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"Zanzara è l'animale più pericoloso del mondo": ecco perché

25 Luglio 2025
Zanzara (Fotogramma)

(Adnkronos) - Zanzare primo killer sul pianeta. Piccole, a volte invisibili, "sono considerate gli animali più pericolosi al mondo. Ogni anno milioni di persone si ammalano a causa delle infezioni trasmesse da questi insetti", dalla malaria alla Dengue, dalla febbre gialla a Zika e Chikungunya, fino al virus West Nile che in queste settimane torna a spaventare l'Italia. 'Dottore, ma è vero che...?, la rubrica anti-fake news della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, rispolvera l''etichetta' attribuita da più parti alle zanzare e sostenuta dai dati: "Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), le zanzare sono responsabili di oltre 700mila morti all'anno (più di 1 milione secondo altre stime), superando di gran lunga altri animali per letalità". Per fare un confronto, stando a dati pubblicati dal sito tedesco Statista, "i serpenti causano circa 100mila morti all'anno, i cani circa 35mila (principalmente a causa della rabbia), le lumache circa 20mila, gli squali circa 10". 

"I motivi per cui le zanzare sono un pericolo molto più significativo per la salute umana sono diversi. Innanzitutto - analizzano gli esperti - sono diffuse in quasi tutti i climi, a eccezione delle zone polari, e si riproducono con grande rapidità. Anche un piccolo specchio d'acqua stagnante può diventare un habitat ideale per la loro proliferazione. Inoltre, hanno un ciclo di vita breve, ma altamente efficace": le zanzare femmine "si nutrono di sangue per deporre le uova e possono pungere più ospiti nello stesso giorno, aumentando la diffusione delle malattie. Un altro fattore che le rende pericolose è che molte delle infezioni che trasmettono, come la Dengue, Zika", ma anche la stessa West Nile, "non hanno cure specifiche e possono portare a gravi complicazioni".  

Che rischi ci sono in Italia? Se nel nostro Paese "le zanzare non trasmettono la malaria, debellata negli anni '50 - ricordano i medici - sono presenti specie come la zanzara tigre (Aedes albopictus)", diurna, "che può trasmettere virus come Chikungunya, Dengue e Zika", e c'è "West Nile trasmesso principalmente dalle zanzare del tipo Culex". Quelle comuni, notturne. "Anche in Italia, quindi, la diffusione di malattie trasmesse da zanzare è un problema da non sottovalutare, che richiede un impegno costante nella prevenzione e nel controllo delle popolazioni di questi insetti", raccomandano gli esperti.  

Come possiamo proteggerci? "Per ridurre il rischio di punture e di trasmissione di malattie, l'Oms e i Centers for Disease Control and Prevention statunitensi consigliano alcune misure di prevenzione. L'uso di repellenti per insetti contenenti Deet, icaridina o IR3535 è una delle strategie più efficaci" a livello generale, con la precauzione di non usare alcun prodotto, ma solo protezioni fisiche, nei bimbi fino a 6 mesi d'età, seguendo successivamente le indicazioni specifiche per i vari repellenti. "Indossare abiti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, specialmente all'alba e al tramonto, aiuta a ridurre il rischio di punture", proseguono i medici. "E' consigliabile, inoltre, utilizzare zanzariere sulle finestre e intorno ai letti, soprattutto nelle aree ad alto rischio. Eliminare l'acqua stagnante nei sottovasi, nei tombini e in altri contenitori all'aperto è poi essenziale per impedire la riproduzione delle zanzare". Infine, "per alcune malattie è disponibile un vaccino efficace che può offrire una protezione aggiuntiva". 

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Università, Sassari al 4/o posto nella classifica Censis

25 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAMariotti, 1/o posto Medicina veterinaria risultato straordinario...

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Dermatite bovina, Consiglio Stato blocca abbattimenti Sardegna

25 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATARicorso di un allevatore, Il Tar deciderà sulla sospensiva...

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Caso Garlasco, perizia consulenti Stasi: "Impronta 33 è di Sempio ed è intrisa di sangue e sudore"

25 Luglio 2025
Andrea Sempio - Fotogramma / Ipa

(Adnkronos) - L’impronta trovata accanto al cadavere di Chiara Poggi, nota come 'impronta 33', è attribuibile ad Andrea Sempio e sarebbe intrisa di sudore e sangue. Sui social del Tg1 le conclusioni della consulenza della difesa di Alberto Stasi, sebbene il test - eseguito dal Ris di Parma nel 2007 - che rileva la presenza di materiale ematico (Obti test) abbia dato esito negativo. 

