
Achille Polonara compie oggi, domenica 23 novembre, 34 anni. Un traguardo speciale per il campione di basket, reduce da un trapianto di midollo per la leucemia mieloide. A celebrarlo sui social è stata la moglie Erika Bufano, che su Instagram ha condiviso un toccante post: "Auguri alla mia anima gemella, alla persona più importante della mia vita, al mio migliore amico", ha esordito la moglie del cestista, ricordando poi il momento drammatico vissuto dalla famiglia.
"Sono stati giorni interminabili e dolorosi quando è arrivata quella chiamata, il 16 ottobre, il mondo mi è crollato addosso. Mi sono sentita smarrita, svuotata, senza più un’anima. Tutto aveva perso significato, e la paura mi divorava. Non riuscivo a immaginare una vita senza di te, non era possibile".
Bufano ha ricordato il ritorno alla vita del marito, che lei definisce come una rinascita: "Ma tu non hai mai smesso di lottare. Hai mantenuto la promessa che mi avevi fatto, quella che custodivo nel cuore. E quando, dopo giorni di angoscia, hai riaperto i tuoi meravigliosi occhi, il mio respiro è tornato, la mia vita è tornata a brillare".
E ancora: "Il mio cuore ha ricominciato a battere, e tutto ha finalmente ritrovato un senso. Buon compleanno amore mio, ti auguro solo cose belle xke per le brutte abbiamo già dato, meriti di splendere e di tornare a sorridere. Ti amo immensamente", ha concluso.
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Il cestista azzurro si era sottoposto, giovedì 25 settembre, al trapianto di midollo necessario nella sua battaglia contro la leucemia mieloide. Dopo l'intervento, Polonara aveva rassicurato i tifosi e tutti gli appassionati di basket pubblicando una storia sul proprio profilo Instagram: "Trapianto tutto ok", dal letto di ospedale.
La malattia, in ogni caso, non ha mai fatto perdere sorriso e buon umore a Polonara. Tanto che il giorno prima dell'intervento Achille si era prestato a un balletto, pubblicato sui social dalla moglie Erika Bufano, direttamente dalla stanza di ospedale.
Solo qualche settimana prima era stato proprio Polonara ad annunciare di aver trovato una donatrice: "Abbiamo trovato una donatrice. Si tratta di una ragazza americana compatibile al 90%", aveva spiegato al Corriere della Sera, "sono stato fortunato, c’erano due donatori compatibili al 90%, anche un ragazzo tedesco, ma hanno optato per lei perché sono riusciti a mettersi in contatto subito".
Dopo la diagnosi choc di leucemia mieloide per Achille Polonara ricevuta lo scorso giugno, il cestista e la sua famiglia hanno vissuto un periodo difficile. Prima il trapianto di midollo osseo, poi il coma e la concreta possibilità di non svegliarsi più. L'atleta però ce l'ha fatta: dopo dieci giorni si è svegliato.
A raccontare l'ultimo mese di cure è un servizio de 'Le Iene'. "Io non mi ricordo molto, è come se avessi dormito. É stata tosta, i dottori mi avevano dato poche speranze", ha raccontato Polonara a Nicolò De Devitiis. Il cestista ha spiegato che durante il coma si sentiva "in un'altra città" ma ha spiegato che in quei giorni riusciva comunque a sentire le parole della moglie Erika Bufano, che era lì al suo fianco, nonostante non potesse rispondere.
È stata lei a spiegare cosa è accaduto dopo il trapianto: "Quando gli hanno tolto il cvc (cioè il catetere attraverso il quale era avvenuto il trapianto) si è sentito male. Gli è partito un trombo, il suo cervello è andato in carenza di ossigeno". "Ho solo pregato che non morisse. Pensavo 'non importa come starà, anche se non camminerà, se non muoverà le braccia... l'importante è che si svegli. E alla fine è successo", ha raccontato.

