
Notte di paura per la famiglia dell'attaccante del Sassuolo Andrea Pinamonti. Mentre il giocatore era in campo nella sfida tra i neroverdi e il Pisa lunedì 24 novembre dei ladri si sono introdotti nella casa del giocatore a Modena, quando c'erano i due bimbi con la baby sitter, mentre la compagna del giocatore Dasha Lapushka era allo stadio a seguire la partita.
A denunciare l'episodio è stata la stessa Dasha Lapushka, influencer e modella nata in Bielorussia, in una storia su Instagram. "Ieri sera mentre ero a guardare la partita del mio fidanzato, sono entrati ladri in casa. C'erano la baby sitter e i miei due bambini: grazie a Dio i piccoli erano giù e stanno bene ed è davvero l'unica cosa che conta. Le cose materiali si ricomprano, la serenità no", ha detto la compagna di Pinamonti.
"Chi fa del male semina solo male e prima o poi la vita presenta il conto. Spero che chi ha fatto questo venga presto individuato e fermato. Purtroppo, in Italia negli ultimi anni c'è qualcosa che non funziona: troppi furti, troppa violenza, troppi femminicidi. Forse, con punizioni più adeguate, molti ci penserebbero due volte prima di agire", ha concluso.
Torna la Champions League. Oggi, martedì 25 novembre, si giocano Bodo Glimt-Juve e Napoli-Qarabag per la quinta giornata della fase campionato. Per i bianconeri di Spalletti, sfida in condizioni 'estreme' sotto la neve norvegese e ricca di insidie. Per gli azzurri di Antonio Conte, una partita abbordabile per portare a casa tre punti importante in ottica qualificazione.
Dove vedere le due partite? Bodo Glimt-Juve è visibile in diretta tv su Sky (canali Sky Sport 1 e 252), ma anche in streaming su Sky Go e Now.
Napoli-Qarabag sarà visibile in diretta e in esclusiva su Sky ai canali Sky Sport Calcio, Sky Sport 4K e Sky Sport (253). Partita visibile anche in streaming su Sky Go e Now.
Nella sesta giornata della fase campionato si giocheranno Juventus-Pafos e Benfica-Napoli.

Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne i cortei cittadini. Omaggio a Ornella Vanoni a Milano, blitz alla metropolitana a Torino. Entrambi i cortei sono partiti in serata e i manifestanti sfilano al buio perché "la notte ci piace e vogliamo uscire in pace".
Milano
A Milano il corteo cittadino organizzato da 'Non Una di Meno' è partito da porta Venezia e sfila per 4 chilometri fino a piazzale Lodi. "Sabotiamo guerre e patriarcato. Contro la violenza maschile sulle donne e di genere", è scritto sullo striscione esposto in testa al corteo. "Vogliamo educazione affettiva in tutte le scuole perché la cultura dello stupro si sconfigge con la cultura del consenso", ha detto al megafono una delle organizzatrici della manifestazione.
"Siamo più di 10mila", hanno fatto sapere le organizzatrici. Oltre 8mila i manifestanti, secondo le stime della Questura. Sfilano al buio, perché - spiegano in coro - “la notte ci piace e vogliamo uscire in pace. Ci piace pure il giorno, levatevi di torno”. Le note di ‘La voglia, la pazzia’ di Ornella Vanoni hanno accompagnato i primi passi del corteo. "Ciao Ornella insegna a tutte noi come essere donne libere", il messaggio delle attiviste, che hanno voluto omaggiare l’artista di cui si sono celebrati ieri i funerali a Milano, prima di leggere i nomi di tutte le vittime di femminicidio e transicidio avvenuti in Italia nell’ultimo anno.
“La violenza è strutturale e attraversa anche le aule di giustizia. Vogliono introdurre il consenso nel resto di violenza sessuale ma il consenso lo si impara a scuola nei corsi di educazione affettiva per cui il governo chiede il consenso alle famiglie”, ha detto una delle organizzatrici al megafono. “Hanno introdotto il reato di femminicidio[1], ma è un crimine di potete e culturale: i femminicidi non diminuiranno solo per il fatto che esiste il reato. Troppo costoso investire in formazione, il carcere allora è la risposta. Ma il carcere da solo non previene, non educa. Caro governo Meloni, grazie ma è troppo tardi quando interviene il diritto penale. La cultura della violenza si contrasta con la prevenzione, proprio attraverso l’educazione al consenso. Il governo ci tutela da morte ma non riconosce i nostri diritti da vive”, ha detto l’attivista di Non Una di Meno, prima che il corteo ripartisse, intonando “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”.
Torino
Anche a Torino il corteo promosso da 'Non una di meno'. Partito da piazza Carlo Felice, partecipano oltre 2500 persone. Davanti alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, mentre stava sfilando lungo via Nizza, il corteo ha improvvisamente interrotto la marcia e alcune centinaia di manifestanti sono scesi lungo le scale della metropolitana bloccando le porte di un convoglio con lo striscione ‘Contro la violenza del patriarcato blocchiamo tutto’. Dopo alcuni minuti i manifestanti hanno ripreso a sfilate per le vie del capoluogo piemontese.

La Camera ha approvato all'unanimità il disegno di legge che introduce il delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime, già approvato dal Senato. I sì sono stati 237.
"Sono molto soddisfatta dell'approvazione all'unanimità in Parlamento del disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio. E' un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza contro le donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto: dal rafforzamento del Codice rosso al raddoppio delle risorse per i centri anti violenza e per le case rifugio. Sono passi concreti, che ovviamente non bastano, dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più per difendere la libertà e la dignità di ogni donna", ha detto in un video la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La nuova legge prevede l'ergastolo per chi uccide una donna per discriminazione, odio e prevaricazione, ovvero con atti di controllo, possesso, dominio verso la vittima in quanto donna. Inoltre il reato si determina anche quando l'omicidio è commesso per il rifiuto della vittima di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali.
Il testo interviene sulla concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei condannati per il nuovo delitto e per altri reati legati alla violenza di genere, subordinandola alla valutazione giudiziale positiva dei risultati dell’osservazione scientifica della personalità del detenuto o internato, condotta per almeno un anno. Inoltre è previsto l’obbligo di dare immediata comunicazione alla persona offesa dei provvedimenti applicativi di misure alternative alla detenzione e di altri benefici che comportano l’uscita del condannato dall’istituto penitenziario.
Analoga comunicazione è prescritta nei confronti dei prossimi congiunti della persona offesa deceduta per femminicidio o di omicidio aggravato. Prevista poi una riduzione della durata massima dei permessi premio concessi ai minori di età condannati per il reato di femminicidio.
