
(Adnkronos) - È stato inaugurato ufficialmente il nuovo Centro Medico Synlab Manifattura Firenze, il più grande realizzato dall’omonimo Gruppo in Italia. Aperto al pubblico dallo scorso 1 settembre, il nuovo polo della salute - oltre 4.000 mq dedicati a visite, analisi e diagnostica avanzata - è stato realizzato con un investimento complessivo di 8 milioni di euro per apparecchiature ed attrezzature di ultima generazione. Synlab Manifattura Firenze - informa una nota - vede impiegati oltre 80 persone tra medici, liberi professionisti sanitari e personale di struttura e fa parte di un ecosistema di salute più ampio che il Gruppo ha costruito in questi ultimi anni in Toscana, dove è presente con oltre 40 punti prelievo per analisi di laboratorio, 10 Medical Center e un laboratorio centrale a Calenzano. Il nuovo polo toscano ha come obiettivo quello di diventare “un punto di riferimento fondamentale per la salute dei cittadini fiorentini, garantendo a cittadine e cittadini l’accesso a tutte le principali prestazioni sanitarie e diagnostiche. Un luogo accogliente, funzionale e inclusivo che opererà in maniera integrata con il Servizio sanitario regionale, fornendo prestazioni anche in convenzione Ssr e con le i principali fondi assicurativi”. (Video)
In occasione dell’inaugurazione della nuova struttura, Synlab ha lanciato la campagna gratuita di prevenzione cardiovascolare ‘Cuore di donna’, dedicata alle donne della città di Firenze tra i 35 e i 69 anni. Le persone interessate potranno accedere a un primo check-up e, qualora i risultati indichino un potenziale rischio, proseguire il percorso con una visita specialistica (info su synlabmanifatturafirenze.it)
Alla Cerimonia di inaugurazione con taglio del nastro, Mathieu Floreani, Ceo Synlab Group, ha affermato “Con l'apertura di Synlab Manifattura Firenze, stiamo confermando il nostro impegno a plasmare il futuro della diagnostica in Europa. Questo centro non è solo una struttura all'avanguardia, ma anche un simbolo del nostro investimento a lungo termine in un'assistenza sanitaria sostenibile e incentrata sul paziente. Mentre continuiamo a crescere, il nostro obiettivo rimane chiaro: potenziare i sistemi sanitari attraverso l'innovazione, l'eccellenza operativa e partnership significative. Synlab è pronta a supportare le comunità, gli operatori sanitari e i governi nella creazione di sistemi sanitari resilienti e avanzati per il futuro”. Per Andrea Buratti, Ceo Synlab Italia, “l’inaugurazione di questo Centro rappresenta un momento significativo per il nostro Gruppo e per la città di Firenze. Abbiamo voluto creare un luogo che incarnasse la nostra idea di salute: all’avanguardia, integrata, ma soprattutto orientata alle persone – ha aggiunto - Qui ogni paziente viene accolto e accompagnato lungo un percorso personalizzato, che parte dalla prevenzione e prosegue con diagnosi e cura, grazie a tecnologie evolute e a un’équipe multidisciplinare. È in questo modo che intendiamo promuovere una nuova cultura della salute: vicina, accessibile e realmente al servizio della comunità”. All’evento hanno partecipato anche Giovanni Manfredi, Managing Director Aermont / Manifattura Tabacchi e gli assessori del Comune di Firenze Letizia Perini e Jacopo Vicini.
Il Centro - illustra il Gruppo - si sviluppa su 4 livelli - da piano terra al terzo piano - e sorge all’interno del nuovo building Bulk di Manifattura Tabacchi, uno dei più importanti progetti di rigenerazione urbana in Italia. Gli spazi sono organizzati per ottimizzare il percorso per garantire una presa in carico completa e riuscire ad erogare un servizio rapido ed efficiente. L’edificio è stato progettato in maniera innovativa e orientata al futuro, secondo i migliori standard oggi disponibili che pongono particolare attenzione alla riduzione degli impatti ambientali e delle emissioni di gas serra.
Al piano terra del nuovo Medical Center troveranno spazio le analisi di laboratorio - descrive Synlab - da quelle di routine a quelle più avanzate e di alta specialistica. Un piano è dedicato agli ambulatori dove vengono effettuate prestazioni e visite specialistiche in tutte le principali branche mediche tra cui allergologia, angiologia, cardiologia, chirurgia vascolare, dermatologia, endocrinologia, gastroenterologia (endoscopia digestiva), ginecologia e ostetricia, diabetologia, medicina del lavoro, medicina dello sport, fisiatria, ortopedia, otorinolaringoiatria, pediatria, pneumologia, senologia, urologia e molto altro. Un’intera area è poi riservata alla diagnostica per immagini completa ed avanzata, con strumentazione ad elevatissima tecnologia che pongono la massima attenzione alla sicurezza e comfort dei pazienti con una riduzione di dose di raggi X; presenti tecnologie come risonanza magnetica ad alto campo, Tac, Moc, Rx, Opt / Cone Beam, mammografia con tomosintesi, ecografia, doppler vascolari (arti, Tsa, arterie renali, colonscopia e gastroscopia.
Fiore all’occhiello della struttura “è l’area Synlab Lei, pensata per prendersi cura della salute della donna in ogni fase della sua vita, grazie a un’equipe ultraspecialistica coordinata che comprende ginecologia, cardiologia, endocrinologia, nutrizione e molto altro. L’obiettivo è quello di costruire la salute della donna partendo dal suo benessere a 360°, fisico, psichico e sociale, come indicato dall’Oms - sulla base di un approccio di ‘medicina di genere’, cioè differenziato rispetto alle specificità del genere femminile. L’organizzazione e le competenze specialistiche saranno anche particolarmente orientate alla diagnosi precoce, alla prevenzione delle patologie più comuni e al follow-up delle patologie croniche, con un’offerta completa di percorsi multidisciplinari e pacchetti di check-up, per rispondere pienamente al fabbisogno di tutte le cittadine e cittadini. In SYNLAB Manifattura Firenze trovano spazio anche le attività divulgative e informative gratuite rivolte alla cittadinanza, raccolte sotto la serie di eventi ‘Synlab - La Salute in un talk’, con un ricco calendario di incontri sulle più rilevanti tematiche di salute e benessere.

