
(Adnkronos) - Oggi, 31 ottobre, si celebra Halloween, festa sempre più amata e italianizzata nonostante le origini irlandesi. La notte delle streghe infatti verrà festeggiata da circa 11 milioni di italiani di ogni età, fra travestimenti, musica, balli e l’immancabile arrivo a casa di bambini compiaciuti nel ricordarci la frase cult di questo evento: dolcetto o scherzetto? E a godere del successo della festa sono anche le vendite di caramelle e zucche.
La ricorrenza vede protagoniste anche le caramelle, il prodotto dolciario più consumato durante questa festa (65%), superando cioccolatini (56%), snack (38%) e biscotti (32%). Un alimento che proprio durante il periodo di Halloween vive il momento di massimo consumo tra i nostri connazionali. Come emerge da un’elaborazione Unione italiana food su dati Niq, nel 2024 le vendite di caramelle nel mese di ottobre sono state più alte del 13% rispetto alla media mensile, per un valore di oltre 55 milioni di euro. Un settore, quello delle caramelle, che nel 2024 ha raggiunto un valore di oltre 586 milioni di euro pari a 56 milioni di kg di caramelle vendute, risultato che dimostra una sostanziale tenuta in un momento di evidente e diffusa difficoltà dei consumatori.
Un comparto all’avanguardia capace di intercettare i gusti dei consumatori moderni, anche giovani, proponendo nuovi prodotti e gusti. Basti pensare che ogni anno vengono lanciate sul mercato in media 10-15 nuove caramelle, a fronte di circa 35-40 ricette realizzate. Prodotti con gusti o formati diversi, ricette rivisitate negli ingredienti, fino a veri e propri nuovi concept. Un lavoro di sinergia che coinvolge diverse aree aziendali e figure professionali al punto che dall’ideazione alla produzione di una nuova caramella passa circa 1 anno, per arrivare in alcuni casi anche a 2.
“Le caramelle sono un prodotto dalla storia pluricentenaria, ma con una costante capacità di guardare al futuro", afferma Luigi Serra, produttore e portavoce del progetto Piacere, Caramelle. “Ogni giorno le aziende dolciarie lavorano per trovare il gusto perfetto e nuove combinazioni di sapore che possano assecondare il piacere di provare questo prodotto. Gli ultimi trend innovativi hanno riguardato, in particolare, le caramelle senza zucchero e soprattutto quelle nutraceutiche, in grado di coniugare gusto e benefici per il benessere delle persone, in quanto contengono nutrienti come vitamine, minerali e probiotici in dosi concentrate per supportare funzioni fisiologiche dell'organismo”, aggiunge.
Secondo una recente indagine commissionata da Unione Italiana Food ad AstraRicerche, nel nostro Paese quasi la totalità della popolazione (95%) consuma caramelle e circa 1 italiano su 3 (31%) lo fa almeno 3-4 volte a settimana. Tra chi le consuma spesso, troviamo soprattutto abitanti di Sicilia (37%), Lombardia (35%), Campania (33%) e Puglia (33%).
Il gusto di caramelle più amato dai nostri connazionali? È quello agli agrumi (44%), che si piazza in testa alla classifica dei sapori più apprezzati, seguito dalla menta forte o balsamica (39%) e dalla liquirizia (36%). Completano la top dei gusti più desiderati il gruppo composto da menta, eucalipto, anice (34%) e dai frutti di bosco (27%).
Dal campo alla tavola, dall’intaglio al turismo, la "Zucca economy" per Halloween ha superato il valore di 30 milioni di euro, secondo l’analisi della Coldiretti diffusa in vista della festività di Ognissanti. Rispetto allo scorso anno la stagione delle zucche ha avuto un andamento produttivo migliore con un raccolto che dovrebbe aggirarsi sulle 40mila tonnellate, anche se le rese si sono mantenute basse a causa degli effetti dei cambiamenti climatici. Tra le principali regioni produttrici, sia in Emilia Romagna sia in Lombardia si registrano quantità in linea con le aspettative e qualità alta. Situazione buona anche in Puglia con l’aumento del 20% della produzione rispetto allo scorso anno, soprattutto nelle aree irrigate, e una qualità molto buona. Produzione irrigua determinante anche in Umbria. Andamento buono pure in Sicilia, dove si registra un aumento del raccolto e in Campania, così come in Sardegna.
Complessivamente in Italia sono circa 2.000 gli ettari coltivati, divisi soprattutto tra Lombardia (con circa il 25% della superficie nazionale), Emilia Romagna e Veneto, seguite da Campania, Lazio, Liguria, Sicilia e Toscana. Sono stimati in aumento anche i consumi, con la diffusione di decine di ricette, molte delle quali ispirate alla tradizione contadina, per valorizzarle al meglio in cucina. Il prezzo medio al dettaglio sul territorio nazionale quest’anno si aggira sui 2 euro al chilo, ma può arrivare anche a raddoppiare o triplicare se sbucciata e tagliata, secondo l’analisi Coldiretti.
Si tratta per la quasi totalità di prodotti destinati al consumo alimentare anche se cresce la coltivazione di varietà di zucche a scopi ornamentali o da 'competizione'. Accanto a varietà internazionali come l’Americana, la Butternut, l’Asterix, molti imprenditori agricoli in Italia sono impegnati nella conservazione di quelle tradizionali come la zucca Cappello del prete, la Berretta piacentina, la Mini Moscata, la Violina, la Moscata di Provenza, la Trombetta e la Delica della quale si utilizza tutto, dalle foglie ai fiori, dalla buccia ai semi oltre naturalmente la polpa. Ma la zucca è anche il piatto forte autunnale degli agriturismi di Campagna Amica.
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(Adnkronos) - Si terranno oggi, secondo quanto apprende l'Adnkronos, i funerali di Beatrice Bellucci, la ventenne vittima dell'incidente avvenuto sulla Cristoforo Colombo nella tarda serata di venerdì scorso. La cerimonia sarà celebrata alle 10 nella basilica di San Pietro e Paolo all'Eur.
