(Adnkronos) - "Con il progetto 'Ridefiniamo l'inclusione: parole e immagini per la Health Equity' abbiamo coinvolto persone con una storia di malattia rara, stakeholders, organizzato i focus group per esplorare il significato del termine inclusione. Il motivo? Includere è un concetto multidimensionale, ha degli aspetti etici ma anche emotivi e parlarne, fare cultura sull'inclusione è a sua volta un modo per includere le persone con una storia di malattia rara. Dai focus group sono emerse delle tematiche interessanti: per prima cosa non è la società che include, ma è la persona che vuole essere inclusa, per questo motivo racconta la sua storia". Lo ha detto Jacopo Casiraghi, psicologo-psicoterapeuta, coordinatore degli psicologi dei Centri clinici Nemo in Italia, in occasione della presentazione - ieri a Roma - di 'Ridefiniamo l'inclusione: parole e immagini per la Health Equity', la mostra realizzata dall'Osservatorio malattie rare (Omar) con il contributo non condizionante di Sobi e ospitata da Palazzo Merulana, museo di Roma: 10 artisti, tra i più apprezzati sulla scena nazionale e protagonisti di un'attività creativa unica, hanno preso spunto dalle parole emerse dai focus group di pazienti rari e onco-ematologici delle associazioni per realizzare delle illustrazioni basate proprio sull'idea di Health Equity, l'equità in salute. Fondamentale per la riuscita del progetto il dialogo costante con la psicoterapeuta.
"Io mi sono occupato di moderare, raccogliere e dare un significato a tutto quello che raccontavano le persone con una malattia rara - racconta Casiraghi - pazienti che hanno bisogno di tante cose, innanzitutto di essere riconosciuti, sentirsi un po' meno soli, un po' meno rari: parlare di inclusione è un modo per coinvolgerli, sentire la loro voce". Inoltre "hanno bisogno delle politiche utili a permettere loro di esprimersi, a volte vorrebbero anche dimenticare di essere malati e di essere trattati come persone e su questo aspetto anche il medico dovrebbe fare la sua parte".
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(Adnkronos) - "Parlare di inclusione in un Paese che ha il Titolo V della Costituzione e quindi una sanità regionale è sempre difficile. E' difficile trovare situazioni uguali nelle varie regioni. Diciamo che l'innovazione sta cambiando la storia di molti tumori del sangue. Non dimentichiamoci che nella rete nazionale dei tumori rari tutti i timori del sangue sono stati annoverati come tumori rari. La vera scommessa è la presa in carico di questi pazienti". Lo ha detto Davide Petruzzelli, presidente dell'Associazione La lampada di Aladino Ets, in occasione della presentazione - ieri a Roma - di 'Ridefiniamo l'inclusione: parole e immagini per la Health Equity', la mostra realizzata dall'Osservatorio malattie rare (Omar) con il contributo non condizionante di Sobi e ospitata da Palazzo Merulana, museo di Roma.
"Noi oggi curiamo i grandi anziani che magari 10 anni fa per quel tipo di malattia non curavamo e queste persone hanno difficoltà a raggiungere l'ospedale - spiega Petruzzelli - Eppure hanno tutta una serie di bisogni. Ecco, oggi dovremmo finalmente permettere che il paziente raro, in particolare anziano, acceda meno in ospedale perché è seguito dalla medicina del territorio. Questa oggi è la vera scommessa. Dobbiamo tutti impegnarci per cercare di raggiungere quell'inclusione al percorso di cura che possa garantire a tutti quanti di essere assistiti al meglio".
'Ridefiniamo l'inclusione: parole e immagini per la Health Equity' è "un progetto molto bello perché ha coinvolto associazioni di malati rari e associazioni di pazienti di tumori rari, che sono due mondi molto diversi in termini di incidenze, in termini di opportunità di cura - sottolinea Petruzzelli - E quindi il progetto è stato il grande valore aggiunto per tutti, perché confrontarsi in queste grandi diversità comunque ti fa crescere, ti fa aprire la visione". E il "bello appunto è confrontarsi tra di noi e poi raccontarlo, come stiamo facendo, alla popolazione, perché dobbiamo capire quanto di magico sta facendo la nostra scienza, la nostra ricerca e quanto, invece, ci dobbiamo ancora sforzare per includere tutti e per poter garantire dei percorsi di cura uguali a tutti".
