
(Adnkronos) - Minacciata, presa a calci e pugni e colpita con l’impugnatura di un machete prima di essere violentata dal suo pusher, un 22enne di origine marocchina. La donna, una 30enne, si era recata in piena notte nei boschi della periferia di Rieti per acquistare sostanze stupefacenti. I fatti risalgono ad aprile scorso.
Dopo la violenza, il 22enne ubriaco ha anche accusato la vittima di essere stata la delatrice dell’arresto per spaccio di un suo connazionale, che vendeva droga negli stessi boschi.
La vittima che, nella circostanza ha riportato delle lesioni per le quali è stato necessario il ricorso alle cure dei sanitari del Pronto soccorso reatino, ha riconosciuto il suo violentatore, dal quale aveva acquistato stupefacenti diverse volte in passato, grazie a un riconoscimento fotografico effettuato negli uffici della squadra mobile di Rieti. Il 22enne è stato quindi denunciato alla Procura per i reati di violenza sessuale aggravata, lesioni aggravate, porto di armi o oggetti atti a offendere, intralcio alla giustizia e cessione di sostanze stupefacenti.
L'uomo è stato fermato il 30 settembre scorso dagli agenti della squadra mobile di Rieti, insieme ai colleghi di Napoli. A tradire l’uomo l’alert del sistema 'Alloggiati Web' giunto alla Sala operativa dell’ufficio di polizia campano in seguito alla segnalazione-rintraccio inserita dagli investigatori reatini. Il giovane straniero è stato quindi rintracciato in un hotel della zona dalle Volanti del Commissariato partenopeo. E' stato poi trasferito nel carcere di Secondigliano (Napoli). Il Gip del Tribunale ordinario di Napoli, un paio di giorni fa, ha convalidato il fermo, confermando la misura della custodia cautelare in carcere.
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(Adnkronos) - Jasmine Paolini scende in campo a Wuhan. La tennista azzurra sfida oggi, mercoledì 8 ottobre, la 'padrona di casa' Yuan Yue, numero 69 del mondo, - in diretta tv, anche in chiaro, e streaming - nel secondo turno del Wta 1000 cinese. Paolini, che ha ricevuto un bye nel primo turno, è reduce dall'eliminazione nei quarti di finale di Pechino, dove è stata battuta dalla statunitense Amanda Anisimova, vincitrice poi del torneo. Yuan ha invece eliminato un'altra azzurra, Lucia Bronzetti, nel primo turno, battendola in due set.
La sfida tra Paolini e Yuan è in programma oggi, mercoledì 8 ottobre, non prima delle 13 ora italiana. Le due tenniste si sono affrontate in tre precedenti, tutti vinti dall'azzurro, che conduce quindi con un parziale di 3-0. L'ultimo incontro risale al primo turno dell'ultimo Roland Garros, quando Paolini si impose in tre set.
Paolini-Yuan sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali SkySport, ma visibile anche in chiaro su SuperTennis. Il match sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, su SuperTennix e sulla piattaforma web di SuperTennis.
Leggi tutto: Paolini-Yuan: orario, precedenti e dove vederla in tv (in chiaro)

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo a Shanghai. Oggi, mercoledì 8 ottobre, l'azzurro affronta il canadese Felix Auger Aliassime negli ottavi del Masters 1000 cinese. Il toscano arriva dal convincente successo nel derby contro Luciano Darderi, mentre il suo avversario ha eliminato l'olandese Jesper de Jong nel terzo turno. La sfida vale doppio, perché mette in palio un posto nei quarti e punti pesantissimi in ottica qualificazione alle Atp Finals di Torino: Musetti è al momento ottavo nella race, il canadese lo segue a ruota (dal decimo posto sale al nono visto l'infortunio di Draper). Ecco orario, precedenti e dove vedere il match in tv e streaming.
Il match a Shanghai tra Musetti e Auger Aliassime si giocherà domani, mercoledì 8 ottobre, come terzo match sullo Stadium Court. La partita non inizierà prima delle 12:30 ora italiana.
Il match tra Musetti e Auger Aliassime sarà trasmesso in diretta tv su Sky Sport Uno (201), Sky Sport Tennis (203), Sky Sport Mix (211) e in diretta streaming su Sky Go, Now e Tennis Tv.
Leggi tutto: Musetti-Auger Aliassime oggi a Shanghai: orario, precedenti e dove vederla

(Adnkronos) - Una nuova tecnologia per il salto in avanti della Russia nei raid mirati in Ucraina. Nuovi droni russi collegati all'operatore con sottilissimi cavi in fibra ottica sono stati infatti impiegati domenica scorsa per un attacco di precisione per la prima volta contro Kramatorsk, la cittadina della regione di Donetsk a una ventina di chilometri dalla frontiera in cui vivono ancora 100mila persone, dimostrandone la vulnerabilità. Il raid non ha provocato vittime ma ha generato allarme in Ucraina che, su questa particolare tecnologia, gli Fpv in fibra ottica, è indietro rispetto alla Russia, anche se sta recuperando con 35 aziende dedicate alla produzione di queste piattaforme.
Le immagini che raggiungono gli operatori del drone - il video è stato pubblicato su un canale Telegram russo con il titolo 'Visione russa del centro di Kramatorsk- sono un flusso continuo e molto chiare. L'aumento del raggio di azione di queste piattaforme estende la profondità della linea del fronte e mette sempre più a rischio i civili.
Il raggio di azione di un Fpv (First Person View, per indicare un drone che trasmette immagini all'operatore che lo controlla da remoto) a fibra ottica è ora di quasi 40 chilometri. Le manovre possono essere precise anche in un centro urbano dove invece l'altezza degli edifici ostacola il flusso dei segnali radio. Il drone di domenica ha sorvolato una strada di Kramatorsk per poi svoltare a sinistra e colpire un camion, di quelli usati dai militari ucraini, parcheggiato di fronte a un condominio. Il punto di origine del lancio è stato individuato dagli analisti ucraini a circa 18 chilometri. Se gli attacchi con diversi tipi di droni Fpv fossero intensificati, sarebbe minacciata la logistica civile e militare che potrebbe aprire il campo a una futura offensiva sull'esempio di quella condotta a Dopropillia la scorsa estate.
"I droni del nemico possono volare a distanze sempre più grandi. Non esiste più una retrovia fino a una distanza 30 chilometri dal fronte. Gli alti ufficiali devono realizzarlo. Tutti gli insediamenti in questa zona dovrebbero già ora chiudere le strade con reti anti drone", ha scritto l'analista Serhii Sternenko in un post su X: "La situazione non potrà che peggiorare perché la tecnologia non rimane ferma". Il congelamento di fatto della linea del fronte e la non superiorità aerea della Russia avevano garantito all'Ucraina un certo grado di sicurezza in una zona di una ventina di chilometri dal fronte. Ma i droni di nuova generazione, che usano sistemi di IA sugli Shahed e i droni a fibra ottica mettono in discussione questo equilibrio delicato.
Diversamente dai droni controllati via radio gli Fpv, manovrati dagli operatori attraverso lunghi fili di fibra ottica, sono immuni ai sistemi di disturbo elettronico e agli ostacoli che sul terreno possono oscurare i segnali radio. Anche con una libertà ridotta dalle matasse di fili, costituiscono una minaccia per la loro grande resilienza e il raggio di azione. I russi hanno iniziato a usare i cavi a fibra ottica sugli Fpv nella primavera del 2024 e l'Ucraina poco dopo. Il loro impiego è ora talmente diffuso che i campi un tempo agricoli ora sono coperti da cavi.