Beatrice Bellucci - 'Bibbi' su Instagram - aveva 20 anni. La giovane, che viveva all'Infernetto, studiava giurisprudenza a Roma Tre. Dai social emerge la sua passione per la squadra della Roma, per il volley e le vacanze al mare in Sardegna, a Porto Cervo. Grande fan di Justin Bieber, Beatrice frequentava lo stabilimento balneare VLounge a Ostia.
Un fratello più grande, Federico di 24 anni, e il padre dirigente di banca della Bcc, Beatrice è morta poco dopo essere stata portata all'ospedale San Giovanni. Gli amici sulla sua pagina Instagramla ricordano come una ragazza "solare, con un bellissimo carattere", "grande ascoltatrice e molto sicura di sé".
La ragazza era a bordo di una Mini, lato passeggero, e alla guida si trovava una sua amica, rimasta ferita. La loro auto è stata colpita da una Bmw che è arrivata a forte velocità e proprio sulla dinamica dell'incidente, avvenuto all'altezza di piazza dei Navigatori venerdì 24 ottobre, sono in corso gli accertamenti della polizia locale: non si esclude infatti che all'origine ci sia una gara di velocità clandestina fra la Bmw e altre auto.
Beatrice Bellucci è morta nell’incidente avvenuto venerdì sera in via Cristoforo Colombo, è deceduta per un politrauma toracico-addominale. È quanto emerso, a quanto si apprende, dall'autopsia eseguita presso l'istituto di medicina legale di Tor Vergata dopo l’incarico conferito dai pm della Capitale, titolari del fascicolo in cui si procede per omicidio stradale.
Mentre prosegue l’analisi delle immagini delle telecamere acquisite dagli inquirenti lungo la strada non è escluso che i magistrati possano affidare una consulenza per accertare la velocità a cui procedeva la Bmw che ha impattato contro la Mini su cui viaggiava la vittima e una sua amica alla guida, ricoverata in ospedale. Gli investigatori sono al lavoro, infatti, per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto anche prima dell'impatto tra le due auto e i video permetteranno di capire se l’auto che ha travolto la Mini stesse facendo una gara con altre auto.
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(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo. Oggi, venerdì 31 ottobre, il fuoriclasse azzurro affronta Ben Shelton nei quarti di finale del Masters 1000 di Parigi. Jannik è reduce dal successo agile contro Francisco Cerundolo, mentre l'americano (numero 6 del ranking Atp) arriva dalla vittoria contro Rublev. Ecco orario, precedenti tra i due e dove vedere il match in tv e streaming.
La sfida tra Sinner e Shelton è in programma oggi sul Court Central non prima delle ore 19. Sono sette i precedenti tra i due e il parziale è di 6-1 per Sinner, che ha vinto l'ultima sfida ai quarti di Wimbledon.
Sinner-Shelton sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il match sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW e Tennis Tv.
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(Adnkronos) - A cinque giorni dal voto, si fa più accanito il duello per la poltrona di sindaco di New York, con Andrew Cuomo che riduce relativamente la distanza da Zohran Mamdani, il candidato democratico che si definisce socialista e sta facendo sognare la sinistra dem, non solo newyorkese.
Secondo l'ultimo poll della Quinnipiac University Poll in vista delle elezioni del 4 novembre, l'ex governatore, che corre da indipendente dopo la cocente sconfitta nelle primarie dall'allora praticamente sconosciuto Mamdani, è al 33%, mentre il 34enne candidato dem è al 43%, con un vantaggio di 10 punti consistente, ma dimezzato rispetto ai 20 punti di un mese fa.
Segue a distanza, con il 14%, il candidato repubblicano Curtis Sliwa, il fondatore del gruppo di vigilantes anti-crimine newyorkese, Guardian Angels, che non sembra dare a ascolto ai ripetuti, pubblici, appelli a ritirarsi da parte di Donald Trump: il presidente la scorsa settimana ha detto che "è meglio avere un democratico che un comunista" alla guida della sua città natale, riferendosi al fatto che senza il repubblicano in corsa Cuomo avrebbe più chance di battere il 'comunist' Mamdani. Infine i pollester della Quinnipiac University sottolineano che rimane un 6% di indecisi, con una percentuale più alta rispetto all'ultimo rilevamento, cosa "che suggerisce che c'e' spazi per dei movimenti nello sprinti finale".
Gli appelli di Trump erano stati invece ascoltati dal sindaco uscente, Eric Adams, l'ex poliziotto finito al centro di indagine per corruzione che è stata poi archiviata dal dipartimento di Giustizia in cambio della cooperazione da parte del primo cittadino dem alle operazioni anti-migranti, ritiratosi il mese scorso dalla corsa, contribuendo quindi alla risalita di Cuomo nei sondaggi.
Sul non tanto velato sostegno di Trump a Cuomo, Mamdani continua a martellare: "Questa è una campagna per i commessi dei negozi e i proprietari delle bodega, la campagna di Andrew Cuomo è per i miliardari finanziatori di Donald Trump e i loro conglomerati", ha detto ieri, incontrando i rappresentanti di United Bodegas of America, che riunisce i proprietari dei piccoli negozi, che hanno dato il loro endorsement al candidato dem, dopo aver nei mesi scorsi criticato una delle proposte chiave del suo programma, quello di creare una rete di cinque supermercati gestiti dalla città con prezzi calmierati ed accessibili.
La chiave del successo di Mamdani - nato in Uganda da genitori indiani di fede musulmana, la regista Mira Nair e l'africanista della Columbia Mahmood Mamdani, e diventato cittadino americano nel 2018 - è la promessa di "abbassare il costo della vita per la classe lavoratrice di New York" definita "una città troppo costosa" nel suo programma elettorale che delinea risposte concrete ai problemi di tutti i giorni dei newyorkesi non milionari: casa, spesa, trasporti, bambini.