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(Adnkronos) - “Io credo che i ragazzi non vadano giudicati ma guidati, lo dicono i ragazzi stessi. Nella lotta contro il bullismo e non solo non credo sia giusto fare tutto noi perché se prendessimo sulle spalle i ragazzi significa che li consideriamo dei mammalucchi. E non lo sono”.
Così il pugile Emanuele Blandamura, intervenendo alla Maratona Bullismo durante la presentazione del primo rapporto dell'Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile, al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos a Roma. “Ascoltare i ragazzi è fondamentale, noi insegnanti, noi esempi che abbiamo fatto tanto nello sport, dobbiamo ascoltarli ma soprattutto bisogna continuare a dare il nostro esempio, anche nella vita quotidiana”, dice Blandamura.
Leggi tutto: Il pugile Blandamura: "I ragazzi non vanno giudicati ma guidati"
(Adnkronos) - Ingegnere, classe 1973, nato a Napoli e laureato al Politecnico di Milano. Antonio Filosa è il nuovo ceo di Stellantis.
Filosa è entrato nel Gruppo Fiat nel 1999, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, tra cui quello di plant manager dello stabilimento di Betim (Brasile) e di head of Purchasing per la regione America Latina. Dal 2016 è stato inoltre head dell’Argentina e dal 2018 Coo per la regione America Latina di Fiat Chrysler Automobiles. Nel 2021 è stato nominato Coo per il Sud America della neonata Stellantis, nel 2023 è diventato Ceo del marchio Jeep e nell’ottobre 2024 è stato nominato Coo per il Nord America. Le sue responsabilità sono aumentate ulteriormente nel dicembre 2024, quando è stato nominato Coo per il Nord e il Sud America, e ulteriormente nel gennaio 2025, quando è stato nominato Chief Quality Officer.
Antonio Filosa ha conseguito un master in ingegneria presso il Politecnico di Milano e un MBA esecutivo in amministrazione aziendale presso la Fundação Dom Cabral (Brasile). Attualmente risiede in Michigan, negli Usa.
Come spiega Stellantis, "Filosa ha guidato il gruppo sia in Nord che in Sud America. Durante il suo mandato come Chief Operating Officer per il Sud America, ha portato il marchio Fiat alla leadership di mercato e ha poi sviluppato significativamente i marchi Peugeot, Citroën, Ram e Jeep. Come conseguenza, Stellantis ha rafforzato la sua leadership nella regione. Il suo lavoro nella creazione dello stabilimento di Pernambuco, uno dei più grandi poli automobilistici del Sud America, ha lanciato Jeep in Brasile, che è rapidamente diventato il principale mercato del brand al di fuori degli Stati Uniti".
"In qualità di CEO di Jeep, Antonio Filosa "ha ampliato la presenza globale del brand anche in Europa, dove i suoi modelli continuano a essere i più venduti grazie a prodotti di enorme successo come la Jeep Avenger. A dicembre 2024 è stato promosso Chief Operating Officer per le Americhe. Sin dalla sua nomina, ha avviato il rafforzamento delle operazioni negli Stati Uniti, riducendo significativamente le scorte dei concessionari, riorganizzando il team dirigenziale, guidando il processo di introduzione di nuovi prodotti e propulsori e intensificando il dialogo con i concessionari, i sindacati e i fornitori".
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(Adnkronos) - "È un onore per me essere il primo ambasciatore di vita dell'Osservatorio che anche quest'anno con il progetto 'ampioni di Vita' ha ottenuto grandi e importanti risultati nelle scuole". A dirlo è l'attore e regista Carlo Verdone, intervenendo tramite un videomessaggio di saluto, all'evento 'Maratona Bullismo', in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos. La giornata è l'occasione per presentare il primo Rapporto dell'Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile.
"Un grazie speciale a tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio di ben 12mila studenti -dice Verdone- dati fondamentali per comprendere e costruire progetti futuri. Grazie a tutti per il vostro impegno e buon lavoro". E in merito a cosa si possa fare per contrastare questo fenomeno, il popolare regista romano sottolinea: "Combattiamo veramente questo bullismo che oggi è una piaga per chi lo subisce e diventerà una piaga anche nella psiche di chi lo pratica perché finirà così. Combattiamolo con lo sport, con la vita, col fare, con lo stare insieme, con l'aggregazione, con la condivisione", conclude Verdone.