Secondo i consulenti del detenuto a Bollate, l'impronta palmare destra trovata sulla scala della villetta di via Pascoli a Garlasco, si legge nella relazione, non è un'impronta occasionale compatibile con una normale discesa per le scale, ma un contatto palmare intenso di chi appoggia tutto il proprio peso sul muro. Per la parte dattiloscopica, per i tecnici della difesa Stasi, c’è piena convergenza con le conclusioni dei consulenti della Procura di Pavia, il capo della dattiloscopia del Ris e il consulente esterno. 

L'avvocata Angela Taccia che insieme al collega Massimo Lovati difende Andrea Sempio ha affermato all'Adnkronos: "Siamo giunti a conoscenza del deposito della consulenza da parte della difesa Stasi, ancora una volta dai media. Nessun timore, è una consulenza di parte che ha il medesimo valore della nostra stessa consulenza. Niente è stato accertato. Siamo fiduciosi che la verità su Andrea Sempio verrà a galla, prima o poi". 

Andrea Sempio è indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, in concorso con altri o con Alberto Stasi, l'allora fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per aver ucciso la ventiseienne.  

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Startup, L’esperto: "90% fallisce entro 5 anni, non mancano idee, ma metodo e risorse"

25 Luglio 2025
Startup, L’esperto:

(Adnkronos) - Il 90% delle startup fallisce entro cinque anni, come spiega Startup Genome. Quindi, in Italia, solo il 10% sopravvive. E no, non è per mancanza di creatività. E’ per assenza di metodo, di competenze reali e di una cultura d’impresa all’altezza delle sfide attuali. A mancare, in molti casi, non è l’innovazione, ma la capacità di trasformarla in un’impresa economicamente sostenibile. i 

“Una startup non è una scommessa: è una macchina complessa da far funzionare, ogni giorno, con lucidità e pragmatismo”, spiega all’Adnkronos/Labitalia Nicola Zanetti, fondatore di B-PlanNow, autore del libro Startup Fundamentals e protagonista dell’ecosistema europeo tra InnovUp, Italian Tech Alliance, Bulgarian Venture Capital Association e Besco. “Oggi - afferma - fare impresa significa saper governare l’incertezza. Chi guida una startup deve essere un manager della complessità, capace di leggere i mercati in movimento, anticipare i cambiamenti e formarsi costantemente - in verticale (sul proprio settore) e in orizzontale (su strategia, execution, marketing, finanza). La differenza tra chi scala e chi si arena si gioca qui: nella capacità di prendere decisioni rapide, informate e adattive. E serve una preparazione che non si improvvisa”. 

Negli ultimi quindici anni Zanetti ha lavorato con centinaia di team in fase pre-seed e seed tra Italia ed Europa dell’Est, divulgando i temi legati all’imprenditorialità anche nel suo blog, seguito da oltre 10.000 lettori ogni mese. 

“Fare impresa - avverte - non è un atto creativo fine a sé stesso, ma un processo decisionale continuo che deve poggiare su basi solide: dati, metriche, insight quantitativi e qualitativi. E’ finita l’era delle scelte ‘di pancia’. Oggi, chi non sa leggere il contesto, analizzare il comportamento del cliente, comprendere i pattern di acquisto e monitorare in tempo reale le performance delle proprie azioni è semplicemente tagliato fuori. L’imprenditoria moderna vive di analisi predittiva”. 

Secondo la sua analisi, il motivo principale per cui molte startup non superano nemmeno il primo anno è, infatti, la mancanza di competenze manageriali trasversali: pianificazione strategica, gestione finanziaria, organizzazione del lavoro e visione operativa. 