E' morto oggi, domenica 23 novembre, Loris Rispoli, che è stato presidente dell'Associazione 140, e a lungo protagonista della battaglia dei parenti delle vittime del Moby Prince. A darne notizia le associazioni dei familiari: "Con la morte di Loris Rispoli perdiamo un fratello e un vero combattente che ci ha insegnato come si lotta per la verità e la giustizia - affermano Luchino Chessa dell'Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince e Nicola Rosetti dell'Associazione 140 -. È stato un fondamentale protagonista di questi 35 anni di lotte per arrivare alla verità sulla strage del Moby Prince. È una grandissima perdita per la città di Livorno e per tutti noi”.
"Loris è stato un grande combattente, una Giovanna D’Arco, ma anche purtroppo un don Chisciotte - proseguono Chessa e Rosetti - per il muro di gomma che lui e tutti noi familiari abbiamo trovato nella lotta per la verità. Abbiamo combattuto con lui per tutti questi anni nella speranza di arrivare alla fine della storia".
"Loris non ci è riuscito; Angelo Chessa, grande combattente come lui, ci ha lasciati a giugno 2022 con la speranza nel cuore di uno squarcio di verità. Senza di loro la nostra famiglia #iosono141 è orfana, ma la resilienza che accomuna i familiari, gli amici e le tantissime persone che ci seguono e ci supportano da anni ci continua a dare la forza di andare avanti per una verità vera e non di comodo - concludono -. Chiediamo a tutti i membri della commissione parlamentare di inchiesta sulla strage del Moby Prince, a partire dal presidente Pietro Pittalis, di andare avanti con forza e dedicare il lavoro a Loris Rispoli e Angelo Chessa”.
Sindaco di Livorno: "Rispoli sarà sempre con i Livornesi"
"C’è un volto che poi diventerà per me molto familiare, impossibile da dimenticare: è il volto di Loris Rispoli fratello di una delle ragazze che lavorano sul Moby. Lui abbraccia la madre, dalla banchina guarda verso l’imboccatura del porto, aspetta notizie certe ma è come se avesse già capito tutto, i suoi occhi sono lo specchio del dramma..." scrive sui social Luca Salvetti, sindaco di Livorno. "Con queste parole negli anni 90 ho descritto il primo incontro con una persona speciale che con gli anni è diventato un amico e con il quale ho percorso un lunghissimo cammino di vita e un'esperienza umana, giornalistica e poi da sindaco legata al Moby Prince e al dramma del 10 aprile 1991.Ciao Loris sarai sempre con me e con tutti i livornesi". Così sui social Luca Salvetti, sindaco di Livorno.
Presidente Regione Toscana Giani: "Rispoli lascia esempio e eredità da raccogliere per ricerca verità"
"Apprendo con profonda tristezza della scomparsa di Loris Rispoli, una figura che ha rappresentato per oltre trent’anni un punto di riferimento imprescindibile nella battaglia per la verità e la giustizia sul disastro del Moby Prince" dice il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. "La morte di Loris è una perdita che colpisce non solo i familiari delle 140 vittime, ma tutta la comunità toscana e nazionale che in lui ha riconosciuto un uomo di straordinaria dignità, determinazione e umanità. La tenacia e la lucidità di Loris hanno contribuito in modo fondamentale a mantenere viva negli anni l’attenzione sul più grave disastro della marineria italiana dal dopoguerra”.
“Loris – prosegue Giani – ha saputo trasformare un dolore personale immenso in un impegno civile esemplare, diventando la voce di un’intera comunità ferita. La sua forza morale, la sua costanza e la sua capacità di unire sono state determinanti per mantenere aperto un percorso di verità che la Toscana ha sempre sostenuto. A nome mio e della Regione Toscana mi stringo alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno condiviso con lui questa lunga e difficile battaglia.”
“È anche grazie a persone come Loris Rispoli – conclude il presidente della Toscana – che oggi proseguiamo con rinnovato impegno nella ricerca della piena verità. Non ci fermeremo e non smetteremo mai di essere al fianco di chi raccoglie la sua eredità in questa lotta. La Toscana non dimentica."

Barbara D'Urso e Pasquale La Rocca conquistano la nona puntata di Ballando con le stelle, al termine di una serata segnata dall'ennesimo confronto accesso tra la conduttrice televisiva e Selvaggia Lucarelli. Dopo l'esibizione, la giurata ha 'rimproverato' D'Urso di nascondersi dietro il suo ballerino[1]. Un'accusa che Barbara D'Urso ha respinto con decisione. Il clima si è infiammato ulteriormente.
Nonostante le tensioni, la coppia è riuscita a chiudere la puntata da vincitrice. "Grazie a voi che continuate a inondarci d'amore: è la vostra energia che ci spinge, ogni settimana, a dare sempre qualcosa in più", ha esordito Pasquale La Rocca condividendo un lungo pensiero sui social rivolto ai fan e ringraziandoli per il loro sostegno.
Il ballerino ha ripercorso l'avventura con Barbara D'Urso: "Non riesco a credere a quanto velocemente stiano volando queste settimane. Mi guardo indietro e mi rendo conto del percorso immenso che io e Barbara abbiamo fatto insieme sin dal primo giorno. Quanta fatica, quante sfide.... ma passo dopo passo abbiamo capito una cosa fondamentale: bisognava crederci. Bisognava andare avanti: insieme", ha continuato.
Il maestro poi ha fatto riferimento alle difficoltà che stanno incontrando lungo il percorso, ma sottolinea la voglia di non mollare mai: "Abbiamo già condiviso lacrime, sorrisi, paure, conquiste. Abbiamo imparato a fidarci, a sostenerci, a sorprenderci. E oggi siamo elici, perché sentiamo che si avvina l'ultima parte di questo viaggio: la fase finale".
Manca poco alla fine: "Ogni settimana lavoriamo ore e ore, tra sala prove e tutto quello che ruota attorno a questa grande macchina che si chiama 'Ballando con le stelle'. C'è fatica, si. C'è tanta voglia di fare bene, di raccontare qualcosa di vero a chi ci guarda da casa, di regalare un pizzico di magia, quella magia che solo il ballo, la musica e lo spettacolo sanno creare. Viva il ballo, viva la musica, viva lo show, viva l'emozione che ci unisce", ha concluso.

