
(Adnkronos) - "L'Agorà della psicologia nasce dall'iniziativa di un gruppo di psicologi che hanno iniziato a collaborare partendo da un'idea semplice, ma importante: la psicologia non può essere rappresentata solo attraverso il disagio. Abbiamo sentito il bisogno di creare uno spazio capace di raccontarla in modo positivo, attraverso l'arte, la letteratura e la filosofia". Così Gabriella Pravettoni, professoressa di Psicologia all'università degli Studi di Milano, partecipando oggi alla presentazione del progetto culturale dell'ateneo meneghino, che "vuole dare vita a un momento di incontro e di riflessione condivisa tra studenti e cittadinanza. Un luogo in cui approfondire, interiorizzare e riflettere, ma con uno sguardo luminoso, costruttivo e aperto".
Il progetto si ispira al modello di polis greca - l'Agorà, appunto - un luogo in cui i cittadini possono tornare a confrontarsi e discutere sui temi dei nostri tempi, accompagnati da menti brillanti e personaggi illustri. Un ciclo di 6 incontri che prevede la partecipazione di personalità di assoluto rilievo nel panorama nazionale. Tra gli altri, Massimo Cacciari (filosofo), Massimo Recalcati (psicanalista, filosofo e scrittore, Vittorio Lingiardi (Saggista), Andrea Ruth Shammah (regista), "che porteranno in scena anche spettacoli teatrali. In forme diverse - sottolinea Pravettoni - tutti contribuiranno a rappresentare la psicologia nella sua ricchezza e complessità".
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(Adnkronos) - Pier Silvio Berlusconi ha acquistato lo storico attico di Casa Vianello, nel quartiere di Milano 2. L’immobile, che fu per decenni la residenza di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, è stato comprato dall'amministratore delegato di Mfe per una cifra di circa 1,45 milioni di euro.
L’attico, circa 300 metri quadrati distribuiti su due livelli con terrazzi, cinque camere, cinque bagni, soggiorno, sala da pranzo e studio, era di proprietà di Pedro Edgardo Magsino e Rosalie Escarez, i collaboratori filippini a cui i coniugi Vianello avevano lasciato l’intera eredità dopo la loro scomparsa nel 2010.
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(Adnkronos) - "Non ci si avvelena da soli con il cioccolato". Con questa frase il presidente ecuadoriano Daniel Noboa ha commentato il presunto tentativo di avvelenamento di cui sostiene di essere stato vittima: dolci e marmellata contaminati da tre sostanze tossiche, ricevuti in dono durante un evento pubblico. Il caso, ora nelle mani della procura di Quito, si inserisce in un clima globale sempre più teso, tra guerre, instabilità e leader che convivono con la paura costante di un attentato. Da Donald Trump a Kim Jong-un, passando per Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, proteggere sé stessi - ancora prima che la patria - è diventato un mestiere, con strategie tanto sofisticate quanto eccentriche.
Negli Stati Uniti, Trump vive sotto una protezione senza precedenti. Dopo l’attentato del 2024 in Pennsylvania, in cui rimase ferito a un orecchio, la sua scorta ha introdotto i "panic pods" - rifugi antiproiettile pieghevoli nascosti dietro le quinte dei comizi - e reti anti-drone che sigillano lo spazio aereo intorno ai palchi. Il tycoon si muove in convogli di veicoli blindati, circondato da decine di agenti del Secret Service, mentre ogni alimento viene analizzato da laboratori mobili. L’accesso ai suoi eventi è rigidamente controllato, e la voglia del tycoon di apparire pubblicamente porta talvolta a enormi sfide logistiche.
Vladimir Putin ha invece trasformato la segretezza in scudo personale. Il presidente russo alternerebbe, secondo varie analisi e teorie, più sosia addestrati a imitarne voce e gesti, per confondere potenziali attentatori. Ricerche condotte dal Japan’s National Institute for Defence Studies tramite software di riconoscimento facciale e vocale avrebbero individuato almeno due controfigure in attività, anche se il Cremlino non ha mai confermato. Ogni pasto, bevanda o ambiente che Putin frequenta viene testato con spettrometri portatili e assaggiatori di fiducia: il timore dell’avvelenamento è quasi culturale, radicato nella lunga storia russa di veleni e tradimenti.
In Ucraina, Volodymyr Zelensky vive in movimento continuo. Dall’invasione russa del 2022, il presidente ha fatto della mobilità la sua migliore difesa: bunker segreti, spostamenti improvvisi, scorte d’élite che cambiano percorso all’ultimo momento. Secondo fonti di sicurezza citate dal Guardian, in alcune occasioni avrebbe usato travestimenti con parrucche e abiti civili per muoversi a Kiev senza attirare attenzione. Un’inchiesta del New York Times ha raccontato come Zelensky registri molti dei suoi messaggi in rifugi sotterranei, usando green screen per nascondere la posizione reale.
Più tecnologica, ma non meno ossessiva, è la sicurezza del presidente cinese Xi Jinping. In Cina, il controllo non si affida solo ai corpi speciali ma anche all’intelligenza artificiale: reti di telecamere con riconoscimento facciale e analisi comportamentale sorvegliano le folle in tempo reale, alla ricerca di micro-espressioni di nervosismo o gesti sospetti. Xi adotta "ghost schedules", orari fantasma e spostamenti decisi all’ultimo istante per rendere imprevedibili i suoi movimenti. In passato avrebbe perfino organizzato cortei ed eventi "diversivi" per sviare potenziali attentatori.
