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Todde: "Importante parlare di energy mix e utilizzare tutto quello che è necessario"

20 Maggio 2025
Alessandra Todde - (Fotogramma)

(Adnkronos) - “Credo che sia importante parlare di energy mix, il ministro lo fa spesso e non bisogna essere ideologici, quindi quello che dal mio punto di vista è importante è riuscire a capire ogni Regione che cosa deve fare”.  

Questa la ricetta ideale secondo la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde sul palco de La Fenice di Venezia per il Festival delle Regioni. “Ho ereditato un piano energetico vecchio più di dieci anni perché veniva dal 2014 e poi è stato rinnovato nel 2016 – spiega -, ma in realtà ha proprio necessità di essere rivisto, visto che il mondo è completamente cambiato dal 2016 ad oggi”. L'esponente del Campo largo ha fatto il punto sulla questione energetica nella sua Isola.  

“Noi abbiamo due centrali a carbone, abbiamo ovviamente grossi investimenti in rinnovabili, abbiamo un idroelettrico che è potenziale per quanto riguarda la nostra regione e che viene sottoutilizzato: siamo una delle regioni più infrastrutturate dal punto di vista dei bacini, ma non produciamo molta energia elettrica appunto dalla gestione dell'acqua”. Todde insiste sulla necessità di sfruttare tutte le opzioni. “Bisogna veramente utilizzare tutte le leve possibili”, ha specificato ricordando il tema del gas, “che noi consideriamo energia di transizione: abbiamo una discussione aperta proprio con il ministero dell'Ambiente e col ministro Pichetto Fratin da questo punto di vista, speriamo di chiudere velocemente”. Questa la conclusione: “Bisogna riuscire a utilizzare tutto quello che è necessario per poter finalmente rendere competitiva anche dal punto di vista energetico la mia regione”. 

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Innovazione, Carellario (Gruppo Maggioli): "Interoperabilità e regole per futuro sanità digitale"

20 Maggio 2025
Alessandro Carellario, responsabile Pac e Progetti grandi clienti del Gruppo Maggioli e amministratore delegato di Sinapsys, società del Gruppo Maggioli

(Adnkronos) - "La sanità digitale necessita di interoperabilità, visione e coraggio". A fare il punto con Adnkronos/Labitalia Alessandro Carellario, responsabile Pac e Progetti grandi clienti del Gruppo Maggioli e amministratore delegato di Sinapsys, società del Gruppo Maggioli. "Se oggi - afferma - ancora non riusciamo ad avere un sistema sanitario digitale interconnesso il problema certamente non va ricercato nella disponibilità di tecnologia, perché di quella ce n'è in sovrabbondanza. Il nostro Sistema Sanitario, come noto, è complessivamente uno dei migliori nell’assicurare salute ai cittadini. In Italia, da questo punto di vista, siamo molto avanti. Bisognerà continuare a spingersi però verso un utilizzo della tecnologia in modo sempre più coordinato, chiaro e ben indirizzato anche dal punto di vista normativo". 

"Questo - afferma - perché, sebbene le numerose sperimentazioni condotte a livello globale dimostrino risultati significativi, senza un chiaro indirizzo da parte delle istituzioni, in particolare del Ministero della Salute e delle normative di riferimento, rischiano di non essere implementate in modo sistemico e omogeneo. In questa direzione sono già stati compiuti importanti passi avanti: il DM77, ad esempio, ha introdotto non solo nuove indicazioni organizzative in ambito sanitario, ma anche una spinta ulteriore verso l’adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. Tuttavia, la percentuale di adesione da parte delle Regioni è ancora disomogenea, così come lo sono i risultati in termini di integrazione dei dati. Questa frammentazione rende difficile, a livello centrale, la raccolta e valorizzazione dei dati necessari per fornire risposte omogenee ed efficaci, ostacolando anche la possibilità di riutilizzare queste informazioni in altre applicazioni, che potrebbero invece essere capitalizzate e restituite in forma di valore". 