Arrivano misteriosi segnali stradali verdi sulle strade? In Italia, non ancora. Gli 'strani' cartelli, con forma circolare come i segnali di divieto e obbligo, compaiono qua e là nel Regno Unito. In alcune strade può capitare di trovare segnali con bordo verde e con una velocità indicata espressamente nello spazio centrale, proprio come avviene per i limiti di velocità che però, come è noto, sono caratterizzati dal bordo rosso. I segnali di divieto hanno bordo rosso con un simbolo nero su fondo bianco. Quelli di obbligo, come noto, hanno un bordino bianco e un simbolo bianco su fondo blu.
Dove si trovano i segnali?
A cosa servono questi segnali? Hanno realmente valore per stabilire regole nella circolazione stradale? Nel Regno Unito, ad oggi, tali segnali non sembrano avere una certificazione dal codice stradale. Si tratta, sostanzialmente, di 'consigli' che non necessariamente vanno seguiti: se un segnale verde indica la velocità di 20 miglia orarie, chi viaggia a velocità superiore - ma entro i limiti stabiliti dai 'veri' segnali - non va incontro a multe o altri provvedimenti.
Il significato dei green signs
Tali cartelli potrebbero essere utilizzati da autorità locali semplicemente per indurre gli automobilisti e i conducenti di altri veicoli a moderare la velocità, magari in prossimità di scuole, ospedali o aree residenziali. I segnali, visibili dalla strada, potrebbero essere esposti anche all'interno di proprietà private o cantieri per puntare ad una maggiore sicurezza della circolazione. I 'green signs' invitano a moderare la velocità, spesso al di sotto delle 20 miglia orarie, in aree in cui è più probabile la presenza di pedoni o bambini.

Vittorio Feltri ricorda il suo rapporto con Ornella Vanoni e si commuove. Il giornalista, in collegamento con Mara Venier a Domenica In, ha parlato con affetto del suo legame con la cantante, morta venerdì all'età di 91 anni.
Feltri ha esordito con una nota di ironia: "Avevamo fatto una scommessa. Io dicevo che sarei morto prima di lei, lei diceva il contrario, mi ha fregato anche questa volta", ha esordito Feltri. "Era affettuosissima, andavamo tanto d'accordo", ha aggiunto.
Il giornalista, tra i ricordi, ha raccontato in collegamento un aneddoto che ritrae perfettamente il carattere di Ornella: "Una sera l'avevo invitata in un noto ristorante, 'Il Baretto', di Milano. Lei è arrivato con qualche minuto di ritardo, avevo raccomandato al proprietario di mettere un suo disco in riproduzione durante la cena, lei è entrata ed è partita 'l'appuntamento'". E quando il giornalista ha chiesto a Ornella se le avesse fatto piacere il gesto, lei rispose: "Mi state rompendo i coglioni da trent'anni con questa canzone che io odio", ha ricordato Feltri, con ironia.
"Io l'amavo", ha detto Feltri commosso, "l'amavamo tutti", ha replicato Mara. Poi, un altro aneddoto: "Andavo a cena di lei, non eravamo dei grandi mangiatori, lei alla fine mi offriva le canne, a me bastano le sigarette. Alla fine è successa una cosa strana, dopo una canna lei ha vomitato. Io ho chiesto chi dei due fosse più cretino, lei ha risposto 'siamo cretini entrambi'".
Feltri ha ricordato di averla incontrata solo un mese fa: "D'inverno si muoveva di meno perché aveva paura di ammalarsi, era una cantante straordinaria, non lo sapeva nemmeno lei quanto fosse brava".

"Le Forze di difesa israeliane hanno condotto un attacco mirato contro un importante terrorista di Hezbollah a Beirut". Lo hanno resto noto le Idf in una nota.
L'obiettivo dell'attacco aereo israeliano nella periferia sud di Beirut era il leader di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai, di fatto il capo di stato maggiore del Partito di Dio, considerato il secondo leader del gruppo, dopo il segretario generale Naim Qassem. Lo hanno reso noto funzionari militari israeliani.
L'emittente Al-Mayadeen ha riferito che tre persone sono rimaste ferite e che l'attacco è stato preceduto da "intensi voli di aerei israeliani".
Intanto il ministero dell’Intelligence iraniano ha avvertito di tentativi da parte di nemici esterni, inclusi Stati Uniti e Israele, di prendere di mira il leader supremo Ali Khamenei e destabilizzare la Repubblica Islamica. Lo riporta l’agenzia Isna, citando il ministro Esmail Khatib: "Il nemico cerca di colpire il leader supremo, talvolta con tentativi di assassinio, talvolta con attacchi ostili", e ha aggiunto che chi agisce in questa direzione "consapevolmente o inconsapevolmente è un agente infiltrato del nemico".