Nella gara al "più paranoico", nessuno supera Kim Jong-un. Il leader nordcoreano evita gli aerei, viaggiando su treni corazzati da 90 vagoni, con percorsi segreti e convogli di scorta. Porta sempre con sé una toilette personale per impedire che i servizi segreti stranieri analizzino i suoi campioni biologici. Secondo testimonianze di disertori, utilizzerebbe persino sosia "geneticamente compatibili" per gli eventi pubblici più rischiosi. Una sicurezza maniacale figlia anche dell’isolamento e la paranoia del regime.
Neppure Benjamin Netanyahu è immune alla logica della minaccia. La sua residenza di Cesarea è un bunker futuristico, con vetri che si rinforzano automaticamente, sensori acustici anti-drone e ologrammi di "figure fantasma" per confondere eventuali tiratori. La scorta del premier israeliano impiega agenti sotto copertura come "vicini di casa" e utilizza giubbotti antiproiettile dissimulati da completi sartoriali.

(Adnkronos) - Si chiude oggi a Rimini Zing, l’evento organizzato da Var Group che ha portato a Rimini quasi 3000 persone provenienti da aziende di ogni settore, ospiti internazionali e uno straordinario robot umanoide, Ameca, con capacità di riconoscimento facciale, comprensione del linguaggio naturale e telepresenza, uno strumento per testare e sviluppare nuove applicazioni di intelligenza artificiale. In un'intervista all'Adnkronos/Labitalia Francesca Moriani, ceo di Var Group e autrice di Braveship, il coraggio di innovare, ha spiegato come l’Ia entra e potrà entrare nel mondo del lavoro, integrandosi con l’intelligenza umana ed organizzativa.
"Ameca - afferma - si è presentata come il robot umanoide più avanzato al mondo, in grado di analizzare e mettere in correlazione migliaia di dati in un secondo, parlare molte lingue, disponibile 24 ore su 24 e che non ha nemmeno bisogno della pausa caffè. Ecco, la prima riflessione che mi sono portata a casa è proprio questa. Nel mondo delle aziende e delle relazioni che si creano sul lavoro la pausa caffè in realtà è il nostro spazio strategico. E' lì che un commento informale si trasforma in un'idea geniale. E' il momento in cui costruiamo le relazioni e ci connettiamo".
"L’Intelligenza artificiale nelle aziende - sottolinea - è ancora molto poco utilizzata e solo per attività estremamente semplici. Le facciamo scrivere mail, fare report. Tutto bellissimo, ma non è certo questo che cambia radicalmente le cose. Quando entrerà in maniera integrata all’interno degli assetti organizzativi allora sì che si avrà quella che già adesso si appare come una rivoluzione sebbene solo potenziale. Lo ha detto benissimo Alec Ross durante la prima plenaria: 'i pessimisti piangono nel loro caffè e si lamentano di un mondo immaginato, realizzato e gestito dagli ottimisti'. Ecco, noi vogliamo essere ottimisti e continuare a pensare a come integrare l’Ia nei processi aziendali, immaginando anche nuove forme di organizzazione".
"Ci sono davanti praterie. Sta a noi definire le linee strategiche e Zing è nato per creare un confronto aperto su questi temi, per ispirare le persone con nuove idee, non solo per capire lo status quo ma anche per definire cosa possiamo fare noi- all’evento c’erano più di 800 persone tra imprenditori e manager di aziende di ogni settore e dimensione- per indirizzare nel modo corretto non solo lo sviluppo dell’Ia ma anche la sua integrazione nel mercato del lavoro", osserva.
Per Francesca Moriani "l’Ia può potenziare le persone. Mentre si occupa di attività ripetitive, dei report e della gestione dei processi noiosi, ma anche di predire rischi e guidare macchine agricole, le persone avranno più tempo per fare ciò che l’intelligenza artificiale non potrà mai fare dove servono ad esempio creatività e conoscenza del contesto, istinto. L’Ia è programmata per evitare gli errori, utilizza un codice che si basa sulla logica, non sull'istinto. Ecco perché la leadership rimarrà sempre umana. Gli esseri umani hanno una capacità straordinaria: giustificare un errore come 'visione retroattiva', l’Ia lo segnala come una deviazione dalla norma. Non accettata".
"Il tema centrale di Zing - spiega - è l’integrazione tra 'intelligenza umana, artificiale e organizzativa'. Significa smettere di vedere l’Ia come un’entità separata e cominciare a progettare sistemi in cui tre tipi di intelligenza dialogano e si completano. Nella pratica questo significa diversi interventi concreti: ridisegnare i processi decisionali perché i risultati prodotti dall’Ia vengano integrati nelle decisioni umane, non solo consegnati come report. Bisogna creare ruoli ibridi - ad esempio data translator o Ia product manager - che traducano output tecnici in azioni di business e stabilire feedback loop in cui i comportamenti umani influenzano il modello e il modello, così da farlo migliorare".
