
(Adnkronos) - La Convenzione quadro dell'Oms per la lotta al tabagismo (Fctc) è entrata in vigore 20 anni fa, a novembre si tornerà a discuterne con l'undicesima Conferenza delle parti (Cop11) e nel frattempo in Europa si aperta la fase di confronto sulla normativa Ue di settore. Intanto la tecnologia ha fatto passi da gigante e sul mercato sono arrivati nuovi prodotti che hanno avuto un forte impatto sul settore, ma anche nelle politiche di riduzione del danno da fumo. "Ogni Convenzione è pensata per affrontare un problema, il nostro è il fumo. Ancora oggi nel mondo è la causa di oltre 7 milioni di morti all'anno. Un bilancio delle vittime più o meno simile in termini di mortalità all'epidemia di Covid, un enorme problema di salute pubblica. Abbiamo una prevalenza del fumo in calo, ma abbiamo una popolazione che aumenta, il numero di adulti che fumano in tutto il mondo sta gradualmente aumentando". Così Clive Bates, direttore Counterfactual (Uk) ed esperto di politiche sanitarie, nel suo intervento alla seconda giornata dell'ottavo 'Summit Tobacco Harm Reduction' di Atene promosso da Scohre, un'associazione indipendente che si batte per rinnovare le strategia di riduzione del danno da fumo.
"L'idea alla base della Fctc - osserva Bates - era di prendere gli insegnamenti che avevamo ricevuto in America e in Europa e di generalizzarli a tutto il mondo. Ora è importante capire che il fumo e la mortalità correlata non sono una questione che riguarda solo i giovani. Quindi smettere di fumare in qualsiasi momento vale davvero la pena". Il ragionamento dell'esperto parte da un assioma: "Il fumo è il problema e dobbiamo ridurlo, diminuire la prevalenza e tagliare il numero totale dei fumatori. La domanda, però, è quali sono gli strumenti politici disponibili per farlo? Possiamo vietare la pubblicità, aumentare le tasse e creare un incentivo economico per chi smette. Possiamo ostacolare le aziende produttrici. Possiamo inserire avvisi e foto sui pacchetti che informano sui rischi. E possiamo regolamentare il prodotto, non sempre con successo, possiamo controllare le attività dell'industria del tabacco. Tutto questo è stato messo nella Convenzione quadro dell'Oms del 2003 che entrata in vigore nel 2005. Quasi tutti i Paesi l'hanno accettata, tranne gli Usa. La prossima riunione si terrà a novembre, ma solo 29 Ong hanno lo status di osservatori, mentre alla Convenzione sul clima erano oltre 3.000. Quindi si tratta di un incontro molto restrittivo e questi incontri coinvolgono Ong selezionate che condividono l'ideologia degli organizzatori".
Quale dovrebbe essere l'obiettivo della Convenzione? "Proteggere le generazioni presenti e future. Non si tratta solo di giovani, si tratta di fare qualcosa per qui e ora - ammonisce Bates - ricordando le conseguenze sanitarie, sociali, ambientali ed economiche. Dobbiamo proteggere la popolazione dai danni del fumo di sigarette, non porre fine all'industria del tabacco. Si devono evitare le devastanti conseguenze sanitarie del consumo di tabacco e dell'esposizione al fumo. Ma questo non è avvenuto con la Convenzione. Nel 2019 è stato condotto un esame piuttosto approfondito sui risultati della Convezione: nessuna prova indica che il progresso globale nella riduzione del consumo di sigarette sia stato accelerato dal meccanismo del trattato. Non c'è stata nessuna svolta nella riduzione del numero di fumatori nei Paesi che l'hanno applicata. Nel 2003 si voleva combattere solo l'industria del tabacco, ma a partire dall'inizio dell'ultimo decennio abbiamo iniziato a vedere un'espansione dei nuovi prodotti alternativi come tabacco riscaldato, e-cig, e sempre più prodotti a base di nicotina per via orale".
Rispetto ai nuovi dispositivi alternativi alla sigaretta, "ci sono molte prove della loro efficacia nella riduzione del danno - precisa Bates - Alcuni continuano a dire che non ci sono prove. Non abbiamo dati a lungo termine, ma ci sono prove sufficienti per affermare che tutti questi prodotti, collettivamente, sono molto meno rischiosi del fumo. Questo è un fatto incontrovertibile e al di là di ogni ragionevole dubbio. In pratica, se si potessero sostituire i prodotti ad alto rischio con quelli a basso rischio, 'boom', si otterrebbe una drastica riduzione del rischio, e con questo una diminuzione dei casi di cancro, di nuove diagnosi di malattie cardiovascolari, di patologie respiratorie, degli ictus".
La definizione di "controllo del tabacco nella Convenzione quadro si riferisce a strategie di offerta, domanda e riduzione del danno mirate a migliorare la salute della popolazione, il che è positivo - dice l'esperto - è coerente con l'obiettivo: eliminare o ridurre il consumo di prodotti del tabacco o l'esposizione al fumo. Ma dobbiamo anche dire che se qualcuno passa dalle sigarette ai prodotti a tabacco riscaldato, questo è coerente con la definizione di controllo del tabacco, perché migliora la propria salute. Sono 10-15 anni che abbiamo alternative sicure. C'è il caso del tabacco senza fumo, lo 'snus', in Svezia che ha dato un contributo incredibile nell'abbattere il numero di fumatori di sigarette. Questo modello avrebbe dovuto essere già incluso nella Convenzione, ma non è stato fatto".
Bates ricorda alcune dichiarazioni che hanno lasciato il segno nella comunità di esperti che porta avanti nuove strategie di riduzione del danno. Per esempio Olivér Várhelyi (Commissario Ue responsabile per la Salute e il Benessere degli Animali), "che ha affermato che i nuovi prodotti a base di tabacco e nicotina presentano rischi per la salute paragonabili a quelli tradizionali. Su questo - avverte l'esperto - non c'è assolutamente nessuna prova e si può dimostrare che non ci sono studi a sostegno di questa opinione". Bates cita poi una scheda informativa dell'Oms sulla Giornata mondiale senza tabacco, dove veniva indicato che non ci sono prove sufficienti per suggerire che i prodotti alternativi a tabacco riscaldato siano meno dannosi. "Non è vero - conclude - La Fda ha esaminato 2 milioni di pagine di dati e ha scoperto che i prodotti a tabacco riscaldato erano appropriati per la tutela della salute pubblica e che riducevano drasticamente l'esposizione a sostanze chimiche pericolose o potenzialmente pericolose. Affermare il contrario è una narrazione completamente falsa".
Leggi tutto: Fumo, Bates: "Fallimento politiche Oms per ridurlo, serve cambio di strategia"


(Adnkronos) - Napoli entra nel circuito internazionale di Bienalsur 2025, la biennale d’arte contemporanea diffusa che quest’anno approda per la prima volta in Italia. Dal 3 ottobre il Musa il Museo delle Scienze e delle Arti dell’Università degli Studi della Campania 'Luigi Vanvitelli' apre la mostra di Pablo La Padula 'Anatomia delle Qualità', a cura di Diana Wechsler direttrice artistica di Bienalsur. L’evento si avvale del patrocinio del Mic-ministero della Cultura della Repubblica Italiana e dell’Unesco.
L’opera site-specific dell’artista argentino, realizzata in coproduzione tra Musa e Bienalsur, entrerà a far parte della collezione del Museo Anatomico dell’Ateneo Vanvitelli e propone un dialogo tra arte, scienza e memoria, mettendo in relazione la ricerca artistica contemporanea con il patrimonio unico del Museo.La tappa napoletana rappresenta una virtuosa collaborazione tra l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e l’Untref – Universidad Nacional de Tres de Febrero di Buenos Aires, ed è uno degli appuntamenti italiani della quinta edizione di Bienalsur.
La cerimonia inaugurale si è tenuta (oggi giovedì 2 ottobre) presso l’Aula Magna dell’Università Vanvitelli, alla presenza di Lucia Monaco, Delegata del Rettore per la Terza Missione e Promozione del Territorio Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", di Diana Wechsler, Direttrice artistica di BienalSur, dell’artista Pablo La Padula. Ha concluso la presentazione l’intervento dell’On. Giuseppina Castiello, Sottosegretario di Stato per i Rapporti con il Parlamento. L’incontro è stato introdotto e moderato da Michele Papa, Direttore del Musa. Al termine della presentazione è stata inaugurata la mostra Anatomia delle Qualità.
