(Adnkronos) - Il Papa a sorpresa arriva a Piazza San Pietro oggi, martedì 29 luglio, dove mons. Rino Fisichella ha appena terminato la messa di accoglienza dei giovani per il loro giubileo. “Non andate via - annuncia Fisichella - il Papa ci fa una sorpresa e ci viene a salutare”. Leone XIV sale sulla papamobile e arriva in piazza dopo avere percorso un tratto a piedi.
Leggi tutto: Papa, la sorpresa per il Giubileo giovani: arriva a Piazza S. Pietro per un saluto
(Adnkronos) - "Dieci giorni da oggi". Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ribadisce il nuovo ridotto ultimatum a Vladimir Putin: la Russia andrà incontro a nuove severe sanzioni, compresi dazi secondari, se non accetterà il cessate il fuoco con l'Ucraina nella guerra in corso da 3 anni e mezzo. "Non so se questo avrà un effetto sulla Russia, perché lui vuole ovviamente, probabilmente, continuare la guerra. Noi metteremo i dazi", ha detto riferendosi a Putin, parlando con i giornalisti a bordo dell'Air Force One durante il volo dalla Scozia a Washington.
Trump, nel corso della 'missione' in Scozia, ha raggiunto l'accordo con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen chiudendo la partita dei dazi tra Usa e Ue. Gli Stati Uniti ora si concentrano sul dialogo con la Cina. "C'è stato un incontro molto buono" nella giornata di martedì ha detto Trump, aggiungendo che potrebbe avere un incontro con Xi Jinping "prima della fine dell'anno". Rispondendo poi ad una domanda sulla possibile estensione della tregua dei dazi, il presidente ha detto che domani si incontrerà con i suoi negoziatori per decidere "se approvarla o meno".
Il ministro del Tesoro Scott Bessent, al termine dei due giorni di negoziati con i cinesi a Stoccolma, aveva già detto che nella giornata di mercoledì ci sarebbe stato un incontro nello Studio Ovale "per analizzare l'accordo" con Trump che "poi deciderà se la pausa continuerà così come è ora".
Leggi tutto: Ucraina, Trump a Putin: "Stop guerra in 10 giorni o sanzioni a Russia"
(Adnkronos) - Via libera dell'Aula del Senato al Dl fisco, recante disposizioni urgenti in materia fiscale, approvato dalla Camera. Il provvedimento è stato votato da Palazzo Madama per alzata di mano.
Il decreto legge prevede una nuova sanatoria fiscale in arrivo per le partite Iva. Con una platea potenziale di oltre due milioni di beneficiari, il nuovo ravvedimento speciale previsto dal Decreto fiscale potrebbe portare nelle casse dello Stato oltre 1 miliardo di euro.
La 'sanatoria' è rivolta esclusivamente alle partite Iva che entro il 30 settembre aderiranno al concordato preventivo biennale 2025-2026 per sanare le controversie con il fisco. L'aliquota applicata sarà determinata in funzione dell'affidabilità fiscale del singolo contribuente. I beneficiari potenziali sono circa 2,2 milioni di contribuenti.
Il ravvedimento speciale interesserà le annualità 2019-23 e prevede oneri più leggeri per i soggetti più virtuosi e più alti per quelli meno affidabili in base al punteggio degli Indicatori sintetici di affidabilità, Isa. L'imposta sostitutiva per le imposte sui redditi e le addizionali sarebbe al 10% con Isa tra 8 e 10; al 12% fino al 6 e al 15% con Isa dal 5 in giù. L'imponibile aggiuntivo segue la stessa ratio ma livelli diversi: dal 5% per chi ha il massimo dello score al 50% per voti dal 3 in giù.
Il nuovo ravvedimento modifica la tabella di marcia dei versamenti rispetto all'edizione precedente. I pagamenti andranno eseguiti o in un'unica tranche entro una finestra di tre mesi e mezzo tra il primo gennaio e il 15 marzo del prossimo anno o con un massimo di dieci rate mensili.
