
(Adnkronos) - "Sono contento che quest’anno la nostra università abbia partecipato alla Notte Europea della Ricerca, perché questo evento apre l’università a soggetti esterni, a chi ci vuole conoscere, e dà a noi l’opportunità di far conoscere la realtà dell’UniMarconi, i nostri progetti, i laboratori e la validità della nostra ricerca. È una grande occasione di riflessione su noi stessi e di apertura verso l’esterno.” Così Andrea Ungari, direttore del dipartimento di Scienze economico-aziendali, giuridiche e politiche UniMarconi, durante la Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi a Roma.
“Nel mio intervento ho voluto affrontare il tema della Resistenza italiana, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, restituendo ai ragazzi la complessità storica di quel fenomeno, attraversato da culture politiche diverse e non privo di conflitti interni. Credo sia compito dello storico restituire questa complessità, perché parlare della Resistenza significa anche riaffermare i valori democratici, i diritti individuali e il percorso che ha portato alla nostra Carta Costituzionale, temi ancora oggi attuali e centrali per la società civile”, ha concluso Ungari.
Leggi tutto: Ricerca, Ungari (UniMarconi): "Notte Europea è occasione di apertura e confronto"

(Adnkronos) - “Sono ormai diversi anni che l’Europa, e a cascata il Ministero dell’Università e della Ricerca, ci dicono che le funzioni dell’università sono tre: la didattica, quindi formare i funzionari e i dirigenti del futuro, la ricerca e la cosiddetta terza missione, cioè dimostrare che le scoperte scientifiche possono produrre un bene sociale qui e ora. Questa iniziativa si inserisce proprio in questo quadro: aprire l’università al territorio in cui opera. E' proprio con questo spirito che abbiamo organizzato una serie di attività culturali – conferenze, una proiezione artistica, letture di poesie, visite guidate ai laboratori e infopoint – pensate non solo per studenti e alunni, ma per tutti quelli che sono interessati a conoscere i nostri programmi. Abbiamo registrato una grandissima partecipazione e siamo particolarmente orgogliosi di aver preso parte alla Notte Europea della Ricerca con un ruolo di spicco, anche grazie al fatto che l’organizzazione complessiva dell’evento è capeggiata da uno dei nostri docenti.” Lo ha detto Luca Alfieri, direttore del dipartimento di Scienze umane UniMarconi, in occasione della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici, durante la quale l’Università degli Studi Guglielmo Marconi ha aperto le porte della propria sede per un’intera serata di incontri, esplorazioni e dialoghi dedicati alla scienza, all’arte e all’innovazione.
Leggi tutto: Ricerca, Alfieri (UniMarconi): "Con Notte europea Università si apre al territorio"

(Adnkronos) - “Per UniMarconi questo progetto, e in generale tutta l’attività che stiamo svolgendo a partire dal 2015, è un’occasione per sostenere e promuovere le iniziative riguardanti la sostenibilità e tutto ciò che sta cambiando e portando a una trasformazione digitale, economica, energetica e tecnologica. Il laboratorio è nato proprio con lo scopo, in linea con il piano strategico dell’Ateneo, di sviluppare soluzioni nella trasformazione ambientale ed energetica e di mettere a disposizione degli studenti strumenti innovativi e infrastrutture digitali. Questo consente a dottorandi, ricercatori e professori di fare ricerca con tecnologie avanzate e di partecipare a bandi competitivi a livello locale, nazionale ed europeo, molti dei quali vinti proprio grazie a queste strutture.” Lo ha sottolineato Francesca Fallucchi, professore di Informatica UniMarconi, in occasione della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici - Progetto LEAF, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi a Roma.
Leggi tutto: Ricerca, Fallucchi (UniMarconi): "Innovazione e sostenibilità al centro del futuro"

(Adnkronos) - "La missione" per la delegazione italiana della Global Sumud Flotilla "continua". Lo fanno sapere gli attivisti a bordo della flotta civile internazionale diretta a Gaza che sta portando aiuti umanitari ai palestinesi.
"Smentiamo quanto è stato riportato nelle ultime ore da alcuni media italiani, secondo i quali la componente italiana ha deciso di scendere dalle barche", sottolineano gli attivisti. "La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone, di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l'attività insieme all'equipaggio di terra. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, come è stato già comunicato", proseguono gli attivisti spiegando che si tratta di una "missione complessa. Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo".
Per questi motivi, gli attivisti dichiarano "legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma. All'interno dei processi democratici dal basso deve essere centrale l'intelligenza emotiva collettiva, che permette di riconoscere, comprendere e gestire le divergenze trasformandole in energia positiva. Il sostegno a chi decide di tornare è forte tanto quanto il rinnovamento delle energie per sostenere chi rimane. Così com'è altrettanto legittima la riflessione personale e il confronto collettivo, per poi decidere insieme di andare avanti. Questo è quello che è accaduto alla maggior parte delle persone della delegazione italiana, ancora in missione a bordo".
Gli attivisti concludono, ribadendo che ridurre "la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all'ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin all'inizio l'attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale - illegale dal 2007 - di Israele a largo di Gaza, sull'assedio alla popolazione palestinese, sull'occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone. Solo all'alba di oggi - ricordano gli attivisti - almeno 44 persone sono state uccise nella Striscia, di cui 25 a Gaza City e tre mentre erano in attesa di aiuti umanitari. La delegazione italiana continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza".
Intanto la portavoce della delegazione italiana della Flotilla, Maria Elena definisce "apprezzabile la disponibilità del ministro degli Esteri Tajani a proseguire nell'interlocuzione con la delegazione italiana del Global Movement to Gaza. Auspichiamo, tuttavia, che si possa individuare rapidamente una soluzione che tenga conto tanto della gravissima emergenza umanitaria quanto della necessità di ripristinare la legalità internazionale".
Di una "missione non negoziabile" parla intanto l'attivista barese della Global Sumud Flotilla Tony La Piccirella. "Io attualmente mi trovo sulla barca Alma, la Family stanno venendo a trainarla via, il nostro piano è di partire anche oggi per Gaza, siamo pronti", dice all'Adnkronos. La Piccirella ha dovuto abbandonare la barca Family, dove si trovava il direttivo della missione, perché a causa di un guasto al motore non può più essere utilizzata. La Piccirella spiega che la situazione che ora si deve risolvere è "complicata, perché vanno smistate 30 persone tutte con ruoli diversi in altre barche, va ricercato un equilibrio anche su questo aspetto".
Quanto ai possibili incontri degli attivisti italiani con esponenti delle istituzioni, "non si tratta di trattative perché la missione non è negoziabile. Il nostro obiettivo - precisa - è interrompere il blocco navale e aprire un canale di aiuti umanitari permanente". La portavoce della delegazione Maria Elena Delia, "è tornata in Italia per spiegare perché le proposte non sono state accettate, visto che molti non capiscono che noi non siamo un partito o un'associazione. Siamo un movimento - spiega - che, tra l'altro, è anche più grande della Global Sumud Flotilla e anche senza il direttivo probabilmente la missione continuerebbe".