Quanto guadagna l'Italia se vince la Coppa Davis? Oggi, domenica 23 novembre, gli azzurri di capitan Volandri, che hanno battuto 2-0 il Belgio in semifinale trascinati da Berrettini e Cobolli, sfideranno la Spagna, vincente contro la Germania per 2-1. La Nazionale va quindi a caccia di uno storico terzo successo consecutivo, dopo i trionfi del 2023 e del 2024, nell'ultimo impegno della stagione, a cui hanno rinunciato i due numeri uno, ranking alla mano, del tennis azzurro, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti.
Sebbene la Coppa Davis non possa contare sugli stellari montepremi degli Slam, mette in palio un prize money comunque ricco. Il montepremi totale ammonta infatti a oltre 6 milioni di euro (circa 7 milioni di dollari), 6.090.000 a essere precisi, che è però calato rispetto a quello della scorsa stagione, quando il montepremi era di circa 7,5 milioni di dollari. In caso di vittoria l'Italia incasserebbe un premio totale, da dividere poi con tutti i suoi protagonisti, da 1.740.000 euro. Ecco tutti i premi del torneo:
Quarti di finale: 435.000 euro
Semifinale: 652.500 euro
Secondo classificato: 1.305.000 euro
Campione: 1.740.000 euro

Mara Venier dedica la puntata di Domenica In al ricordo di Ornella Vanoni, morta venerdì all'età di 91 anni. La conduttrice televisiva ha raccontato di aver scoperto della notizia di Ornella con un messaggio: "Erano le 23.30, un mio amico mi ha mandato un messaggio annunciandomi la sua morte io non volevo crederci. Ho detto che era una fake news, sono andata a cercare in giro sui social perché non volevo crederci, ho sperato che non fosse così", ha detto Venier.
Venier e Vanoni si sono incontrate per l'ultima volta due settimane fa in occasione di una puntata 'Che tempo che fa': "Ero in camerino e ho sentito bussare, è venuta a salutarmi, è stata affettuosa e ironica sul suo stato di salute, che non era il massimo", ha raccontato.
"È andata via come ha sempre sperato. Questa sera doveva essere ospite di Fazio, ma aveva un gran mal di schiena. L'ultima ora della sua vita l'ha passato mangiando la ricciola e aspettando il suo gelato preferito, quando è arrivato leri non c’era più", ha detto Mara Venier commossa. "Non ha sofferto, come lei sperava. Ha sempre desiderato questo", ha concluso.

"Ricordiamo che i giudici presso il Tribunale per i minorenni hanno il dovere di intervenire tutte le volte in cui esistono concreti e attuali motivi per ritenere compromessi, o anche solo messi a rischio, i diritti fondamentali dei minori, in conseguenza di condotte dei genitori che si dimostrino obiettivamente in contrasto con la tutela di questi diritti". Lo sottolinea una nota del presidente Claudio Cottatellucci e del segretario nazionale Anna Maria Casaburi dell'Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia (Aimmf) sul caso della famiglia che viveva nel bosco. Il Tribunale per i minorenni dell'Aquila ha disposto l'allontanamento urgente dei tre figli della coppia che ora sono in una casa famiglia di Vasto (Ch) insieme alla madre.
"Rammentiamo che il maltrattamento dell’infanzia spesso si esprime non solo attraverso condotte violente ma anche in forme di trascuratezza gravi e protratte nel tempo che, secondo quanto gli specialisti della tutela dell’infanzia hanno ampiamente provato, costituiscono causa di danni gravi e irreversibili allo sviluppo psicofisico di un bambino, meno espliciti ma spesso anche più pervasivi - continua l'Associazione -. Sono in questione in questa vicenda diritti fondamentali dell’infanzia come quello alla salute e alla stessa integrità psicofisica, all’educazione e alla vita di relazione con i coetanei".
"Osserviamo che l’allontanamento è stato disposto secondo criteri di gradualità ed ha costituito extrema ratio dovuta all’inefficacia dei rimedi precedenti, dal momento che la decisione del 20 novembre scorso è stata adottata dopo un periodo di osservazione e sostegno, protrattosi oltre un anno, durante il quale le prescrizioni del Tribunale sono state sistematicamente disattese dai genitori", sottolinea l'Associazione. "Respingiamo ogni forma di strumentalizzazione espressa in questi giorni da una parte della politica e dei media, che non tiene in alcun conto la complessità e la delicatezza dei diritti in questione - conclude la nota - Ribadiamo che tutte le decisioni giudiziali sono assunte dalla magistratura nell’esercizio autonomo delle proprie funzioni e trovano nel processo i necessari mezzi di impugnazione".
Italia-Spagna in finale di Coppa Davis 2025. Oggi, domenica 23 novembre, gli azzurri di capitan Filippo Volandri affrontano gli iberici nell'ultimo atto del torneo a Bologna, con l'obiettivo di uno storico tris consecutivo nel torneo, dopo i successi del 2023 e del 2024. La Nazionale ha battuto Austria e Belgio tra quarti e semifinale, mentre gli spagnoli hanno eliminato Repubblica Ceca e Germania.
Gli azzurri sono riusciti ad arrivare in fondo al torneo nonostante i no ricevuti da Jannik Sinner e Lorenzo Musetti.