"Un altro esempio - aggiunge - nelle operations, l’Ia può suggerire riassetti di schedule o ordini; ma è la persona a valutare vincoli relazionali, negoziazioni con fornitori o priorità strategiche. L’organizzazione deve prevedere chi prende quella decisione e come il sistema apprende dalle sue scelte. Senza questo livello di integrazione, l’Ia resta un fornitore di insight non utilizzati".
Alla domanda 'cosa serve davvero alle aziende oggi: più pianificazione rigorosa o più coraggio e sperimentazione', Francesca Moriani risponde: "E’ come chiedere ad un bambino a chi vuol più bene alla mamma o al papà. Servono entrambe le cose, ma dato che siamo di fronte a un cambiamento radicale, il primo passo è creare spazio per sperimentare con coraggio. Il coraggio serve per iniziare sperimentazioni rapide, dobbiamo essere pronti ad accettare che alcune falliranno, dobbiamo imparare velocemente e adattare. La sperimentazione ci dà conoscenza pratica; ci permette di capire davvero quali processi vanno ripensati e quali casi d’uso portano valore reale".
"Detto questo - conclude - la sperimentazione va fatta in modo intelligente: non è anarchia. Serve rigore nel misurare i risultati dei proof-of-concept, metriche chiare e governance. E soprattutto avere pazienza: non tutto diventerà subito evidente in termini di Roi monetario; però l’adattamento continuo e la costruzione di competenze sono investimenti strategici".
 Il cagliaritano Pineider: 'nuove opportunità di vendita'...
Il cagliaritano Pineider: 'nuove opportunità di vendita'...      
(Adnkronos) - Al Teatro degli Arcimboldi di Milano, davanti a oltre mille ospiti tra chef, produttori di vino, operatori del settore, istituzioni e stampa, Le Guide de L’Espresso hanno celebrato l’Ottava arte e hanno consacrato l’eccellenza italiana a tavola con la presentazione della 46sima edizione delle Guide: “I 1000 Ristoranti d’Italia” e “I 1000 Vini d’Italia”. Dopo le sette arti classiche — architettura, scultura, pittura, musica, poesia, danza e cinema — l’alta cucina e il vino si sono affermati come Ottava arte, per la capacità di parlare a tutti i sensi e di trasformare un gesto quotidiano in esperienza culturale. L'evento, condotto da Guido Meda — vicedirettore Sky Sport e responsabile redazione motori — e Federica Masolin — giornalista e conduttrice Sky Sport — ha visto alternarsi sul palco talk, interventi e premiazioni.
Sono 21 i ristoranti che quest’anno hanno ottenuto il massimo riconoscimento dei 5 cappelli, tra cui 3 guidati da chef donne: Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò), Jessica Rosval (Al Gatto Verde) e Nadia Santini (Dal Pescatore). Ben 6ristoranti hanno raggiunto il punteggio massimo di 20/20: Osteria Francescana di Massimo Bottura, Cracco di Carlo Cracco, Reale di Niko Romito, Duomo di Ciccio Sultano e, per la prima volta, anche Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo e Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni. Sul fronte del vino, 7 cantine hanno ricevuto il “110 cum laude”, il voto più alto conferito dalla Guida: Alta Mora, Castello di Ama, Elvio Cogno, Ferrari Trento, Giovanni Rosso, Podere Forte e Tenuta Sette Ponti.
Accanto ai massimi riconoscimenti, sono stati assegnati anche i premi speciali, pensati per valorizzare talenti capaci di imprimere direzioni inedite alla cucina e al vino italiani. Tra questi, il premio come Miglior Giovane è andato a Luca Adobati (Casa Romano) e il premio Miglior Outsider, un nuovo riconoscimento introdotto quest’anno, è stato consegnato ad Alberto Gipponi (Dina). Per i vini, invece, in primo piano il titolo di Miglior Vino Spumante, assegnato a Ferrari Trento di Matteo Lunelli, e il premio per il Miglior Produttore Under 40, conferito a Casanova di Neri, ritirato da Marianna Neri.
Spazio a un confronto tra istituzioni e protagonisti della scena culturale italiana. Sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi, Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe — Federazione italiana pubblici esercizi — e Jacopo Veneziani, storico dell’arte e divulgatore. I tre talk tematici — “Sapori d’Italia”, “Fuori Scena. Outsider” e “L’estetica dell’Ottava” — hanno approfondito il ruolo dell’enogastronomia come motore culturale e innovativo dell’Italia.
Dietro a questa edizione 2026, c’è un lavoro che racconta la dimensione di un intero anno di reportage itinerante. Un viaggio lungo 60.000 chilometri, che ha portato Luca Gardini, curatore delle Guide, e tutti gli ispettori a degustare 1.500vini, visitare 1.200 ristoranti e assaggiare più di 5.000 piatti. Un percorso costruito attraverso migliaia di mail e telefonate e una presenza capillare in tutte le 20 regioni italiane. Più di 1.000 persone, tra cui ispettori, curatori, redattori, grafici, fotografi, incontrate lungo il viaggio su e giù per l’Italia, testimoniano la solidità di un racconto che ogni anno ridisegna la mappa enogastronomica del Paese. (segue)
E' stata presentata in anteprima anche la versione aggiornata del sito (guidespresso.it) e la nuova app de Le Guide de L’Espresso, progettate per rendere le eccellenze enogastronomiche facilmente fruibili da chiunque, ovunque, con contenuti immediati e sempre aggiornati. Le novità non sono finite: nel 2025, Le Guide de L’Espresso hanno aperto un nuovo capitolo narrativo, con tre branded content e due progetti editoriali capaci di reinterpretare la cultura enogastronomica italiana in modi più contemporanei. Con Kia, il progetto Outsider sta raccontando i protagonisti che hanno scelto strade non convenzionali, ridefinendo i confini della ristorazione italiana.