Nei giorni scorsi 58 europarlamentari della Sinistra, Verdi, Socialisti e Democratici e non iscritti, avevano richiesto un intervento urgente di Frontex tramite una lettera inviata alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Ma il portavoce di Frontex, Krzysztof Borowski spiega all'Adnkronos che "non siamo un'organizzazione militare, ma civile, e scortare la Global Sumud Flotilla diretta a Gaza non rientra nel nostro mandato. L'agenzia, non può, né ha le capacità per fornire protezione o scorta".
Leggi tutto: Flotilla, attivisti: "Ancora 40 italiani a bordo, la missione continua"

(Adnkronos) - "La missione" per la delegazione italiana della Global Sumud Flotilla "continua". Lo fanno sapere gli attivisti a bordo della flotta civile internazionale diretta a Gaza.
"Smentiamo quanto è stato riportato nelle ultime ore da alcuni media italiani, secondo i quali la componente italiana ha deciso di scendere dalle barche", sottolineano gli attivisti. "La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone, di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l'attività insieme all'equipaggio di terra. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, come è stato già comunicato", proseguono gli attivisti spiegando che si tratta di una "missione complessa. Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo".
Per questi motivi, gli attivisti dichiarano "legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma. All'interno dei processi democratici dal basso deve essere centrale l'intelligenza emotiva collettiva, che permette di riconoscere, comprendere e gestire le divergenze trasformandole in energia positiva. Il sostegno a chi decide di tornare è forte tanto quanto il rinnovamento delle energie per sostenere chi rimane. Così com'è altrettanto legittima la riflessione personale e il confronto collettivo, per poi decidere insieme di andare avanti. Questo è quello che è accaduto alla maggior parte delle persone della delegazione italiana, ancora in missione a bordo".
Gli attivisti concludono, ribadendo che ridurre "la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all'ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin all'inizio l'attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale - illegale dal 2007 - di Israele a largo di Gaza, sull'assedio alla popolazione palestinese, sull'occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone. Solo all'alba di oggi - ricordano gli attivisti - almeno 44 persone sono state uccise nella Striscia, di cui 25 a Gaza City e tre mentre erano in attesa di aiuti umanitari. La delegazione italiana continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza".
"Noi abbiamo detto quali sono i rischi, lo ha detto il Presidente della Repubblica, le sue parole sono inequivocabili, condivido parola per parola quello che ha detto Mattarella, è quello che gli abbiamo detto dal primo giorno, fino a che noi possiamo fare qualcosa per scongiurare rischi per i cittadini italiani lo facciamo", afferma il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Se poi entrano dentro, li assisteremo là. Noi tutto quello che possiamo fare lo facciamo ma la nave militare non gli fa la scorta, questo è l'unica cosa certa". Poi ha assicurato di essere pronto a dialogare con tutti: "La portavoce italiana Maria Elena Delia è rientrata in Italia? Se mi chiama sto qua".
E Delia definisce "apprezzabile la disponibilità del ministro degli Esteri Tajani a proseguire nell'interlocuzione con la delegazione italiana del Global Movement to Gaza. Auspichiamo, tuttavia, che si possa individuare rapidamente una soluzione che tenga conto tanto della gravissima emergenza umanitaria quanto della necessità di ripristinare la legalità internazionale".
Di una "missione non negoziabile" parla intanto l'attivista barese della Global Sumud Flotilla Tony La Piccirella. "Io attualmente mi trovo sulla barca Alma, la Family stanno venendo a trainarla via, il nostro piano è di partire anche oggi per Gaza, siamo pronti", dice all'Adnkronos. La Piccirella ha dovuto abbandonare la barca Family, dove si trovava il direttivo della missione, perché a causa di un guasto al motore non può più essere utilizzata. La Piccirella spiega che la situazione che ora si deve risolvere è "complicata, perché vanno smistate 30 persone tutte con ruoli diversi in altre barche, va ricercato un equilibrio anche su questo aspetto".
Quanto ai possibili incontri degli attivisti italiani con esponenti delle istituzioni, "non si tratta di trattative perché la missione non è negoziabile. Il nostro obiettivo - precisa - è interrompere il blocco navale e aprire un canale di aiuti umanitari permanente". La portavoce della delegazione Maria Elena Delia, "è tornata in Italia per spiegare perché le proposte non sono state accettate, visto che molti non capiscono che noi non siamo un partito o un'associazione. Siamo un movimento - spiega - che, tra l'altro, è anche più grande della Global Sumud Flotilla e anche senza il direttivo probabilmente la missione continuerebbe".
Nei giorni scorsi 58 europarlamentari della Sinistra, Verdi, Socialisti e Democratici e non iscritti, avevano richiesto un intervento urgente di Frontex tramite una lettera inviata alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Ma il portavoce di Frontex, Krzysztof Borowski spiega all'Adnkronos che "non siamo un'organizzazione militare, ma civile, e scortare la Global Sumud Flotilla diretta a Gaza non rientra nel nostro mandato. L'agenzia, non può, né ha le capacità per fornire protezione o scorta".

(Adnkronos) - L’Università degli Studi Guglielmo Marconi ha partecipato per la prima volta alla Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici 2025 – Progetto LEAF, l’iniziativa della Commissione Europea che dal 2005 porta la scienza negli spazi pubblici di tutta Europa.
Nella sede di via Paolo Emilio a Roma, UniMarconi ha aperto le porte a studenti e cittadini con un programma ricco di laboratori, conferenze, installazioni interattive e momenti di dialogo con docenti e ricercatori. L’ateneo ha intrecciato divulgazione scientifica, arte e tecnologia, offrendo un percorso accessibile a tutti.
I docenti hanno sottolineato come l’evento rappresenti un’occasione importante per rafforzare il dialogo tra università e società, rendendo la scienza un bene comune attraverso il confronto diretto con la comunità.
Leggi tutto: Ricerca, UniMarconi: successo per la prima partecipazione alla Notte Europea

(Adnkronos) - Le interferenze filorusse sulle elezioni legislative in Moldova sono arrivate anche in Italia, dove domani, domenica 28 settembre, si voterà nei 75 seggi aperti in tutto il Paese dalle sette del mattino alle nove di sera. Circolano infatti da alcuni giorni messaggi falsi sui diversi gruppi social della comunità. Come quello in cui gli autori si spacciano come 'Commissione elettorale centrale' per invitare i moldavi a recarsi a un seggio per ricevere immediatamente 500 euro in contanti per un inesistente lavoro di 'osservatore', denuncia l'ambasciatore della Moldova a Roma, Oleg Nica, in una intervista all'Adnkronos.
"In realtà, cercheranno di coinvolgere chi si presenta davvero in disordini, per perturbare le operazioni di voto". Proprio come lo scorso anno, c'erano stati, allo stesso scopo, falsi allarme bomba ai seggi di diverse città in Europa.
