(Adnkronos) - Sunjay Kapur, amico del principe William e imprenditore indiano, è morto all'età di 53 dopo un incidente che sarebbe stato causato a quanto pare da un'ape, come riferiscono i media britannici. L'uomo, 53 anni, stava giocando a polo giovedì 12 giugno in Inghilterra quando, secondo indiscrezioni ancora non confermate ufficialmente, avrebbe ingoiato un'ape, che lo avrebbe poi punto nella parte interna della bocca causando uno shock anafilattico. Immediato l'arresto cardiaco che ne ha poi provocato il decesso.
A confermare la morte di Kapur è stato proprio il circolo di polo dove l'imprenditore stava giocando, il Guards Polo Club, con una nota ufficiale pubblicata sul proprio sito: "Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e i Soci del Guards Polo Club sono rimasti sconvolti nell'apprendere che Sunjay Kapur, proprietario della squadra di polo Aureus, è morto dopo essersi sentito male durante una partita allo Smith's Lawn", si legge nel comunicato, "il Club esprime le sue più sentite condoglianze alla moglie, Priya Sachdev, ai figli, alla famiglia Kapur e ai compagni di squadra dell'Aureus. Non commenteremo ulteriormente questa notizia per evitare ulteriore sofferenza alla famiglia Kapur".
Kapur era un imprenditore noto sia per il proprio lavoro che per i suoi legami con l'alta società inglese. Sunjay era presidente della Sona Comstar, multinazionale che produce componenti per il settore automobilistico, e caro amico del principe William. I due si erano incontrati da giovani nel corso dei propri studi accademici e avevano coltivato poi il loro rapporto anche attraverso le proprie passioni in comune, in primis quelle sportive.
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(Adnkronos) - Il conflitto tra Israele e Iran è destinato a durare ma l'Italia è in prima fila per la de-escalation. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nell'audizione di fronte alle commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera.
"La tensione in tutta la regione è altissima", ha scandito il titolare della Farnesina aggiungendo che l'operazione militare israeliana, a quanto gli è stato riferito dal ministro degli Esteri israeliano Sa’ar, "appare destinata a durare diversi giorni, se non settimane".
Tuttavia, ha scandito il vicepremier, "di fronte alla minaccia nucleare non ci può essere ambiguità, l'Iran non può avere l'arma atomica", è "questo il messaggio che ho voluto trasmettere questa mattina anche al Presidente israeliano Herzog, a cui ho offerto la piena solidarietà e amicizia del Governo, condividendo che Israele ha il diritto di tutelare i propri cittadini".
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(Adnkronos) - Aveva ingoiato un cacciavite giocattolo con la punta di metallo, che rischiava di perforargli l'intestino. Tanto spavento, e infine un sospiro di sollievo, per un bimbo di 5 anni salvato da una gastroscopia d'urgenza a Salerno.
L'Aou salernitana riferisce oggi l'episodio accaduto qualche giorno fa, che ha tenuto con il fiato sospeso i genitori del piccolo. "Inspiegabilmente", viene riferito, il bambino ha ingerito l'oggetto che rischiava di ucciderlo. Racconta Arianna Diasco, in forze nel reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia dell'ospedale universitario San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, diretto da Carolina Ciacci: "Sono stata contattata di notte dai colleghi della Chirurgia pediatrica diretta da Umberto Ferrentino, e con estrema solerzia ho eseguito un intervento endoscopico, necessario a rimuovere il pericoloso corpo estraneo. Al bambino è stata precedentemente praticata l'anestesia con intubazione oro-tracheale", quindi è stato "sottoposto a gastroscopia d'urgenza per estrarre l'oggetto con l'ausilio di device dedicati (pinze e anse), scongiurando così un'invasiva operazione chirurgica e le relative conseguenze post-operatorie. La procedura non è stata comunque priva di rischi - sottolinea la specialista - in virtù dell'anestesia generale e anche a causa di una grande quantità di cibo che il bambino aveva ingerito da poco durante la cena, e che ha ostacolato quindi l'estrazione del cacciavite".