Con Enilive, una stazione di servizio è diventata un luogo di esperienza culinaria, grazie ad ALT – Stazione del Gusto. Con Elica è stato realizzato “Silenzio, parla il cooking”, una serie di cortometraggi in cui si fondono arte pittorica e gesto gastronomico. A questi, si sono affiancati anche due progetti editoriali: Sapori e Storie di Roma, in collaborazione con American Express e Confesercenti Roma, una guida dedicata alla vitalità delle trattorie della Capitale, e Best Restaurants & Wines of 2025, in partnership con Gruppo Pellegrini, una versione internazionale delle classiche Guide de L’Espresso.
"Sono state celebrate le eccellenze italiane, ma soprattutto dà lustro a una filiera che costruisce cultura e lavoro. La cucina e il vino sono diventati la nostra forma più autentica di diplomazia: parlano al mondo con il linguaggio del gusto— ha dichiarato Emilio Carelli, direttore de L’Espresso — Le Guide continuano a essere una sentinella inquieta, sempre in viaggio per osservare e interpretare i cambiamenti del Paese attraverso la sua tavola". "Raccontare l’Italia del gusto significa raccontare chi siamo, attraverso tavole e calici che esprimono ogni giorno la nostra identità. Le Guide de L’Espresso valorizzano chi, con talento e passione, trasforma il cibo e il vino in esperienze autentiche, offrendo al lettore una bussola sicura nel panorama enogastronomico italiano", ha commentato Luca Gardini, curatore de Le Guide de L’Espresso.
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(Adnkronos) - La spina bifida è una grave malformazione congenita causata dalla non corretta chiusura del tubo neurale durante le prime settimane di gravidanza (tra il 17.esimo e il 30.esimo giorno dopo il concepimento) e, insieme all’idrocefalo, può influenzare profondamente lo sviluppo e la qualità di vita del neonato. Fattori genetici, ambientali e nutrizionali concorrono allo sviluppo di queste anomalie. Uno dei fattori principali di rischio è la carenza di acido folico, ma influiscono anche il diabete materno, l’obesità, l’ipertermia in gravidanza e l’uso di alcuni farmaci antiepilettici. Domani è la Giornata mondiale della spina bifida e Idrocefalo A livello globale, si stimano circa 2 casi ogni 1000 nati vivi (tra i 214.000 e 322.000 nuovi casi all’anno). Nei Paesi a basso e medio reddito, l’incidenza complessiva si mantiene elevata, con circa 2 milioni di casi/anno, in parte per la mancanza di programmi sistematici di supplementazione di acido folico e per la limitata disponibilità di diagnosi prenatale.
Negli Stati Uniti, i dati recenti indicano una prevalenza di 3,5 casi ogni 10.000 nati vivi (1 su 2.875), grazie a decenni di fortificazione della farina con acido folico. In Europa, secondo i dati di sorveglianza Eurocat, la prevalenza media è di 4,9 casi ogni 10mila nascite, con una distribuzione non uniforme, a causa delle differenti politiche di fortificazione alimentare obbligatoria tra i paesi. La raccolta sistematica dei dati epidemiologici su questo tipo di patologia in Italia è ancora frammentaria, ma le stime regionali suggeriscono valori allineati alla media europea, nelle aree con buona copertura di supplementazione folica pre-concezionale.
Da tempo la Società italiana di Neonatologia (Sin) sostiene la necessità di una fortificazione di acido folico obbligatoria di alcuni alimenti, confermata anche in occasione della Giornata mondiale della spina bifida e idrocefalo, insieme ad un approccio integrato che parta dalla prevenzione in epoca preconcezionale, fino al follow-up a lungo termine. "La prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale deve continuare ad essere la supplementazione con acido folico in epoca peri-concezionale, meglio se obbligatoria. Da un punto di vista terapeutico negli ultimi anni sono emerse nuove tecniche chirurgiche per il trattamento della spina bifida e dell’idrocefalo spesso associato, tra cui interventi di chirurgia prenatale e approcci fetoscopici mininvasivi innovativi. Tuttavia, i dati sono ancora preliminari e richiedono follow-up a lungo termine e standardizzazione dei protocolli”, spiega il presidente Sin, Massimo Agosti.