Oltre alla rete dei supermercati pubblici - "il costo del cibo è fuori controllo per quasi nove newyorkesi su 10" - il programma promette il congelamento degli affitti per gli oltre due milioni di newyorkesi che hanno il "rent stabilized", una sorta di equo canone, e l'avvio di progetti per l'edilizia a basso costo. Per i trasporti, si promette di eliminare il costo del biglietto degli autobus per i newyorkesi e rendere più veloce ed efficiente il sistema, attualmente "uno dei più lenti del Paesi". Infine l'assistenza all'infanzia, "che dopo l'affitto è il costo maggiore per i newyorkesi" si legge nel programma in cui si promette un sistema di asili gratuiti per i bambini tra le sei settimane e i 5 anni.
Un piano di pochi punti e allo stesso tempo ambizioso, che, secondo le stime del New York Times costerebbe 7 miliardi all'anno, 6 solo per gli asili pubblici, praticamente più di quanto si stanzia ora per il dipartimento di polizia, 6,3 miliardi. Bisogna ricordare che New York City ha un bilancio enorme, di quasi 116 miliardi di dollari, e quindi Mamdani sostiene che ci sia lo spazio per sostenere le sue priorità.
Soprattutto perché il programma del giovane socialist, come viene definito in America chi ha in realtà posizioni da noi da socialdemocratico, prevede un gettito fiscale aggiuntivo di 9 miliardi di dollari, aumentando di due punti l'aliquota dei contribuenti newyorkesi più ricchi - sopra il milione di dollari - e portando dal 7,5% all'11,5% la corporate tax per imprese e società. L'aumento delle tasse dovrebbe comunque ottenere il sostegno dell'Assemblea legislativa e la leadership dem di New York appare divisa, con la governatrice Kathy Hochul, che ha dato il sostegno a Mamdani, che è contraria all'aumento delle tasse.
Cuomo, che nel 2021 ha lasciato la guida dello stato all'allora sua vice Hochul perché travolto da accuse di molestie sessuali, ha così puntato a raccogliere il sostegno della potente comunità del business newyorkese allarmata dal programma di Mamdani. E ha profetizzato come una vittoria del candidato socialista che l'ha umiliato lo scorso giugno farebbe "scomparire la New York che conosciamo".
"A parte l'impatto sulla criminalità, il crollo del mercato immobiliare, l'immagine nel resto del Paese e nel mondo, New York City diventa socialista - ha detto a un gruppo di imprenditori - vedremo produttori di ricchezza lasciare la città, aumentare la spesa pubblica, e nella peggiore delle ipotesi una replica della crisi finanziaria degli anni settanta". Non solo, il democratico che corre da indipendente ha previsto anche con Mamdani alla guida della città Trump cercherà di "prendere il controllo" di New York, provocando "una carneficina".
La corsa di Mamdani per la guida della principale, e più iconica, metropoli americana appare rivoluzionaria, e per alcuni inquietante, non solo per le posizioni politiche 'socialiste' del candidato, ma anche per la sua fede religiosa, che in caso di vittoria farebbero di lui il primo sindaco musulmano di New York. Subito dopo la sua vittoria alle primarie di giugno, Mamdani aveva provocato le proteste e l'allarme della comunità ebraica newyorkese per aver difeso lo slogan, ritenuto antisemita, "globalize the intifada", globalizzare l'intifada, salvo poi qualche settimana dopo, parlando ad un gruppo di business leader newyorkesi, prendere le distanze dallo slogan. "Mi fa soffrire essere chiamato antisemita", disse in quell'occasione ai giornalisti.
La questione di Gaza è stata al centro di uno duelli televisivi tra i candidati, con Cuomo che ha accusato Mamdani di rifiutarsi di "denunciare Hamas", riferendosi ad un'intervista rilasciata a Foxnews in cui il democratico accusava Israele di "genocidio", mentre avrebbe evitato di rispondere riguardo al disarmo di Hamas.
"Certo che credo che debbano deporre le armi", ha replicato all'attacco Mamdani, rivendicando di essere stato uno dei primi "a chiedere un cessate il fuoco, che significa che tutte le parti interrompano il fuoco e mettano giù le armi", ha poi aggiunto. "E chiedo questo non solo per mettere fine al genocidio ma anche per avere un accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari, come molti newyorkesi spero che il cessate il fuoco tenga", ha aggiunto.
Parole denunciate da Cuomo, che sta raccogliendo un crescente sostegno dalla vasta comunità ebraica newyorkese, in termini elettorali e di finanziamenti, come un "messaggio in codice", che celerebbe il fatto che Mamdani crede che Israele "non abbia il diritto di esistere come uno Stato ebraico". A questo il candidato dem, che dalla sua ha il sostegno dei gruppi di ebrei newyorkesi, in particolare i giovani che si sono mobilitati contro la guerra a Gaza, ha risposto accusando l'ex governatore di aver agito come "team di difesa" di Benjamin Netanyahu "durante il genocidio".
Infine, il duello di New York potrà avere un grande significato per il futuro del partito democratico ad un anno dalla vittoria di Trump. Nei giorni scorsi a sostenere il candidato dem, che ha ottenuto solo nei giorni scorsi l'endorsement del leader della minoranza alla Camera, Hakeem Jeffries, ma non di quello del Senato, Chuck Schumer, sono arrivati Bernie Sanders e Alexandra Ocasio-Cortez, il volto storico e quello del futuro della sinistra dem, che vedono nella potenziale vittoria a New York l'inizio di una riscossa contro Trump, con candidati liberal "dalla California al Maine", come ha detto l'anziano due volte candidato alla Casa Bianca.