La legge estende l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato anche in deroga ai limiti di reddito per le persone offese dai reati di tentato omicidio aggravato e di tentato femminicidio e prevede modifiche alla normativa vigente per assicurare una più piena tutela agli orfani di femminicidio. Previsto inoltre che le vittime di violenza che hanno compiuto quattordici anni possano accedere ai centri antiviolenza senza la necessaria preventiva autorizzazione dei genitori o degli esercenti la responsabilità genitoriale per ricevere informazioni e orientamento.
Per prevenire e contrastare aggressioni di tipo sessuale viene contemplata la promozione di campagne di sensibilizzazione e di iniziative formative e didattiche sulla pericolosità dell'utilizzo di sostanze stupefacenti, psicotrope o comunque atte ad alterare la coscienza, istituendo anche presso il ministero della Salute un tavolo tecnico permanente per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sessuale attraverso l’uso di sostanze stupefacenti.
Vengono poi potenziate le iniziative formative, per i magistrati e in ambito sanitario, in materia di violenza contro le donne e violenza domestica. Infine ogni anno il ministero della Giustizia presenterà una relazione al Parlamento sullo stato di applicazione della nuova legge.

Martina Colombari sarà ospite stasera, martedì 25 novembre, per un'intervista esclusiva a Belve. L'attrice ed ex Miss Italia, oggi impegnata a Ballando con le stelle, prevedibilmente affronterà alcuni capitoli delicati della sua vita privata, legati alla maternità.
Come già raccontato pubblicamente, il figlio Achille Costacurta oggi 21enne ha avuto un’adolescenza complicata tra detenzione, TSO, droghe, diagnosi di ADHD, il tentativo di suicidio e un rapporto difficile con i genitori che da sempre lottano per aiutarlo. Ospite del podcast 'One More Time', il ragazzo aveva ripercorso quelli che sono stati i momenti più bui del suo passato soffermandosi su come è riuscito ad allontanarsi da quel vortice e a riprendere in mano la sua vita.
Il passato di Achille
Sulla diagnosi dell’ADHD, il 21enne aveva spiegato: "Il mio cervello non produce abbastanza dopamina. Io adesso prendo il Ritalin, nel primo mese che l’ho preso leggevo un libro in due, tre ore, scrivevo 40/50 pagine al computer in tre ore, robe che non riuscivo a fare prima. Da quando i miei genitori hanno fatto anche loro un corso genitoriale per l’ADHD, il nostro rapporto è cambiato da così a così. Prima in casa quando litigavamo, io andavo fuori, spaccavo porte. Da lì non è mai più successo perché loro ora sanno come dirmi un 'no'".
Per quanto riguarda la droga e i TSO, Achille aveva spiegato: "Ho iniziato a fumare a 13 anni. Al compleanno dei miei 18 anni ho provato la mescalina. Una volta ho avuto una colluttazione con la polizia. Ero sotto effetto e ho fatto il matto su un taxi", aveva raccontato ammettendo di essere arrivato nel tempo a subire 7 TSO.
Tra gli episodi più drammatici, il tentativo di suicidio avvenuto a 15 anni mentre si trovava in una comunità terapeutica: "Prendo tutto il metadone che c’era, sette boccettine, mi chiudo in bagno e le bevo tutte, volevo suicidarmi. Arrivano i pompieri e sfondano la porta, poi l’ambulanza. Nessun medico ha saputo dirmi come io sia ancora vivo perché l’equivalente di sette boccettine di metadone sono sui 35, 42 grammi di eroina".
Le parole di Colombari
Colombari a Ballando con le stelle aveva ripercorso senza filtri le difficoltà vissute accanto al figlio. "Sono stata giudicata per tutti i problemi di mio figlio. Lui è stato sempre un bambino complicato, poi con la diagnosi di ADHD abbiamo capito da dove provenissero tutti quei comportamenti". "Era come non avere un figlio, era un corpo senza vita completamente anaffettivo. Non riuscivi a smuoverlo con niente", aveva detto l'attrice, che ha ammesso di aver chiamato per il TSO per "salvarlo, non avevo altro soluzioni".
Colombari ha vissuto le dichiarazioni del figlio come una sorta di liberazione: "In un certo senso, il fatto che lui abbia sdoganato tutto quello che è successo a me ha tolto un peso enorme". L'attrice aveva poi parlato dei giudizi ricevuti: "In tanti mi additavano come la mamma sbagliata, la mamma che non ce l'ha fatta, quella che avrebbe potuto fare di più. Io sono stata anni in silenzio".

Si chiamano astrociti e sono cellule del sistema nervoso centrale con una caratteristica forma a stella, altrettanto importanti quanto i neuroni. Un team di scienziati ha scoperto una loro inedita potenzialità che le rende papabili alleate in chiave anti-Alzheimer. In uno studio firmato da ricercatori del Baylor College of Medicine (Usa) è stato infatti identificato un processo naturale nel cervello che le coinvolge e potrebbe essere in grado di rimuovere le placche amiloidi esistenti nei modelli murini della malattia ladra di ricordi, contribuendo al contempo a preservare la memoria e la capacità di pensiero.
L'azione delle cellule 'stellate'
Queste cellule 'stellate' di supporto possono essere guidate ad eliminare gli accumuli tossici comunemente osservati nell'Alzheimer. Il team nel suo studio ha aumentato la quantità di una proteina, Sox9, che influenza molte funzioni degli astrociti durante l'invecchiamento, ed è così che le cellule sono diventate più efficaci nel rimuovere i depositi di amiloide. I risultati, pubblicati su 'Nature Neuroscience', suggeriscono che il rafforzamento dell'attività degli astrociti potrebbe un giorno contribuire a rallentare il declino cognitivo legato alle malattie neurodegenerative, se si confermassero queste indicazioni rilevate nei modelli animali.
"Gli astrociti svolgono diverse funzioni essenziali per il normale funzionamento cerebrale, tra cui facilitare le comunicazioni" nel cervello "e l'archiviazione dei ricordi - spiega il primo autore, Dong-Joo Choi, che ha condotto il lavoro nel Center for Cell and Gene Therapy e nel Dipartimento di Neurochirurgia del Baylor e oggi è docente all'University of Texas Health Science Center di Houston - Con l'invecchiamento del cervello, gli astrociti mostrano profonde alterazioni funzionali. Tuttavia, il ruolo di queste alterazioni" anche "nella neurodegenerazione non è ancora compreso".