Ciò nonostante, evidenziano dall'ospedale, "l'intervento è avvenuto con tempistiche tali che, se non fossero state rispettate, un'eventuale permanenza dell'oggetto nel tubo digerente avrebbe potuto causare la perforazione dell'intestino".
Diasco - si legge in una nota - tiene a ringraziare Ciacci, lo staff infermieristico, quello degli anestesisti, dei chirurghi pediatrici e della sala operatoria, senza i quali questa impresa a lieto fine non avrebbe avuto il giusto supporto e la fondamentale collaborazione. Il piccolo paziente, dopo un giorno di degenza e tanto spavento, è tornato a casa e gode di ottima salute.
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(Adnkronos) - Lando Norris non pensa al... matrimonio. Il pilota della McLaren, secondo nella classifica Piloti, è atteso da un weekend cruciale in Canada, dove va a caccia di punti pesanti per rimanere nella scia del compagno di squadra Oscar Piastri, leader del Mondiale di Formula 1 a quota 186 e con 10 lunghezze di vantaggio sull'inglese. Norris, che non ha brillato nelle prove libere del venerdì, tanto da definirlo "il peggior venerdì dell'anno", ha trovato sugli spalti di Montreal numerosi tifosi pronti a caricarlo in vista della gara, e non solo.
Durante le prove libere, dove non ha brillato nemmeno Charles Leclerc, infatti è spuntato il cartellone: "Lando, vuoi sposarmi? Il mio fidanzato non vuole", sorretto da una coppia con tanto di cuori e foto di Norris. Le telecamere non si sono lasciate sfuggire l'occasione e sono subito andate a inquadrare l'inglese, che a bordo della sua McLaren, una volta visto il cartellone sul maxischermo a bordo pista, ha scosso la testa più volte prima di tornare a concentrarsi sul circuito.
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(Adnkronos) - Giallo a Cagliari, un minorenne è stato trovato morto in mare. L'allarme è scattato all'alba vicino al vecchio stadio Sant'Elia quando è stato visto il corpo in acqua all'altezza della spiaggetta dietro il parcheggio Cuore, a ridosso del molo di levante. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco che hanno recuperato il corpo e gli operatori del 118. Immediato anche l'intervento della polizia che ha potuto constatare che si tratta di un minore. Dai primi accertamenti non ci sarebbero segni sul corpo e non viene esclusa nessuna pista.
(Adnkronos) - "La vera innovazione non è solo nella tecnologia, ma nella volontà concreta di confrontarsi per cooperare in modo nuovo. La sinergia fine a se stessa non lascia traccia, è la volontà condivisa di progredire che crea valore e cambiamento". Così Luciano Pino, direttore dell'Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell'Aorn San Pio di Benevento, in occasione del congresso regionale Aogoi 2025, che si chiude oggi a Benevento, e di cui Pino è presidente. L'evento - ieri e oggi - ha riunito oltre 100 esperti tra i maggiori esponenti della ginecologia e ostetricia italiana, affrontando i grandi temi della medicina moderna: dall'intelligenza artificiale applicata alla diagnostica e alla chirurgia robotica, fino alla medicina personalizzata, alla Pma, all'oncofertilità, alla menopausa e alla telemedicina.