(Adnkronos) - La nuova Flotilla diretta a Gaza ha denunciato che Israele ha attaccato almeno tre delle sue navi in acque internazionali. Composta da nove navi e in navigazione da più di una settimana verso la Striscia, la Freedom Flotilla Coalition (Ffc) afferma che oggi mercoledì 8 ottobre l'esercito israeliano ha attaccato e intercettato "illegalmente" almeno tre delle sue imbarcazioni, mentre si trovavano a 120 miglia nautiche (circa 220 chilometri) dall'enclave palestinese.
A essere prese di mira le navi Gaza Sunbirds, Alaa al Najajr e Anas al Sharif - che prende il nome dal famoso giornalista ucciso in agosto insieme ad altri quattro colleghi dell'emittente qatariota Al Jazeera in un attacco israeliano - alle 4.34 (ora locale), secondo quanto riportato in un comunicato diffuso sul sito dell'organizzazione.
Questa nuova Flotilla ha denunciato il sequestro dell'equipaggio “disarmato”, tra cui medici, giornalisti e rappresentanti politici, e ha assicurato che “non si conosce la loro sorte” né quella degli aiuti che trasportavano le tre imbarcazioni, valutati in oltre 110.000 dollari (94.000 euro) per gli ospedali di Gaza.
Dal canto suo Israele ha confermato di aver intercettato una nuova flottiglia che ha tentato di rompere il blocco marittimo su Gaza. "Un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale e di entrare in una zona di combattimento si è concluso in un nulla di fatto", afferma il ministero degli Esteri israeliano su X. "Le imbarcazioni e i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano. Tutti i passeggeri sono sani e salvi. Si prevede che i passeggeri saranno espulsi al più presto".
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(Adnkronos) - Stasera, mercoledì 8 ottobre, torna 'Chi l'ha visto' alle 21.20 su Rai 3. Liliana Resinovich: dopo quasi quattro anni viene sequestrata la GoPro del marito, unico indagato. Ma la scheda è stata formattata e risulta vuota. Le precedenti analisi delle schede non erano sufficienti? Che cosa cercano gli inquirenti?
Poi, una mamma che chiede aiuto: "Sto cercando mio figlio da sola, in posti anche pericolosi, nessuno mi aiuta". 'Chi l'ha visto?' ha raccolto il suo accorato appello. Con lei altre mamme che non si arrendono mai: una mamma chiede addirittura che il Dna del figlio venga inserito in una banca dati in modo da non impazzire ogni volta che ritrovano un cadavere.
E ancora, la scomparsa di Andrea, 83 anni: dopo pranzo vuole tornare alla macchina per riposare ma si perde. Chiama la moglie e le dice: "Vedo una strada bianca". Infine, la scomparsa di Nicola: dopo una strana vacanza a Termoli per incontrare una donna conosciuta sui social, scompare nel nulla. Ma ora qualcuno pensa di averlo visto il giorno dopo.
Leggi tutto: Chi l'ha visto, stasera 8 ottobre: il caso Resinovich