"L’integrazione di 0,4 mg/die di acido folico almeno un mese prima del concepimento e durante il primo trimestre riduce il rischio di spina bifida sino al 70%. Le donne con anamnesi positiva per tale patologia in precedenti gravidanze necessitano di dosaggi più elevati (4–5 mg/die). Oltre 80 Paesi hanno adottato programmi di fortificazione obbligatoria di farine con acido folico, con riduzione fino al 50% dell’incidenza. In Italia non esiste una fortificazione obbligatoria, ma è raccomandata la supplementazione volontaria. La copertura rimane insufficiente, con stime di adesione
“Alla prevenzione con acido folico va aggiunta la necessità di una diagnosi prenatale precoce, per ottimizzare il percorso nascita e garantire un’assistenza multidisciplinare fin dalle prime ore di vita”, continua Lucrezia De Cosmo, segretario del Gruppo di studio Neurologia e Follow-up della Sin. “La gestione di queste patologie richiede un team multidisciplinare con la presenza di neonatologo, neurochirurgo, urologo, ortopedico, fisioterapista e psicologo. In questa cornice - aggiunge - la figura del neonatologo è centrale nel coordinare il percorso nascita, garantire la stabilizzazione clinica e facilitare l’accesso alle cure specialistiche”.
"Dal punto di vista clinico, la diagnosi prenatale, mediante ecografia morfologica e risonanza magnetica fetale, consente di pianificare il parto in centri di III livello dotati di Neurochirurgia pediatrica, Terapia intensiva neonatale e servizi di diagnostica avanzata, migliorando gli esiti chirurgici e riducendo il rischio di complicanze. La gestione neonatale tempestiva e multidisciplinare - prosegue la Sin - inclusa la chiusura precoce della lesione e il trattamento dell’idrocefalo, è determinante per la prognosi a lungo termine. Il follow-up del neonato con spina bifida e idrocefalo è essenziale per ottimizzare la qualità di vita e prevenire complicanze a lungo termine, con controlli mensili nei primi 6 mesi, trimestrali fino ai 2 anni e semestrali o annuali in età scolare, in base alla stabilità clinica. Le complicanze più frequenti di questi piccoli pazienti includono: disabilità motorie, problemi neurologici, disturbi urinari e intestinali, disturbi cognitivi e dell’apprendimento, accompagnati da un impatto sulla qualità della vita, l’autonomia e il benessere emotivo del bambino e della famiglia".
La Società Italiana di Neonatologia ribadisce "la necessità di promuovere la supplementazione di acido folico in età fertile, implementare programmi educativi mirati a professionisti sanitari e popolazione, potenziare i registri epidemiologici nazionali e soprattutto garantire percorsi nascita dedicati e team multidisciplinari in tutti i casi diagnosticati. La combinazione di prevenzione, diagnosi precoce e gestione integrata rappresenta la strategia più efficace per ridurre l’impatto di spina bifida e idrocefalo, migliorando la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie".
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(Adnkronos) - ‘Noi del Rione Sanità’, in onda su Rai1, ha conquistato la prima serata di giovedì con 3.123.000 spettatori e il 19.1% di share. Al secondo posto su Canale5 ‘Io Canto Family’, seguito da 2.173.000 spettatori con il 15.9%. Terzo gradino del podio per ‘Splendida Cornice’ su Rai3, con 975.000 spettatori e il 5.9% di share.
A seguire, tra gli altri ascolti di prime time: ‘Red Sparrow’ su Italia1 (845.000 spettatori, share 5.1%), ‘Piazzapulita’ su La7 (823.000 spettatori, share 5.8%), ‘Ore 14 Sera’ su Rai2 (781.000 spettatori, share 5.6%), ‘Dritto e Rovescio’ su Rete4 (699.000 spettatori, share 5.4%), ‘Sinceramente Persia – One Milf Show’ sul Nove (495.000 spettatori, share 2.9%) e la partita di Europa League Nottingham Forest-Porto su Tv8 (469.000 spettatori, share 2.4%).
In access prime time, ‘La Ruota della Fortuna’ su Canale5 è il programma più visto con 5.162.000 spettatori e il 24.4% di share, preceduto da ‘Gira La Ruota della Fortuna’ (3.738.000 spettatori, share 18.2%). Su Rai1 ‘Affari Tuoi’ ha registrato 4.678.000 spettatori e il 22.1% di share, preceduto da ‘Cinque Minuti’ (3.812.000 spettatori, share 18.9%).
Nel preserale, bene ‘L’Eredità’ su Rai1: il game show condotto da Marco Liorni ha ottenuto 4.248.000 spettatori e il 25.7% di share, dopo ‘La Sfida dei 7’ (3.245.000 spettatori, share 24.4%). Su Canale5 ‘Avanti un Altro’ ha registrato 2.934.000 spettatori e il 19% di share, preceduto da ‘Avanti il Primo’ (1.795.000 spettatori, share 14.8%).
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(Adnkronos) - "Finalmente il nuovo Codice degli appalti e le linee guida Anac indicano chiaramente quale contratto collettivo applicare. Si sposta il baricentro dal ‘chi firma’ al ‘cosa viene sottoscritto’: ora conta la qualità dei contenuti. E' lo spazio per una competizione positiva tra modelli di contrattazione collettiva, che valorizzi la qualità delle tutele, la formazione e il welfare". Così Andrea Cafà, presidente di Cifa Italia e di Fonarcom, intervenendo al talk ‘Appalti e Ccnl: dal principio di equivalenza alla sua attuazione concreta’, promosso da Fonarcom nell’ambito della Convention dei Consulenti del lavoro di Napoli. Per Cafà, il principio di equivalenza tra contratti rappresenta “una svolta storica”, che mette fine all’idea di un unico modello contrattuale valido per tutti i settori. “Si apre - ha sottolineato - una stagione di pluralismo sindacale autentico . Il valore di un contratto non dipende dalla firma, ma dai contenuti e dalla capacità di generare benessere, stabilità e crescita”.