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(Adnkronos) - “Sono qui, oltre che come Presidente dell’associazione nazionale funzionari di polizia, come polizia intera, perché noi siamo piena parte di questa battaglia. Ho avuto l’avventura, o si potrebbe dire disavventura, di occuparmene molto direttamente, a cominciare dalla metà degli anni 90 e da lì in avanti. Su questo tema venni chiamato nel 2016 appena promosso questore a fondare un ufficio presso la direzione centrale anticrimine del dipartimento della pubblica sicurezza che si occupava di questi temi, sotto l’aspetto della prevenzione e delle misure. Da questo momento è stato intrapreso un percorso importante, ancora più significativo negli ultimi anni, la cui parte operativa è seguita dalla polizia delle telecomunicazioni, oggi polizia cibernetica che scandagli ail web e fa una mansione di prevenzione che di intervento e di polizia giudiziaria”. Così Emanuele Ricifari, questore di Agrigento e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio Nazionale Bullismo, intervenendo alla Maratona Bullismo, in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos a Roma, durante cui è stato presentato il primo rapporto dell'Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile.
“Venendo ai temi, - ha continuato Ricifari - la terza parte del nostro sondaggio parla di episodi di insulti online, atti di bullismo o cyberbullismo, di cui l’impatto è molto reale sulla vita personale e familiare dei ragazzi. I dati dicono che per il 65% del campione, quasi mai o mai è capitato di avere avuto a che fare con atti di bullismo, ma la mia esperienza dice l’opposto, perché questi atti non sono stati molto spesso riconosciuti. Invece, il 35% che li ha riconosciuti, dal quasi mai a ogni giorno, dice che è falso il primo dato. Dobbiamo ripartire da questo 35%, da chi questi atti li riconosce. Il cyberbullismo è un fenomeno degli ultimi vent’anni ed è in crescita. Nel mio passato individuo almeno due episodi di cui sono stato vittima e tanti altri in cui in qualche modo, per stupidità, mi sono lasciato andare a definire in modo un amico, un compagni di squadra. La differenza tra allora e adesso va marcata, i ragazzi non la comprendono oggi. La differenza è che quando io ho subito questi atti è finita lì, oggi gli insulti hanno un effetto permanente e viene sentito come permanente. Il quarto sondaggio ha come domanda ‘ti capita di prendere in giro o insultare qualcuno online?’ Anche qui abbiamo un dato drammatico, il 26.5% infatti dice quasi mai, anche questo un dato che denuncia la verità del secondo dato ma la fallacia del primo, per chi ha dato le risposte. L’emergenza educativa è il tema. In questo dato viene posto il focus sull’autore, non sulla vittima. Tutti dobbiamo rivedere i nostri comportamenti e riconoscerci almeno qualche volta come autori. Bisogna agire sul rispetto. Ai miei tempi avevamo agenzie educative come la scuola, la famiglia e la tv, quest’ultima oggi credo che sia diseducante. Ma anche noi spesso siamo diseducanti nei comportamenti, abbiamo la tendenza a polarizzare la discussione, non ad aprire un dibattito. Il ruolo dell’argomentare è il reale, non il virtuale”.
“La quinta domanda posta, ‘hai mai pubblicato video di risse o scherzi pesanti?’, evidenzia che 10.858 persone hanno detto di no e 84 hanno detto di si, e anche qui la consapevolezza gioca un ruolo importante. Infatti, - ha sottolineato il questore - quelli che hanno risposto di no hanno magari partecipato mettendo un like, condividendo il video, il post. Prima dei nostri ragazzi abbiamo bisogno noi, perché oggi viviamo e lavoriamo sugli smartphone. C’è necessità dell’ascolto attivo, perché i nostri ragazzi molto spesso non sono consapevoli. Dobbiamo riuscire a rendere noi stessi consapevoli e soprattutto loro”.
Leggi tutto: Ricifari: "Rendere noi stessi e i ragazzi consapevoli"
(Adnkronos) - “Quella di oggi è una giornata importante. Sono 15 anni che portiamo avanti questo osservatorio e oggi, insieme al nostro comitato scientifico presentiamo oggi una ricerca importante. Siamo riusciti a toccare il cuore di 11.321 studenti che in forma anonima hanno risposto ai nostri quesiti”.
