(Adnkronos) - Donald Trump non vuole rischiare flop in caso di intervento degli Stati Uniti nella guerra tra Israele e Iran. Il presidente, che ha già approvato i piani d'attacco, non ha ancora dato il via libera definitivo alle operazioni. Nel frattempo, ha chiesto ai militari garanzie che le bombe bunker-buster negli arsenali americani siano effettivamente in grado di distruggere i siti per l'arricchimento dell'uranio in Iran, in particolare a Fordow. Nella 'fortezza' nucleare, un sito che si sviluppa nel sottosuolo, e centrifughe e le riserve di uranio già arricchito all'83,7% (secondo l'Aiea) si trovano a una profondità di 90 metri (stime dell'intelligence israeliana): gli ordigni 'normali' non hanno chance.
La partecipazione degli Stati Uniti al conflitto, ha lasciato intendere il presidente americano che la sta vagliando in queste ore, avrebbe un senso solo con precise garanzie che le bombe GBU-57 da 13,6 tonnellate abbiano la capacità di distruggere completamente il programma nucleare iraniano e non solo di farlo slittare di alcuni anni.
A Trump, scrive il Guardian, sono state date assicurazioni: la bomba eliminerebbe Fordow, anche se a lungo si è discusso della possibilità che solo un ordigno nucleare tattico avrebbe potuto fornire tale garanzia. Il presidente, alla fine, non sembra essersi pienamente convinto. Trump, che ha comunque da subito escluso l'impiego di una testata nucleare tattica, sta ancora valutando la possibilità che la sola minaccia del coinvolgimento americano costringa l'Iran al tavolo dei negoziati.
Alcuni esponenti dell'apparato militare Usa, come la Defense Threat Reduction Agency del Pentagono (Dtra) ritengono tuttavia che la GBU-57 potrebbe solo 'ammorbidire' il terreno su cui poi lanciare una testata tattica da un bombardiere B2 per eliminare l'intero sito, scenario che il Presidente americano non è disposto a considerare. Fordow si trova incastonato in una montagna e la GBU-57 non è stata usata in una situazione paragonabile. "Non sarebbe un colpo e via", afferma l'ex vicedirettore della Dtra, il generale in pensione Randy Manner.
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(Adnkronos) - Versalis, società chimica di Eni, ha presentato oggi nello stabilimento di Mantova l’impianto demo di Hoop, la nuova tecnologia proprietaria per il riciclo chimico dei rifiuti in plastica mista. Lo rendo noto la società, specificando che attraverso questa tecnologia, complementare al riciclo meccanico, si possono trasformare i rifiuti in plastica mista in materia prima con la quale si possono realizzare nuovi prodotti plastici idonei a ogni applicazione, comprese quelle per il contatto con gli alimenti e per l’imballaggio farmaceutico.
Hoop nasce da un progetto congiunto con la società italiana di ingegneria Srs-Servizi di ricerche e sviluppo che ha consentito di sviluppare una tecnologia innovativa che raggiunge i massimi livelli di resa nel recupero di materia e un’alta flessibilità rispetto alla carica alimentata. Ciò è reso possibile grazie alla combinazione di un reattore di pirolisi ad elevate performance termiche con le competenze di Versalis nella misurazione delle proprietà dei polimeri e di ottimizzazione dei processi di produzione attraverso sistemi di Intelligenza artificiale.
Il cantiere per la costruzione dell’impianto dimostrativo della tecnologia Hoop, che occupa una superficie di circa 5.000 metri quadri all’interno dello stabilimento, è iniziato a fine ottobre 2023 e nelle fasi di costruzione ha visto coinvolte oltre 25 imprese di diverse specialità con una presenza media giornaliera di circa 70 persone. Nelle scorse settimane sono stati completati con successo i primi test di produzione.
L’impianto ha la capacità di gestire 6mila tonnellate di materia prima seconda e consentirà di validare la sua applicazione su scala industriale: nell’ambito del protocollo di intesa sul piano di trasformazione della chimica Eni-Versalis, sottoscritto lo scorso marzo con il Mimit, infatti, è prevista la realizzazione di un impianto da 40mila tonnellate, presso lo stabilimento di Priolo, in Sicilia. Lo studio di fattibilità è già stato completato ed è in elaborazione la progettazione per l’avvio dell’iter autorizzativo.
"Oggi -commenta l'amministratore delegato di Versalis, Adriano Alfani- diamo ulteriore concretezza e valore alla circolarità, una delle piattaforme su cui si basa il piano di trasformazione di Versalis e l’impianto Hoop che inauguriamo è simbolo del percorso che lo guida, utilizzando la leva dell’innovazione per trasformare il nostro business attraverso le nuove iniziative industriali basate sulla circolarità, biochimica e specializzazione, verso una maggiore sostenibilità. Obiettivi di sostenibilità che noi puntiamo a declinare in tutte le sue 3 dimensioni: ambientale, sociale ed economica".