Leggi tutto: Duello per New York, Cuomo incalza ma Mamdani rimane avanti di 10 punti

(Adnkronos) - La legge è stata appena approvata, la data del referendum ancora non c'è ma il mood della campagna è già squadernato. Dall'una e dell'altra parte. E se nel centrodestra la premier Giorgia Meloni punta i giudici che 'bloccano il Paese', le opposizioni di rimando accusano la presidente del Consiglio di volersi mettere al di sopra della legge. "No ai pieni poteri", il cartello esibito oggi nell'emiciclo di palazzo Madama dalle opposizioni. Concetto su cui insiste Elly Schlein, che ha convocato una conferenza stampa al Senato con i capigruppo Pd, subito dopo l'ok alla riforma. ''Lo ha chiarito la stessa presidente Meloni, con le sue dichiarazioni sul Ponte di Messina: questa riforma serve ad avere le mani libere e porsi al di sopra della Costituzione''.
Giuseppe Conte è sulla stessa linea: "Meloni attacca l'indipendenza dei poteri? Credo sia un obiettivo politico quello di sottrarsi a qualsiasi controllo della magistratura, a pesi e contrappesi". E pure Avs: "Il suo unico obiettivo è quello di minare e indebolire l’indipendenza e l’autonomia della magistratura per sottoporla al controllo politico del Governo", incalzano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Si articola diversamente invece il 'centro'. Carlo Calenda vota con il centrodestra (l'altro senatore di Azione Marco Lombardo si astiene), mentre Iv si astiene ma Matteo Renzi mette in guardia le altre opposizioni: "Se pensate di costruire una piattaforma sulle rivendicazioni della Anm state cacciando dal centrosinistra un sacco di gente riformista". Anche Più Europa è critica: la riforma, dice Riccardo Magi, "non fun-zio-ne-rà ma a questa destra serviva piantare una bandierina costituzionale senza porsi troppe domande e soprattutto senza dare risposte''.
Intanto, partirà la raccolta firme tra i parlamentari per il referendum. Lo hanno già annunciato Pd, M5S e Avs. "Di fronte a questa svolta autoritaria abbiamo il dovere di mobilitarci nella società - dicono Bonelli e Fratoianni - e per questo raccoglieremo le firme tra i parlamentari, insieme alle altre forze dell’opposizione, per promuovere il referendum e cancellare con il voto popolare questa controriforma".
Non c'è ancora alle viste una iniziativa comune per la campagna referendaria. Ieri c'è stato anche un corto circuito quando i dem hanno annunciato la conferenza stampa di oggi provocando un certo stupore tra i 5 Stelle. Era in preparazione una nota congiunta per la raccolta firme che è saltata. Al netto dell'episodio, Pd con M5S e Avs si dicono pronti a una battaglia unitaria. "Non c'è una scadenza, oggi inizia un percorso. Avremo tempo di coordinare anche la campagna referendaria", spiega Conte e quindi Schlein: "Abbiamo affrontato questa battaglia con le altre forze di opposizione e continueremo a lavorare insieme, ma ancora non c'è una discussione di dettaglio sulle forme organizzative".
Intanto, però, almeno sulle parole d'ordine le opposizioni si muovono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda: quella della destra non è una riforma della giustizia, ma il tentativo di assoggettare il potere giudiziario a quello politico. Questo il messaggio. "Ci impegneremo per una grande campagna per il referendum, per spiegare che questa non è una riforma della giustizia'", dice Schlein. "Non è un modello quello della democrazia illiberale di Orban per un Paese come il nostro", insiste la segretaria del Pd che non si sottrae dal confermare le parole dette ad Amsterdam su cui era intervenuta duramente la premier Meloni.
Le parole sull'allarme democrazia "le ho appena ripetute e ne sono convinta. Quello che ha detto ieri Meloni -dice Schlein- mi dà sostegno e ragione e spero di leggere qualche editoriale sulla gravità delle parole della Meloni. Confermo pienamente quello che ho detto, la democrazia non è quella di Orban o Trump". Quanto ai distinguo nel Pd sulla riforma, a partire da Goffredo Bettini che voterà sì al referendum, la segretaria dem rilancia: "Il Pd è stato compattamente in tutti i passaggi in commissione e in aula al Senato e alla Camera contro questa riforma. La linea del Pd è questa, è compatta e ci impegnerà nella direzione del referendum".
Per Conte siamo in presenza di "un disegno sistematico", un disegno "di scardinamento della Costituzione e da questo punto di vista non c'è un discorso tra destra sinistra, non è uno scontro ideologico: è uno scontro tra chi vuole difendere i pilastri della Costituzione, e lì ci saremo noi col Movimento 5 stelle, e chi li sta scardinando per rivendicare piena libertà del potere politico di turno del governo di turno di andare al di sopra della legge''.
Semmai, osserva Schlein, chi politicizza il referendum è la premier. "Mi sembra che quella che sta politicizzando sia Meloni. Noi continueremo con la forza dei nostri argomenti ad andare avanti. Non ci sarà bisogno che si dimetta Giorgia Meloni, perché tanto la batteremo alle prossime elezioni. E, per quanto riguarda me, dovrà continuare a sopportarmi ancora a lungo".
Renzi invece sminuisce l'impatto di quella che definisce una 'riformicchia'. "Nel confermare il nostro voto di astensione, ribadiamo -ha detto il leader di Iv intervenendo al Senato- che noi siamo favorevoli da sempre alla separazione delle carriere, una cosa giusta e un principio sacrosanto. Oggi ci asteniamo perché pensiamo che la montagna abbia partorito il topolino, una riformicchia. Oggi non si fa né la storia, né un golpe".

(Adnkronos) - La legge è stata appena approvata, la data del referendum ancora non c'è ma il mood della campagna è già squadernato. Dall'una e dell'altra parte. E se nel centrodestra la premier Giorgia Meloni punta i giudici che 'bloccano il Paese', le opposizioni di rimando accusano la presidente del Consiglio di volersi mettere al di sopra della legge. "No ai pieni poteri", il cartello esibito oggi nell'emiciclo di palazzo Madama dalle opposizioni. Concetto su cui insiste Elly Schlein, che ha convocato una conferenza stampa al Senato con i capigruppo Pd, subito dopo l'ok alla riforma. ''Lo ha chiarito la stessa presidente Meloni, con le sue dichiarazioni sul Ponte di Messina: questa riforma serve ad avere le mani libere e porsi al di sopra della Costituzione''.