"Tutte le autorità di ordine pubblico in Italia sono state informate e stanno monitorando qualsiasi tentativo di intimidazione o interruzione del processo di voto. Le forze dell'ordine italiane interverranno tempestivamente, se necessario, per garantire la sicurezza del processo elettorale e per garantire il diritto di voto libero e sicuro di ogni cittadino. Esortiamo i nostri connazionali a non farsi coinvolgere in tali schemi e ad analizzarne attentamente i rischi e le conseguenze legali", ha reso noto l'ambasciata in Italia in un post pubblicato ieri sera sul suo account Facebook destinato "a coloro che cercano di reclutare persone a scopo di destabilizzazione, nonché a coloro che potrebbero essere attirati da queste truffe".
Il ministero dell’Interno - ha confermato il Viminale in una nota - "adotterà, come sempre avvenuto in simili circostanze, tutte le necessarie misure per garantire le migliori condizioni di partecipazione ai cittadini moldavi chiamati al voto in 75 seggi allestiti in Italia".
"Ora siamo pronti, siamo certi che ci sarà qualcosa anche questa volta, a opera del gruppo criminale Shor", aggiunge Nica, mentre l'ambasciata ha diffuso il post in cui si ricorda anche che "la Commissione elettorale non recluta osservatori tramite i social e non offre ricompense economiche. Tali messaggi costituiscono tentativi illegali di manipolare e interrompere il processo di voto". La narrativa dominante della propaganda filo russa, anche in Italia, è quella secondo cui i partiti filo europei trascineranno la Moldova in una guerra contro la Russia, laddove la Russia è invece il partner più affidabile.
Le pressioni in arrivo da Mosca "sono basate su una massiccia disinformazione diretta a influenzare le opinioni della diaspora, in modo più aggressivo rispetto allo scorso anno", aggiunge Nica, esprimendo comunque "ottimismo" sul voto della diaspora a queste elezioni cruciali per il Paese ma anche per l'Europa, come hanno sottolineato in molti, a partire dal Presidente dell'Ucraina Volodymir Zelensky. "Non vendiamo il nostro futuro per 500 euro", sottolinea il diplomatico, che era stato console prima a Padova, poi a Milano, infine nominato ambasciatore lo scorso anno.
La diaspora all'estero, che nel 2024 era stata importante per la vittoria di Maia Sandu alle elezioni Presidenziali e decisiva per quella del 'sì' al referendum sull'avvicinamento di Chisinau all'Unione europea, è bersaglio in questi giorni, come chi vive in Moldova, dello sforzo della rete di Ilan Shor, il tycoon rifugiato a Mosca, condannato in contumacia in Moldova a 15 anni di carcere, che coordina lo sforzo di interferenza filorussa.
Per capire l'importanza della diaspora sull'esito del voto è sufficiente ricordare che al referendum sull'Europa dello scorso anno, il 76 per cento dei moldavi in Italia aveva votato 'si' (complessivamente il 'sì' aveva vinto con il 50,46 per cento) e alle presidenziali quasi l'83 per cento aveva votato, nei 60 seggi aperti nel 2024 in Italia, per la filo europea Sandu (che aveva preso il 55 per cento dei voti complessivamente).
L'Italia è il Paese con la comunità di espatriati più grande. Ai 102mila che hanno un permesso di soggiorno, si aggiungono i 48mila moldavi che hanno ottenuto la cittadinanza italiana negli ultimi dieci anni e che comunque possono votare domani, dal momento che per farlo è sufficiente presentarsi a uno qualsiasi dei seggi ed esibire il proprio passaporto. Ci sono poi, si stima, 150mila cittadini della Moldova in Italia con passaporto rumeno. Lo scorso anno, al ballottaggio delle presidenziali hanno votato in 97mila in Italia, 330mila in totale all'estero - di fatto in Europa, a esclusione di alcune decine di persone che si sono stabilite in Canada e negli Stati Uniti. Su 1,6 milioni di aventi diritto al voto complessivi.
"Abbiamo aperto più seggi per dare la possibilità a tutti di votare, evitando le lunghe code di persone che si erano create nel 2021 per esempio a Milano, dove migliaia di persone erano rimaste in coda per tre o quattro ore.
"Il nostro Paese ha ora una opportunità di entrare in Europa, tutto il mondo conosce la Moldova, siamo riusciti a fare tanto per ottenere visibilità e in termini di sviluppo con il sostegno dell'Ue. Non voglio neanche pensare alla possibilità che si fermi tutto e cambi la direzione presa dal Paese", conclude Nica.

(Adnkronos) - Focus su sicurezza, efficienza e sostenibilità, con un deciso sguardo al futuro. Chiude i battenti segnando nuovi record la 10ª edizione del GIS Expo - Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali, l’unico evento italiano e il più grande a livello europeo dedicato agli utilizzatori di gru, piattaforme aeree, sollevatori telescopici, carrelli elevatori, macchine e attrezzature per la movimentazione industriale e portuale, logistica meccanizzata e il trasporto pesante, andato in scena dal 25 al 27 settembre 2025 nei padiglioni del Piacenza Expo. Numerosi i patrocini accordati dalle più importanti Associazioni di categoria, sia italiane che estere, e da organismi istituzionali, tra i quali il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero della Difesa, la Conferenza delle Regioni, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Liguria, Anas e il Comune di Piacenza, a testimonianza della centralità dell’iniziativa per tutto il settore. Sullo sfondo, il passaggio delle Frecce Tricolore a conferire alla manifestazione un ulteriore elemento di prestigio e riconoscimento istituzionale.
Oltre 18.000 mila le presenze registrate nell’area espositiva durante la tre giorni, con un significativo incremento rispetto all’edizione 2023, ennesima conferma che la mostra-mercato organizzata da Mediapoint & Exhibitions risulta il principale appuntamento dedicato al comparto a livello continentale. Vincente, infatti, si è rivelata una volta di più la scelta del direttore di Mediapoint & Exhibitions, Fabio Potestà, di proporre una fiera specializzata a cadenza biennale, di breve durata e con costi espositivi contenuti. Questi i numeri record segnati dal Gis 2025, dati che hanno permesso di superare anche quelli già impressionanti dell’edizione 2023: oltre 18.000 mila le presenze registrate durante la tre giorni; 495 gli espositori accreditati (+ 15% rispetto al 2023); 85 gli espositori esteri presenti, con un incremento del 44% rispetto all’edizione 2023; 100 mila metri quadrati la superficie espositiva (+ 25%); 7 i patrocini istituzionali concessi all’esposizione; 46 gli Enti e le Associazioni Sponsor della fiera; 9 gli appuntamenti tra convegni, workshop, seminari tecnici e conferenze, che hanno accompagnato la kermesse.