“L’errore più comune - continua - tra chi si affaccia al mondo dell’imprenditoria e in particolare delle startup è credere che un’intuizione brillante sia sufficiente per costruire un business di successo. Ma la realtà è molto diversa. Un’idea, per quanto affascinante, senza numeri resta un’opinione. E oggi, nel mercato attuale, le opinioni non bastano più. Ai primi posti tra le cause di fallimento ci sono l’esaurimento dei fondi, l’assenza di un mercato effettivo, business model fragili, problemi di pricing e difficoltà interne al team. Tutti elementi che derivano da una preparazione insufficiente su come guidare un’impresa, più che da una carenza di idee”. 

“L’Italia - sottolinea - è piena di energie imprenditoriali, ma manca una rete solida e continua che accompagni le startup nei primi mille giorni, quando la sopravvivenza si gioca su pochi margini”. 

Dall’esperienza sul campo, Zanetti ha anche individuato cinque errori ricorrenti che accomunano molte startup che non riescono a crescere: 1) non validare il bisogno di mercato prima di costruire il prodotto; 2) non avere un business model chiaro e innovativo fin dall’inizio; 3) comunicare in modo vago, senza un posizionamento nitido; 4) cercare fondi troppo presto, senza numeri né strategia; 5) affrontare tutto da soli, senza mentor né visione esterna. 

“Una buona idea - fa notare - non è automaticamente un buon business. Senza validazione, il rischio è costruire un castello nel deserto. E la raccolta fondi non è un punto di partenza, è un punto d’arrivo”. Per rispondere a queste criticità, Zanetti ha sviluppato il metodo ScaleUp, un approccio operativo articolato in sei fasi: modello di business, validazione, posizionamento, go-to-market, modello economico e kpi, fundraising. 

Un percorso non standardizzato, ma modellato su contesto reale, risorse e mercato. “Ogni progetto - sottolinea - ha bisogno di strumenti concreti ad hoc per decidere meglio. E farlo subito E in un contesto in cui le risorse economiche scarseggiano proprio nei momenti più delicati e in cui la narrazione sulle startup è spesso più ottimistica che realistica, la vera sfida per l’Italia è aiutare chi ha idee a renderle resistenti nel tempo. La priorità oggi non è moltiplicare le startup, ma fare in modo che quelle che esistono diventino aziende vere. Fare impresa oggi è - o dovrebbe essere - una scienza applicata. Ogni mossa può (e deve) essere validata. Ogni strategia può essere testata. Ogni investimento può essere ottimizzato. Questo non significa togliere spazio alla creatività, ma incanalarla dentro un processo strutturato, misurabile e replicabile. Il mio obiettivo è sempre stato creare scaleup profittevoli e non unicorni da vetrina, capaci di stare sul mercato per anni, e far crescere il capitale dei soci e degli investitori”. 

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Incendi Sardegna, evacuata casa e agrumeti in fumo a Villacidro

25 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAIncendio invade ferrovia a Serramanna, stop ai treni...

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Piastri, super pole sprint a Spa. Leclerc quarto, male Hamilton

25 Luglio 2025
Oscar Piastri - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Oscar Piastri conquista la pole position per la gara sprint del Gp del Belgio di F1. L'australiano della McLaren gira in 1'40"510, nuovo record della pista, precedendo l'olandese della Red Bull Max Verstappen (1'40"987), il compagno di squadra Lando Norris (1'41"128) e il monegasco della Ferrari Charles Leclerc (1'41"278). Fuori nel Q1 l'inglese Lewis Hamilton con l'altra Rossa e l'italiano Kimi Antonelli su Mercedes, che partiranno rispettivamente in 18/a e 20/a posizione. 

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Sanità, Lazio: Marilab nuovo official medical partner di Ostiamare

25 Luglio 2025
Sanità, Lazio: Marilab nuovo official medical partner di Ostiamare

(Adnkronos) - La società sportiva Ostiamare ha stretto una partnership strategica con Marilab, che assume il ruolo di Official Medical Partner del Club. Il polo sanitario - informa una nota - sarà anche Main Training Partner della prima squadra, rafforzando un progetto condiviso che pone al centro la salute, il benessere e lo sport come strumenti di coesione sociale, sviluppo territoriale e promozione culturale. La collaborazione con Marilab – realtà leader nel settore della diagnostica e della medicina specialistica, presente capillarmente sul territorio romano e con una forte vocazione all’innovazione e all’accessibilità dei servizi sanitari – rappresenta un passo decisivo nella crescita professionale e organizzativa dell’Ostiamare. 