"Pertanto - avverte - queste differenze importanti nei territori devono spingerci a fare di più per raggiungere una reale disponibilità e condivisione dei dati, che consenta politiche di sistema efficaci per la salute dei cittadini e per la sostenibilità dell’intero comparto sanitario. Il vero nodo è l’interoperabilità dei sistemi e la capacità del sistema Paese di agire con coerenza, visione e regia". Per questo Alessandro Carellario giudica "un modello virtuoso il 'Green pass' che ha dimostrato come la reale necessità di dare risposte in modo rapido e perentorio, a fronte di una situazione fra l’altro imprevedibile, abbia fornito un forte impulso ad agire. E’ stato possibile il raggiungimento di un ambizioso risultato, coinvolgendo in un processo ben definito e in modo assolutamente coordinato tutti gli attori: istituzioni, operatori sanitari, fornitori di tecnologia, cittadini. Un aiuto in questa direzione potrà certamente essere fornito dal EHDS (European Health Data Space) un impianto normativo andato in vigore a Marzo 2025 che prevede una roadmap ben delineata e che coinvolge tutti i Paesi membri proprio sui temi dell’interoperabilità dei dati sanitari".  

"Non dimentichiamo - precisa Alessandro Carellario - che l’obiettivo primario del SSN è quello di assicurare salute-ma lo deve fare tenendo presente la fisica realizzabilità. Non si può quindi prescindere dalle valutazioni economiche del sistema. Questi due aspetti, che sembrano mutuamente esclusivi, spesso convergono: occuparsi in modo attivo della cronicità non solo migliora le condizioni di salute dei pazienti ma, prevenendo il manifestarsi di ulteriori fasi acute, rappresenta contestualmente una migliore gestione, anche in termini di economicità e organizzazione". Importante anche l'esperienza del Gruppo Maggioli, attraverso Sinapsys, nel campo degli screening oncologici: è in corso una sperimentazione con agenti AI per semplificare la gestione dei contact center, incrementando significativamente la capacità di interazione con i cittadini e garantendo un servizio attivo H24. 

"Noi - sottolinea - come Gruppo Maggioli forniamo il nostro contributo lavorando ogni giorno per mettere a disposizione dell’innovazione i nostri oltre 100 anni di storia fatta di contenuti, studio profondo dei processi e delle norme per semplificare ed accompagnare le attività delle Istituzioni nello svolgimento delle loro funzioni in chiave innovativa con i cittadini al centro. In tema di Screening oncologico abbiamo in sperimentazione una applicazione della IA che ha già registrato ottimi risultati e che tiene conto anche delle specificità linguistiche locali, come la comprensione dei dialetti: elemento tutt’altro che marginale nella comunicazione sanitaria sul territorio". 

"Sanità digitale - chiarisce - non è dunque sinonimo di tecnologia significa interoperabilità, visione organizzativa, coraggio normativo e, solo in ultima istanza come fattore abilitante la tecnologia. E' una sfida complessa, ma necessaria. Solo investendo ulteriormente sulla definizione di modelli condivisi, connessi a strumenti organizzativi uniformi potremo costruire una governance capace di integrare l'innovazione nei processi, così da migliorare l’accesso e la qualità delle cure per i cittadini". 

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Fine vita, ora ci prova la Sardegna, via all'iter in Consiglio

20 Maggio 2025
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20 Maggio 2025
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Belluno, muore a 34 anni: il malore e il sospetto di un'infezione ai denti non curata

20 Maggio 2025
Elisoccorso - Ipa

(Adnkronos) - Nel Bellunese, a Taibon Agordino, un uomo è morto dopo un malore improvviso e si ipotizza che a provocare il decesso possa essere stata un'infezione ai denti trascurata. Da quanto riporta 'Il Gazzettino', Alberto Moretti è stato trasportato in elisoccorso all'ospedale San Martino di Belluno ma per lui non c'è stato nulla da fare: è morto dopo pochi giorni di ricovero. Lascia i genitori, la figlia di cinque anni e la madre della bambina. 