Il direttore di Mediapoint & Exhibitions, Fabio Potestà ha dichiarato: “Il Gis 2025 ha confermato la sua forza con numeri record: oltre 495 espositori, molti dei quali internazionali con stand di dimensioni imponenti, e una partecipazione di operatori qualificati che ha superato le attese. Anche i convegni hanno avuto un successo straordinario, affrontando i grandi temi che guidano oggi il settore – efficienza, sicurezza e sostenibilità. Questi risultati ci confermano che la strada intrapresa nel 2009, con la prima edizione del Gis, era quella giusta: oggi la manifestazione è un riferimento in Europa e, grazie a questa crescita, siamo pronti a lanciare nuovi eventi verticali dedicati all’energia, alle infrastrutture e alla logistica automatizzata, settori che rappresentano il futuro del mercato”.
La manifestazione si è inserita in un contesto particolarmente dinamico per il mercato europeo del noleggio di attrezzature per il sollevamento, che sta mostrando decisi segnali di ripresa, con interessanti prospettive di crescita. Uno scenario che, più in generale, riguarda anche il contesto economico italiano - protagonista di un nuovo slancio grazie all’attuazione delle misure del PNRR con investimenti in infrastrutture, logistica e digitalizzazione - e che funge da elemento propulsivo per il settore, rendendo ancora più cruciale il confronto tra imprese, istituzioni e operatori specializzati.
In questo contesto, il Gis 2025 si è confermato come laboratorio privilegiato di idee e prospettive, con i convegni tematici che hanno offerto spunti su noleggio, infrastrutture, innovazione e sostenibilità. Molti i contributi da parte di aziende, enti e Associazioni. Al convegno 'Prospettive di noleggio', Marco Prosperi, direttore di Assodimi-Assonolo, ha dichiarato: “Il noleggio sta vivendo un periodo di crescita: i grandi e medi operatori devono diventare consulenti per i propri clienti”. A fargli eco Andrea Lusvardi, amministratore delegato di Kiloutou Italia: “Il mercato del noleggio in Italia ha ottimi margini di crescita: un’opportunità da cogliere per le aziende più strutturate”. Nel panel 'Responsabilità nella gestione di un apparecchio di sollevamento' Luigi Monica, tecnologo del Dipartimento innovazioni tecnologiche di INAIL, ha dichiarato: “Il confine tra manutenzione e modifica di un macchinario è molto sottile, ma la modifica comporta nuove responsabilità per chi interviene. Per questo è fondamentale prestare grande attenzione e affidare tali interventi al fabbricante originario o a soggetti competenti”.
Al convegno 'Terminalismo e logistica, tra sfide energetiche, innovazioni tecnologiche e contesto geopolitico internazionale', Massimiliano Cozzani, marketing & sales senior manager di Psa Italy, ha spiegato: “Stiamo cercando di automatizzare il più possibile le aree che compongono il nostro lavoro, guardando con attenzione anche alla sostenibilità energetica”. Attilio Montalto, segretario generale dell’AdSP del Mare di Sicilia Orientale: “Le innovazioni tecnologiche sono fondamentali affinché un porto possa essere competitivo”. Nel corso della AGV Conference, Giampaolo Fresch, local business head General Industry & Agv per Stäubli Italia, ha sottolineato: “Se la robotica era il passato ed è il presente, il futuro sarà legato al mondo degli Agv”, mentre Mariangela Marconi, presidente Conpaviper, ha dichiarato: “Gli Agv funzionano al meglio solo con pavimentazioni adeguate: servono tempi e progettazione condivisa fin dall’inizio con tutti gli attori coinvolti.”
Il Gis 2025 si è confermato anche vetrina per l’innovazione industriale, con aziende protagoniste nel presentare le loro novità. Giovanni Fassi, amministratore delegato di Fassi Gru S.p.A, ha sottolineato: “Al Gis 2025 abbiamo portato tante novità, tra cui la F905, una delle gru di punta. Quest’anno abbiamo rifatto tutta la gamma pesante: gru con nuova tecnica di costruzione, nuova meccanica, elettronica e idraulica”. Alessandro Flisi, responsabile produzione Socage, ha annunciato: “Presentiamo la nuova 27D Speed, interamente rivoluzionata con un telaio monotrave alleggerito per ridurre i pesi e aumentare le prestazioni. È stata anche premiata a Little Platform proprio qui al Gis 2025”. Innovazione elettrica per Riccardo Magni, presidente di Magni Telescopic Handlers: “Presentiamo il nuovo Th3.6 elettrico, pensato per l’utilizzo indoor. È parte di un progetto che porterà altri due modelli nel 2026 e sarà disponibile con consegne nella seconda metà del prossimo anno”. Sul fronte delle gru mobili a torre, Vincenzo Abate, direttore vendite di Liebherr, ha presentato il nuovo MK 120: “Una gru progettata per un utilizzo urbano, con la peculiarità di poter effettuare interventi in due o tre posizioni nell’arco di un’unica giornata lavorativa”. Infine, Marcello Fortunato, amministratore delegato di Palfinger, ha evidenziato: “Abbiamo voluto portare la nuova linea Tec, lanciata di recente e di cui fa parte il Pt28 T. Una macchina prodotta in Germania ad altissimi standard qualitativi, disponibile sia con motore termico che elettrico, capace di arrivare a 28 metri con la sola patente B”.
Grande interesse e forti emozioni hanno inoltre suscitato i riconoscimenti assegnati per le eccellenze della filiera: gli Itala - Italian Terminal And LoGistic Awards, che hanno premiato le capacità degli operatori italiani del terminalismo portuale, intermodale e della loGistica, riconoscendone le qualità manageriali e l’importanza strategica per l’economia nazionale; gli Italplatform, i riconoscimenti all’eccellenza italiana nella costruzione di piattaforme per i lavori aerei e delle imprese che le utilizzano, valorizzandone lo sviluppo tecnologico e la professionalità e gli ILTA – Italian Lifting & Transportation Awards, che hanno dato la dovuta visibilità al lavoro delle imprese italiane e delle personalità che operano nel sollevamento con varie tipologie di gru e nei trasporti eccezionali. A contribuire al successo delle Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali, anche i molteplici momenti di festa e socialità che hanno accompagnato la fiera, a partire dall’ormai irrinunciabile “Gis by Night”, l’evento serale che ha offerto agli espositori e ai loro clienti un’opportunità di networking in un’atmosfera conviviale, arricchita da proposte eno-gastronomiche di eccellenza.
Sulla scia di questo successo, il presidente di Mediapoint & Exhibitions Potestà, in chiusura del Gis, ha già lanciato l’appuntamento per il 2026, quando Piacenza ospiterà, dal 4 al 6 febbraio, Pipeline & Gas Expo, l’unica mostra-convegno Europea interamente dedicata ai settori del mid-stream e delle reti distributive del “oil & gas”, del power generation ma anche di quelle idriche. Nel corso del prossimo anno, inoltre, sono già fissati appuntamenti di assoluto riferimento come CIC - Giornate Italiane del Calcestruzzo e degli Inerti da Costruzione e Demolizione (16-18 aprile 2026); Nuclear Power Expo (9-11 giugno 2026); Hydrogen Expo (9-11 giugno 2026); Cybsec Expo (9-11 giugno 2026) ed AGV Expo (22-24 ottobre 2026), confermando Piacenza Expo come polo fieristico di riferimento europeo per l’innovazione, l’energia e le infrastrutture.