(Adnkronos) - Salva per un pelo. L'eurodeputata di Avs Ilaria Salis ha visto confermata la sua immunità parlamentare dall'Aula di Strasburgo con un solo voto di scarto. Con 306 voti favorevoli, 305 contrari e 17 astenuti, l'ex insegnante di Monza, accusata di aver aggredito due neonazisti a Budapest nel febbraio 2023 in occasione della giornata dell'onore, un evento che attira neonazisti e militanti 'antifa' da tutta Europa, può tirare un sospiro di sollievo.
"E' una vittoria dell'antifascismo e dell'Europa antifascista", ha gioito Salis subito dopo il voto a Strasburgo, visibilmente sollevata dalla prospettiva di non venire riconsegnata all'Ungheria, dove ha già fatto 15 mesi di carcere. "Ovviamente - ha detto - sono molto contenta dell'esito del voto, ma soprattutto questa è l'ennesima conferma che non si possono tenere dei processi giusti in Ungheria, né contro gli antifascisti, né contro nessun oppositore politico" (VIDEO).
E adesso, ha aggiunto Salis, "dobbiamo occuparci di questa persona, Maja T.", un'attivista tedesca, "che è detenuta nelle carceri ungheresi in condizioni vergognose, ed è sottoposta a un processo farsa, dove viene trascinata in catene come una bestia. Maja deve essere riportata a casa subito e deve essere processata in Germania". Salis ha ribadito la richiesta di essere processata nel nostro Paese e non in Ungheria. "Per me stessa, chiedo che il processo si svolga in Italia, nel rispetto delle garanzie democratiche", ha sottolineato.
Per ora, su questo fronte, tutto tace. "Non abbiamo avuto novità al momento - ha detto Salis - ma è previsto dall'articolo 9 del codice penale. Anche con l'immunità è possibile che il processo si tenga, per cui adesso spetterebbe alle autorità italiane muoversi in merito". Salis ha tenuto a ringraziare tutti coloro che si sono spesi per questo risultato, tra i quali i colleghi del Pd Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, e Brando Benifei.
Nel centrodestra italiano l'esito del voto, a scrutinio segreto, ha sollevato qualche accusa incrociata. Secondo l'eurodeputato della Lega Raffaele Stancanelli, membro supplente della commissione Giuridica, a salvare Salis sarebbero stati 30-40 eurodeputati dei Popolari, che non hanno seguito l'indicazione del gruppo di votare per la revoca dell'immunità (VIDEO).
Per Flavio Tosi di Forza Italia, invece, sono stati i Patrioti, il gruppo della Lega, ad aiutare Salis, dato che nel gruppo si sono registrate molte assenze, il "18%" dei suoi componenti, tra cui "un italiano", Aldo Patriciello. L'eurodeputato della Lega sarebbe mancato, come a settembre, per ragioni di salute, spiegano fonti parlamentari.
Ancora ieri mattina il presidente e capogruppo del Ppe, Manfred Weber, aveva confermato che il gruppo del Ppe avrebbe votato per revocare l'immunità di Salis. Posizione ribadita dal relatore dei Popolari sul caso Salis, lo spagnolo Adrian Vazquez Lazara, il quale, pur provando "empatia" per la collega, ha ricordato che l'immunità vale per gli eventuali reati contestati e asseritamente commessi nel corso del mandato, non prima. E il presunto reato di cui è accusata Salis risale a "oltre un anno" prima della sua candidatura. Per Vazquez Lazara, dunque, chi ha votato per confermare l'immunità di Salis ha "violato lo Stato di diritto". E' vero che sussistono seri dubbi sullo Stato di diritto in Ungheria, ha continuato, ma accertarlo "non spetta al Parlamento Europeo", bensì alla Commissione e ai Tribunali.
Il Ppe era sospettato di 'intelligenza' con i gruppi alla sua sinistra sul caso Salis perché pendevano anche richieste di revoca dell'immunità nei confronti del loro eurodeputato ungherese Peter Magyar, ex membro di Fidesz, ex marito di Judit Varga e leader dell'opposizione in Ungheria con il suo partito Tisza: tutte e tre le richieste di revoca dell'immunità nei suoi confronti sono state respinte, anche con il voto della Left, il gruppo di Salis, come pure quella nei confronti della socialista ungherese Klara Dobrev. Il Ppe ha quindi dato indicazione di votare a favore della revoca dell'immunità di Salis (quindi contro la relazione, che chiedeva di confermarla), ma il voto segreto lasciava a tutti le mani relativamente libere.
Al termine del voto, segreto, su Salis, dalle file del Ppe un eurodeputato ha chiesto di ripetere la votazione, perché la scheda del collega bavarese Markus Ferber non funzionava. Richiesta respinta al mittente dalla presidente Roberta Metsola, anch'ella del Ppe: "Il voto resta", ha detto, passando oltre. Non è possibile sapere con certezza assoluta che cosa è successo, vista la segretezza del voto, ma più fonti hanno confermato che nel gruppo del Ppe alcune delegazioni erano intenzionate a salvare Salis, dato che la loro avversione per il governo di Viktor Orban supera abbondantemente quella per le idee dell'ex insegnante monzese.
Tra queste ci sono probabilmente quella ungherese e quella polacca. E' comunque pressoché certo che, senza alcuni voti dal centrodestra, l'immunità di Salis sarebbe stata revocata, perché non sarebbero bastati (anche se le tante assenze complicano il quadro). Secondo Stancanelli, anche qualche eurodeputato azzurro avrebbe concorso a 'salvare' Salis: "Qualche deputato italiano dei Popolari - ha notato - ha detto 'voterò secondo coscienza'. Io non sono dentro le urne perché il voto è segreto, ma sto alle dichiarazioni del capogruppo, che avrebbero votato contro, e dei parlamentari, che avrebbero votato secondo coscienza. Due più due fa quattro".
Il copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, di Fratelli d'Italia, tuttavia, ha negato che l'esito del voto possa essere ascritto alla responsabilità dei Popolari: "Non credo che si possa attribuire al Partito Popolare questo voto", ha detto, citando le numerose assenze in Aula, "oltre cento", che complicano il quadro. Secondo Procaccini, il voto su Salis "legittima la violenza politica" ed è "una vergogna assoluta".
Per l'eurodeputato di Fdi Mario Mantovani, membro della Juri, la decisione è stata eminentemente politica, "tanto è vero che su cinque voti i due parlamentari che non appartenevano alla Consociazione Sistemica sono stati revocati e i tre parlamentari appartenenti alla Consociazione Sistemica sono stati 'assolti'". Le immunità di Michał Dworczyk e di Daniel, Obajtek, entrambi del Pis polacco (Ecr), sono state revocate, mentre quelle di Salis (Left), Magyar (Ppe) e Dobrev (S&D) sono state confermate.
Il capodelegazione di Fdi, Carlo Fidanza, ha respinto con sdegno le illazioni, basate sulla logica, secondo le quali al suo partito, in teoria, sarebbe convenuto confermare l'immunità di Salis, visti i problemi che avrebbe comportato la sua revoca e una eventuale consegna all'Ungheria per un processo. "No - ha risposto, interpellato in merito - io respingo questa ricostruzione. Ci sono dei principi superiori che devono essere perseguiti". La decisione di procedere a voto segreto, chiesto dall'intero centrosinistra, ha sicuramente facilitato il 'salvataggio' dell'eurodeputata italiana.
Una fonte parlamentare ha spiegato che i voti nel centrodestra sono stati cercati "a uno a uno", e che sarebbe risultato decisivo il ripensamento, in zona Cesarini, di un eurodeputato romeno. La stessa fonte, non sospettabile di simpatie per la destra, ha escluso categoricamente che un aiuto a Salis possa essere arrivato nel segreto dell'urna da Fratelli d'Italia.
In ogni caso, se anche qualche accordo c'è stato, come denota la scelta di andare al voto segreto, osserva una fonte, ha funzionato molto relativamente, dato che il margine di un voto è davvero molto sottile. Se fosse finita in parità, l'immunità di Salis sarebbe stata revocata.
Chi potrebbe essere impegnato a "stappare champagne", ha osservato un'altra fonte, è il premier ungherese Viktor Orban. Si appresta ad andare alle elezioni politiche nella prossima primavera e la conferma dell'immunità di Salis gli dà un'arma retorica da imbracciare contro il rivale Peter Magyar, fino ad oggi dato in vantaggio nei sondaggi. Cosa che ha puntualmente cominciato a fare, accusando l'Unione Europea di "proteggere i suoi", vale a dire il capo dell'opposizione Peter Magyar, "accusato di furto (avrebbe gettato nel Danubio il telefonino di un contestatore che lo stava filmando, ndr) e insider trading", e Ilaria Salis, "membro di un gruppo terrorista". Entrambi messi sullo stesso piano, accomunati dalla conferma dell'immunità parlamentare. Si vedrà nella prossima primavera se questo gli basterà per sconfiggere Magyar nelle urne.
Leggi tutto: Ilaria Salis salva per un voto, accuse reciproche a destra