Bienalsur, biennale internazionale d’arte contemporanea è promossa da Untref -Universidad Nacional de Tres de Febrero, Università pubblica argentina, e organizzata in collaborazione con la Fondazione Foro del Sur. Si caratterizza per una modalità “diffusa” e si espande su più città a livello globale (oltre 70 città in 27 paesi dall’America Latina all’Europa, dall’Africa al Medio Oriente, fino alla Cina). In Italia dopo Napoli sarà la volta di Roma, Milano, Biella e Matera. In occasione dell’apertura, sabato 4 e domenica 5 ottobre il Museo universitario osserverà un’apertura straordinaria con ingresso gratuito, dalle 9.30 alle 16.30.
'Anatomia delle Qualità' è il frutto di una residenza napoletana e di un lavoro nato dallo sguardo dell’artista sulla ricerca biologica attraverso i secoli, in dialogo con il patrimonio di ineguagliabile valore storico, scientifico e didattico di una delle facoltà mediche più antiche del mondo, con una ricca collezione di preparati anatomici, ceroplastiche, scheletri e strumenti storici e reperti unici come teste ciclopiche e la collezione di crani della Vicaria. Negli spazi del Museo Anatomico presso il suggestivo Complesso di Santa Patrizia, l’allestimento della mostra, curato dall’arch. Raoul Basile, presenta tre lavori site-specific. In Corpo di fumo, cuore dell’installazione, l’artista lavora sperimentalmente utilizzando fuoco e fumo materiali attraverso cui imprime impronte del corpo umano su grandi lastre di vetro (90 x 80 x 200 cm). Il segno risultante si colloca a metà strada tra la tradizione del ritratto individualizzato e le rappresentazioni normative della scienza anatomica, a cui lo lega la mancanza di riconoscibilità.
Disseminate nelle vetrine espositive del museo si rivelano al pubblico Geometric plates views, dieci figure geometriche, anch’esse realizzate con fuoco e fumo, che alludono simbolicamente ai processi scientifici di rappresentazione anatomica. A partire dalla proporzione aurea introdotta nel Rinascimento, il corpo umano comincia a essere sezionato e decostruito secondo principi matematici e forme geometriche: il quadrato, il cerchio e il triangolo diventano strumenti di oggettivazione del corpo.
'Le specolo de fummo or the Smoke book' è il terzo lavoro esposto in mostra che affianca l’installazione centrale: un libro immaginario in dialogo con il monumentale e prezioso Atlante Anatomico di Paolo Mascagni (1823) custodito nel museo. Introducendo una dimensione soggettiva, presumibilmente assente nei pezzi scientifici, l’artista in Anatomia delle Qualità intreccia l’elemento sperimentale, la dimensione personale, la sensualità e un presente situato nello studio del vivente.
“Tenendo conto della profonda tradizione museografica della biomedicina sviluppatasi nel corso dei suoi cinque secoli di storia, l’installazione 'Anatomia delle qualità' - afferma Pablo La Padula - propone una ricerca relazionale e derivativa sulle diverse materialità della storia dell’anatomia e sui modi efficaci di presentare e fissare il corpo biologico, messo a nudo davanti all’obiettivo dell’oggettività. Anatomia delle qualità dialoga con le collezioni del XVIII e XIX secolo del Musa, partendo dall’idea di autoritratto come piattaforma per il corpo anatomico contemporaneo; attraverso fuoco e fumo, l’impronta viva del corpo umano viene tracciata su lastre di vetro. I nuovi modi estetici sperimentali dell’arte potranno forse fare luce speculativamente su regioni ancora nebulose, dove la scienza potrà poi espandere il proprio raziocinio e la propria capacità esplicativa”.
'Anatomia delle qualità' al Musa, il Museo delle Scienze e delle Arti dell’Università degli Studi della Campania 'Luigi Vanvitelli' sarà aperta al pubblico fino al 30 gennaio 2026 e sarà visitabile negli orari di apertura del museo. Info e orari su www.musa.unicampania.it

(Adnkronos) - La diagnosi e cura delle malattie croniche, tra cui quelle legate al fumo di sigaretta, impegna le risorse degli Stati in modo sempre più stressante, sottraendole alla possibilità di investimento in prevenzione e in risposte ai bisogni di salute di una popolazione che invecchia. Per questo trovare maggiori risorse per la prevenzione è non solo un tema di politiche sanitarie globali, ma anche economiche, e non può prescindere dalle strategie di riduzione del danno attraverso le sigarette elettroniche che, seppur viste con favore da una vasta comunità di medici, scienziati e associazioni indipendenti, sono però ancora ostacolate da molte istituzioni, nei singoli Paesi e anche a livello europeo. A confrontarsi su questo tema, nella prima giornata dell'ottavo 'Summit Tobacco Harm Reduction' di Atene: Jiri Votruba, pneumologo-internista dell'ospedale universitario di Praga e professore della Charles Univesity (Repubblica Ceca); Marins Smatana, analista ed esperto di salute pubblica della Slovak Medical University (Slovacchia), e Ranko Stevanovic, già direttore del Croatian National Institute of Public Health (Croazia). Questo panel è stato coordinato da Andrzej Fal, medico e direttore dell'Institute of Medical Science dell'Uksw di Varsavia, in Polonia. L'evento è promosso da Scohre, un associazione indipendente che si batte per le rinnovare le strategia di riduzione del danno da fumo.
Le politiche di intervento sul fumo "che non prevedono una riduzione del danno non funzionano, si vede in molti Paesi Ue dove la percentuale dei fumatori aumenta - ha evidenziato Fal - Mentre ci sono Paesi (Svezia, Uk, Paesi Bassi) dove diminuisce. Ma se si guarda a Repubblica Ceca, Lituania, Polonia, Ungheria, la percentuale aumenta. Quindi qualcosa non va. Se guardiamo ai Paesi che hanno applicato le regolamentazioni dell'Oms e dell'Ue, vediamo che non tutti hanno risolto il problema. Non sempre tassare e aumentare i prezzi delle sigarette è la scelta giusta, perché servono delle alternative come hanno fatto solo alcuni Stati. Faccio l'esempio del mio paese, la Polonia: nel 2021 si è assistito a un calo, da 8 milioni di fumatori a 6,5-7 milioni, ma è stato un fenomeno temporaneo perché le sigarette continuavano a diventare sempre più economiche. Quindi ora siamo a 8,5 milioni, il numero più alto di fumatori. Come scienziati abbiamo suggerito al Governo di regolamentare il mercato riducendo sensibilmente la disponibilità della vendita: chi vuole fumare deve fare più strada per comprarle".
"Ci sono realtà come l'Australia e la Nuova Zelanda - ha ricordato Fal - che mostrano che si può agire bene da diverse angolazioni e contemporaneamente, e non fare una cosa sola come accade oggi. Abbiamo molte ricerche, molti dati che dimostrano che sul mercato ci sono prodotti che sono meno dannosi delle sigarette tradizionali. Questa è l'unica cosa che affermiamo rispetto alla riduzione del danno. Non stiamo dicendo che parliamo di un prodotto più sano. No, forniamo un prodotto meno dannoso - ha precisato - e su questo abbiamo molte prove. La popolazione di fumatori deve sapere che prima passa a questi dispositivi alternativi e prima la salute migliorerà".
"Nel mondo si spendono ad oggi 17 miliardi per le politiche di salute pubblica, mentre, pur essendoci diversi conflitti a livello internazionali, la spesa militare è di 5 miliardi - ha affermato nella sua introduzione Fal - Quindi è chiaro che si spende di più per la salute pubblica. E' una buona notizia? Dipende. Se guardiamo i casi di 4 nazioni del Centro ed Est Europa - e della Polonia che conosco bene - che hanno vissuto per 70 anni sotto regimi comunisti, vediamo che le risorse per la salute erano molto molto più basse rispetto alle altre nazione europee. Così questi Stati dopo gli anni '90 hanno immesso risorse nella sanità: è accaduto in Polonia, ma lo stesso vale per la Slovacchia e la Repubblica Ceca. Ma possiamo dire che pur incrementando queste risorse legate alle politiche sanitarie, la ricchezza di queste nazioni non è cresciuta. La domanda quindi che dobbiamo farci è quanto possono spingere i singoli governi su questo fronte? Visto che l'aumento è stato tra il 60 e il 100% nell'ultima decade".