Giuseppe Conte è sulla stessa linea: "Meloni attacca l'indipendenza dei poteri? Credo sia un obiettivo politico quello di sottrarsi a qualsiasi controllo della magistratura, a pesi e contrappesi". E pure Avs: "Il suo unico obiettivo è quello di minare e indebolire l’indipendenza e l’autonomia della magistratura per sottoporla al controllo politico del Governo", incalzano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Si articola diversamente invece il 'centro'. Carlo Calenda vota con il centrodestra (l'altro senatore di Azione Marco Lombardo si astiene), mentre Iv si astiene ma Matteo Renzi mette in guardia le altre opposizioni: "Se pensate di costruire una piattaforma sulle rivendicazioni della Anm state cacciando dal centrosinistra un sacco di gente riformista". Anche Più Europa è critica: la riforma, dice Riccardo Magi, "non fun-zio-ne-rà ma a questa destra serviva piantare una bandierina costituzionale senza porsi troppe domande e soprattutto senza dare risposte''.
Intanto, partirà la raccolta firme tra i parlamentari per il referendum. Lo hanno già annunciato Pd, M5S e Avs. "Di fronte a questa svolta autoritaria abbiamo il dovere di mobilitarci nella società - dicono Bonelli e Fratoianni - e per questo raccoglieremo le firme tra i parlamentari, insieme alle altre forze dell’opposizione, per promuovere il referendum e cancellare con il voto popolare questa controriforma".
Non c'è ancora alle viste una iniziativa comune per la campagna referendaria. Ieri c'è stato anche un corto circuito quando i dem hanno annunciato la conferenza stampa di oggi provocando un certo stupore tra i 5 Stelle. Era in preparazione una nota congiunta per la raccolta firme che è saltata. Al netto dell'episodio, Pd con M5S e Avs si dicono pronti a una battaglia unitaria. "Non c'è una scadenza, oggi inizia un percorso. Avremo tempo di coordinare anche la campagna referendaria", spiega Conte e quindi Schlein: "Abbiamo affrontato questa battaglia con le altre forze di opposizione e continueremo a lavorare insieme, ma ancora non c'è una discussione di dettaglio sulle forme organizzative".
Intanto, però, almeno sulle parole d'ordine le opposizioni si muovono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda: quella della destra non è una riforma della giustizia, ma il tentativo di assoggettare il potere giudiziario a quello politico. Questo il messaggio. "Ci impegneremo per una grande campagna per il referendum, per spiegare che questa non è una riforma della giustizia'", dice Schlein. "Non è un modello quello della democrazia illiberale di Orban per un Paese come il nostro", insiste la segretaria del Pd che non si sottrae dal confermare le parole dette ad Amsterdam su cui era intervenuta duramente la premier Meloni.
Le parole sull'allarme democrazia "le ho appena ripetute e ne sono convinta. Quello che ha detto ieri Meloni -dice Schlein- mi dà sostegno e ragione e spero di leggere qualche editoriale sulla gravità delle parole della Meloni. Confermo pienamente quello che ho detto, la democrazia non è quella di Orban o Trump". Quanto ai distinguo nel Pd sulla riforma, a partire da Goffredo Bettini che voterà sì al referendum, la segretaria dem rilancia: "Il Pd è stato compattamente in tutti i passaggi in commissione e in aula al Senato e alla Camera contro questa riforma. La linea del Pd è questa, è compatta e ci impegnerà nella direzione del referendum".
Per Conte siamo in presenza di "un disegno sistematico", un disegno "di scardinamento della Costituzione e da questo punto di vista non c'è un discorso tra destra sinistra, non è uno scontro ideologico: è uno scontro tra chi vuole difendere i pilastri della Costituzione, e lì ci saremo noi col Movimento 5 stelle, e chi li sta scardinando per rivendicare piena libertà del potere politico di turno del governo di turno di andare al di sopra della legge''.
Semmai, osserva Schlein, chi politicizza il referendum è la premier. "Mi sembra che quella che sta politicizzando sia Meloni. Noi continueremo con la forza dei nostri argomenti ad andare avanti. Non ci sarà bisogno che si dimetta Giorgia Meloni, perché tanto la batteremo alle prossime elezioni. E, per quanto riguarda me, dovrà continuare a sopportarmi ancora a lungo".
Renzi invece sminuisce l'impatto di quella che definisce una 'riformicchia'. "Nel confermare il nostro voto di astensione, ribadiamo -ha detto il leader di Iv intervenendo al Senato- che noi siamo favorevoli da sempre alla separazione delle carriere, una cosa giusta e un principio sacrosanto. Oggi ci asteniamo perché pensiamo che la montagna abbia partorito il topolino, una riformicchia. Oggi non si fa né la storia, né un golpe".

(Adnkronos) - Separazione delle carriere, riforma del Csm con l'introduzione del sorteggio, Alta Corte disciplinare. Incassato il via libera definitivo alla riforma costituzionale della giustizia, parte la battaglia per il referendum.
"Non venga politicizzato", chiede il ministro della Giustizia Carlo Nordio, all'uscita dall'aula del Senato - dopo abbracci, pacche sulle spalle e selfie con i senatori di maggioranza - convinto che la consultazione potrà tenersi "tra marzo e aprile". E mentre l'Associazione nazionale magistrati (Anm) e l'Unione delle Camere penali italiane (Ucpi) scaldano i motori con i loro Comitati - il primo per il 'no', il secondo per il 'sì' - il Guardasigilli sottolinea: "E' bene che la magistratura esponga tutte le sue ragioni tecniche e razionali che possono militare contro questa riforma, ma non si aggreghi - come effettivamente ha già detto, e lo ringrazio, il presidente Parodi - a forze politiche per farne una specie di referendum pro o contro il governo. Questo - rileva il ministro - sarebbe catastrofico per la politica, ma soprattutto per la magistratura".