La proteina chiave
L'attenzione degli scienziati si è concentrata su Sox9, una proteina che influenza un'ampia rete di geni coinvolti nell'invecchiamento degli astrociti. E il lavoro, precisa Choi, è stato condotto su "modelli murini di Alzheimer che avevano già sviluppato deficit cognitivi, come deficit di memoria, e presentavano placche amiloidi nel cervello", come succede in molti pazienti umani. In questi modelli, i ricercatori hanno aumentato o rimosso il gene Sox9 e hanno poi monitorato le prestazioni cognitive di ciascun topo per 6 mesi. Durante questo periodo, gli animali sono stati testati sulla capacità di riconoscere oggetti e luoghi familiari. Una volta completati gli studi comportamentali, il team ha esaminato i cervelli per misurare l'accumulo di placche.
I risultati mostrano una netta differenza: la riduzione di Sox9 ha portato a un più rapido accumulo di placca, a una ridotta complessità strutturale negli astrociti e a una minore rimozione della placca. L'aumento di Sox9 ha avuto l'effetto opposto, aumentando l'attività cellulare, favorendo la rimozione della placca e preservando le prestazioni cognitive. I benefici protettivi suggeriscono che promuovere un forte coinvolgimento degli astrociti può contribuire a rallentare il declino cognitivo associato alle malattie neurodegenerative, prospettano gli autori.
Il meccanismo
"Abbiamo scoperto che l'aumento dell'espressione di Sox9 stimolava gli astrociti a ingerire più placche amiloidi, eliminandole dal cervello come un aspirapolvere", conclude Deneen. "La maggior parte dei trattamenti attuali si concentra sui neuroni o cerca di prevenire la formazione di placche amiloidi. Questo studio suggerisce che potenziare la naturale capacità degli astrociti di fare pulizia potrebbe essere altrettanto importante".
Choi, Deneen e colleghi sottolineano che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere il comportamento di Sox9 nel cervello umano nel corso del tempo. Tuttavia, i dati raccolti indicano la possibilità di sviluppare potenziali terapie che sfruttino le naturali capacità degli astrociti per combattere le malattie neurodegenerative.
Il progetto verso l'Unesco con una rete di tutti i 377 comuni... 
Dodici sale operatorie smart, di cui 4 sono il regno di robot chirurghi di ultima generazione; una farmacia ospedaliera con magazzino automatizzato e integrato con i sistemi gestionali in uso nell'ospedale. L'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano allarga la 'famiglia' e aggiunge una nuova 'casa' per ospitare l'innovazione tecnologica. Apre le porte l'Ieo 3, inaugurato oggi alla presenza del governatore lombardo Attilio Fontana, della presidente del Consiglio comunale di Milano Elena Buscemi, e dei vertici dell'Irccs. Investimento complessivo, tra immobile e attrezzature: "Intorno a 41-42 milioni di euro", riferisce l'Ad del gruppo Mauro Melis. "Tutto in autofinanziamento", precisa. "Noi abbiamo dotazioni autonome. Questo edificio è stato fatto con mezzi propri, senza ricorrere al debito bancario". Il taglio del nastro arriva a pochi giorni dal centenario della nascita dell'oncologo Umberto Veronesi (28 novembre) che fondò l'Irccs di via Ripamonti con il banchiere Enrico Cuccia e lo fece crescere sotto la sua ala. Una crescita che continua ancora oggi nel suo nome, a 9 anni dalla morte (8 novembre 2016).
"Nel 2008, quando ho avuto l'onore di essere chiamato a ricoprire la carica di presidente di questo istituto, neanche a farlo apposta una delle prime cose che di cui mi occupai fu l'investimento nella robotica - ripercorre Carlo Buora, oggi vicepresidente Ieo - Adesso siamo qua, è passato un po' di tempo e noi siamo stati 'anticipatori' di questa tecnologia". In quegli anni "c'era solo l'Ieo 1 ed era in costruzione l'Ieo 2. Erano momenti difficili, con la crisi finanziaria del 2008. E noi l'affrontammo. L'Ieo 2 fu inaugurato nel 2010, è una delle iniziative nate nel periodo della difficoltà, in cui si andava lentamente su queste cose. Poi si partì anche con il Proton Center. Oggi siamo di nuovo qui, non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre continuato a investire".
Il nuovo edificio offre una veste "ancora più tecnologica" a quella che era proprio la specialità di Veronesi: la chirurgia del cancro, campo in cui fu pioniere. Le nuove sale sono delle 'smart operating rooms', ambienti intelligenti dotati di sistemi che consentono di integrare tutte le apparecchiature e i dispositivi puntando a massimizzare efficienza e precisione. La dotazione robotica, spiegano dall'Irccs, "rappresenta un unicum in Italia in un ospedale monospecialistico". I 4 robot chirurgici, di cui uno 'single port' (che usa un accesso unico e quindi implica un'unica incisione, per interventi mininvasivi), avranno ognuno una sala operatoria dedicata e progettata per ottimizzarne le procedure. La possibilità di disporre di una 'piastra robotica' (4 sale robotiche affiancate) consente - illustrano gli esperti - di migliorare i flussi di lavoro, minimizzare i tempi di preparazione e di transizione tra gli interventi, aumentando anche i numeri, elemento importante per una realtà che è già un 'ospedale robotico': all'Ieo infatti tutte le specialità oncologiche utilizzano questa tecnologia e l'Irccs è già oggi in Italia tra i primi centri oncologici per numero di interventi robotici. Il 2025 si chiuderà con circa 1.500 interventi (dei circa 15mila totali) con tecnica robotica.
La nuova farmacia è frutto dell'investimento dell'istituto nell'automazione della logistica e della distribuzione dei farmaci attraverso due sistemi automatizzati che "consentono di migliorare l'efficienza operativa, ottimizzando lo spazio per lo stoccaggio e riducendo il margine di errore umano", spiegano ancora dall'Irccs. All'interno della farmacia sono stati realizzati un laboratorio per la galenica, 2 laboratori sterili per la preparazione in sicurezza dei farmaci oltre a un laboratorio per il controllo della qualità delle preparazioni. Il tutto è racchiuso in una struttura in carpenteria metallica che ha una parte che sporge di circa 10 metri, soluzione che ha reso possibile la costruzione dell'edificio in adiacenza al contesto già esistente e operativo, senza interruzioni dell'attività ospedaliera.
Ieo 3, progettato per garantire anche "la massima efficienza energetica", si sviluppa su 4 livelli fuori terra con un piano interrato e il corpo principale è collegato ai piani 1 e 2 degli edifici Ieo 1 e Ieo 2 da una passerella aerea, per la continuità funzionale e logistica tra i diversi padiglioni del comparto. La superficie costruita è pari a circa 4.100 metri quadrati, con un incremento complessivo di circa 3.500 mq destinati a servizi sanitari.