Alla domanda di Fal hanno risposto tutti gli esperti. Per Votruba, "presto si voterà in Repubblica Ceca e probabilmente avremo una svolta populista e immagino ci sarà un incremento della spesa sanitaria ma solo dove sarà visibile l'effetto". Smatana si dice "quasi sicuro che il ministro della Salute della Slovacchia annuncerà per il prossimo anno il budget per la sanità più alto di sempre, ma credo che sarà appena sufficiente a coprire i costi fissi, come ad esempio l'aumento del consumo di farmaci e i bisogni della popolazione che invecchia. Non c'è nessuna riforma della sanità in vista o nuovi ospedali". Il punto di vista è condiviso da Stevanovic: "La Croazia in termini di percentuale di Pil in spesa sanitaria non è tra i Paesi leader in Ue, spediamo il 7,6% del Pil in sanità. Il costo del trattamento delle malattie legate al fumo rappresenta quasi il 20% della spesa totale delle risorse in sanità. Le nuove tecnologie e i nuovi farmaci stanno diventando sempre più diffusi, la popolazione invecchia, e questo solleva la questione di quanto sia sostenibile il sistema sanitario croato, ma direi anche quello europeo".
"La spesa sanitaria nella maggior parte dei Paesi europei viene assorbita per il 70% dalla cura delle malattie croniche. Se non riusciamo ad avere più risorse dobbiamo intervenire sulla prevenzione che deve essere un lavoro di sinergia tra la politica, i decisori, i media e i medici - ha rimarcato Fal - Ma la prevenzione è un processo che prevede almeno 4 livelli e per farla funzionare dobbiamo attraversare tutti questi livelli. Se si sceglie di fermarsi solo a un livello, i risultati saranno scarsi. Se invece si vogliono davvero ottenere buoni risultati bisogna partire dalla prevenzione 'primordiale', passando per la prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Quindi si deve iniziare con l'alfabetizzazione sanitaria, insegnare ai bambini cosa sono gli stili di vita sani. Nel caso delle sigarette e dell'alcol, si dovrà dire loro che non devono far parte della loro vita. Se in questa prima fase non si lavora bene e non si ottengono risultati, allora ci sono altre scelte che oggi fanno parte dell'attuale discussione sulle scelte che farà l'Europa" con la direttiva di revisione sui prodotti del tabacco (Ptd) e la direttiva sulla tassazione dei prodotti del tabacco (Ttd).
Fal ha analizzato i vari aspetti 'critici' rispetto alla concezione di prevenzione oggi più 'mainstream' rispetto al fumo. "Si è costruito un meccanismo per cui prima arriverà il divieto di fumare in luoghi pubblici, poi la tassazione delle sigarette, come strumento di salute pubblica, poi l'atteggiamento sociale negativo rispetto al fumo. Ma una volta che si inizia a fumare si deve intervenire per aiutare a smettere e, cosa ancora poco diffusa, per ridurre il danno. Questa è quarta parte della prevenzione - ha avvertito - Le politiche di riduzione del danno hanno un impatto positivo sulla qualità della vita del paziente e un effetto anche dal punto di vista economico. L'Oms nel 2022 ha individuato nella strategia 'salvare vite spendendo meno' uno dei cardini della prevenzione: 1 dollaro investito oggi in questo campo ne produrrà 7 nel 2030. Se vediamo il fumo, l'Oms ci dice che 1 dollaro investito nella prevenzione ne produrrà 7,43, per l'acol 9,1 e per il sale 12,8".
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(Adnkronos) - Con la pubblicazione sul numero di ottobre di 'Nature Medicine', il Rome trial entra ufficialmente nella storia della ricerca oncologica internazionale. Per la prima volta un grande studio randomizzato, accademico e indipendente dimostra l'efficacia superiore delle terapie personalizzate rispetto alle cure standard nei pazienti con tumori solidi metastatici. Lo studio confronta direttamente un approccio di medicina di precisione basato sulla profilazione genomica completa con le terapie convenzionali, fornendo evidenze scientifiche definitive sui benefici dell'oncologia di precisione. Promosso e coordinato in Italia, il trial ha coinvolto 40 centri oncologici distribuiti da Nord a Sud, con il reclutamento di 1.794 pazienti e il contributo di centinaia di professionisti: oncologi, patologi, genetisti, biologi molecolari, bioinformatici, radiologi, immunologi e farmacologi clinici.
Il Rome trial, spiegano gli esperti, "rappresenta la prima dimostrazione prospettica della superiore efficacia delle terapie personalizzate nella gestione di pazienti con tumori solidi avanzati". Lo studio - illustra una nota - ha confrontato direttamente due approcci: il braccio sperimentale, dove i pazienti ricevevano terapie mirate selezionate sulla base della loro profilazione genomica individuale, discusse all'interno di un Molecular Tumor Board (Mtb) centralizzato, e il gruppo di controllo, dove venivano somministrate le terapie standard secondo le linee guida cliniche convenzionali. I pazienti trattati con terapie personalizzate hanno mostrato un tasso di risposta obiettiva del 17,5%, significativamente superiore al 10% osservato nel gruppo controllo trattato con terapie standard (p=0.0294). La sopravvivenza libera da progressione ha mostrato un miglioramento clinicamente rilevante, passando da 2,8 mesi del gruppo controllo a 3,5 mesi nel gruppo trattato con terapie personalizzate, con un hazard ratio di 0,77. Ancora più rilevante, la durata della risposta a 12 mesi ha raggiunto il 22% nel braccio sperimentale contro appena il 9% del controllo, evidenziando che le terapie guidate dalla genomica non solo producono più risposte, ma anche più durature nel tempo. Particolarmente significativi si sono rivelati i risultati nei pazienti con alto carico mutazionale (in presenza di stabilità dei microsatelliti, trattati con immunoterapia, dove la sopravvivenza libera da progressione a 12 mesi ha raggiunto il 32,6% rispetto all'8,1% del gruppo controllo).
"Questi risultati non costituiscono semplicemente un miglioramento incrementale, bensì un autentico cambio di paradigma - afferma Paolo Marchetti, direttore scientifico dell'Idi-Irccs di Roma e promotore dello studio - Abbiamo fornito la prova che l'approccio personalizzato, guidato dalla profilazione genomica completa, è clinicamente superiore alle terapie standard nella gestione dei pazienti oncologici con malattia avanzata".
Il Rome trial ha validato scientificamente un approccio sistematico alla medicina di precisione che va oltre la semplice identificazione delle alterazioni genomiche, descrive la nota. Ogni paziente è stato sottoposto a profilazione genomica completa su tessuto e sangue utilizzando tecnologie di sequenziamento di nuova generazione, identificando alterazioni potenzialmente azionabili in quasi 900 casi clinici. Il ruolo cruciale dell'Mtb multidisciplinare è emerso come elemento distintivo dell'approccio: attraverso 127 sessioni settimanali, il board ha valutato ogni caso singolarmente, distinguendo le alterazioni realmente azionabili da quelle non clinicamente rilevanti ed escludendo i casi dove non esisteva un'opzione terapeutica mirata appropriata.
"Non è sufficiente possedere i test genetici più sofisticati - sottolinea Andrea Botticelli, professore presso l'università La Sapienza di Roma e principal investigator del centro coordinatore dello studio presso il Policlinico Umberto I di Roma - Il valore aggiunto risiede nella capacità di tradurre questi dati in decisioni terapeutiche efficaci, considerando il contesto clinico specifico di ogni paziente, la sua storia, le comorbidità, le terapie precedenti. Questo distingue una oncologia convenzionale da una oncologia veramente personalizzata". Il successo del Rome trial testimonia la capacità della ricerca italiana di fare sistema per raggiungere obiettivi comuni, sottolineano gli autori. La partecipazione dei pazienti e delle loro famiglie ha rappresentato un elemento fondamentale. "I pazienti sono stati i veri custodi del senso ultimo di questa ricerca - evidenzia Marchetti - Il loro coraggio e la loro determinazione hanno permesso di trasformare una speranza scientifica in una realtà clinica".