Elemento centrale del provvedimento è la tutela rafforzata per i contribuenti: le verifiche fiscali non potranno più essere arbitrarie, ma dovranno essere motivate per iscritto, con obbligo di trasparenza e tracciabilità.
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(Adnkronos) - "Un guerriero", che non si farà intimorire dall'aggressione subita, continuerà a indossare "con orgoglio la kippah fino alla morte" e tornerà in Italia, per dimostrare a suo figlio che qui "non tutti sono antisemiti". Un "combattente" che però lotterà "per avere giustizia" e per "difendere la comunità ebraica italiana dall'odio antisemita", che si sta diffondendo nella Penisola "come in tutta Europa". Così si descrive Elie Sultan, il 52enne aggredito da un gruppo di persone domenica in un'area di sosta di Lainate (Milano), davanti al figlio di appena sei anni.
Un trauma "per entrambi, per cui sarà necessario un supporto psicologico, soprattutto per mio figlio. Mi sto organizzando", racconta Sultan al telefono con l'Adnkronos dalla Francia, dove la famiglia è tornata "ieri mattina, come previsto". Trascorse 48 ore dall'aggressione nell'area di servizio, per cui la procura di Milano ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, con l'accusa di percosse aggravate dall'odio razziale, sullo choc prevale la rabbia. Non solo per quel che è accaduto a Lainate, ma anche per i "molti messaggi antisemiti, di odio violento" ricevuti sui social network dopo la diffusione del video che lui stesso ha girato all'interno dell'Autogrill. "Mi sono esposto, sono facilmente riconoscibile, sanno come trovarmi, ma io non mi nascondo. Proteggo i miei figli, ma non mi nascondo", dice Sultan.
"Ora che sono tornato a casa, potrei lasciarmi alle spalle quello che è successo, dicendomi che tanto non vivo lì e non mi interessa. Invece voglio portare la mia testimonianza, perché in Italia c'è una comunità di ebrei che rischia ogni giorno di venire aggredita come è successo a me e io non voglio che succeda di nuovo. Per questo sto combattendo la mia battaglia", spiega il 52enne. Battaglia che sarà innanzitutto legale: "Voglio giustizia, voglio che quelli che mi hanno aggredito abbiano ciò che si meritano. Non che passino un giorno in commissariato e poi vengano rilasciati".
Il turista francese di religione ebraica, aggredito domenica in un Autogrill nel Milanese, intervistato dall'Adnkronos fa anche appello alla politica. "Ho ricevuto messaggi di sostegno da parte di alcuni italiani e mi hanno fatto piacere, ma sono deluso che dopo quello che mi è successo, non mi sia stata espressa solidarietà né dal governo francese né da quello italiano. Mi piacerebbe vedere una loro reazione". Secondo il 52enne una condanna forte dell'accaduto funzionerebbe anche da deterrente per il futuro, perché chi compie aggressioni di stampo antisemita non creda di "avere il permesso di fare praticamente tutto quel che vuole, senza temere nulla".
Chiediamo a Elie Sultan se l'Italia sia pericolosa in questo momento per gli ebrei. "A essere sincero lo è tutta Europa. E lo è più che il resto del mondo", risponde. E qui l'appello alla stampa: "Chiedo a voi giornalisti di fare tutto il possibile, attraverso il vostro lavoro, per proteggere la comunità ebraica, perché è una comunità di pace e di giustizia, una comunità aperta e tollerante. Fate tutto il possibile per non alimentare, anzi, per eliminare del tutto l'odio antiebraico in Italia". Nonostante l'aggressione, Sultan ha intenzione di tornare in Italia, non solo per trovare la figlia maggiore, che vive a Milano con il marito. "Questa mattina ho ricevuto un invito che mi ha toccato il cuore da parte: il presidente della comunità ebraica di Roma ha invitato tutta la mia famiglia a trascorrere un fine settimana lì a settembre. Un invito rivolto a me e soprattutto a mio figlio, che ha vissuto questa esperienza. Non vuole che rimaniamo con questa immagine, vuole mostrarci che non tutti gli italiani sono cattivi".