"Una pietra miliare per l'oncologia mondiale e un motivo di grande orgoglio per la Lombardia", commenta Fontana durante il suo intervento. "Il nuovo centro - aggiunge - unisce innovazione, sostenibilità e altissima specializzazione, confermando la nostra Regione come uno dei principali poli europei nello studio, nella prevenzione e nella cura dei tumori. Non è solo un ampliamento infrastrutturale, ma un vero ecosistema clinico e tecnologico progettato per offrire percorsi sempre più personalizzati ed efficaci. Qui si integrano chirurgia d'avanguardia, ricerca scientifica e approcci multidisciplinari che rafforzano ulteriormente la qualità della nostra rete oncologica". Fontana ricorda anche il premio internazionale 'Lombardia è Ricerca', il Nobel Lombardo. Douglas F. Easton, uno dei 2 scienziati britannici vincitori quest'anno (insieme a Mark Caulfield), ha infatti indicato l'Ieo fra i centri partner per la realizzazione del suo progetto di sviluppo. "Com'è noto - rimarca il governatore - una quota rilevante del premio è destinata a sostenere progetti innovativi, e il fatto che l'Ieo sia stato individuato come partner scientifico, insieme all'Istituto nazionale tumori (Int), conferma la sua capacità di incidere sul futuro della medicina e della prevenzione oncologica".
L'eredità di Veronesi
L'Ieo 3, commenta in una nota Carlo Cimbri, presidente Ieo, "è pienamente coerente con la nostra missione: mettere la tecnologia al servizio della cura e accelerare l'impatto della ricerca sulla vita delle persone". E' una casa per "l'innovazione tecnologica che ci porterà all'oncologia di precisione, che significa cure più personalizzate, più efficaci e con meno effetti collaterali - precisa il direttore scientifico dell'Irccs, Roberto Orecchia - Oggi quando parliamo di oncologia di precisione pensiamo soprattutto ai farmaci, ma lo stesso principio (e lo stesso investimento di risorse umane e finanziarie) va applicato ai trattamenti locali. Il nostro obiettivo è arrivare a una radioterapia e una chirurgia di precisione. L'inaugurazione si colloca nella settimana in cui celebriamo il centenario della nascita del nostro fondatore, Umberto Veronesi. Con Ieo 3 diamo concretezza al suo pensiero: non smettere mai di innovare, perché ci sarà sempre una terapia da migliorare e una speranza in più da offrire ai nostri pazienti. Il nuovo blocco operatorio oggi è all'avanguardia, ma è pensato anche per gli sviluppi tecnologici e scientifici di domani".
"Diventeremo - prosegue Orecchia - un istituto di medicina di precisione, in parte lo siamo già, senza dimenticare mai l'altro grande insegnamento di Umberto Veronesi: il medico deve instaurare con il paziente un rapporto prima di tutto umano. Ci vogliono la scienza e la tecnologia per curare, ma ci vuole una carezza per guarire". Erano, queste ultime, fra le parole più ricorrenti di Veronesi. Oggi campeggiano su alcuni poster affissi nell'atrio dell'Ieo 1 per ricordarlo. In un videomessaggio inviato per l'inaugurazione di Ieo 3, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ricorda un'altra delle sue frasi celebri citate nei poster: "Comunicare una diagnosi di cancro genera sofferenza. Da quel momento l'amore è parte integrante della cura. In questo senso mi sento di poter dire che ho amato i miei pazienti".
"Come molti sanno - racconta Sala - ho affrontato anch'io la malattia. E anche io, come tutti coloro che si trovano a combattere contro questi mali, ho avuto bisogno onestamente di sostegno, di un conforto che avesse sì basi scientifiche, ma potesse allo stesso tempo lenire le preoccupazioni e le paure dell'animo umano. Quel conforto lo trovai nel rapporto onesto e diretto che instaurai con Umberto. Lo trovai nelle sue parole, nei suoi gesti, nella speranza e serenità che riuscì a infondermi. Era una grandissima persona, e la capacità di unire scienza e umanità, il rigore della ricerca scientifica e la sensibilità verso i pazienti è l'eredità più grande che ci ha lasciato".

Tempo di ritorno sulle piste da sci e nelle località di montagna soprattutto in vista delle vacanze natalizie. Luoghi molto amati dagli italiani, insieme alle attività connesse. Secondo i dati Istat 2025, infatti, sono oltre 2,4 milioni le persone che ogni anno praticano sport invernali. Un esercizio che richiede attenzione al benessere di muscoli e articolazioni per evitare fastidi purtroppo diffusi. Lo confermano i dati: più del 53% degli italiani dichiara di aver sofferto nell'ultimo anno di dolori muscolari o articolari, come evidenziato da uno studio del Censis. A spiegare come coniugare il piacere delle attività sulla neve con la sicurezza e la salute muscolare è Michelangelo Giampietro, docente della scuola di specializzazione Medicina dello sport e dell'esercizio fisico all'università Sapienza Roma, intervenuto a un evento sul tema promosso da Assosalute, l'associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica.
Tra i protagonisti delle vacanze e dei fine settimana sulla neve ci sono i 'weekend warriors', come definiti da Giampietro: persone che, per motivi di lavoro o impegni familiari, concentrano tutta l'attività fisica al sabato e alla domenica o durante le festività. "Dal punto di vista degli esperti - sottolinea lo specialista - è una modalità che, se praticata con buon senso, può comunque portare benefici: meglio poco movimento che niente, anche se concentrato in pochi giorni. Tuttavia, questa abitudine espone a rischi specifici, soprattutto se si sottovaluta la preparazione e la gradualità". Proprio questa tendenza a concentrare lo sforzo in brevi periodi spesso porta i weekend warrior a commettere errori tipici: saltare il riscaldamento, esagerare con l'intensità o ignorare i segnali di fatica del corpo, aumentando così la probabilità di traumi, distorsioni, contratture e dolori muscolari acuti. "Gli errori più comuni sono la mancanza di preparazione, i gesti tecnici eseguiti in modo scorretto, il voler 'recuperare' in poco tempo ciò che non si è fatto nel resto dell'anno e la sottovalutazione della fragilità dei tendini, soprattutto con l'avanzare dell'età", elenca Giampietro.
L'ideale rimane distribuire l'attività fisica durante la settimana, anche con sessioni brevi, ma regolari. Tuttavia, anche chi può allenarsi solo nei weekend deve ricordare l'importanza di ascoltare il proprio corpo, scegliere attività piacevoli e sostenibili e non pretendere troppo da sé stessi in poco tempo. "La salute muscolo-tendinea-articolare si costruisce ogni giorno, non solo durante le vacanze", ribadisce l’esperto.