Il modello organizzativo sviluppato - secondo gli esperti - ha dimostrato non solo che è possibile coordinare efficacemente centri distribuiti su tutto il territorio nazionale, mantenendo standard qualitativi elevati e uniformi, ma che è replicabile su tutto il territorio nazionale. "La medicina di precisione non deve rimanere un privilegio riservato a pochi centri di eccellenza", precisa Mauro Biffoni, direttore del Dipartimento di Oncologia e Medicina molecolare dell'Istituto superiore di sanità e co-promotore dello studio. "Attraverso la telemedicina e la condivisione delle competenze - aggiunge - ogni paziente italiano può accedere a questo livello di cura personalizzata". Il Rome trial è molto più di un successo puramente scientifico. "L'obiettivo finale consiste nel rendere la medicina sempre più precisa, umana e vicina ai bisogni reali delle persone - conclude Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica all'università Statale di Milano e direttore della Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per Terapie innovative dell'Istituto europeo di oncologia di Milano - Il Rome trial dimostra che quando la scienza si pone al servizio dell'umanità i risultati possono essere straordinari".
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(Adnkronos) - Gli elettori della Repubblica Ceca si recheranno alle urne domani e sabato per elezioni parlamentari considerate cruciali. Il voto sarà seguito con attenzione a Bruxelles, che teme la possibilità di un terzo Paese che professa sentimenti anti-Ue nell'Europa centrale insieme a Ungheria e Slovacchia, con potenziali implicazioni per il sostegno all'Ucraina. Il voto vede il ritorno in prima linea, candidato alla guida del governo, del miliardario ex premier Andrej Babis, e del suo Azione dei cittadini insoddisfatti (Ano) quattro anni dopo che il 'Trump ceco' ha perso contro una coalizione unita contro di lui.
Il partito populista di Babis, membro del gruppo all'Europarlamento Patrioti per l'Europa, è in vantaggio di 10 punti rispetto all'alleanza di centrodestra Spolu (Insieme), guidata dal primo ministro, Petr Fiala. Il partito di Babis ha vinto le elezioni europee e regionali nel 2024 e sembra diretto verso la conquista del 30% delle preferenze. Non si prevede che alcun partito ottenga la maggioranza nella camera bassa del parlamento, composta da 200 seggi, e - se finisse primo, Ano avvierebbe colloqui di coalizione con una serie di partiti più piccoli per cercare di trovare il sostegno parlamentare di cui avrà bisogno per formare un governo. Se lo farà, partiti come l'anti-Ue, filo-russo Libertà e Democrazia Diretta (Spd) e Stačilo! o i nuovi Automobilisti per se stessi chiederebbero significative concessioni politiche in cambio dei loro voti.
Inizialmente Ano era un movimento centrista e pro-europeo, ma nel tempo Babis lo ha trasformato in un partito populista, anti-immigrazione e euroscettico. Ora promette di fissare un tetto ai prezzi dell'energia, vuole un abbassamento dell'età pensionabile e si ripropone di tagliare le tasse sulle persone fisiche e sulle società. Babis ha anche promesso di combattere l'agenda verde dell'Ue e il patto migratorio e si è detto aperto ad alleanze con i partiti che si oppongono a ulteriori aiuti all'Ucraina. Vuole porre fine alla fornitura di munizioni finanziate dall'Occidente all'Ucraina.
L'alleanza tripartitica Spolu di Fiala, che ha ridotto il deficit pubblico ceco dal 5% al 2% da quando è subentrata a Babiš nel 2021, denuncia che le promesse di Ano farebbero cadere il Paese in una spirale del debito. Vuole risanare le finanze pubbliche, ridurre il debito e potenziare le forze armate. Il partito dei Sindaci e degli Indipendenti (Stan), un partito liberale, centrista, pro-UE e membro della coalizione di governo uscente e pro-austerità di Fiala, vuole che la Repubblica Ceca adotti l'euro, così come il partito liberale e centrista dei Pirati, che faceva parte del governo fino all'anno scorso. All'estrema sinistra, Stačilo! (Basta!) , che comprende i socialdemocratici, e l'ultimo partito comunista non riformato dell'Europa centrale, promette referendum sull'uscita dall'Ue e dalla Nato e sulla nazionalizzazione delle industrie chiave. All'estrema destra, la SPD, che ha assorbito tre partiti di destra radicale più piccoli, è anti-Ue, anti-Nato, anti-immigrazione e anti-aiuti all'Ucraina. Motoristé sobě (Automobilisti per se stessi) rifiuta le politiche ecologiche e punta a ridurre il costo della vita.
Ano è dato nei sondaggi a poco più del 30%, con l'alleanza di centro-destra al governo Spolu al 21% e l'Spd di estrema destra al 12%. Stan e i Pirati, sono rispettivamente all'11% e al 9%, mentre l'estrema sinistra di Stačilo! è al 7% e la destra radicale Motoristé sobě è a poco più del 5%. I tre partiti di Spolu, più Stan e i Pirati, hanno tutti detto che non lavoreranno con Ano, Stačilo! o Spd. A complicare ulteriormente le cose, il presidente ceco, Petr Pavel, ha detto che si riserva il diritto di rifiutare di nominare ministri che sostengono l'uscita dall'Ue o dalla Nato, né nominerà parlamentari di estrema sinistra o di estrema destra in posti di governo che riguardano la sicurezza o gli affari esteri. Secondo gli analisti citati dal Guardian, la coalizione Spolu-Stan-Pirati potrebbe tornare in vita se le parti coinvolte vincessero abbastanza seggi. Una coalizione guidata da Ano potrebbe essere molto più difficile da formare e sostenere, dal momento che dovrebbe includere l'estrema destra, l'estrema sinistra – o forse entrambe.
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(Adnkronos) - Arriva la prima ondata di freddo dalla Russia e l'Italia si prepara al crollo delle temperature. Ma se la colonnina del mercurio registrerà già in queste ore una discesa, sarà la curva dei casi di virus respiratori a salire, in direzione ostinata e contraria. E un numero crescente di italiani sperimenterà i primi malanni della stagione. Il freddo, evidenzia all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, è "l'elemento trigger", l'innesco "del peggioramento del numero di casi". Le previsioni parlano chiaro: le temperature scenderanno fino a 10-12°C sotto la media del periodo e avremo minime intorno ai 4°C e massime sui 13-14°C nelle zone più fredde. Il meteo segnala poi forti temporali sul Nord Est, che da lì si spingono fino alle regioni centrali adriatiche. Uno scenario da novembre, più che da ottobre. E ci si metterà anche il vento ad acuire il freddo, poi la situazione potrebbe tornare in linea con la normalità autunnale. Insomma, lo sbalzo termico è assicurato.
L'impatto della sferzata di freddo sull'accelerata dei virus stagionali? "Potremmo stimare a livello nazionale 400mila casi settimanali, per effetto del calo delle temperature", analizza Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio. Ad alimentare la crescita delle infezioni "non c'è solo l'influenza - puntualizza l'esperto - In questo momento le rilevazioni del virus influenzale sono minoritarie rispetto ai virus 'cugini', simil-influenzali, come adenovirus, rinovirus. E c'è poi il Covid che si fa sentire". A ogni patogeno il suo 'habitat' ideale: se i virus parainfluenzali sono facilitati nella loro attività dagli sbalzi termici, la 'vera' influenza - ricorda sempre Pregliasco - alzerà la testa quando avremo "temperatura bassa sotto lo zero per più giorni consecutivi, con umidità relativa elevata".

