(Adnkronos) - Venerdì termina l'Ops di Bper su Popolare Sondrio. Gianni Franco Papa, amministratore delegato di Bper, spiega in un'intervista all'Adnkronos: "Insieme saremo più forti, confidiamo che le adesioni finali vadano oltre il 50%".
Siete fiduciosi del buon esito dell'operazione, quindi?
"Ci sono tutti gli elementi per una piena integrazione: radici comuni, attenzione al territorio, un’analoga gestione e supporto a famiglie, imprese e comunità nelle zone in cui operiamo. Siamo due banche con una comune radice “popolare” e insieme saremo più grandi, ancora più solidi e strutturati per stare sempre più vicino ai nostri clienti. Riguardo l’operazione, abbiamo indicato come soglia minima 50% più 1 azione, mantenendo la possibilità eventuale di accettare anche una soglia del 35% più 1. Crediamo che l’operazione abbia una forte valenza strategica, industriale e finanziaria e siamo confidenti che le adesioni finali andranno oltre il 50%".
Oggi c’è stato il Cda della Popolare di Sondrio, che ha preso atto del miglioramento dell’offerta, pur paventando ancora incertezze. Come risponde?
“Siamo lieti che Popolare di Sondrio abbia riconosciuto il miglioramento delle condizioni economiche dell’offerta, che ha l'obiettivo di massimizzare il consenso sul progetto. Insieme saremo ancora più forti e presenti nei territori in cui operiamo e per i quali vogliamo essere il partner di riferimento per la crescita. La valorizzazione delle persone, la salvaguardia dei livelli occupazionali, il mantenimento del forte legame con i territori di riferimento e il sostegno allo sviluppo dell’economia valtellinese sono valori che abbiamo posto al centro dell’operazione sin dall’inizio. Integrando le eccellenze dei due istituti, daremo vita ad un Gruppo bancario con oltre 2.000 filiali, fortemente radicato nel Nord Italia, e che avrà una nuova e forte direzione territoriale a Sondrio. La nuova realtà sarà ancora più efficace sul territorio, portando valore per tutti gli stakeholders e offrendo nuove opportunità a dipendenti, clienti, imprenditori e comunità locali.
ll nostro obiettivo non è ridurre, ma continuare a sviluppare. Abbiamo già dimostrato, con diverse integrazioni alle spalle, il nostro impegno sul fronte occupazionale a tutela dei posti di lavoro. Abbiamo sempre salvaguardato i livelli occupazionali e intendiamo continuare a farlo. Anzi, come abbiamo detto più volte, i colleghi della Sondrio potranno beneficiare dell’appartenenza ad un gruppo più grande con una posizione di leadership in Italia. Quanto al legame con i territori, lo rafforzeremo. Il marchio di Banca Popolare di Sondrio sarà mantenuto nelle aree storiche dove ha una forte identità. Non ci sarà, inoltre, alcuna desertificazione bancaria: manterremo un presidio territoriale stabile che garantirà ascolto e processi decisionali vicino ai clienti anche attraverso la nuova direzione territoriale di Sondrio.
E infine, sullo sviluppo dell’economia valtellinese, investiremo con determinazione. Metteremo a disposizione più risorse finanziarie per famiglie, imprese e progetti strategici, rafforzando l’offerta nei settori chiave per il territorio".
Ora che c’è anche il consenso da Sondrio, che banca nascerà?
"Nascerà una banca più forte, profondamente radicata nei territori e al tempo stesso capace di giocare un ruolo di primo piano nel panorama nazionale. L’unione tra due realtà italiane con una lunga storia, una cultura bancaria affine e una visione condivisa del valore di prossimità al cliente, rappresenta un’opportunità unica. Insieme, saremo in grado di offrire più solidità, più efficienza e più servizi, con l’agilità di un gruppo che conosce bene le esigenze del tessuto economico italiano. È un progetto che valorizza le persone, i territori e le identità, mettendo al centro tutti i nostri stakeholder, a partire dai nostri azionisti.
Questo non è solo un progetto industriale, è una scelta strategica per affrontare con maggiore forza un contesto macroeconomico e geopolitico segnato da incertezze improvvise e forti turbolenze. Insieme potremo sostenere ancora meglio famiglie e imprese con maggiori risorse, una rete più capillare, tecnologie più evolute, e una capacità di investimento più solida. Per i colleghi di Banca Popolare di Sondrio si apriranno da subito percorsi concreti di crescita: potranno accedere alla BPER Academy, a programmi di sviluppo professionale avanzati e alle stesse opportunità manageriali già percorse con successo dal 40% dei nostri attuali top manager provenienti da realtà integrate nel Gruppo. E lo faremo, come sempre, tutelando l’occupazione e gestendo l’integrazione con responsabilità e dialogo".
Qualcuno osserva che gli indici di efficienza aziendale di Pop.Sondrio risultano migliori rispetto a Bper (il Cost Income di Banca Pop Sondrio nel 2024 è stato pari al 39% rispetto al 54% di Bper mentre il Prodotto Bancario, di Bper nel 2024, risulta inferiore del 44% circa rispetto al dato di Banca Popolare Sondrio) e che il valore verrebbe disperso nel caso di fusione con realtà diverse e con modelli di crescita quantitativa spinta prevalentemente sulle commissioni nella distribuzione di prodotti assicurativi e finanziari. Cosa rispondete?