Discipline, pericoli e fasce più a rischio
Non solo sci alpino: oggi le discipline invernali comprendono anche sci di fondo, snowboard, pattinaggio su ghiaccio, ciaspolate e trekking. "Le attività aerobiche come sci di fondo o trekking offrono benefici cardiovascolari e sono meno traumatiche dal punto di vista muscolare, mentre le attività anaerobiche come sci alpino o snowboard prevedono sforzi intensi e movimenti bruschi, aumentando il rischio di traumi acuti", analizza Giampietro. Queste differenze si riflettono anche sulle parti del corpo maggiormente esposte a infortuni e dolori: ginocchia, spalle e, nei casi più gravi, le strutture ossee degli arti inferiori soprattutto per chi ama scendere sulle piste. "Le fasce d'età più a rischio sono i giovani, per eccesso di slancio e sottovalutazione dei pericoli, e gli over 60 che spesso si cimentano in gesti tecnici non più adeguati alla propria condizione fisica, con una maggiore predisposizione a fratture e lesioni tendinee", continua il medico dello sport.
Quando si parla di prevenzione degli infortuni sulle piste, è importante considerare due aspetti fondamentali: la preparazione fisica e la corretta alimentazione. La preparazione fisica inizia ben prima di mettere gli sci ai piedi. "Riscaldamento e stretching sono fondamentali, così come una preparazione progressiva già nelle settimane precedenti la vacanza", consiglia Giampietro. Anche l'alimentazione gioca un ruolo chiave nella prevenzione. "La disidratazione e la carenza di zuccheri - ricorda - aumentano il rischio di crampi e lesioni muscolo-tendinee. Prima e durante l'attività fisica, via libera a zuccheri semplici, frutta secca, acqua e bevande leggermente zuccherate. Non dimentichiamo proteine, calcio e vitamina D per la salute muscolo-articolare". Non va neppure sottovalutata la stanchezza. Ascoltare il proprio corpo è importante e quando si è stanchi bisogna fermarsi. Si tratta di una misura di cautela contro eventuali incidenti (cadute o disattenzione nei movimenti), fondamentale per proteggere muscoli a articolazioni.
Durante la pratica degli sport invernali, anche in presenza di una buona preparazione e delle opportune attenzioni, può comunque capitare di incorrere in piccoli traumi alla base di dolori e lesioni muscolari o articolari. In questi casi l'automedicazione responsabile rappresenta un valido alleato per una pronta gestione dei sintomi, consentendo di ridurre dolore, gonfiore e limitare il disagio, soprattutto quando ci si trova in vacanza o lontani dal proprio medico di fiducia. "Dopo un trauma acuto, come una distorsione o una contusione, dopo ad esempio una caduta sulle piste, è fondamentale applicare subito il protocollo Price (protezione, riposo, ice, compressione, elevazione)", indica Giampietro. "Il ghiaccio va applicato sulla zona colpita per non più di 10 minuti consecutivi, a intervalli, per ridurre il gonfiore e il dolore. La compressione e l'elevazione aiutano a contenere l'ematoma e favoriscono un recupero più rapido". Per alleviare dolore e infiammazione, possono essere utilizzati farmaci di automedicazione ad azione antinfiammatoria o antidolorifica, disponibili in gel, creme o compresse, riconoscibili dal bollino rosso che sorride sulla confezione. "I farmaci topici sono utili per un'azione mirata sulla zona interessata. Nei casi di evidente contrattura muscolare, invece, possono essere indicati i miorilassanti, ma sempre con cautela: la tempistica di utilizzo è fondamentale: prima si comprime e si raffredda l'area, poi, se necessario, si interviene con il miorilassante", puntualizza l'esperto.
In questo percorso di gestione dei disturbi e cura in autonomia, il farmacista gioca un ruolo centrale, non solo come dispensatore di farmaci, ma come vero e proprio consulente della salute: è la figura a cui rivolgersi per chiarire dubbi, ricevere consigli personalizzati e capire quando è il caso di chiedere il parere di un medico.
Cinque consigli sintetizzano le indicazioni del medico dello sport per un inverno in salute muscolo-scheletrica. Eccoli: muoversi con regolarità, meglio una camminata ogni giorno che ore intense solo nel weekend; gradualità, aumentare progressivamente durata e intensità dell'attività fisica; idratazione e alimentazione equilibrata, fondamentali prima, durante e dopo lo sport; ascoltare il corpo, fermarsi ai primi segnali di dolore o affaticamento; automedicazione consapevole e uso corretto dei medicinali da banco, riconoscibili dal bollino rosso che sorride sulla confezione, sono degli alleati se usati correttamente per alleviare i sintomi di piccoli traumi e disturbi muscolo-scheletrici.
"L'attività fisica costante, una dieta equilibrata e l'ascolto del proprio corpo sono il segreto per godersi lo sport invernale senza rischi", conclude Giampietro.

Una panchina rossa al Rettorato. L’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, nell’ambito delle iniziative promosse in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha organizzato un convegno dal titolo 'La forza delle alleanze: Istituzioni, Comunità e Servizi contro la violenza di genere' che si terrà il prossimo 26 novembre alle ore 10.30 presso la sede del Rettorato, in Viale Ellittico 31, Caserta. Interverranno, dopo i saluti del Rettore, Gianfranco Nicoletti: la prefetta di Caserta, Lucia Volpe, il questore, Andrea Grassi e Francesca D’Olimpio, direttrice del Dipartimento di Psicologia dell’Ateneo. Saranno inoltre presentate le attività del Comitato Unico di Garanzia di Ateneo (Cug) e del nuovo Centro di Ateneo dei Servizi Clinici Universitari e Psicologici (Scup).
L’iniziativa, per la quale è stato anche creato l’hashtag #AmaConLAnima.NonConIlPugno#, nasce con l’obiettivo di promuovere un dialogo costruttivo tra Istituzioni, Società Civile e servizi, per rafforzare la rete di azioni condivise nella lotta contro la violenza di genere. “La tematica della violenza sulle donne – afferma il Rettore Nicoletti - ci coinvolge come Istituzione e come Comunità. È nostro dovere non solo sensibilizzare, ma anche condividere idee e strategie concrete, affinché la forza delle alleanze diventi un presidio di tutela e di speranza”. Al termine dell’evento sarà inoltre inaugurata, presso la sede istituzionale del Rettorato, una panchina rossa, con l’apposizione di una targa dedicata, simbolo concreto dell’adesione dell’Ateneo al progetto nazionale e internazionale #panchinerosse, che prevede anche la geolocalizzazione delle installazioni, affinché diventino punti di riferimento visibili e condivisi nella rete di contrasto alla violenza di genere.

