al diaconato inteso come grado del sacramento dell’ordine. Alla luce della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero ecclesiastico, questa valutazione è forte, sebbene essa non permetta ad oggi di formulare un giudizio definitivo, come nel caso dell’ordinazione sacerdotale”. È il risultato a cui è pervenuta la seconda Commissione presieduta dal cardinale arcivescovo emerito de L’Aquila Giuseppe Petrocchi, che su mandato di Francesco aveva appunto esaminato la possibilità di procedere con l’ordinazione delle donne diacono e che ha concluso i suoi lavori lo scorso febbraio. Lo si legge nella relazione di sette pagine che il porporato ha inviato a Leone XIV lo scorso 18 settembre e che ora viene resa pubblica per volere del Papa.
Nella relazione si riassumono i pro e i contro. I favorevoli sostengono che la tradizione cattolica e ortodossa di riservare ai soli uomini l’ordinazione diaconale (ma anche quella presbiterale ed episcopale) sembra contraddire “la condizione paritaria del maschio e della femmina come immagine di Dio”, “l’uguale dignità di entrambi i generi, basata su questo dato biblico”; la dichiarazione di fede che: “non c’è più giudeo e greco, schiavo e libero, maschio e femmina, perché tutti voi siete ‘uno’ in Cristo Gesù”; lo sviluppo sociale “che prevede un accesso paritario, per entrambi i generi, in tutte le funzioni istituzionali e operative”.
Sul versante opposto si è avanzata questa tesi: “La mascolinità di Cristo, e quindi la mascolinità di coloro che ricevono l’ordine, non è accidentale, ma è parte integrante dell’identità sacramentale, preservando l’ordine divino della salvezza in Cristo. Alterare questa realtà non sarebbe un semplice aggiustamento del ministero ma una rottura del significato nuziale della salvezza”. Questo paragrafo è stato messo ai voti e ha ottenuto 5 voti favorevoli per confermarlo con questa formulazione, mentre gli altri 5 membri hanno votato per cancellarlo.
Con 9 voti favorevoli e uno contrario è stato formulato l’auspicio che venga ampliato “l’accesso delle donne ai ministeri istituiti per il servizio della comunità assicurando così anche un adeguato riconoscimento ecclesiale alla diaconia dei battezzati, in particolare delle donne. Questo riconoscimento risulterà un segno profetico specie laddove le donne patiscono ancora situazioni di discriminazione di genere”.
Nelle conclusioni, il cardinale Petrocchi sottolinea come esista “una intensa dialettica” tra due orientamenti teologici. Il primo afferma che l’ordinazione del diacono è per il ministero e non per il sacerdozio: “questo fattore aprirebbe la via verso l’ordinazione di diaconesse”. Il secondo invece insiste “sull’unità del sacramento dell’ordine sacro, insieme al significato sponsale dei tre gradi che lo costituiscono, e respinge l’ipotesi del diaconato femminile: fa notare, inoltre, che se fosse approvata l’ammissione delle donne al primo grado dell’ordine risulterebbe inspiegabile la esclusione dagli altri”. Per questo, secondo il porporato, è indispensabile, per procedere nello studio, “un rigoroso e allargato esame critico condotto sul versante del diaconato in sé stesso, cioè sulla sua identità sacramentale e sulla sua missione ecclesiale, chiarendo alcuni aspetti strutturali e pastorali che attualmente non risultano interamente definiti”. Ci sono infatti interi Continenti nei quali il ministero diaconale è “quasi inesistente” e altri dove è operante con attività spesso “coincidenti con ruoli propri dei ministeri laicali o dei ministranti nella liturgia”.

Ai comandi dell'elicottero precipitato questa mattina a Lanzada, in provincia di Sondrio, c'era Maurizio Folini, un pilota esperto di 60 anni, molto conosciuto per avere una grande esperienza nelle operazioni di salvataggio anche sulla catena dell'Himalaya.