"Non è un attentato alla Costituzione" e "non è una legge punitiva nei confronti della magistratura, ribadisce ancora una volta Nordio, che tende la mano: "Vi sono sicuramente delle ragioni per essere perplessi su alcune scelte della legge costituzionale", sottolinea precisando però: "La mancanza di confronto c'è stata subito e non per colpa nostra perché l'Associazione nazionale magistrati ha risposto con uno sciopero prima ancora di avere un'interlocuzione. L'opposizione - ricorda Nordio - si è opposta nettamente ai due principi fondamentali della riforma quindi è ovvio che il dialogo manca; ma nell'ambito delle leggi attuative che faremo, qualcosa forse si può recuperare e spero che questo avvenga". Ospite di 'SkyTg24' il ministro si dice poi "apertissimo al confronto'' televisivo con l'Anm, ''ovviamente one to one per evitare che finisca in confusione'' ma ''anche con chiunque voglia interloquire''.
L'Associazione nazionale dei magistrati coglie l'occasione del via libera finale per ribadire la bocciatura: "Questa riforma altera l’assetto dei poteri disegnato dai costituenti e mette in pericolo la piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Una riforma che non rende la giustizia più rapida o più efficiente ma la rende più esposta all’influenza dei poteri esterni". "Una riforma che non aumenta il numero dei magistrati che resta tra i più bassi in Europa, né colma le lacune dell’organico amministrativo - conclude - Una riforma che non investe risorse per far funzionare meglio il sistema giustizia ma rischia al contrario di triplicare i costi con lo sdoppiamento del Csm e l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare".
Si affinano le armi in vista della battaglia referendaria, destinata a partire subito visto che i capigruppo di maggioranza del Senato hanno avviato le procedure per la raccolta delle firme. Già oggi, nella sede dell'associazione delle toghe, sarà presentato il Comitato 'A difesa della Costituzione e per il no al referendum'. E proprio il Comitato 'Giusto dire No' parteciperà alla campagna referendaria per "spiegare ai cittadini le ragioni per cui questa riforma non comporterà alcun miglioramento della giustizia e ribadire che l'indipendenza e autonomia della magistratura sono valori fondanti della nostra Repubblica, posti a tutela di tutte le persone”, sottolinea.
Soddisfatta invece l’Unione delle Camere Penali (Ucpi), presieduta da Francesco Petrelli, che fin dall'inizio "ha sostenuto con determinazione la necessità di questo intervento legislativo, volto a garantire una giustizia realmente imparziale e a restituire piena indipendenza e autorevolezza alla magistratura".
"Ora si apre l’ultima e più importante fase: il referendum confermativo popolare, nel quale il popolo italiano sarà chiamato a esprimersi su questa riforma. Sarà il momento della verità e della partecipazione civile - conclude Petrelli - Le Camere penali si mobiliteranno in tutto il Paese per sostenere con forza le ragioni del 'Sì', per una giustizia più giusta, per un processo più equo e per una magistratura finalmente libera dal correntismo, autonoma di fronte alla politica e autorevole davanti al cittadino”. (di Sara Di Sciullo)

(Adnkronos) - Pisa e Lazio pareggiano 0-0 nell'ultima partita della nona giornata di Serie A, disputata all'Arena Garibaldi della città toscana. In classifica i biancocelesti sono in undicesima posizione con 12 punti insieme a Udinese e Torino. I nerazzurri sono invece al 17° posto a quota 5 insieme al Verona.
La Lazio non dà continuità alla vittoria di domenica scorsa sulla Juventus non andando oltre a un pareggio per 0-0 in trasferta con il Pisa. I biancocelesti rimpiangono il palo colpito da Basic nel primo tempo ma rischiano anche il ko nella ripresa e devono ringraziare Provedel e l'imprecisione degli attaccanti avversari. I capitolini, al 5° risultato utile di fila e alla terza partita senza subire gol, restano nella parte destra della classifica in 11/a posizione con 12 punti insieme a Torino e Udinese. I nerazzurri toscani salgono invece a quota 5 e sono al 17° posto con il Verona.
La prima occasione della partita è per i padroni di casa al 7': rinvio corto di Provedel con i piedi e palla rimessa in area dai padroni di casa, Nzola fa da sponda per Tramoni che calcia di prima intenzione dal limite dell'area ma colpisce male e manda il pallone abbondantemente fuori. Al 22' inserimento di Basic che riceve il pallone si gira e calcia di sinistro la conclusione è parata da Semper senza particolari problemi. Al 25' cross di Cuadrado, arriva Touré che colpisce al volo, ne viene fuori una via di mezzo tra un tiro e un cross e l'azione sfuma. Alla mezz'ora azione personale sulla destra di Isaksen che rientra sul mancino e cerca il primo palo, Semper blocca la conclusione.
Al 33' bell'azione degli ospiti con la palla tagliata per Zaccagni, bravo a rientrare e premiare la posizione solitaria di Isaksen che apre il mancino ma Semper risponde ancora presente. Al 36' Lazio a un passo dal vantaggio con Basic. Botta improvvisa col mancino dalla distanza del centrocampista, Semper riesce a toccare quel tanto che basta per mandare la sfera sul palo. Al 39' sempre il centrocampista croato della Lazio ci prova da fuori area: il suo sinistro finisce a lato. Al 41' Denoon stende in scivolata, in ritardo, Zaccagni e riceve il primo giallo del match.