(Adnkronos) - Le cancellerie hanno accolto all'unanimità con favore l'accordo tra Israele e Hamas sulla "prima fase" del piano di Donald Trump in 20 punti per la "fine del conflitto a Gaza". Sono passati più di due anni dalla strage del 7 ottobre 2023 in Israele e dall'inizio, in risposta, delle operazioni militari israeliane che da allora hanno martellato la Striscia di Gaza finita nel 2007 in mano a Hamas. Per molti, dopo tre giorni di contatti intensi in Egitto, è finalmente arrivata una "svolta", ma c'è cauto ottimismo. Saranno ore e giorni intensi per la diplomazia. Trump è atteso nella regione, in Egitto e Israele.
L'accordo è sulla cosiddetta "prima fase" del piano Trump. Il testo sulla "prima fase" del piano è stato firmato stamani in Egitto, secondo Tal Heinrich, una portavoce dell'ufficio del premier israeliano citata dal giornale israeliano Haaretz, senza precisare chi abbia firmato il documento. Dovrebbe prevedere il rilascio degli ostaggi (48 sono nella Striscia e si ritiene solo 20 siano vivi), l'inizio del ritiro graduale delle forze israeliane dalla Striscia e la liberazione di detenuti palestinesi. Secondo Trump, probabilmente gli ostaggi israeliani verranno rilasciati "lunedì". Gli ostaggi vivi saranno liberi probabilmente domenica, stando a un funzionario citato da New York Times.
Secondo tre fonti israeliane sentite dalla Cnn, Hamas potrebbe non sapere dove si trovino i resti degli ostaggi deceduti o non essere in grado di recuperarli. Dalle fila di Hamas, il portavoce Hazem Qassem ha detto alla tv satellitare al-Jazeera che "se le condizioni sul campo lo permetteranno" gli ostaggi "potranno essere rilasciati tutti insieme" e ha confermato che il gruppo ha "informato i mediatori delle difficoltà legate alla consegna dei corpi dei defunti". Il sito di notizie israeliano Ynet ha scritto di una 'task force internazionale', con la partecipazione di Israele, Usa, Egitto, Qatar e Turchia, che dovrebbe collaborare a localizzare i corpi degli ostaggi deceduti nella Striscia.
Sul punto dei detenuti palestinesi che dovrebbero essere scarcerati in cambio della liberazione degli ostaggi, resta da chiarire se tra coloro che verranno liberati ci saranno i 'big' Marwan Barghouti e Ahmed Saadat. Non sarà così secondo una fonte citata dalla Cnn. Non ci sarà Barghouthi stando alla portavoce dell'ufficio del premier israeliano. Mentre fonti coinvolte nei negoziati hanno detto ad al-Arabiy al-Jadeed, giornale del Qatar, che Israele ha accettato di scarcerare Barghouti, Saadat e anche altri esponenti di Hamas.
Alla rete americana una fonte israeliana ha precisato che "le squadre" di negoziatori "stanno lavorando sull'elenco dei prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati" e "la questione non è risolta". Hamas, ha detto la fonte, "chiede il rilascio di prigionieri per i quali Israele non ha dato il via libera". Indiscrezioni a parte, non ci sono certezze sui tempi. Il piano Trump prevede lo scambio tra ostaggi in mano a Hamas e altri gruppi della Striscia e 250 prigionieri detenuti da Israele e condannati all'ergastolo e 1.700 gazawi arrestati dopo il 7 ottobre 2023.
A ore si riunirà il governo israeliano. Secondo quanto confermato al Times of Israel dall'ufficio del premier il cessate il fuoco potrà iniziare solo dopo la ratifica dell'accordo da parte del governo, il cui voto è atteso per le 17 ora italiana. Stando alla portavoce dell'ufficio del premier israeliano, l'annunciato accordo prevede un arco di 24 ore dalla riunione del governo prima che il cessate il fuoco entri in vigore. Se arriverà il via libera dei ministri, una volta entrato in vigore il cessate il fuoco, entro 24 ore, le forze israeliane dovrebbero concludere la prima fase del ritiro parziale delle truppe, spiega la Cbs a cui un ufficiale ha spiegato che questo ritiro dovrebbe includere Gaza City.
Secondo l'ufficiale israeliano, le 72 ore concesse a Hamas per rilasciare i restanti ostaggi scatteranno una volta completato l'iniziale ritiro delle forze israeliane. Secondo la portavoce dell'ufficio del premier israeliano, il conteggio delle 72 ore inizierà dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco e dopo il rilascio degli ostaggi i militari israeliani manterranno il controllo di circa il 53% della Striscia di Gaza.
Tra quello che è stato annunciato come concordato e i prossimi passi ci sono ancora, secondo la Cnn, molti dettagli spinosi che non sono stati affrontati e che potrebbero richiedere ancora diversi round di negoziati. Tra i nodi ci sono il disarmo di Hamas e il governo a Gaza nel dopoguerra. Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, parlando con al-Jazeera, ha sostenuto che la questione del disarmo non è stata affrontata nei colloqui a Sharm el Sheikh. "Con i mediatori" si parla, secondo Hazem Qassem, di "diverse opzioni per il cessate il fuoco, ma non sulla base della consegna delle armi". E ha aggiunto: "L'arma della resistenza è legittima per difendere il nostro popolo e garantire l'indipendenza della decisione palestinese".
Hamas, ha poi aggiunto, "non ha obiezioni a trovare una formula per gestire la lotta nazionale palestinese". Nessuna delle parti coinvolte nei colloqui, evidenzia il New York Times, ha di fatto detto quando entrerà in vigore l'accordo, quando verranno rilasciati gli ostaggi o quando arriveranno gli aiuti per i gazawi mentre nella Striscia si consuma una crisi umanitaria denunciata da più voci.
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(Adnkronos) - Il Tribunale Federale della Fidal ha inflitto tre anni di squalifica e di inibizione a Giacomo Tortu, ex velocista e fratello di Filippo, campione olimpico nella staffetta 4x100 alle Olimpiadi di Tokyo, per il caso di spionaggio illegale ai danni di Marcell Jacobs. Spionaggio commissionato all’agenzia privata Equalize con l'obiettivo di raccogliere prove su un suo presunto uso di sostanze dopanti.