La partnership - si legge nella nota - si inserisce in un progetto sportivo guidato da Daniele De Rossi, volto a consolidare l’Ostiamare come modello di eccellenza, non solo sul campo ma anche nella qualità dei servizi, nella formazione dei talenti e nell’impegno verso il benessere collettivo. "Abbiamo fortemente voluto questa partnership con Marilab - dichiara Luca Beccaceci, Ceo dell’Ostiamare - perché rappresenta un passo avanti nel nostro percorso di costruzione di un Club moderno, competitivo e consapevole del proprio ruolo sociale. La salute è il primo vero allenamento di un atleta, e la presenza di un partner autorevole e strutturato come Marilab è un valore aggiunto straordinario". 

Soddisfatto anche Luca Marino, Ceo di Marilab: "Siamo felici di mettere a disposizione il nostro know-how e le nostre strutture per un Club che incarna valori sani e visione a lungo termine. Con Ostiamare condividiamo un’identità fatta di serietà, ambizione e centralità della persona. Questa collaborazione - conclude - ci permetterà di portare ancora più valore al mondo dello sport". 

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Revenge Porn, Mauro Icardi denuncia Wanda Nara per aver diffuso un suo video intimo

25 Luglio 2025
Mauro Icardi con Eugenia Suarez; Wanda Nara - Instagram

(Adnkronos) - Secondo quanto risulta all'Adnkronos, il calciatore Mauro Icardi ha dato mandato ai suoi legali italiani Raffaele Rigitano, Valeria De Vellis e Salvatore Pino per avviare “tutte le azioni necessarie” a perseguire penalmente quella che definisce una grave condotta di revenge porn della quale sostiene di essere stato vittima da parte della moglie Wanda Nara.  

Icardi ha appreso “con sconcerto” che un suo video intimo, condiviso in maniera riservata ed esclusiva con la moglie all’epoca della loro relazione coniugale, sarebbe stato diffuso online “con l’obiettivo di diffamare” lui e di turbare il rapporto con l’attuale compagna Eugenia Suarez. 

Il calciatore afferma inoltre che, dopo quella che considera un'indebita sottrazione delle figlie minori — per la quale Wanda Nara è stata denunciata alla Procura di Milano lo scorso anno — si trova ora a subire “una nuova offesa” alla quale intende reagire “in tutte le sedi competenti”.  

Le insinuazioni della modella Natasha Rey, la replica di Icardi  

Nei giorni scorsi il nome di Icardi era tornato al centro del gossip per le accuse della modella uruguaiana Natasha Rey, che ha sostenuto pubblicamente di aver ricevuto dall’attaccante del Galatasaray messaggi e contenuti compromettenti. Le sue dichiarazioni – “Non si mandano foto, sai perché? Perché quelle foto sono le prove che un giorno ti distruggeranno. Presto mostrerò il tuo mini pene... Che China controlli il suo ragazzo!” – hanno generato immediata eco mediatica, con un riferimento alla relazione tra il calciatore e l’attuale compagna Eugenia "China" Suarez.  

Icardi ha replicato via social definendo incredibile la versione della modella, aggiungendo: "Questa sarebbe la mia presunta ‘amante’ o colei a cui mando messaggi??? Hahahahahahahahah... Che strano... perché non ho mai accettato i suoi messaggi e lei mi ha mandato dei video gratis nuda". Ha poi aggiunto: “Smettete di inventare, smettete di mentire, smettete di cercare fama a mie spese o infangando la mia compagna… io ho le prove! Pubblicherei lo screenshot, ma Instagram mi chiuderebbe l’account per aver pubblicato video di nudo. Vi mando un bacio, non giocate con me”. 

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Panatta chiede l'aiuto dei social per il compleanno di Bertolucci: "Farò un post micidiale"

25 Luglio 2025
Bertolucci e Panatta - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Adriano Panatta si prepara (a modo suo) a fare gli auguri di compleanno a Paolo Bertolucci. "Il 3 agosto il nostro amico Paolo Bertolucci compie 73 anni e io logicamente sarò presente con post micidiale… Nel frattempo se qualcuno vuole mandarmi qualche idea, ma solo perculante mi raccomando, io sono qua" ha scritto Panatta su X, invitando i suoi follower a fornire qualche spunto interessante per festeggiare (con ironia) il compagno di tante battaglie con la maglia azzurra. 