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(Adnkronos) - "A marzo 2026 festeggio le nozze d'oro con mio marito Luigi. L'ho incontrato a 18 anni e da quel momento non ci siamo più lasciati. È l'amore della mia vita". Lo ha annunciato Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità a Monica Setta nella puntata di sabato 1 novembre di 'Storie al bivio' in onda alle 15.30 su Rai 2. Roccella ha ripercorso con la Setta la sua infanzia tra Riesi in Sicilia e Roma, parlando del padre Franco, fra i fondatori del Partito radicale e di sua mamma Wanda.
"Sono stata battezzata che avevo quasi 5 anni e per la mia prima Comunione la madrina fu Liliana Pannella sorella di Marco" racconta il ministro "Ho vissuto una gioventù da femminista e da radicale. Nel mio album dei ricordi un posto d'onore lo occupa mio nonno paterno Eugenio notaio siciliano che si rifiutò di stilare contratti dotali per rispetto alle donne. Fu un uomo tenerissimo che mi ha cresciuto insieme a zia Sarina per i primi anni di vita prima che i miei genitori venissero a riprendermi per vivere a Roma".
Roccella ha presentato a 'Storie al bivio' il suo libro 'Una famiglia radicale' (Rubettino) e ha rivelato retroscena del suo rapporto con la premier Giorgia Meloni. "Avevo chiesto a Giorgia di non farmi tornare in Parlamento, volevo impegnarmi da militante e non mi aspettavo di entrare nel governo" dice "la Meloni mi chiamò quando era al Quirinale e mi disse:Eugenia non voglio che tu lo sappia dai giornali, sei il nuovo ministro della Famiglia".

(Adnkronos) - "A marzo 2026 festeggio le nozze d'oro con mio marito Luigi. L'ho incontrato a 18 anni e da quel momento non ci siamo più lasciati. È l'amore della mia vita". Lo ha annunciato Eugenia Roccella ministro per la Famiglia la natalità e le Pari opportunità a Monica Setta nella puntata di sabato 1 novembre si Storie al bivio in onda alle 15.30 su Rai 2. Roccella ha ripercorso con la Setta la sua infanzia tra Riesi in Sicilia e Roma, parlando del padre Franco, fra i fondatori del Partito radicale e di sua mamma Wanda.
"Sono stata battezzata che avevo quasi 5 anni e per la mia prima Comunione la madrina fu Liliana Pannella sorella di Marco" racconta il ministro "Ho vissuto una gioventù da femminista e da radicale. Nel mio album dei ricordi un posto d'onore lo occupa mio nonno paterno Eugenio notaio siciliano che si rifiutò di stilare contratti dotali per rispetto alle donne. Fu un uomo tenerissimo che mi ha cresciuto insieme a zia Sarina per i primi anni di vita prima che i miei genitori venissero a riprendermi per vivere a Roma".
Roccella ha presentato a 'Storie al bivio' il suo libro 'Una famiglia radicale' (Rubettino) e ha rivelato retroscena del suo rapporto con la premier Giorgia Meloni. "Avevo chiesto a Giorgia di non farmi tornare in Parlamento, volevo impegnarmi da militante e non mi aspettavo di entrare nel governo" dice "la Meloni mi chiamo' quando era al Quirinale e mi disse:Eugenia non voglio che tu lo sappia dai giornali, sei il nuovo ministro della Famiglia".

(Adnkronos) - Ancora una sera di tensioni a Torino, dove attivisti pro Palestina, stanno sfilando per le vie del capoluogo piemontese dietro uno striscione che recita 'Ancora bombe su Gaza. Nessuna tregua per voi'. Il corteo , partito da piazza Castello, ha prima raggiunto la stazione ferroviaria di Porta Nuova, chiusa eccetto per un unico varco per permettere l’ingresso e l'uscita dei passeggeri, e presidiata dalle forze dell'ordine. Entrati attraverso l'ingresso di un supermercato che si affaccia sul piazzale della stazione, i manifestanti dopo aver sostato per un po’ nell'atrio, senza raggiungere i binari, hanno poi proseguito diretti alla stazione di Porta Susa, anche questa chiusa per precauzione e presidiata dalle forze dell’ordine contro le quali i manifestanti, una volta entrati sfondando due porte, hanno lanciato bottiglie e sassi.
Le forze dell'ordine hanno, quindi, risposto con qualche carica di alleggerimento per disperderli e impedire che raggiungessero i binari. Ora la situazione è tornata alla calma.
'Bene nei primi 40 minuti, poi il Sassuolo ha preso coraggio'... 
(Adnkronos) - Luciano Spalletti diventa il nuovo allenatore della Juventus e va subito a segno. La società torinese ha ufficializzato l'ingaggio del tecnico e ha diffuso sui social e su YouTube un video che documenta la prima giornata bianconera dell'allenatore. Alla Continassa, Spalletti entra a contatto con i giocatori. Il video indugia in particolare sull'incontro con il portiere Mattia Perin, uno dei senatori dello spogliatoio che in poco più di un anno ha visto passare 3 allenatori: Thiago Motta, Igor Tudor e, appunto, Spalletti.
"Mi fai fare una giratina su questa giacchetta?", esordisce Spalletti 'apprezzando' l'abbigliamento dell'estremo difensore. "Tutto bene?", chiede Perin. "Dipenderà da voi", la risposta perentoria di Spalletti. Perin è costretto sulla difensiva: "Noi siamo a disposizione. Molto a disposizione", dice il portiere parlando a nome della squadra che finora ha offerto un rendimento deludente. "E' già qualcosa", chiosa Spalletti, con una 'performance' che riscuote piena approvazione dei tifosi bianconeri.
Leggi tutto: Spalletti, primo giorno di Juve e l'incontro con Perin è virale

(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' al concorso di oggi del Superenalotto. Centrato invece un '5' che vince 163.114,53 euro. La schedina vincente è stata giocata una in una tabaccheria di Taranto. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 71,6 milioni di euro.
Quali sono i punteggi vincenti?
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Quanto costa una schedina?
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro.
L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Come faccio a sapere se ho vinto?
