
È in corso una vasta operazione di ricerca per un elicottero civile disperso nella zona impervia dell'Alpe della Luna, al confine tra Toscana e Marche. La segnalazione è arrivata alle 17.00 al 118 della Asl Toscana sud est, dopo la perdita dei contatti con il velivolo.
Per coordinare i soccorsi, nel comune di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, è stato attivato il gruppo maxi emergenze, con il disaster manager e un infermiere in sala operativa, in collegamento con le sale operative provinciali confinanti. Sul posto operano l'ambulanza di Badia Tedalda, i vigili del fuoco, le forze dell'ordine, il Sast, la Croce Rossa Italiana e l'elicottero dell’Aeronautica Militare.
Le ricerche proseguono in una zona caratterizzata da terreni impervi, mentre le autorità seguono da vicino l’evolversi della situazione.

Lando Norris vince il Gp del Brasile e consolida il primato nel Mondiale 2025. Il pilota britannico della McLaren oggi 9 novembre a Interlagos precede la Mercedes di Kimi Antonelli e la Red Bull di Max Verstappen. Quarto posto per la Mercedes di George Russell e quinta piazza per la McLaren di Oscar Piastri. Giornata nera per la Ferrari: Charles Leclerc e Lewis Hamilton si ritirano.
L'ordine d'arrivo del Gp del Brasile
1. Lando Norris (McLaren) 1h32'01''596;
2. Kimi Antonelli (Mercedes) + 10''388;
3. Max Verstappen (Red Bull) +10''750;
4. George Russell (Mercedes) + 15''267;
5. Oscar Piastri (McLaren) + 15''749;
6. Oliver Bearman (Haas) + 29''630;
7. Liam Lawson (RB) + 52''642;
8. Isack Hadjar (RB) + 52''873;
9. Nico Hulkenberg (Sauber) + 53''324;
10. Pierre Gasly (Alpine) + 53''914;
11. Alex Albon (Williams) + 54''184;
12. Esteban Ocon (Haas) + 54''696;
13. Carlos Sainz (Williams) + 55''420;
14. Fernando Alonso (Aston Martin) + 55''766;
15. Franco Colapinto (Alpine) + 57''777;
16. Lance Stroll (Aston Martin) + 58''247;
17. Yuki Tsunoda (Red Bull) + 1'09''176.
Ritirati: Charles Leclerc (Ferrari), Lewis Hamilton (Ferrari), Gabriel Bortoleto (Sauber).
La classifica del Mondiale piloti
1. Lando Norris 390 punti;
2. Oscar Piastri 366;
3. Max Verstappen 341;
4. George Russell 276;
5. Charles Leclerc 214;
6. Lewis Hamilton 148;
7. Kimi Antonelli 122;
8. Alex Albon 73;
9. Nico Hulkenberg 43;
10. Isack Hadjar 43;
11. Oliver Bearman 40;
12. Fernando Alonso 40;
13. Carlos Sainz 38;
14. Liam Lawson 36;
15. Lance Stroll 32;
16. Esteban Ocon 30;
17. Yuki Tsunoda 28;
18. Pierre Gasly 22;
19. Gabriel Bortoleto 19;
20. Franco Colapinto 0.
La classifica del Mondiale costruttori
1. McLaren 756 punti;
2. Mercedes 398;
3. Red Bull 366;
4. Ferrari 362;
5. Williams 111;
6. RB 82;
7. Aston Martin 72;
8. Haas 70;
9. Sauber 62;
10. Alpine 22.
Il grande giorno è arrivato. Oggi, domenica 9 novembre, sono iniziate le Nitto Atp Finals 2025. Dopo il successo di Carlos Alcaraz contro Alex De Minaur, tocca alla sfida tra Alexander Zverev e Ben Shelton. Si comincia alle 20:30.
Dove vedere Shelton-Zverev in tv e streaming? Tutte le partite delle Nitto Atp Finals 2025 sono trasmesse in diretta tv in Italia su Sky Sport. I canali di riferimento del torneo saranno Sky Sport Uno e Sky Sport Tennis. Sarà possibile vedere l'evento anche in streaming su Sky Go, NOW Tv e Tennis Tv.
Nella giornata di oggi a Torino, esordio ok anche per Simone Bolelli e Andrea Vavassori nel torneo di doppio. Gli azzurri hanno battuto in due set la coppia britannica composta da Julian Cash e Lloyd Glasspool con il punteggio di 7-5 6-3 in poco più di un'ora e venti minuti di gioco. In attesa di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, impegnati domani lunedì 10 novembre nel singolare, arrivano così i primi squilli azzurri a Torino