Il passeggero ritrovato senza vita nei pressi del punto di impatto dell'elicottero era un giovane operaio di 29 anni. Insieme a dei suoi colleghi era a bordo del velivolo per raggiungere una zona impervia che avrebbe dovuto bonificare dopo la frana avvenuta circa due settimane fa, quando circa tremila metri cubi di materiale roccioso si sono staccati da una parete travolgendo la strada che dalla località Tornadri porta a quella montana di Campo Franscia.
Secondo le prime ricostruzioni, l'elicottero si era alzato ed aveva raggiunto un punto molto vicino alla parete rocciosa, quando ha urtato un albero con il rotore[1]. L'altezza non molto elevata ha consentito al pilota di limitare il più possibile i danni. Tra le persone a bordo, una è rimasta ferita ad una mano, altri due hanno riportato ferite lievi. Tutti sono stati, però, trovati in stato di choc. Tanto che il quarto passeggero, l'operaio di 29 anni, finito fuori dall'abitacolo, è stato trovato circa un'ora dopo l'incidente dai vigili del fuoco durante una ricognizione della zona. Per il giovane non c'è stato nulla da fare, i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso sul posto.

Ai comandi dell'elicottero precipitato questa mattina a Lanzada, in provincia di Sondrio, c'era Maurizio Folini, un pilota esperto di 60 anni, molto conosciuto per avere una grande esperienza nelle operazioni di salvataggio anche sulla catena dell'Himalaya.
Il passeggero ritrovato senza vita nei pressi del punto di impatto dell'elicottero era un giovane operaio di 29 anni. Insieme a dei suoi colleghi era a bordo del velivolo per raggiungere una zona impervia che avrebbe dovuto bonificare dopo la frana avvenuta circa due settimane fa, quando circa tremila metri cubi di materiale roccioso si sono staccati da una parete travolgendo la strada che dalla località Tornadri porta a quella montana di Campo Franscia.
Secondo le prime ricostruzioni, l'elicottero si era alzato ed aveva raggiunto un punto molto vicino alla parete rocciosa, quando ha urtato un albero con il rotore[1]. L'altezza non molto elevata ha consentito al pilota di limitare il più possibile i danni. Tra le persone a bordo, una è rimasta ferita ad una mano, altri due hanno riportato ferite lievi. Tutti sono stati, però, trovati in stato di choc. Tanto che il quarto passeggero, l'operaio di 29 anni, finito fuori dall'abitacolo, è stato trovato circa un'ora dopo l'incidente dai vigili del fuoco durante una ricognizione della zona. Per il giovane non c'è stato nulla da fare, i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso sul posto.

"'Circular for Kids' è un progetto che responsabilizza le istituzioni e che il presidente della Camera ha sposato con entusiasmo. La Camera dei deputati ha aderito con piacere a questa iniziativa e farà il primo conferimento di roll up e di altro materiale che sarà trasformato in astucci e libri per i bambini ricoverati nei reparti di oncologia in Italia". Lo ha detto Giorgio Mulè (Fi), vicepresidente della Camera dei deputati, durante la conferenza 'Salute, comunità, futuro - Persone, processi, pianeta: la nuova era di Circular4Zero', organizzata oggi a Roma. Per l'occasione la Camera ha annunciato una donazione di materiali per 'Circular for Kids', il progetto di Novo Nordisk che trasforma materiali di recupero in kit scolastici per i bambini degli ospedali pediatrici. "Questa donazione è un segno di attenzione che si coniuga con l'impegno istituzionale legato a iniziative concrete che il Parlamento fa in favore dell'oncologia e della ricerca - sottolinea Mulè - Parliamo prima di tutto di prevenzione e di fare tutto il necessario per assistere nella maniera migliore chi soffre di queste patologie".
Mulè ricorda alcune delle iniziative messe in atto: "Lo scorso anno abbiamo introdotto la presenza dello psicologo nei reparti di oncologia pediatrica, un'iniziativa che dovrà essere dotata di altre risorse in questa Finanziaria. Si tratta di un impegno a 360 gradi che riguarda le malattie croniche renali, il diabete, l'obesità, tutto ciò che va prevenuto per evitare di trovarsi poi di fronte a patologie difficilmente recuperabili".