Sc-Hoop è il nome del progetto Versalis per la realizzazione dell’impianto dimostrativo basato sulla tecnologia Hoop a Mantova, l'unico progetto italiano su larga scala che si è aggiudicato, a fronte di 239 proposte presentate e di 41 vincitori totali, il bando 2023 per l''Eu innovation fund', fondo stanziato dalla Commissione europea, dedicato a tecnologie innovative a bassa emissione di carbonio. Il brevetto è inoltre stato selezionato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy per essere esposto tra le innovazioni italiane di successo sia per la mostra tematica 'L’Italia dei Brevetti' (a Roma da novembre 2024 a marzo 2025), sia per l’esposizione nel padiglione Italia all’Expo di Osaka.
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(Adnkronos) - "La nostra industria sta continuando ad investire in modo serio e coerente nelle migliori applicazioni innovative che potranno trovare la corretta soluzione alle esigenze che vengono dal Regolamento imballaggi. Il settore delle bioplastiche biodegradabili e compostabili è un eccellenza del Made in Italy". Così Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche, in occasione del II Forum Italiano delle bioplastiche compostabili. Bianconi ha evidenziato le problematiche da risolvere, a partire dalla competitività rispetto ai prodotti che arrivano dai Paesi asiatici. "Negli ultimi 5 anni c'è stata un'accelerazione molto importante nella capacità produttiva di materiali biodegradabili e compostabili soprattutto in Cina - dice - Qui parliamo di competitività: abbiamo di fronte aziende a partecipazione statale che possono attingere ad importanti sovvenzioni pubbliche. Quindi la capacità produttiva spesso viene riversata nei nostri mercati in quantità importanti e questo fa sì che, soprattutto da fine 2022, abbiamo avuto un crollo importante dei prezzi".
Per questo "troviamo nel mercato prodotti finiti allo stesso costo che noi riusciamo ad ottenere per le materie prime. Questa è una competizione sicuramente non corretta". "Il problema della competitività dipende anche dalle normative: nel caso dei 'riutilizzabili' ci sono normative che sono assenti o inefficaci. Su questo aspetto spero di poter trovare a breve una soluzione perché è stata presentata dal Mase una notifica relativamente ad una normativa tecnica per individuare in modo certo, serio e corretto quello che effettivamente è riutilizzabile", spiega.
"Poi esistono normative che vanno a penalizzare le peculiarità della nostra filiera: aziende energivore che producono materiali biodegradabili e compostabili con elevato contenuto biobased si trovano paradossalmente a pagare degli Ets nonostante si tratti di aziende che aiutano la decarbonizzazione della nostra industria", evidenzia.
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(Adnkronos) - "Tra le frontiere più estreme e più avanzate nel trattamento della cura dei malati affetti da patologie leucemiche, linfomatose o mielomatose, indubitabilmente rientra il trattamento con le cellule Car-T. Sono già nel nostro Paese 6 prodotti approvati per uso clinico nell'adulto e uno in età pediatrica". Lo ha detto Franco Locatelli, professore e direttore del dipartimento di Oncometologia Pediatrica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma partecipando alla presentazione della Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma che si celebra il 21 giugno, promossa da Ail.
"Oggi la prospettiva assai concreta è di riuscire a traslare l'efficacia delle cellule Car-T anche alle leucemie linfoblastiche acute T e alle leucemie mieloidi acute - aggiunge Locatelli - In questa prospettiva proprio al Bambino Gesù abbiamo già trattato dei pazienti con queste patologie in un numero consistente nel contesto di studi clinici o su base di uso non ripetitivo con risultati di grandissimo interesse e di straordinaria prospettiva".
Leggi tutto: Locatelli: "Per alcune neoplasie del sangue in Italia già 7 terapie Car-T"
(Adnkronos) - "La rinuncia alle cure a causa delle liste d'attesa è in costante aumento rispetto al periodo pre-pandemia. E' una delle problematiche più importanti che i cittadini vivono ogni giorno entrando a contatto con il Servizio sanitario pubblico. L'aspetto più preoccupante è che questo incremento è particolarmente vertiginoso nell'anno 2024, stando ai dati dell'Istat, ed è un incremento che continua la sua ascesa dal momento pre-Covid. Quindi nonostante i maggiori finanziamenti, nonostante innesti di vario tipo, la rinuncia alle cure degli italiani che si rivolgono al Ssn non si arresta. Quindi è un problema sul quale noi dovremmo porre molta più attenzione rispetto a quello che stiamo facendo attualmente. Serve una risposta politica e tecnica per invertire la rotta". Lo ha detto Tonino Aceti, presidente Salutequità in occasione di un incontro promosso oggi a Roma da Salutequità dal titolo "Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea" (Livelli essenziali di assistenza), con i principali stakeholder, per richiamare l’attenzione sul fatto che la valutazione delle performance non basta, ma servono interventi tempestivi e decisivi sulle Regioni per ristabilire l’effettiva applicazione dei Lea laddove non sono garantiti.