La contrattazione firmata da Cifa e Confsal si inserisce pienamente in questo scenario: “Il nostro contratto intersettoriale è un modello di qualità, che mette al centro le persone e la produttività”. Cafà ha sottolineato l’importanza di formazione continua e welfare contrattuale come pilastri del nuovo modello: “Investire sul capitale umano significa costruire imprese solide e resilienti. La formazione rende concreto il principio di equivalenza e trasforma la qualità contrattuale in risultati tangibili”.
Il presidente ha inoltre evidenziato la necessità di un cambio di prospettiva da parte di istituzioni e imprese: “Equivalenza non significa confusione, ma maturità del sistema. Occorre una cultura della valutazione che premi contratti coerenti, moderni e inclusivi, misurando la bontà con strumenti oggettivi, servizi, welfare e formazione”. Infine, Cafà ha ricordato il ruolo strategico di Fonarcom nel sostenere questa transizione: “Il Fondo resta il luogo dove innovazione e responsabilità sociale si incontrano. Le imprese che investono nella formazione interpretano al meglio lo spirito del nuovo Codice: rendere la qualità contrattuale un valore competitivo e una garanzia per i lavoratori”.
Leggi tutto: Cafà (Cifa Italia e Fonarcom): "Conta la qualità tutele con equivalenza tra contratti"
 Fino al 6 gennaio al Museo civico Michele Ruzittu...
Fino al 6 gennaio al Museo civico Michele Ruzittu...       Campagna muraria a Sassari dell'associazione Donne+Donne...
Campagna muraria a Sassari dell'associazione Donne+Donne...       Al Felix Hotel cinque incontri con psicologa Stefania Pileri...
Al Felix Hotel cinque incontri con psicologa Stefania Pileri...      
(Adnkronos) - "Siete d'accordo con me?". Questo avrebbe chiesto Donald Trump ai suoi più stretti consiglieri mercoledì nello Studio Ovale prima di decidere le ultime mosse nei confronti della Russia di Vladimir Putin. E, secondo fonti del Wall Street Journal, il segretario di Stato Marco Rubio e il capo del Pentagono, Pete Hegseth, hanno concordato con il tycoon. Poi, prosegue la ricostruzione, Trump ha incontrato il segretario al Tesoro, Scott Bessent, incaricandolo di mettere a punto sanzioni per colpire l'industria russa del petrolio.
Erano pronti da mesi i pacchetti di sanzioni per l'industria russa del petrolio, dicono funzionari Usa dal giornale. E a Donald Trump erano stati presentati tre piani. Un'opzione più 'severa', che colpiva direttamente industria e leader russi, una più 'soft' con l'industria dell'energia nel mirino e un'altra ancora più 'leggera' che includeva sanzioni contenute. Trump ha scelto per la via di mezzo.
Le nuove sanzioni, che colpiscono direttamente Lukoil e Rosneft, rappresentano l'ultimo tentativo di Trump di porre fine alla guerra in Ucraina, innescata dall'invasione russa su vasta scala avviata il 24 febbraio del 2022.
Leggi tutto: Sanzioni a Russia, tre opzioni presentate a Trump: lui ha scelto la via di mezzo

(Adnkronos) - “Oggi abbiamo parlato di equivalenza contrattuale ed è emerso un modello concreto di contrattazione che punta alla qualità e che intende andare oltre i criteri formali di equivalenza, attraverso istituti capaci di offrire servizi reali a imprese e lavoratori, garantendo tutele effettive. Possiamo dire di esserci definitivamente sganciati da una visione tradizionale e ormai obsoleta, in cui erano considerati validi soltanto alcuni modelli contrattuali. Oggi c’è una grande apertura e, con essa, una grande sfida per le organizzazioni sindacali e per le associazioni datoriali: dimostrare che si può fare contrattazione di qualità, andando oltre la tradizione e competendo al rialzo”.
Lo ha dichiarato Lucia Alfieri, consigliere di amministrazione di Fonarcom e moderatrice del talk 'Appalti e Ccnl: dal principio di equivalenza alla sua attuazione concreta', organizzato dal Fondo paritetico interprofessionale nell’ambito della Convention dei Consulenti del lavoro di Napoli.
“Il principio di equivalenza - ha aggiunto - non si limita a garantire tutele economiche, ma anche normative. In questo contesto la bilateralità assume un ruolo centrale: è uno degli indicatori di equivalenza previsti dalla normativa e rappresenta il luogo in cui le parti sociali possono offrire servizi concreti. Tra questi, uno dei più importanti è senza dubbio la formazione, perché se davvero si vuole mettere la persona al centro, non si può prescindere da percorsi formativi che permettano ai lavoratori di aggiornare le competenze, riqualificarsi e restare competitivi in un mercato del lavoro che cambia rapidamente”.
Alfieri ha sottolineato come il nuovo Codice degli appalti (D.Lgs. 36/2023) introduca “un principio rivoluzionario, che riconosce la coesistenza di più contratti collettivi, purché di qualità, coerenti e in grado di assicurare le stesse tutele”. Un cambio di paradigma che, secondo la rappresentante di Fonarcom, “valorizza il pluralismo sindacale e premia le imprese che scelgono di competere sulla qualità del lavoro e non sul costo del lavoro”.