(Adnkronos) - "La Russia deve raggiungere tutti gli obiettivi. Le decisioni prese nel febbraio 2022 sono state corrette e tempestive". La guerra per la Russia in Ucraina procede nella direzione giusta, parola di Vladimir Putin. Il presidente, nel giorno del suo 73esimo compleanno, 'festeggia' prima incontrando militari e San Pietroburgo e poi con una riunione del Consiglio di sicurezza nel quale fa il punto sull'"operazione militare speciale". Il numero 1 del Cremlino rimane fedele alla definizione utilizzata a febbraio 2022: "Le decisioni prese allora sono state corrette", dice.
Putin riassume l'andamento del conflitto con poche frasi. "L'iniziativa strategica sul fronte appartiene alla Russia. Il nemico si ritira lungo tutta la linea di contatto", afferma il presidente russo, accusando l'Ucraina di "colpire obiettivi civili in Russia nel tentativo di mostrare qualche successo ai suoi protettori occidentali", con un riferimento velato alla prospettiva di un via libera americano alla fornitura di missili Tomahawk.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nelle ultime dichiarazioni ha aperto ulteriormente all'ipotesi, spiegando però di voler "capire come verrebbero usati i missili". I Tomahawk, con la loro gittata di circa 1500 km, consentirebbero a Kiev di puntare obiettivi strategici in profondità nel territorio russo. Già ora, in ogni caso, Putin "ha ordinato di garantire la sicurezza di tutte le infrastrutture, comprese quella energetiche".
Tocca al generale Valeri Gerasimov, capo dello Stato maggiore, descrivere in maniera dettagliata la situazione sul campo. "Le forze armate russe continuano l'offensiva praticamente in tutte le direzioni dell'operazione militare speciale", dice prima di offrire a Putin informazioni su base regionale.
"Le truppe del raggruppamento meridionale avanzano a Severks e Konstantinovka. Il raggruppamento Ovest colpisce le forze ucraine nei quartieri meridionali di Kupyansk. Il raggruppamento Nord continua a svolgere il compito di creare una fascia di sicurezza nelle regioni di Sumy e Kharkiv", snocciola il generale, facendo riferimento a continui progressi nell'Est dell'ucraina e a Sud, "in direzione della città di Zaporizhzhia".
Leggi tutto: Putin, compleanno di guerra: "Russia avanti tutta, Ucraina spalle al muro"

(Adnkronos) - "Cara Francesca Mannocchi, i ragazzi della stazione Leopolda hanno discusso per tre giorni di Gaza, Ucraina, Sudan, lavoro, università, salute mentale. Hanno fatto proposte, hanno studiato, hanno parlato. Se per due ore ballano davvero avverti il bisogno di alzare il ditino e di farci la morale?". Così in un post sui social Maria Elena Boschi replica alla giornalista Francesca Mannocchi che ha scelto proprio il 7 ottobre, anniversario dell'eccidio al Nova festival al confine di Gaza, per pubblicare un post che mostra una serata della Leopolda in cui ragazzi e la stessa Boschi si divertono ballando. "Ma sì, balliamo sul mondo mentre il mondo brucia", si legge nel messaggio di Mannocchi.
Immediata la replica dell'esponente di Italia Viva. "Non ti sembra ipocrisia allo stato puro attaccare uno dei pochi posti in cui 800 giovani fanno politica? Hai seguito il dibattito prima di darci la tua lezioncina? E aggiungo: io un post del genere non l’avrei mai fatto. Ma attaccare chi balla, proprio il 7 ottobre, è quantomeno una caduta di stile. Il mondo brucia, è vero".
"Noi sosteniamo gli sforzi di chi vuole spegnere il fuoco. E lo facciamo, nel nostro piccolo, anche con una scuola di formazione. Continueremo a farlo, studiando proponendo e impegnandoci. Ma non smetteremo mai di rivendicare il diritto a fare festa, a danzare, a fare musica. E anche a ballare sul mondo", conclude la Boschi.

(Adnkronos) - Momenti di tensione questa sera a Bologna dove alcune centinaia di manifestanti si sono radunati a partire dalle 19.30 in piazza del Nettuno per la manifestazione - non autorizzata - dei Giovani Palestinesi in ricordo dell'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023.
I manifestanti hanno cercato in più di un'occasione di uscire dalla piazza blindata dalle forze dell'ordine e, dopo essere riusciti a trovare un varco per raggiungere via Rizzoli, hanno provato a mettersi in marcia in corteo in direzione delle due torri. Le forze dell'ordine si sono spostate e sono intervenute per respingere il tentativo con idranti e cariche. Il corteo è stato respinto fino a piazza del Nettuno. Da dove però è ripartito procedendo verso le due Torri e arrivando in Strada Maggiore
Secondo quanto comunicato dalla Questura di Bologna, in seguito ai disordini, un manifestante è stato fermato e accompagnato in Questura per accertamenti.
“Il genocidio non è finito. Siamo resistenza. Continuiamo a bloccare tutto’’ è invece lo striscione quale è partito da piazza Castello a Torino a cui partecipano oltre 2 duemila persone. “Siamo in piazza per ribadire che il 7 ottobre non può essere usato come pretesto per un genocidio - hanno spiegato i manifestanti prima della partenza - e sismo in piazza per rivendicare senza se e senza ma la resistenza palestinese”. “Dopo 70 anni in cui la ogni violenza di Israele è rimasta impunita, la resistenza palestinese ha sfondato un muro e oggi siamo qui in tantissimi e questo significa tanto e ci chiediamo cosa ci sia di inopportuno a scendere in piazza e a dire che i popoli oppressi hanno diritto a difendersi”.
Nessuna manifestazione né statica né dinamica è stata autorizzata per la giornata per oggi, precisa la Questura di Torino. La manifestazione era stata annunciata, senza formale preavviso, solo attraverso i social e, nonostante le prescrizioni del questore, sempre via social era stata confermata. I responsabili delle violazioni, pertanto, si fa sapere, saranno denunciati all'autorità giudiziaria.
Per motivi di ordine pubblico sono state chiusi in via precauzionale gli accessi principali delle stazioni ferroviarie di Torino Porta Nuova e Torino Porta Susa dove restano aperti solo varchi laterali per l’uscita e l’ingresso dei viaggiatori. Le forze dell’ordine presidiano la sede della prefettura mentre in piazza sono cominciati i primi cori e gli interventi dal microfono. Numerose le bandiere della Palestina, ma anche di Potere al Popolo e Rifondazione Comunista.

