(Adnkronos) - Per Jannik Sinner il ritiro choc contro Alcaraz nella finale del Masters 1000 di Cincinnati "è una botta forte. Si sente in colpa con sé stesso e con gli altri, non a caso ha chiesto subito scusa al pubblico dopo il malore in campo. In lui ora prevale il senso di impotenza e frustrazione, troppa la discrepanza tra l'aspettiva nell'ennesimo scontro con il rivale di sempre Alcaraz, e la realtà, tra l'obiettivo che si era prefissato e le sue condizioni fisiche". Così all'Adnkronos Salute Pietro Bussotti, psicologo dello sport e coordinatore di Psicologia dello sport dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria.
Per l'esperto "il numero 1 del tennis mondiale ha costruito un'identità professionale sulla capacità di competere e vincere - spiega -. La paura di perdere o che possa ricapitare un incidente come quello di ieri a Cincinnati può far scattare in Sinner il timore di 'non essere affidabile' verso sé stesso e il pubblico, un senso di colpa sociale. Come abbiamo visto tutti si è scusato subito con i tifosi quando ha detto 'non riesco a muovermi'. Dunque, l'attacco alla identità professionale nasce non dal fatto in sé (il ritiro) ma dal dover riconoscere a sé stesso e verso gli altri di non sentirsi affidabile".
Il campione altoatesino "si è sentito colpevole del forfait ma nessuno di noi chiaramente può recriminare a Sinner un problema di salute", sottolinea Bussotti, che aggiunge: "Dopo aver negato, o meglio, dopo non essersi concesso di stare male, e dopo aver giocato pur sentendosi debilitato, credo che alla fine abbia provato un umanissimo sollievo. Ha tentato di andare avanti nel match contro Alcaraz per senso del dovere e pressione interna fino a quando ha dovuto accettare di non farcela più". Nessuno di "noi sta nella testa di Sinner, ma è plausibile che in lui ora prevalga il timore che tutto questo possa accadere di nuovo". E sulla corsa di Alcaraz verso Jannik per consolare l'amico, "rafforza il senso di appartenenza ad una comunità sportiva che ha tra i valori la resilienza, un gesto molto bello e importante", conclude.
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(Adnkronos) - Il malore che ha bloccato Jannik Sinner nella finale Masters 1000 di Cincinnati contro lo spagnolo Carlos Alcaraz "è molto probabile sia dovuto ad un virus intestinale. I segnali ci sono tutti: febbre alta, dolori addominali, aumentata stanchezza. In campo Jannik non si teneva in piedi e si toccava l'addome. Ovviamente parliamo di ipotesi, in attesa di una vera diagnosi". Così all'Adnkronos Salute Giorgio Sesti, past president della Società italiana di medicina interna (Simi) e docente della disciplina all'università Sapienza di Roma.
"Sinner non ha dato indicazioni precise" su quanto accaduto, spiega Sesti, e "il suo malessere potrebbe" anche "avere come cause l'intossicazione alimentare o il caldo. Ipotesi, dal mio punto di vista, però poco probabili. E' vero, il campione altoatesino ha avuto una torta con panna per il suo compleanno", e avrebbe almeno fatto un assaggio come testimoniano i video che stanno circolando (in cui lo si vede mangiare una fragola prelevata dalla torta in questione), "e sappiamo bene che gli alimenti pericolosi sono latticini, uova e panna. Ma sapendo quanto sia attento Sinner a tutto, mi sembra strana una sua imprudenza in questo senso".
Dare la colpa al caldo? "Nonostante la febbre insorga anche per i colpi di calore e il fisico risenta delle condizioni avverse dovute al troppo caldo umido, Sinner, così come gli altri atleti, è sempre ben idratato. Per questo motivo, e per la sintomatologia avvertita dal numero 1 del tennis mondiale, mi sento di dire che potrebbe trattarsi di virus intestinale, anche perché l'intossicazione alimentare può comparire senza alterazioni della temperatura corporea", riflette lo specialista. Sui tempi di recupero, Sesti non ha dubbi: "Per il virus intestinale non c'è terapia virale, si risolve in genere dopo 2-5 giorni con riposo, alimentazione corretta e idratazione".
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(Adnkronos) - Problema per il Milan e per Massimiliano allegri a pochi giorni dall'inizio del campionato. I rossoneri dovranno fare a meno di Rafael Leao nella prima gara di Serie A contro la Cremonese, sabato 23 agosto alle 20:45: il numero 10 ha riportato un trauma elongativo al polpaccio destro nella gara contro il Bari, in Coppa Italia (terminata per lui dopo soli 17 minuti).