Così il presidente dell’Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile Luca Massaccesi intervenendo alla Maratona Bullismo, in cui viene presentato il primo rapporto dell'Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile, in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos a Roma. “È importante oggi - prosegue - stare vicino ai ragazzi, che rappresentano non solo il futuro ma hanno bisogno di aiuto”. Secondo Massaccesi, dai dati emerge un quadro in chiaroscuro dei giovani: “Non danno il giusto valore alla vita, sono scontenti, arrabbiati, impauriti, l’ansia è diventata un dato strutturale”.
(Adnkronos) - Indivisibili. Da quando alcune 'colleghe' intraprendenti sono saltate da un pipistrello e si sono attaccate a un Neanderthal che usciva da una grotta 60mila anni fa, le cimici dei letti hanno goduto di un rapporto fiorente con i loro ospiti umani, prosperando nei secoli e finendo periodicamente sotto i riflettori per le loro maxi infestazioni, soprattutto in occasioni di eventi di massa, che siano competizioni sportive o eventi culturali. A un ben più triste destino sono invece andate incontro le comunità senza spirito di avventura che sono rimaste con i pipistrelli: le loro popolazioni hanno continuato a diminuire dall'era glaciale, circa 20mila anni fa, in poi. A ricostruire le gesta di queste due 'casate' è stato un team guidato da ricercatori della Virginia Tech, che ha confrontato l'intera sequenza del genoma di questi 2 lignaggi geneticamente distinti di cimici dei letti. I risultati pubblicati su 'Biology Letters' mostrano che il lignaggio associato all'uomo ha seguito un modello demografico simile a quello degli esseri umani e queste cimici potrebbero dunque essere, secondo l'ipotesi degli autori, il primo vero parassita urbano della storia, il primo ospite scomodo e indesiderato dell'uomo. Parassiti vecchi come il mondo.
"Volevamo esaminare i cambiamenti nella dimensione effettiva della popolazione, che è il numero di individui riproduttivi che stanno contribuendo alla generazione successiva" di cimici dei letti "perché questo può dirci cosa è successo nel loro passato", spiega l'autrice principale Lindsay Miles, Dipartimento di entomologia. Secondo i ricercatori, la relazione simbiotica storica ed evolutiva tra esseri umani e cimici dei letti potrà fornire dei modelli che prevedono la diffusione di parassiti e malattie legata all'espansione della popolazione urbana. Mettendo direttamente in relazione l'espansione globale umana all'emergere e all'evolversi dei parassiti urbani come le cimici dei letti, i ricercatori possono identificare i tratti che si sono co-evoluti sia negli esseri umani che nei parassiti durante questo processo.
Un grafico realizzato dagli autori mostra che i modelli a livello di genoma della demografia delle cimici dei letti rispecchiano l'espansione umana globale. "Inizialmente, con entrambe le popolazioni, abbiamo visto un declino generale coerente con l'Ultimo massimo glaciale; il lignaggio associato ai pipistrelli non è mai rimbalzato e sta ancora diminuendo di dimensioni", evidenzia Miles che è affiliata al Fralin Life Sciences Institute. "Ma la parte davvero entusiasmante" di questa storia "è che il lignaggio associato all'uomo si è ripreso e la loro popolazione effettiva è aumentata".
Miles punta l'attenzione sulla prima creazione di grandi insediamenti umani che si sono espansi in città come la Mesopotamia circa 12mila anni fa. "Ha senso - ragiona Warren Booth, professore associato di Entomologia - perché gli esseri umani moderni sono usciti dalle grotte circa 60mila anni fa. C'erano cimici dei letti che vivevano nelle grotte con questi umani. Quando questi si sono trasferiti fuori hanno portato con sé un sottoinsieme della popolazione di parassiti, quindi c'è meno diversità genetica in quel lignaggio associato all'uomo".
Man mano che gli uomini aumentavano le dimensioni della loro popolazione e continuavano a vivere nelle comunità e nelle città che si espandevano, il lignaggio delle cimici dei letti associato all'uomo vedeva crescere esponenzialmente la dimensione effettiva della popolazione. Utilizzando i dati dell'intero genoma, i ricercatori hanno ora una base per ulteriori studi su questa divisione del lignaggio di 245mila anni fa. Poiché i 2 lignaggi hanno differenze genetiche, ma non sufficienti per essersi evoluti in due specie distinte, i ricercatori sono interessati a concentrarsi sulle alterazioni evolutive della discendenza associata all'uomo rispetto a quelle della 'famiglia' associata ai pipistrelli, alterazioni che hanno avuto luogo più di recente.