(Adnkronos) - L'ultima gaffe di Donald Trump oggetto di ilarità tra i leader europei che partecipano alla riunione della Comunità politica europea a Copenaghen. I video colgono la battuta detta dal premier albanese Edi Rama a favore di telecamera mentre scherzava con i presidenti di Francia e Azerbaigian, Emmanuel Macron e Ilham Aliyev. "Dovresti scusarti con noi, perché non ci hai fatto le congratulazioni per l'accordo di pace che il presidente Trump ha concluso tra Albania e Azerbaigian", ha detto Rama a Macron, facendo scoppiare Aliyev in una risata fragorosa. "Mi dispiace per questo", ha risposto scherzando Macron.
Trump ha più volte confuso Armenia e Albania parlando dei suoi tentativi di risolvere le storiche tensioni tra Armenia e Azerbaigian. Di recente ha detto nel corso di un'apparizione a Fox News di aver "risolto guerre che erano irrisolvibili: Azerbaigian e Albania, andava avanti da tantissimi anni, ho avuto i primi ministri e i presidenti nel mio ufficio". Il riferimento era all'accordo raggiunto ad agosto tra Yerevan e Baku, mediato dallo stesso Trump e firmato ad agosto alla Casa Bianca, in cui i leader dei due Paesi si sono impegnati a porre fine a decenni di conflitti e rafforzare i legami con Washington. In un'altra occasione, una conferenza stampa congiunta con il premier britannico Keir Starmer, Trump aveva detto: "Abbiamo sistemato l’Aber-baijan e l’Albania", storpiando un nome ed equivocando l'altro.
Leggi tutto: La gaffe di Trump fa ridere Macron e Rama, battute al vertice

(Adnkronos) - È stato presentato oggi, dalla Regione Lazio, il “Progetto Anchise”. Nel Teatro di Tor Bella Monaca, il presidente Francesco Rocca e l’assessore ai Servizi sociali, Massimiliano Maselli, hanno illustrato la sperimentazione della Legge 33/2023, basata su un’assistenza domiciliare sociosanitaria innovativa per anziani, pazienti oncologici e over 80. L’iniziativa punta a garantire non solo assistenza medica, ma anche inclusione sociale, partecipazione e benessere quotidiano degli anziani, trasformando la periferia in luoghi di comunità e sostegno reciproco.
Il “Progetto “Anchise” intende sperimentare un modello innovativo di assistenza integrata territoriale e domiciliare per la popolazione anziana fragile, disegnando un percorso di prevenzione, integrazione sociale, sanitaria e assistenziale, nuove modalità di valutazione e presa in carico dell’anziano fragile o non autosufficiente in tutte le sue dimensioni: dall’invecchiamento attivo alla telemedicina, dal cohousing alla lotta alla solitudine sino ad un nuovo progetto di continuum assistenziale.
Alla presentazione hanno preso parte: Luciano Ciocchetti, vice presidente della VII commissione Affari sociali della Camera; Alessia Savo, presidente VII Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale del Lazio; Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali e alla Salute del Comune di Roma; Nicola Franco, presidente del Municipio VI; Monsignor Vincenzo Paglia, consigliere spirituale Comunità di S. Egidio; Nathan Leviadi Ghiron, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Ferdinando Romano, commissario del Policlinico Tor Vergata; Franco Amato, direttore generale ASL Roma 2.
"Con il Progetto Anchise il Lazio compie un passo concreto verso un nuovo modello di assistenza, capace di mettere davvero al centro la persona anziana e fragile. Non parliamo solo di cure mediche, ma di una presa in carico che unisce sanità, inclusione sociale e comunità. È una sperimentazione che parte da un territorio simbolo come il VI Municipio di Roma, ma che guarda all’intera Regione. L’obiettivo è costruire una rete che non lasci mai soli i nostri anziani, rafforzando la loro dignità e il loro benessere quotidiano. Si tratta di un impegno che assume valore ancora più forte perché realizzato insieme a Roma Capitale, alle istituzioni sanitarie e universitarie, in una logica di collaborazione, l’unica strada possibile per affrontare le sfide dell’invecchiamento e della non autosufficienza", dichiara il presidente Francesco Rocca.
"Il Lazio è la prima Regione che mette in campo una sperimentazione che fa riferimento alla Legge delega n. 33/2023 sulla non autosufficienza. Il progetto sarà mirato al Municipio VI di Roma Capitale, dove le fragilità sono più frequenti. Verrà messa in campo, grazie al Fondo Sociale Europeo, una dotazione finanziaria da un milione e mezzo di euro per il biennio che va da ottobre 2025 a ottobre 2027. Il tutto con il pieno coinvolgimento, oltre che della stessa Regione, di Roma Capitale, VI Municipio, Università e azienda ospedaliera di Tor Vergata e l’Asl Roma 2, che hanno sottoscritto un protocollo approvato a novembre 2024", conclude l’assessore Massimiliano Maselli.

(Adnkronos) - Ogni cittadino europeo produce in media 11 chili di rifiuti tessili all’anno: un dato allarmante, diffuso dal Parlamento europeo, che fotografa l’impatto crescente del fast fashion e la mancanza di circolarità nel settore moda. Non sorprende, quindi, che Bruxelles stia spingendo brand e retailer a ridurre gli sprechi e a ripensare i modelli produttivi, introducendo soluzioni che allunghino la vita dei capi. Parallelamente, il mercato del second-hand sta vivendo una crescita senza precedenti. Secondo il report The State of Fashion 2025 di McKinsey & Company e The Business of Fashion, entro quest’anno il resale peserà per il 10% sul mercato globale dell’abbigliamento, con un giro d’affari stimato di 350 miliardi di dollari entro il 2028 e una crescita annua del 12%. Una rivoluzione silenziosa, che sta ridisegnando le regole dell’industria.
In Europa, tuttavia, il settore rimane ancora frammentato: tante piattaforme, poca integrazione e processi complessi. È qui che entra in gioco Resellify (https://www.resellify.it/it), startup fondata nel 2023 da Alessio Autore e Alessandro Pavoni, con l’obiettivo di accelerare la transizione al second-hand. Resellify si propone come la prima infrastruttura full-stack europea per il re-commerce, capace di integrarsi direttamente negli eCommerce dei brand e di offrire agli utenti un’app mobile intuitiva. La sua missione è chiara: semplificare e automatizzare la rivendita, trasformando la moda circolare da promessa astratta a realtà concreta, scalabile e accessibile. Un passo decisivo per rendere il second-hand non un’alternativa di nicchia, ma una nuova normalità per l’intero settore retail.
Al centro del modello Resellify c’è una piattaforma proprietaria che rende la rivendita un processo semplice, integrato e immediato, eliminando ogni barriera tecnica e operativa. Con il widget ReCommerce Connector, integrato direttamente negli eCommerce partner, ogni acquisto viene salvato automaticamente nel Guardaroba Digitale dell’utente, completo di tutte le informazioni: foto, descrizioni, taglie, codici e dettagli di acquisto. Da lì, l’utente può gestire in modo intuitivo i propri articoli, aggiornandoli o rimuovendoli con facilità.
Quando arriva il momento di rivendere, basta un click. Con la funzione OneClick Resell, il prodotto viene pubblicato sui principali marketplace second-hand - come Vinted, Vestiaire, eBay e Depop - senza bisogno di creare account, scrivere descrizioni o duplicare sforzi. È sufficiente aggiornare le foto per mostrare lo stato attuale dell’articolo. Una soluzione definitiva che abbatte le barriere di ingresso al resale, trasformandolo in un’esperienza naturale per l’utente.
E se sempre più consumatori scelgono di rivendere, scambiare o acquistare prodotti usati, i retailer iniziano a vedere in questo comportamento non solo un’opportunità di sostenibilità, ma anche una leva di business. Con Resellify arriva ora uno strumento pensato proprio per loro: si chiama ReCommerce Connect e consente ai brand di integrare nei propri eCommerce una piattaforma di resale semplice e immediata. In questo modo, i clienti possono rimettere in circolo i loro acquisti con pochi clic, mentre i retailer riescono a seguire la vita dei prodotti anche dopo la prima vendita.
Il risultato è duplice: da un lato si rafforza il legame con i consumatori, che trovano un motivo in più per restare fedeli al brand; dall’altro si apre la porta a nuove forme di monetizzazione, trasformando il mercato dell’usato in una componente stabile e strategica del modello di business.