Leggi tutto: A Piacenza Expo Gis chiude edizione da record, oltre 18.000 mila presenze
Scrivere nella bufera,alla Maddalena autori finalisti del premio... 
(Adnkronos) - Se a votare fossero gli utenti social, nel voto per le regionali nelle Marche Francesco Acquaroli avrebbe la meglio sullo sfidante Matteo Ricci, con il 52% al presidente uscente contro il 48% dell'ex sindaco di Pesaro. E' quanto emerge dall'analisi condotta da SocialCom che, con la piattaforma SocialData, ha analizzato lo scenario della Rete in vista delle elezioni di domenica e lunedì. I risultati dell'analisi - che non è un sondaggio, vietato dalla legge nei quindici giorni precedenti le elezioni - sono stati ottenuti esaminando i social e le interazioni dei due candidati a luglio e agosto, negli ultimi 30 giorni, nell’ultima settimana e nelle ultime 48 ore. E alla fine è stata fatta una proiezione social finale che vedrebbe appunto vincente Acquaroli sullo sfidante.
Il presidente della Regione che cerca la riconferma, si sottolinea, ha un bacino di follower più alto dello sfidante Ricci ma meno engagement tra gli utenti social. A luglio e agosto il favorito era Acquaroli, 53% contro il 47% del candidato di centrosinistra su cui pesava la notorietà minore e il tema dell’indagine. Da qui in poi - spiega Socialcom - c’è un sostanziale equilibrio che termina nelle ultime 48 ore.
Considerando un’analisi dell’ultimo mese Matteo Ricci sarebbe in leggerissimo vantaggio 50.4% contro il 49.6% di Acquaroli. Il sentiment del presidente è positivo al 51% In questo periodo gli utenti, uno su tre, hanno discusso maggiormente dei temi relativi alla campagna elettorale e agli interventi candidati; una persona su dieci ha invece discusso di Palestina e sanità.
Dall’ultima settimana emerge uno scenario di sostanziale pareggio ma con un vantaggio di Acquaroli: 50,5% per il candidato di centrodestra e 49,5% per quello di centrosinistra. In questo caso però il tema Palestina peserebbe di più: ne parlano due utenti su dieci. Cambia negli ultimi 7 giorni, il sentiment: per il Presidente si riduce quello positivo dal 51% al 35%, così come quello dello sfidante che passa dal 42% al 21%.
Nelle ultime 48 ore Acquaroli sarebbe il favorito al 55,1% contro il 44,9% di Ricci. In questo periodo di tempo il tema più discusso diventa la Palestina e pesa sul giudizio tanto da decretare la fine della situazione di sostanziale pareggio delle settimane precedenti. Gli utenti hanno approvato il focus del presidente Acquaroli su temi più locali. Una persona su dieci discute di campagna elettorale e del messaggio WhatsApp mandato agli elettori di centrosinistra. Sentiment positivo ridotto per entrambi: 27% e 12%. La proiezione social finale del voto vede il presidente Acquaroli al 52% e lo sfidante Ricci al 48%.
Leggi tutto: Elezioni Marche, Socialcom: Acquaroli vincente se votassero i social

(Adnkronos) - La guerra uccide e ferisce nel corpo e nell'anima. Crea traumi profondi negli adulti e ancor più nei bambini: in quelli che la subiscono in maniera diretta ma persino in quelli che assistono da lontano, una condizione che tecnicamente viene definita traumatizzazione vicaria. Agire su questi danni psicologici nei piccoli non è solo un modo per "salvaguardare la loro salute mentale futura, che può essere compromessa da un trauma non trattato", ma anche "creare e far crescere una cultura di pace, aiutando i più piccoli a gestire i conflitti in modo pacifico e rispettoso dell'altro". E, nel nostro Paese, in alcune scuole pubbliche questo tipo di iniziative da parte di psicologi "è già attivo". Lo spiega, all'Adnkronos Salute, la psicoterapeuta Isabel Fernandez in occasione del Congresso nazionale Emdr Italia, oggi e domani a Napoli, dedicato al noto approccio psicoterpautico - Eye movement desensitization and reprocessing (Emdr) - riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) come trattamento d’elezione per il disturbo da stress post traumatico.
"Partiamo dal fatto - evidenzia Fernandez, presidente dell'Associazione Emdr Italia - che anche gli adulti sono molto traumatizzati, hanno un senso di impotenza davanti al dolore, alla distruzione, alla violenza. Quindi i bambini hanno una doppia traumatizzazione perché non solo vedono quello che sta succedendo, ma vedono gli adulti preoccupati, sentono i loro commenti. Hanno due fonti di disagio. Per questo i grandi devono spiegare bene ai bambini il contesto in cui si inseriscono questi tragici avvenimenti di cui tutti siamo testimoni. E devono aiutarli ad avere un senso di sicurezza e di protezione, altrimenti i piccoli non riescono a differenziare le cose".
I bambini, infatti, "hanno sempre bisogno di un adulto che sia un mediatore a livello cognitivo, che spieghi come succedono alcune cose. E da qui si deve provare a sviluppare una cultura per la pace. Che è almeno un aspetto di speranza che può nascere da questa terribile situazione: dire alle nuove generazioni che possono anche contribuire a creare un mondo più pacifico", evidenzia Fernandez.
Ci sono già, informa, "molti colleghi psicologi che stanno facendo degli incontri nelle scuole, spiegando questo ai bambini e offrendo anche degli strumenti di stabilizzazione e di rilassamento. Strumenti che vengono appunto dalla terapia Emdr". In questo modo si può promuovere "un senso di sicurezza, di stabilità e di radicamento, rafforzando la sensazione positiva legata a una possibilità concreta di cambiamento. In più, parlando e lavorando sulle scene più brutte a cui i bambini sono stati esposti, si toglie loro tutto quel peso che vanno accumulando, quella preoccupazione quell'orrore che hanno visto. L'Emdr è utile in entrambi i casi: sia per rafforzare le sensazioni positive sia per desensibilizzare e a rielaborare le sensazioni negative che si sono stratificate", sottolinea l'esperta.
Questo approccio terapeutico, inoltre, in questo momento viene impiegato, su grandi e piccoli, negli scenari di guerra dove è possibile agire: "essendo una terapia breve, è particolarmente utile. Se viene trattato il bambino in fase acuta, bastano pochi incontri, a volte due o tre, dopo un evento molto traumatico. Il costo-beneficio è particolarmente favorevole ed è proprio per questo che viene anche utilizzato quando ci sono conflitti in atto".