"Sarà interessante guardare cosa è successo negli ultimi 100-120 anni", spiega Booth. "Le cimici dei letti erano abbastanza comuni nel vecchio mondo, ma da quando è stato introdotto il Ddt per il controllo dei parassiti, le popolazioni sono crollate. Si pensava che fossero stati essenzialmente eradicati, ma nel giro di 5 anni hanno iniziato a riapparire, stavano resistendo al pesticida". Booth, Miles e la studentessa laureata Camille Block hanno già scoperto una mutazione genetica che potrebbe contribuire a quella resistenza agli insetticidi in uno studio precedente, e stanno esaminando ulteriormente l'evoluzione genomica delle cimici dei letti e la rilevanza per la resistenza agli insetticidi del parassita. Ora conclude Booth, si sta "indagando sull'evoluzione della resistenza agli insetticidi e sulla diffusione delle specie utilizzando esemplari museali raccolti a partire da 120 anni fa fino ai nostri campioni attuali.
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(Adnkronos) - Sono oltre 50mila le opportunità di lavoro tramite agenzia in arrivo con l’estate. Queste le stime di Assolavoro Datalab, l’osservatorio dell’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, per la bella stagione 2025. Da maggio a settembre le figure ricercate sono quelle più classiche per il periodo, e riguarderanno soprattutto i servizi di accoglienza turistica, dagli hotel ai villaggi, alle attività balneari. Largo, dunque, agli animatori per spiagge, baby club e crociere, bagnini e beach manager. In aumento anche la domanda nel settore horeca, con una forte richiesta di chef de rang e commis di cucina, oltre a camerieri, bartender e barback.
Dagli studi dell’Osservatorio Assolavoro Datalab condotti sui principali portali di vacancy e tramite analisi dirette, le occasioni di lavoro riguarderanno anche il settore dei trasporti e dell’assistenza, che coinvolgerà le assunzioni di conducenti di bus e navette, addetti all’accoglienza e assistenti delle persone con disabilità. Seguono poi gli operatori della logistica, con facchini e tuttofare, mozzi e lavapiatti. Inoltre, cresce la richiesta per quelle professioni legate alla filiera agroalimentare, con operai stagionali, commessi e addetti ai reparti e al confezionamento.
I gruppi professionali di riferimento ai quali appartengono le professioni estive alimenteranno in tutto circa 600mila richieste di profili stagionali nel periodo in esame. Tra queste le opportunità tramite Agenzie per il Lavoro sono più di 50mila.
Il 31% delle assunzioni sarà localizzato al Nord-Est, il 16,1% al Nord-Ovest, il 17,5% al Centro, il 21,9 al Sud. Chiudono le Isole che assorbiranno il 13,1% della richiesta. La somministrazione, inoltre, entro settembre 2025 offrirà complessivamente in tutti i settori e nelle attività anche non stagionali circa 400mila opportunità di lavoro. Buona conoscenza di almeno una lingua straniera, ottime capacità comunicative, flessibilità negli orari e disponibilità a lavorare nei weekend e nei giorni festivi. Queste le caratteristiche più spesso ricercate dalle aziende.
Si tratta di contratti di lavoro in somministrazione, ovvero con le stesse tutele e la stessa retribuzione del lavoro dipendente e – per quelli a tempo determinato – con occasioni doppie di reimpiego allo scadere del rapporto di lavoro. Le agenzie, poi, rappresentano la porta di ingresso preferenziale per i giovani nel mondo del lavoro con più di un occupato su due che ha meno di 35 anni. I giovani che entrano nel mercato del lavoro tramite una Agenzia hanno più rapidamente accesso a un contratto di lavoro stabile.
Per candidarsi è possibile contattare le singole agenzie per il lavoro. L’elenco delle principali filiali delle agenzie, accreditate presso l’apposito albo del ministero del Lavoro, è disponibile sul sito di Assolavoro (https://assolavoro.eu/trova-la-filiale/).
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