“Il Re-commerce non è più una tendenza, ma un nuovo modello di consumo e un canale di vendita strategico per i brand. Con Resellify rendiamo il Resale as a Service una realtà per i retailer: facile da integrare, pronto da scalare e sostenibile nel tempo”, spiegano i co-founder Alessio Autore e Alessandro Pavoni.
Guardando al futuro, Resellify punta ad ampliare ulteriormente il proprio ecosistema. Tra le prossime novità ci sono il Trade-In, che permetterà ai clienti di permutare i loro articoli usati creando nuovo valore per brand e consumatori; strumenti di analisi per misurare in modo concreto l’impatto ambientale del resale e supportare così le strategie Esg; e un Guardaroba Digitale potenziato dall’intelligenza artificiale, capace di offrire suggerimenti di stile personalizzati e opportunità di upsell per i retailer.
Un percorso che dimostra come la start-up voglia trasformare il second-hand da servizio innovativo a nuovo standard del retail del futuro.

(Adnkronos) - E’ la selvaggina, piatto da sempre sulle tavole degli italiani ma in maniera misurata o ‘locale’, la nuova tendenza gastronomica del momento. Veramente bio (gli animali selvatici sono liberi in natura) ed ecosostenibile, la carne del bosco è sempre più richiesta dai consumatori e ristoratori, domanda che valorizza oggi piatti da sempre nella cultura gastronomica nostrana, ma poco 'nobilitati', o instagrammabili che dir si voglia. Il consumo di questo tipo di carne è prevalentemente al ristorante.
E i super-chef, a iniziare dal tri-stellato Massimo Bottura, famoso il suo piatto 'Camouflage, una lepre nel bosco', a Enrico Crippa, tre stelle anch'egli del ristorante Piazza Duomo di Alba, che predilige la pernice, a chef Mauro Uliassi, titolare dell'omonimo tre stelle a Senigallia, con proposte di capriolo, quaglia e colombaccio, a molti altri, la stanno introducendo, anche se solo stagionalmente, nelle loro proposte. Chi invece ha abbracciato in toto questo tipo di cucina è il ristorante Grow di Albiate (MB) dei fratelli Matteo e Riccardo Vergine, stellato Michelin, che invece, unico in Italia, serve solo carne del bosco, tutto l'anno, a prescindere dalla stagione.
Cervo, cinghiale, capriolo, daino, lepre ma anche volatili “per noi sono le carni del bosco, libere in natura e per ciò in assoluto le più biologiche”, spiega Matteo Vergine, 28 anni, che insieme al fratello Riccardo (31 anni) è titolare del Grow di Albiate (MB), ristorante rivelazione di quest’anno che a meno di due anni dall’apertura ha già ottenuto la stella Michelin, peculiare in Italia perché unico a proporre un menù a base di selvaggina tutto l’anno.
"Una carne - sottolinea - che è dieci, anche venti, volte meno grassa delle altre. Ad esempio un bovino d’allevamento detiene, in media, almeno 16 grammi su 100 di grassi (ma questo valore può anche essere più alto) mentre il capriolo o il daino, a parità di apporto proteico, ne hanno soltanto 1 grammo o poco più”.
“Si aggiunga a ciò che la carne del bosco - aggiunge Riccardo Vergine, maître e sommelier di Grow - considerata la vita in libertà dell’animale che si ciba di quanto trova in natura e nulla più è più ricca di proteine, omega3 e ferro e povera invece di colesterolo. Ed è saporita e tenera e facile da cucinare. Noi peraltro la proponiamo con una cottura alla brace di legna, in perfetto stile ‘trappeur’ per esaltarne il gusto".
E mentre i nutrizionisti ricordano inoltre quanto benefica sia per l'uomo la carne di selvaggina, che è anche particolarmente ricca di ferro e zinco, importante per il sistema immunitario e la salute della pelle, il suo essere davvero ecosostenibile la rende sempre più richiesta e apprezzata dagli amanti della filosofia 'green-cusine'. La carne del bosco si contraddistingue nettamente da quella da allevamento per il suo impatto ambientale praticamente nullo e inoltre gli animali selvatici che vivono in libertà si nutrono di ciò che offre la natura e non richiedono interventi umani per la loro crescita.
Leggi tutto: Food, nella 'green cuisine' la nuova tendenza è la carne del bosco

(Adnkronos) - Nel grande spettacolo della vita, c'è un ruolo che non prevede copione e che regala gli applausi più sinceri: quello di nonno. Quest'anno la festa dei nonni ha un sapore speciale per due volti noti che si sono uniti al club. A gennaio, Fiorello ha accolto con immensa gioia il suo primo nipotino, figlio di Olivia, la primogenita di sua moglie Susanna. Pur non essendo il padre biologico, lo showman ha sempre definito il suo legame con lei quello di un "papà frizzante", sentendosi a tutti gli effetti un nonno, tanto da volare subito a Milano per conoscere il nuovo arrivato. A marzo, la stessa gioia ha attraversato l'oceano per raggiungere il mondo del rap: Eminem, classe 1972, è diventato nonno di Elliot Marshall McClintock. Un nome che è un omaggio diretto, visto che Marshall è il vero nome del nonno.
Accanto a queste new entry, ci sono poi le colonne portanti, quei personaggi che sono diventati 'nonni' per l'Italia intera. Impossibile non pensare a Lino Banfi , il cui Nonno Libero ha cresciuto generazioni di telespettatori. Un ruolo che l'attore pugliese veste con orgoglio anche nella vita reale con i nipoti Pietro e Virginia, e che di recente lo ha visto "promosso" a bisnonno. Non meno iconico è Gianni Morandi, l'eterno ragazzo della musica italiana a capo di una vera e propria tribù di sei nipoti. C'è poi la 'zia d'Italia', Mara Venier. La conduttrice di 'Domenica In' è nonna di due nipoti e spesso sui social condivide i momenti speciali che trascorre con loro. Il palcoscenico dei nonni Vip è affollatissimo. Tra i signori della televisione troviamo Gerry Scotti, Paolo Bonolis e Barbara d'Urso.
Mentre il mondo della musica risponde con Eros Ramazzotti, che insieme all'ex moglie Michelle Hunziker si gode il nipotino Cesare, e con i pilastri della canzone partenopea, Gigi D'Alessio e Nino D'Angelo, entrambi a capo di famiglie numerose. A capo di una tribù c'è anche Roby Facchinetti che conta ben 7 nipoti. Nonni uniti anche Al Bano e Romina Power che per i figli di Cristel sono sempre presenti.
Ma il ruolo di nonno non conosce confini. Uno sguardo oltreoceano rivela come persino le leggende del rock e del cinema vivono questa esperienza con grande trasporto. Mick Jagger, frontman dei Rolling Stones, non è solo nonno, ma addirittura bisnonno. A Hollywood, Demi Moore e Bruce Willis hanno accolto nel 2023 la nipotina Louetta, figlia della loro primogenita, Rumer.
Leggi tutto: Festa dei Nonni, anche Fiorello ed Eminem tra le celebrità che festeggiano nel 2025



(Adnkronos) - La trasformazione della mobilità italiana ed europea passa da software, dati interoperabili e piattaforme aperte, capaci di integrare trasporto pubblico, veicoli, strade e nodi intermodali. È su questo terreno che Indra, attiva con progetti nel settore Mobility in oltre 50 paesi e 100 città di tutto il mondo porterà la propria esperienza a ComoLake – Digital Innovation Forum: il 15 ottobre, nella sessione Mobilità, interverrà Erminio Polito, Ceo di Indra Group in Italia. "Una mobilità davvero integrata è invisibile: pagamenti, transiti e informazioni in tempo reale funzionano senza attriti. In Europa e a livello globale stiamo unificando mezzi e territori con architetture digitali robuste e interoperabili. È così che efficienza, sicurezza e sostenibilità diventano esperienza concreta per milioni di persone in tutto il mondo", sottolinea Erminio Polito, Ceo di Indra Group in Italia.
Indra è inoltre una delle aziende leader a livello mondiale nel settore della tecnologia ferroviaria e sta accelerando la trasformazione digitale del settore con lo sviluppo di soluzioni proprietarie di segnalazione digitale aperta e sistemi avanzati di gestione del traffico (Tms), che rafforzano la sicurezza e aumentano la capacità delle linee.