Le elezioni politiche potrebbero finire in pareggio tra il centrodestra e il campo largo? Possibile, soprattutto con l'attuale legge elettorale. E' l'analisi dell'Istituto Cattaneo, che delinea uno scenario complessivo dopo le ultime elezioni regionali in Campania, Veneto e Puglia.
"Tenendo conto della stabilità degli elettorati che avevamo già osservato nelle elezioni regionali precedenti, il risultato di quelle in programma in Veneto, Campania e Puglia appariva scontato. Ed in effetti è andato tutto più o meno come previsto", osserva l'Istituto.
"Questa ultima tornata ha confermato un sostanziale equilibrio, sul piano elettorale complessivo, tra centrodestra e centrosinistra largo, cioè allargato al M5S. Più o meno, lo stesso equilibrio registrato alle europee del 2024", prosegue l'Istituto Cattaneo che elabora "una stima di ciò che potrebbe accadere alle elezioni politiche nazionali se il sistema elettorale rimanesse invariato e le performance del centrodestra e centrosinistra fossero simili a quelle registrate nel ciclo delle elezioni regionali svolte dal 2022 ad oggi".
Rischio pareggio
Il primo dato è che, se resta il Rosatellum, "il risultato sarà determinato, questa volta quasi completamente, dal numero di seggi ottenuti nei collegi uninominali". E con un centrosinistra trasformato in 'Campo Largo' unito e non più diviso come nel 2022, il conto dei seggi sarebbe molto diverso.
"Nelle elezioni politiche del 2022, i partiti del centrosinistra hanno ottenuto, nel complesso, una percentuale di voti leggermente superiore a quella dei partiti del centrodestra. Di conseguenza, hanno ottenuto un numero di seggi leggermente superiore rispetto al centrodestra tra quelli ripartiti con metodo proporzionale. Alla Camera, nella quota proporzionale, il centrodestra ha ottenuto 114 seggi" mentre le opposizioni ne hanno "ottenuti 130".
"Ma poiché ciascuna delle tre componenti del cosiddetto campo largo ha presentato candidati propri (in competizione gli uni con gli altri) nei collegi uninominali" qui "il centrodestra ha vinto quasi dappertutto: in 121 dei 147 collegi" mentre "le opposizioni" divise "solo in 23. Se si considerano le intenzioni di voto attualmente stimate dai sondaggi, è assai plausibile che, in una competizione nazionale in cui il centrosinistra si presenti unito, centrosinistra e centrodestra otterrebbero percentuali di voti e un numero di seggi di entità quasi equivalente nella quota proporzionale".
Italia spaccata in 5
L'Istituto Cattaneo per elaborare una possibile stima dell'andamento delle politiche con l'attuale legge elettorale e "per stimare quanto sia ampio il margine di recupero del centrosinistra e quanto le prossime elezioni politiche possa risultare contendibili" ha considerato "come indicatori dell’attuale equilibrio i voti ricevuti dai candidati a presidente di regione nelle tornate elettorali che si sono svolte dal 2023 ad oggi, quando cioè era già iniziata la ricomposizione del centrosinistra".
E l'effetto potrebbe essere quello di un'Italia divisa. "Ci potrebbe trovare con una Italia di nuovo divisa in due, o meglio in 5: con il Nord e il Centro al centrodestra; la Zona rossa e le grandi regioni del Sud al centrosinistra; con Sicilia, Calabria e Sardegna come 'campo di battaglia'". Alle regionali, si legge nell'analisi del Cattaneo, "il governo Meloni 'non è stato battuto' e il centrodestra continua ad avere buone probabilità di rivincere le elezioni politiche" ma "la dimostrata possibilità di far confluire i voti dei partiti del centrosinistra su candidati comuni (cosa non scontata), soprattutto nel Sud, riapre la competizione anche a livello nazionale".
La riforma elettorale
Quindi l'analisi si conclude con una riflessione sulla eventuale riforma elettorale. "Con tutta evidenza, sta qui l’interrogativo che sottende ad una possibile ulteriore riforma del sistema elettorale. Se sia preferibile un esito potenzialmente indeterminato, con la formazione di governi sostenuti da una esile maggioranza, o addirittura la formazione di un governo sostenuto da partiti appartenenti ad entrambe le coalizioni, oppure un sistema elettorale simile a quello che ha consentito ad entrambe le coalizioni di celebrare vittorie e sconfitte nette nel ciclo delle elezioni regionali che si è appena concluso".

"Credo che la cultura sia un driver fondamentale, forse il principale per il nostro Paese, perché non muove solo la società ma anche l'economia. L'Italia è la cultura, se ci guardiamo intorno infatti” ci accorgiamo che “tantissime delle nostre attività sono legate alla cultura”. Ad affermarlo è Andrea Prete, presidente di Unioncamere, alla presentazione della XV edizione del rapporto ‘Io sono cultura’ svoltasi a Roma.
Il report è stato realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro studi delle camere di commercio Guglielmo Tagliacarne e Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il credito sportivo e culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del ministero della Cultura.
“Penso, ad esempio, all'impegno del sistema camerale che rappresento: sono diverse le Camere di commercio che annualmente investono decine di milioni di euro in attività culturali che poi, a loro volta, alimentano il tessuto economico - aggiunge - Il rapporto, oltre a quello che è l'investimento nell'imprese legate direttamente alla cultura”, include anche uno sguardo ampio “verso tutti gli indotti. Ad esempio: quante attività di ristorazione vivono grazie agli spettacolari monumenti che abbiamo in Italia? Sembrerebbe non esserci un nesso, invece c'è. Questo fa capire quanto la cultura impatti notevolmente nella nostra vita”.

Definire una politica industriale e scientifica capace di rafforzare la competitività nelle scienze della vita. E' la sfida che l'Italia dovrà affrontare in uno scenario internazionale caratterizzato da instabilità geopolitica, pressioni macroeconomiche, crescente domanda e difficoltà di accesso alla salute. Tema caldo su cui un evento, promosso oggi da Sanofi a Roma, ha acceso i riflettori riunendo voci istituzionali, politiche, della comunità scientifica e del Terzo settore.
Tra gli altri: l'ambasciatore di Francia in Italia Martin Briens, il ministro dell'Università e Ricerca Anna Maria Bernini, il capogruppo Fdi in commissione Bilancio del Senato Guido Liris, la dirigente Divisione Biotecnologie e Farmaceutica del Mimit Claudia Biffoli. E sul fronte scientifico: Giuseppe Curigliano, presidente eletto Esmo (European Society for Medical Oncology) e ordinario di Oncologia medica all'università Statale di Milano; Alberto Mantovani, presidente della Fondazione Humanitas per la ricerca e professore emerito di Humanitas University; il presidente del Consiglio superiore di sanità Alberto Siracusano; la Dg di Fondazione Telethon Ilaria Villa; la prorettrice dell'università degli Studi di Napoli Federico II Angela Zampella, presidente del Consiglio di sorveglianza del Centro nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia Rna; il direttore della ricerca scientifica per Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e la sua Fondazione Fism, Paola Zaratin; e Giovanni Tria, presidente della Fondazione Enea Tech e Biomedical.