Durante i tre anni Giacomo Tortu, per il quale la Procura Federale aveva chiesto la radiazione, non potrà svolgere alcuna attività in ambito Fidal né accedere ai campi di allenamento o di gara. Escluso ogni coinvolgimento del fratello Filippo e scagionata la società Raptors Milano, di cui Giacomo è presidente.
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(Adnkronos) - La produzione farmaceutica italiana ha raggiunto quota 56 miliardi nel 2024, confermandosi leader in Europa. Di questi, 54 miliardi sono destinati all'export, che rappresenta più del 9% del totale manifatturiero. Sono i dati evidenziati dal report Indicatori farmaceutici 2025 di Farmindustria, che sottolinea ancora una volta il ruolo da protagonista dell'Italia nell'industria del pharma. Ci sono però punti su cui lavorare, come gli investimenti pubblici (ancora troppo bassi) e governance e normativa che necessitano di aggiornamenti. Di questo e dell'importanza di valorizzare il settore Ricerca e Sviluppo si è parlato in occasione del primo incontro di AstraZeneca Agorà, il nuovo format di AstraZeneca dedicato a spiegare in modo completo e accessibile - riporta una nota - i grandi temi del sistema salute, per combattere le fake news e offrire un punto di vista trasversale e autorevole.
"Oggi parlare di R&S è necessario sia per il beneficio dei pazienti che per generare un impatto positivo multidimensionale - afferma Francesca Patarnello, Vice President Market Access & Government Affairs AstraZeneca Italia - L'Europa deve compiere passi avanti nella ricerca, e l'Italia deve fare lo stesso per rafforzare la propria posizione in Europa. Il nostro Paese ha il substrato necessario per farlo, ma l'attrattività della ricerca clinica deve andare di pari passo con quella dell'innovazione: sono i due elementi chiave di un'unica strategia per rafforzare la leadership del settore farmaceutico in Italia e in Europa. Tutto il valore del comparto si misura nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche e nella capacità di tramutare il sapere in prodotti che possano migliorare la vita delle persone. Gli investimenti in questo settore portano a un accesso anticipato alle innovazioni, a un risparmio per il sistema sanitario, a un aumento dei posti di lavoro e a un'evoluzione delle professionalità. Inoltre, investimenti chiamano investimenti, a tutto beneficio della società e dei pazienti. Negli ultimi 10-15 anni i modelli nel settore farmaceutico sono cambiati profondamente, grazie soprattutto all'innovazione tecnologica e alle competenze sempre maggiori dei ricercatori: dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità che deriveranno dalle trasformazioni future e non farci trovare impreparati".
Nel 2024 in Italia gli investimenti in R&S e produzione sono cresciuti del 13% rispetto all'anno precedente e del 33% rispetto a 5 anni fa, è emerso dall'incontro. Anche l'occupazione è aumentata, con un +1,4% rispetto al 2023 e un +8% negli ultimi 5 anni. Se si prendono in considerazione gli under 35 (+21%) e le donne (+13%),l la crescita appare addirittura superiore. "L'Italia oggi risulta al quarto posto in Europa per numero di studi clinici - sottolinea Patarnello - Una posizione importante, ma sostenuta in gran parte da capitali esteri, principalmente dall'industria del farmaco. L'industria privata investe in modo cospicuo grazie all'attrattività dell'ecosistema italiano, molto dinamico e in grado di contare su professionisti e centri di ricerca d'eccellenza. In questo contesto sarebbe auspicabile aumentare non solo gli investimenti pubblici, ma soprattutto agevolare l'ecosistema della ricerca clinica anche, ad esempio, attraverso il riconoscimento professionale di alcune figure cruciali. L'innovazione farmaceutica è associata a un miglioramento degli esiti di salute, riduce i ricoveri, l'assistenza a lungo termine e la mortalità, migliora la qualità della vita dei pazienti, insomma genera salute e un risparmio per il sistema sanitario. E' qualcosa di cui i decisori politici dovrebbero tenere conto". Nonostante le eccellenze scientifiche e il grande impegno dell'industria, il comparto Ricerca e Sviluppo in Italia rappresenta l'1,3% del Pil, è stato evidenziato. Tuttavia, ha un grande spazio di sviluppo se confrontato con il 3% dei leader europei.
"Non possiamo permetterci di restare in questa posizione - ammonisce Patarnello - e per migliorare sono necessari interventi sul quadro normativo e sulla governance, che da una parte devono portare a un'accelerazione nei tempi di accesso ai nuovi farmaci e di conseguenza a una riduzione delle diseguaglianze, che in parte possono essere migliorate con una più snella comunicazione tra Regioni e Aifa. Torniamo poi alla necessità di investimenti per generare valore. Come AstraZeneca cerchiamo di muoverci proprio in questa direzione: siamo l'azienda farmaceutica prima in Italia per numero di studi clinici in corso e nuovi studi attivati nell'ultimo anno. Abbiamo stanziato quasi 100 milioni in Ricerca e Sviluppo nel biennio 2023/24, e nel 2023 abbiamo gestito quasi 200 studi clinici attivi in 621 centri in 17 regioni italiane, confermando la nostra presenza capillare. Abbiamo 19 nuove molecole in ultima fase di sviluppo che rappresentano la promessa di terapie innovative per i pazienti italiani".
"Fare ricerca, favorire l'innovazione e ottenere un contesto industriale in buona salute sono tre elementi che devono convivere, aspetti complementari che devono essere considerati nel loro insieme. Vivere in un Paese che preme per l'innovazione produce maggiore ricerca e valore nel sistema dal punto di vista clinico e organizzativo. E' proprio nel vedere il settore farmaceutico come un comparto composto da diversi punti di forza per il Paese che fare ricerca diventa un asset importante nello sviluppo del Paese stesso", conclude la Vice President Market Access & Government Affairs AstraZeneca Italia.
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(Adnkronos) - "Ho rischiato la vita per rifare il seno". Eva Grimaldi ospite oggi, giovedì 9 ottobre, a La volta buona ha parlato del difficile percorso legato agli interventi chirurgici al seno. L'attrice ha spiegato di aver iniziato con la chirurgia estetica all'età di 26 anni e di aver preso questa decisione spinta dal desiderio di avere un "seno prosperoso": "Sono partita da una taglia 0, poi sono arrivata alla seconda, poi l'ho rifatto fino ad arrivare alla quarta taglia".