La soluzione di segnalamento digitale aperto di Indra consente di implementare sistemi interoperabili, integrando componenti di diversi fornitori e superando i limiti dei modelli chiusi. L’azienda guida questa trasformazione con un’architettura aperta, modulare e flessibile, sviluppata secondo i requisiti dell’iniziativa europea Eulynx, che introduce interfacce comuni e standardizzate per favorire un’integrazione completa tra i diversi elementi dell’ecosistema ferroviario. In parallelo, Indra avanza nella digitalizzazione integrale dell’operazione ferroviaria, con sistemi in grado di convivere con infrastrutture più tradizionali e una dimensione cloud che automatizza processi di progettazione, sviluppo e test. Queste capacità si riflettono anche nel sistema di gestione del traffico In-Mova Rail, una soluzione di nuova generazione che integra funzionalità di risoluzione automatica dei conflitti e instradamento intelligente dei treni, concepita per essere sempre più digitale, connessa, affidabile ed efficiente, in linea con le esigenze attuali degli operatori ferroviari.
L’impegno di Indra a favore dell’interoperabilità e dell’innovazione si consolida all’interno di Europe’s Rail, la principale iniziativa europea di ricerca e innovazione ferroviaria, nel cui consiglio di amministrazione l’azienda è presente. Da questo ecosistema, Indra promuove lo sviluppo di tecnologie di frontiera come Ertms satellitare, big data, intelligenza artificiale e cybersicurezza, per collocare il treno al centro della mobilità più sostenibile. Grazie a queste soluzioni, Indra contribuisce a costruire un ferrovia più sicura, intelligente e verde, capace di ottimizzare la capacità delle infrastrutture, ridurre i tempi di viaggio e mettere il viaggiatore al centro della nuova mobilità.
Indra si posiziona come attore chiave nello sviluppo della mobilità del futuro, impegnata in progetti di riferimento in mercati strategici, tra i quali Europa, Stati Uniti, Regno Unito, e Arabia Saudita. Tra i principali programmi: in Irlanda, la gestione dell’intero sistema di biglietteria per tram, autobus e rete ferroviaria nazionale, nonché la futura metropolitana di Dublino, amministrata dalla National Transport Authority (Nta); Bus Rapid Transit (Brt) elettrico per Brisbane Metro (Australia); il progetto T-Mobilitat a Barcellona; soluzioni per le ferrovie lituane e per Irish Rail; sistemi per infrastrutture critiche come il Silvertown Tunnel a Londra e l’I-66 negli Usa; piattaforme per porti e aeroporti tra cui Valparaíso (Cile) e Helsinki (Finlandia).
Con oltre 2.500 progetti di mobilità in oltre 50 paesi e 100 città, una squadra di oltre 2.000 professionisti e più di 44 milioni di euro investiti in ricerca e innovazione sulla mobilità negli ultimi quattro anni, l’area Mobility di Indra ha raggiunto 363 milioni di euro di vendite nel 2024. Questa dimensione consente di portare in Italia soluzioni validate nei mercati più esigenti e adattarle rapidamente ai diversi contesti operativi. Le tecnologie innovative di Indra sono presenti nella mobilità quotidiana di oltre 78 milioni di persone, abilitando più di 35 milioni di spostamenti ogni giorno. Tra i principali benefici: Più di 2.800 vite salvate grazie a una migliore gestione del traffico e alla sicurezza stradale (oltre 6 milioni di infrazioni gestite automaticamente; più di 40.000 telecamere integrate); Oltre 6 miliardi di euro di risparmi annui per la collettività, con fino al +60% di efficienza operativa, oltre 30 milioni di ore/anno risparmiate nel Tpl urbano, −92% tempi di risposta in situazioni critiche, −43% costi operativi e −25% consumi energetici. Indra, inoltre, è riconosciuta tra le leader globali dal Dow Jones Sustainability Index (Djsi) e dallo S&P Sustainability Yearbook. Le soluzioni adottate contribuiscono ogni anno a evitare oltre 10 milioni di tonnellate di CO₂ e a ridurre del 70% l’uso di carta e plastica lungo la catena della mobilità.
Leggi tutto: Indra group a Comolake, ferrovia al centro di una mobilità digitale e sostenibile

(Adnkronos) - "L'intelligenza artificiale offre delle possibilità anche computazionali e consente di aggredire temi dal profilo ingegneristico che non erano direttamente affrontabili, come l'analisi dell'immagine, l’analisi aerea, il dettaglio delle strade, certi aspetti sulla connettività e persino sulla generazione delle coperture 5G". E' quanto sottolineato da Aldo Milan, responsabile di Broadband Map Agcom, intervenuto oggi a Milano in occasione di un incontro dedicato alle applicazioni emergenti dell’Ai.
Il convegno 'Reti di telecomunicazioni e reti locali: quali sviluppi dell’Ai' è stato organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Milano nell’ambito della Milano digital week.
"Ci troviamo, da un punto di vista tecnico, a dover comprendere come funziona, quali sono i suoi difetti, come integrarla in un processo, perché notoriamente soffre di abbagli. Bisogna quindi inserirla in un ciclo produttivo che sappia trarne valore evitando al contempo cattive applicazioni", ha aggiunto Milan.
Leggi tutto: Ai, Milan (Agcom): "Ora possiamo affrontare nuovi temi ingegneristici"

(Adnkronos) - "Il ruolo di Mentadent, insieme ad Andi, è quello di diffondere la cultura della prevenzione, trasformando la consapevolezza in partecipazione attiva. Perché prevenire è un diritto, e deve diventare una pratica quotidiana, accessibile e condivisa". Lo ha detto Cristiano Gallotta, Marketing Oral Care Italia & Brand Development Lead Europe di Unilever/Mentadent, intervenendo alla conferenza stampa alla Camera per il 45esimo Mese della prevenzione dentale, la più longeva campagna italiana dedicata alla salute orale, nata dalla collaborazione tra Mentadent e Andi. "I dati Ipsos - ha ricordato Gallotta - ci dicono che oltre il 60% degli italiani ha già prenotato una visita odontoiatrica, ma il 40% ancora no, e metà di questi non intende farlo. E' qui che dobbiamo intervenire: fare sistema, coinvolgere, comunicare in modo efficace e diffuso".
Attraverso una rete capillare di oltre 10mila studi dentistici Andi, la campagna agisce su più livelli: negli studi, nei punti vendita, in Tv e sui social media, con un linguaggio semplice, chiaro e scientificamente corretto. "Il gesto del morso alla mela - ha sottolineato Gallotta - è universale, comprensibile, coinvolgente. Ci permette di ricordare a tutti che la bocca è la finestra del nostro corpo e che non è mai troppo tardi per iniziare a prendersene cura".
Leggi tutto: Mese prevenzione dentale, Gallotta (Mentadent): "Consapevolezza diventi azione"

(Adnkronos) - Si chiama R-Hybrid Sky, per il suo colore azzurro, ed è la nuova generazione di bicchieri vending progettata da Flo per abbinare eco-design avanzato e riciclabilità post-consumo food grade. R-Hybrid Sky sarà disponibile sul mercato a partire da fine 2025 e sostituirà progressivamente l’attuale R-Hybrid, con vantaggi significativi in termini di sostenibilità e circolarità. Lo annuncia Flo in una nota.
Rispetto a R-Hybrid, primo bicchiere vending in Ps riciclato post-consumo, R-Hybrid Sky compie un ulteriore passo avanti sia per l’ottimizzazione dell’Eco-design - più leggero con minor impiego di materia prima vergine e abbattimento della Carbon Footprint - che per l’uso di Ps post-consumo idoneo al contatto diretto con il caffè. Il tutto con prestazioni equivalenti al tradizionale monouso in termini di qualità e igiene.
Il bicchiere anticipa i nuovi standard fissati dal regolamento europeo sul packaging Ppwr, in termini di: Design for recycling, perché è monomateriale e senza filler minerali a garanzia di una completa riciclabilità negli impianti esistenti; Ecodesign, nuova forma alleggerita per ridurre sprechi senza diminuire le performance; Contenuto riciclato post-consumo, fino al 25%, oltre il doppio del target europeo al 2030.