 

Gli ex campioni, oggi opinionisti di punta del tennis italiano, stanno allietando le proprie vacanze prendendosi in giro sui social a suon di fotomontaggi creati con l'intelligenza artificiale. L'ultimo capitolo era arrivato pochi giorni fa sul profilo X di Panatta, che aveva creato un Bertolucci in versione Bacco. 

Bertolucci era stato raffigurato come il dio del vino, nel più classico dei vestiti degli antichi greci, con un calice di vino: "Io non so più come fare con quest’uomo…aiutatemi!!!", aveva scritto Panatta pubblicando la foto. Bertolucci aveva risposto postando un suo video a una festa: "Alla faccia di Panatta".  

La 'guerra' social tra i due era iniziata qualche settimana fa con gli auguri di buon compleanno di Bertolucci a Panatta. Bertolucci aveva raffigurato l'amico in compagnia di attempate signore, definite "alcune delle sue ex". Ora, per il compleanno di Bertolucci, la sfida aspetta un nuovo capitolo.  

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Famiglia, longevità come leva sviluppo: 'silver economy' per patto tra generazioni

25 Luglio 2025
Famiglia, longevità come leva sviluppo:

(Adnkronos) - L’Italia è un laboratorio globale per l'invecchiamento, con sfide uniche legate allo spopolamento dei territori e alla necessità di ripensare il welfare. Nel nostro Paese si fanno sempre meno figli, per una serie di fattori interconnessi tra loro; e il Mezzogiorno, da questo punto di vista, vive la più grande fragilità. È fondamentale quindi capire come gestire un fenomeno ormai in divenire e cambiare la narrativa ponendosi domande diverse. O, meglio, integrando al quesito del 'come aiutiamo i giovani a fare famiglia', quello di come trasformare l'invecchiamento della popolazione da un onere percepito a una leva positiva per il Paese, stimolando la 'silver economy' e creando nuove opportunità economiche e sociali a beneficio di tutte le generazioni. È con questo interrogativo che si sono chiusi i lavori della prima giornata di dibattito 'Generazioni in mutamento - 2° Focus Sud e futuri' organizzato da Fondazione Magna Grecia a Scilla (Reggio Calabria). E da cui oggi, 25 luglio, si è riaperta la discussione tra esperti, economisti, specialisti del terzo settore, mondo sanitario, ma anche esponenti del mondo culturale e digitale, per capire come l'innovazione, in particolare la salute digitale e l'intelligenza artificiale, possano garantire una “longevità in salute”. 

“La sfida della denatalità e quindi le politiche per la longevità chiedono grande innovazione e creatività, ma si fondano anche sul rinnovamento di un patto di solidarietà intergenerazionale. In questo, i territori sono ovviamente al centro, e quelli del nostro Mezzogiorno, che si contraddistinguono per una particolare forza e solidità delle reti informali, lo sono ancora di più”, ha commentato, aprendo i lavori, Fiammetta Pilozzi, responsabile del Centro di Ricerca di Fondazione Magna Grecia.  

Come “sfruttare questa positività?” Lo spunto viene da Fabio Miraglia, imprenditore e presidente Giomi Rsa: “Possiamo usare un milione di metri quadri di borghi che le persone stanno abbandonando per creare veri e propri villaggi, sul modello anglosassone”. Luoghi che possono essere incubatori di modelli di silver economy unici in grado di attrarre anziani di tutto il Paese. “Un sistema – ha aggiunto – che non sia basato solo sul volontariato e che sia in grado di creare anche occupazione, grazie anche alla rivoluzione del digitale”.  

Il risultato sarebbe ‘esplosivo’ con conseguenze a cascata: porterebbe una riqualificazione dei territori e soprattutto il consolidarsi della domiciliazione dei servizi, in spazi abitativi personalizzati, monitorati dal digitale e sostenibili economicamente. L’idea è configurare nuovi modelli dell’abitare in cui unire le dimensioni della condivisione a quello della preservazione della privacy e della personalizzazione degli spazi, il tutto in luoghi densi di storia e di bellezza. Guardando così ai bisogni della persona che, spesso, nelle strutture Rsa si perde. “La tecnologia inoltre aiuterebbe ad avvicinare figli e nipoti: nuovi care giver nati con la tecnologia, e in grado di assumere il ruolo di veri e propri alfabetizzatori”, ha concluso Miraglia. 