Senatori democratici si sono detti pronti ad approvare un pacchetto di disegni di legge che potrebbe mettere fine allo shutdown. Lo hanno indicato diverse fonti ad Axios, secondo cui si tratta del più significativo passo verso un accordo bipartisan per la riapertura del governo federale dopo oltre un mese di stallo.
Almeno 10 senatori democratici, riferisce il sito, sarebbero pronti a sostenere la mozione procedurale per far avanzare un pacchetto di misure di spesa e un finanziamento temporaneo. L'intesa - secondo fonti di entrambe le parti - includerebbe anche un voto promesso a dicembre sull'estensione dei crediti fiscali previsti dall'Obamacare.

“Novità nel team? In questo momento il team è quello che conoscete. Se avrò novità o cambiamenti sarò io stesso a informarvi, non oggi”. Lo ha detto il tennista azzurro Lorenzo Musetti, in conferenza stampa alla vigilia dell’esordio alle Atp Finals contro Taylor Fritz, a proposito di nuovi innesti nello staff dopo le voci di un possibile affiancamento di José Perlas allo storico coach Simone Tartarini nel 2026.
“Non ho ancora pianificato nulla per il futuro - ha spiegato il toscano - ed è stato un finale di stagione molto intenso. Ho inseguito, forse in alcuni momenti ho avuto troppa pressione. Non ho ancora avuto modo di pensare al prossimo anno”.
Il tennista azzurro, numero 9 del ranking Atp, ha anche parlato del suo stato di forma e della Coppa Davis in programma dopo le Atp Finals: "La mia condizione fisica in questo momento è buona, tutto è in programma". E ancora, relativamente al 2026: "Prossimi obiettivi? Non ho ancora riflettuto tanto su questo, devo parlarne con il team. Ora voglio godermi questa settimana".

Commosso ricordo di Roberto Vecchioni per Peppe Vessicchio. Nel 2011 il cantautore per dirigere la sua 'Chiamami ancora amore' al Festival di Sanremo, che poi vinse quell'edizione, chiamò il direttore d'orchestra, che aveva già trionfato l'anno prima con Valerio Scanu. Prima a 'In altre parole', la trasmissione su La7 condotta da Massimo Gramellini, poi sui propri profili social, Vecchioni ha ricordato con affetto l'amico scomparso.
"E chi se lo dimentica più quel Sanremo? Quella canzone, l'abbraccio... la prima persona che ho abbracciato sei stato tu. Ti stringevi così forte che mi eri entrato nel costato, e piangevo non solo di gioia ma anche di dolore - ricorda Vecchioni - È come se fosse sparita la musica, la nostra musica, con la tua risata da napoletano vero e geniale. Ti ricorderò così, con la bacchetta alzata a dipingere il cielo".

L'ambasciata russa a Roma ha criticato il leader di Azione, Carlo Calenda, per essersi tatuato il tridente ucraino, che è lo stemma nazionale dell'ex Repubblica sovietica. "Ma il politico italiano Carlo Calenda capisce l'essenza del simbolo che ha applicato sul suo corpo?", scrive l'ambasciata in un post su Facebook, sottolineando che la "bravata" del leader di Azione "non è altro che un ingresso volontario nella comunità di seguaci di Petlyura, Bandera, Shukhevich e altri nazisti e collaboratori di nazionalità ucraina, le cui mani sono coperte dal sangue di ebrei, zingari, ungheresi, russi, ucraini".
La risposta di Calenda non si fa attendere. "Verrete sconfitti. Come è stata sconfitta l’Urss. La libertà alla fine vince sempre sulla tirannia. E se vi mettete paura di un tatuaggio[1] vuol dire che ne siete già consapevoli", scrive su X il leader di Azione. A conclusione del tweet, il senatore aggiunge l'hashtag 'Slava Ukraïni'.