Per esempio "in Ucraina abbiamo formato gli psicologi del Paese per fare Emdr. E l'ufficio dell'Oms a Kiev ha anche promosso un progetto in modo da formare gli psicologi all'Emdr per intervenire non solo adesso, nel momento acuto della guerra, ma anche dopo, quando la guerra finirà, per aiutare le prossime generazioni che saranno anche molto influenzate da tutto quello che sta succedendo adesso. In questi scenari è importantissimo poter lavorare per il trattamento dei traumi, sia per il momento contingente sia per il futuro", conclude Fernandez.

(Adnkronos) - L'Italia di pallavolo vola in finale ai Mondiali 2025. Gli azzurri hanno battuto oggi, sabato 27 settembre, la Polonia campione d'Europa nella semifinale della rassegna iridata di scena nelle Filippine, a cui la squadra del ct Fefé De Giorgi arriva da campioni in carica. L'Italia si è imposta in tre set con il punteggio di 25-21, 25-22 e 25-23 al termine di una partita estremamente combattuta. Nell'ultimo atto del torneo ora la Nazionale azzurra sfiderà la Bulgaria, che nell'altra semifinale ha sconfitto la Repubblica Ceca 3-1.
Gli azzurri sono stati incisivi fin dai primi punti, attenti in ricezione e dominanti in attacco con Michieletto e soprattutto Romanò. Giannelli gestisce al meglio le proprie opzioni offensive e il muro azzurro riesce a contenere gli attacchi di Wilfredo Leon, il più pericoloso tra i giocatori polacchi. Il primo set termina quindi 25-21 e il copione non cambia nel secondo, vinto dalla Nazionale allenata da De Giorgi 25-22. La reazione polacca arriva a inizio terzo set, ma il vantaggio dura poco. L'Italia rimonta e sorpassa, chiudendo 25-23 e volando in finale.
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(Adnkronos) - "Per costruire una reputazione editoriale servono dieci anni, per distruggerla basta un secondo". È partendo da questa consapevolezza che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, illustra la visione del governo per sostenere il settore dell'informazione, messo a dura prova dalla rivoluzione digitale e dall'avvento dell'intelligenza artificiale. Il sottosegretario, intervistato dal direttore dell'Adnkronos, Davide Desario, è stato tra i protagonisti della prima edizione del Premio Icnhos, in corso a Pula presso la Sala Bianca di Forte Village.
Il punto di partenza della riforma, spiega Barachini, è il rafforzamento del ruolo del giornalista. "La nostra riforma, ispirata dal lavoro della commissione presieduta da Sabino Cassese, parte da un presupposto: più giornalisti hai, più informazione di qualità fai. Il giornalista è il primo, vero argine alle fake news e alla diffusione di contenuti che minano il rapporto di fiducia con i cittadini". Barachini contrappone il lavoro giornalistico – fatto di verifica, ascolto di più fonti e presenza sul campo – alla fruizione superficiale delle notizie sui social media. "Se ci si sente informati scorrendo rapidamente il telefonino, dedicando in media solo 7 secondi a una notizia, si finisce per pensare che sia tutto uguale. Ma non è tutto uguale".
Il sistema editoriale, secondo il sottosegretario, è minacciato da una "concorrenza non leale" da parte dei grandi operatori internazionali. "Siamo di fronte a quella che chiamo la 'logica Amazon': gli over-the-top distribuiscono informazioni senza produrle e senza avere la nostra stessa responsabilità editoriale. Utilizzano i contenuti degli editori senza retribuirli e senza sottostare agli stessi costi, alle stesse regole fiscali e agli stessi codici deontologici".
Questa dinamica, avverte, priva gli editori delle risorse necessarie per investire nel giornalismo di qualità. La battaglia per un terreno di gioco equo per tutti, non può essere combattuta solo dall'Italia. "Abbiamo bisogno dell'Europa. Per questo siamo impegnati a livello europeo, attraverso provvedimenti come l'Ai Act, per riportare equilibrio nel sistema".
Un capitolo cruciale è quello dell'intelligenza artificiale. "Se è vero che un'eccessiva normazione può frenare l'innovazione, è anche vero che l'editoria non è un settore come gli altri", sottolinea Barachini. "Riguarda le persone, la loro capacità critica e la tenuta democratica. Non possiamo correre il rischio di non normare un campo che può condizionare l'opinione pubblica, specialmente in un'epoca di guerre ibride".
Per spiegare la necessità di regole, il sottosegretario usa una metafora di Padre Benanti: "Pensate all'introduzione dell'auto. All'inizio circolavano liberamente, poi gli incidenti hanno reso necessari i guardrail, la patente e i corsi di guida. Ecco, per l'Ia nell'informazione siamo arrivati a questo". In questo contesto, i codici di autoregolamentazione adottati da agenzie di stampa sono visti con favore, perché aiutano a costruire un rapporto di fiducia. La conclusione, dunque, è netta: "Se l'intelligenza artificiale andrà a sostituire il lavoro del giornalista, finiremo nei guai. Se invece aiuterà il giornalista a fare meglio il suo lavoro, allora sarà un'opportunità per tutti".
Riconquistare l'interesse dei giovani per l'informazione è la "sfida più grande" per il futuro del settore. "Serve una responsabilità reciproca: se i giovani non ci seguono sui canali tradizionali, dobbiamo essere capaci di andare dove è la loro attenzione, parlando il loro linguaggio e creando empatia. Dobbiamo cambiare il nostro modo di comunicare per suscitare il loro interesse", conclude.

(Adnkronos) - Nella mattina di oggi il consolato generale d'Italia a Valona è stato informato dalle autorità locali della morte per un colpo d'arma da fuoco di Edoardo Sarchi, imprenditore di 44 anni originario di Cunardo, in provincia di Varese, proprietario di una fabbrica di mattoni a Tirana. E' quanto si apprende da fonti della Farnesina. Il fatto è avvenuto nel villaggio di Salari, nei pressi della cittadina di Tepelena, situata nell'entroterra di Valona.
Fin dalla prima segnalazione l'ambasciata d'Italia a Tirana e il consolato generale a Valona sono rimasti, in stretto raccordo con la Farnesina, in contatto costante con i familiari del connazionale seguendo il caso con la massima attenzione per accertare i contorni della vicenda e prestare ogni possibile assistenza di natura consolare.
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Abilitate alla presentazione delle domande 375 sedi dell'isola... 
(Adnkronos) - Il corpo di un uomo è stato rinvenuto oggi, sabato 27 settembre, nelle acque del porto di Civitavecchia, in provincia di Roma. L'uomo, in qualità di cuoco, era membro di un equipaggio composto da tre persone, di una barca a vela.
Ieri sera i tre sono usciti insieme e al termine della cena lo chef è presumibilmente caduto in mare. Il fatto che sul corpo non siano stati riscontrati segni di violenza fa ipotizzare una morte accidentale. Ma è ancora giallo sulla dinamica dell'accaduto e sul perché nessuno abbia dato l'allarme.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza del porto sono state acquisite dalla polizia di frontiera di Civitavecchia.