Tornando indietro, indosserebbe di nuovo la kippah che ha lasciato indovinare la sua origine agli aggressori dell'Autogrill? "Io non guardo al passato ma al futuro. Non ho tolto la mia kippah e non la toglierò mai. Sono nato ebreo e lascerò questo mondo da ebreo, con grande orgoglio".
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(Adnkronos) - Dalle battaglie contro l'ex produttore cinematografico Harvey Weinstein alla storia d'amore con l'attore Brad Pitt, fino all'accusa di aver rubato la sceneggiatura di 'Shakespeare in Love' a Winona Ryder e alla fine dell'amicizia con la pop star Madonna. Sono solo alcune delle rivelazioni riportate dall'autrice Amy Odell nella biografia 'Gwyneth: The Biography', che ripercorre la carriera da star di Hollywood a imprenditrice. Odell si è basata su oltre 200 interviste con persone che conoscono o hanno lavorato con Paltrow, approfondendo il motivo per cui l'attrice continua ad affascinare. "Che la si ami o la si odi, non siamo riusciti a distogliere lo sguardo", ha dichiarato Odel in un'intervista. Il provino con Harvey Weinstein, allora fondatore della Miramax, per 'Prince of Jutland': Paltrow ha sostenuto quel provino nei primi Anni 90 al Peninsula Hotel di Beverly Hills, dove ha incontrato Weinstein e l'allora produttrice della Miramax Meryl Poster. Tuttavia, come si legge nel libro, Weinstein ha deciso di non ingaggiarla perché il ruolo prevedeva scene di nudo e non voleva sottoporre la figlia del regista Bruce Paltrow a quella scena, perché sembrava "una brava ragazza". Il film, uscito nel 1994 con il titolo 'Royal Deceit', è interpretato da Christian Bale, Kate Beckinsale, Gabriel Byrne, Helen Mirren e Brian Cox.
Questo non è stato l'unico incontro con l'ex produttore. Le sue condotte sono state al centro delle inchieste giornalistiche che nel 2017 hanno dato al via al '#MeToo', il movimento collettivo con cui molte donne hanno denunciato le molestie sessuali subite e fino a quel momento taciute. Tra queste, anche Paltrow, alla quale Weinstein ha suggerito di indossare qualcosa di sexy agli MTV Video Music Awards del 1996. Lei si è rifiutata, scegliendo di indossare un tailleur con un pantalone in velluto rosso ispirato agli Anni 70. Il motivo? In quell'anno stava per uscire 'Emma', adattamento del romanzo di Jane Austen, e i VMA offrivano una preziosa visibilità al suo target, un pubblico di adolescenti. Un passaggio della biografia recita: "Gwyneth era appena stata sulla copertina di Vogue, e i VMA erano relativamente di basso livello. Ma l'allora dirigente della Miramax, Marcy Granata, sapeva che se Gwyneth voleva vincere un Oscar, doveva diventare una star. E per esserlo, il suo film doveva debuttare. E per debuttare, aveva bisogno dell'entusiasmo degli adolescenti". Gwyneth accettò di andare ma alle sue condizioni. Weinstein era furioso: "Guarda cosa indossa", disse. Ma nonostante la rabbia, quel look divenne uno dei più iconici delle celebrità degli Anni 90.
Nel libro si racconta anche di quando Weinstein disse a Paltrow di essere stata "derubata" quando non fu nominata all'Oscar per 'Emma' del 1996. "Quando furono annunciate le nomination, Weinstein ricevette una chiamata da Paltrow: 'Gwyneth Paltrow è stata derubata', disse più volte al telefono all'attrice. La biografia racconta che "lo staff della Miramax, che ha sentito la conversazione, non sapeva di cosa stesse parlando. Erano concentrati sulla promozione de 'Il paziente inglese', candidato a 12 premi, e di 'Lama tagliente'. Non avevano pensato a Gwyneth come a una possibile candidata per 'Emma'. Ma dalla conversazione sembrava che Weinstein avesse promesso a Gwyneth una nomination, e ora l'avesse delusa". Paltrow avrebbe impedito a Russell Crowe di interpretare il ruolo dell'amante in 'Delitto perfetto' perché in precedenza avevano avuto una relazione. "'Penso che avessero avuto una relazione e lei non voleva che lui comparisse nel film', ha affermato il regista Andrew Davis'", come si legge nel libro. La parte alla fine è andata a Viggo Mortensen.