Secondo quanto riportato "la causa potrebbe essere legata a uno shock settico successivo a un'infezione" e "non è escluso però che all'origine possano esserci stati problemi ai denti non trattati", nonostante le cause esatte siano ancora in corso di accertamento. 

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Giornata mondiale delle api, Wwf: "Oltre il 40% degli impollinatori rischia l’estinzione"

20 Maggio 2025
Un apiario - Ipa

(Adnkronos) - Oggi, 20 maggio, è la Giornata Mondiale delle Api. Istituita dalle Nazioni Unite grazie agli sforzi di promozione della Slovenia e celebrata per la prima volta nel 2018, la ricorrenza nasce per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza degli impollinatori.  

Il 20 maggio è stato scelto per la giornata annuale poiché coincide con la data di nascita di Anton Janša (1734-1773), pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia. 

Quest'anno il Wwf, con la pubblicazione del dossier 'Il futuro in un volo d’ape: perché salvare gli impollinatori significa salvare noi stessi', realizzato nell’ambito della campagna Our Future, lancia l'allarme: oltre il 40% degli impollinatori invertebrati rischia l’estinzione a livello globale, mentre in Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori è in declino e un terzo è minacciato di estinzione.  

Gli impollinatori garantiscono la riproduzione di circa il 75% delle colture alimentari e del 90% delle piante da fiore selvatiche - spiega il Wwf - Senza di loro, a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche la nostra alimentazione, la salute pubblica e la sicurezza economica. Alcuni alimenti di largo consumo (ad esempio, zucche e zucchine, mele, mandorle, pomodori, fragole o cacao) dipendono in larga parte dall’impollinazione animale. Questo è quello che si definisce 'servizio ecosistemico', cioè un beneficio che la natura mette a disposizione. Come riporta il dossier, il valore economico dell’impollinazione è molto più elevato di quello derivante dai prodotti diretti dell’apicoltura (per esempio, miele, polline, propoli, ecc...). Valutando una sola colonia di api, si stima una produzione di oltre 1.000 euro in frutti e bacche impollinate, contro i 240 euro ricavati dai prodotti dell’alveare.  

Non solo. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, la drastica riduzione dell'impollinazione sta già contribuendo a circa 500mila morti premature all’anno, a causa della diminuzione di frutta, verdura e frutta secca nella dieta. Uno squilibrio nella disponibilità di cibi sani, ricchi di vitamine e micronutrienti, come quelli garantiti dagli impollinatori, può aumentare l’incidenza di malattie croniche come diabete, tumori e patologie cardiovascolari.  

"La crisi degli impollinatori non è un problema che riguarda solo la natura, è una crisi che finisce per colpire direttamente noi: la nostra salute, il nostro benessere, la nostra sicurezza alimentare", sottolinea Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia. "E in un Pianeta - continua - in cui la popolazione è in crescita esponenziale e le risorse naturali sottoposte a un sempre più forte stress, non possiamo permetterlo. È indispensabile un cambio di rotta decisivo che in primis deve essere definito dalle nostre istituzioni: vietare le sostanze chimiche più dannose, aumentare le superfici agricole dedicate alla conservazione della natura, sostenere l’agricoltura biologica e promuovere l’agroecologia".  

In questo scenario, l’approvazione della Nature Restoration Law da parte dell’Unione europea rappresenta un passo cruciale per invertire la rotta. Questa legge punta a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030, inclusi gli habitat agricoli essenziali per gli impollinatori. L’articolo 10 del Regolamento impegna tutti gli Stati membri dell’Unione europea a mettere in atto azioni per fermare il declino degli insetti impollinatori (Apoidei, Sirfidi e Lepidotteri) e rende obbligatoria la realizzazione di un monitoraggio costante per verificare lo stato di conservazione delle diverse popolazioni di insetti. 