"Avere nel gruppo uno come Djokovic è sempre dura, a essere sincero preferisco Lorenzo”. Così, sorridendo, Carlos Alcaraz ha parlato in conferenza stampa dell'arrivo di Lorenzo Musetti nel suo girone alle Atp Finals, al posto di Novak Djokovic (costretto a rinunciare al torneo per infortunio, dopo la finale vinta nell'Atp 250 di Atene).
“Se è li’ - ha poi aggiunto il tennista spagnolo - è perché se lo merita per il livello che ha messo nelle partite e tornei che ha disputato quest’anno, che era davvero alto". Lo spagnolo ha concluso: “Vediamo come si comporterà, come si adatterà. Lorenzo è appena arrivato da Atene e ancora non ha sentito il campo, ma sono sicuro che andrà alla grande, vedremo".

Lando Norris vince il Gp del Brasile, oggi 9 novembre 2025, e compie un altro passo verso il titolo mondiale di Formula 1. Il pilota britannico della McLaren, leader iridato, centra la settima vittoria stagionale e l'undicesima della carriera consolidando il primato in classifica generale. Norris, scattato dalla pole position, trionfa a Interlagos precedendo la Mercedes di Kimi Antonelli - che si regala il miglior risultato della carriera appena iniziata - e la Red Bull dell'olandese Max Verstappen, che parte dalla pit lane e con una strepitosa rimonta arriva sul podio. Il quinto posto con l'altra McLaren serve a poco a Oscar Piastri: l'australiano perde terreno rispetto a Norris nel duello per il Mondiale.
Disastro per la Ferrari. Charles Leclerc deve ritirarsi immediatamente con una sospensione rotta, dopo una carambola innescata da Piastri che tocca la Mercedes di Kimi Antonelli. I primi metri costano cari anche a Lewis Hamilton: l'inglese sostituisce il muso della sua rossa che però ha un assetto compromesso, dopo 38 giri arriva il ritiro.
Il prossimo Gp si corre a Las Vegas il 22 novembre.

Duello McLaren nel Gp del Brasile, appuntamento numero 21 del Mondiale 2025 di Formula 1. Sul tracciato di Interlagos, il britannico Lando Norris e l'australiano Oscar Piastri si contendono vittoria e primato in classifica. Disastro per la Ferrari. Charles Leclerc deve ritirarsi immediatamente con una sospensione rotta, dopo una carambola innescata da Piastri che tocca la Mercedes di Kimi Antonelli. I primi metri costano cari anche a Lewis Hamilton: l'inglese sostituisce il muso della sua rossa che però ha un assetto compromesso, dopo 38 giri arriva il ritiro.
Il prossimo Gp si corre a Las Vegas il 22 novembre.

Va in scena il Gp del Brasile, appuntamento numero 21 del Mondiale 2025 di Formula 1. Sul tracciato di Interlagos, si profila un nuovo duello targato McLaren con la Ferrari che spera di recitare un ruolo di primo piano. Il britannico Lando Norris, leader del Mondiale con 365 punti, scatta dalla pole position. Il suo compagno Oscar Piastri, che insegue con 356 punti, parte dalla seconda fila alle spalle della Mercedes di Kimi Antonelli e della Ferrari di Charles Leclerc.
Il prossimo Gp si corre a Las Vegas il 22 novembre.