Nuovo appuntamento oggi, domenica 23 novembre alle 14 su Rai 1 con 'Domenica In' per una puntata interamente dedicata al ricordo di Ornella Vanoni, icona della musica italiana recentemente scomparsa, per omaggiare una delle voci più amate della musica italiana, la sua arte, la sua eleganza e la sua straordinaria carriera.
In studio, insieme a Mara Venier e Tommaso Cerno, il giornalista Paolo Giordano. In collegamento intervengono Vittorio Feltri, Vincenzo Mollica e, dalla camera ardente allestita al Piccolo Teatro Grassi di Milano, Enzo Miccio. Non mancano le voci di chi ha conosciuto Ornella da vicino: in collegamento telefonico Orietta Berti, Iva Zanicchi e Mogol, per raccontare aneddoti e momenti indimenticabili di una vita dedicata alla musica.
La puntata si conclude alle 14.55, per passare la linea alla finale di Coppa Davis da Bologna, sempre su Rai 1.

Svolta nelle indagini per la morte del 19enne ucciso a Napoli da un colpo di pistola alla fronte. La polizia di Stato ha eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un ragazzo napoletano di 15 anni per i reati di omicidio aggravato e porto e detenzione illegali di arma da fuoco. Le indagini condotte dalla Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Napoli, coordinate inizialmente dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e poi dalla Procura per i Minorenni, hanno consentito di raccogliere elementi di prova, delineando un grave quadro indiziario nei confronti dell’indagato in relazione all’omicidio del 19enne, avvenuto nelle prime ore di ieri 22 novembre in una strada del quartiere Arenaccia. Il 19enne era stato colpito alla fronte da un colpo di pistola mentre era in auto con gli amici ed era morto in ospedale.

Voleva cantare alla Scala di Milano, il tempio dell'opera. Ornella Vanoni aveva un sogno nel cassetto, esibirsi nel più prestigioso teatro della sua città, dove i più grandi hanno suonato e continuano a suonare la loro musica, da Gioachino Rossini a Giuseppe Verdi, da Arturo Toscanini fino ai maestri contemporanei Claudio Abbado e Riccardo Muti. La 'confessione' dell'artista, morta venerdì sera a 91 anni, è stata raccolta da Letizia Moratti, ex sindaca di Milano, ora eurodeputata di Forza Italia che dice all'Adnkronos: ''Una volta, durante uno dei nostri incontri, la Vanoni mi confidò che il suo sogno nel cassetto era poter un giorno cantare alla Scala di Milano...''.
Un sogno mai avverato, perché le regole del teatro milanese sono molto stringenti sui concerti con artisti provenienti da altri generi musicali rispetto alla lirica. Vanoni, che aveva una grande passione anche per la politica (nota la sua giovanile simpatia per il socialismo di Pietro Nenni), accettò di candidarsi nel 2011 alle comunali di Milano in una lista civica proprio a sostegno della Moratti.