(Adnkronos) - L'esercizio fisico aiuta a combattere l'insonnia. E in particolare ci sono attività, non solo sportive in senso stretto, che consentono di migliorare la qualità del sonno. Il tema è stato oggetto di un'analisi comparativa con dati aggregati pubblicata sulla rivista BMJ Evidence Based Medicine.
Gli studi hanno coinvolto 1348 soggetti e hanno preso in considerazione 13 diversi approcci terapeutici per alleviare l'insonnia, 7 dei quali legati all'esercizio fisico. L'insonnia, evidenziano i ricercatori, è associata a un rischio maggiore di problemi e patologie relative alla salute mentale e fisica, tra cui demenza e malattie cardiovascolari. Per migliorare la qualità del sonno ovviamente è possibile ricorrere a trattamenti farmacologici, che non sono privi di potenziali effetti collaterali, o alla terapia cognitivo-comportamentale (TCC), non sempre accessibile - secondo i ricercatori - a causa della carenza di terapisti qualificati, spiegano i ricercatori.
Ecco, quindi, che l'esercizio fisico diventa una soluzione da prendere in considerazione. I riflettori sono stati accesi su programmi legati a yoga, Tai Chi, camminata o jogging, esercizi aerobici più potenziamento muscolare, solo allenamento di potenziamento muscolare, esercizi aerobici combinati con terapia, esercizi aerobici misti. I protocolli esaminati avevano una durata compresa tra 4 e 26 settimane.
L'analisi dei dati ha evidenziato che lo yoga può determinare un notevole aumento del tempo totale di sonno, di quasi 2 ore, e può migliorare l'efficienza del sonno di quasi il 15%. Può anche ridurre il tempo trascorso svegli dopo essersi addormentati di quasi un'ora e ridurre la latenza del sonno, vale a dire il tempo impiegato per addormentarsi, di circa mezz'ora.
Camminare o fare jogging può migliorare la qualità del sonno di circa 10 punti. Il Tai Chi può ridurre i punteggi di scarsa qualità del sonno di oltre 4 punti, aumentare la durata totale del sonno di oltre 50 minuti e ridurre il tempo trascorso sveglio dopo essersi addormentati di oltre mezz'ora. Può anche ridurre la latenza del sonno di circa 25 minuti.
Secondo i ricercatori, tali risultati possono essere spiegati in maniera sufficientemente approfondita. Lo yoga, che si concentra sulla consapevolezza corporea e sul controllo della respirazione, può incidere sull'attività cerebrale, alleviando ansia e sintomi depressivi che spesso interferiscono con un buon sonno notturno.
Il Tai Chi si collega al controllo del respiro: il rilassamento fisico è in grado di ridurre l'attività del sistema nervoso simpatico, attenuando l'ipereccitazione. Il particolare tipo di esercizio può favorire un meccanismo di 'regolazione emotiva' con la conseguente riduzione dell'ansia e con lo stop alla produzione di sostanze chimiche infiammatorie per periodi più lunghi.
Camminare o fare jogging possono migliorare il sonno aumentando il dispendio energetico, frenando la produzione di cortisolo, migliorando la regolazione emotiva, incrementando la secrezione di melatonina e aumentando la durata del sonno profondo.
"I risultati di questo studio sottolineano ulteriormente il potenziale terapeutico dell'esercizio fisico nel trattamento dell'insonnia, suggerendo che il ruolo potrebbe estendersi oltre il supporto aggiuntivo, fino a fungere da valide opzioni di trattamento primario", affermano i ricercatori.
"Dati i vantaggi di modalità di esercizio fisico come yoga, Tai Chi e camminata o jogging, tra cui il basso costo, gli effetti collaterali minimi e l'elevata accessibilità, questi interventi sono adatti all'integrazione nei programmi di assistenza primaria e di salute pubblica", si legge ancora. "E potrebbe esserci un tipo di esercizio più adatto ad alleviare un particolare sintomo dell'insonnia, cosa che ulteriori ricerche potrebbero chiarire", la conclusione, che apre ulteriori prospettive.
Leggi tutto: Insonnia, ecco gli esercizi che aiutano a dormire

(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' al concorso di oggi, martedì 7 ottobre 2025, del Superenalotto. Centrati due '5' che vincono 84.247,46 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 61,7 milioni di euro.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro.
L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 17, 21, 40, 56, 61, 79. Numero Jolly: 87. Numero Superstar: 85.
Leggi tutto: Superenalotto, estratta la combinazione vincente: nessun '6' né '5+1'

(Adnkronos) - Omicidio suicidio a Castelfranco Emilia, nel Modenese, dove un uomo di 92 anni avrebbe prima ucciso la moglie di 88 anni accoltellandola per poi lanciarsi dal balcone del condominio, in via Saietti. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e personale del 118.
"La nostra comunità è profondamente scossa dalla tragedia avvenuta oggi pomeriggio a Castelfranco Emilia - scrive sui social il sindaco Giovanni Gargano - Non appena informato, mi sono recato sul posto per rendermi conto personalmente della situazione. Rivolgo un pensiero di cordoglio a nome di tutta la Città alla famiglia, oltre che il massimo supporto, nei limiti di quanto è nostra competenza, alle forze dell’ordine e ai cittadini dell’area coinvolti. Confidiamo nel lavoro dei carabinieri e dell’autorità giudiziaria per fare piena luce su quanto accaduto e dare risposta a ciò che ha mosso questo episodio".
Leggi tutto: Castelfranco Emilia, 92enne uccide moglie e si suicida lanciandosi da balcone