Un ragazzo di 17 anni è stato ferito con una coltellata alla schiena durante una rissa tra coetanei avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, nei pressi della discoteca Tenax di via Pratese a Firenze. Il giovane, soccorso e trasportato in ospedale, è attualmente ricoverato ma, secondo quanto si apprende, non sarebbe in pericolo di vita.
L’aggressione sarebbe avvenuta all’esterno del locale, al termine di una lite scoppiata per motivi ancora da chiarire. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e individuare i responsabili. Gli inquirenti stanno raccogliendo le testimonianze dei presenti e visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per capire cosa abbia innescato la rissa e chi abbia sferrato il colpo di coltello.
La Roma in campo oggi 9 novembre contro l'Udinese nel match che può regalare il primo posto in classifica ai giallorossi nell'undicesima giornata. La formazione di Gasperini ha 21 punti e con un successo salirebbe al primo posto. L'Udinese, con 15 punti, cerca un risultato per avvicinare le zone europee della classifica.
La Roma mira ad approfittare del passo falso del Napoli, sconfitto a Bologna.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha assicurato che ogni cittadino americano, ad eccezione di chi percepisce redditi elevati, riceverà un bonus di "almeno 2mila dollari" grazie ai dazi imposti sui commerci internazionali.
"Ora siamo il Paese più ricco e rispettato del mondo, quasi senza inflazione", ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social. "Si pagherà un dividendo di almeno 2mila dollari a persona (senza includere chi ha redditi alti) a tutti", ha aggiunto il presidente, difendendo la sua politica commerciale pochi giorni dopo che una maggioranza dei giudici della Corte Suprema ha manifestato scetticismo riguardo alla decisione da parte di Trump di ricorrere ai poteri economici di emergenza per imporre i dazi globali.
Intanto si registra un nuovo segnale distensivo nei rapporti tra Stati Uniti e Cina dopo l'incontro Trump-Xi il 30 ottobre scorso in Corea del Sud: Pechino ha confermato oggi la sospensione del divieto di esportazione verso gli Stati Uniti di gallio, germanio e antimonio, metalli rari essenziali per l'industria moderna.
Pechino aveva annunciato restrizioni su questi metalli nel dicembre 2024, nell'ambito delle normative che riguardano i beni "ad uso duale", ovvero quelli che possono essere utilizzati sia in ambito civile che militare, ad esempio per la fabbricazione di armi.
I divieti sono sospesi a partire da oggi e "fino al 27 novembre 2026", ha dichiarato il ministero del Commercio cinese in un comunicato stampa, confermando quanto preannunciato dalla Casa Bianca.

Sulla pagina Facebook, Roberto Vannacci, l'ex generale dei parà, oggi numero due della Lega di Matteo Salvini, ha deciso di riaprire il dibattito sul Ventennio, postando la sua lezione di storia del fascismo. Per Vannacci è giunto il momento di dare "ripetizioni per chi la storia l'ha studiata nei manuali del partito democratico", come si legge nel titolo del lungo post pubblicato dall'eurodeputato della Lega. Una riflessione che non passa inosservata - visto il boom di commenti che si moltiplicano - sotto le copertine di tre dei volumi che lo storico Renzo De Felice scrisse sul Fascismo ('Mussolini il rivoluzionario' e poi i due 'Mussolini il fascista' sono quelli selezionati da Vannacci). Innanzi tutto - viene ricordato dal generale nella sua lectio - "il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d’Italia". Ecco il valore dei voti e dei numeri, per riportare tutto alla realtà.
Inoltre la marcia su Roma dell'ottobre del '22 "non fu un colpo di stato ma 'poco più di una manifestazione di piazza'", scrive Vannacci citando un altro storico, Francesco Perfetti. Mussolini poté arrivare a Roma "comodamente in treno" e fu il Re a dargli il potere. Vannacci rammenta che l'esecutivo Mussolini era all'inizio una coalizione di più forze: quello nato "il 17 novembre 1922" guidato da Mussolini fu un governo "composto non solo da fascisti, ma anche da liberali, popolari e nazionalisti" e ottenne "la fiducia della Camera dei Deputati con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti". "Il fascismo - allunga lo sguardo l'ex capo della Folgore - almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino, cioè all’interno dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia".
Non solo: "Tutte le principali leggi - dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938 - furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge", conclude l'ex capo dei parà, citando anche l'anno delle leggi razziali. Quanto basta per scatenare il dibattito sulla sua pagina, seguita da circa mezzo milione di utenti. Alcuni apprezzano la lezione di storia, una sorta di Bignami da social del generale. Qualcuno trae spunto per puntare l'indice: "Sei peggio di Salvini...", "mi sento male a sapere che ti paghiamo lo stipendio...", "Paracul...". La maggior parte delle centinaia di post sono durissimi, attaccando frontalmente il generale. Uno posta pure foto di piazzale Loreto, altri accusano Vannacci di revisionismo ("oscenità storiche"). "Pure le leggi razziali.... vergogna", si legge ancora. Molti ricordano invece Matteotti, non citato da Vannacci. I post di chi dissente sono preponderanti, rinfacciando al generale chi i crimini della dittatura instaurata da Mussolini, chi la sua alleanza con Hitler, chi la guerra.
A dargli man forte - mentre il generale pare accerchiato - si fa notare il pronipote di Mussolini stesso, Caio Mussolini, nipote del figlio primogenito del Duce, Vittorio. "E' tutto corretto - scrive confermando la linea Vannacci -. Per quanto possa dispiacere a molti. E aggiungo che la violenza dopo la prima guerra mondiale nasce a sinistra (volevano fare 'come in Russia', con attentati, bombe, uccisioni, bastonature, 'biennio rosso' e 'grande paura'...) e che il fascismo fu una reazione a queste violenze". Poi il discendente Mussolini aggiunge qualche altro apprezzamento: "La donna si è emancipata proprio durante il fascismo". E il Duce "ha protetto Gramsci" e Amendola "non è morto dopo essere stato picchiato ma è deceduto per un tumore sette mesi dopo".
Scagiona il fondatore del fascismo anche sulla vicenda Matteotti, che in tanti hanno citato su Fb: "Mussolini con c'entrava nulla con la morte di Matteotti". Era invece un leader riconosciuto anche all'estero "sino al '36 era idolatrato all'estero (vedi film Mussolini's speaks)" e tra i fan Caio Mussolini annovera anche "la comunista" Margherita Hack che disse che 'le conquiste sociali del fascismo oggi ce le sogniamo...'. Poi l'ultimo affondo - con parole simili a quelle della chiusa di Vannacci -: "Tutte le leggi a partire da quelle 'fascistissime', anche le famigerate e odiose leggi razziali, erano approvate dal Parlamento e firmate dal re".
"La rivendicazione del fascismo che il vice segretario della Lega Vannacci porta avanti è qualcosa di vergognoso - commenta il senatore Pd Francesco Verducci - Un revisionismo sul fascismo falso, subdolo e inaccettabile. Vannacci non è un passante: è il numero due della Lega, a sua volta secondo partito della coalizione del governo Meloni. È imbarazzante il silenzio di Salvini sulle provocazioni fasciste di Vannacci. Se la Lega è ancora un partito antifascista, come sempre orgogliosamente dichiarato dal suo fondatore Umberto Bossi e da numerosi attuali dirigenti e parlamentari, allora intervenga e tolga a Vannacci un ruolo che è un'offesa per la nostra Repubblica, per la nostra Costituzione, per la nostra democrazia".