"Sondrio è prevalentemente una banca corporate, mentre noi siamo cresciuti nel tempo come banca commerciale con un’offerta completa, in grado di rispondere alle differenti necessità della clientela. Al modello tradizionale di intermediazione del credito affianchiamo servizi e prodotti “verticali” molto specializzati e con un grado di sofisticazione crescente in base alla tipologia di clientela come ad esempio, persone, famiglie, piccoli operatori economici, micro, media e grandi imprese, investimenti, solo per citarne alcuni. La gestione dei patrimoni e la protezione nelle sue diverse forme sono per noi parte integrante del nostro modo di fare banca, a beneficio dei clienti che possono coprirsi da eventuali rischi e migliorare il proprio profilo creditizio. Offrire una piattaforma di prodotti e servizi efficace ed efficiente significa investire in tecnologia, persone, formazione. Ed è quello che facciamo. Non vedo nessuna dispersione del valore di Sondrio, vedo invece la possibilità di mettere a fattor comune le migliori prassi dei due istituti.
Ricordo che Bper è una banca solida, con un Cet1 ratio del 15,8% e una forte generazione di capitale - 540 milioni nel primo trimestre 2025 - che garantisce ampie possibilità di investimento in tecnologia e innovazione. Anche Banca Popolare di Sondrio ha piani ambiziosi in questi ambiti, e grazie all’integrazione potremo accelerarli sfruttando l’infrastruttura consolidata di BPER.
La verità è che insieme saremo più forti. Non si tratta di scegliere tra efficienza e crescita, tra banca tradizionale e innovazione: l’integrazione punta a unire il meglio di entrambe le banche, mettendo a fattor comune efficienza operativa, competenze, radicamento territoriale e capacità di investimento".
Alcune categorie di imprenditori paventano in caso di fusione tra due ex popolari una restrizione al credito (credit cruch) soprattutto per le imprese piccole o piccolissime del territorio. Dalle parti di Sondrio insistono sul fatto che la banca non è un algoritmo e bisogna tenere conto della storicità degli imprenditori. Vi sentire di rassicurarli?
"Voglio rassicurarli con grande chiarezza: la nostra intenzione non è di ridurre il credito, ma al contrario di rafforzare la capacità del Gruppo di sostenere le imprese. Nel 2024, solo in Lombardia, BPER ha erogato 4,3 miliardi di euro a famiglie e imprese, di cui 2,9 miliardi destinati alle imprese e 1,4 miliardi ai privati. Nasciamo anche noi come banca popolare, radicata nei territori, e crediamo fortemente nel valore della relazione personale con gli imprenditori. Non a caso, vogliamo mantenere il marchio di Banca Popolare di Sondrio nelle sue aree storiche e creare una nuova direzione territoriale proprio a Sondrio, per continuare ad ascoltare e accompagnare chi lavora e investe nel territorio valtellinese e non solo.
Abbiamo le risorse, l’esperienza e la volontà per farlo. Solo nel primo trimestre del 2025 abbiamo erogato 4,4 miliardi di nuovo credito a famiglie e imprese a livello nazionale, oltre la metà dei quali dedicati a progetti imprenditoriali. Sono dati che dimostrano come la nostra strategia sia quella di stare vicino ai nostri clienti e di sostenere la loro crescita".
Così come i lavoratori che temono per la chiusura delle filiali?
"Le due banche sono molto complementari sia da un punto di vista di prodotti e servizi, che di presenza territoriale. Ne è una prova la recente approvazione dell’Antitrust che ha confermato il numero di filiali, solo sei, da cedere nell’ambito dell’Opas
È possibile che si attui un consolidamento, come nelle precedenti integrazioni, dove alcune filiali sono state accorpate, trasferendo la clientela e i colleghi. Questo non significa chiudere lasciando scoperto il territorio, né avere impatto occupazionale sui colleghi.
Abbiamo una storia di acquisizioni alle spalle e intendiamo salvaguardare i livelli occupazionali. Ogni iniziativa intrapresa è sempre stata svolta all’interno dell’intero perimetro del gruppo, facendo ricorso solo a strumenti di gestione volontaria e in pieno accordo con le parti sociali.
In più, abbiamo già dimostrato il nostro impegno nella valorizzazione dei talenti provenienti dalle banche che abbiamo aggregato: attualmente, come ricordavo poc’anzi, tra i nostri top e senior manager, circa il 40% delle posizioni sono ricoperte da colleghi che hanno iniziato la loro carriera in istituti entrati a far parte del Gruppo BPER negli ultimi anni".
L'Ad di Intesa Sanpaolo Messina ha definito il risiko bancario un "far west". Era inevitabile un processo di aggregazione? Pensa che alla fine questa stagione del risiko farà bene al settore bancario?
"Siamo parte di questo processo di consolidamento, a mio avviso ineludibile, con un'operazione dal chiaro valore industriale. Sono convinto che il Paese abbia bisogno di istituti di credito più grandi e solidi per supportare un’economia manifatturiera che è la seconda in Europa e l’ottava a livello globale. Le banche sono la cinghia di trasmissione delle risorse verso l’economia. Istituti più grandi e più solidi dal punto di vista del capitale e della liquidità potranno fare maggiori investimenti e sostenere la crescita e lo sviluppo di persone e imprese e, con loro, del sistema Paese". (di Andrea Persili)
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