“R-Hybrid Sky rappresenta per noi una nuova tappa di crescita, che unisce evoluzione tecnologica e sostenibilità, sia ambientale che economica - sottolinea Erika Simonazzi, direttrice Marketing di Gruppo Flo - E oggi, con il nostro team di Lca specialist, siamo in grado di affiancare i clienti nella rendicontazione Esg, offrendo dati puntuali sulla Carbon Footprint (Cfp) richiesti dallo Scope 3".
R-Hybrid SKY si integra nel circuito RiVending, promosso da Confida e Corepla, permettendo il riciclo totale del bicchiere e la sua trasformazione in nuova materia prima. Nasce così il Cup2Cup, un ciclo virtuoso che supera il concetto di monouso e valorizza lo scarto.
Leggi tutto: FLO lancia il bicchiere R-Hybrid SKY, eco-design avanzato e riciclabilità

(Adnkronos) - In occasione della XIII edizione della European Biotech Week, iniziativa di divulgazione scientifica promossa e coordinata a livello nazionale da Assobiotec-Federchimica, Uniamo - Federazione italiana malattie rare ha organizzato il webinar 'Genetica e screening neonatali, quali opportunità?'. Continua così l'impegno di Uniamo per tenere alta l'attenzione di politica, istituzioni e stakeholder del mondo della salute sul tema dello screening neonatale esteso (Sne). Lo screening genetico e le tecniche di analisi innovative che lo caratterizzano - spiega Uniamo in una nota - offrono opportunità e allo stesso tempo sollevano alcune questioni etiche che sono state approfondite durante l'incontro.
"E' necessario trovare uno strumento legislativo che renda tempestivo e sistematico l'aggiornamento del panel Sne: solo così possiamo salvare la vita ai bambini", afferma Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo, introducendo l'evento online sui canali della Federazione. "Il caso della leucodistrofia metacromatica (Mld), sul quale stiamo conducendo un'azione di sensibilizzazione da mesi, è emblematico - sottolinea - Rischiamo di avere a disposizione terapie efficaci e di non poterle utilizzare per mancanza di diagnosi prima della comparsa dei sintomi. Il programma dello Sne è già a regime in tutti i punti nascita del nostro Paese: è necessario che, fatte le dovute verifiche con il gruppo nominato dal ministero, la procedura successiva sia snella e immediata. E dove questo sia comunque troppo lungo - suggerisce - si proceda con progetti pilota come per la prima messa in opera dello screening. La politica ha un ruolo fondamentale in questo, specialmente in vista della legge di Bilancio. Non servono fondi stratosferici per farlo".
Il Centro di coordinamento dello screening neonatale esteso, istituito presso l'Istituto superiore di sanità, svolge un ruolo fondamentale nella gestione, monitoraggio e promozione di quello che è un programma di diagnosi e presa in carico di eccellenza in ambito europeo, ricorda Uniamo. "A 8 anni dall'istituzione del centro il bilancio è positivo - dice il direttore generale dell'Iss, Andrea Piccioli - E' stato fatto molto, in termini di confronto con i referenti regionali, allineamento delle attività e confronto su un'organizzazione complessa e sugli strumenti a disposizione nei diversi territori. Sanità pubblica, equità, coerenza, competenza ed evidenza scientifica sono le cinque parole chiave che hanno guidato in questi anni l'attività del centro. Molti passi ancora vanno fatti - precisa - ma le priorità su cui lavorare sono chiare. E' indubbio che in questi anni l'attività del Centro di coordinamento degli screening neonatali, mirata all'attuazione della legge 167 del 2016, ha posto le basi per la definizione di processi uniformi per l'effettuazione dei programmi di screening neonatale e l'implementazione di strumenti efficaci del loro monitoraggio".
In attesa dell'aggiornamento nazionale che arriverà con l'approvazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) - analizza la Federazione - alcune Regioni si stanno muovendo in autonomia. La Toscana, con una recente delibera, ha inserito diverse nuove patologie nel proprio panel Sne regionale tra cui la leucodistrofia metacromatica, come spiega Giancarlo La Marca, professore ordinario di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica presso l'azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze. Anche Lombardia è attivo un progetto per inserire la Mld nello Sne, pur con modalità differenti rispetto a quelle sperimentate in Toscana. A questo proposito Stefano Benvenuti, Public Affairs Manager di Fondazione Telethon, sull'iniziativa di sensibilizzazione avviata da Telethon, Uniamo e ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano nei punti nascita della Lombarda, evidenzia che "il progetto ha già consentito a quasi 28mila neonati di sottoporsi ai test. Tuttavia, diversi punti nascita della regione ancora non aderiscono al progetto pilota, con il rischio che un neonato sfugga allo screening e perda la possibilità di essere trattato, pur essendo in una delle poche regioni dove il test della Mld viene effettuato. Fondazione Telethon e gli altri partner del progetto stanno quindi promuovendo una campagna di sensibilizzazione dei punti nascita lombardi affinché nessun neonato sia privato di questa opportunità". In Puglia è partito da 1 anno l'innovativo programma di screening neonatale con metodo genetico 'Genoma Puglia', con l'obiettivo di analizzare un gruppo di 388 geni dal Dna prelevato da un piccolo campione di sangue alla ricerca delle alterazioni in grado di causare circa 500 patologie rare, come illustra Mattia Gentile, direttore Uoc Genetica medica dell'ospedale 'Di Venere' di Bari e responsabile del programma.
"Le tecnologie per uno screening neonatale genomico sono largamente disponibili sul territorio nazionale e i costi paragonabili all'insieme degli screening neonatali che oggi vengono fatti - rimarca Paolo Gasparini, presidente della Società italiana di genetica umana (Sigu) - Si aprono opportunità terapeutiche e riabilitative per moltissime malattie e non solo quelle metaboliche, perché non dovremmo impegnarci in questo ambito? Il progresso va gestito avendo chiaro l'ampio beneficio che ne deriverebbe ai cittadini".
Queste potenzialità devono però essere bilanciate da una grande attenzione alle implicazioni etiche che queste tecniche innovative inevitabilmente generano, precisa nella seconda parte del webinar Silvia Ceruti del Centro di ricerca in etica clinica dell'università degli Studi dell'Insubria. Sullo stesso tema, a conclusione del webinar, si esprime Simona Bellagambi, vicepresidente di Eurordis e delegata estero di Uniamo: "E' indubbio che siamo già in una nuova era - riflette - Le opportunità che la genetica ci offre in termini di diagnosi precoci sono preziose e rappresentano un grande valore per tutta la cittadinanza. Allo stesso tempo, però, come federazione di pazienti ci preme sottolineare quanto sia importante confrontarsi su come utilizzarle e valutare l'impatto che queste tecniche possono avere dal punto di vista etico sulla vita delle famiglie".
"Lo Sne - puntualizza Bellagambi - oggi può diagnosticare solo patologie per le quali esiste già un trattamento e sulle quali un intervento precoce può ridurre o anche eliminare gli effetti della malattia a insorgenza in età neonatale e infantile (i cosiddetti Criteri di Wilson e Jungner). Con l'avvento di strumenti e metodi innovativi dello screening genomico, già utilizzati in programmi e progetti pilota in Italia e all'estero, dobbiamo interrogarci se necessitano di una evoluzione. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che lo Sne non è solo un test diagnostico, ma è un sistema che necessita di una coerente e qualificata presa in carico. E' necessario dunque che a un ampliamento di malattie diagnosticate con lo screening genomico, anche la Rete dei centri di riferimento si faccia trovare pronta".
"Quello che è certo - conclude - è che, grazie anche a queste nuove tecniche, non alternative ma complementari all'attuale screening biochimico, potremo arrivare a una diagnosi tempestiva per un sempre maggior numero di malattie rare". Il webinar 'Genetica e screening neonatali, quali opportunità?' è disponibile sul canale Youtube di Uniamo.
Leggi tutto: Malattie rare, Uniamo: "Innovazione tecnologica fondamentale, aggiornare panel Sne"
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