Per il Wwf, "è fondamentale che questa norma venga attuata con ambizione e concretezza, garantendo il recupero ecologico del paesaggio rurale e sostenendo pratiche agricole 'nature positive' amiche della biodiversità. Senza interventi strutturali e vincolanti, il declino degli impollinatori continuerà a minacciare il nostro futuro alimentare e ambientale".  

 

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Salute: emicrania, 'Teste connesse' il podcast ironico non banale di alleanza cefalgici

20 Maggio 2025
Salute: emicrania,

(Adnkronos) - L'ironia come chiave di lettura per raccontare l'emicrania e l'impatto della patologia neurologica: è la sfida di ‘Teste connesse’, il nuovo podcast di Alleanza Cefalalgici e Fondazione Cirna prodotto da Pindarica Comunicazione, con il contributo non condizionante di Pfizer, e disponibile sulle principali piattaforme di streaming. A condurre gli ascoltatori in questo percorso sono 2 persone che convivono con l'emicrania fin dall'adolescenza: Veronika Logan, attrice di cinema e televisione, e Pier Luigi Spada, chirurgo d'urgenza presso il policlinico Gemelli.  

Episodio dopo episodio i 2 conduttori danno voce alle storie vere di pazienti come Erika, Giada ed Enrica, offrendo uno spaccato autentico di chi affronta questa patologia. Insieme a loro, esperti nel trattamento delle cefalee: il neurologo Alberto Doretti, Unità operativa di Neurologia Auxologico San Luca di Milano; la tossicologa Simona Guerzoni, Centro Cefalee e abuso di farmaci del Policlinico di Modena e la ginecologa ed endocrinologa Rossella Nappi, Irccs Fondazione S. Matteo di Pavia. "Il tempo del mal di testa è un tempo sospeso – racconta Logan – Ti fermi e perdi pezzi. L’attacco ti costringe all’immobilità, nel migliore dei casi, o a una fatica immane se non hai il lusso di poter stare chiusa in camera, al buio. Avere uno strumento come questo podcast per conoscere la malattia aiuta a superare quel tempo sospeso". Aggiunge Spada: "Quell’espressione che per molti è indecifrabile è il percorso di accettazione di un dolore che urla nel silenzio e per noi è raccontare l’Invisibile". 

Il podcast si sviluppa in tre episodi tematici. Il primo - informa una nota - esplora i trigger, i fattori scatenanti dell'emicrania, presentando la storia di Erika che ne ha uno apparentemente bizzarro ma che, come spiega il neurologo Doretti, ha una spiegazione scientifica precisa. Il secondo affronta il tema delle discriminazioni sul lavoro attraverso l'esperienza di Giada, vittima di mobbing, e racconta anche un esempio virtuoso: la policy adottata dall'ospedale di Modena per sostenere il personale emicranico, presentata dalla dottoressa Guerzoni che lavora proprio in quella struttura. Il terzo episodio, infine, analizza l'emicrania come malattia di genere, ma anche come ‘malattia di coppia’ o ‘di famiglia, concetto’ che la professoressa Rossella Nappi approfondisce spiegando come il suo impatto si estenda significativamente alle relazioni interpersonali, modificando dinamiche familiari e di vita quotidiana. 

Anche se la legge 81/2020 ha riconosciuto l'emicrania cronica come malattia sociale, lo stigma che la circonda è ancora fortemente radicato. "Teste connesse è nato con l’intento di combattere lo stigma che ancora troppo spesso definisce l’emicrania come un ‘banale mal di testa’ e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla reale natura di questa malattia – spiega Alessandra Sorrentino, presidente di Alleanza Cefalalgici – L’ironia per me è stata un’ancora di salvezza a cui mi sono aggrappata anche nei momenti più difficili della malattia, quando convivevo con il dolore per circa 25 giorni al mese".  