Un approccio condiviso da Rocco Mammoliti, responsabile Sicurezza informatica di Poste italiane che ha raccontato come le Poste non abbiano abbandonato nessun borgo “perché crediamo sia nel mondo fisico che nel mondo digitale, che però vanno connessi”. Tanto che Poste italiane ha avviato un progetto, Police, che porta dentro l’ufficio postale la garanzia di avere, oltre a quelli già inclusi, l’erogazione di tutti i servizi della Pubblica amministrazione compresi quelli legati al sistema sanitario, “Creando così un unico punto di accentramento di prenotazione e consegna dei referti, per esempio. L’ufficio postale resta quindi vivo e integrato, sede di una rete di relazioni di cui gli anziani hanno bisogno”. 

In Italia, 14 milioni di persone oggi sono over 65, il 24% della popolazione totale. E il trend è in crescita. Con esso aumenteranno anche i problemi di salute correlati all’invecchiamento. Non solo, dobbiamo considerare che oggi di questi over 65, il 42% vive in coppia senza figli, il 31% è solo e un esiguo 13% vive con i figli. Più del 70% del totale quindi è rappresentato da anziani soli. Come aiutarli allora nella loro reale esigenze di salute? Una delle soluzioni viene proposta da Pietro Rossi, cardiologo, co-founder di Policardio una startup che produce il primo device patch in grado di fare ECG e holter a casa con la qualità ospedaliera: “abbiamo pensato ad una piattaforma che monitora, analizza dati e mette in comunicazione in modo automatico l’anziano e il medico. E, nel caso di necessità, contatti il figlio o chi per lui”. Un sistema totalmente automatizzato, interconnesso e attento alla parte sanitaria ma anche a quella psicologica. “Abbiamo previsto infatti la possibilità di avere consulti veloci e sempre disponibili, superando il problema che il medico non risponda al telefono con il conseguente senso di abbandono nell’anziano”.  

Ma la digitalizzazione può cambiare l’assistenza sanitaria e andare verso la silver economy anche nel sistema assicurativo e finanziario, “che sta ripensando prodotti e servizi centrati sempre più sulla prevenzione, con app per i vari monitoraggi, e incentivi economici per chi aderisce a stili di vita sani. Va promossa una trasformazione assicurativa che finanzi, per esempio, l’assistenza domiciliare continuativa e la gestione dei farmaci. Insieme ad una educazione finanziaria per una longevità consapevole tramite l’erogazione di corsi per over 60 su come gestire patrimoni, pensioni e tecnologie per una connessione diretta con i servizi sociali”, ha detto Alberto Polverino, Direttivo cluster C.H.I.C.O. 

“Non va dimenticato che qualsiasi processo di sviluppo sostenibile deve essere equo, in particolare in un’ottica di genere, e ancor di più se si parla di silver economy”. Le donne sono più longeve degli uomini, ma sono anche quelle che soffrono maggiormente il rischio di trovarsi in condizione di fragilità, soprattutto sotto il profilo economico. Il monito, che arriva dalla voce autorevole e appassionata di Rossana Oliva De Conciliis, presidente onoraria della Rete per la Parità, ha l’obiettivo di sensibilizzare politica, mondo economico e società a puntare su misure che pongano al centro il principio di garantire parità di diritti e opportunità, anche in età anziana, e anche nei processi di progettazione di politiche di sviluppo di prodotti e servizi che guardino a un pubblico “silver”. 