"Progetti come 'Circular for Kids' sono importantissimi per far sentire la presenza e la partecipazione delle istituzioni, ma anche del mondo sociale, all'interno degli ospedali, soprattutto nei confronti dei bambini". Così l'onorevole Vanessa Cattoi (Lega), coordinatrice dell'Intergruppo parlamentare 'Insieme per un impegno contro il cancro', intervenendo oggi a Roma alla conferenza 'Salute, comunità, futuro - Persone, processi, pianeta: la nuova era di Circular4Zero'. Per l'occasione la Camera dei deputati ha annunciato la donazione di materiali al progetto 'Circular for Kids', l'iniziativa di Novo Nordisk che trasforma materiali di comunicazione inutilizzati in kit scolastici destinati ai bambini ricoverati negli ospedali pediatrici.
Cattoi ha ricordato l'impegno dell'Intergruppo nel garantire supporto psicologico ai piccoli pazienti oncologici: "Come Intergruppo, grazie anche all'intervento del vicepresidente Mulè, ci siamo impegnati attraverso un emendamento puntuale nella passata manovra finanziaria, per cercare di sostenere il percorso psicologico dei bambini ricoverati all'interno degli ospedali". La deputata ha sottolineato il valore simbolico e concreto dell'iniziativa della Camera. "Sosteniamo fortemente il progetto 'Circular for Kids' perché, come Camera dei deputati, è fondamentale dare un messaggio di vicinanza soprattutto ai bambini, che saranno gli uomini e le donne della nostra società. Vogliamo far sentire la presenza delle istituzioni e far capire che il nostro impegno è quotidiano, non solo in questi progetti, ma anche nelle attività legislative che portiamo avanti".
Cattoi ha infine richiamato l'attenzione sul ruolo della psiconcologia nelle cure pediatriche e sulle iniziative sostenute dall'Intergruppo. "L'aspetto psicologico è fondamentale, soprattutto per la fascia di età pediatrica - rimarca - ed è per questo che abbiamo sostenuto con forza, anche attraverso il progetto 'La salute: un bene da difendere e un diritto da promuovere', tutte le misure volte a rafforzare la psiconcologia nei percorsi di cura".
A Sassari per la ricercatrice il dottorato honoris causa... 
"Il filo conduttore delle startup è ambientale e tecnologico. L’obiettivo ambientale deve permeare le nostre azioni, perché significa essere più moderni, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ma gli obiettivi di decarbonizzazione per un Paese come l'Italia sono anche opportunità, perché è un'opportunità di qualificazione. Noi siamo importanti nel mondo, essendo il quarto Paese esportatore, avendo un terzo del nostro prodotto interno lordo, quindi della nostra ricchezza italiana, legato all'esportazione. Perché facciamo i prodotti migliori, non perché facciamo i prodotti che costano meno. E questo, automaticamente, è l'innovazione, la tecnologia, la genialità di questo Paese". E' quanto ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in occasione della cerimonia di premiazione delle migliori startup italiane che hanno partecipato al bando '7 idee per cambiare l’Italia', promosso da L’Espresso.
Il ministro, durante l’evento ospitato presso la sala della Protomoteca in Campidoglio, ha poi commentato la questione controversa del costo energetico delle nuove tecnologie: “Questo aspetto non è risolvibile da un giorno all'altro. Noi siamo, purtroppo, un Paese che dipende ancora tanto dai combustibili fossili, anche se devo dire che dopo tre anni di governo noi abbiamo raggiunto un punto di equilibrio importante, che è quello di avere metà rinnovabile e metà da gas, di non avere più la produzione da carbone, tolto una piccola quantità in Sardegna, e di avere le rinnovabili che hanno raggiunto anche un punto per stare in piedi da sole senza incentivi da parte dello Stato. Questo è il grande goal che dobbiamo valorizzare e naturalmente far crescere e modernizzare. Quindi la tecnologia, la modernizzazione, l'innovazione sono il contributo che viene dato, in questo caso, all'energia, che è un veicolo di sfida per il Paese”.