Tuttavia, il percorso è stato pieno di complicazioni. Una protesi le ha provocato una seria infezione, complicata da una gestione medica poco adeguata: "Il mio dottore non è stato bravo ad affrontare il problema, mi ha rimesso una nuova protesi. Mi è successa una cosa molto grave che non voglio nemmeno dire pubblicamente", ha raccontato Grimaldi.
Grimaldi ha poi rivelato di aver affrontato in totale ben 7 interventi per sistemare la situazione: "Ho trovato un medico che ha sistemato il mio problema ma per un anno sono rimasta con un seno solo. Nel momento massimo della mia carriera. Io inventavo di avere una fistola al seno, mi coprivo tutto il seno per nasconderlo...".
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(Adnkronos) - L'Italia è tornata “ad essere un Paese centrale, affidabile, attrattivo” in Europa e “ha la forza contrattuale per rappresentare al meglio le esigenze di questo settore che deve affrontare come altri la transizione ambientale ed energetica”, ma senza “le gabbie ideologiche” del Green Deal europeo. E per questo il governo è impegnato a “rimuovere l'ostacolo che l'Unione Europea ha posto anche allo sviluppo di questo settore che, per esempio con le distorsioni che derivanti dal sistema degli Ets del FuelEu marittime, stanno producendo nel settore marittimo spingendo i traffici sostanzialmente sulla strada e questo non fa bene nemmeno all'ambiente ovviamente, oltre che non fa bene al nostro Paese perché si creano di fatto più emissioni di quelli che si vogliono risparmiare”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento in videocollegamento all'assemblea di Confitarma.
Nel 2026, a pieno regime, “l'Ets peserà in Europa per oltre 8 miliardi di euro l'anno, di cui 600 milioni sugli armatori italiani: insostenibile peso per tutti, anche per gli armatori italiani. È ancora più gravoso per voi il FuelEu Maritime che pesa 1,5 miliardi di euro già in quest'anno e può giungere, dobbiamo scongiurarlo, fino a 6,5 miliardi l'anno dal 2050”, ha spiegato il ministro, esortando quindi a lavorare su questo dossier “farlo subito e con intensità”, sia a livello di governo che a livello di associazioni per “ridurre questa zavorra che una visione ideologica insostenibile del Green Deal pone a carico delle imprese”.
Il Mimit sta realizzando il Libro Bianco Made in Italy 2030: “Lo presenteremo tra qualche settimana”, e “riconosceremo il valore del comparto della Blue Economy largamente intesa al cui al centro vi è sicuramente tutta l’attività che voi con i vostri associati e con i vostri marittimi fate”, delineando il comparto “come uno dei nuovi grandi comparti che possono aiutarci a rendere più competitivo il nostro sistema produttivo”. Accanto infatti ai cinque settori, “alle 'cinque A' che hanno contraddistinto nel mondo l'eccellenza del Made in Italy, noi abbiamo individuato altri cinque comparti che stanno facendosi largo che hanno bisogno di una politica settoriale industriale continuativa e duratura e strategica nel tempo e tra questo, certamente su tutti, la Blue Economy”, ha assicurato Urso.
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(Adnkronos) - Dopo un anno di tappe di avvicinamento che hanno attraversato tutta Italia, lo Stem Women Congress arriva quindi alla sua tappa finale: l'ultimo incontro della seconda edizione italiana del congresso internazionale che promuove l’inclusione e la partecipazione femminile nei settori scientifico-tecnologici è in programma il 15 ottobre 2025, a Palazzo Castiglioni, a Milano.
In Italia il divario di genere nelle Stem - evidenzia in una nota Stem Women Congress - resta netto: tra i giovani 25–34enni solo il 16,8% delle donne ha una laurea in discipline scientifiche e tecnologiche, contro il 37% degli uomini. Anche all’università la forbice è evidente: appena una immatricolata su cinque sceglie corsi Stem, con picchi minimi nell’informatica e tecnologie Ict (15,1%). Eppure, nel confronto europeo, l’Italia si posiziona sopra la media per la presenza femminile, soprattutto nelle scienze naturali e matematiche, segno che i margini di crescita ci sono, ma ancora frenati da barriere culturali e divari occupazionali che restano ampi (Rapporto annuale 2025 di Istat).
Organizzato da Orange Media Group, creative content company, e Women at Business, la piattaforma di matching professionale al femminile, l’appuntamento meneghino conferma la sinergia con il Patto per il Lavoro del Comune di Milano che vuole favorire la crescita e che vedrà anche quest’anno la presenza istituzionale di Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro. L’evento rappresenta il culmine di un percorso – gli Stem Days – che ha attraversato il Paese da Bologna a Roma, fino a Torino qualche giorno fa, coinvolgendo scuole, imprese, istituzioni e famiglie con una mission precisa: ispirare sempre più ragazze a intraprendere percorsi di studio e carriera nelle discipline Stem, superando barriere culturali e pregiudizi di genere. Sul palco saranno protagonisti, oltre ai dati di settore preparati da Istat, infatti, anche i ragazzi e le ragazze incontrati nelle diverse tappe.
“Con il Congresso di Milano vogliamo andare oltre il semplice confronto: sarà un racconto fatto di voci diverse – scienziate, artiste, aziende e soprattutto giovani – che insieme ci mostreranno come le Stem possano e debbano essere terreno di ispirazione e di possibilità concrete per le nuove generazioni”, spiega Morena Rossi, responsabile contenuti Swc 2025. “Questa tappa rappresenta il momento più significativo dell’edizione 2025: non solo perché porta sul palco ospiti di altissimo livello, ma soprattutto perché restituisce voce ai ragazzi e alle ragazze che abbiamo incontrato durante le tappe locali. Sono loro il cuore di questo percorso: è a loro che vogliamo offrire ispirazione e modelli positivi, affinché possano sentirsi liberi di scegliere le Stem come terreno di futuro”, commenta Laura Basili, presidente di Stem Women Congress Italia.
“Step by Stem: costruiamo un nuovo genere di futuro” è stato il fil rouge dell’edizione 2025, un invito a costruire nuove prospettive di crescita e opportunità, dove giovani studenti possano sentirsi libere di seguire le proprie passioni in ambito scientifico, tecnologico e creativo. Un invito che ritorna anche nella performance d’arte partecipativa di Giulia Caruso, artista italiana che riflette nelle sue opere l’energia e la resilienza femminile, che animerà tutta la giornata e che vuole unire tecnologia e creatività.