Sulla pagina Facebook, Roberto Vannacci, l'ex generale dei parà, oggi numero due della Lega di Matteo Salvini, ha deciso di riaprire il dibattito sul Ventennio, postando la sua lezione di storia del fascismo. Per Vannacci è giunto il momento di dare "ripetizioni per chi la storia l'ha studiata nei manuali del partito democratico", come si legge nel titolo del lungo post pubblicato dall'eurodeputato della Lega. Una riflessione che non passa inosservata -visto il boom di commenti che si moltiplicano- sotto le copertine di tre dei volumi che lo storico Renzo De Felice scrisse sul Fascismo ('Mussolini il rivoluzionario' e poi i due 'Mussolini il fascista' sono quelli selezionati da Vannacci). Innanzi tutto -viene ricordato dal generale nella sua lectio- "il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d’Italia". Ecco il valore dei voti e dei numeri, per riportare tutto alla realtà.
Inoltre la marcia su Roma dell'ottobre del '22 "non fu un colpo di stato ma 'poco più di una manifestazione di piazza'", scrive Vannacci citando un altro storico, Francesco Perfetti. Mussolini potè arrivare a Roma "comodamente in treno" e fu il Re a dargli il potere. Vannacci rammenta che l'esecutivo Mussolini era all'inizio una coalizione di più forze: quello nato "il 17 novembre 1922" guidato da Mussolini, fu un governo "composto non solo da fascisti, ma anche da liberali, popolari e nazionalisti" e ottenne "la fiducia della Camera dei Deputati con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti". "Il fascismo -allunga lo sguardo l'ex capo della Folgore- almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino, cioè all’interno dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia".
Non solo: "Tutte le principali leggi -dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938- furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge", conclude l'ex capo dei parà, citando anche l'anno delle leggi razziali. Quanto basta per scatenare il dibattito sulla sua pagina, seguita da circa mezzo milione di utenti. Alcuni apprezzano la lezione di storia, una sorta di Bignami da social del generale. Qualcuno trae spunto per puntare l'indice: "Sei peggio di Salvini...", "mi sento male a sapere che ti paghiamo lo stipendio...", "Paracul...". La maggior parte delle centinaia di post sono durissimi, attaccando frontalmente il generale. Uno posta pure foto di piazzale Loreto, altri accusano Vannacci di revisionismo ("oscenità storiche"). "Pure le leggi razziali.... vergogna", si legge ancora. Molti ricordano invece Matteotti, non citato da Vannacci. I post di chi dissente sono preponderanti, rinfacciando al generale chi i crimini della dittatura instaurata da Mussolini, chi la sua alleanza con Hitler, chi la guerra.
A dargli man forte -mentre il generale pare accerchiato- si fa notare il pronipote di Mussolini stesso, Caio Mussolini, nipote del figlio primogenito del Duce, Vittorio. "E' tutto corretto -scrive confermando la linea Vannacci- . Per quanto possa dispiacere a molti. E aggiungo che la violenza dopo la prima guerra mondiale nasce a sinistra (volevano fare 'come in Russia', con attentati, bombe, uccisioni, bastonature, 'biennio rosso' e 'grande paura'...) e che il fascismo fu una reazione a queste violenze". Poi il discendente Mussolini aggiunge qualche altro apprezzamento: "La donna si è emancipata proprio durante il fascismo". E il Duce "ha protetto Gramsci" e Amendola "non è morto dopo essere stato picchiato ma è deceduto per un tumore sette mesi dopo".
Scagiona il fondatore del fascismo anche sulla vicenda Matteotti, che in tanti hanno citato su Fb: "Mussolini con c'entrava nulla con la morte di Matteotti". Era invece un leader riconosciuto anche all'estero "sino al '36 era idolatrato all'estero (vedi film Mussolini's speaks)" e tra i fan Caio Mussolini annovera anche "la comunista" Margherita Hack che disse che 'le conquiste sociali del fascismo oggi ce le sogniamo...'. Poi l'ultimo affondo -con parole simili a quelle della chiusa di Vannacci-: "Tutte le leggi a partire da quelle 'fascistissime', anche le famigerate e odiose leggi razziali, erano approvate dal Parlamento e firmate dal re".