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(Adnkronos) - Lutto per Emma Marrone. La cantante salentina ha salutato per l'ultima volta il nonno Leandro. Con un post condiviso sui social, Emma ha pubblicato una foto in bianco e nero del nonno paterno, a cui era molto legata. "Ciao nonno Leandro. Salutami Papà", ha scritto l'artista, rivolgendo un pensiero al suo papà, Rosario Marrone, scomparso il 4 settembre del 2022 a 66 anni a causa della leucemia.
Proprio lo scorso 4 settembre Emma ha ricordato il genitore con un toccante messaggio condiviso sui social. "Tre anni. Ci sono giorni in cui sembra siano passati 30. Altri giorni invece mi sembra di averti perso tre secondi fa. Ma io ti chiamo sempre. Io ti amo sempre. E tu sei qui. Tu sei la casa in cui abito. Ciao Ros", aveva scritto la cantante salentina, accompagnando le parole con la foto di un quadro che custodisce la scritta 'Rosario'. E come sottofondo musicale, Emma aveva scelto la canzone 'Lacrime', suo brano del 2023.
Emma e il papà Rosario avevano un rapporto speciale, custodivano un legame viscerale. Musicista anche lui, Rosario è stato una guida e una presenza costante nella vita di Emma. "Non c'è mai stato il 'non detto' nella nostra casa, gli ho sempre detto che gli volevo bene. Non c'è stato un giorno in cui non gli abbia detto 'ti amo, buonanotte papà'. Ci sentivamo sette-otto volte al giorno, sempre. Sono stata con lui fino all’ultimo, quindi non ho rimpianti. Gli ho promesso molte cose e le sto realizzando". Queste le parole della cantante dopo la morte del papà a Domenica In.
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(Adnkronos) - I minori in Sardegna non sono solo pochi per numero complessivo, ovvero il 12,7% della popolazione regionale, contro una media nazionale del 15,1%, ma sempre più spesso si trovano a vivere in condizioni di disagio e vulnerabilità.
Lo scenario delle condizioni di vita dei minori sull’Isola è per certi aspetti allarmante, come delineato dall’ultimo Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. I dati per regione”, realizzato dal Gruppo CRC, Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, composto da 100 soggetti del Terzo Settore e coordinato da Save The Children.
Il Rapporto, che riporta dati riferiti al 2022 e al 2023, segnala diverse criticità, tra le quali una diffusa povertà relativa, che coinvolge il 32,9% dei minori in Sardegna, oltre dieci punti sopra la media nazionale. Inoltre, il 41,4% dei giovani sardi con meno di 18 anni è a rischio esclusione sociale.
Il primo dato significativo del Rapporto CRC è relativo alla natalità con un tasso pari al 4,6 per mille abitanti, il più basso tra tutte le regioni italiane. Discorso simile per il numero di figli per donna che si attesta allo 0,91 contro una media nazionale dell’1,2.
A confermare una situazione demografica allarmante in Sardegna, il Rapporto segnala la scarsità di famiglie numerose: solo il 2,8% dei nuclei familiari ha 5 o più componenti, ancora una volta al di sotto della media del resto del Paese che si attesta al 4,5%.
Parallelamente, cresce il numero di famiglie monogenitoriali che rappresentano il 22,5% del totale dei nuclei, 4,7 punti percentuali oltre la media nazionale: un dato che pone la Sardegna al primo posto tra le regioni italiane.
Uno dei dati più allarmanti emersi dal rapporto CRC riguarda la povertà tra i minori sardi che raggiunge il 32,9%, rispetto al 22,8% registrato nella precedente edizione del report. Una percentuale superiore di 10,7 punti in confronto alla media delle altre regioni italiane.
Povertà in aumento, dunque, ma anche esclusione sociale. Il 41,1% dei cittadini sardi con meno di 18 è a rischio emarginazione, l’11,5% in più della media nazionale. Nello specifico, il 30,5% dei minori sardi vive in abitazioni con problemi strutturali o di umidità, mentre il 44,6% vive in condizioni di sovraffollamento abitativo.
Nonostante i dati sulla povertà relativa e abitativa, in tema di povertà educativa alcuni indicatori mostrano tendenze positive. Infatti, i giovani sardi tra 6 e 17 anni, pur frequentando meno musei e teatri rispetto ai coetanei delle altre regioni, partecipano più spesso a concerti, visitano monumenti e siti archeologici e praticano attività sportive.
Nel 2023, il 17,3% dei cittadini sardi di età tra 18 e 24 anni non ha proseguito il percorso di studi dopo aver raggiunto la licenza media. Un dato che la dice lunga sul fenomeno dell’abbandono scolastico che in Sardegna è particolarmente significativo.
Oltre all’abbandono scolastico, il Rapporto CRC rileva che in Sardegna nel 2023 il 19,6% dei giovani tra 15 e 29 anni non lavora, non studia e non segue alcun corso di formazione, il cosiddetto fenomeno dei Neet, rimanendo di fatto escluso dai percorsi di istruzione e dal mercato del lavoro.
A completare il quadro negativo, si segnalano percentuali più elevate rispetto alle altre regioni italiane con riferimento a competenze alfabetiche non adeguate che riguardano il 45,9% dei giovani sardi (38,5% a livello nazionale) e a competenze numeriche non idonee per il 58,1%, contro il 44,2% della media italiana.
Sul territorio regionale della Sardegna sono presenti 33 Centri per la famiglia, pari al 6,2% del totale nazionale. Il tasso dei minorenni in affidamento per almeno 5 notti alla settimana è pari all’1,6 per mille abitanti, leggermente superiore all’1,4 della media italiana, un dato in crescita rispetto al Rapporto CRC precedente.
Per quanto attiene ai servizi residenziali per minori, si registra un tasso del 2,7 per mille residenti, la media italiana è 2,1, anche in questo caso il dato regionale è in crescita rispetto all’ultima rilevazione. I minori accolti con disabilità, disturbi o BES rappresentano il 17% contro l’8,5% del resto del Paese.
Entrando nel dettaglio per classi di età, i minori accolti nelle comunità di accoglienza sono così ripartiti: tra 0 e 2 anni il 9,6%, tra 3 e 5 anni l’11,3%, tra 6 e 10 anni il 17,4%, tra 11 e 14 anni il 22,1%, tra 15 e 17 anni il 38,6%. Solo l’ultima fascia di età segna una quota inferiore alla media italiana.
La speranza di vita alla nascita in Sardegna nel 2023 è 82,5 anni, leggermente inferiore alla media italiana dell’83,1. Sul territorio regionale sono presenti 12 punti nascita (dato del 2022), il 58% dei quali registra meno di 500 parti l’anno. Il 100% dei parti è avvenuto in punti nascita di strutture pubbliche.
Sull’Isola nel 2022 erano presenti 152 pediatri, in diminuzione rispetto ai 187 del precedente rapporto. Di questi, oltre l’89% ha un’anzianità di specializzazione superiore ai 23 anni. Per ogni medico pediatra si registrano 1.024 bimbi, ben 31 pazienti in più rispetto al resto del Paese.