La registrazione del podcast è avvenuta presso la sede di Adnkronos a Roma, una location non casuale ma carica di significato per Alleanza Cefalalgici che ha scelto questo spazio anche per la particolare sensibilità che il gruppo editoriale dimostra sui temi di healthcare. Per la produzione del podcast, Alleanza Cefalalgici si è affidata a Pindarica come partner creativo, agenzia di comunicazione di Reggio Emilia da sempre attenta alla sensibilità sociale e culturale dei progetti che realizza. "Crediamo che la comunicazione sia molto più di un semplice strumento di business: è un potente veicolo di impatto culturale e sociale – commenta Matteo Cocconcelli, Ceo di Pindarica – Realizzare 'Teste connesse' è per noi una tappa importante in un percorso che unisce creatività e responsabilità, attraverso parole, immagini e racconti che garantiscano rispetto per le persone che ricevono il messaggio". 

L’essenza del progetto 'Teste connesse' è nello steso titolo: creare una rete sempre più ampia di esperienze condivise, dove ogni storia diventa un nodo che rafforza la comprensione collettiva della malattia. Più connessioni si creano tra le storie dei pazienti, più aumenta la consapevolezza, contribuendo a smantellare pregiudizi e false credenze. Per questo motivo, il podcast invita gli ascoltatori a condividere le proprie esperienze all'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Il podcast è scritto e diretto da Alessandra Sorrentino, Matteo Cocconcelli e Giacomo Iotti. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito cefalea.it. 

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Donna uccisa a Fregene, dalle ricerche web al sangue: ecco gli indizi sulla nuora

20 Maggio 2025
Fregene, la villetta teatro dell

(Adnkronos) - Sulla nuora della donna uccisa a coltellate a Fregene, "emerge in tutta evidenza un quadro indiziario solido a carico dell'indagata desumibile dalla sua presenza in casa la sera del delitto, dalla presenza di tracce ematiche su beni a lei strettamente riferibili e sulle ricerche effettuate in epoca prossima all'omicidio della Camboni". È quanto scrive il gip di Civitavecchia Viviana Petrocelli nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giada Crescenzi, fermata per l’omicidio della suocera Stefania Camboni, la 58enne assassinata nella sua abitazione sul litorale romano. La donna, accusata di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità, ieri nel corso dell’interrogatorio di convalida si è avvalsa della facoltà di non rispondere ma ha ribadito, tramite il suo difensore l’avvocato Anna Maria Anselmi, la propria innocenza.  

“Ricerche - sottolinea il gip - che, lette in un contesto unitario appaiono univocamente destinare a ricercare metodi e informazioni circa l'uccisione di una persona a nulla rilevando, come prospettato dalla difesa, che la vittima sia poi deceduta in seguito ad una aggressione e non un avvelenamento. Non è detto infatti che la Camboni non sia stata prima avvelenata o comunque narcotizzata per neutralizzarne, almeno in parte, le reazioni; circostanza che potrebbe peraltro spiegare come mai nessuno dei vicini sia accorto di nulla e giustificare un'azione violenta da parte della Crescenzi che dunque non si sarebbe confrontata con un corpo attivo e resistente ma con una persona priva di forze la cui aggressione non avrebbe richiesto una particolare prestanza fisica. Ad ogni modo, senza voler effettuare ipotesi allo stato non supportate da specifici riscontri oggettivi - scrive ancora il giudice - e nell'attesa di una più compiuta ricostruzione medico legale che potrà chiarire tali aspetti, si deve in questa sede limitare l'attenzione sul dato oggettivo della assenza di valide spiegazioni alternative in merito alle riferite ricerche e rispetto alle quali nessuna indicazione logica e credibile è stata offerta dall'indagata”.  