"Abbiamo vissuto momenti di alto profilo scientifico - spiega Pino - in particolare quelli dedicati alla diagnostica delle malattie gravi, come le patologie metaboliche e le neoplasie ginecologiche, ma anche l'endometriosi, dove la capacità di fare diagnosi precoce fa davvero la differenza. La forza di questo congresso è nella possibilità di condividere esperienze, rafforzare competenze e uscire dalle vecchie dicotomie specialistiche". Nel corso della 2 giorni, spazio anche alla diagnostica per immagini - ecografica, radiologica e con risonanza magnetica - e al dibattito sull'uso intelligente e selettivo delle nuove tecnologie. "L'intelligenza non è solo artificiale, è soprattutto analogica, umana - sottolinea Pino - ed è la nostra esperienza clinica che deve restare il punto fermo. L'urgenza dei pazienti è concreta: cercano risposte chiare e rapide e noi dobbiamo essere pronti, come professionisti, ad accogliere queste domande con responsabilità". Particolare attenzione è stata dedicata anche alla procreazione medicalmente assistita. "Oggi più che mai - evidenzia l'esperto - c'è bisogno di soluzioni tempestive ed efficaci per le coppie che cercano una gravidanza. La Pma richiede aggiornamento costante e una risposta empatica e competente, in grado di restituire fiducia a chi si affida a noi".
Il congresso regionale Aogoi Campania 2025 si conferma un appuntamento strategico non solo per l'aggiornamento scientifico, ma anche per promuovere una nuova visione di sanità, fondata sulla relazione medico-paziente, sulla fiducia reciproca, sul confronto tra diverse professionalità e su un uso consapevole dell'innovazione, al servizio della salute e della futura genitorialità. "Questa è la vera empatia: un rapporto di fiducia che finora i pazienti hanno espresso in modo silenzioso, ma che sempre più spesso chiederanno in modo esplicito. Come operatori sanitari dobbiamo essere pronti a rispondere a questa esigenza, con competenza, tempestività e umanità", conclude Pino.
Leggi tutto: Pino (Aogoi): "Non solo innovazione, in ginecologia serve confronto tra professionisti"
(Adnkronos) - E’ in arrivo il primo ingorgo fiscale dell’anno. Anche se, in teoria, venerdì scorso abbiamo celebrato il giorno di liberazione fiscale. Entro lunedì prossimo, 16 giugno 2025, i contribuenti italiani saranno infatti chiamati a versare all’erario 42,3 miliardi di euro in tasse. Un importo, quest’ultimo, che secondo l’Ufficio studi della Cgia è certamente sottodimensionato, poiché non include il valore economico dei contributi previdenziali che dovranno essere pagati dalle imprese e dai lavoratori autonomi.
In sostanza, tra soli due giorni, questa enorme responsabilità fiscale si concretizzerà senza possibilità di sconto. Considerando poi la cronica carenza di liquidità che affligge soprattutto il mondo delle piccole aziende, molti imprenditori hanno cerchiato sul calendario con il pennarello rosso sia il 16 che il 30 giugno: due scadenze fiscali che mettono “paura” e fanno “tremare” chiunque abbia a cuore la propria attività.
Entro dopodomani, infatti, i titolari di impresa saranno chiamati a versare all’erario almeno 34 miliardi di euro, quasi la totalità del gettito totale previsto (l’80% circa). Questa cifra assoluta in capo alle aziende comprende, in particolare, le ritenute Irpef sui lavoratori dipendenti e sui collaboratori familiari (14,4 miliardi), l’Iva (13,2), l’Imu (5) e le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi (1,3).
È fondamentale sottolineare che per le imprese il pagamento delle ritenute Irpef dei propri dipendenti e dell’Iva -importo stimato dalla Cgia in 27,5 miliardi di euro- rappresenta una mera partita di giro: nel caso delle ritenute Irpef, infatti, le aziende agiscono come sostituti d’imposta per conto dei propri lavoratori; riguardo all’Iva, invece, si tratta di somme già incassate in precedenza, ogni qual volta hanno ricevuto un pagamento dalla clientela a seguito dell’emissione di una fattura. Nonostante ciò, rimane il solito problema della liquidità. Con tempi di pagamento tra le imprese private in costante aumento, tantissime attività sono a corto di liquidità, anche perché le banche, in particolare alle piccole imprese, continuano a erogare il credito con il contagocce. Questa situazione, se ancora ce ne fosse bisogno, dimostra con chiarezza la responsabilità cruciale che grava sulle imprese nel garantire il corretto flusso fiscale verso lo Stato.