(Adnkronos) - Aggressione ai danni della giornalista Cristina Autore, inviata a Treviso dalla trasmissione di Retequattro 'Fuori dal coro' per un servizio sulle baby gang. Mentre la reporter stava intervistando due giovani, un gruppo di adolescenti ha iniziato a gridarle contro e a lanciare bottiglie contro di lei e la troupe. La giornalista è stata colpita a un ginocchio ed è dovuta ricorrere alle cure mediche in pronto soccorso dove è stata sottoposta a una radiografia. Questa mattina Autore ha presentato denuncia. "Sono sconvolta - racconta la giornalista all'Adnkronos - e sconvolge il fatto che ragazzini di 14-15 anni usino tanta violenza. Ho avuto l'impressione che quella strada, in centro sotto i porticati, sia 'zona' loro".
Leggi tutto: Inviata 'Fuori dal coro' aggredita a Treviso durante servizio su baby gang

(Adnkronos) - Marco Panichi guarda avanti dopo la fine della sua avventura nello staff di Jannik Sinner. Il preparatore atletico, separatosi dal numero 2 del ranking Atp pochi mesi fa, ha raccontato la sua esperienza accanto a Holger Rune in un'intervista al Corriere dello Sport: "Per me è eccitante far parte di un nuovo progetto. Con Rune abbiamo appena iniziato, è un ragazzo meraviglioso, pronto ad ascoltare e condividere. Ci stiamo ancora conoscendo, abbiamo impostato i primi protocolli di lavoro ma sarà un percorso a medio-lungo termine".
Panichi ha parlato anche dei margini di miglioramento del danese: "Lui ha un talento cristallino, ma c'è tanto da migliorare e ce ne passa per diventare un giocatore vero. Finora ha vinto dei tornei, ma poi magari in quelli importanti perdeva ai primi turni. Servirà consistenza". Panichi ha definito la nuova avventura come un giro sulle 'montagne russe': "A volte c'è tanta eccitazione per delle cose buone, ma poi c'è magari un rebound negativo. Da sempre è un predestinato, ricordo anche quando a New York vinse un set contro Nole in una delle prime esperienze Slam".
Leggi tutto: Panichi, dopo Sinner ecco l'avventura con Rune: "Ragazzo meraviglioso"

(Adnkronos) - Dalla guerra a Gaza tra Israele e Hamas, alla manovra finanziaria, fino alle regionali e alla legge elettorale, è una Giorgia Meloni a tutto campo quella ospite oggi di Bruno Vespa, prima nella puntata di 'Cinque Minuti' e poi di 'Porta a Porta'.
Tra gli argomenti principali, in primis il piano di pace per Gaza presentato dal presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump che, secondo la premier "apre oggettivamente più di uno spiraglio" per una tregua in Medio Oriente. "E' il piano sul quale c'è stata una convergenza quasi totale, anzi direi totale, di paesi europei, paesi arabi, autorità nazionale palestinese, la stessa Hamas, seppur con qualche distinguo. Chiaramente è un percorso molto fragile e bisogna lavorarci tutti quanti insieme con forza. L'Italia sicuramente c'è", ha aggiunto.
Meloni ricorda poi che con "il ministro Crosetto, il ministro Tajani e credo l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, siamo stati denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere".
"Sulle navi della Flotilla c'erano circa 40 tonnellate di aiuti. Ora, il governo italiano ha consegnato 2.300 tonnellate d'aiuti. 40 tonnellate le nostre istituzioni le consegnano in una mattinata con due aerei. Quindi non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo, non serve creare problemi alla propria nazione". "Il blocco navale" a Gaza "c'è dal 2009, non si era accorto Giuseppe Conte che c'era un blocco navale? Perché non ha posto il problema?", ha detto Giorgia Meloni.
Quanto alle manifestazioni per Gaza e la Flotilla, "io sono rimasta scioccata dal fatto che uno degli striscioni di testa fosse quello che inneggiava al terrore del 7 ottobre". "Penso che quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po' riduttiva, quindi penso che su questo bisogna fare tutti un po' più attenzione, sempre avendo grande rispetto per le tantissime persone che sono scese in piazza per una materia che chiaramente è sentita".
"Nei tre anni in cui noi siamo al governo, la Cgil ha indetto quattro scioperi generali e lo fa mentre aumentano i dati di occupazione, aumentano i salari, diminuisce la precarietà e infatti fanno lo sciopero generale su una materia di politica estera che è sostanzialmente un altro unicum nella storia del sindacato. Io penso banalmente che sia pretestuoso e penso che la Cgil sembri molto più interessata a difendere la sinistra piuttosto che a difendere i lavoratori". Sullo sciopero generale "non sono stata particolarmente dura, ho detto quello che penso, come sempre, ovvero che lo sciopero generale era pretestuoso", ha rimarcato la presidente del Consiglio.
Commentando le contestazioni contro la Lega a Livorno, Meloni spiega di temere che "sia un clima che può peggiorare se non richiamiamo tutti al senso di responsabilità e lo dico da persona che sta a stare nella dimensione del conflitto della politica, però qui stiamo cominciando a sperimentare qualcosa di un po' diverso e penso che si stia sottovalutando anche da parte di chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione, che poi le cose sfuggono di mano".
Secondo Renzi io aspiro al Quirinale? "Il problema di quelli che hanno pensato tutta la vita a pensare solo a che incarico dovessero ricoprire è che pensano che gli altri siano come loro. Io ragiono in maniera un pochino diversa. Sto facendo il presidente del Consiglio, posso garantire che mi basta e avanza. Dopodiché però, rispetto alle parole del senatore Renzi, 'faremo di tutto per impedirglielo', non mi sono muove. Cioè, l'opposizione parla solo di me", ha poi detto la premier.
In vista della manovra "dovremmo darci l'obiettivo di dare anche un segnale al ceto medio, che pure è molto importante. Noi ci siamo concentrati finora sui redditi più bassi e io credo che sia importante adesso cercare di allargare la platea. Dipende sempre dalle risorse che si hanno complessivamente, ma ci sono diverse possibilità" per un taglio delle tasse "per la fascia che arriva ai 50mila euro", ha spiegato Meloni.
Parlando delle regionali, Meloni sostiene di non vedere "assolutamente nervosismi all'interno della maggioranza. Sono molto contenta, chiaramente, per queste ulteriori due vittorie" nelle Marche e in Calabria. "Ho la conferma che gli italiani vedono i risultati" del governo, rivendica la presidente del Consiglio, che poi aggiunge: "Mi pare che gli italiani capiscono quando si tenta di trattarli da scemi, come si fa quando il giorno prima del voto si propone la sospensione del bollo auto per i calabresi o come si fa addirittura quando, come è accaduto nelle Marche, si dice 'vota per me nelle Marche e avrai lo Stato di Palestina'. Penso che gli italiani invece dimostrino di guardare ai risultati di governo, che sia in Calabria che nelle Marche erano buoni risultati, e mi pare che sia anche quello che accade con il governo nazionale".
"Se si facesse" la legge elettorale, sarei per una legge "che vada bene anche per il premierato e quindi con l'indicazione del premier sulla scheda. Il premierato va avanti, per questo non vale la pena fare una legge elettorale e poi farne un'altra dopo il referendum sul premierato". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta.
Quanto all'automomia differenziata "è una riforma che noi ovviamente vogliamo portare a termine", assicura la premier. "Sulle materie non Lep, con le regioni che ne hanno fatto richiesta, penso che per la fine di quest'anno qualcosa vedremo", aggiunge la presidente del Consiglio.
"Non c'è alcuna intenzione da parte mia di avvicinarmi al Ppe, direi che mi sembra che delle volte il Ppe si avvicina alle nostre posizioni, nel senso che è accaduto varie volte che anche in questa legislatura si manifestasse al Parlamento europeo una maggioranza alternativa a quella che ha tenuto insieme il governo dell'Europa". "Il mio obiettivo - ha sottolineato Meloni - è costruire anche in Europa una maggioranza di centrodestra e delle volte si è materializzata".
Leggi tutto: Meloni: "Clima si sta imbarbarendo, non conto più le minacce di morte"