"Il gruppo Sella comunica con profondo dolore che nella tarda serata di ieri è mancato Maurizio Sella, a causa di una malattia che si è improvvisamente e rapidamente aggravata". Lo comunica il gruppo in una nota. Maurizio Sella, 83 anni, Cavaliere del Lavoro, ha lavorato per quasi sessant’anni nell’azienda di famiglia guidandola in una crescita solida e duratura e si è impegnato al servizio delle istituzioni e delle organizzazioni di rappresentanza del settore bancario e del mondo imprenditoriale, in Italia e in Europa.
“Fino all’ultimo momento, anche in questi giorni di sofferenza fisica, ha dedicato ogni singolo istante a lavorare per l’azienda e per la famiglia. Oggi – dichiara il ceo Pietro Sella, anche a nome dei familiari, dei Consigli d’amministrazione e dei colleghi di tutte le società del gruppo – ci lascia colui a cui dobbiamo il successo del Gruppo in cui lavoriamo e un grande esempio di dedizione, saggezza, lungimiranza e imprenditorialità. Nella pratica aveva da già da tempo predisposto ogni aspetto della sua successione".
"Ma quello che più di tutto ci lascia è una grande eredità morale, fatta di insegnamenti e di incrollabile fiducia, determinazione e lavoro per il futuro. La sua forza, il suo esempio, la sua integrità e la sua fiducia nel futuro sono e saranno sempre il nostro elemento distintivo”, sottolinea il ceo.
Laureato in Economia e commercio all’Università di Torino nel 1966, Maurizio Sella entra quello stesso anno in Banca Sella, fondata nel 1886 da Gaudenzio Sella insieme ad altri sei fratelli e cugini, all’epoca guidata dallo zio Giorgio e dal padre Ernesto. Come da tradizione di famiglia comincia dallo 'sportello' e fa la gavetta, percorrendo tutte le tappe della carriera. In questo ambiente, come ha scritto lui stesso raccontando il proprio percorso professionale e imprenditoriale, “ho respirato fin dalla nascita valori quali l’intraprendenza, l’imprenditorialità, il senso del dovere, l’etica del lavoro, l’onestà, la dedizione all’impresa di famiglia, l’importanza dell’unione degli azionisti di famiglia e l’amore per il cliente che ci dà il pane (che è uno degli insegnamenti sempre vivi nella nostra famiglia e nella nostra impresa)”.
Ricopre il ruolo di amministratore delegato e direttore generale della banca dal 1974 fino al 2002, guidandone la crescita su tutto il territorio nazionale e la sua innovazione nell’organizzazione, nell’infrastruttura tecnologica e nei servizi ai clienti. Dal 2000 fino al maggio di quest’anno è presidente di Banca Sella Holding, la capogruppo del gruppo Sella nato dall’importante sviluppo della banca di famiglia, nell’ambito del quale è presidente anche di Banca Patrimoni Sella & C. A lui si deve anche la nascita della holding di famiglia 'Maurizio Sella Saa', fortemente voluta per garantire una governance ottimale, e di cui è stato presidente dalla nascita nel 1989 fino al 2021.
Grazie al suo impegno imprenditoriale nel 1991, a soli 49 anni, è nominato Cavaliere del Lavoro e nel 2018 Cavaliere di Gran Croce, il grado più alto dell’ordine al merito della Repubblica italiana conferito dal Presidente della Repubblica. Dal 2019 ha presieduto la Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, dopo aver guidato nel triennio precedente il Gruppo Piemontese.

Le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri vengono squalificate dal Gp di Las Vegas e il Mondiale di Formula 1 viene riaperto totalmente. Max Verstappen trionfa con la Red Bull e sogna la rimonta iridata. Il campione del mondo aggancia in classifica Piastri al secondo posto e sale a 366 punti a sole 24 lunghezze da Norris, che lascia Las Vegas senza punti dopo aver chiuso la gara al secondo posto. Con due Gp e una Sprint ancora da disputare, ci sono 58 punti in palio nei prossimi due weekend per determinare l'esito del Mondiale 2025[1].
Cosa dice la regola
La squalifica è provocata dal fondo irregolare delle due monoposto. Norris e Piastri hanno violato l'articolo 3.5.9 e) del regolamento tecnico. La norma prevede che lo spessore del fondo non sia inferiore a 9 millimetri, limite tollerato a causa dell'usura.
I controlli effettuati sulle McLaren al termine della gara hanno appurato che lo spessore era inferiore al limite consentito. La questione è stata segnalata agli steward, che hanno decretato la squalifica di entrambe le monoposto.
La decisione
A conferma del provvedimento, i commissari hanno certificato la decisione con un comunicato: i 'pattini' di entrambe le vetture sono stati "misurati e trovati al di sotto dello spessore minimo di 9 mm specificato dall'Articolo 3.5.9 del Regolamento Tecnico". Le misurazioni sono state ripetute "alla presenza dei commissari e dei tre rappresentanti McLaren e tali misurazioni hanno confermato che i fondi non erano conformi al regolamento. Le misurazioni" successive hanno evidenziato dati "persino inferiori a quelle misurate originariamente dal Delegato Tecnico".
La spiegazione della McLaren
La McLaren ha invocato circostanze attenuanti, facendo riferimento alle condizioni meteo che hanno influenzato l'inizio del weekend - con pioggia battente - riducendo la possibilità di test e verifiche. Tutto inutile, la squalifica rimane. Secondo i commissari, "la Federazione internazionale è fermamente convinta che la violazione sia stata involontaria e che non vi sia stato un tentativo deliberato di eludere il regolamento".
La McLaren non è la prima squadra a pagare dazio per questa violazione: Lewis Hamilton e Nico Hulkenberg squalificati anche dai Gran Premi di Cina e Bahrain per violazioni riscontrate sulla Ferrari e sulla Sauber.