Per Pichetto Fratin il tema della sicurezza è molto importante ma anche molto vasto: non solo sicurezza fisica del lavoratore ma anche sicurezza nel prezzo. “Certo, noi siamo un Paese ancora abbastanza vulnerabile ma abbiamo fatto passi avanti”.

“Ringrazio L’Espresso a supporto dell’innovazione che va fatta esprimere e va sempre ascoltata. Stiamo cercando di caratterizzare Roma come città amica dell'innovazione e per farlo occorre aiutare altri a pensare e immaginare cose che noi non siamo in grado di immaginare. Guarderemo con grande attenzione queste startup. So che sono state selezionate 300 proposte, ovviamente teniamo conto di tutti i vincitori ma anche di tutti quelli che hanno partecipato, saremo molto interessati ad aiutarli”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, durante la premiazione dei migliori progetti d’impresa italiani selezionati dal bando promosso da L’Espresso '7 idee per cambiare l’Italia'.
Alla cerimonia, ospitata presso la sala della protomoteca in Campidoglio a Roma, hanno partecipato quattordici startup finaliste, votate da una giuria composta da rappresentanti dei partner del progetto: Fortunato Costantino (direttore risorse umane, legal e corporate affairs di Q8 Italia e professore a contratto presso la European school of economics di teoria generale della sostenibilità Esg di impresa e dell’innovazione sociale), Paul Kyprianou (responsabile relazioni esterne di Gruppo Grimaldi), Gaia Dal Pozzo (investment director per Lmdv capital), Enzo Raho (Qhse & sustainability director di Renco), Alessio Boceda (co-fondatore di Startup geeks) e Alberto Luna (di Talent garden).
“Sono convinto che in questo Paese, in questa città -ha concluso con orgoglio il primo cittadino- ci sia tantissima energia per pensare al futuro. Spero che la nostra economia nazionale possa imparare anche a coltivare e sostenere idee più mondiali. Ringrazio ancora L’Espresso e tutti quanti hanno sostenuto questa iniziativa”.

“Con questa iniziativa abbiamo cercato di comunicare il cambiamento. Siamo rimasti molto stupiti dalla grande partecipazione, quasi 300 start up italiane hanno partecipato a questa iniziativa". E' quanto ha dichiarato il direttore de L’Espresso, Emilio Carelli, promotore del bando ‘7 idee per cambiare l’Italia’ al Campidoglio durante la cerimonia di premiazione dei migliori progetti italiani selezionati.
“Le startup selezionate appartengono ai settori più disparati, ma in tutte abbiamo trovato grande creatività e grande attenzione alla sostenibilità. Oggi sono presenti 14 finalisti e la giuria sceglierà 7 vincitori. Il premio prevede 40 mila euro da spendere in marketing e innovazione e L’Espresso garantirà per 7 settimane, un articolo a ciascuno di loro. Il bando ha riscosso un tale successo che a gennaio partiranno le candidature per l’anno prossimo”, ha concluso Carelli.

Il governo Meloni è compatto sul sì al decreto sulla proroga degli aiuti, a cominciare dall'invio di armi, all'Ucraina? ''Ci sarà un Consiglio dei ministri, c'è la presidente del Consiglio, Forza Italia è favorevole'', replica il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un convegno sulla giustizia civile organizzato da Forza Italia nell'auletta dei gruppi di Montecitorio.
La "posizione del governo" è "quella indicata dal presidente del Consiglio Meloni e che io condivido. Prima della fine dell'anno si approverà il testo" del decreto con l'invio di armi a Kiev, ha assicurato poi a proposito del decreto sulla proroga degli aiuti a Kiev.
Quanto alle critiche di Matteo Salvini, il vicepremier ha tagliato corto: ''Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma la politica estera è competenza del premier e del ministro degli Esteri".