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente di oggi
Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi del SuperEnalotto: 15, 30, 37, 39, 56, 74. Jolly: 43. SuperStar: 47.
Leggi tutto: SuperEnalotto, numeri e combinazione vincente 30 ottobre

(Adnkronos) - Si ferma agli ottavi di finale la corsa di Lorenzo Sonego al torneo Atp Masters 1000 di Parigi. Il piemontese, numero 45 del mondo, cede al russo Daniil Medvedev, numero 13 del ranking Atp e 11 del seeding, con il punteggio di 3-6, 7-6 (7-5), 6-4 dopo due ore e 41 minuti. Medvedev è così ancora in corsa per un posto alle Atp Finals, che conquisterebbe in caso di vittoria del torneo a Parigi.

(Adnkronos) - Buckingham Palace ha annunciato che il principe Andrea perderà il suo titolo reale e lascerà il Royal Lodge. "Il principe Andrea sarà ora conosciuto come Andrew Mountbatten Windsor", si legge nella nota.
"Sua Maestà ha oggi avviato un processo formale per rimuovere lo stile, i titoli e gli onori del principe Andrea. Il suo contratto di locazione al Royal Lodge gli ha finora garantito protezione legale per continuare a risiedere, ma gli è stato notificato formalmente di restituire la proprietà e si trasferirà in un’altra residenza privata. Queste misure sono ritenute necessarie, nonostante continui a negare le accuse a suo carico - si legge ancora - Le loro Maestà desiderano chiarire che i loro pensieri e la massima solidarietà sono stati e continueranno a essere rivolti alle vittime e ai sopravvissuti di qualsiasi forma di abuso".
Secondo quanto riferito dalla Bbc, il principe Andrea si trasferirà in una proprietà privata della tenuta di Sandringham, nel Norfolk, il cui mantenimento sarà a carico del re.
I neroverdi passano in trasferta con Laurentiè e Pinamonti... 
(Adnkronos) - "L'Anm è da sempre contro le riforme". A dirlo è oggi, giovedì 30 ottobre, la presidente del consiglio Giorgia Meloni parlando al Tg1 replicando alle critiche dell'Anm alla riforma della giustizia approvata oggi in Senato. "Non sono d'accordo con l'Anm, del resto, guardi, a memoria io non ricordo una volta in cui l'Anm sia stata favorevole a una qualsiasi riforma della giustizia quindi la loro idea è che tutto va benissimo, non è l'idea che ne abbiamo noi della giustizia e probabilmente neanche quella che ne hanno i cittadini".
Quanto al referendum, sottolinea la premier, "io credo che" debba essere una consultazione sulla giustizia. Intanto perché non ci saranno in ogni caso conseguenze per il governo. Noi arriveremo alla fine della legislatura, chiederemo agli italiani di essere giudicati per il complesso del lavoro che abbiamo fatto".
"Voglio ricordare a tutti che i governi passano e invece le leggi, soprattutto le costituzionali, rimangono e incidono sulla vita dei cittadini. Quindi io penso che sia una scelta più facile: chi pensa che nella giustizia va tutto bene, voterà contro la riforma e quindi voterà no. E invece chi pensa che possa migliorare, voterà a favore della riforma e, quindi, voterà sì".
"Alla magistratura contabile voglio dire che sono rimasta francamente un po' incuriosita di fronte ad alcuni rilievi" ha detto Meloni. Come quello nel quale ci si chiedeva per quale ragione avessimo condiviso una parte della documentazione via link, perché avrei voglia di rispondere: perché c'è internet".
"Dopodiché il governo aspetta i rilievi, risponderà ai rilievi. Sia chiaro che l'obiettivo è fare il ponte sullo stretto di Messina che è un'opera strategica. Sarà un'opera ingegneristica unica al mondo, perché voglio dire anche questo, noi siamo eredi di una civiltà che con i suoi ponti ha meravigliato il mondo per millenni e io non mi rassegno all'idea che non si possa più fare oggi perché siamo soffocati dalla burocrazia e dai cavilli".
Meloni parla, poi, sempre al Tg1, della Manovra. Sugli affitti brevi "voglio solamente dire che la ratio del provvedimento non è fare cassa sul tema degli affitti, ma è favorire gli affitti alle famiglie, perché è evidente che se c'è la stessa tassazione per chi affitta a un turista e per chi affitta a una famiglia, si tenderà ad affittare al turista e gli affitti per le famiglie aumenteranno. Quindi il nostro obiettivo è abbassare gli affitti per le famiglie".
Modifiche? "Sul contributo delle banche non credo, continuo a dire che, secondo me, è un bel segnale che si mettono le risorse sui lavoratori, sulle imprese che assumono, sulle famiglie, sulla natalità, sulla sanità e che si chieda un contributo a banche e assicurazioni". Lo dice la premier Giorgia Meloni al Tg1. "Sugli affitti brevi a mio avviso - conclude - deve decidere il Parlamento se confermare o meno la norma".
Leggi tutto: Giustizia, Meloni: "Anm da sempre contro le riforme"

(Adnkronos) - "Io credo che" il referendum "debba essere una consultazione sulla Giustizia. Intanto perché non ci saranno in ogni caso conseguenze per il governo. Noi arriveremo alla fine della legislatura, chiederemo agli italiani di essere giudicati per il complesso del lavoro che abbiamo fatto". Lo dice la premier Giorgia Meloni al Tg1.
"Voglio ricordare a tutti che i governi passano e invece le leggi, soprattutto le costituzionali, rimangono e incidono sulla vita dei cittadini. Quindi io penso che sia una scelta più facile: chi pensa che nella giustizia va tutto bene, voterà contro la riforma e quindi voterà no. E invece chi pensa che possa migliorare, voterà a favore della riforma e, quindi, voterà sì".
Leggi tutto: Riforma della Giustizia, Meloni: "Referendum? Non ci saranno conseguenze sul governo"
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