Inoltre, il libro fa un po' di chiarezza sulla voce secondo cui Paltrow avrebbe rubato la sceneggiatura di 'Shakespeare in Love' a Winona Ryder. Ma secondo la biografia, Paltrow aveva ricevuto la sceneggiatura perché il regista John Madden era interessato a lavorare con lei (aveva già fatto un provino per il suo film del 1994 'Golden Gate'). Sono circolate diverse versioni su come alla fine sia arrivata a recitare nel film del 1998, che le è valso l'Oscar come Migliore attrice. C'è anche chi dice che abbia rifiutato il progetto ancor prima di leggere la sceneggiatura, convincendosi in un secondo momento. "L'offerta non è mai stata inviata a Winona ma lei voleva fare la parte e Gwyneth l'aveva raccomandata", ha detto Weinstein (tra le case di produzione del film figura anche la Miramax). "Anche se pensavo che Winona fosse fantastica, io avevo in testa solo Gwyneth e le ho detto che non avrei fatto il film senza di lei".
Dopo 'Shakespeare in Love' ha lasciato la Miramax. In più interviste, Paltrow ha raccontato l'impatto negativo che Harvey Weinstein ha avuto su di lei, a partire dalle presunte molestie sessuali dell'uomo scoperte con il '#MeToo'. Quando ha scelto di non lavorare più con Weinstein, si è chiesta se il cinema fosse davvero la sua vocazione. Un passaggio della biografia, sostiene che fosse andata via perché non guadagnasse abbastanza soldi con Miramax. Un amico dell'epoca, come riporta il libro, l'ha ricordata così: "Voleva fare un sacco di soldi'. Gwyneth si era trasformata da una novellina amichevole e accessibile a una star fortemente orientata al commercio. Divenne avida. Credo che suo padre glielo abbia instillato".
Inoltre, "Weinstein ricordò che i film della Miramax avevano un limite di budget di 25 milioni di dollari e che 'se avessimo pagato a Gwyneth 10 milioni di dollari, come meritava, avremmo limitato ciò che potevamo fare nel film, quindi in un certo senso il suo successo l'avrebbe superata rispetto al suo lavoro in film indipendenti'".
Paltrow ha scelto di recitare in 'Seven' al posto di 'Due mariti per un matrimonio' per Brad Pitt. Quando le è stato offerto il ruolo di Tracy Mills in 'Seven' di David Fincher, ha dovuto prendere una decisione difficile, perché le era stato anche offerto di recitare con Keanu Reeves in 'Due mariti per un matrimonio' (un ruolo che poi è andato a Cameron Diaz). Per aiutarla a scegliere, si è rivolta a un'amica per un consiglio, che le ha detto: 'Beh, chi vorresti frequentare, Brad Pitt o Keanu Reeves?' Lei ha scelto Pitt: i due hanno avuto una relazione dal 1994 fino alla loro rottura nel 1997). Ultima non ultima, la lite tra le amiche di vecchia data Gwyneth Paltrow e Madonna. Le due si sono ritrovate in vacanza su un'isola tropicale. Ad agitare le acque sarebbe stato un comportamento della pop star in occasione di una cena. Lourdes, la primogenita della cantante, sarebbe stata apostrofata in modo brusco da sua madre. Gwyneth Paltrow, che era lì con l'allora fidanzato Chris Martin dei Coldplay, sono rimasti senza parole. Martin avrebbe così sussurrato all'attrice: 'Non posso più stare vicino a questa donna. È terribile'. Odell, nel libro, chiarisce: "Gwyneth convenne che Madonna era tossica, e interruppe l’amicizia".