L'attaccante portoghese salterà dunque la prima di campionato con la squadra di Allegri e verrà valutato giorno per giorno in vista della trasferta di Lecce di venerdì 29 agosto. Dopo la sfida in Salento, i rossoneri torneranno in campo il 14 settembre contro il Bologna, al termine della sosta per le nazionali.
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(Adnkronos) - Seconda vittima del botulino in Sardegna. E' morta oggi, martedì 19 agosto, nelle prime ore della mattina Valeria Sollai, la donna di 62 anni ricoverata da settimane al policlinico di Monserrato dopo che aveva mangiato cibi con guacamole alla Fiesta Latina.
L'8 agosto scorso era morta Roberta Pitzalis, 38 anni, anche lei intossicata dal batterio dopo che aveva mangiato taco con salsa messicana a base di avocado acquistato in un food truck nel corso dello stesso evento.
(Adnkronos) - Al via da oggi, martedì 19 agosto, il blocco alle chiamate di telemarketing da numeri fissi italiani falsificati. Lo stop imposto dall'Agicom prevede di arginare migliaia di chiamate indesiderate basate sullo spoofing, una tecnica che altera il numero del chiamante per nasconderne la vera identità. A partire dal 19 novembre 2025 il blocco si estenderà anche ai numeri di rete mobile contraffatti.
Il filtro alle chiamate "è un risultato importante che abbiamo raggiunto dopo tante denunce per tutelare i consumatori - rivendica Anna Rea, presidente di Adoc nazionale -. L’abbiamo chiesto da tempo, ora invitiamo le persone a prestare attenzione, perché solo attraverso una nostra azione propositiva e protagonista possiamo finalmente dire basta a queste telefonate moleste che rovinano le giornate. Siamo di fronte a un'emergenza - sottolinea Rea - che mina la tranquillità quotidiana delle persone. Auspichiamo che questi interventi possano arginare un fenomeno che infastidisce, sottrae tempo e, sempre più spesso, può nascondere delle truffe".
Si definisce invece "scettica sulla reale efficacia delle misure introdotte dall’Agcom" il Codacons secondo cui le nuove regole sul telemarketing in vigore da oggi "non fermeranno il fenomeno delle telefonate commerciali". "Il settore del telemarketing - spiega l'associazione - genera un giro d’affari da 3 miliardi di euro annui in Italia, con 2.035 call center attivi e quasi 80.000 addetti. Accanto agli operatori legali, tuttavia, vi è un sommerso di call center ubicati all’estero che operano nella più totale anarchia, violando le norme di settore e la privacy dei cittadini. Al punto che, nonostante i 32 milioni di utenti iscritti ad oggi al Registro Pubblico delle Opposizioni, ogni italiano riceve in media ogni settimana dalle 5 alle 8 telefonate commerciali, che portano a circa 15 miliardi il numero complessivo di chiamate indesiderate registrate in un anno nel nostro Paese".
"Contatti che se prima erano diretti a proporre contratti per forniture telefoniche o luce e gas - afferma ancora il Codacons - adesso promuovono anche investimenti finanziari o in bitcoin, col rischio di far perdere ingenti somme ai consumatori". E le misure introdotte "non fermeranno le telefonate commerciali" in primo luogo perché "il blocco riguarderà solo i finti numeri fissi italiani, mentre le false numerazioni mobili continueranno a raggiungere gli utenti almeno fino a novembre. Sarà poi ancora possibile falsificare le numerazioni chiamando dall’Italia, e il blocco non si estenderà alle chiamate commerciali che usano prefissi stranieri. Infine, vanno considerate le contromisure che saranno adottate dai call center illegali, i quali utilizzano tecnologie sempre più sofisticate per aggirare blocchi e divieti e colpire gli utenti", conclude l’associazione.
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(Adnkronos) - La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta dopo la denuncia depositata dai legali del conduttore televisivo Stefano De Martino in relazione a un video e foto circolati sul web che lo ritraggono mentre è in compagnia della sua attuale fidanzata, Caroline Tronelli, in casa nella capitale, carpiti illegalmente dal sistema di videosorveglianza.
Nel fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, si procede, al momento contro ignoti, per accesso abusivo a sistema informatico e le indagini sono state delegate alla Polizia Postale. Si tratterebbe di un video/immagini che verosimilmente uno o più hacker hanno rubato introducendosi illegalmente nel sistema di videosorveglianza interno dell'abitazione violando la privacy e poi diffusi illecitamente.