“La formazione - ha ribadito - è l’unico strumento che consente di trasformare un principio giuridico in un cambiamento reale. Perché l’equivalenza funzioni davvero, servono persone formate, consulenti preparati e imprese consapevoli del valore di una contrattazione collettiva moderna”.
Nel suo intervento, Alfieri ha ricordato che Fonarcom, con oltre 260.000 imprese aderenti e più di 1,7 milioni di lavoratori, rappresenta “un laboratorio permanente di innovazione nella formazione continua, capace di accompagnare le aziende in questa nuova stagione di cambiamento normativo e culturale”. “La sfida dei prossimi anni - ha concluso - sarà quella di coniugare competitività e benessere organizzativo, costruendo un mercato del lavoro che premi qualità, partecipazione e responsabilità sociale. Il principio di equivalenza ci chiede proprio questo: non scegliere un contratto per tradizione, ma per contenuto e coerenza con i bisogni reali del lavoro”.
Leggi tutto: Alfieri (Fonarcom): "Equivalenza contrattuale è occasione di crescita"

(Adnkronos) - Matteo Berrettini di nuovo in campo a Vienna. Oggi, venerdì 24 ottobre, il tennista azzurro affronta l'australiano Alex De Minaur, numero sette del mondo - in diretta tv e streaming - nei quarti di finale dell'Atp 500 austriaco. Berrettini, reduce da una stagione condizionata dagli infortuni che lo hanno costretto a saltare gli ultimi US Open, ha vinto all'esordio nel torneo battendo l'australiano Alexei Popyrin e si è ripetuto agli ottavi contro il britannico Cameron Norrie al termine di una partita-maratona vinta al terzo set.
De Minaur invece ha battuto, nei due turni precedenti del torneo, due austriaci, Rodionov e Misolic. L'australiano è a caccia di punti pesanti per qualificarsi alle prossime Atp Finals, in programma dal 9 al 16 novembre a Torino.
Leggi tutto: Berrettini-De Minaur 1-6, l'azzurro in campo nei quarti di Vienna - Diretta

(Adnkronos) - Matteo Berrettini di nuovo in campo a Vienna. Oggi, venerdì 24 ottobre, il tennista azzurro affronta l'australiano Alex De Minaur, numero sette del mondo - in diretta tv e streaming - nei quarti di finale dell'Atp 500 austriaco. Berrettini, reduce da una stagione condizionata dagli infortuni che lo hanno costretto a saltare gli ultimi US Open, ha vinto all'esordio nel torneo battendo l'australiano Alexei Popyrin e si è ripetuto agli ottavi contro il britannico Cameron Norrie al termine di una partita-maratona vinta al terzo set.
De Minaur invece ha battuto, nei due turni precedenti del torneo, due austriaci, Rodionov e Misolic. L'australiano è a caccia di punti pesanti per qualificarsi alle prossime Atp Finals, in programma dal 9 al 16 novembre a Torino.
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 Staffa (Uilcom), 'violenza invisibile che colpisce i fragili'...
Staffa (Uilcom), 'violenza invisibile che colpisce i fragili'...      
(Adnkronos) - Nuova tragedia sul lavoro in provincia di Napoli: uomo di 68 anni cade in un cantiere e muore. Questa mattina i carabinieri della stazione di San Vitaliano e del radiomobile di Castello di Cisterna sono intervenuti in un distributore di carburante di San Vitaliano, che si trova angolo tra via Ponte delle Tavole e via Moggia, dove si è verificato l'ennesimo incidente mortale sul lavoro.
Il titolare di una ditta, durante un sopralluogo in un cantiere attivo nell’area di un distributore di carburante, è precipitato da oltre sette metri. Il 68enne è morto sul colpo. Indagini in corso per chiarire dinamica.
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(Adnkronos) - L’85,7% degli studi dei consulenti del lavoro ha investito in tecnologie e digitale negli ultimi due anni: il 15% ha effettuato investimenti rilevanti, il 45% medi. Questi hanno riguardato principalmente il rinnovo di infrastrutture (pc, portatili, reti per il 74,2%) e la sicurezza informatica (59,9%). A seguire gestione documentale (34,7%) e portali dedicati ai clienti (31,9%). È quanto emerge dall’indagine sull’evoluzione della professione del consulente del lavoro, realizzata dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, e presentata oggi a Napoli alla Convention nazionale in occasione del 60° anniversario della categoria.
Per il prossimo biennio, in testa agli investimenti vi è l’IA (il 50% intende introdurla nello studio, anche solo in via sperimentale), il rinnovo delle infrastrutture (48,7%), portali e app dedicate ai clienti (33,7%) e la formazione delle risorse umane (32%).
Più della metà dei consulenti del lavoro è soddisfatta della propria attività e ha voglia di far crescere ancora di più la propria attività professionale. Tra i fattori che potrebbero promuovere un’ulteriore crescita i consulenti hanno chiaro che non saranno esterni, ma dipenderanno principalmente dalla capacità che avranno di proporsi sul mercato con logiche diverse. La diversificazione dei servizi è l’aspetto a cui quasi la metà dei rispondenti lega le possibilità di ulteriore crescita della professione: indica tale item come leva per il futuro il 46,5% degli intervistati, tra i giovani la percentuale sale al 55,4%.