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(Adnkronos) - I Mondiali di nuoto di Singapore continuano a regalare spettacolo. Domani, mercoledì 30 luglio, quarto giorno di gare in vasca con diversi azzurri impegnati. Occhi puntati sulla finale dei 200 farfalla maschili, con Federico Burdisso e Alberto Razzetti a caccia di una medaglia. In gara anche Simone Cerasuolo, pronto a stupire nella finale dei 50 rana. Ecco il programma del 30 luglio e dove vedere gli azzurri in gara ai Mondiali di Singapore, con gli orari italiani.
Ecco il programma degli azzurri impegnati domani, mercoledì 30 luglio, ai Mondiali di nuoto di Singapore:
Ore 4:02 - Sarah Jodoin di Maria, Piattaforma 10 m femminile
Ore 4:22, ore 13:26 eventuali semifinali - Carlos D'Ambrosio, Manuel Frigo , semifinali 100 stile libero maschili
Ore 5 - Massimiliano Matteazzi, Alberto Razzetti, batterie 200 misti maschili
Ore 5:36, ore 14:41 eventuale finale - Italia 4x100 misti mista
11:02 - Chiara Pellacani, Matteo Santoro, finale trampolino 3 m misto
13:54 - Federico Burdisso, Alberto Razzetti, finale 200 farfalla maschili
13:59 - Simone Cerasuolo, finale 50 rana maschili
Le gare di domani mercoledì 30 luglio ai Mondiali di nuoto di Singapore saranno visibili su Rai 2 Hd, RaiSport Hd, Sky Sport Arena (canale 204), Sky Sport Uno e Sky Sport Mix (canali 201 e 211). Gare disponibili anche in streaming su Rai Play, Sky Go e Now.
Leggi tutto: Mondiali nuoto Singapore, programma 30 luglio: orario e dove vedere italiani in gara
(Adnkronos) - Il Regno Unito riconoscerò lo stato della Palestina il prossimo settembre a meno che Israele non faccia dei passi per mettere fine alla "terribile situazione" a Gaza. E' quanto ha annunciato oggi, martedì 29 luglio, dal premier britannico Keir Starmer durante la riunione del gabinetto del suo governo.
Starmer potrebbe dunque seguire la scelta fatta dalla Francia di Emmanuel Macron nonostante in un primo momento il premier britannico avesse frenato affermando che si trattava di un passaggio che "deve far parte di un piano più ampio che porti in ultima analisi a una soluzione a due Stati e a una sicurezza duratura per palestinesi e israeliani".
Ma proprio in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati, il presidente francese lo scorso 25 luglio ha annunciato la scelta i Parigi: "Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo stato di Palestina. Farò l'annuncio solenne all'Assemblea Generale della Nazioni Unite a settembre", il messaggio del presidente francese su X e Instagram.
Prima della Francia, già nel maggio scorso la Spagna di Pedro Sanchez insieme a Norvegia e Irlanda - unendosi ad altri Paesi europei - aveva riconosciuto lo Stato di Palestina.
L'Italia invece frena. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei giorni scorsi si è detta favorevole a uno Stato di Palestina ma non ora. "L’ho detto varie volte, anche in Parlamento. L’ho detto alla stessa autorità palestinese e l’ho detto anche a Macron: io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo", ha sottolineato la premier.
(Adnkronos) - Il Regno Unito riconoscerà lo stato della Palestina il prossimo settembre a meno che Israele non faccia dei passi per mettere fine alla "terribile situazione" a Gaza. E' quanto annunciato oggi, martedì 29 luglio, dal premier britannico Keir Starmer durante la riunione del gabinetto del suo governo.