(Adnkronos) - Dalla guerra a Gaza tra Israele e Hamas, alla manovra finanziaria, fino alle regionali e alla legge elettorale, è una Giorgia Meloni a tutto campo quella ospite oggi di Bruno Vespa, prima nella puntata di 'Cinque Minuti' e poi i 'Porta a Porta'.
Tra gli argomenti principali, in primis il piano di pace per Gaza presentato dal presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump che, secondo la premier "apre oggettivamente più di uno spiraglio" per una tregua in Medio Oriente. "E' il piano sul quale c'è stata una convergenza quasi totale, anzi direi totale, di paesi europei, paesi arabi, autorità nazionale palestinese, la stessa Hamas, seppur con qualche distinguo. Chiaramente è un percorso molto fragile e bisogna lavorarci tutti quanti insieme con forza. L'Italia sicuramente c'è", ha aggiunto.
Meloni ricorda poi che con "il ministro Crosetto, il ministro Tajani e credo l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, siamo stati denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere".
"Sulle navi della Flotilla c'erano circa 40 tonnellate di aiuti. Ora, il governo italiano ha consegnato 2.300 tonnellate d'aiuti. 40 tonnellate le nostre istituzioni le consegnano in una mattinata con due aerei. Quindi non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo, non serve creare problemi alla propria nazione". "Il blocco navale" a Gaza "c'è dal 2009, non si era accorto Giuseppe Conte che c'era un blocco navale? Perché non ha posto il problema?", ha detto Giorgia Meloni.
Quanto alle manifestazioni per Gaza e la Flotilla, "io sono rimasta scioccata dal fatto che uno degli striscioni di testa fosse quello che inneggiava al terrore del 7 ottobre". "Penso che quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po' riduttiva, quindi penso che su questo bisogna fare tutti un po' più attenzione, sempre avendo grande rispetto per le tantissime persone che sono scese in piazza per una materia che chiaramente è sentita".
"Nei tre anni in cui noi siamo al governo, la Cgil ha indetto quattro scioperi generali e lo fa mentre aumentano i dati di occupazione, aumentano i salari, diminuisce la precarietà e infatti fanno lo sciopero generale su una materia di politica estera che è sostanzialmente un altro unicum nella storia del sindacato. Io penso banalmente che sia pretestuoso e penso che la Cgil sembri molto più interessata a difendere la sinistra piuttosto che a difendere i lavoratori". Sullo sciopero generale "non sono stata particolarmente dura, ho detto quello che penso, come sempre, ovvero che lo sciopero generale era pretestuoso", ha rimarcato la presidente del Consiglio.
Secondo Renzi io aspiro al Quirinale? "Il problema di quelli che hanno pensato tutta la vita a pensare solo a che incarico dovessero ricoprire è che pensano che gli altri siano come loro. Io ragiono in maniera un pochino diversa. Sto facendo il presidente del Consiglio, posso garantire che mi basta e avanza. Dopodiché però, rispetto alle parole del senatore Renzi, 'faremo di tutto per impedirglielo', non mi sono muove. Cioè, l'opposizione parla solo di me", ha poi detto la premier.
In vista della manovra "dovremmo darci l'obiettivo di dare anche un segnale al ceto medio, che pure è molto importante. Noi ci siamo concentrati finora sui redditi più bassi e io credo che sia importante adesso cercare di allargare la platea. Dipende sempre dalle risorse che si hanno complessivamente, ma ci sono diverse possibilità" per un taglio delle tasse "per la fascia che arriva ai 50mila euro", ha spiegato Meloni.
Parlando delle regionali, Meloni sostiene di non vedere "assolutamente nervosismi all'interno della maggioranza. Sono molto contenta, chiaramente, per queste ulteriori due vittorie" nelle Marche e in Calabria. "Ho la conferma che gli italiani vedono i risultati" del governo, rivendica la presidente del Consiglio, che poi aggiunge: "Mi pare che gli italiani capiscono quando si tenta di trattarli da scemi, come si fa quando il giorno prima del voto si propone la sospensione del bollo auto per i calabresi o come si fa addirittura quando, come è accaduto nelle Marche, si dice 'vota per me nelle Marche e avrai lo Stato di Palestina'. Penso che gli italiani invece dimostrino di guardare ai risultati di governo, che sia in Calabria che nelle Marche erano buoni risultati, e mi pare che sia anche quello che accade con il governo nazionale".
"Se si facesse" la legge elettorale, sarei per una legge "che vada bene anche per il premierato e quindi con l'indicazione del premier sulla scheda. Il premierato va avanti, per questo non vale la pena fare una legge elettorale e poi farne un'altra dopo il referendum sul premierato". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta.