L'iniziativa si inserisce in un momento "cruciale per il settore", spiegano i promotori, "in cui la ricerca biomedica, la medicina di precisione, l'immunologia di nuova generazione e l'intelligenza artificiale stanno trasformando in profondità i percorsi di cura e le filiere produttive". Per l'Italia, Paese leader europeo nell'export farmaceutico e "hub d'eccellenza" per la ricerca clinica, queste trasformazioni rappresentano "un'opportunità strategica" da cogliere attraverso una visione di lungo periodo. Per Tria abbiamo "una grande opportunità: trasformare il vasto potenziale delle scienze della vita in un vero asset strategico nazionale. La sperimentazione di nuove forme di collaborazione pubblico-privato va in questa direzione: valorizzare le eccellenze scientifiche e cliniche già presenti nel Paese e integrarle con la capacità industriale, tecnologica e produttiva. Investire in infrastrutture biomediche avanzate e in poli di innovazione permette di generare un ecosistema attrattivo, capace di trattenere talenti, attirare investimenti internazionali e sviluppare filiere ad alto valore aggiunto. Un comparto delle scienze della vita forte significa capacità di rispondere più rapidamente alle emergenze sanitarie, maggiore sicurezza nell’approvvigionamento di prodotti critici e un ruolo più attivo nelle iniziative europee di sovranità tecnologica".
Base del dibattito i dati del Report d'impatto 2024 di Sanofi, che offrono una fotografia del valore che l'innovazione può generare per il Paese. L'azienda ha investito 45,2 milioni di euro nel 2024 in Ricerca e Sviluppo in Italia, generando un beneficio complessivo di 133 milioni di euro per il Ssn e il Paese in termini di costi evitati, secondo quanto riporta una nota. L'effetto leva è pari a 2,95: ogni euro investito in ricerca in Italia produce quasi 3 euro di risparmio per la collettività con la riduzione delle ospedalizzazioni, l'uso più appropriato dei percorsi clinici e la disponibilità di terapie innovative. Inoltre, la ricerca sostenuta da Sanofi è una delle più estese in Italia - si legge - con 108 studi clinici condotti nell'ultimo anno, che hanno coinvolto 1.517 pazienti distribuiti in 563 centri clinici ospedalieri e universitari, e la collaborazione con oltre 90 strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale.
La ricerca, osserva Marcello Cattani, presidente e Ad Sanofi Italia e Malta, "è ciò che ogni giorno ci permette di trasformare conoscenze scientifiche in soluzioni concrete per milioni di persone. L'Italia ha una forza unica, rappresentata da una rete clinica di eccellenza e da ricercatori capaci di guidare studi complessi, multidisciplinari e ad alta innovazione. I risultati che osserviamo - dall'impatto sulla qualità di vita dei pazienti alla riduzione dei costi per il sistema sanitario - dimostrano che, quando ricerca pubblica e ricerca industriale lavorano in sinergia, l'innovazione accelera e diventa valore reale. L'ambizione è diventare l'azienda biofarmaceutica leader in immunologia entro il 2030 investendo, con oltre 45 milioni di euro all'anno soltanto in Italia, in studi sempre più avanzati che, anche grazie ad un uso massiccio dell'Ia, integrano immunologia, genomica e nuove tecnologie digitali. Allargando lo sguardo, sono circa 70 i milioni di euro investiti in Italia da Sanofi nelle tre leve chiave dell'innovazione: ricerca e sviluppo, trasformazione tecnologica industriale, competenze e formazione. In un contesto globale di grande complessità, abbiamo bisogno di creare un ecosistema italiano delle scienze della vita all'altezza delle ambizioni della nostra nazione e di stimolo per una politica industriale europea che metta il settore farmaceutico al centro della crescita".
Accanto alla produzione scientifica, la ricerca di Sanofi genera "impatti sanitari immediati" e, in particolare, nel 2024 tre aree sono state oggetto nel report di un'analisi economica specifica: la campagna nazionale di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale nei neonati, le patologie infiammatorie di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. I benefici per il Ssn: 29,5 milioni di euro di costi evitati grazie all'immunoprofilassi Rsv, 20,8 milioni derivanti dalle soluzioni per l'infiammazione di tipo 2 e 34 milioni legati agli inibitori Pcsk9 nella prevenzione cardiovascolare. Sul fronte dell'innovazione, prosegue la nota, Sanofi "sta guidando una trasformazione strutturale della propria pipeline", oggi composta da 93 progetti in fase clinica, di cui 36 in fase avanzata o già sottoposti alle autorità regolatorie, sostenuti sempre più dall'uso di tecnologie di Ai applicate al disegno degli studi, alla gestione dei dati clinici e alla generazione di nuovi target terapeutici.
L'Italia svolge un "ruolo centrale" in questo percorso: gli studi sin qui condotti riguardano aree chiave come immunologia, trapianti, neurologia, malattie rare, diabete, vaccini ed ematologia, e comprendono anche 12 molecole innovative, tra cui alcune 'pipeline in a product' potenzialmente destinate a generare oltre 40 nuove indicazioni terapeutiche entro il 2031. Il 76% degli studi dell'azienda ha riguardato soluzioni basate su meccanismi d'azione immunologici, mentre gli investimenti nella ricerca sulle malattie infiammatorie di tipo 2 sono cresciuti del 19% nel solo 2024.
Un impegno per contribuire a quella che da anni Mantovani chiama "rivoluzione dell'immunologia" e che non guarda più alle malattie come categorie isolate, ma ai percorsi biologici dell'immunità alla base di molte condizioni croniche e infiammatorie. Temi su cui il super esperto ha incentrato la sua lecture magistrale, durante la quale ha approfondito come la comprensione dei meccanismi immunitari sia oggi alla base delle principali innovazioni terapeutiche e di prevenzione. Il messaggio emerso in definitiva dall'evento di Roma? L'Italia - concludono gli esperti - può assumere un ruolo di leadership nelle scienze della vita, ma questo richiede una visione nazionale condivisa, un ecosistema che preveda una governance che integri ricerca pubblica e privata e investimenti capaci di tradursi in soluzioni concrete per le persone.