Giugno e anche novembre sono da sempre i mesi delle tasse. E se la scadenza di dopodomani sta togliendo il sonno a molti contribuenti in preda alle difficoltà di reperire i soldi per onorare le richieste del fisco, anche la scadenza di lunedì 30 giugno sarà tra le più importanti dell’anno. Nonostante il Consiglio dei Ministri abbia opportunamente rinviato al 21 luglio prossimo e senza alcuna maggiorazione il pagamento dell’Ires, dell’Irap, dell’Irpef e delle addizionali Irpef ai forfetari e alle partite Iva soggette agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), sempre secondo le stime dell’Ufficio studi della Cgia, nell’ultimo giorno di questo mese è previsto un gettito per l’erario di 17 miliardi di euro. Soldi che arriveranno dal pagamento dell’Ires (9,8 miliardi), dell’Irap (4,9), dell’Irpef (1,5) e delle addizionali regionali/comunali Irpef (0,9). In buona sostanza, dalle due scadenze previste in questo mese (lunedì 16 e lunedì 30), le casse dello Stato riscuoteranno complessivamente 59,3 miliardi di euro.
Nel 2024 la pressione fiscale in Danimarca era al 45,4 per cento del Pil, in Francia al 45,2, in Belgio al 45,1, in Austria al 44,8 e in Lussemburgo al 43. Tra tutti i Paesi dell’Ue, l’Italia si posizionava al sesto posto con un tasso del 42,6 per cento del Pil. Se tra i nostri principali competitor commerciali solo la Francia presentava un carico fiscale superiore al nostro, gli altri, invece, registravano un livello nettamente inferiore. Se in Germania il peso fiscale sul Pil era al 40,8 per cento (1,8 punti in meno rispetto al dato Italia), in Spagna addirittura al 37,2 (5,4 punti in meno che da noi). Il tasso medio in Ue, invece, era al 40,4, 2,2 punti in meno della nostra media nazionale.
Oltre ad avere un carico fiscale tra i più elevati d’Europa, l’Italia è il Paese, assieme al Portogallo, dove pagare le tasse è più difficile, in particolar modo per le imprese. Secondo le ultime statistiche elaborate dalla Banca mondiale, i nostri imprenditori “perdono” 30 giorni all’anno (pari a 238 ore) per raccogliere tutte le informazioni necessarie per calcolare le imposte dovute; per completare tutte le dichiarazioni dei redditi e per presentarle all’Amministrazione finanziaria; per effettuare il pagamento on line o presso le autorità preposte. In Francia per espletare le incombenze burocratiche derivanti dal pagamento delle tasse sono necessari solo 17 giorni (139 ore), in Spagna 18 (143 ore) e in Germania 27 (218 ore), mentre la media dell’Area dell’Euro è di 18 giorni (147 ore). I dati si riferiscono a una media impresa (società a responsabilità limitata), al secondo anno di vita e con circa 60 addetti.
Nel 2024 l’Agenzia delle Entrate ha recuperato dalla lotta all’evasione fiscale 33,4 miliardi di euro; una cifra che costituisce un record assoluto. A questa buona notizia se ne affianca un’altra: secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) l’evasione è in calo. Se nel 2017 toccava i 108,4 miliardi di euro, nel 2021, ultimo anno in cui il dato è disponibile, è scesa a 82,4 miliardi; di cui 72 sono ascrivibili al mancato gettito tributario e gli altri 10,4 sono il “frutto” dell’evasione contributiva. Sebbene non possiamo contare su oltre 82 miliardi di euro di entrate tributarie e contributive ogni anno, negli ultimi tempi l’Amministrazione finanziaria italiana ha imboccato la strada giusta e per gli evasori la vita è diventata molto più difficile. Grazie all’applicazione della compliance fiscale[4], dello split payment, della fatturazione elettronica e dell’invio telematico dei corrispettivi, una serie di contribuenti – tra cui gli evasori seriali, chi riceveva i pagamenti dallo Stato per un servizio o una prestazione lavorativa resa e poi non onorava il pagamento dell’Iva e, infine, i professionisti delle cosiddette “frodi carosello” - sono stati indotti a ravvedersi. Certo, il lavoro da fare rimane ancora molto, ma le misure messe in campo in questi ultimi anni stanno riscuotendo un buon successo.