Il racconto di Giada Crescenzi, secondo il gip, appare illogico. “In primo luogo, la cronologia del suo racconto” e “in secondo luogo, è del tutto priva di validità la difesa fornita in merito al suo stato di totale isolamento proprio nelle fasi dell'aggressione, isolamento legato, a suo dire, ai farmaci adoperati per dormire e all'uso di tappi per le orecchie. Non appare in alcun modo possibile che la sera dei fatti la stessa fosse in uno stato di sonno talmente profondo posto che è stata la Crescenzi a riferire di essersi più volte svegliata e di averlo fatto a intervalli di tempo ravvicinati, di non più di un'ora, se si tiene conto del fatto che la stessa è andata a dormire dopo l'1 di notte e che alle 4,30, quando a suo dire” la suocera “era ancora viva, era sveglia e vigile tanto da aver sentito la Camboni russare e aver fatto le ricerche di cui si è detto sulla pulizia del sangue e i metodi di avvelenamento delle persone”.  

La versione resa dall'indagata, “appare inverosimile, illogica e del tutto inidonea a confrontarsi con i primi riscontri tra cui le ricerche dal contenuto tutt'altro che interpretabile fatte in prossimità degli eventi, la presenza di tracce ematiche lavate sulle sue scarpe, la presenza di tracce ematiche lavate non solo nella stanza della vittima e nel bagno del secondo piano ma anche nel bagno posto al primo piano e nella stanza stessa della Crescenzi”. 

“Siamo una famiglia comune e perbene. Tra di noi c'è sempre stato rispetto e stima e insieme ci siamo sempre sostenuti. Come genitori abbiamo trasmesso onestà, educazione, rispetto delle persone e delle leggi. Giada è sempre stata una persona forte, perbene e una gran lavoratrice. Crediamo fermamente nell’innocenza di Giada e confidiamo nella giustizia”. Così i genitori di Giada Crescenzi dopo l'arresto. 

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Finlandia, attacco con coltello a scuola: 3 feriti, fermato l'aggressore

20 Maggio 2025
Poliziotto finlandese - Afp

(Adnkronos) - Tre persone sono rimaste ferite a causa di un attacco con coltello in una scuola di Pirkkala in Finlandia.  

Lo rende noto la polizia locale, che ha fatto irruzione nel campus e preso in custodia l'aggressore. I tre feriti non sarebbero in pericolo di vita. La polizia ha aperto un'indagine e nel pomeriggio terrà una conferenza stampa per illustrare i dettagli. 

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La Fenice e il caso del no all’Inno per il 2 giugno, Brugnaro: "Cercherò soluzione"

20 Maggio 2025
La Fenice - FOTOGRAMMA/IPA

(Adnkronos) - “Mi spiace moltissimo, oggi cercherò di mettere pace e trovare una soluzione perché cerco di capire le ragioni di entrambi”. Così il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, a margine del Festival delle Regioni, commentando l’ipotesi, rilanciata ieri dall'Adnkronos, che il Coro della Fenice non esegua l’Inno di Mameli per il 2 giugno, a causa di rivendicazioni sindacali.  

“Avevo pensato di utilizzare un pezzettino del mio fondo per mettere quella parte che mancava. È anche vero - ha detto Brugnaro - che i lavoratori vogliono essere pagati e il ruolo del sindacato è questo. Devo vedere se le norme mi consentono di mettere i soldi del mio stipendio che oggi ho su un fondo di solidarietà”.  

 

Doveva essere un gesto simbolico, un tributo di alto valore culturale e istituzionale alla Festa della Repubblica. E invece rischia di trasformarsi in un caso spinoso, carico di interrogativi: cosa è andato storto nella proposta di registrare l'Inno d'Italia con l'Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice da Piazza San Marco, nel cuore iconico di Venezia? 

Alla richiesta di partecipazione, i sindacati locali della Fenice avrebbero presentato una richiesta economica intorno ai 44.000 euro, più 10.000 circa di spese per la Fondazione relative soprattutto alla logistica. Essendo le maestranze della Fenice già stipendiate dalla Fondazione, la richiesta sarebbe stata per indennità extracontrattuali dei lavoratori. La cifra totale sarebbe stata considerata da alcuni, anche all'interno della stessa Fondazione, fuori scala rispetto a quanto avrebbero chiesto altre prestigiose orchestre italiane o internazionali. 

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