La giornata a Palazzo Castiglioni si aprirà con la presentazione dei dati più recenti di Istat, arricchiti dal contributo sul sentiment in rete di Shibumi e dalla survey "Donne, Stem e futuro" realizzata da The Wom, il social magazine di Mondadori Media per le nuove generazioni di donne, che fotografa aspettative, percezioni e desideri delle ragazze di oggi relativamente al mondo Stem.
"Siamo orgogliosi di portare la voce di The Wom e della sua community allo Stem Women Congress, un evento che incarna i valori che ci contraddistinguono da sempre: inclusione, empowerment, libertà e futuro", commenta Daniela Cerrato, Cmo Mondadori Media. "Crediamo - aggiunge - che la diffusione di dati, esperienze e modelli positivi possa accelerare un cambiamento reale e inclusivo. Contribuendo con un'indagine che approfondisce conoscenza, percezioni e opinioni delle giovani donne sulle professioni Stem, vogliamo offrire uno strumento concreto di riflessione e ispirazione, capace di mettere in luce sia le sfide che le opportunità".
Seguiranno i panel tematici e i momenti ispirazionali che caratterizzano il Congresso, dove non mancheranno momenti di interazione con il pubblico: al mattino “Vissi d’arte e di scienza”, che metterà in dialogo artiste e scienziate, sull’immaginazione come ponte fra mondi diversi dove Stefania Bruni, neuroscienziata di Fem Digital mostrerà come le tecnologie neuro-cognitive possano diventare strumenti di ricerca, apprendimento ed empowerment; seguirà il panel “Intelligenza artificiale o ipnosi culturale?” dove si confronteranno divulgatrici, come Giorgia Fumo, e accademiche su un tema molto controverso come quello dell’Ia, ma capace di rimuovere le barriere educative, come mostrerà Francesco Paolo Schiavone con la sua piattaforma per la didattica inclusiva. Ci sarà anche il contributo di aziende innovative, come Siemens Healthineers, leader nello sviluppo di soluzioni Ia per la Sanità. Il pomeriggio sarà dominato dal panel “Dagli abissi alle stelle e ritorno”. Tra gli ospiti Amalia Ercoli Finzi, pioniera dell’astrofisica, la figlia Elvina e Francesca Sanna, che mostrerà la sonificazione delle stelle.
E infine il panel 'Step by Stem' dedicato interamente ai ragazzi e alle ragazze che vorranno condividere le loro esperienze personali. Non mancheranno momenti ispirazionali, come l’intervento dell'influencer Tecnolaura, e talk dedicati al futuro delle competenze e molti momenti sostenuti dalle aziende sponsor della manifestazione, come quelli di Imcd Italia, Autostrade per l’Italia e Siemens Healthineers, che hanno confermato il loro sostegno al Congresso per questa seconda edizione. La giornata si concluderà con la consegna di Award per celebrare il talento e l’impegno di donne, startup e aziende impegnate nella promozione delle discipline Stem. L’evento ha ricevuto il logo No Women No Panel da Rai e dalla Commissione Europea.
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(Adnkronos) - "Quello contro il Lilla è stato un momento davvero spiacevole nella mia carriera. Il primo a questo livello. Il mio rimpianto più grande però è non aver provato a tirare il terzo". Così, a sorpresa, dal ritiro dell'Ucraina l'attaccante della Roma Artem Dovbyk è tornato a parlare dei due calci di rigore consecutivi sbagliati contro il Lilla in Europa League. "La squadra - ha aggiunto il centravanti - ha sostenuto tutti e il giorno dopo non si è parlato del fatto che non abbiamo segnato tre rigori. Abbiamo analizzato l'andamento generale della partita, non abbiamo giocato al nostro livello".
Dovbyk ha poi aggiunto sui suoi errori dal dischetto: "Da solo ho analizzato. Ci ho pensato, devo trarre delle conclusioni. Lo farò. L'unica cosa di cui mi pento è non aver tirato il terzo. Non scherzo, mi dispiace tanto. Non so se lo avrei segnato, non ha senso parlarne ora. So solo che dovevo andare sul dischetto anche la terza volta, ne sono sicuro".


(Adnkronos) - Ascoltare è il gesto più rivoluzionario, in un mondo dove le parole corrono veloci, spesso ferendo. Ascoltare pazienti, famiglie, caregiver, ricercatori, medici, istituzioni. Ascoltare per imparare a comunicare in modo generativo, soprattutto quando si tratta di affrontare una malattia della quale oggi si sta costruendo la sua grammatica dal punto di vista scientifico. E' il cuore del seminario 'Linguaggi della cura: solo lavorando assieme', promosso da Aisla - Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, in collaborazione con AriSla - Fondazione italiana di ricerca sulla Sla e Centri clinici Nemo, in programma sabato 18 ottobre a Trento. Non è una conferenza - informano gli organizzatori in una nota - ma un laboratorio gratuito di pensiero e pratica, aperto a tutti, agli istituti scolastici con docente di riferimento e ai giornalisti, per mettere al centro la parola e farla diventare strumento di responsabilità sociale, empatia e innovazione, e dove la comunicazione etica è cura concreta.
Il seminario si terrà all'Itas Forum trentino, auditorium di Itas Mutua, che ospita l'evento e offre anche il pranzo a tutti i partecipanti, sottolineando con la presenza del vicepresidente vicario Alberto Pacher l'accoglienza e la cura per ogni dettaglio, si legge in una nota. L'incontro gode del patrocinio di Provincia autonoma di Trento (Pat), dell'azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), dell'università di Trento e della Fondazione Bruno Kessler (Fbk): partner importanti di visione condivisa, che credono nella comunicazione come leva culturale e civile.
La Sla, sclerosi laterale amiotrofica, malattia ancora senza cura risolutiva, ricorda che prendersi cura non è solo un gesto medico - rimarcano gli organizzatori - è un impegno civile, una sfida etica, un ponte tra scienza e vita. Le parole giuste, scelte con consapevolezza, costruiscono fiducia, riducono l’isolamento e trasformano la conoscenza in azione concreta.