Se “regionalizziamo” gli 82,4 miliardi di euro di evasione fiscale stimati dal Mef, l’area geografica che in valore assoluto registra l’evasione più elevata d’Italia è la Lombardia con 13,6 miliardi. Seguono il Lazio con 9,2 e la Campania con 7,7. Rammentando che la Lombardia conta quasi 10 milioni di abitanti – mentre il Lazio e la Campania rispettivamente 5,7 e 5,6 – da un punto di vista comparativo è certamente più “corretto” misurare in mancato gettito imputabile agli evasori, calcolando l’incidenza percentuale dell’evasione sul gettito tributario e contributivo incassato in ciascuna regione. Ebbene, se decidiamo di utilizzare questa modalità, il tasso di evasione più elevato si attesta al 20,4 per cento e riguarda la Calabria. Al 19,1 scorgiamo la Campania, al 18,7 la Puglia e al 18,3 la Sicilia. L’area più “fedele” al fisco d’Italia, invece, risulta essere la Provincia Autonoma di Bolzano con un tasso dell’8,6 per cento. La media Italia è al 12,5 per cento.
Per avere la meglio sugli evasori bisogna continuare a sfruttare in modo sempre più efficiente i dati detenuti dall'Amministrazione fiscale, al fine di ottimizzare i controlli su fenomeni che, secondo le valutazioni dell'Agenzia delle Entrate, presentano elevati livelli di rischio. Tra questi si annoverano: le frodi Iva; l'uso improprio di crediti inesistenti e/o aiuti economici non dovuti; la fittizia dichiarazione di residenza fiscale all'estero; e l’occultamento di patrimoni al di fuori dei confini nazionali.
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(Adnkronos) - "Oggi la ginecologia guarda al futuro. Fino a qualche anno fa, da un semplice prelievo di sangue si potevano analizzare solo poche patologie legate alla gravidanza, come la sindrome di Down. Oggi siamo in grado di rilevare fino a un migliaio di malattie genetiche con un unico esame del sangue". Cosi Giovanni Savarese, direttore del settore di genetica del Centro Ames, in occasione del congresso regionale Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) Campania, che si chiude oggi a Benevento, dal titolo 'Innovazione e tecnologia in ginecologia e ostetricia: impatto nella pratica clinica'.
Savarese evidenzia come le innovazioni in ambito genetico stiano cambiando radicalmente l'approccio alla diagnosi prenatale, permettendo una mappatura sempre più ampia delle patologie ereditarie. "Tra le più frequenti - spiega - ci sono la fibrosi cistica e numerose malattie metaboliche. Parliamo di screening sempre più precoci e accurati che, in molti casi, consentono di intervenire in tempo utile". Un aspetto centrale riguarda però la finalità di questi test. "L'obiettivo - sottolinea il genetista - non è condurre la coppia verso decisioni drastiche come l'interruzione della gravidanza, ma offrire strumenti per intervenire, laddove possibile, con una terapia. Parliamo ad esempio di trattamenti enzimatici, ormonali o dietetici che, se somministrati precocemente, possono cambiare radicalmente la vita del nascituro". La prospettiva - come emerge dal congresso - è quella di una medicina predittiva e personalizzata, capace di leggere in modo sempre più dettagliato il patrimonio genetico del nascituro e di trasformare l'informazione in azione clinica. "Stiamo entrando in una nuova era della diagnosi genetica - prosegue Savarese - in cui il concetto di prevenzione prenatale non si limita alla rilevazione di anomalie, ma si estende alla possibilità concreta di cura. Il nostro compito come clinici e genetisti è dare risposte a famiglie che affrontano una gravidanza con timori legati alla trasmissione di patologie genetiche".