Una violenta aggressione in pieno centro storico a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, si è conclusa con l’arresto di un nigeriano di 36 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e violenza sessuale continuata.
Subito dopo la mezzanotte del 3 novembre, l’uomo ha picchiato brutalmente la compagna convivente, sua coetanea e connazionale, colpendola ripetutamente fino a farla cadere a terra priva di sensi. La scena si è consumata a pochi passi da piazza Garibaldi, dove alcuni passanti, notando la donna incosciente sul selciato, hanno immediatamente allertato i soccorsi.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Romano di Lombardia e un’équipe del 118, che ha trasportato la vittima in codice rosso all’Ospedale di Brescia. I sanitari le hanno diagnosticato un trauma cranico dovuto ai ripetuti pugni e calci ricevuti.
Nelle prime ore del mattino, una volta risvegliatasi in ospedale, la donna - dopo essere stata rassicurata dai carabinieri - ha trovato il coraggio di raccontare quanto accaduto: a ridurla in quelle condizioni era stato il suo compagno convivente, che da tempo la sottoponeva a violenze fisiche, psicologiche e sessuali, mai denunciate prima.
Raccolte le prime testimonianze, i carabinieri si sono recati presso l’abitazione della coppia, dove hanno rintracciato l’aggressore ancora presente in casa. Nel corso della perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e sequestrati il telefono della vittima, distrutto dal compagno, e un test di gravidanza positivo riconducibile a una gravidanza interrotta lo scorso gennaio a seguito di un episodio di violenza che aveva provocato un aborto spontaneo.
Accompagnata presso la stazione carabinieri di Romano di Lombardia, la donna ha formalizzato una dettagliata denuncia, riferendo di maltrattamenti quotidiani e ripetute violenze sessuali subite nel corso della convivenza.
Su disposizione del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bergamo l’uomo è stato arrestato e, dopo essere stato trattenuto in camera di sicurezza, è stato condotto presso la casa circondariale di Bergamo. L’arresto è stato convalidato dal gip, che ha disposto la custodia cautelare in carcere.