Il seminario prevede 10 tappe, 10 voci, un viaggio dalla teoria alla pratica: 1) Ascolto come atto di cura - Marco Piazza (Rai, autore di 'Elisir' e Rai Scienza) accompagna nel valore dell'ascolto, dove la conoscenza nasce dal rispetto per le storie e dal rigore della verità. Divulgare scienza nel servizio pubblico è un atto di responsabilità: conoscere, capire e accogliere diventano il primo gesto di sostegno per chi affronta la malattia; 2) Alleanza pubblico-privato - Alberto Fontana (Centri Nemo) mostra come istituzioni, associazioni e ricerca possano tessere un welfare solido, innovativo e centrato sulle persone; 3) Dalla ricerca alla comunità - Francesca Pasinelli (Fondazione Telethon e Fbk) racconta come la scienza diventa pratica concreta: ogni dato di laboratorio assume valore solo se dialoga con la vita quotidiana dei pazienti; 4) Conoscenza condivisa - Anna Ambrosini (Fondazione AriSla) e Manuela Basso (università di Trento) spiegano gli approcci e i metodi della ricerca scientifica e il loro ruolo: comprendere ogni fase - anche quella apparentemente lontana dalla vita quotidiana - è essenziale per raccontarla correttamente e tradurla in fiducia, partecipazione e strumenti concreti per pazienti e famiglie; 5) Modello Nemo - Mario Sabatelli (Centro clinico Nemo Roma - Armida Barelli) mostra come multidisciplinarità e approccio interdisciplinare trasformino la pratica clinica in cura centrata sulla persona, la famiglia e la comunità.
E ancora: 6) Tecnologie emergenti - Riccardo Zuccarino (Nemo Trento) presenta innovazioni un tempo futuristiche, oggi strumenti concreti di supporto a medici e caregiver, con un workshop interattivo e dimostrazioni pratiche in collaborazione con Fbk; 7) Comunicazione etica e consapevole - Stefania Bastianello (Aisla) e Raffaella Tanel (Nemo Trento) ricordano che informare significa responsabilità: distinguere tra scelte terapeutiche, cure palliative e autodeterminazione richiede chiarezza, rigore ed etica; 8) La pressione della notizia - Francesco Ognibene (caporedattore centrale 'Avvenire') spiega come il mondo del giornalista sia sospeso tra bisogno di informare e dovere di proteggere. Ogni parola pesa: la notizia può ferire o curare. Raccontare non è mai neutrale, ma un atto etico che costruisce ponti tra chi soffre, chi assiste e chi ricerca; 9) Ecosistema della comunicazione - Serena Barello (università di Pavia) e Francesca Castano (Vml) presentano il BluPrint Aisla, un tessuto vivo che integra clinici, ricercatori e giornalisti, creando un modello di comunicazione inclusiva e basata su evidenze; 10) La testimonianza come modello operativo - Federico Franceschin, ex atleta e persona con Sla, ricorda che la cura è lavoro di squadra: fiducia, coordinamento e ruoli chiari costruiscono una rete concreta che sostiene e protegge.
Il percorso - sottolineano i promotori - intreccia sapere,
ascolto e responsabilità civile, dimostrando che la comunicazione
etica non resta confinata alle parole, ma diventa cura concreta,
partecipazione e strumento di costruzione di una comunità. Il
seminario 'Linguaggi della cura' segna così l'inizio di un percorso
condiviso, dove conoscenza, ascolto e responsabilità civile
trasformano le parole in azione concreta, dove comunicare significa
prendersi cura delle persone, delle loro storie, del senso che
attraversa ogni diagnosi. Questa prima edizione - aperta e gratuita
- non prevede streaming: l'esperienza è riservata a chi è presente,
con prenotazione obbligatoria (aisla.it/linguaggi-della-cura/, per
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Leggi tutto: Malattie rare: Sla, seminario 'Linguaggi della cura' per usare le parole come terapia

(Adnkronos) - "L'acqua è più profonda di come sembra da sopra". Questo è il titolo che Fedez ha dato al suo primo libro, edito da Mondadori. Il rapper di Rozzano ha annunciato il suo prossimo progetto con un post condiviso su Instagram in cui ha mostrato la copertina del volume: un primo piano del suo volto, scomposto in frammenti.
"Galleggiare per anni sulla superficie delle cose. Correre, evitare, sorridere. Fuori va tutto bene. Dentro non lo sai. Evitare tutto ciò che ti costringe ad andare in profondità. Perché andare a fondo è annegare, è perdere il respiro. Ma è proprio vero che se non guardi il fondo, il fondo prima o poi ti tira a sé", scrive Fedez nel post spiegando il senso profondo del suo progetto.
Il libro, racconta Fedez, è nato dopo 'Battito', il brano portato sul palco del Festival di Sanremo: "Non è una scelta, e quando ci arrivi non puoi ignorare più niente. Emozioni. Responsabilità. Verità. È lì che ho scritto Battito. È stato il momento chiave. Attraverso la scrittura ho capito che gli errori che non affronti tornano sempre, finché non li cogli davvero. Analizzare e rimettere in ordine quello che sembrava caotico è stato come iniziare a respirare per la prima volta sott’acqua".
Fedez parla della scrittura come una fonte di salvezza dopo un periodo particolarmente complesso della sua vita: "Scrivere questo libro è stato il passo successivo. Approcciare per la prima volta la scrittura senza il vincolo della rima. Qui ci sono errori, cadute, le parti che ho evitato per anni. Ricostruire e dare senso a ciò che, da fuori, poteva sembrare solo disordine. So che quello che farà discutere di più sarà la superficie. E forse per la prima volta nella mia vita è proprio la superficie a spaventarmi, e non il fondo".
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(Adnkronos) - Settembre 2025 è stato il terzo settembre più caldo a livello globale, con una temperatura media di 16,11 °C, 0,66 °C in più rispetto alla media di settembre del periodo 1991-2020. Il mese scorso ha registrato 0,27 °C in meno rispetto al settembre più caldo, quello del 2023, ed è stato solo di 0,07 °C più freddo di settembre 2024. E' quanto rileva Copernicus Climate Change Service (C3S).
Settembre 2025 è stato, poi, di 1,47 °C superiore alla media stimata per il periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale. La temperatura media su 12 mesi, da ottobre 2024 a settembre 2025, è stata di 0,63 °C superiore alla media del periodo 1991-2020 e di 1,51 °C sopra il livello preindustriale.