(Adnkronos) - "La produttività nazionale continua a languire e il Pil, nonostante gli investimenti e la spesa notevole attivata dal Pnrr e dai bonus del periodo Covid che avrebbero dovuto dare uno slancio notevole, resta statico. In questo scenario, a fronte degli ingenti investimenti ma soprattutto della necessità di gestire il post investimento per farlo fruttare a cui l’Italia oggi è obbligata per non allargare il divario di competitività con i competitor europei e globali, si ripropone, a distanza di 24 anni dalla sua introduzione, il tema dell’utilizzo strategico del Partenariato Pubblico Privato (PPP)". Lo dichiara all'Adnkronos/Labitalia Ivo Allegro, ceo e founder di Iniziativa e professore di 'Project cycle management e accesso a fondi pubblici' all’Università degli studi di Roma Unitelma Sapienza.
"Per tanto tempo - spiega Allegro - erroneamente inquadrato come modalità per realizzare investimenti quando la Pa si trova in ristrettezze finanziarie, nei fatti, il PPP è una leva per gestire in modo integrato la progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi di interesse pubblico agganciando la remunerazione del privato alle sue performance in fase di gestione. Questo strumento ha già dimostrato sul campo di essere molto più rapido nell’intero ciclo di implementazione (ideazione-progettazione-aggiudicazione-realizzazione) di un investimento pubblico consentendo, quindi, di beneficiare prima delle infrastrutture ma può risultare fondamentale per un salto di competitività del Paese agganciando i pagamenti ai risultati che si conseguono e liberando nel breve risorse pubbliche per quegli investimenti più rischiosi ma che possono risultare fondamentali per la competitività".
"A febbraio - dichiara Allegro - Mario Draghi, nel primo confronto sul suo report sul futuro della competitività europea, evidenziava la necessità per l’area della UE di attivare ingenti investimenti per recuperare i divari con America e Asia mobilitando le risorse dei privati. A marzo il Sole 24 Ore titolava 'Cantù batte il record per la nuova arena, solo 4 anni e mezzo per avviare il cantiere' visto che in Italia, in media, per realizzare un’infrastruttura similare dalla fase di ideazione all’avvio del cantiere passano oltre 10 anni. Al Meeting di Rimini il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha rilevato come la missione decisiva per l’Italia e il suo problema cruciale resta quello della riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto arrivato ad un punto da minacciare il futuro intergenerazionale visto che la spesa per interessi sul debito supera l’intera spesa per l’istruzione e, quindi, gli investimenti sul nostro futuro, i giovani. Il Governatore, inoltre, ha evidenziato che affrontare il nodo del debito richiede politiche di bilancio orientate alla stabilità e al graduale conseguimento di avanzi primari adeguati. Tuttavia, la riduzione del debito sarà ardua senza un’accelerazione dello sviluppo economico”.
"Nella stessa giornata - continua - Carlo Cottarelli, in tema di sviluppo, ha evidenziato “Il gioco dell'oca del Pil italiano: dopo 17 anni torna al punto di partenza” recuperando i livelli del 2008 (anche grazie agli effetti dell’inflazione). Queste quattro notizie degli ultimi 6 mesi si saldano per confermare la possibile centralità del Partenariato Pubblico Privato (PPP) che, a distanza di 24 anni dalla sua introduzione nel nostro ordinamento, continua ad essere uno strumento sottoutilizzato e mal utilizzato. Non si è probabilmente compresa la sua natura. Difatti, ancora oggi la Pa utilizza il PPP come strumento per realizzare gli investimenti soprattutto quando ci sono risorse finanziarie scarse. Non è un caso che con il Pnrr l’attenzione a questo strumento sia paradossalmente diminuita".
"Il paradosso risiede - conclude Allegro - nella circostanza che in Italia la PA non ha ancora compreso che gli investimenti, tranne gli effetti keynesiani connessi all’incremento della spesa pubblica che a questi si associa, sono una condizione necessaria ma non sufficiente per generare crescita della produttività, sviluppo economico e accrescimento del benessere di una comunità. Questi effetti sono, difatti, connessi alla qualità delle prestazioni nel tempo dei processi di erogazione dei servizi connessi ad un’infrastruttura. Se si realizza un nuovo ospedale l’impatto sul benessere sociale e sullo sviluppo dipendono non tanto dalla realizzazione di un nuovo involucro o dall’aggiornamento dell’esistente e delle sue attrezzature (l’investimento) ma dalla possibilità di gestire nel tempo servizi di cura di qualità (i servizi connessi all’investimento)".