“Essere uomini è un compito impegnativo; esserlo nel 2025 lo è ancora di più. Oggi, infatti, la sfida più grande è imparare a prendersi cura di noi stessi, e farlo affidandoci agli altri. Molte delle nostre fragilità riguardano la sfera della genitorialità e dell’intimità. Questo non sorprende: per come la nostra società ci ha abituati — dal punto di vista culturale, sociale e perfino evolutivo — affidarsi, mostrare vulnerabilità, resta difficile. In questo percorso di consapevolezza, l’urologo è una figura di riferimento fondamentale. È lo specialista che si occupa delle fragilità maschili legate all’apparato urogenitale, ma anche un punto di riferimento per la salute maschile nel suo insieme. Affidarsi a lui deve diventare un gesto naturale, un atto di fiducia e di cura verso se stessi”. Lo ha detto Andrea Salonia, consigliere nazionale Società italiana di Urologia intervenendo al Congresso nazionale Siu a Sorrento che si chiude oggi 9 novembre.
“È proprio su questo messaggio che la Società Italiana di Urologia lavora ogni giorno. Quest’anno, con la nostra nuova campagna di informazione, vogliamo ribadire un concetto semplice ma importante: andare dall’urologo significa volersi bene e prendersi cura delle proprie fragilità”, conclude.

"Gli sguaiati attacchi personali di Pd e 5stelle contro il tentativo del Mic di riallocare 100 milioni inutilizzati sul Fondo cinema 2026, senza con ciò mettere in discussione le spettanze esigibili dal 2022 al 2024, prima cioè che io mi insediassi al Collegio Romano, dimostrano la stolida, crassa ignoranza di chi se ne fa portavoce. E oltretutto danneggiano la Ragioneria generale dello Stato, proiettando una luce sinistra di sospetto sulla sua vera o presunta terzietà". Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Per la capogruppo democratica in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, "il blocco del decreto che avrebbe dovuto recuperare parte dei tagli inflitti dal ministro al settore cinematografico non è un incidente tecnico, ma il sintomo di una gestione improvvisata". Manzi ha chiesto al ministro di "riferire in Parlamento sulla situazione caotica che ha determinato".
"Tagli presentati come riforme, menzogne travestite da efficienza, e infine la paralisi dei fondi destinati al cinema e all’audiovisivo. Così si riassume l’azione del ministro Giuli, segnata da superficialità gestionale e da un evidente smarrimento politico. Dietro la retorica del cambiamento, solo improvvisazione, disordine e una gestione personalistica e umorale - dichiara Manzi in una nota - Il blocco del decreto che avrebbe dovuto recuperare parte dei tagli inflitti dal ministro al settore cinematografico non è un incidente tecnico, ma il sintomo di una gestione improvvisata e per questo incapace di garantire chiarezza, tempestività e visione. Il settore culturale si trova oggi ostaggio di errori che ne compromettono la credibilità e la continuità. Giuli ha tagliato, promesso, taciuto. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: immobilismo, sfiducia, e un ministero ridotto a terreno di scontro. Il Paese merita una conduzione all’altezza della sua cultura, non l’ennesima dimostrazione di inefficienza e disattenzione".
Per il deputato M5S Gaetano Amato "l’ultima imbarazzante uscita del ministro Giuli, con il balletto dei 100 milioni, pone un serio problema. Sembra il remake del film di Luigi Zampa ‘Anni ruggenti’ nel quale, scambiando per un inviato del Duce Nino Manfredi, gli abitanti del borgo del sud - denominato profeticamente ‘Insediamento Giuli’, in omaggio a un presunto ministro Giuli - spostavano delle vacche da una fattoria all’altra per mostrare un’immagine di prosperità e ordine. Ma il ministro sa di cosa parla? Non sarebbe ora di fare chiarezza sul suo effettivo ruolo per quanto riguarda il cinema? Il suo esordio da ministro fu da dispensatore di supercazzole e pensavamo che, dopo un anno, avesse smesso quello che credevamo un esercizio dialettico per coprire la sua non conoscenza. Non pensa che sarebbe ora di chiarirci qual è il suo ruolo reale?", dichiara Amato.
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