Nel corso del congresso Aogoi - che ha riunito oltre 100 relatori tra i più autorevoli esponenti della ginecologia italiana - ampio spazio è stato dedicato al ruolo sempre più centrale della genetica e della diagnostica avanzata nella medicina della riproduzione. "Siamo davanti a un cambiamento culturale in cui la tecnologia non è fine a se stessa, ma uno strumento al servizio della vita e della salute. Dare a un bambino la possibilità di nascere e crescere sano, anche in presenza di una predisposizione genetica, è la sfida più alta e più bella della nostra disciplina", conclude l'esperto.
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(Adnkronos) - Jannik Sinner riparte da Halle. Il tennista azzurro è arrivato in Germania, dove giocherà l'Atp 500, di cui è campione in carica, per inaugurare la sua stagione sull'erba e prepararsi a Wimbledon, il prossimo Slam in programma dal 30 giugno al 13 luglio. Prima di partire per Londra però Sinner giocherà quindi ad Halle, per riprendere confidenza con l'erba e scacciare i fantasmi della finale-maratona persa con Carlos Alcaraz al Roland Garros.
E proprio la differenza rispetto al programma del numero due del mondo, che dopo una breve vacanza a Ibiza giocherà il torneo del Queen's, da cui si è invece ritirato Lorenzo Musetti, ha fatto insinuare, a una parte della stampa spagnola, che Sinner stia cercando di evitare Alcaraz per non rivivere il 'trauma' di Parigi, almeno non prima di Wimbledon. "Sinner ha scelto Halle per evitare Alcaraz", hanno scritto alcuni media iberici, mettendo così l'accento sul differente score degli scontri diretti tra i due.
Dei dodici precedenti andati in scena fin qui infatti, otto sono stati vinti dallo spagnolo, con l'azzurro che invece ne ha conquistati appena la metà, quattro. Il motivo della scelta di Sinner però non è da ricercare nella 'paura' di affrontare il rivale, ma quanto più nella voglia di difendere il titolo conquistato lo scorso anno ad Halle. Nel 2024 infatti Jannik battè in finale il polacco Hubert Hurkacz in due set, vincendo il torneo e guadagnando i 500 punti messi in palio. Importante, in chiave ranking, non perdere terreno e lasciare intaccato il distacco da Alcaraz, che a Wimbledon dovrà difendere la vittoria dello scorso anno, quando Sinner, invece, fu eliminato ai quarti di finale da Daniil Medvedev.
Leggi tutto: Sinner ad Halle, Alcaraz al Queen's. In Spagna: "Jannik vuole evitarlo"
(Adnkronos) - "Siamo un centro di ricerca ma, prima di tutto, siamo vicinissimi alle donne. E quindi, inevitabilmente, anche ai ginecologi che ogni giorno lavorano per la loro salute. Il nostro compito è quello di offrire strumenti diagnostici sempre più precisi e performanti per supportare il loro lavoro e migliorare la qualità delle cure". Così Antonio Fico, direttore del Centro polidiagnostico strumentale Ames, in occasione del congresso regionale Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) Campania che si chiude oggi a Benevento, dal titolo 'Innovazione e tecnologia in ginecologia e ostetricia: impatto nella pratica clinica'. "Viviamo in un mondo dominato dai social - osserva Fico - e le donne oggi arrivano molto più preparate alla visita. I medici a volte si infastidiscono quando dicono 'ho letto su Internet', ma la verità è che vogliono capire, si informano, cercano la prevenzione. E hanno ragione: la prevenzione salva la vita".