"In tal senso - osserva - il Pnrr, un gigantesco piano di investimenti a debito dopo anni di austerità che non a caso ha generato una rilevante fiammata inflattiva e sta ponendo molti problemi in fase di realizzazione (visto lo spiazzamento dell’offerta che ha capacità produttive inferiori a quelle richieste), pone un rilevante problema di cosa accadrà dopo, cioè di chi gestirà le infrastrutture realizzate con i soldi di Next generation EU. Restando in tema sanità, ad esempio, chi gestirà gli Ospedali di Comunità e le Case della Salute realizzate con i fondi della Missione 6?".
"In tal senso - afferma - il PPP nella misura in cui, laddove ben gestito, aggancia i pagamenti alle performance nei processi di gestione delle infrastrutture oltre che alla realizzazione a regola d’arte ed in tempi certi dell’infrastruttura (che essendo finanziata dai privati, totalmente o in prevalenza, non soffre neanche degli 'stop and go' dei cantieri connessi alle risorse pubbliche a singhiozzo) rappresenta degli ovvi vantaggi a cui si associano altri quali, in primis: Minori tempi di realizzazione, visto che gli esecutori avranno i loro ritorni non con la realizzazione ma con la gestione e migliore qualità tecnica di realizzazione, visto che chi realizza sarà chiamato anche a gestire e da questa gestione dipenderà, come detto, il suo ritorno".
"A fronte di ciò - continua Ivo Allegro - il PPP apre interessanti prospettive strategiche in quanto, per un verso, consente di disporre in tempi più rapidi di infrastrutture e servizi di qualità e tale aspetto, anche se la Pa italiana sembra soffrire di una sorta di 'insostenibile leggerezza del tempo', non è irrilevante dal punto di vista sia del benessere sociale, sia della competitività nazionale che, quindi, dello sviluppo economico. Per l’altro lato, oltre ad avere un impatto più immediato e certo sulla relazione investimenti e sviluppo economico, che genera una maggior sostenibilità prospettica del debito e, quindi, anche dei deficit abilitando maggiori tassi di investimento o coinvestimento pubblico, libera nel breve e medio termine maggiori risorse pubbliche in quanto la parte prevalente degli investimenti viene realizzata direttamente con risorse private".
"L’utilizzo strategico del PPP inoltre - osserva - aprirebbe interessanti prospettive per l’utilizzo in modo proattivo del rilevante risparmio privato italiano (oltre 12.000 miliardi) che altrimenti, come si dirà tra poco, corre seri rischi di contribuire in altro modo al riequilibrio della finanza pubblica. Questo secondo elemento di 'liberazione di risorse pubbliche' per investimenti addizionali, anche rischiosi, è centrale, alla luce dello scenario preconizzato da Draghi su cosa servirà all’Europa in termini di investimenti per recuperare il divario di competitività e della specifica situazione italiana dei conti pubblici, che in assenza di sviluppo e di recupero dei gap di competitività, ci condanna ad assumere posizioni da parente povero non in grado di implementare gli investimenti necessari per la competitività. Non a caso, Panetta ha evidenziato come la spesa per interessi sia un divoratore di quelle risorse che servirebbero per investire nel nostro futuro".
"L’alternativa a questo recupero di competitività degli investimenti mediante una diversa e più solida cultura della collaborazione pubblico privato, peraltro - sottolinea - è chiara e ben nota anche se non viene mai evocata per ovvie ragioni. Nel 2023 la ricchezza privata finanziaria degli italiani ammontava a 5.216 miliardi (ben 552 miliardi in più rispetto al 2019), si stima che quella immobiliare valga oltre 7.000 miliardi di cui circa 5.163 miliardi di abitazioni la maggioranza delle quali (l’88,65%) in mano ad over 65. In tal senso, laddove nel breve termine le politiche di stimolo alla crescita del Pil si rivelassero infruttuose è molto probabile che il riequilibrio dei conti pubblici potrà essere realizzato mediante un’imposizione patrimoniale in chiaro o surrettizia, mediante l’applicazione di maggiori imposte di successione".
"In tal senso - commenta - la strada della collaborazione tra pubblico e privato sembra largamente preferibile. Sarebbe ora che la strategicità del PPP e una migliore comprensione dell’effettiva portata dello strumento per le prospettive future dell’Italia fosse messa al centro del dibattito tecnico e politico".
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