Più di un terzo (37,7%) guarda all’innovazione e alla digitalizzazione quali opportunità di ulteriore sviluppo mentre è una quota inferiore a pensare che la crescita potrà venire dall’esterno, dallo spontaneo aumento della richiesta dei servizi sul mercato (31,2%) e dalla crescita del ruolo della professione tra le imprese (31,2%).
Il 63,3% degli intervistati si dichiara infatti molto soddisfatto del proprio lavoro (in una scala da 1 a 10, il livello di soddisfazione va da 7 in su): gli uomini più delle donne (70,3% vs 54,6%), i residenti al Nord più del Centro Sud. Il 55,8% intende, nei prossimi cinque anni, sviluppare ulteriormente la propria attività professionale, mentre un quarto vorrebbe continuarla ad esercitare così come è, senza apportare cambiamenti.
La crescita organizzativa si accompagna alla crescente differenziazione dell’offerta di servizi professionali da parte dei consulenti del lavoro. Intorno al core business degli adempimenti in materia di lavoro e buste paga (erogata dal 92,2% degli studi) cresce l’offerta di servizi di altro tipo: il 67,4% offre consulenza giuridica e contrattuale sui rapporti di lavoro, il 59,2% consulenza economica (analisi budget e costo del lavoro). Ancora, il 47% degli studi si occupa di organizzazione e gestione del personale nelle aziende, il 42,1% di relazioni e procedure sindacali, il 32,2% di welfare aziendale, il 28,2% di consulenza previdenziale, il 15,6% le politiche attive.
Secondo la ricerca quasi la metà degli studi (48,4%) presidia la materia fiscale, occupandosi di adempimenti, mentre il 37,4% offre consulenza fiscale, finanziaria e societaria. Quasi due studi su dieci (18,9%) fanno certificazioni di contratti di lavoro e conciliazioni, mentre il 9,4% Asse.Co. e il 4,7% certificazioni di parità/bilanci di genere.
Del tutto specifico è il profilo dei giovani consulenti del lavoro che mostrano, rispetto alle generazioni più adulte, una vocazione più specialistica sul versante lavoristico e una capacità di erogare una maggiore varietà di servizi, in particolare di consulenza giuridica e contrattuale (83,2%) e economica (77,6%) in materia di rapporti di lavoro. Risulta alta anche la propensione ad occuparsi di gestione e organizzazione del personale (59,4%), welfare aziendale (46,2%) e consulenza previdenziale (31,4%).
La crescita del ventaglio di offerta è stata particolarmente accentuata negli ultimi 3 anni. Oltre un terzo degli studi (34,8%) ha innovato il proprio paniere di offerta: il 14,1% ha introdotto servizi di welfare aziendale, il 6% consulenza previdenziale, il 5,1% l’Asse.Co., il 3,6% le politiche attive. Sono questi i servizi che hanno registrato la crescita più significativa.
Decisivi sono stati i fattori di “contesto”, ma anche la capacità di innovarsi. Richieste dei clienti (30%) e cambiamenti normativi (19,7%) sono i principali fattori che hanno portato ad innovare l’offerta di servizi. Ma non meno peso hanno assunto le scelte strategiche di acquisire competenze con specializzazioni nuove (il 12,9% indica tale fattore), la ricerca di nuovi fonti di reddito (10,6%) e l’esigenza di stare al passo con la concorrenza (10,9%).
Come si sono organizzati gli studi per erogare nuovi servizi? Il 36,2% ha sviluppato nuove competenze, formando le risorse interne, mentre il 15,4% ha avviato collaborazioni con altri studi o consulenti esterni. Il 14% dichiara che per erogare nuovi servizi è stato necessario rivedere organizzazione e procedure interne, mentre una simile quota ha promosso investimenti in tecnologie e strumenti digitali.
Aumenta l’orientamento all’esercizio in forma aggregata della professione. Tra il 2021 e il 2025, la quota di consulenti del lavoro che esercita la libera professione come titolare unico di studio passa dal 78,2% al 74,4% mentre aumenta, dal 21,8% al 25,6%, la percentuale di chi esercita in forma associata. Tra questi ultimi, il 14,9% è associato in Stp con altri consulenti del lavoro, il 10,7% con altri professionisti.
Tale dato è confermato anche dall’aumento della propensione a costituire società tra professionisti. Il numero delle Stp registrate in albo unico ha raggiunto, nel 2025, quota 808, coinvolgendo quasi 2000 consulenti del lavoro, pari al 7,8% del totale. Le modalità organizzative variano a seconda dei contesti e dei mercati di riferimento. Al Nord, l’esercizio in forma associata interessa più di un terzo degli iscritti (il 38,2% al Nord Est, prevalentemente con altri consulenti del lavoro) mentre al Sud solo il 14,2%.
Il Nord è l’area dove si registra il maggiore incremento della propensione all’esercizio in forma associata: la percentuale di professionisti passa infatti dal 26,2% del 2021 al 33,2% del 2025 nel Nord Ovest e dal 31,8% al 38,2% nel Nord Est. Con riferimento al futuro, il 6% dei professionisti individuali afferma di voler associarsi o creare una Stp nei prossimi tre anni.
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