La temperatura media sul territorio europeo per settembre 2025 è stata di 15,95 °C, 1,23 °C in più rispetto alla media di settembre del periodo 1991-2020, classificandosi al quinto posto nella classifica mensile più alta.
"La temperatura globale di settembre 2025 è stata la terza più calda mai registrata, quasi quanto quella di settembre 2024, meno di un decimo di grado in meno. A distanza di un anno, il contesto della temperatura globale rimane pressoché invariato, con temperature superficiali della terraferma e del mare persistentemente elevate, che riflettono la continua influenza dell'accumulo di gas serra nell'atmosfera", osserva Samantha Burgess, Responsabile strategico per il Clima.
La temperatura media globale della superficie del mare (Sst) per settembre 2025 è stata di 20,72 °C, il terzo valore più alto mai registrato per il mese, 0,20 °C in meno rispetto al record di settembre 2023.
In Europa, Sst molto superiori alla media o a livelli record sono state registrate in un'ampia regione dal Mare di Norvegia al Mare di Kara; nel Mediterraneo, le Sst sono state per lo più molto superiori alla media, soprattutto nelle parti occidentali e centrali del bacino.


(Adnkronos) - “Questo governo conta sulla presenza delle imprese nei percorsi costituzionali. Per noi l’impresa che rispetta la regola, ha anche delle finalità pubbliche; quindi, è doveroso evitare la contrapposizione pubblico e privato, dove il pubblico è buono e il privato cattivo”. Lo ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, all’assemblea pubblica di Confitarma dal titolo ‘Shipday 25 Blue to blue’ tenutosi all’Auditorium della Tecnica di Confindustria a Roma.
“In questo frangente è necessario mettere ordine alle regole perché abbiamo quelle europee ed internazionali che si sovrappongono e si intersecano con il codice civile del ’42 – ha continuato il viceministro - Bisogna prendere consapevolezza che bisogna mettere ordine nelle fonti e per questo servono regole chiare perché sono fondamentali. In questo modo possiamo dare ai nostri imprenditori la possibilità, all’interno dei contesti europei, di avere maggiore forza. Per questo, l’iniziativa di Confitarma merita la massima attenzione ed è l’ulteriore occasione per riaffermare la capacità del governo di stare sul territorio insieme agli imprenditori”.
“La digitalizzazione è uno dei punti della giustizia fondamentale del Pnrr. Siamo molto avanti e abbiamo comunque digitalizzato per la giustizia gran parte del processo penale ed anche per quanto riguarda i rapporti con le imprese se sia una giustizia più capace di raggiungere gli obiettivi è un grande vantaggio”, ha continuato Sisto. In conclusione, il viceministro della Giustizia si è anche soffermato sull’importanza del dialogo del governo con l’Europa. “Il dialogo con l’Europa c’è, ci sarà e non si interromperà – ha sottolineato -. E’ ovvio che questo è un governo in Europa è diventato uno degli interlocutori fondamentali. Da questo punto di vista, se cresce la capacità di dialogo del governo italiano, cresceranno anche i risultati”.
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(Adnkronos) - Novak Djokovic avanza in semifinale al torneo Atp Masters 1000 di Shanghai. Il 38enne serbo, numero 5 del mondo e quarta testa di serie, oggi giovedì 9 ottobre ha superato il 26enne belga Zizou Bergs, numero 44 del ranking Atp, con il punteggio di 6-3, 7-5 in un'ora e 50 minuti. Djokovic, 4 volte campione a Shanghai e ora più anziano semifinalista in un Masters 1000, affronterà in semifinale il 26enne monegasco Valentin Vacherot, numero 206 del mondo e grande sorpresa del torneo. Il fuoriclasse serbo, ex numero uno del ranking Atp, continua così l'inseguimento al titolo 101 in carriera.
Leggi tutto: Djokovic vola in semifinale a Shanghai: Nole più 'vicino' al titolo 101 in carriera

(Adnkronos) - Milan-Como si giocherà in Australia e a molti la decisione della Serie A, che ricevuto l'ok definitivo dalla Uefa, non va proprio giù. Tra questi c'è Lele Adani, ex difensore oggi opinionista tv. Sul proprio profilo Instagram Adani ha commentato con parole dure quella che giudica come "una mancanza di rispetto verso la gente".
"Milan-Como in Australia è la più grande e grave mancanza di rispetto verso la più importante componente del calcio, la gente", ha detto Adani in un video pubblicato sul proprio profilo Instagram, "se diciamo che il calcio è della gente mi dite come facciamo a rispettare la gente portando la squadra che la gente ama a 13.700km di distanza con fuso orario. Perché? Per la modernità? Il businnes? E il rispetto per la passione dov'è?".
"Capisco le concessioni perché è stato così anche per Villarreal-Barcellona a Miami. Però davanti al business e alla modernità non dimentichiamo mai i sacrifici delle persone che amano e sostengono sempre. Ceferin ha concesso queste deroghe e ha definito questa situazione deplorevole. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro", ha concluso Adani.
Leggi tutto: Milan-Como in Australia, Adani attacca: "E il rispetto per la gente dov'è?"

(Adnkronos) - Domani, venerdì 10 ottobre, lo sciopero dei mezzi pubblici a Roma potrebbe creare parecchi disagi a chi si deve spostare nella Capitale. L'agitazione è stata indetta dai sindacati Usb, Orsa e Sul per protestare contro le condizioni di lavoro di autisti e personale Atac. I sindacati hanno denunciato i turni che rendono impossibile conciliare vita privata e lavoro, la sicurezza nelle fermate e ai capolinea, oltre ai buoni pasto e lo smart working negati.
Due le proteste in un'unica giornata: quella di Sul durerà, infatti, 24 ore, dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 fino a fine servizio (con le fasce di garanzia attive per tutelare chi entra ed esce dal lavoro), mentre quella di Usb e Orsa si limiterà a quattro ore, dalle 8.30 alle 12.30.
La protesta coinvolgerà l’intera rete Atac con l'esclusione delle linee: 021 – 043 – 075 – 33 – 77 – 113 – 246 – 246P – 313 – 319 – 351 – 435 (a eccezione della corsa delle ore 6.32 da via Dante da Maiano) – 500 – 515 – 551 – 669 – 980. Per quanto riguarda i servizi notturni, nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 non sarà assicurato il servizio delle linee bus notturne, ma saranno garantire, nelle fasce orarie diurne che arrivano oltre la mezzanotte, alcune corse su linee come la 38, 44, 61, 86, 170, 301, 451, 664, 881 e 916.