Sia il tasso di mortalità infantile che quello prenatale risultano inferiori alla media nazionale: rispettivamente 2,43 e 0,97 ogni 1.000 nati vivi, contro i valori italiani di 2,57 e 1,74. Anche altri indicatori risultano positivi. La percentuale di bimbi sovrappeso tra gli 8 e i 9 anni è del 17,4%, rispetto al 19% della media italiana, mentre la quota di bimbi obesi o gravemente obesi nella stessa fascia di età è del 6,7%, rispetto al 9,8% a livello nazionale.
Segnali positivi si registrano nell’ambito dei servizi dedicati all’infanzia. In particolare, sono cresciuti i posti disponibili nei servizi educativi raggiungendo quota 35,2 ogni 100 bimbi fino a 2 anni, un dato superiore al resto del Paese.
Tuttavia, solo il 39% dei comuni sardi dispone di servizi socioeducativi per la prima infanzia, con un deficit percentuale di oltre 25 punti nei confronti alla media italiana. Tale carenza risulta particolarmente evidente nelle aree interne e rurali dell’Isola dove il rischio di esclusione sociale è maggiore.
Dal punto di vista della spesa per i servizi socioeducativi per l’infanzia, i sardi nel 2022 hanno pagato una quota del 23% rispetto al 18,1% della media italiana. Della spesa complessiva, la quota pagata dai comuni sardi per ogni utente è 3.519 euro mentre la quota media pagata da ogni cittadino è 1.053 euro.
I dati completi del Rapporto CRC sono stati presentati in Consiglio regionale dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Sardegna, Carla Puligheddu e dal Presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, durante un evento organizzato in collaborazione con la Uisp e il CSI Sardegna.
Nel corso del suo intervento, il Presidente Comandini ha sottolineato la necessità di ripartire dai diritti dell’infanzia e delle famiglie per contrastare fenomeni come la denatalità e lo spopolamento che contrassegnano lo scenario sociodemografico dell’Isola, anche affrontando il tema dell’accoglienza di coloro che vengono da altri Paesi.
La Garante per l’infanzia e l’adolescenza, dopo aver citato i dati preoccupanti sulla povertà e sullo stato di disagio delle famiglie, dei minori e degli adolescenti, ha ricordato nuovi interessanti progetti, quali la nascita della Consulta G.A.I.A. (Giovani, Ascolto, Infanzia, Adolescenza). Composta da 20 giovani dai 12 ai 17 anni, la Consulta intende promuovere la partecipazione di ragazzi e ragazze nei processi decisionali che riguardano i giovani, in linea con la Convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Leggi tutto: Sardegna: minori, aumenta il rischio povertà ed esclusione

(Adnkronos) - Jannik Sinner ha battuto Terence Atmane negli ottavi dell'Atp 500 di Pechino. Oggi, sabato 27 settembre, il tennista azzurro si è imposto sul francese in tre set con il punteggio di 6-4, 5-7, 6-0, raggiungendo così i quarti di finale dell'Atp 500. Al termine del match, direttamente dal cemento cinese, Sinner ha analizzato la partita soffermandosi sulla variazioni portate in campo, dalle palle corte fino al servizio.
"Ho provato a giocare qualche serve & volley e non solo. A volte ha funzionato benissimo, altre no. Devo ancora trovare il colpo giusto per riuscire a essere efficace, a volte forzo un po' il colpo e non aspetto quello giusto", ha detto Sinner, "penso però che più cose cerco di aggiungere ora, più spero che tra un paio di mesi arriveranno risultati positivi".
"Sto cercando di lottare il più possibile, vincere tutte le partite che riesco. Essere di nuovo ai quarti di questo torneo significa molto per me. Vedremo cosa succederà al prossimo turno, non vedo l'ora di tornare in campo", ha concluso Sinner, che a Pechino arriva per difendere la finale conquistata lo scorso anno, quando fu battuto da Carlos Alcaraz.
Leggi tutto: Sinner: "Provo a variare gioco, ma non sempre riesco. Vedrete tra qualche mese..."
Rotte Sonore trascinate dal ritmo americano...
Sequestrato pesce non tracciato, mancato rispetto norme Haccp... 
(Adnkronos) - Un incontro di lavoro al Centro Studi Americani, organizzato da Meta e Adnkronos, ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle imprese per discutere del futuro della regolazione tecnologica in Europa. E' stata l’occasione per affrontare in modo franco le sfide legate a intelligenza artificiale, sostenibilità ambientale e competitività industriale. Il dibattito si è sviluppato intorno a un nodo centrale: come coniugare innovazione e regole senza che l’eccesso normativo finisca per frenare lo sviluppo di tecnologie cruciali per l’Europa, dal cloud al calcolo quantistico, fino alla cybersicurezza. È emersa la necessità di ripensare i meccanismi legislativi, prendendo spunto dall’esperienza dello “Stop the Clock” già applicata in ambito ambientale, e valutando nuovi pacchetti “omnibus” in grado di semplificare e armonizzare la cornice normativa.
Particolare attenzione è stata posta al tema delle infrastrutture digitali: i data center in Italia crescono ma restano concentrati soprattutto nel Nord, con rischi per la sicurezza e squilibri territoriali. L’espansione di queste strutture, insieme allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e del quantum computing, comporterà un aumento consistente della domanda energetica, che solleva interrogativi su fonti e sostenibilità, spingendo a discutere anche di nucleare di nuova generazione.
Il confronto ha toccato inoltre il piano geopolitico, con l’Europa chiamata a bilanciare la propria spinta regolatoria con la velocità dell’innovazione e la competizione internazionale, soprattutto con Stati Uniti e Cina. È stato sottolineato come la frammentazione normativa a livello locale e nazionale possa rallentare la transizione digitale, mentre un approccio più omogeneo e pragmatico faciliterebbe gli investimenti e l’adozione di nuove tecnologie.
Grande spazio è stato riservato alle piccole e medie imprese, considerate il cuore del tessuto produttivo europeo ma ancora indietro nei processi di digitalizzazione. La sfida sarà renderle protagoniste, accompagnandole con strumenti concreti e accessibili, affinché possano trarre vantaggio dall’intelligenza artificiale non solo in termini di produttività, ma anche di resilienza e sicurezza.
Dal dibattito è infine emersa una riflessione culturale: l’Europa rischia di perdere terreno non solo sul piano degli investimenti, ma anche nella capacità di formare competenze adeguate. Diritto, tecnologia, management e scienze devono dialogare di più, perché la regolazione efficace non può prescindere da un approccio multidisciplinare.
In conclusione, la serata ha confermato un punto di fondo: l’innovazione non si ferma e l’Europa dovrà trovare un equilibrio tra tutela dei diritti, rapidità legislativa e capacità di competere in un contesto globale sempre più accelerato.
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