(Adnkronos) - "Se fosse una situazione all'italiana, sarebbe gestito molto meglio". Questa la sintesi offerta all'Adnkronos da Jean-Pierre Darnis, professore di Storia all'Università Luiss e a Nizza, riguardo alla crisi di governo francese scatenata dalle dimissioni rassegnate ieri dal premier Sebastien Lecornu. Parte del problema è la mancanza dell'abitudine di creare coalizioni, dialogare tra forze politiche o trovare una soluzione di tipo governo tecnico, spiega: "Negli ultimi anni, per superare un blocco, si chiamavano i vari Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Mario Draghi a creare un governo di scopo ridotto che permetteva di traghettare l'Italia in contesti anche difficili. Ecco, nessuno di questi ipotesi sta emergendo in Francia. Quindi abbiamo anche un problema di mancata italianizzazione del sistema francese, non il contrario".
L'altro livello di paralisi ha a che fare con un "doppio blocco" del sistema presidenziale francese, prosegue Darnis. "C'è un blocco di tipo politico, perché la figura di Emmanuel Macron ormai è logorata", commenta, ricordando che dopo le elezioni parlamentari del 2024 e l'ulteriore frammentazione dell'Assemblea nazionale in tre o quattro macro-blocchi è venuta meno una maggioranza a sostegno del presidente francese, quella che tipicamente emergeva grazie al ricorso a politiche con scrutino maggioritario nel precedente contesto di bipolarismo. "La logica politica di questo nuovo stadio è la resistenza di una parte della destra e una parte della sinistra per evitare l'arrivo al potere del Rassemblement National di Marine Le Pen. Ma Macron non ha voluto, o non ha saputo, o non è stato in grado di interpretare questo risultato politico, e convertirlo in una maggioranza", anche solo per far passare la legge finanziaria, tema su cui è capitolato il governo Bayrou.
L'attuale presidente, dunque, "non è mai riuscito o non ha mai voluto allargare la compagine parlamentare di sostegno al centro-sinistra, perché avrebbe rimesso in discussione la politica economica della sua offerta. E quindi lì vediamo un conflitto fra il ruolo esecutivo del presidente, che ha una sua visione politica e ha guidato le politiche del primo mandato, e questa manchevolezza che blocca la sua capacità di essere l'arbitro istituzionale, quello che gestisce le crisi, potendo creare le condizioni di fronte a una maggioranza diversa" e sa mediare tra le parti al fine di mandare avanti il lavoro delle istituzioni. In questo contesto multipolare, evidenzia Darnis, "il presidenzialismo francese si dimostra un regime completamente inadeguato. Possiamo dire che è un peccato che la Francia non si italianizzi, perché il ruolo di un Presidente della Repubblica italiano, che non è per nulla esecutivo, ma che gestisce sempre le crisi con un'equipollenza e un'attenzione molto forte ai partiti, sarebbe veramente auspicabile".
Dopo la caduta del fugace governo Lecornu, è probabile che Macron, riacquisita la capacità di sciogliere le camere, indica nuove elezioni politiche per novembre, prevede Darnis. Il presidente ha incaricato il premier uscente di guidare trattative entro mercoledì sera, momento in cui, in mancanza di un accordo, "affronterà le sue responsabilità", stando a quanto hanno detto i suoi consiglieri ai media francesi. "Mi stupirei se trovassero la quadra entro domani sera", rileva l'esperto, sottolineando che nessuno dei governi che si sono susseguiti negli ultimi mesi ha approfittato dell'eventuale "spiraglio" per la creazione di un governo di centrosinistra. Ma difficilmente un rimescolamento dei seggi parlamentari risolverà lo scenario di crisi, aggiunge, ricordando l'assenza di una legge finanziale e la conseguente paralisi degli investimenti.
Darnis ricorda che, al netto delle richieste provenienti dall'intero arco politico, la legge francese non richiede o impone in nessuno modo le dimissioni a Macron, il cui mandato scade nel 2027. C'è chi spera che si possa ristabilire il tradizionale calendario elettorale francese in cui le presidenziali precedono le politiche, spiega il professore, ma l'attuale frammentazione dell'Assemblea nazionale potrebbe non essere una situazione passeggera: non è dunque detto che si possa arrivare a definire una maggioranza presidenziale, avverte. "Inoltre, in questa fase, tutti i partiti francesi sono prigionieri dei propri tatticismi per arrivare alle prossime presidenziali", dove i sondaggi prevedono che al ballottaggio arriverà un candidato di Rassemblement National (realisticamente o Marine Le Pen o Jordan Bardella).
Il punto è che c'è una "foltissima pattuglia di leader politici che sembrano in grado di raggiungere il 10-15% dei consensi, anche se nessuno di essi esercita una vera egemonia su un partito o un campo politico tale da arrivare al 20%, come fece Macron, e sarebbe sicuro di arrivare al secondo turno". Una decina di candidati in tutto lo spettro politico pensano di avere una probabilità, scommettendo nella creazione di una coalizione anti-Rn. Al netto della possibilità che ciò accada, Darnis descrive lo scenario come "estremamente nocivo" perché ognuno di questi leader limita il proprio operato guardando alle sue chance di superare i concorrenti nella corsa alle elezioni presidenziali e di conseguenza non lavora in funzione dell'interesse nazionale.
Leggi tutto: Francia, Darnis (Luiss): "Crisi in Italia sarebbe gestita meglio"

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