Per Aceti "dobbiamo continuare ad investire nel Ssn. Tuttavia, investire non basta. Bisogna anche avere una visione del Ssn e tracciare l'orizzonte al quale dobbiamo guardare. Oggi - osserva - non abbiamo un Piano sanitario nazionale, non abbiamo un patto per la salute aggiornato. Quindi stiamo continuando a finanziare e ad investire sullo storico. Non abbiamo una programmazione. Non sappiamo bene dove vogliamo andare e come utilizzare al meglio le risorse che comunque non sono poche per il Servizio sanitario nazionale". E poi dobbiamo "avere un sistema di controllo dell'assistenza, quindi capire come investiamo queste risorse e quanto queste risorse fanno rientrare in termini di salute e accesso ai servizi che dobbiamo rafforzare perché l'attuale sistema nazionale di garanzia dei Lea, pur con dei miglioramenti che sono stati apportati proprio a partire dal 2024, ancora deve essere migliorato". "Continuare a rafforzare ed innovare il Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea deve essere la priorità del nostro Ssn" conclude.
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(Adnkronos) - Lmdv Hospitality Group, realtà controllata da Leonardo Maria Del Vecchio, annuncia l’apertura di Twiga Porto Cervo, in Costa Smeralda. L’operazione segna un momento di svolta per l’intero settore dell’hospitality, l’acquisizione delle mura dell’ex Billionaire di Flavio Briatore, storico locale simbolo della nightlife mediterranea degli ultimi 25 anni, sancisce non solo un passaggio generazionale, ma anche una nuova visione imprenditoriale.
"Con questa apertura, Twiga - dichiara Leonardo Maria Del Vecchio -entra nel cuore del Mediterraneo con una visione nuova. Non è solo una location: è un’idea di futuro che parte da un luogo iconico per riscrivere l’esperienza dell’estate italiana. In Sardegna portiamo un progetto che unisce cultura, cucina e intrattenimento, ma sempre con rispetto per l’anima del territorio. L’obiettivo non è occupare uno spazio, ma dare valore. Non replicare, ma evolvere. Vogliamo contribuire a riportare la Sardegna al centro delle rotte internazionali, non come una meta da attraversare, ma da sentire, rispettare e celebrare".
Con questa acquisizione strategica, Lmdv Hospitality porta per la prima volta in Sardegna il marchio Twiga, già presente con successo a Forte dei Marmi, Montecarlo e Baia Beniamin. Il debutto di Porto Cervo segna l’inizio di un nuovo ciclo di crescita per il brand, che rafforza il proprio posizionamento nel panorama internazionale dell’intrattenimento e della ristorazione d’eccellenza. Il nuovo Twiga Porto Cervo è sviluppato su due livelli e oltre 2.200 mq, concepito per offrire un’esperienza integrata che cerca di creare un’esperienza diversa da molte altre. La struttura è pensata a creare un’esperienza, dalla cena al dopocena, in linea con la filosofia 'dinner to club' che ha reso celebre Twiga. Al primo piano trova spazio Casa Fiori Chiari, bistrot mediterraneo che richiama l’atmosfera del format milanese arricchito di dinner show e live performance. Al secondo piano Vesta, ristorante di fine dining moderno ed essenziale con una vista mozzafiato. E da mezzanotte in poi, Twiga con DJ set internazionali: una colonna sonora moderna ma trasversale, capace di parlare a più generazioni.
Con questa apertura Twiga arriva in una delle destinazioni più esclusive e internazionali del Mediterraneo, dando nuova vita a uno spazio leggendario che ha segnato la storia del divertimento italiano. Twiga Porto Cervo cercherà di rappresentare l’evoluzione naturale di un marchio che da sempre coniuga divertimento e hospitality. Con questa nuova apertura, Lmdv Hospitality conferma il proprio ruolo di player di riferimento nell’industria dell’hospitality. Dopo sei mesi di grandi lavori di ristrutturazione, l’apertura di Twiga Porto Cervo è prevista per luglio 2025, con una stagione che promette performance artistiche, collaborazioni di prestigio e una regia musicale curata in ogni dettaglio. Un nuovo indirizzo destinato a diventare punto di riferimento dell’estate mediterranea, con l’inconfondibile stile Twiga.