Leggi tutto: Sciopero a Roma domani 10 ottobre, a rischio mezzi Atac: orari e fasce di garanzia


(Adnkronos) - "Blessed are the peacemakers, che siano benedetti gli operatori di pace". Si conclude così il post con cui Donald Trump ha annunciato l'accordo tra Israele e Hamas. E il presidente americano attribuisce indubbiamente a se stesso quel ruolo di 'peacemaker' che dovrebbe, a detta sua e di suoi sostenitori in patria e all'estero, assicurargli il premio Nobel per la Pace 2025. Forse non a caso all'indomani del suo annuncio dell'accordo che potrebbe essere il più grande successo diplomatico del presidente che ribattezzato il Pentagono il dipartimento della Guerra e rivendica una lista in base alla quale avrebbe messo fine a sette conflitti, che ora diventano otto.
Dopo mesi di pressioni pubbliche e aggressive di Trump - "mi merito il premio Nobel per la pace ma non me lo daranno mai", ha esordito a febbraio fino a rivendicare all'Onu "tutti dicono che lo devo avere", per poi concludere nei giorni scorsi che "lo daranno a qualcuno che non ha fatto un dannato niente, e sarà un grande insulto per il nostro Paese" - in queste ultimi giorni e in particolare in queste ultime ore si stanno moltiplicando sollecitazioni ed appelli, tra i quali quello dei familiari degli ostaggi israeliani, a premiare il presidente americano.
Dall'Istituto norvegese del Nobel, che conferisce il riconoscimento della Pace, si fa sapere che "l'ultima riunione del comitato si è svolta lunedì". Parlando con l'Afp, il portavoce Erik Aasheim, non si sbilancia, confermando la tradizionale riservatezza del comitato: "Gli ultimi mattoni sono stati posizionati lunedì, ma non diciamo mai quando il comitato per il Nobel prenderà una decisione". Precisa però che non sono previste altre riunioni, prima dell'annuncio. Ed esclude che il comitato si asterrà dall'assegnare il premio, come hanno ipotizzato alcuni esperti di fronte al deterioramento della situazione geopolitica: "Ci sarà un vincitore".
Asle Sveen, storico dei premi Nobel, si dice "sicuro al 100%" che il vincitore non sarà Trump: "Il comitato ha già preso la sua decisione" e l'accordo tra Israele e Hamas "non ha alcun impatto" sulla scelta del comitato, aggiunge, ricordando anche che il presidente americano ha "dato carta bianca", e aiuti militari, a Benjamin Netanyahu per le sue operazioni militari a Gaza. Proprio il premier israeliano è stato tra i primi a nominare, lo scorso luglio, Trump perché "sta forgiando la pace mentre parliamo, in un Paese della regione dopo l'altro", dopo che i raid Usa contro le centrali nucleari iraniane hanno messo fine alla "guerra dei 12 giorni" tra Israele e Iran. Nomine sono arrivati da leader di Cambogia, Azerbaijan, Pakistan e da esponenti politici di Ucraina, Svezia, Norvegia e Usa.
Si tratta però in maggioranza di candidature - tranne quella inviata a dicembre dalla repubblicana Claudia Tenney per gli accordi di Abramo - arrivate fuori tempo massimo rispetto alla scadenza, lo scorso 31 gennaio, per la presentazione delle 338 nomination per il 2025. Nina Grager, direttrice dell'Istituto di ricerca per la Pace di Oslo, considera pensa "altamente improbabile che gli sviluppi a Gaza influenzeranno le decisioni del Comitato", aggiungendo però che se "il piano di Trump porterà ad una pace duratura e sostenibile, quasi certamente il comitato dovrà prenderlo in considerazione il prossimo anno".
Jorgen Watne Frydnes, il presidente del comitato, ridimensiona il pressing per Trump che sta subendo insieme agli altri quattro membri nominati dal Parlamento norvegese, scegliendo spesso tra ex parlamentari: "Ogni anno riceviamo migliaia di lettere, mail, richieste, gente che dice 'dovete scegliere questo', così una campagna di pressioni non è certo una novità". Il comitato agisce in piena indipendenza dal governo, ma secondo alcuni media locali, il tycoon, nella sua ossessione per il premio che nel 2009 fu conferito a Barack Obama ("l'hanno dato ad Obama, non sapeva neanche per che cosa, se mi chiamassi Obama me lo avrebbero dato in 10 secondi") si sarebbe rivolto anche a Jens Stoltenberg, l'ex capo della Nato ed ora ministro delle Finanze norvegese.
"Noi sappiamo che il mondo è in ascolto e discute su come ottenere la pace e noi dobbiamo essere forti e determinati nelle nostre scelte, è il nostro lavoro", dichiara ancora alla Bbc Frydnes, che da presidente dell'associazione norvegese per la libertà d'espressione in passato ha condannato la repressione "persino in Paesi democratici" puntando il dito contro Trump. E Ylva Engstroim vice presidente dell'Accademia svedese delle Scienze, ha puntato il dito contro le politiche di Trump per depotenziare con tagli draconiani la ricerca scientifica e minare la libertà accademica, politiche che "possono avere effetti devastanti a breve e lungo termine, la libertà accademica è uno dei pilastri della democrazia".
Ma la cosa che in tanti in Norvegia e nel mondo stanno ricordano è che Trump con la sua leadership divisiva, le sue tante "guerre", da quella ai migranti a quella commerciale con mezzo mondo, compresi amici e alleati, passando da quella al multilateralismo, sia quanto mai lontano dai principi con cui da 125 anni si conferisce il premio a chi "ha lavorato al meglio per la fraternità tra le nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli armamenti e per svolgere e promuovere congressi di pace".
"Trump si è ritirato da istituzioni internazionali come l'Organizzazione mondiale per la Sanità e dagli accordi di Parigi, se pensiamo alla sua aspirazione di ottenere la Groenlandia dalla Danimarca, questo non parla in favore della cooperazione internazionale", afferma Graeger che poi sottolinea come la sua repressione di proteste, giornalisti critici e accademici, in particolare quelli considerati pro Pal, "tutto punta ad una direzione non pacifica".
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