Creduta morta, stava per essere cremata, quando ha bussato dall'interno della bara per segnalare che era viva. E' successo in Thailandia, in un tempio buddista alla periferia di Bangkok, dove il personale è rimasto "sorpreso" nel sentire il leggero bussare proveniente dalla cassa di legno. A quel punto, il direttore del tempio, Pairat Soodthoop ha chiesto che venisse aperta e ha visto la donna "aprire leggermente gli occhi". "Deve aver bussato per un bel po' di tempo", ha raccontato.
Secondo il fratello della donna 65enne, erano stati i funzionari locali della località in cui viveva a comunicare che la sorella era morta, senza che gli venisse consegnato alcun certificato di morte. Proprio mentre Soodthoop cercava di spiegare come ottenerlo, il personale del tempio ha sentito un leggero bussare provenire dall'interno della bara. Una volta appurato che la donna era viva, il responsabile del tempio buddista ha disposto che venisse immediatamente trasferita in ospedale, dove un medico ha riferito che la 65enne aveva sofferto di una grave ipoglicemia, escludendo che avesse subito un arresto respiratorio o cardiaco.
La donna, secondo il racconto del fratello, era allettata da un paio d'anni e, con il peggioramento delle sue condizioni di salute, sembrava che avesse smesso di respirare sabato scorso.
Il 28 e il 29 novembre la musica protagonista al Teatro Massimo... 
Battuta d'arresto sull'approvazione del ddl anti-stupro. La norma che mette al centro il consenso in mancanza del quale qualsiasi atto verrebbe considerato violenza sessuale, non è approdata oggi in Senato.
Il provvedimento, già approvato all'unanimità dalla Camera, era atteso dopo il passaggio in commissione Giustizia nel pomeriggio nell'aula di Palazzo Madama ma in commissione la maggioranza ha chiesto ulteriori approfondimenti, con la richiesta di audizioni. Il ddl quindi non andrà in aula oggi.
''Sostanzialmente è uno stop alla norma da parte di qualcuno che quella norma non la voleva, smentendo l'accordo politico che si era trovato alla Camera e la stretta di mano tra Giorgia Meloni e Elly Schlein", attacca l'opposizione in commissione.
Bongiorno: "La legge ci sarà ma fatta meglio"
Ma dalla maggioranza, la presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno rassicura che la legge ci sarà ma fatta meglio. "Sarebbe stato bellissimo approvare oggi il disegno di legge che mette al centro il consenso ma nell'ambito della commissione - ha spiegato in aula al Senato - sono state segnalate alcune modifiche, devo dire che ci sono alcune piccole lacune. La legge sarà fatta, un poco meglio soprattutto su un comma" perché su "un comma si gioca una vita", sottolinea l'avvocata. "Facciamo meglio questa legge, facciamola tutti insieme. L'impegno è farla, rapidamente ma migliorandola un po'. Preferisco una legge fatta il 13 o il 31, piuttosto che il 25 ma con una lacuna".
Pd: "Voltafaccia maggioranza è una grave ferita"
Ma le ire del Pd non si placano. "La retromarcia oggi in commissione Giustizia sul ddl in materia di consenso costituisce una ferita grave di un percorso unitario che stavamo sostenendo per tutelare le donne dalla violenza maschile e che ci aveva già visto votare all’unanimità il testo alla Camera, nonché il provvedimento sul femmincidio", affermano i senatori Cecilia D’Elia, Anna Rossomando, Valeria Valente, Alfredo Bazoli, Filippo Sensi, Walter Verini. "Il disegno di legge sul consenso costituirebbe un passo in avanti storico in materia di difesa delle vittime dalla violenza sessuale".
"Il centrodestra, con questo voltafaccia, oltre a tradire le aspettative delle donne, ha di fatto sconfessato un accordo siglato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Noi non ci rassegniamo perché pensiamo che il Parlamento possa e debba approvare finalmente una legge sul consenso, che molti altri paesi già hanno, e lavoreremo ostinatamente in questo senso perché anteponiamo gli interessi delle donne a quelli di parte, cosa che non è stata in grado di fare la maggioranza. Le forze politiche che sostengono il governo hanno macchiato questa giornata", conclude.

"Il nostro è un rapporto che guarda ai temi della cultura e alla creatività da un punto di vista economico, analizzando dunque il ruolo che hanno le imprese, gli operatori, il mondo del terzo settore e la pubblica amministrazione nel contribuire a creare valore”. Sono le parole di Alessandro Rinaldi, vice direttore generale del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, alla presentazione della XV edizione del rapporto ‘Io sono cultura’ svoltasi a Roma. Il report è stato realizzato dal Centro studi Tagliacarne e da Fondazione Symbola, Unioncamere e Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il credito sportivo e culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del ministero della Cultura.
“Il rapporto spazia nell’ampio comparto della cultura, dal patrimonio storico e culturale fino ai videogames, coinvolgendo sia attività che tradizionalmente identifichiamo come cultura sia attività più prettamente industriali o delle imprese - aggiunge -. Un tema centrale è quello delle competenze e del capitale umano, perché la cultura non può fare a meno delle persone e delle professionalità. Quello culturale è infatti un mondo che si sta trasformando, in cui cresce l’importanza sia delle competenze digitali e green sia di quelle che chiamiamo power skills, cioè le competenze trasversali, come la capacità di lavorare in gruppo e il problem solving. Le imprese hanno difficoltà a trovare personale che soddisfi queste caratteristiche”.

"In un mondo in cui ci sono significative incertezze e in cui sta arrivando una tecnologia estremamente impattante”, ossia l’intelligenza artificiale, “la cultura è rilevante per quattro motivi. Innanzitutto, come dice l'Unesco, la cultura è identità. Questa crea a sua volta distintività e quindi competitività”, un concetto valido “anche nelle organizzazioni aziendali, in particolare in quelle come la nostra che sono basate sul capitale umano. In secondo luogo, la cultura favorisce la coesione, le relazioni umane e, dunque, anche l'efficienza in azienda”. Lo spiega Valeria Brambilla, amministratore delegato Deloitte & Touche S.p.A, alla presentazione della XV edizione del rapporto ‘Io sono cultura’ svoltasi a Roma.
Il report è stato realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro studi delle camere di commercio Guglielmo Tagliacarne e Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il credito sportivo e culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del ministero della Cultura.
“Il terzo aspetto - prosegue Brambilla - è quello relativo allo spirito critico che la cultura smuove nelle persone, un aspetto che in futuro sarà indispensabile per indirizzare le intelligenze artificiali e le macchine al lavoro, oltre che per monitorare il risultato che l’Ai ci metterà a disposizione. Infine, la cultura genera creatività e innovazione a dei livelli di cui nessuna intelligenza artificiale potrà mai dotarsi. Per tutte queste ragioni, oggi più che mai, le organizzazioni come la nostra necessitano di cultura”, conclude.
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