"Io sono cresciuto con la cultura italiana e so che Sandokan è una figura importante per gli italiani. Per questo, ho sentito una certa responsabilità. Spero che questa serie mi avvicini ancora di più al pubblico italiano". Così all’Adnkronos l'amatissima star turca Can Yaman parla della sua nuova sfida: reinterpretare Sandokan nella serie evento internazionale, nata da un’idea di Luca Bernabei di Lux Vide e dal primo dicembre in prima serata su Rai 1. Adattamento della storica saga di romanzi di Emilio Salgari, lo show arriva a 50 anni dall’omonimo sceneggiato degli Anni 70 di Sergio Sollima con protagonista Kabir Bedi. Un ruolo monumentale, che Yaman definisce “una rarità nella vita di un attore. Un percorso “intenso dal punto di vista fisico e sentimentale” che lo ha reso “non solo un interprete ma anche una persona migliore”.
Il ‘suo’ Sandokan “è un eroe ascetico. Non è un guerriero che va ad ammazzare tutti quanti, ma combatte per un motivo, per un’idea superiore e non uccide se non serve”, spiega. “Abbiamo cercato di creare un Sandokan autentico, ammiccante e sorridente”. Secondo l’attore, questa umanità è ciò che lo distingue dai tanti supereroi contemporanei: “È la sua parte umana a renderlo superiore ai supereroi che si limitano a combattere”. A guidarlo c’è il regista Jan Maria Michelini, che ha voluto costruire una “origin story” moderna ma fedele allo spirito di Salgari: “L’eredità del passato l'abbiamo sentita come una responsabilità, come qualcosa da onorare”. Ma fin dalla scrittura “abbiamo cercato di costruire la nostra versione con le tecnologie di oggi: raccontare come quel ragazzo sia diventato un moderno Robin Hood che deve trovare un senso alla sua missione e alla sua vita”. Con il “nostro Sandokan prendiamo per mano lo spettatore per farlo sognare, come avevano fatto Salgari e Sollima, ma dando un elemento contemporaneo, ovvero la salvaguardia dei popoli e della natura”.
Entrambi credono che Sandokan possa parlare alle nuove generazioni. Per Michelini l’insegnamento è: “Vale la pena sacrificarsi per qualcun altro”. Mentre per Yaman, questo personaggio incarna una dimensione quasi profetica: “Sandokan è molto altruista, si preoccupa per la libertà degli altri, proprio come un profeta. Lo torturano, ma niente può far cambiare il suo obiettivo di salvare un popolo”. Attraverso i flashback, la serie mostrerà le origini di questo altruismo: “Capiremo che tipo di bambino era, come migliorava la vita di sua madre e delle donne che soffrivano perché venivano abusate”. Questo suo darsi agli altri “si amplificherà quando sarà lui a dover salvare tutti quanti”.
Sandokan “non vive per sé stesso, ma vive per un'idea più grande di lui”. Un eroe “dovrebbe essere così, così come tutti gli uomini”. La speranza di Yaman è che bambini e uomini possano “trarre ispirazione da lui”. L’attore è sicuro di una cosa: “Chi lo vedrà vorrà essere come lui, lo vorresti come amico”. E, soprattutto, porta con sé un messaggio di inclusività: “Con questa serie abbiamo cercato di abbracciare tutti quanti per età e cultura” perché “come sottolineiamo in ‘Sandokan’: siamo tutti diversi, ma uniti”. Questa è “una caratteristica che dovrebbe avere ogni leader”, conclude la star turca.
Ma il leggendario pirata non è solo in questo viaggio. C’è anche il suo fedele compagno Yanez, interpretato da Alessandro Preziosi: “Quella che raccontiamo è una storia che si ripete ancora oggi in Palestina e prima ancora in Brasile, Amazzonia, Kosovo e in Vietnam”. E poi “c’è il tema dell’ambiente e del mare, che non è di nessuno. Appartiene a tutti, anche se spesso non è chiaro”, ma anche “l’importanza di restare uniti”. Non manca l’amore. A fare breccia nel cuore di Sandokan è Marianna, la celebre ‘perla di Labuan’, interpretata da Alanah Bloor: “Lei è una donna moderna che lotta in contesto dominato dagli uomini”, senza dimenticare “il suo amore per il pianeta” e “considerando i tempi di oggi, è un messaggio importante”.
Ma non c’è avventura senza un cattivo. Qui ha il volto di Lord James Brook, interpretato da Ed Westwick (star della serie degli anni 2000 ‘Gossip Girl’, nel ruolo di Chuck Bass). L’attore riflette su come le persone vissute secoli fa non fossero poi così diverse da quelle di oggi: “Cambiano abiti e contesto, ma emozioni e valori restano gli stessi”. La storia che “raccontiamo esplora desideri, libertà, ambizione - anche quando diventa tossica - e l’amore, o ciò che crediamo sia amore. Sono temi universali, legati alle domande che tutti ci poniamo ogni giorno su cosa vogliamo e come raggiungere i nostri sogni. La differenza è che nella loro storia questi temi prendono vita tra pirati, armi, cannoni e navi”, conclude Westwick. Dal primo dicembre su Rai 1 e prossimamente su Disney+, ‘Sandokan’- prodotta da Lux Vide (società del gruppo Fremantle) in collaborazione con Rai Fiction - è stata sviluppata per la televisione da Alessandro Sermoneta, Scott Rosenbaum e Davide Lantieri, e diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo. (di Lucrezia Leombruni)