"L’acquisto delle mura dell’ex Billionaire - dichiara Carlo Ziller, Ceo di Lmdv Hospitality - è un gesto che segna l’inizio di una nuova fase per Twiga. Prendere in mano uno spazio così carico di storia, trasformarlo e reinterpretarlo significa posizionarsi con chiarezza nel presente, ma con una visione rivolta al futuro. Porto Cervo ci offre l’occasione di elevare ulteriormente il brand, creando un punto di riferimento non solo per l’estate italiana, ma per l’intero Mediterraneo".
"La Costa Smeralda - prosegue - ha una forza visiva e simbolica straordinaria e il nostro compito non è imitarla, ma incorniciarla. L’esperienza Twiga nasce per esaltare ciò che già esiste, aggiungendo contenuto, visione e cura in ogni dettaglio. La nostra visione è quella di contribuire attivamente all’allungamento della stagione, già a partire dalla prossima estate. Vogliamo essere presenti più a lungo e in modo sempre più integrato, in sintonia con la direzione di sviluppo del territorio e con i nuovi investimenti che stanno interessando il comune di Arzachena. L’obiettivo è dare continuità e valore, allineandoci a un’idea di Costa Smeralda sempre più viva, sostenibile e internazionale".
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(Adnkronos) - "E' stato strano, quando Trump ha iniziato a parlare di Iran...". Tim Weah era tra i giocatori della Juventus che ieri, prima dell'esordio al Mondiale per club, ha fatto visita al presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca. Nello Studio Ovale, la delegazione bianconera si è trovata a fare da cornice alla conferenza stampa in cui Trump ha risposto soprattutto a domande sulla guerra tra Israele e Iran. "E' stata una sorpresa per me, ad essere sinceri. Ci hanno detto di andare e non ho avuto altra scelta", ammette Weah, uno dei due giocatori statunitensi della Juve, dopo la vittoria per 5-0 contro l'Al Ain.
"Andare alla Casa Bianca per la prima volta è un'esperienza entusiasmante, è meraviglioso. Ma io non sono interessato alla politica, non è stato così emozionante", ammette. "E' stato un po' strano, sono rimasto sorpreso. Quando" Trump "ha iniziato a parlare di politica e di Iran... Io voglio solo giocare a pallone..."
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(Adnkronos) - Un nuovo marchio collettivo di appartenenza al sistema di riciclo organico del consorzio Biorepack: una mano rivolta verso il basso che getta un torsolo di mela, simbolo della biodegradabilità e compostabilità, in un contenitore dell'umido e la scritta 'organico biorepack'. Semplice e facilmente riproducibile. A presentarlo, in occasione del II Forum Italiano delle bioplastiche compostabili, Marco Versari, presidente Biorepack. Obiettivo: "Fare in modo che chi è dentro il consorzio Biorepack si possa riconoscere in un marchio semplice".
"Questo chiarisce che ci siamo, che siamo aziende partecipi di una responsabilità che è quella di far sì che questi imballaggi chiudano il loro ciclo di riciclo nell'organico: quindi c'è il nostro nome, c'è l''organico'. Inoltre, è volontario e gratuito ed è un modo per far sì che il cittadino possa semplicemente, senza tanta fatica, capire che cos'è questo imballaggio e sapere dove metterlo. Dobbiamo far capire al cittadino che è partecipe". L'elaborazione del nuovo marchio - spiega Versari - ha visto la collaborazione di più soggetti in primis la società di consulenza Deloitte e l'agenzia Connexia.
Versari presenta i dati positivi del sistema di riciclo. "Biorepack è il primo sistema di raccolta e riciclo organico degli imballaggi compostabili" che oggi raggiunge "l'85% della popolazione". "La filiera funziona. Diamo risorse ai Comuni. Abbiamo un tasso di riciclo importante perché ci stiamo avvicinando al 60% e siamo già oltre gli obiettivi di riciclo al 2030. Questo sistema funziona", aggiunge.
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(Adnkronos) - È morta l'attrice neozelandese Marise Wipani, nota per aver recitato nella serie fantasy mitologica 'Xena: principessa guerriera'. L'annuncio è arrivato sulla sua pagina Facebook. "Marise - si legge nel post, che non rende nota la causa del decesso - è morta in pace nel giorno del suo sessantunesimo compleanno, circondata dalla famiglia e dagli amici". Poi una citazione di 'A spasso con Daisy': "Voleva solo dire: 'Ho lasciato questa vita mortale'. Addio, buona fortuna, buon Dio".
Tra i suoi lavori più noti come attrice le serie 'Soldier, Soldier', 'Rude Awakenings' e 'Hercules'. Ma il ruolo più celebre fu quello di Kanae nella serie 'Xena: principessa guerriera', nel 2001.
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