Un mercato illecito sempre più digitale, frammentato e difficile da intercettare. È il quadro che emerge dall’analisi del Tavolo M.A.C.I.S.T.E. promosso dalla Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” Maciste e dedicato all’evoluzione del commercio illecito dei prodotti del tabacco e delle sigarette elettroniche in Europa e in Italia. Durante il panel “La difesa del Made in Italy attraverso la lotta all’illecito: il caso dei tabacchi”, tenutosi oggi presso la sede Coldiretti nell’ambito del convegno “Crescita sostenibile e competitività del Made in Italy: opportunità e sfide per le nostre filiere”, è stato sottolineato come le tradizionali rotte criminali si stiano integrando con nuove piattaforme di distribuzione online, generando effetti profondi su gettito fiscale, legalità, salute e occupazione.
Secondo il rapporto Maciste, nel 2024 in Europa sono state consumate 52 miliardi di sigarette illegali, per una perdita fiscale di 14,9 miliardi di euro. I dati mostrano forti squilibri territoriali, con la Francia che raggiunge quasi il 38% di consumo irregolare e i Paesi Bassi che, dopo aver optato per un aumento significativo dei prezzi, registrano un incremento di circa dieci punti percentuali in un solo anno. A questa evoluzione si aggiunge l’espansione delle cosiddette white illicit provenienti dall’Est Europa e una crescente infiltrazione nelle piattaforme e-commerce e nei canali criptati, che consentono transazioni rapide, anonime e difficilmente tracciabili.
In Italia, il mercato del tabacco combusto illecito ha un’incidenza dell’1,8%, grazie all’incessante opera di controllo e repressione attuato dalle autorità e dalle forze dell’ordine, unito ad un quadro avanzato e robusto di regole sul comparto: dati ed approcci che posizionano il nostro Paese come una best practice a livello europeo. A testimonianza dell’efficacia di tale attività, le brillanti operazioni che hanno portato alla scoperta di opifici clandestini in Lazio, Piemonte e Lombardia, spesso legati a manodopera irregolare e capaci di produrre milioni di sigarette al giorno destinate ai mercati europei più remunerativi.
Tuttavia, la ricerca Maciste evidenzia una trasformazione legata alle sigarette elettroniche che si spostano rapidamente verso canali digitali dove il controllo risulta più difficoltoso. L’illegalità in questo segmento si stima coinvolga circa un milione e mezzo di consumatori e vale 1,2 miliardi di euro, pari al 5% del mercato nazionale. Per alcune categorie, come le e-cig monouso e le capsule, il tasso di irregolarità stimata supera il 40–60%. Il danno economico complessivo per l’Italia nel 2024 derivante dalla vendita illecita di prodotti del tabacco e della nicotina viene stimato in 620 milioni di euro di imposte non riscosse e 540 milioni di fatturato sottratto alla filiera legale, con un impatto negativo diretto sull’occupazione di circa 5.100 posti di lavoro. Accanto alle implicazioni fiscali, i prodotti illegali non controllati comportano rischi per la salute e impatti sull’ambiente dovuti alle componenti elettroniche non smaltite correttamente.
Un contributo rilevante allo studio è stato fornito dal report “Illicit tobacco trade 2025”, presentato al tavolo Maciste dalla Guardia di Finanza.Il documento, nel fornire i dati aggiornati sui risultati di servizio conseguiti nel settore del contrasto al contrabbando di tabacchi e sigarette elettroniche, si focalizza su un trend criminale affermatosi in modo particolare negli ultimi due anni, ossia la tendenza delle organizzazioni criminali ad investire ingenti risorse economiche nella produzione illegale di sigarette direttamente all'interno del territorio nazionale, utilizzando opifici clandestini e manodopera irregolare.
Secondo il report, tra settembre 2024 e settembre 2025, la Guardia di Finanza ha individuato e sequestrato, in Italia, 10 opifici illegali. Si tratta di fabbriche abusive che operano 24 ore al giorno, che sono dotate di sofisticati mezzi di produzione e sorveglianza e che sono in grado di assicurare ingenti profitti in tempi contenuti alle organizzazioni criminali.
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