"Dopo una vita colma di amore per la musica e per le persone a lei più care, ci lascia Ornella Vanoni". Con queste parole il figlio, Cristiano Ardenzi, 63 anni, nato dal breve matrimonio con l'impresario teatrale Lucio Ardenzi, annuncia oggi la scomparsa della madre in un necrologio pubblicato sul 'Corriere della Sera'.
"Cantante, attrice, madre e nonna straordinaria, ha illuminato con il suo talento e la sua sensibilità le vite di chi l'ha conosciuta", si legge nell'annuncio, firmato dal figlio e dai suoi "amati nipoti", Matteo e Camilla.
Il legame tra Ornella e Vanoni e Cristiano Ardenzi è stato vissuto sempre con discrezione e lontano dai riflettori. Il figlio trascorse l'infanzia lontano dalla madre, affidato ai nonni per via degli impegni professionali di Ornella. Questo distacco segnò profondamente il loro rapporto, che nel tempo fu fatto di silenzi, rimpianti e tentativi di riconciliazione. Cresciuto lontano dalla popolarità della madre, Cristiano ha scelto una vita riservata, costruendo la propria famiglia accanto alla moglie e ai figli. L'affetto che non aveva potuto esprimere da giovane madre Vanoni lo riversò poi sui nipoti, instaurando con Matteo e Camilla un legame profondo, rispettoso degli spazi e della libertà individuale.

Un orso grizzly ha aggredito un gruppo di studenti e insegnanti in gita a Bella Coola, nell'ovest del Canada, causando la morte di una persona e ferendone 11. L’animale, descritto come "aggressivo" da 'The Standard', ha caricato il gruppo mentre era all’aperto ed è ancora in fuga. La comunità indigena Nuxalk, che governa la zona, ha mobilitato polizia e guardie forestali per rintracciare il grizzly. Samuel Schooner, capo della Nuxalk Nation, si è detto "distrutto per le persone e le famiglie colpite dall’incidente. Tutti i coinvolti ricevono assistenza medica e la nostra priorità è garantirne la sicurezza".
Durante l’attacco, alcuni insegnanti hanno spruzzato spray urticante per proteggere i bambini. Tra i feriti, un insegnante ha riportato gravi lesioni ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale. L’episodio ha coinvolto la Acwsalcta School, una scuola gestita dalla Nuxalk First Nation, e rappresenta il sesto attacco di orso in Canada registrato quest’anno.
Brian Twaites, portavoce dei servizi di emergenza, ha precisato che due persone sono in condizioni critiche e altre due hanno riportato ferite gravi, mentre gli altri feriti sono stati curati sul posto. L’incidente richiama l’attenzione sul problema crescente degli orsi che sta colpendo varie regioni del mondo, come il nord del Giappone, dove dall’aprile scorso almeno 12 persone sono morte in incontri ravvicinati con gli animali.

Il carro funebre che trasporta il feretro di Ornella Vanoni è arrivato al Piccolo Teatro Grassi di Milano, accompagnato dagli applausi dei cittadini che di domenica mattina passeggiano per via Dante. Ad attenderne l’arrivo all’ingresso del teatro, in cui Vanoni ha esordito come attrice, c’erano il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi. Nessun fiore ad adornare il feretro in legno chiaro, semplice, come la stessa cantante aveva richiesto, raccomandando di non spendere troppo per la bara, “tanto andrà bruciata”.
Tantissimi i milanesi in attesa di dare l’ultimo saluto a Ornella Vanoni alla camera ardente. Una coda composta e silenziosa si snoda lungo via Dante, fin quasi ad arrivare a piazza Cairoli. Un’immagine, con il Castello Sforzesco a fare da sfondo, che racconta l’affetto che legava l’artista alla città, in cui è nata e vissuta fino alla morte, in casa, venerdì sera a 91 anni.
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