Starmer potrebbe dunque seguire la scelta fatta dalla Francia di Emmanuel Macron nonostante in un primo momento il premier britannico avesse frenato affermando che si trattava di un passaggio che "deve far parte di un piano più ampio che porti in ultima analisi a una soluzione a due Stati e a una sicurezza duratura per palestinesi e israeliani".
Proprio in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati, il presidente francese lo scorso 25 luglio ha annunciato la scelta i Parigi: "Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo stato di Palestina. Farò l'annuncio solenne all'Assemblea Generale della Nazioni Unite a settembre", il messaggio postato da Macron su X e Instagram.
Prima della Francia, già nel maggio scorso la Spagna di Pedro Sanchez insieme a Norvegia e Irlanda - unendosi ad altri Paesi europei - aveva riconosciuto lo Stato di Palestina.
L'Italia invece frena. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei giorni scorsi si è detta favorevole a uno Stato di Palestina ma non ora. "L’ho detto varie volte, anche in Parlamento. L’ho detto alla stessa autorità palestinese e l’ho detto anche a Macron: io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo", ha sottolineato la premier.
(Adnkronos) - Il Regno Unito riconoscerà lo stato della Palestina il prossimo settembre a meno che Israele non faccia dei passi per mettere fine alla "terribile situazione" a Gaza. E' quanto annunciato oggi, martedì 29 luglio, dal premier britannico Keir Starmer durante la riunione del gabinetto del suo governo.
Il premier britannico ha detto che riconoscerà lo Stato palestinese prima dell'Assemblea Generale dell'Onu a meno che il governo israeliano non raggiunga un cessate il fuoco a Gaza, affermi con chiarezza che non ci sarà l'annessione della Cisgiordania e si impegni in un processo a lungo termine che arrivi alla soluzione dei due Stati, si legge in una nota diffusa dal suo ufficio.
Parlando da Downing Street, Starmer ha detto: "Abbiamo bisogno di vedere almeno 500 camion che entrano a Gaza ogni giorno, ma alla fine l'unico modo di mettere fine a questa crisi umanitaria è attraverso un accordo a lungo termine". "Noi sosteniamo gli sforzi di Usa, Egitto e Qatar per arrivare ad un cessate il fuoco vitale - ha continuato - il cessate il fuoco deve essere sostenibile e portare ad un piano di pace più ampio, che stiamo sviluppando con i nostri partner internazionali".
Il premier britannico ha affermato infine che valuterà "quanto le parti abbiano rispettato questi passi prima di prendere una decisione finale" sul riconoscimento della Palestina.
Starmer potrebbe dunque seguire la scelta fatta dalla Francia di Emmanuel Macron nonostante in un primo momento il premier britannico avesse frenato affermando che si trattava di un passaggio che "deve far parte di un piano più ampio che porti in ultima analisi a una soluzione a due Stati e a una sicurezza duratura per palestinesi e israeliani".
Proprio in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati, il presidente francese lo scorso 25 luglio ha annunciato la scelta i Parigi: "Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo stato di Palestina. Farò l'annuncio solenne all'Assemblea Generale della Nazioni Unite a settembre", il messaggio postato da Macron su X e Instagram.
Prima della Francia, già nel maggio scorso la Spagna di Pedro Sanchez insieme a Norvegia e Irlanda - unendosi ad altri Paesi europei - aveva riconosciuto lo Stato di Palestina.
L'Italia invece frena. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei giorni scorsi si è detta favorevole a uno Stato di Palestina ma non ora. "L’ho detto varie volte, anche in Parlamento. L’ho detto alla stessa autorità palestinese e l’ho detto anche a Macron: io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo", ha sottolineato la premier.