L’intera due giorni ha preso spunto da una ricerca promossa da Fondazione Magna Grecia e curata dai sociologi Emiliana Mangone e Giuseppe Masullo, che ha mostrato come, fra le varie preoccupazioni che “bloccano” i giovani nello sviluppare la propensione alla genitorialità, vi sia il timore “di perdere occasioni, non solo professionali, ma di vita e culturali”. Il patrimonio culturale del resto è uno strumento potentissimo attraverso cui generare identità, ma anche apprendimento, sviluppare categorie di interpretazione della realtà, e quindi imparare anche la cittadinanza. Da qui la necessità che il nostro patrimonio culturale sia “family friendly”, fruibile da genitori e figli. “Pensiamo ai bambini – ha detto Francesco Pisani, professore di Neuropsichiatria infantile, Dipartimento di Neuroscienze umane della Sapienza di Roma – a quanto in loro la cultura, come la visita in un museo o di un sito archeologico, stimoli la meraviglia che a sua volta spinge alla voglia di conoscere. Le neuroscienze ci dicono che in un museo il bimbo impara a guardare, a interpretare, anche a stare fermo. E la stessa cosa vale per i genitori. Dobbiamo tenere presente che anche solo una singola esperienza culturale è fondamentale per essere educati al bello”. 

Daniele Carnovale è Ceo e fondatore di Guides4You, startup che nasce sul territorio calabrese: un esempio di come i temi dell’accessibilità, del “design for all”, della necessità di rendere i beni del nostro patrimonio “per tutti”, a volte sia una necessità che nasce dal mercato in modo potente. “Avevamo pensato ad un dispositivo che servisse per ‘leggere’ le opere e le strutture museali. Spinti dalla richiesta di mercato, ad oggi abbiamo funzioni per non vedenti e ipovedenti, per bambini ancora piccoli”. Non da meno l’esperienza della “Fondazione Medicina a misura di donna” che ha creato forse lo strumento più simbolico che sia stato ideato in Italia per costruire un patto inscindibile fra i nuovi nati, le famiglie, e il patrimonio culturale: un passaporto della cultura. “L’idea ci è venuta partendo dalla consapevolezza che la cultura aiuta a vivere di più e soprattutto meglio, come dimostrano anche numerosi studi”, ha detto Chiara Benedetto, presidentessa della Fondazione. “Il passaporto è stato tradotto in diverse lingue, viene dato alle mamme che hanno appena partorito ed e dedicato al nuovo nato e alle mamme al terzo mese di gravidanza. Offre la possibilità a tutto il nucleo famigliare di vistare gratuitamente i 48 musei della rete piemontese ed è diffuso in tutti i presidi ospedalieri dell’area metropolitana di Torino”. Nel 2024 sono stati scaricati dal sito 15mila passaporti e la best practice oggi è stata adottata anche a Brescia, Pavia e Val Canonica 

“Affrontare oggi la denatalità – ha concluso Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia – significa ripensare l’intero sistema Paese alla luce dell’invecchiamento, delle nuove insicurezze sociali e del bisogno di dare ai giovani un futuro desiderabile. Con questa iniziativa, pertanto, vogliamo rimettere al centro le persone, i territori e le connessioni tra le generazioni. La genitorialità si sostiene con politiche abilitanti, e il calo demografico si affronta anche guardando al nostro Mezzogiorno come a una piattaforma di sperimentazione per uno sviluppo inclusivo. Parlare di cultura inclusiva, significa anche capire che il nostro patrimonio è il più potente strumento di legame intergenerazionale. Ogni museo o sito storico va reso davvero fruibile per famiglie, anziani e bambini, è così che si diventa realmente attrattivi e si costruiscono fiducia nel futuro e coesione tra generazioni. La Fondazione Magna Grecia lavora perché Sud e futuro non siano più due parole in contrasto, ma una sola visione condivisa”. Su richiesta e sollecitazione di tutti i relatori i risultati della due giorni saranno pubblicati in un volume della Fondazione Magna Grecia. 

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Fine Vita, Pro Vita Famiglia: Consulta chiude a eutanasia ma scardina legge centrodestra

25 Luglio 2025
Fine Vita, Pro Vita Famiglia: Consulta chiude a eutanasia ma scardina legge centrodestra

(Adnkronos) - "Decine di migliaia di malati e disabili e di loro familiari tirano oggi un sospiro di sollievo di fronte alla decisione della Corte Costituzionale di non aprire all’eutanasia attiva dichiarando inammissibile il ricorso con cui l’Associazione Coscioni chiedeva di riconoscere il diritto di una paziente di essere uccisa da terze persone non potendo suicidarsi in prima persona. Una scelta diversa avrebbe assestato il definitivo colpo di grazia al sistema di protezione legale dei più fragili, già gravemente leso dalla vergognosa depenalizzazione del suicidio assistito". Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, commenta i dettagli della sentenza di rigetto della Corte Costituzionale sul ricorso presentato dal Tribunale di Firenze in merito alla vicenda di 'Libera', una donna toscana di 55 anni, affetta da sclerosi multipla progressiva, completamente paralizzata e per questo impossibilitata ad assumere da sola un farmaco per procurarsi la morte. 