"Abbiamo investito moltissimo nella chirurgia molecolare e nell'acquisizione di sequenziatori di ultima generazione - ricorda Fico nel sottolineare come il Centro Ames sia in prima linea nella ricerca applicata alla salute femminile - Questo ci consente di ottenere diagnosi sempre più rapide e affidabili, un fattore cruciale soprattutto in ambito preventivo". "L'obiettivo è accompagnare la ginecologia verso un futuro fatto di tecnologie avanzate, intelligenza artificiale e medicina personalizzata. Un futuro che è già presente, e che ci impone di lavorare in rete, con un approccio integrato, consapevole e profondamente umano".
Tra i temi al centro del congresso Aogoi Campania 2025 - che ha riunito oltre 100 relatori tra i più autorevoli esponenti della ginecologia italiana - la chirurgia robotica, tecniche minimamente invasive, ecografia 3D/4D, test genetici e molecolari, big data e telemedicina, con un focus specifico sulla personalizzazione delle cure e la gestione delle disfunzioni pelviche.
Leggi tutto: Fico (Centro Ames): "Con test e tecnologia al fianco di ginecologi e donne"
(Adnkronos) - "Le vaccinazioni sono fondamentali per i pazienti fragili, cronici e adulti. Le malattie infettive restano una minaccia concreta, spesso sottovalutata. Lo pneumococco può causare polmoniti gravi, lo zoster ha sequele importanti e il virus respiratorio sinciziale è pericoloso per gli anziani fragili. Bisogna allargare la protezione anche a chi ha patologie croniche, indipendentemente dall'età: il diabete o le malattie cardiovascolari aumentano il rischio di complicanze infettive. Prevenire significa evitare malattie, esiti invalidanti, decadimento della qualità di vita e costi diretti e indiretti per il sistema sanitario". Così Tommasa Maio, responsabile della Scuola nazionale di Vaccinologia della Metis-Società scientifica dei medici di medicina generale, in occasione dell'evento formativo 'Strumenti e modelli organizzativi per la gestione efficiente delle campagne vaccinali dell'adulto e anziano nel setting della medicina di famiglia', a Roma.
"Il medico di medicina generale ha un ruolo chiave: è il riferimento costante del paziente, conosce la sua storia clinica, il contesto sociale, le fragilità - spiega Maio - Questo permette una prevenzione su misura, quasi sartoriale. Pensiamo a una donna che entra in gravidanza: possiamo proteggerla per la salute del nascituro. O a un giovane splenectomizzato per un incidente che ha nuove necessità vaccinali non legate all’età ma alla sua condizione. Il nostro rapporto continuo con il paziente consente interventi precisi e tempestivi". La situazione, però, non è uniforme in tutte le regioni: "Ogni territorio adotta modelli organizzativi diversi - fa notare l'esperta - In Toscana, ad esempio, i colleghi possono somministrare qualsiasi vaccino senza problemi di fornitura: se arriva un paziente ferito in giardino, possono fargli subito l'antitetanica. In Piemonte, dove lavoro, questo non sempre è possibile. Devo rinviare il paziente o prescrivergli il vaccino da acquistare. Il punto è che non basta coinvolgere i medici di famiglia: bisogna metterli in condizione di operare. Avere i vaccini tempestivamente, con una logistica efficiente, fa la differenza".
"Nel 2020, durante il picco della pandemia - ricorda Maio - i medici di famiglia e i pediatri vaccinarono da soli oltre 13 milioni di persone contro l'influenza. Portarono le coperture a livelli che non si vedevano da 10 anni. Questo dimostra che il sistema funziona, se messo in condizione di farlo. Il vaccino è un diritto - conclude l'esperta - Ogni cittadino ha diritto ad essere protetto, senza ostacoli e senza costi aggiuntivi".
Leggi tutto: Vaccini, Maio (Metis): "Il medico di famiglia è garante della protezione vaccinale"
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