Nello stesso solco le parole pronunciate oggi dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Io credo che sia giusto lavorare per la costruzione dello Stato palestinese. Bisogna costruirlo, però, lo Stato palestinese, bisogna costruire l’unità", ha affermato commentando l'annuncio del primo ministro britannico Starmer. "La prima cosa da fare - ha proseguito Tajani - è impedire che la Cisgiordania, come dicono alcuni ministri del governo israeliano, venga fagocitata. La Cisgiordania deve rimanere la Cisgiordania, e quindi bisogna lavorare per costruire lo stato palestinese e noi siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario per la costruzione dello stato palestinese. Perché ci possa essere uno Stato - ha insistito - lo Stato deve esistere. Non esistere uno stato ‘teorico’, ma uno stato caratterizzato da un popolo ma anche da un’unità territoriale che adesso non c’è”, ha concluso Tajani.
Leggi tutto: Starmer: "Regno Unito pronto a riconoscere Stato di Palestina a settembre"
(Adnkronos) - "Se parliamo di prenotazioni nell''advanced booking' siamo in linea con i dati di dodici mesi fa. Se invece parliamo di destinazioni notiamo un cambiamento. Il prodotto clou 'Mare Italia' si è svincolato dal classico format sabato-sabato ed è diventato super flessibile nelle date di soggiorno, adeguandosi alle richieste del mercato e alle capacità di spesa. Il soggiorno più breve è legato al potere d’acquisto degli italiani, che per un’ampia fascia di popolazione appare ulteriormente eroso rispetto allo scorso anno. Si prenotano soggiorni anche di sole 2 notti: gli operatori hanno creato un 'minimum stay' di 2 notti anche per il mese di agosto, cosa impensabile fino a due anni fa". Così, con Adnkronos/Labitalia, Domenico Pellegrino, presidente Aidit Federturismo Confindustria, l'associazione delle imprese che operano nel settore delle agenzie di viaggi, traccia l'andamento di questi giorni nelle prenotazioni per le vacanze estive.
"Un comportamento -spiega Pellegrino- che è anche influenzato dall’offerta delle linee aeree low cost che ormai garantiscono accessibilità da tanti aeroporti italiani e verso la maggior parte delle mete vacanziere di medio e corto raggio, sia mediterranee che del Nordafrica balneare".
E per quanto riguarda le mete "la formula di vacanza trainante è quella delle Crociere. Segue l’Egitto con in primis Sharm el Sheikh e mentre le destinazioni di lungo raggio con New York, Maldive e Kenya completano il podio delle preferenze. In sofferenza è invece la Tunisia a causa della variazione dei requisiti di ingresso. Oggi infatti è necessario esibire il passaporto: un vero peccato perché rappresenta un ottimo prodotto, soprattutto per le formule di 'resort tutto compreso (volo e soggiorno)' value for money", sottolinea.
Chiaro anche l'andamento delle spese per le vacanze. "Per quanto riguarda la spesa impegnata dai viaggiatori nell’estate 2025, il budget investito è di circa 1.000-1.100 euro a persona, una media costante per tutta la stagione estiva. Se invece consideriamo solo le partenze di agosto, la media sale a 1.600-1.700 per persona in una stagione in cui l’incremento medio del pricing è compreso tra il 12 e il 15%. La durata media delle vacanze è compresa fra i 7 e i 9 giorni se consideriamo le destinazioni di medio e lungo raggio. Se invece stringiamo al solo medio raggio, la durata media scende a 5 giorni", sottolinea.
E dalle analisi di Aidit emergono gli identikit di due tipi di vacanzieri. "Dalle nostre rilevazioni, la vacanza estiva quest’anno risulta divisa in 2 trend e altrettanti profili: l’anticipatore estremo, in questo caso la curva di booking superiore a 100 giorni con picchi di 130 e rappresenta il 60-65% dei nostri clienti delle agenzie. Un’ampia maggioranza prenota giugno-settembre con larghissimo anticipo. E poi il vacanziero last minute: prenota a meno di 30 giorni dalla partenza e rappresenta il 25-30% del totale dei clienti di agenzia. L’intervallo medio delle prenotazioni va dal giorno prima della partenza a due mesi prima. Oggi in agenzia abbiamo 1 cliente su 2 che prenota le vacanze estive e il secondo che prenota sia per l’autunno che per l’inverno e anche per le festività di fine anno", conclude.
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