"D’altro canto, va rilevato anche come l’inciso contenuto nella sentenza su un presunto 'diritto' del malato di essere aiutato a morire con l’intervento diretto del Servizio Sanitario Nazionale dalla fase di verifica dei requisiti fino a quella dell’esecuzione pratica della procedura, passaggio peraltro privo di efficacia e vincolatività giuridica, trattandosi di una sentenza di inammissibilità, manda in crisi l’impianto del disegno di legge predisposto dalla maggioranza di centrodestra, fondato sull’illusione di poter arginare con una legge nazionale lo strabordante attivismo politico di giudici e magistrati - prosegue -. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega devono definitivamente restare fedeli al mandato elettorale ed abbandonare la posizione remissiva sul tema del fine vita e smetterla di farsi dettare l’agenda dalla propaganda radicale, passando al contrattacco culturale con una rivoluzione politica del sistema socio-sanitario che riconosca la dignità e il valore inviolabile di ogni vita anche nella sofferenza, investendo con decisione in cure palliative diffuse e accessibili, assistenza domiciliare costante, hospice dignitosi con personale formato e aggiornato sulle migliori pratiche cliniche e terapeutiche". 

"Pro Vita & Famiglia rivolge un appello urgente a tutto l’associazionismo impegnato nella cura e nella difesa della vita dei più fragili, specialmente se di ispirazione cristiana e cattolica, a unire le forze in un grande movimento di opinione e di azione che racconti agli italiani l’altra storia, cioè la vera storia - conclude Pro Vita e Famiglia - quella di decine di migliaia di sofferenti e dei loro familiari che chiedono di essere aiutati a vivere e si trovano di fronte all’incubo di un dibattito politico che, invece, discute di se e come aiutarli ad uccidersi o essere uccisi".  

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Covid, "vaccini hanno evitato più di 2,5 milioni di morti nel mondo": lo studio

25 Luglio 2025
Medico con dose vaccino Pfizer (Fotogramma)

(Adnkronos) - Tra il 2020 e il 2024 i vaccini anti-Covid hanno evitato due milioni e mezzo di morti nel mondo. Sono i numeri di uno studio, pubblicato su 'Jama Health Forum' e guidato da Stefania Boccia, docente di Igiene generale e applicata dell'università Cattolica, con il contributo di Angelo Maria Pezzullo, ricercatore in Igiene generale e applicata, e di Antonio Cristiano, specializzando in Igiene e Medicina preventiva. I due ricercatori hanno trascorso un periodo alla Stanford University americana, collaborando direttamente con il gruppo di John P.A. Ioannidis, direttore del Meta-Research Innovation Center nell'ambito del progetto 'European network staff eXchange for integrAting precision health in the health Care sysTems - ExACT', finanziato dal Programma europeo di eccellenza per la ricerca Rise-Marie Slodowska Curie e coordinato da Boccia. 

"Una vita è stata salvata ogni 5.400 dosi somministrate" si legge sullo studio. "L'82% delle vite salvate dai vaccini mirati contro il Coronavirus pandemico Sars-CoV-2 - riportano gli autori - ha riguardato persone vaccinate prima di contrarre il virus, il 57% durante il periodo Omicron, e il 90% persone di età pari o superiore a 60 anni". "E', inoltre, emerso che il 76% degli anni di vita salvati ha riguardato persone over 60, ma che gli ospiti delle strutture di assistenza a lungo termine come le Rsa hanno contribuito solo per il 2% del totale. Bambini e adolescenti (lo 0,01% delle vite salvate e lo 0,1% degli anni di vita salvati) e giovani adulti di età compresa tra 20 e 29 anni (0,07% di vite salvate e 0,3% di anni di vita salvati) - conclude l'indagine - hanno contribuito in modo molto limitato al beneficio totale".  

Leggi tutto: Covid, "vaccini hanno evitato più di 2,5 milioni di morti nel mondo": lo studio

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